Accesso: Uscita
autostradale Genova Est (A12). Svoltare alla nostra sinistra in via Lungo Bisagno
D'Istria e procedere in direzione di Molassana-Prato (verso i monti). Al primo
incrocio semaforico svoltare a sinistra sul ponte Monteverde in direzione del
Cimitero monumentale di Staglieno per portarsi sul lato opposto del torrente,
svoltare a destra e proseguire la risalita del torrente per via Piacenza e nella seguente
via Emilia. All'altezza del supermercato (LIDL) svoltare a sinistra in via G.Pezzali, giunti al semaforo attraversare la strada (alla nostra sinistra c'è
una chiesa) e proseguire dritti in via Trensasco. Superato il paese omonimo poco
dopo si arriva sul valico dove in prossimità di un bar trattoria si può
parcheggiare. Proseguire sullo sterrato e 20m dopo la trattoria seguire lo
stretto sentiero che si inerpica sulla destra fino al forte Diamante (TRE BOLLI
ROSSI).
La discesa si può effettuare per lo stesso tracciato.
Altitudine: 670m
Dislivello
in salita: 250m
Difficolta': Escursionistica
Tempo
di percorrenza: h. 1,00 (andata e ritorno)
Cenni
storici: Il Forte Diamante prende il nome dal monte, sulla vetta del
quale, fu costruito. Secondo alcune testimonianze, anticamente, sul monte sorgeva
una Bastia, costruita con lo scopo di vigilare sulle sottostanti valli "Bisagno
-Polcevera" strategiche strade di accesso per eserciti
invasori. Sembra che verso il 1507 la Bastia venne distrutta. Per alcuni secoli
sul monte non sorse nulla finchè nel 1747 dai genovesi venne realizzata una
ridotta a pianta stellare, destinata a breve all'occupazione degli austriaci. Il
primo vero progetto del forte risale al 1747 da parte di Sicre il quale aveva
progettato un forte che non si adattava molto bene ad essere edificato su di una
collina, quindi subì alcune modifiche di progettazione, ma i lavori furono
fortunatamente interrotti dalla pace di Aquisgrana. Bisogna attendere il 1756
anno in cui l'opera riprende grazie al finanziamento della famiglia Durazzo con
una donazione di 50.000 lire. Sembrerebbe che l'ultimazione sia stata portata a
termine lo stesso anno. A ricordo della famiglia Durazzo venne posta una lapide
all'ingresso (oggi scomparsa). Si arriva al 1800 quando il forte cade nelle mani della 41°
mezza Brigata Francese, guidata dal Capo di Battaglione Bertrand. Il 30 Aprile
dello stesso anno gli austriaci assediarono il forte. I cannoni del forte spararono contro gli
austriaci e gli stessi paesi sottostanti furono bersaglio
dei colpi di cannone sparati dal forte, poichè sede delle truppe nemiche. Nell'assedio
del 1800 il Forte era in mano alla 41ª mezza Brigata Francese, comandata dal
Capo di Battaglione Bertrand. Il 30 aprile gli austriaci, giunti ai Due Fratelli,
sotto il comando del tenente generale Conte di Hohenzollern, lo minacciarono
circondandolo. I cannoni del Forte spararono contro gli assedianti; i paesini di
Campi, Camporsella, Torrazza e Trensasco furono presi di mira e danneggiati dai
colpi, perché sedi di alloggiamenti di truppe nemiche. Molte famiglie
conservano ancora in casa le palle di cannone di quel bombardamento. Quella
stessa sera, il comandante austriaco intimò la resa a Bertrand: "Vi
intimo, Comandante, di rendere all'istante il vostro forte; altrimenti tutto è
pronto, e vi passo a fil di spada. Potete ancora ottenere una capitolazione
onorevole. Dinanzi al Diamante alle 4 ore della sera.
Il Conte di Hohenzollern".
