Agile corso trasversale di Storia delle Religioni

Shamanesimo, Atomo, Micro e Macrocosmo

Dharmakaya web site - Corso di Religioni (cattolico)

G.L.  Mizia 
Insegnante di Religione Cattolica

 

mail to: berakah@tiscalinet.it

 

 


ESSERE RELIGIOSI   IL PUNTO DI VISTA DI UN SOCIOLOGO
Oggi noi guardiamo alle religioni come a  comunità di persone che  condividono particolari   costumi e credenze (in un Dio o in più dei),che si riuniscono in appositi edifici per celebrare o meditare,e che vivono nel mondo in un modo tutto loro. 
E' probabile che il termine religione derivi dal latino religare, ovvero "legare insieme con fermezza", il che ci rivela qualcosa di molto importante sulla natura della religione. 
Le religioni legano insieme le persone attraverso usanze e dottrine comuni; le dirigono verso
   un medesimo senso della vita.
Dal punto di vista della sociologia essere religiosi significa per lo più 
 
rico- noscere una propria IDENTITA' RELIGIOSA  ed una propria   APPARTENENZA RELIGIOSA.

Una CULTURA è un modo particolare di vivere la propria umanità in tutte le sue dimensioni,in cui simboli e racconti,approvazioni e disapprovazioni sono tenuti in comune e trasmessi di generazione in generazione.
Sia CULTURA  che CULTO  derivano da latino CULTUS , adorazione di un essere supremo.

LE CULTURE UMANE, 
I MODI DI PENSARE LA VITA E DI VIVERLA, SONO SEMPRE CULTURE RELIGIOSE. 
APPARTENERE AD UNA CULTURA SIGNIFICA SEMPRE IN QUALCHE MODO APPARTENERE ANCHE AI VALORI RELIGIOSI DI QUELLA CULTURA.

Appartenere a una cultura

(tratto da un ipertesto dell'Accademia Universale delle Culture in  Tolerance.it)

La cultura è il modo in cui vive e pensa la gente di un certo gruppo. 
Per capire sia i concetti di differenza che di identità dovrete fare uso sovente del concetto di cultura. Quello di cultura è un concetto definito dall'Antropologia Culturale, ed è molto importante perché permette di superare concetti assai "pericolosi" come quello di razza o gruppo etnico. Per quanto il concetto possa essere complesso, esso può facilmente venire spiegato ai bambini. Ciascuno di noi appartiene a una famiglia e a un territorio e se questo territorio è lo stesso in cui sono nati i nostri genitori e i genitori dei nostri genitori, abbiamo accanto a noi persone che parlano la stessa lingua, vestono nello stesso modo, mangiano lo stesso tipo di cibi, abitano in case fatte più o meno nello stesso modo, hanno più o meno le stesse idee su ciò che è bene e ciò che è male, possono avere e praticare la stessa religione (o comunque vivono tra altre persone che praticano quella data religione, e vedono dei templi fatti in un certo modo - chiese, moschee, pagode, eccetera), hanno le stesse regole di cortesia, obbediscono alle stesse leggi, nelle scuole vengono insegnate le stesse nozioni scientifiche, artistiche, storiche. Questo insieme di credenze, abitudini, opinioni, è quello che si chiama una cultura .
Talora, per rendere un ragazzo cosciente della propria identità culturale, bisogna mostrargli immagini di persone che hanno una identità culturale diversa (che parlano una lingua diversa, vestono in modo diverso, abitano in case fatte diversamente, eccetera). Il ragazzo deve capire che in questo senso non si parla di cultura come di insieme di conoscenze superiori, ma come modo di vivere, per cui appartengono a una cultura A sia il professore che il contadino. Occorre mostrare come è differenza culturale anche la differenza tra mangiare con le mani, con la forchetta o con le bacchette; che fa parte dell'identità culturale usare certi strumenti di lavoro o di trasporto.
Ci sono casi in cui l'identità culturale si identifica con l'accettazione di una tradizione comune. Ma una cultura non comprende solo elementi tradizionali, bensì anche elementi innovativi. Per esempio, l'automobile è stata inventata in Europa e non apparteneva alla tradizione giapponese, ma certamente è uno strumento che fa parte integrante della cultura giapponese moderna , ed esistono automobili giapponesi che hanno caratteristiche tipiche. La pizza era un cibo della tradizione italiana, ma ormai è un cibo che fa parte della cultura di molti altri paesi. Una volta la seta faceva parte della sola cultura cinese, e tutto il mondo importava seta solo dalla Cina, che ne conservava il segreto e la tradizione. Ora gli abiti in seta fanno parte della cultura di molti paesi. Nel caso in cui i ragazzi vivano in un ambiente multiculturale (in cui cioè vivono fianco a fianco gruppi di cultura diversa, come per esempio a New York) diventa più facile mostrare sia la differenza tra le culture sia il modo in cui la gente preserva la propria identità culturale, oppure accetta un modo di vivere neutro, comune a più culture (per esempio, un indiano che vive a New York segue la propria tradizione culturale quando va a mangiare a un ristorante indiano e accetta un modello neutro quando mangia un hamburger in un coffee shop).
Ciascuno è libero di rifiutare la cultura nella quale vive. Lo può fare emigrando, cambiando la propria religione, cercando di modificare le abitudini e le opinioni del proprio gruppo di appartenenza.
Ma anche quando si rifiuta una certo modello culturale, non si può fare a meno di riconoscere l'esistenza e di capire la "logica" della cultura a cui ci si oppone.

