Santa Maradona 
Stefano Accorsi: l'energia del divertimento 
di Marco Spagnoli 

Stefano Accorsi è il protagonista di 'Santa Maradona' di Marco Ponti insieme a Libero De Rienzo, Anita Caprioli e Mandala Tayde. In questo momento sta girando il film sulla vita del poeta Dino Campana insieme a Laura Morante per la regia di Michele Placido. 

Con Santa Maradona possiamo dire ancora una volta che Stefano Accorsi si conferma come l'attore numero uno in Italia
Le classifiche non contano tanto: sto lavorando molto è vero, ma ho smesso di pensare a dare una graduatoria numerica agli attori quando mi sono reso conto che ho dovuto abbandonare la mentalità del "voglio esserci". Ho smesso di tentare di essere il primo della classe Trovo bellissimo lavorare in un mondo fatto di diversità. Oggi lavoro molto io, domani sarà un altro. Mi piace differenziare quello che faccio, perché mi rompo a fare sempre le stesse cose. Per quello che riguarda il successo, poi, cerco solo di non farci troppo la bocca. Non vorrei rimanere male un domani che questo sparisse improvvisamente.

Rischiando 
Sì, perché rischiare resta sempre l'elemento più affascinante del mio lavoro, soprattutto con personaggi che non avevo mai fatto prima e al fianco di persone nelle quali credo. Tanto, alla fine, si rischia sempre, perché non esiste la regola del successo.

Ma lei si sente oggi una star?
Se così fosse mi sentirei molto preoccupato per quello che riguarda il mio stato di salute mentale 

Però esiste un numero di attori e di attrici sempre più congruo che si chiamano Stefano Accorsi, Giovanna Mezzogiorno, Luigi Lo Cascio, Fabrizio Gifuni, Sonia Bergamasco, Sandra Ceccarelli che in questo momento fanno la differenza per il cinema italiano, perché hanno una formazione artistica e culturale molto forte rispetto al passato 
C'è un elemento generazionale molto forte. E' una reazione più o meno spontanea a periodi bui in cui il nostro cinema non produceva nulla o quasi di valido. C'è ancora bisogno di recuperare il lavoro e la professionalità non solo per quello che riguarda noi interpreti, ma anche per quanto concerne il lavoro del regista, dello sceneggiatore e del produttore. Vanno recuperate le distinzioni forti dei ruoli.

Come?
Anche semplicemente divertendosi. Per anni si è fatto un cinema pessimo proprio quando dopo il grande passato della nostra cinematografia si è smesso di divertirsi sui set. Il cinema che si è fatto era la negazione del cinema: macchina da presa immobile, attori fermi, noia dominante e mortale, tristezza assoluta, cancellando il mezzo cinema che resta essenzialmente il piacere e la possibilità di raccontare una storia a qualcuno. E qualcuno se sta dall'altra parte non si può e non si deve annoiare. Qui non si tratta di raccontargli le barzellette: anche quando gli racconti la storia più drammatica del mondo deve potere partecipare ed emozionarsi.

E qui si torna al perché della recitazione 
Può sembrare ovvio, ma quando uno sale su un palcoscenico o si mette dinanzi ad una macchina da presa lo fa per il pubblico. Qui sta la differenza.

Una missione?
No, un mestiere che va preso anche con leggerezza, perché bisogna sapersi divertire per dare sempre il meglio. Altrimenti non ha senso farlo.

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SITO NO PROFIT   Sara Spinelli ~ Bologna (Italy)