Rapida la risposta: "Signor Generale, l'onore, che è
il pregio più caro pei veri soldati, proibisce troppo imperiosamente alla brava
guarnigione, che io comando, di rendere il forte, di cui mi è confidato il
comando, perché possa acconsentire a rendersi per una semplice intimazione; e
mi sta troppo a cuore, signor Generale, di meritare la vostra stima per
dichiararvi, che la sola forza, e l'impossibilità di più a lungo difendermi,
potranno determinarmi a capitolare.
Sottoscritto Bertrand".
Il generale Soult, dallo Sperone, verso le ore 16.00 sferrò
l'attacco vincente contro gli austriaci ai Due Fratelli. I lavori di
completamento del forte furono fatti nel 1814 sotto la direzione del Corpo Reale
del genio Sardo. Fu modificato il tetto furono inserite delle paratie, fu
innalzata una torre con scala elicoidale all'interno. Durante i moti del 1849 il
forte era sotto il controllo di alcuni volontari che ebbero solo sporadiche
occasioni di sparare contro le truppe piemontesi. Il complesso fu abbandonato in
modo definitivo nel 1924. Solo nel 2006 sono state fatte alcune opere di
ristrutturazione. L'ingresso, situato nel terrapieno alla base della caserma e
sormontato in origine dallo stemma sabaudo, era provvisto di ponte levatoio. La
cinta esterna segue e difende il camminatoio coperto. Sopra l'ingresso di
una delle due stanze del piano terra s'intravedono ancora le scritte d'uso
ottocentesche. Il pavimento del terrazzo, che ora è ridotto ad un prato, era in
origine piastrellato in mattoni. Le caditoie erano protette da grate in ferro
apribili. Gran parte delle strutture metalliche sono state asportate alla fine
dell'ultima guerra.
Forte Puin
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Accesso: Sempre
arrivando Dal Diamante si scende l'ampio sentiero a tornanti fino ad arrivare
sulla colletta, qui si tralascia il sentiero in salita che conduce al Fratello
Minore, ma si prosegue sull'ampio sentiero principale in leggera discesa fino a
giungere al Forte Puin 30m dal Diamante. Per il ritorno si segue la stessa strada
dell'andata fino alla colletta sotto i tornanti del Diamante e poi si prosegue
come descritto per il ritorno dal Fratello Minore.
Altitudine: 597m
Dislivello
in salita: m
Difficolta': Escursionistica
Tempo
di percorrenza: h.2,15 (andata e ritorno)
Cenni
storici: Partendo dallo Sperone, la seconda importante ridotta,
realizzata in gabbioni, era posta dove oggi si erige il Forte Puin. Già i
francesi, nel 1806, avevano stabilito la realizzazione della fortificazione e
dei Due Fratelli, con lo scopo di migliorare le difese sulla dorsale tra Sperone
e Diamante. Si pensa che la costruzione del forte sia opera dei piemontesi. I
lavori furono iniziati nel 1815 per ordine del Governo Provvisorio. Come
prima cosa, fu eretta la Torre. La cinta bastionata fu iniziata più tardi, e
realizzata in due riprese (1818 e 1826). Nel 1830 finalmente l'opera fu
portata a termine. Il forte è stato abbandonato nell'ultimo decennio
dell'ottocento e "radiato" dalle liste militari nel 1908. Nel 1924
compare nell'elenco degli edifici monumentali. Nel 1963 è stato preso in
concessione e sono iniziati i restauri da parte di un privato. Oggi la struttura,
ogni seconda domenica del mese da marzo a novembre, è oggetto di un'esauriente
visita guidata organizzata dal Comune di Genova - Servizio Giardini e Foreste, a
cura della cooperativa Dafne. Terminata la salita d'accesso si oltrepassa
un ponte, in origine levatoio, che immette nella cinta. Le feritoie del piano
terra che si affacciano sul retro della Torre sono state murate dopo il 1820,
con la costruzione della cinta bastionata. Circa il nome della fortificazione,
viene asserito che questo deriva dalla "Ridotta dei Pani" (il
cui termine corretto è "Baracca dei Pani"), vocabolo che compare solo
nella descrizione di Genova da parte dell'Anonimo del 1818. In realtà il Forte
deve il suo nome alla sottostante baracca, detta di Puin (Questo termine,
in dialetto genovese, significa "Padrino" - l'opera era
denominata anche Puino, forse per italianizzare un nome dialettale - nei
vecchi libri si può per questo leggere che il nome "... par derivi
dalla protezione che può esercitare questo forte sopra i Due Fratelli
...".