Perché i Cinesi non amano il latte e i latticini? Perché i giapponesi morirono volentieri in un attacco kamikaze che pareva insensato agli americani? Perché in alcune società la discendenza è tratta dalla linea paterna, in altre da quella materna, mentre in altre ancora viene tratta da quella di entrambi i genitori? Non perché Dio o il Fato li avesse destinati ad abitudini differenti, non perché il clima sia diverso in Cina, in Giappone e negli Stati Uniti. A volte il senso comune fornisce una risposta che si avvicina a quella dell'antropologo: "perché sono stati allevati così". Con la parola "cultura", l'Antropologia intende lo stile di vita complessivo di un popolo, l'eredità sociale che acquisisce dal proprio gruppo. Ovvero, la cultura può essere intesa come qualla parte dell'ambiente che è creata dall'uomo.
Questo termine tecnico ha un significato più ampio della "cultura" della storia e della letteratura. Un'umile pentola è un prodotto culturale quanto lo è una sonata di Beethoven. Nel discorso comune, una persona di cultura è qualcuno che sa parlare lingue diverse dalla propria, che ha familiarità con la storia, con la letteratura, con la filosofia, o con le belle arti. Per taluni la definizione è ancora più ristretta. La persona di cultura è colui o colei che è capace di parlare di James Joyce, di Scarlatti e di Picasso. Per l'antropologo, tuttavia, ogni essere umano è una persona acculturata. C'è la cultura in generale, e poi vi sono culture specifiche come quelle russa, americana, britannica, hottentot, inca. La nozione generale e astratta serve a ricordarci che non possiamo spiegare le azioni umane esclusivamente in termini delle proprietà biologiche delle persone coinvolte in esse, della loro esperienza passata e della situazione immediata. L'esperienza passata di altri esseri umani, sotto forma di cultura, entra in gioco in quasi ogni evento. Ciascuna cultura specifica fornisce una sorta di traccia per tutte le attività della vita....

• Clyde Kluckohn, Mirror for man, McGraw-Hill Book Company, 1960, cap.2

...Per la donna americana, un sistema di più mogli per lo stesso marito appare "istintivamente" aberrante. Non riesce a capire come una donna possa evitare di essere gelosa e a disagio se deve condividere il proprio marito con altre donne. Le sembra "innaturale" che si possa accettare una simile situazione. D'altra parte, una donna Koryak della Siberia, ad esempio, troverebbe difficile capire come una donna possa essere talmente egoista e poco desiderosa della compagnia di altre donne in casa da voler imporre al proprio marito una sola compagna.
Anni fa incontrai a New York un giovane uomo che non parlava una parola d'inglese ed era naturalmente sbalordito dai modi americani. Era americano "di sangue" quanto lo siamo io e voi, e i suoi genitori si erano trasferiti dall'Indiana alla Cina come missionari. Divenuto orfano durante l'infanzia, fu allevato da una famiglia cinese in un paesino sperduto. Chiunque lo incontrasse lo trovava più cinese che americano. I suoi occhi azzurri e i suoi capelli chiari si notavano meno del suo stile cinese di camminare e di muovere le mani e le braccia, della sua espressione facciale cinese e del suo modo cinese di pensare.

• Amin Maalouf, Les identités meurtrières, Paris: Grasset, 198: 19-20

L'identità di ogni persona è costituita da una moltitudine di elementi che non si limitano ovviamente a quelli che figurano sui registri ufficiali. Per la stragrande maggioranza degli individui c'è, di sicuro, l'appartenenza a una tradizione religiosa; a una nazionalità, talvolta a due; a un gruppo etnico o linguistico; a una famiglia più o meno allargata; a una professione; a un'istituzione; a un certo ambiente sociale… Ma la lista è assai più lunga, virtualmente illimitata; si può sentire un'appartenenza più o meno forte a una provincia, a un villaggio, a un quartiere, a un clan, a una squadra di sportivi o di professionisti, a una banda di amici, a un sindacato, a un'impresa, a un partito, a un'associazione, a una parrocchia, a una comunità di persone che hanno le stesse passioni, le stesse preferenze sessuali, gli stessi handicap fisici, o che sono messe di fronte agli stessi rischi.Tutte queste appartenenze non hanno evidentemente la stessa importanza, a ogni modo non nello stesso momento. Ma nessuna è totalmente insignificante. Sono gli elementi costitutivi della personalità, si potrebbe quasi dire "i geni dell'anima", a patto di precisare che la maggior parte non sono innati.Se ciascuno di questi elementi può riscontrarsi in un gran numero di individui, non si trova mai la stessa combinazione in due persone diverse, ed è proprio ciò che fa sì che ogni essere sia unico e potenzialmente insostituibile.
(tr. it. di Fabrizio Ascari, L'identità, Milano: Bompiani, 1999)



SCIAMANO DELLA SIBERIA

ESSERE RELIGIOSI   IL PUNTO DI VISTA DI UNO STORICO

Sappiamo che più di tre-quarti della popolazione mondiale si considera appartenente a una religione, a prescindere dal fatto che la pratichi o meno.
Nella storia essere religiosi ha significato tante cose differenti e persino opposte:credere che Dio è la sorgente e lo scopo della vita, oppure che è nel migliore dei casi una distrazione giovanile,oppure che è il padrone spietato dell'universo,che interviene nella storia o che è indifferente ad essa; ha significato
amare il  prossimo come se stessi, oppure separarlo dalla propria vita augurandogli un destino persino peggiore della morte; ha significato consultare delle streghe alla ricerca della sapienza oppure bruciarle vive;ha significato avere un'anima, oppure non averla; obbedire al comando di generare la vita, oppure prendere i voti ed essere celibi per tutta la vita; ritirarsi nel silenzio, oppure parlare in diverse lingue; può richiedere di radersi completamente a zero, oppure di non tagliarsi neppure un pelo o un capello; andare in moschea al venerdì, in sinagoga al sabato o in chiesa alla domenica; ha significato pregare, meditare, adorare, andare in trance o in estasi, costruire la basilica di San Pietro, il Tempio d'oro oppure la Grande Piramide; attraversare gli oceani e i continenti per andare in pellegrinaggio verso i luoghi sacri; convertire gli altri, bandire crociate, guerre sante ed altro ancora.(John Bowker) 

