Ufficiale
militare di riconosciuto merito, intelligenza superiore ed insolito coraggio
e fedeltà, è stato detto che Salgueiro "era il migliore tra
i migliori (i più coraggiosi e generosi) ufficiali militari della
Rivoluzione di aprile".
Fernando
José Salgueiro Maia nasce l'1 luglio 1944 a Castelo de Vide (Portogallo).
Frequenta
la Scuola Secondaria a Tomar (Colégio Nun'Álvares) ed a Leiria
(Liceu Nacional). Entra nell'Accademia Militare di Lisbona nel 1964 e,
nel 1966, nell'EPC, "Escola Prática de Cavalaria" (Scuola Pratica
di Cavalleria) di Santarém.
Come
capitano, lotta nelle guerre coloniali in Guinea e Mozambico, è
uno dei membri attivi del MFA (Movimento delle Forze Armate), e nel 1970
viene promosso.
La
situazione politica del Portogallo, in questo periodo, è la seguente:
dopo la partecipazione alla Prima Guerra Mondiale a fianco dell’Intesa,
nel Paese si è instaurato un regime dittatoriale alla cui testa
vi è A.de Oliveira Salazar (1932), morto il quale sale al potere
Marcelo Caetano (1968).
Nella
notte fra il 24 e il 25 aprile 1974 scoppia una sollevazione delle forze
armate portoghesi (giovani capitani rimasti segnati dalle atrocità
delle guerre volute da Salazar nelle colonie portoghesi -Angola, Guinea,
Mozambico- che, tornati in patria, sentono il dovere morale di porre fine
al regime, decrepito, che alimenta quelle tragedie). A guidarla è
il capitano Maia, e prenderà il nome di "Rivoluzione dei garofani"
per il suo carattere incruento e per lo 'slogan' "Mettete dei fiori nei
vostri cannoni".
Salgueiro
Maia comanda una colonna di carri armati facendoli "marciare" dall'EPC
di Santarém a Lisbona, dove occupano il "Terreiro do Paço".
In seguito gli uomini di Maia circondano il Quartier Generale Militare
e Poliziesco del Carmo, portando alla resa Marcelo Caetano.
Grazie
a questa rivoluzione, attuata senza spargimenti di sangue, viene ristabilito
il regime democratico, alla cui guida si pone il generale A. R. Eaes.
Dopo
la rivoluzione, nonostante il capitano Maia fosse membro attivo dell'assemblea
del MFA e malgrado molti partiti politici e organizzazioni, all’indomani
della rivoluzione, gli chiedano appoggio, non accetta nessuna posizione
politica.
Nel
1989-90 scopre di essere malato di cancro e, dopo aver chiesto sostegno
medico allo Stato senza risultato (al contrario di due ex torturatori della
polizia), muore a Santarém il 4 aprile 1992. |