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Forte Fratello minore
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Accesso: Arrivati
al Forte Diamante si può proseguire e scendere dal versante opposto alla salita, lungo un sentiero molto ampio a tornanti. Arrivati in fondo al sentiero si
prende nuovamente a salire sul sentiero che si incontra di fronte a noi, seguendo
il quale si arriva al forte 30 minuti dalla cima del Diamante. Per il ritorno si può
percorrere la strada al contrario senza però risalire al Diamante, ma una volta
arrivati sulla colletta e prima di iniziare i tornati in salita che conducono al
Diamante si prende un sentiero sulla destra, poco visibile, che taglia a mezza
costa e in breve si congiunge al sentiero principale che abbiamo percorso in
salita per andare al Diamante, da qui si procede in discesa fino al bar
trattoria.
Altitudine: 620m
Dislivello
in salita: m
Difficolta': Escursionistica
Tempo
di percorrenza: h.2,30 ( andata e ritorno)
Cenni
storici: In passato esistevano due forti il fratello maggiore ed il
minore dei due quello ancora integro è il Fratello Minore situato sul monte
Spino. La sua edificazione risale al 1815. Nel 1830 dopo l'ultimazione della Torre
il Genio Sabaudo modificò il progetto aggiungendo un recinto bastionato sui
lati sud e est. Contemporaneamente l'ingresso fu spostato sul lato a sud ed
rialzato di un piano. Al suo interno trovavano posto 12 uomini, l'accesso
all'interno della cinta avveniva per mezzo di un ponte elevatoio, asportato negli
anni '20. Da qui una rampa in origine acciottolata conduce all''ingresso della
torre. Quattro caditoie, protette in origine da grate apribili, denunciano
l'originaria funzione. Le feritoie che danno verso l'esterno sono assai
rialzate, se ne deduce che una piattaforma in legno corresse lungo le mura per
permettere alla fucileria di fare fuoco. Il primo piano aveva il pavimento in
legno, ormai crollato.
Forte Sperone
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Accesso: Sempre
arrivando dal Diamante si scende l'ampio sentiero a tornanti fino ad arrivare
sulla colletta , qui si tralascia il sentiero in salita che conduce al Fratello
Minore, ma si prosegue sull'ampio sentiero principale in leggera discesa fino a
giungere al forte Puin e proseguendo sul sentiero al forte Sperone 1h dal
Diamante. Per il ritorno si può percorrere la stessa strada oppure da
preferire una volta arrivati allo Sperone scendere
per la carrozzabile fino a giungere in uno spiazzo con panchine e tavolini, da qui
inizia guardando il mare sulla sinistra un ampio sterrato quasi
pianeggiante che ci ricondurrà al parcheggio (bar trattoria).
Nota:
Al forte Sperone si può giungere anche comodamente in auto e di conseguenza
parcheggiato allo Sperone si può decidere di fare il giro ad anello già
proposto ma in senso contrario.