 Che cos'è una religione?   
(tratto da un ipertesto dell'Accademia Universale delle Culture in : http://www.tolerance.it/ita/)(i redattori di questo articolo ,tra cui Umberto Eco ,sono tutti accademici atei)

Quando si confrontano diverse tradizioni religiose, bisogna stare attenti a non dare per scontata la propria idea di che cosa sia una religione. Infatti, con la parola "religione" si possono intendere almeno quattro cose diverse:
Religione come pratica
Un insieme di tradizioni, di riti, di racconti, di abitudini e di cerimonie che vengono coltivati da un certo gruppo di persone e che vengono trasmessi di generazione in generazione.
Religione come visione complessiva della vita
Una serie di credenze, un sistema di regole di comportamento, una concezione di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato e, in generale, una certa "visione del mondo".
Religione come teologia
Una dottrina che spiega il rapporto dell'essere umano con tutto ciò che sta al di là della realtà materiale, ovvero con la sfera ultraterrena.
Religione come atteggiamento spirituale intimo
Un rapporto individuale che ciascuna persona sviluppa con ciò che è sacro. A volte le persone si identificano pienamente con una determinata religione, altre volte interpretano la tradizione a cui appartengono in maniera personale.

A seconda dell'accezione alla quale ci si riferisce, una certa tradizione spirituale potrà essere considerata come una religione oppure no. 
Ad esempio, alcuni studiosi di storia delle religioni si chiedono se il Buddhismo possa essere inteso come una religione nello stesso senso in cui lo sono l'Ebraismo, il Cristianesimo o l'Islam: se per religione si intende un rapporto tra l'essere umano e un Essere Superiore, allora il Buddhismo (che non parla di Dio) non lo è; ma se si estende il significato del termine per intendere un insieme di insegnamenti spirituali e morali accettati con fede da una comunità e praticati nella vita quotidiana, allora anche il Buddhismo rientra a pieno titolo nella definizione.

  • Come cambiano le religioni    
  Secondo molti studiosi di storia delle religioni, le religioni non sono dei sistemi fissi e perfettamente coerenti, ma piuttosto delle tradizioni in continua evoluzione.Gli esseri umani che praticano una certa religione, e che la trasmettono alle generazioni successive, vivono all'interno della propria cultura e ne subiscono l'influenza. Se la cultura d'appartenenza si trasforma, anche la tradizione religiosa è soggetta alle pressioni del cambiamento. Ad esempio, il sistema delle caste che fondava la tradizione induista è stato abolito dalla Costituzione dell'India moderna, la quale vieta ogni discriminazione in base all'appartenenza castale. Un altro esempio di trasformazione all'interno di una tradizione religiosa è dato dal ruolo che il Buddhismo assegna alla donna: il Dalai Lama ha sostenuto che è necessario rivedere profondamente la posizione della donna (che, come in molte altre religioni, era originariamente marginale e subordinata all'uomo) all'interno del Buddhismo.
Non sempre le trasformazioni vengono accettate da tutti membri di una comunità religiosa: a volte esse provocano degli scismi, i quali risultano in una divisione all'interno della tradizione religiosa. È quanto è accaduto nel Cristianesimo molte volte, ad esempio quando la chiesa ortodossa e la chiesa di Roma si sono separate l'una dall'altra ufficialmente nel 1054 e.v. o quando (a partire dal XVI secolo) sono sorte chiese protestanti in opposizione alla chiesa cattolica Romana.
Anche l'incontro con le altre religioni, che si ha quando i membri di una certa tradizione entrano in contatto con persone che appartengono a tradizioni diverse, provoca dei cambiamenti: a volte si tratta di scambi e di integrazioni reciproche, come è accaduto nella Spagna del X-XII secolo tra ebrei, musulmani e cristiani. Altre volte l'incontro genera lo scontro, come avviene quando una religione cerca di convertire forzatamente i credenti dell'altra religione, oppure di impedire loro di osservare i precetti e i rituali che contraddistinguono la propria tradizione, o - in alcuni casi estremi - eliminando fisicamente coloro che appartengono alla religione diversa.  

