STEFANO ACCORSI in Il Giovane Casanova Un film in
due puntate da 100'
prima puntata “Non
la noia, non la morte, mai, ma soltanto la gioia… E poiché gioia
non esiste senza amore… Senza l'amore, che cos’è mai la vita?”
A sua volta, Giacomo è innamorato di una giovane e bella ragazza che assiste spesso alle sue esibizioni: è Elisabetta (Claire Keim), la nipote del giudice Maniero (Toni Bertorelli). Severissimo, incaricato di vegliare sulla moralità dei suoi concittadini, il giudice mai e poi mai darà la sua Elisabetta al figlio di un’attrice, anche perché la ragazza è promessa ad un ottimo partito: il marchese Sanudo (Giacinto Palmarini). Giacomo però, convinto di aver trovato in lei la donna dei suoi sogni, quella che sposerà, è deciso a lottare per ottenere la sua mano. La vita di Casanova cambia improvvisamente: il giovane infatti salva l’ambasciatore francese François de Bernis (Thierry Lhermitte) dalle grinfie di un medico che sta per ucciderlo. Bernis, affascinato dalla giovinezza, dalla voglia di vivere e dall’insolente e gioiosa curiosità di Casanova, gli promette che cercherà di convincere la famiglia Maniero a cambiare idea riguardo il suo matrimonio con Elisabetta. Ma una sera, in una sala da gioco, Giacomo viene folgorato dalla visione di Elena (Catherine Flemming), una donna affascinante i cui occhi sembrano rivelargli una profonda malinconia. Malauguratamente, Elena è la moglie di Luca Foscarini (Massimo Venturiello), un nobile altezzoso e violento a cui Giacomo ha appena vinto, barando, una forte somma di denaro e che si troverà ad affrontare in un duello. Quello che Giacomo non immagina però è che Elena è l’amante segreta di Bernis. Nel frattempo, Bernis affronta il giudice Maniero chiedendo la mano di Elisabetta per conto di Casanova. L'ambasciatore ha infatti preso Giacomo sotto la sua ala protettrice, dandogli anche la possibilità di vivere nella sua stessa casa. L'intercessione di Bernis ottiene però l’effetto contrario: il magistrato, insospettito dall’affetto che Bernis dichiara per Giacomo, mette due spie sulle loro tracce e fa chiudere Elisabetta in convento. Manon
informa Giacomo della sorte della ragazza ed il giovane, fingendosi un
servitore del promesso sposo di Elisabetta, riesce ad entrare in convento
e a fuggire portandola con se.
Il caso fa incontrare a Giacomo uno strano personaggio: Lucrezio, uno spadaccino provetto dall’aria misteriosa. Sin dal primo momento Giacomo è convinto che Lucrezio sia in realtà una donna. Lo provoca a un duello nel quale, quasi apposta, si fa ferire. Al suo risveglio, a casa di Lucrezio, scoprirà di avere avuto ragione: Lucrezio è Lucrezia (Roberta Mosca), una donna che, per essere libera, ha dovuto fingersi uomo. Ne nasce una breve ma appassionata storia d’amore, che termina con l’improvvisa scomparsa di lei. Durante
il periodo della “sparizione” di Giacomo, la spia che segue Bernis scopre
che Elena è la sua amante. Il giudice Maniero convoca l’ambasciatore
e lo avverte: Foscarini è un uomo violento e geloso… vale la pena
rischiare vita e carriera per una donna? O per proteggere un mascalzone
come Casanova?
Giacomo
torna a casa. Bernis gli propone un appuntamento con Elena nel proprio
appartamento segreto. Il dolore della sparizione di Lucrezia viene lenito
dalla scoperta dell’amore di Elena.
Giacomo
viene rinchiuso nei Piombi, senza processo, senza potersi difendere. Il
suo ultimo pensiero da uomo libero è per Manon, la “sorellina” alla
quale, in segno di eterno affetto fa recapitare il proprio amuleto: l’anello
che da bambino la madre gli ha regalato.
seconda puntata Dopo
mesi di preparativi, attraverso un buco nel tetto, Giacomo evade rocambolescamente
dai Piombi.
Il suo arrivo nella capitale francese coincide con l’attentato alla vita di Luigi XV (Francois Berleand). La città è in preda al disordine. Giacomo conosce un onesto contabile, un tozzo piccolo ometto, che lui chiamerà Silhouette (Jean Benguigui), e che diverrà suo inseparabile compagno. A
corte infuria una guerra privata tra Bernis, divenuto ministro, e Madame
de Pompadour (Katja Flint), l’amante di Luigi XV. I due lottano per il
controllo di un Re malato di noia e per tenere le redini del potere.
Casanova ritrova Manon fattasi donna e attrice affermata. Per Giacomo rimane sempre e solo “la sorellina” e prova un grande imbarazzo alle sue sempre più esplicite dichiarazioni d’amore. Manon è insieme giocosa e tragica nella sua passione generosa, senza riserve che Giacomo non riesce ad accettare. La
Pompadour mantiene la sua parola e il progetto del Lotto viene approvato:
servirà a riempire le casse dello Stato e Giacomo guadagnerà
grosse percentuali. Ora tocca a lui mantenere i patti…
Giacomo
svergogna Charlotte davanti al Re segnando la disfatta di Bernis, che la
Pompadour fa allontanare dalla corte. Charlotte sparisce nel nulla.
