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Dalla scrittura della sceneggiatura premiata con il Solinas alla realizzazione vera e propria del film sono trascorsi diversi anni. Adesso che lo stai girando, ritieni che sia valsa la pena attendere tutto questo tempo? |
Innanzitutto
il Solinas non è stato un vero premio ma una borsa di studio.
E' valsa la pena aspettare? Sì, assolutamente, per vari motivi. Uno perché nel frattempo ho capito un po' di più come funzionano le dinamiche all'interno dell'industria cinematografica: ho realizzato qualche cortometraggio e ho capito come si gira. E poi ne è valsa la pena perché quello che vedo adesso è molto più bello di quello che pensavo, è molto più divertente, più riuscito, gli attori sono più bravi di quello che pensavo. Insomma, di tutto di più. Il giorno prima di iniziare le riprese ero incerto se il mio futuro sarebbe stato solo da sceneggiatore o anche da regista. Dopo un giorno ho pensato che voglio fare questo mestiere per tutta la vita perché è il più bello del mondo. Siamo alla quinta settimana ed è come il primo giorno, non siamo né più stanchi, né più stressati. Com'è iniziato così è finito, ci sono ancora 11 giorni di riprese, cioè tanti, ma potrei andare avanti a lungo! |
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Sono più disciplinati i tuoi allievi a cui insegni sceneggiatura cinematografica alla Scuola Holden o gli attori del tuo film? |
Gli
attori! No, scherzo!
E' diverso. In entrambi i casi c'è un rapporto di dare e ricevere, nel senso che ho imparato tante cose di sceneggiatura insegnandole e con gli attori ho imparato quant'è strano il loro mestiere, quant'è meraviglioso il loro entrare nel personaggio e restituirtelo con una vita che prima invece era rappresentata solo da parole sulla carta. Devo dire che la disciplina non mi interessa, né a scuola né qui. |
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Hai qualche aneddoto curioso legato alla lavorazione del film? |
E'
un po' difficile da dire perché sono ancora molto "dentro al film".
Comunque il primo ciak è stato buffo, perché io non mi ricordavo più qual era l'ordine giusto che dovevo dare ad un attore, allora ho chiesto al mio aiuto regista Fabio, un minuto prima di iniziare, "Cos'è che devo dire?". Era il primo ciak della mia vita, quindi... Lui mi ha spiegato tutto e poi quando è arrivato il momento Fabio ha detto "Motore!", Marco (il fonico) ha detto "E' partito", ed io dovevo dire "Azione!". Allora ho pensato "Dato che è il mio primo ciak mi voglio godere un attimo questa attesa", per cui al posto di darlo subito l'ho dato qualche secondo dopo. Nel frattempo Fabio deve aver pensato "Non si ricorda più niente!" e quindi ha detto lui "Azione", nello stesso istante in cui l'ho detto io. Per cui la cosa buffa è che il primo ciak della mia vita è in "comproprietà"! |
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~ SITO NO PROFIT ~ Sara Spinelli ~ Bologna (Italy)