Ugo Volli: Politeismo e monoteismo   
 Il politeismo è la credenza in una pluralità di esseri superiori sovrannaturali, chiamati dei. Insieme all'animismo, che crede in una potenza sovrannaturale impersonale diffusa nel mondo, il politeismo è la forma religiosa più diffusa fra le società umane. Gli dei possono essere pensati in forme molto diverse, avere storie estremamente complicate o non essere neanche nominabili. Quel che conta è che essi sono al di là della natura comune, fatti di una sostanza diversa e dotati di poteri diversi dalla cose che ci circondano, ma pur sempre persone, cioè soggetti in qualche modo simili agli umani; e che essi sono molti e dunque almeno parzialmente in conflitto fra loro. Per il politeista la realtà si forma e si evolve per le azioni sovrannaturali degli dei e queste non seguono un piano unico, ma derivano dal conflitto e dalla concorrenza fra gli dei. Alcuni dei possono essere benefici, altri malefici, uno può controllare un certo aspetto della realtà o dell'esistenza (come il mare, la caccia, la bellezza), altri lo limitano dominando altri aspetti.Una variante abbastanza rara del pensiero religioso, anche se ormai è dominante nel mondo, è il monoteismo, per cui la divinità è concepita come unica e insieme personale. Il suo credo principale è questo: esiste un dio, e uno solo. Magari egli può ammettere sotto di sé delle entità spirituali inferiori (angeli, santi, demoni), ma esse sono derivate da lui, non autonome. Il dio unico, raccogliendo in sé tutta la natura divina e una personalità (non è una forza, ma qualcuno, con una sua volontà, un sapere, dei sentimenti ecc.) è concepito di solito come fornito di alcuni attributi fondamentali: è il creatore del mondo, eterno, onnisciente, onnipotente, giusto, buono ecc.
La versione di monoteismo che domina nel nostro mondo, in diverse varianti (cristiana, musulmana, ebraica) è stata definita dal popolo ebraico circa tremila anni fa, ma nella storia delle religioni e delle filosofie si possono trovare altre forme di monoteismo, per esempio in Egitto, in India e anche nella Grecia classica, nel pensiero di Platone e di Aristotele. In effetti, il monoteismo, concependo un unico principio divino, si presta a un'analisi razionale della realtà nei termini di un principio, una ragione, un sistema etico e quindi allontana il sentimento religioso dalla fioritura pittoresca del mito, verso il pensiero. Il suo punto debole però consiste proprio nella difficoltà di dare ragione degli aspetti irrazionali e negativi della realtà. Se vi è un dio, infatti, egli è responsabile di tutto quanto accade, incluso il male e l'assurdo della vita, che per i politeisti possono derivare dall'azione di dei malvagi o anche solo dal conflitto fra gli dei.
Il pensiero della cultura europea è comunque profondamente influenzato dalla religione monoteista: la giustizia, la scienza, l'arte europee (e in genere occidentali) sono segnate dal privilegio accordato all'unità rispetto alla pluralità. Solo l'esistenza di una causa ben definita ci sembra una spiegazione completa, solo una forma chiusa soddisfa il nostro senso estetico, e così via. Politeismo e monoteismo non sono dunque solo delle teorie religiose, ma anche delle caratteristiche fondamentali dello stile di pensiero di una società.

LE RELIGIONI DELLA PREISTORIA

GROTTE DI LASCAUX-PARTICOLARE


L’identita’ religiosa e’ determinante per l’orientamento della persona verso la felicità.
Tutte le religioni promettono di portare l'uomo alla santità,cioè in una comunione di vita con Dio.
In questo cammino, il male
,(pur diversamente percepito), e la morte, possono essere definitivamente sconfitti.
Una felicita' eterna "in Dio",seppur diversamente intesa e raggiunta e’ il valore religioso universale.
Essa e’ cio’ che da senso al vivere, a tutto cio' che noi facciamo per trovare la felicità.
Ecco le varie espressioni religiose del valore della beatitudine e santità,cioè della felicità eterna che gli dèi possono donare già in questa vita.

-Cina:........................COMUNIONE COL TAO
-India:.......................ADVAITA  o COMUNIONE COL BRAHMAN, LO SPIRITO UNIVERSALE.
-Buddismo:............... NIRVANA o COMUNIONE CON IL TUTTO
-Ebraismo:................REGNO DI JHWH o COMUNIONE DI VITA DEL POPOLO CON JHWH.
-Cristianesimo:......... REGNO DI DIO:COMUNIONE DI VITA CON GESU' e CON JHWH NELLO SPIRITO DIVINO. -Islam:......................REGNO DI ALLAH..COMUNIONE DI VITA CON ALLAH E PIACERI ASSOLUTI.

Il Buddismo è la prima religione universale apparsa nella storia ed è tuttora una delle più importanti vie spirituali dell'Asia.
Nato nel VI secolo a.C., Siddharta Gautama iniziò la sua vita come principe nel piccolo stato di Sakyan, 200 km da Benares, ai piedi dell'Himalaya, dopo diversi anni quattro segni lo indussero a meditare sul mondo.
Decise di abbandonare la famiglia, nonché il futuro regno. Studiò con i più famosi filosofi dell'epoca, il pensiero metafisico era all'apice della sua fioritura, come nella Grecia contemporanea, ma nulla lo appagava e nulla lo liberava.
Decise di dedicarsi completamente alla meditazione, per sei anni visse in assoluta austerità, senza alcun risultato, poi un giorno mentre beveva al fiume, scivolò nell'acqua e fu trascinato dalla corrente fino ad un villaggio dove un giovane lo trasse in salvo e lo curò.Guarito rimase ad osservare le acque del fiume Naranjara e si immerse in meditazione, all'alba del giorno seguente egli raggiunse l'Illuminazione: Siddharta il Principe dei Sakya, non esisteva più.
Era diventato il Buddha, l'Illuminato. Ben presto il Buddha, la sua Dottrina (Dharma) e la Comunità dei suoi monaci (Sangha) vennero definiti come le tre Gemme (Triratna), le tre fondamenta del Buddismo.
Il Nucleo della dottrina enunciata dal Buddha è dato dalle Quattro Nobili Verità: la verità della sofferenza, della cessazione della sofferenza e del sentiero che conduce all'Illuminazione.Essendo il Buddismo basato su una tolleranza senza riserve, si adattò ad abitudini mentali e a sfere culturali diverse, poiché non possedeva né un'organizzazione clericale chiusa con al vertice un'autorità indiscussa, né una ortodossia dottrinale.