Ed
ecco che Giacomo torna ad essere il “nostro Casanova”: quello pronto a
lasciarsi trasportare dal vento, inseguendo "… quegli incontri felici,
inattesi, del tutto fortuiti e pertanto ancora più cari".
note di Giacomo Battiato Le
“Memorie” di Giacomo Casanova non sono un romanzo, sono infiniti frammenti
di infiniti romanzi, sono filosofia, sono cronaca, documento, fotografia
più che pittura, sono, in realtà, puro vissuto, quasi quattromila
pagine di vita con il suo sapore di disordine, di insensatezza, di felicità,
di sogno, di delusione, di pornografia e di dolore.
Come mai letteratura, teatro, cinema (con la bellissima eccezione del film di Comencini) hanno quasi sempre scelto di raccontare il Casanova maturo, se non vecchio? Forse per un inconscio bisogno di scoprire che un uomo che ha bevuto la vita senza ritegno, che ha teorizzato e vissuto la felicità e la libertà dell’animo e del corpo, quando giunge a quel fatidico punto della vita (quando si deve cominciare a convivere con il proprio fallimento) si ritrova infine anche lui in faccia alla malinconia, al rimpianto, alla malattia, alla disperazione della vanità, alla paura di morire. Come tutti. Più di tutti? Non credo. Scrivere le tremilaseicento straordinarie pagine è stato sicuramente un risarcimento importante che la memoria e il piacere letterario gli hanno dato a dispetto delle lacerazioni depressive della vecchiaia(“La morte è un mostro che caccia dal teatro uno spettatore prima della fine di uno spettacolo che lo interessa enormemente. Basterebbe questo per detestarla”). La sincera ammirazione e simpatia per Casanova mi hanno spinto verso la spericolata avventura di scrivere e dirigere per la televisione un film in due parti (Venezia/Parigi) sul Casanova giovane. Un giovane uomo che affronta caparbiamente il senso della sua esistenza: realizzare la libertà individuale e la gioia di vivere. Senza cinismo e senza cattiveria ma anzi con estrema generosità e anche con ingenuità. E, attraverso di lui, quante affascinanti storie di donne! Ecco un tema che per me ha giustificato un’ennesima scorribanda attraverso le “Memorie”: la giovinezza di fronte all'amore e alla gioia. La
giovinezza i cui sentimenti "…erano molto più nobili di quelli a
cui mi abituai in seguito a forza di vivere". La giovinezza prima che la
vita la corrompa. "Tutto ciò che possiedo è la mia giovinezza,
la salute, il coraggio, un po’ di intelligenza, ottimi principî e
qualche discreta nozione di letteratura."
Un
film obbliga a inventare un romanzo, dunque a costruire le trame che le
"Memorie" non ci danno e ad unire, in alcuni personaggi, caratteri di altri,
trasformandoli. E a semplificare, è inevitabile. Ma in questo obbligatorio
tradimento e nella semplificazione ho cercato di restare fedele allo spirito
di Casanova giovane e alla sua lezione di amore per la vita: "Felice o
sventurata la vita è l’unico tesoro che l’uomo possiede e coloro
che non l’amano non ne sono degni… Beati gli uomini che per godere della
vita non hanno bisogno della speranza."
Affamato
di vita e di amore, con una specie di culto per la donna ("Nulla di tutto
ciò che esiste ha mai esercitato su di me un così forte potere
come una bella figura di donna, anche quand’ero bambino"), lasciandosi
trasportare dove lo "spinge il vento", fuggendo la noia ("niente è
crudele come la noia"), inseguendo "…quegli incontri felici, imprevisti,
inattesi, del tutto fortuiti, dovuti al puro caso e pertanto ancora più
cari", Casanova ci offre un eccezionale "romanzo di formazione" sui temi
della gioia, della libertà e soprattutto dell'amore.
Sull'amore: "Che cos’è mai l’amore! Ho letto tutto ciò che ne hanno scritto i cosiddetti saggi e ho riflettuto molto da vecchio, ma in nessun modo ammetterò mai che l’amore sia una cosa sciocca o vana. E’ una specie di follia su cui la ragione non ha nessun potere, un male cui l’uomo è soggetto in ogni epoca della sua vita". La
paura della malinconia ("madre durissima di quella terribile idea di morte…"),
l'orrore della noia, che é provocata dal vuoto di non essere amato
e di non amare, possono essere curati soltanto da una corsa convulsa e
impetuosa verso l'amore. Nell'amore si trova gioia, curiosità, piacere,
oblio.
Il
film, che segue il "moto continuo" del suo protagonista, è composto
da due parti, divise dalla prigionia nei Piombi.
Giacomo
Battiato
|
Copyright 2001 Sara Spinelli. All rights reserved. Bologna.Italy