Accesso
in auto: Arrivati alla stazione ferroviaria di Genova Brignole (Piazza
Verdi) risalire alla sinistra della stazione in via E. De Amicis, arrivati in
Piazza Brignole svoltare a destra in via F. Romani, dopo poco si prosegue in Via
Peschiera che dopo alcune curve sfocia in Via Assarotti (attenzione ad un certo
punto la strada in una curva prosegue sulla sinistra). Risalire sulla
destra fino a Piazza Manin la si costeggia sulla destra e si prende Via B. Arecco e si
prosegue sino in Piazza Zerbino dove si svolta a sinistra in salita in Via alla
stazione ferroviaria di Casella si prosegue sempre dritti in Via Carso, continuare a salire sulla destra in Via del Peralto. Passare sotto un ponte
(a destra un bar) fino a giungere in uno slargo con tavolini e panche (che
panorama!!!) e proseguire
ancora sulla carrozzabile fino a giungere al Forte.
Altitudine: 362m
Dislivello
in salita: m
Difficolta': Escursionistica
Tempo
di percorrenza: h. 3,30 ( giro ad anello Diamante-Puin-Sperone)
Cenni
storici: Forte Sperone, chiamato così perchè sorvegliava la punta
estrema della linea di difesa, una sorta di prua aguzza di pietra rivolta verso
le montagne, venne costruito a partire dal 1535, quando si presentò il pericolo
di un' aggressione da parte di Carlo VII. L'ingresso del forte è ancora difeso
da un fossato e dal ponte levatoio a doppia chiusura. Situato sulla vetta del
monte Peralto (512 m. di altezza) questo forte è un opera di alta architettura
militare. All'interno si trovano le grandi camerate dalle volte a botte in
mattoni, i camminamenti che controllano le alture desolate, una polveriera
isolata da un fossato e un'altra grande caserma a due piani. Più in alto è
presente un'ultima costruzione angolata: è la caserma superiore che comprendeva
la fortificazione originaria del settecento e una piccola cappella. Sotto la
piazza d'armi c'è il labirinto del forte: un area di undici mila metri
quadrati, tre mila coperti e divisi in più di 100 stanze.
Forte Ratti
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Accesso: Uscita
autostradale Genova Nervi, giunti sul cavalcavia proseguire sulla destra in
direzione Genova centro, dopo alcuni Km si arriva ad un incrocio piuttosto
evidente, sull'angolo dell'incrocio si trova un negozio di tappeti e una
concessionaria Citroen, svoltare in salita a destra in via Timavo, arrivati al
semaforo, svoltare a sinistra e proseguire dritti verso l'ospedale di S. Martino
(circa 500m), poco prima dell'ospedale
troveremo sulla nostra destra un negozio di fiori e di fronte sul lato opposto
della strada un agenzia di viaggi e l'edicola, a questo punto cercare un
parcheggio non facile! ed imboccare a piedi la Salita Superiore di Santa Tecla subito
dietro il fioraio, inizialmente asfaltata e poi mattonata e sconnessa, dopo circa
10 minuti si arriverà al forte di Santa Tecla (180m), dopo il forte, se si prosegue, l'area urbana della città si fa sempre più rada, proseguendo sempre in salita
per via Camaldoli si raggiunge un pò su asfalto e un pò su mattonata via
Berghini nei pressi delle case popolari di Camaldoli. Svoltando a destra in
salita si percorrono gli ultimi tornanti su asfalto fino a raggiungere la piazza
capolinea del bus 67 di fronte al collegio di Don Orione (320m). Dal collegio
sempre in salita si percorre la strada a sfondo cementato che ne contorna a
destra il muro di cinta e quindi curvando a destra prende a salire verso il
forte Richelieu e Ratti, che si può scorgere in alto a sinistra sopra una
cava. Terminato il tratto cementificato, si prosegue su sterrato fino a giungere
alla sbarra della cava, superata la sbarra attraversare il piazzale della cava,
sul lato opposto inizia a salire un sentiero che in breve ci condurrà al
forte. Per la discesa si consiglia la via dell' andata..