Il Buddhismo è una religione?
Si considera il buddhismo una religione
non-teistica :non si parla di Dio esplicitamente ma vi si ritrovano  tutte le caratteristiche  di una religione : rivelazione, etica, comunità, preghiera,riti, etc Religione non-teista ma non religione a-teista.
Secondo il buddhismo in ogni persona è presente uno spirito innato. Tale spirito è senza inizio e senza fine ,è il bene universale. Nel buddismo tibetano questo spirito , dharmakaya ,cioè chiaraluce  è lo stato più sottile della coscienza umana ed è una individualità.Sono concetti analoghi anche se non coincidenti con  quelli di divinità e persona nella cultura occidentale.
Buddha è  il risvegliato l'illuminato ,  da chi? Gautama Siddharata entra nella  non triste, non lieta, equilibrata, saggia e perfetta Purezza (= il Nirvana) . Se nel buddhismo tibetano troviamo  risposte che possiamo considerare , dal punto di vista occidentale ,non ateiste , in altre correnti, come quella Mahayana troviamo un buddhismo assolutamente ateo. Il buddismo ateo viene da alcuni considerato una eresia  del buddismo originale.
Nonostante il Dalai Lama tibetano non abbia nessuna difficoltà a credere in un Dio come  amore eterno c'è un certo scetticismo nel considerare la possibilità di una analogia molto prossima tra  La Chiaraluce o Purezza  e la divinità  soprattutto se questa divinità è  creatrice. C'è una contraddizione in termini filosofici tra il concetto occidentale di dio creatore  e  il concetto buddhista di un universo  senza causa prima.
 Afferma l'attuale Dalai Lama : «...se Dio è considerato un essere supremo puro,allora anche noi buddhisti tibetani crediamo in un tale dio...ma non accettiamo l'idea di un dio unico, bensì una molteplicità di questi dèi...possiamo dire di credere più nella parola  divinità ,a tutte le  divinità , personificazioni di questo dio, che si presentano a noi durante sedute spirituali o di meditazione....ecco in questo senso siamo certi dell'esistenza di Dio...»(LEVENSON ,Il Dalai Lama)

Buddha non negò esplicitamente l'esistenza degli dèi brahmani dell'induismo, ma questi -secondo la sua filosofia- non possono evitare all'uomo le sofferenze della vita, per cui credere o non credere in loro non cambia le cose. Il cammino che porta alla salvezza l'uomo -secondo il Buddha- deve trovarlo da solo.D'altra parte anche le divinità sono soggette alla legge della rinascita, il samsara, e l'Assoluto o l'Eterno non corrisponde che al concetto di Vacuità (sunyata)
Il Brahman è il nulla (la differenza dall'Induismo è evidente).


DA DOVE VENGONO LE RELIGIONI ?          PERCHE' SONO TANTE E DIVERSE ? 

OSSERVIAMO:nel mondo ci sono tanti popoli con culture diverse,cioè con diverse mentalità,diversi modi di interpretare e vivere la vita,diverse espressioni religiose.
Molte diversità si spiegano con la diversità degli ambienti di vita ,delle abitudini,degli usi e costumi,delle tradizioni.La diversità di ambiente e di abitudini non spiega però la diversità di credenze ed espressioni religiose.Gli uomini hanno "pensato"  religioni diverse oppure hanno "ricevuto"  religioni diverse dagli dèi?

La molteplicita' delle religioni non e'  frutto di errori di percezione  del sacro : piuttosto è il frutto della ricchezza di manifestazioni del sacro stesso che ha donato molteplici rivelazioni.Le religioni  sono tutte diverse, ma in quanto rivelate sono tutte vere.

bahai

shinto

buddha

confucio

jaina

sikh

 

ebraismo

induismo

  nac/bwiti/s.daime

tradizionali/native/aborigene

 

taoismo

islam

cristianesimo

wiccan shinto

C'è un dato culturale universale:L’umanità esiste religiosamente.

Il Fenomeno religioso presenta due aspetti fondamentali (costituitivi, fondanti) e inscindibili:
il coinvolgimento della divinità nelle vicende umane (aspetto soggettivo)
e la rivelazione (aspetto oggettivo) 

Tutti i popoli e le culture hanno una storia perchè in qualche modo risalgono il principio della loro esistenza agli dèi.
Gli dèi hanno formato i popoli :essi prospettano anche la loro fine o il loro fine.
Tutti i popoli rivendicano l’origine divina della loro esistenza o/e della loro cultura.(presso la cultura greca gli dèi sono presenti all’origini delle stirpi e delle istituzioni;presso quella romana nella nascita dei fondatori della città e del popolo così come nella nascita delle istituzioni;lo stesso dicasi per lo shintoismo giapponese, il taoismo-confucianesimo etc)
Se la cultura religiosa di un popolo non fosse minimamente rivelata non avremmo motivo di considerarla come religiosa.
La rivelazione sembra essere il fenomeno di partenza di ogni cultura e dunque di ogni religione, senza il quale tutti gli altri aspetti che sono tipici delle religioni  (felicità,peccato, riscatto,salvezza) sarebbero svuotati di ogni valore.
Nella cultura greca  classica cui troviamo la religione olimpica (dell'Olimpo), ben attestata in Omero ed Esiodo, in cui ci sono tre forme di comunicazione della sapienza divina (sapere assoluto) all'uomo, 
1.       la forma Dionisiaca:la sapienza sta dentro Dioniso e non può uscire da lui, per averla bisogna entrare in lui e farne l'esperienza,ciò è possibile solo agli EN-TU-SIASTI (en-theos-mos),gli iniziati al rito orgiastico.Dioniso induce gli uomini alla follia ed è lui stesso folle.
2.      la forma Apollinea:la sua sapienza è comunicabile in parole nella divinazione. Apollo suscita la follia nel divinatore, ma lui è lontano e la parola che da lui proviene pronunciata dal divinatore necessita di un interprete che la muti in logos ,discorso umano.Nell'antica Grecia le Pizie del dio Apollo erano un esempio conosciuto di estasi cultuale divinatoria.La Pizia Dava responsi a suoi interlocutori durante stati di estasi.Apollo era il dio della rivelazione oracolare ed aveva il suo santuario a Delfi sopra la voragine dove Apollo aveva sconfitto e precipitato il pitone malefico. Al fondo della voragine scorreva il fiume Cassotis dalle cui acque provenivano vapori che provocavano l’estasi della Pizia, giovane vergine scelta tra le donne di buona famiglia.Essa sedeva su un tripode posto sulla voragine. Nell’estasi essa pronunciava parole più o meno chiare che alcuni sacerdoti traducevano in responsi, oracoli.Da una Pizia, consultata una volta all’inizio di ogni anno si passò a più Pizie che lavoravano a turno.
3.       La terza forma è quella del rito annuale di fine estate ad Eleusi,la festa della conoscenza chiara,univoca. E' ciò che possedeva lo storico Ferecide di Siro,la sapienza noetica. Esempio di estasi cultuale iniziatica che troviamo nei misteri Eleusini: si trattava di passare da uno stato di esistenza ad uno nuovo. Ad Eleusi si trovava il santuario di Demetra e Kore.Qui si recavano i maschi per essere iniziati al mondo degli dèi attraverso una esperienza estatica.Pindaro,fr.137-"felice chi entra sotto la terra dopo aver visto queste cose:conosce la fine della vita,conosce anche il principio dato da Zeus." E qui è ancora Dioniso che manifesta tutta la sua potenza in una esperienza di festa in cui come dicono Platone ed Aristotele (simposio,210-211&sulla filos.fr.11) il bello non appare come un discorso, una conoscenza, un volto, ma apparirà per se stesso e la capacità intuitiva subisce una folgorazione noetica. E' l'enigma della sapienza divina che mentre si fa chiara(Apollo), si nasconde(Dioniso).
La ricerca filosofica
si è sviluppata nella cultura greca a partire da Talete (VII° sec.a.C.) , dalle riflessioni sull’uomo e sulla realtà elaborate a partire dalla religione (dottrine dei misteri, soprattutto l'orfismo:Orfeo era un eroe trace che era disceso nell'Ade ed aveva ricevuto una rivelazione.Da essa ha origine la religione orfica i cui riti tendevano a purificare l'anima per sottrarla alla ruota delle nascite o trasmigrazione o metempsicosi.La scienza, l'attività dei pensiero degli adepti doveva essere un cammino di vita come una ricerca che conduce alla vera vita. 
PLATONE (Fedone,85C-D.V-I Vsec.a.C.) SIMMIA  A SOCRATE.:
"..avere una chiara conoscenza dell'eternità dell'anima e dei suo destìno,o è molto difficile o è impossibile; trattandosi di questi argomenti, non è possibile se non fare una di queste cose:
       o apprendere da altri come stiano le cose,
       oppure scoprirlo da se stessi , accettare fra i ragionamenti umani il meno facile da confutare e   affrontare come su una  zattera il rischio della traversata dei mare della vita 
        o affidandosi ad una rivelazione divina e fare il viaggio in modo più sicuro."