Altitudine: 578m
Dislivello
in salita: 500m
Difficolta': Escursionistica
Tempo
di percorrenza: h. 5,00 (andata e ritorno) - Personalmente
consiglio di arrivare in auto fino al collegio di Don Orione dove si parcheggia,
così facendo si accorciano notevolmente i tempi di percorrenza h. 2,00 (andata e
ritorno)
Cenni
storici: Il monte Ratti ha due appendici laterali sulle quali, verso
il 1819, furono principiate due Torri a pianta circolare, denominate di
Serralunga e di Monte Longone; queste furono, in seguito al fallimento del
progetto di cui facevano parte, lasciate incompiute. La posizione del monte Ratti
era considerata strategicamente importante per la difesa della città. Da qui il
nemico poteva calare verso Sturla, Albaro e San Martino. Nel 1747 i
franco-genovesi approntarono sulla vetta accampamenti e ridotte, subito
espugnate dagli austriaci. La cima della collina fu guarnita, a partire dal 1819,
con l'erezione di una Torre, uguale a quella di Quezzi. Il Forte fu invece
realizzato tra il 1831 ed il 1842, inglobando la Torre e addossando la caserma
alla cima della collina. Vi si accede percorrendo parte dell'antica strada
militare. L'ala di ponente del piano terra della caserma è interamente occupata
dalle buie celle delle prigioni, inserite negli ultimi anni dell'ottocento e che
"ospitarono", durante la prima guerra mondiale, i coatti austriaci. In
alcune si scorgono ancora, a stento, le scritte dei prigionieri. All'interno
della caserma si scorgono le tracce della cappella del Forte. Nel 1849, durante i
moti contro i piemontesi, il complesso era presidiato dalla Guardia
Nazionale. Tra il 1935 ed il 1938 fu iniziata la demolizione della Torre, la
quale disturbava la visuale alle quattro postazioni contraeree che furono
sistemate in quella zona del complesso. Terminato l'ultimo conflitto, l'opera fu
definitivamente abbandonata.
Forte Santa Tecla
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Accesso: Uscita
autostradale Genova Nervi, giunti sul cavalcavia proseguire sulla destra in
direzione Genova centro, dopo alcuni Km si arriva ad un incrocio piuttosto
evidente, sull'angolo dell'incrocio si trova un negozio di tappeti e una
concessionaria Citroen, svoltare in salita a destra in via Timavo, arrivati al
semaforo, svoltare a sinistra e proseguire in direzione dell'ospedale di S. Martino
(circa 500 metri) poco prima dell'ospedale troveremo sulla nostra destra un negozio
di fiori e di fronte sul lato opposto della strada un agenzia di viaggi e l'edicola, a questo punto cercare un parcheggio non facile!!! ed imboccare a piedi
la Salita Superiore di Santa Tecla subito dietro il fioraio, inizialmente asfaltata e
poi mattonata e sconnessa, dopo circa 15minuti si arriverà al forte di
Santa Tecla
Altitudine: 180m
Dislivello
in salita: 100m
Difficolta': Esursionistica
Tempo
di percorrenza:15min
Cenni
storici: In origine al posto del forte sorgeva una chiesa, già
esistente nel XII secolo. Una prima parte dei lavori per la realizzazione fu
intrapresa nel 1747 e terminata 4 anni dopo. Secondo una relazione redatta
durante l'assedio del 1800, le truppe Francesi lo sistemarono per la difesa. I
lavori di completamento ripresero verso il 1815 e terminarono tra il 1828 ed il
1833 con la costruzione di una caserma. Dal dopoguerra è stato abitato da
civili. Negli anni 70 lo si chiuse e si iniziò il restauro per destinarlo alle
iniziative culturali del quartiere, ma nel attesa di una destinazione venne
abbandonato a se stesso ed incendiato. Finalmente nel 1997 ripresero i lavori
grazie all'organizzazione di volontari ASSOCIVILE che ne cura la manutenzione
ancora oggi.