La ricerca filosofica si è sviluppata a partire anche dall'arte e dai concetti fondamentali elaborati dalla riflessione morale (etico-politica) dei poeti ;arte e poesia  fornirono concetti che  servirono ai filosofi per interpretare il mondo.Religioni arte e poesia elaborarono alcuni concetti che saranno i fondamenti della ricerca filosofica.
Nella cultura greca troviamo quindi una Rivelazione ma con una accentuazione della irriducibilità del piano divino a quello umano.I greci diffidavano della parola come verità divina assoluta(non avevano libri sacri) perchè ne era solo la sua spiegazione equivoca.La Rivelazione  è Sapienza,prerogativa esclusiva degli dèi,che però possono farne partecipi gli uomini,quando vogliono andare incontro alle difficoltà esistenziali.Per il dono di questa partecipazione gli uomini sono chiamati sapienti,ma anche poeti per il dono di trasmettere la sapienza. Alla base della cultura e del sapere greco c'è una rivelazione dionisiaco-apollinea. 
Solone attesta che a Cnosso viveva Epimenide, vero sapiente che possedeva la sapienza nella forma dionisiaca e nella forma Apollinea.Di lui si diceva che vivesse con gli dèi perchè dopo un periodo di vita ascetica entrò in una forma letargica di possessione da parte del dio Dioniso-Apollo e in tale stato fu visitato dagli dèi in forma di sogni.In uno di questi sogni egli aveva incontrato una dea sconosciuta: ALETHEIA=VERITA'.Egli poteva comunicare le rivelazioni private attraverso i miti e l'invenzione poetica.Questa visione ,ora privilegio di un sol uomo, dice Solone, una volta era comune a tutti.La stessa cosa testimonia Massimo di Tiro:10,1.Tutta la filosofia greca ha le sue radici in questa sapienza,un sapere rivelato.
Per quanto riguarda la religione etrusca
,che noi conosciamo attraverso la letteratura latina,Cicerone riporta un racconto di rivelazione  a Tarquinia da parte di un genio,Tagete,nipote di Giove.Altra figura che portava il messaggio divino agli uomini è la ninfa o sibilla Vegoia.I latini parlano di libri etruschi che contenevano le diverse rivelazioni prodotte attraverso l'arte mantica (=della divinazione).
Della religione propria dei popoli romani
abbiamo poche testimonianze. Interessante è la testimonianza di Plutarco(Vita di Numa)che fa risalire la cultura romana ad una rivelazione da parte della ninfa Egeria ad un tale Numa,sacerdote nativo di Curi.Questi scrisse tutto su libri che furono sepolti con l'autore, poi disseppelliti e bruciati per non fare sacrilegio divulgandoli.
Ciò che gli induisti chiamano Rivelazione è un compendio di inni (MANTRA), riti (BRAMANA) , trattati silvestri(ARANYAKA) e speculazioni filosofiche(UPANISHAD).Questi sono i libri SRUTI=rivelati,un insieme di verità o valori riguardanti la suprema realtà,l'uomo,l'universo e le loro reciproche relazioni  nella vita e nell'esistenza.Questi sono VEDA(1500-1000 a.C.). I Veda non sono solo ispirati, ma rivelati e non c'è rivelazione al di fuori delle scritture.La rivelazione è data agli uomini ...«perchè possano conoscere la via che conduce dal nonessere all’essere,dalle tenebre alla luce, dalla morte all’immortalità...» (Bradaranyaka Upanishad,III Brahmana,28)
Nell'induismo, Rivelazione è Scrittura, data a dei vati o veggenti(RSI)in una intuizione speciale.L'intuizione è un dono del divino che manifesta se stesso nella coscienza dello RSI come esperienza.E' dono divino e atto umano di apertura.Attracverso la ripetizione meditativa e cultuale del suo MANTRA (ad es. OM), la divinità (ISVARA o Brahman) appare nella veglia o nel sogno al RSI.LA coscienza divina si apre e viene riflessa nella coscienza umana come alla sua propria coscienza, ma limitatatmente al modo umano di recepire.Non c'è più differenza tra coscienza divina e individuale(brahman e Atman),ma differenza di pienezza di presenza.Il veggente è posto da questa esperienza (ADVAITA=non duale))in una nuova posizione perchè può esprimere linguisticamente la coscienza divina , i VEDA.La Rivelazione è indiscutibile, non si può fare una teologia della Rivelazione,tre scuole ortodosse hanno però fatto un minimo di riflessione.Tra esse i VEDANTA, la scola ultraortodossa.
Nell’islam il Corano è la precisa parola di Allah data agli uomini per mezzo dell’angelo Gabriele per l’esito felice della loro vita.