Forte Richelieu
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Accesso: Uscita
autostradale Genova Nervi, giunti sul cavalcavia proseguire sulla destra in
direzione Genova centro, dopo alcuni Km si arriva ad un incrocio piuttosto
evidente, sull'angolo dell'incrocio si trova un negozio di tappeti e una
concessionaria Citroen, svoltare in salita a destra in via Timavo, arrivati al
semaforo, svoltare a sinistra e proseguire finchè al termine di un
rettilineo e dopo una curva si trova sulla nostra destra via
Sapeto, imboccare la via in salita e seguirla fino in cima (attenzione strada
stretta) arrivati al termine della strada parcheggiare sulla sinistra in una
piazzetta. A questo punto imboccare la scalinata che si trova
subito dietro l'imbocco della piazzetta e seguirla finche non si sbuca sul
monte, a questo punto seguire il sentiero verso destra, poco dopo si esce da
sotto gli alberi e si comincia a salire verso il forte che si può scorgere
sopra di noi. Per la discesa si può seguire la strada dell'andata.
Una
seconda opportunità di salita od eventualmente da collegare al precedente
percorso per fare un giro ad anello si ha tralasciando il bivio per via Sapeto
, proseguendo dritti verso l'ospedale di San Martino 500m, poco prima dell'ospedale
troveremo sulla nostra destra un negozio di fiori e di fronte sul lato opposto
della strada un agenzia di viaggi e l'edicola, a questo punto cercare un
parcheggio non facile! ed imboccare a piedi la Salita Superiore di Santa Tecla subito
dietro il fioraio, inizialmente asfaltata e poi mattonata e sconnessa, dopo circa
10minuti si arriverà al forte di Santa Tecla (180m), dopo il forte se si prosegue, l'area urbana della città si fa sempre più rada, proseguendo sempre in salita
per via Camaldoli si raggiunge un pò su asfalto e un pò su mattonata via
Berghini nei pressi delle case popolari di Camaldoli. Svoltando a destra in
salita si percorrono gli ultimi tornanti su asfalto fino a raggiungere la piazza
capolinea del bus 67 di fronte al collegio di Don Orione (320m). Dal collegio
sempre in salita si percorre la strada a sfondo cementato che ne contorna a
destra il muro di cinta e quindi curvando a destra prende a salire verso il
forte Richelieu e Ratti, che si può scorgere in alto a sinistra sopra una
cava. Terminato il tratto cementificato, si prosegue su sterrato trascurando il
primo bivio sulla destra per prendere il secondo che con strada sempre sterrata
ci porterà sempre in salita,dapprima verso sud e poi a nord est fino al forte Richelieu.
Altitudine: 415m
Dislivello
in salita: 300m
Difficolta': Esursionistica
Tempo
di percorrenza: h. 2,00 (andata e ritorno)se si fa il giro ad
anello calcolare 15 minuti in più per percorrere via Sapeto a piedi e recuperare
l'auto. - personalmente consiglio il primo percorso.
Cenni
storici: Situato in splendida posizione panoramica sopra le alture di
Camaldoli il forte fu chiamato Richelieu nel 1748 in omaggio al Maresciallo di
Francia Armando Duplessis di Richelieu, comandante dell'esercito francese in
Liguria. In seguito il forte fu modificato e rinforzato più volte fino ad
assumere l'aspetto attuale nel 1850. Usato ancora durante la seconda guerra
mondiale come postazione antiaerea, oggi ospita all'interno delle mura i
ripetitori RAI... ben triste sorte di un forte dal così significativo passato, se
si pensa che tutta questa zona fu teatro di aspri scontri tra Francesi ed
Austriaci, durante l'assedio di Genova del 1800. In quella occasione il forte
rimase bloccato dall'avanzata degli Austriaci, che conquistarono le alture del
monte Ratti ed il forte Quezzi, arrivando a minacciare Santa Tecla.
Molte
delle notizie storiche riportate sono state attinte dal Web in particolare da
www.fortidigenova.com
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