CHE COSA E' LA RIVELAZIONE?

     PRIMA......

DOPO..

LA  RIVELAZIONE E' L'UOMO-DIO

.          
In altri termini:
la rivelazione non è qualcosa che passa da un soggetto(Dio) ad un altro(l’uomo): essa piuttosto è la rivelazione della coppia Dio-uomo là dove prima c’era solo l’uomo
.
La novità, la  nuova presenza comunicante del divino  dona gratuitamente all’uomo una nuova  conoscenza. 
E’ autoconoscenza nuova nella relazione di comunicazione con il divino

E’ autoconoscenza che non c’è nell’uomo , ma che viene im-partita:l’uomo ne ha parte
.
Non è prodotto umano.
L’uomo la riceve come una soggettività nuova
.

RIVELAZIONE
La Rivelazione in senso religioso non si presenta all’uomo come qualcosa  simile ad un oggetto che viene passato da un dio all’uomo e  che possa essere sottoposto al giudizio qualificante della ragione umana:la qualifica di salvifica  data ad una rivelazione non è il frutto di un giudizio umano autonomo, autofondato;un giudizio che teoricamente potrebbe essere anche di  nonsalvifica 
La Rivelazione precede qualsiasi giudizio umano : il divino si offre gratuitamente alla persona disvelandosi  dentro alla sua condizione esistenziale .Questa rivelazione provoca una accettazione od un rifiuto.Fede o non-fede.Abbandono fiducioso alla divinità o uccisione della stessa.La comunicazione coinvolgente tra gli dèi e gli uomini che le religioni trasmettono non prende inizio da una scelta umana : è sempre riconducibile ad una iniziativa divina , una chiamata. Il fenomeno religioso è la testimonianza  o confessione di una chiamata alla vita di relazione  con la divinità che si sperimenta nella rivelazione.
Tutto cio' è chiaro , per esempio, nelle dichiarazioni di Gesù e nell'esperienza cristiana.
Mat 11,27 Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare.
Giov 6,45 Sta scritto nei profeti: E tutti saranno ammaestrati da Dio. Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da lui, viene a me.
Giov 6,44 Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; 
Giov 6,37 Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me; colui che viene a me, non lo respingerò,
Giov 6,35 «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete.

La rivelazione è la sapienza divina comunicata in varie forme agli uomini :essa sottende un limite umano di conoscenza.  
C’è un limite esistenziale conoscitivo quanto ai significati.C’è un bisogno costitutivo di rivelazione negli uomini. 
L’oggetto specifico delle rivelazioni è l’assicurazione dei significati dell’esistenza:
>da dove veniamo?
>chi siamo?
>perchè siamo e dove andiamo?
>come finiremo?
Il limite umano che la rivelazione rileva è un limite assoluto : essa soddisfa un bisogno esistenziale ineludibile,procura pace e quiete e dal momento che c’è una rivelazione è lecito attendersi una possibilità di comunicazione tra il mondo divino e quello umano.
Nel campo religioso l’uomo accusa una ignoranza invincibile: non ha in mano nessun criterio umano che sia infallibile per giudicare i significati che gli vengono proposti dall’altro mondo: puo’ comprrenderli in qualche modo con la ragione ma non puo' giudicarli, puo' solo crederli o rifiutarli. La rivelazione puo’ produrre la fede o la noncredenza. 
C’è chi ha fede e chi non ce l’ha,ma non ci sono criteri umani per stabilire perchè.

I LUOGHI SACRI O LUOGHI SANTI  
si ritrovano in tutte le culture umane.

Ci si domanda perchè tali luoghi erano o sono ancora considerati sacri:perchè questi luoghi e non altri?
In genere i luoghi sono sacri perchè contengono oggetti o forme sacre:piante sacre, acque sacre, pietre sacre etc.A volte è il paesaggio stesso la forma terrestre ad essere sacra, come per le montagne sacre o per i fiumi, i laghi,i mari sacri.
Le forme o gli oggetti, le cose sacre spesso hanno il compito di "attirare" la  divinità o di "essere dimora" della divinità.
Diceva il filosofo Plotino (205-270 d.C.):

« Quegli antichi saggi che cercavano di assicurarsi la presenza degli dèi costruendo templi e santuari e statue, ..essi percepivano che l' Anima, sebbene sia rintracciabile dovunque,la sua presenza puo' essere assicurata piu' facilmente quando viene costruito un ricettacolo adeguato ,un spazio capace di ricevere qualche porzione di essa,qualcosa che la riproduca o la rappresenti e che faccia da specchio e che catturi la sua immagine...»


TUTTI GLI UOMINI PERCEPISCONO LO SPIRITO?

Tutti gli uomini possono comunicare con Dio? 
Sentiamo cosa dicono i vescovi 

... Dai tempi più antichi fino ad oggi presso i vari popoli si trova una certa sensibilità a quella forza arcana che è presente al corso delle cose e agli avvenimenti della vita umana, ed anzi talvolta vi riconosce la Divinità suprema o il Padre. Questa sensibilità e questa conoscenza compenetrano la vita in un intimo senso religioso....

(dalla introduzione al documento conciliare Nostra Aetate)
OSSERVIAMO:

Tutti gli uomini comunicano col mondo  attraverso i 5 sensi ma ci sono delle cose della cui esistenza essi sono  certi e che non percepiscono con i 5 sensi:il ritmo di un canto, la bellezza di una forma sensibile, la poesia di un testo, l'euritmia di una danza,il fascino, l'umore di una persona ..
Essi percepiscono queste cose attraverso un 6° senso,che possiamo chiamare intuito o intuizione.


FRATTALE

Cerchiamo ora nella nostra memoria le esperienze di immersione nella natura. Raccontiamo le nostre emozioni.
Pensiamo a una volta che il cielo stellato ci ha meravigliati.

Forse troviamo dentro di noi una vaga sensazione ..come di aver percepito in quelle esperienze qualcosa che agisce dalla natura e che ci fa cambiare umore, amare la vita, che ci carica di vitalità.

Qualcosa che investe tutta la persona, non i sensi soltanto, qualcosa che è difficile spiegare ..come una intuizione. Qualcosa che sta sotto la natura e che si sente ma che non si può dire di conoscere e poter spiegare,ma qualcosa che ci trasmette vitalità.

Intuisco la presenza e attività di un complesso di forze che risiedono negli elementi della natura e che mi investono e che mi fanno STAR BENE o MALE mi danno vitalità positiva o negativa.

Spesso la percezione intuitiva della "forza della natura"  la definisco come ENERGIA POSITIVA/ENERGIA NEGATIVA. Insomma sperimento  una coscienza immaginativa  delle realtà soprasensibili.
Anche gli animali dimostrano di avere 6 sensi.Anzi il 6° senso è negli animali piu' profondo che non negli uomini.

Oltre la percezione intuitiva-immaginativa si apre la percezione spirituale,un 7° senso.

Tutti gli uomini , in modi diversi manifestano LA CAPACITA' DI PERCEPIRE LO SPIRITO.
Questa capacità è propria dell'anima.Della percezione spirituale non si è consapevoli in modo pieno e permanente (per fortuna altrimenti vedremmo continuamente defunti, angeli, diavoli, Dio..e la vita cosi' come siamo capaci ora di viverla sarebbe impossibile , ossessiva,).
Il 7° senso , NORMALMENTE ,non puo' essere ATTIVATO dalla volontà.
Diventa PIU' PERCETTIVO con le pratiche religiose.
Ma ci sono da sempre, presso tutti i popoli  persone particolari che vengono chiamate veggenti, profeti, sciamani,santi, etc…che mostrano di avere capacità percettive spirituali speciali e spesso permanenti.
A volte  questa capacità superiore rimane inspiegata; altre volte,  sono loro stessi a raccontare di averla ricevuta dal mondo spirituale attraverso una  chiamata , come  dono.


  MASCHERA SCIAMANICA

SEBBENE SIA PROVATO CHE LE PRATICHE RELIGIOSE ED ASCETICHE ATTIVANO LA PERCEZIONE RELIGIOSA ,  GLI ASCETI,I MISTICI,CI DICONO CHE LA COSCIENZA DELLA PERCEZIONE SPIRITUALE E' SEMPRE DONO DELLO SPIRITO UNIVERSALE STESSO , NON E' MAI IL RISULTATO RIPETIBILE DI DETERMINATE PRATICHE.

L'UOMO E' L'UNICO ESSERE CHE  PREGA. 
QUANDO L'UOMO PREGA EGLI COMUNICA NELLA DIMENSIONE SPIRITUALE. 
E COSI' EGLI MANIFESTA UNA CAPACITA'  SUA SPECIFICA :LA CAPACITA' DI COMUNICARE NELLA DIMENSIONE DELLO SPIRITO.
SOLO LA SPECIE UMANA MOSTRA DI  POSSEDERE  UN'ANIMA SPIRITUALE.
TUTTE LE RELIGIONI CONOSCONO L'ANIMA UMANA COME 
L' IDENTITA' PROPRIA E IMMORTALE DELL'UOMO.

L'UOMO PERCEPISCE IL MONDO SPIRITUALE PERCHE' POSSIEDE UNA DIMENSIONE SENSIBILE AD ESSA, AD ESSA AFFINE, SPIRITUALE.
E' CIO' CHE TUTTE LE CULTURE CHIAMANO ANIMA UMANA .
L'ANIMA UMANA E' LA DIMENSIONE SPIRITUALE PRESENTE IN OGNI ESSERE UMANO E LO RENDE CAPACE DI PERCEPIRE E COMUNICARE NELLA DIMENSIONE DELLO SPIRITO.
L'ANIMA UMANA APPARTIENE ALLO SPIRITO DELL'UOMO ,NE E' LA DIMENSIONE PIU' PROFONDA,E' IL FONDAMENTO DELLA PERSONA STESSA E  SOPRAVVIVE ALLA MORTE BIOLOGICA.

LE RELIGIONI NEL MONDO

 

CHE COSA POSSIAMO INTENDERE PER " SPIRITO" IN RAPPORTO ALLA MATERIA?

(da : IL TAO DELLA FISICA - Fritjof Capra)
«Le scoperte della fisica di questo secolo hanno profondamente cambiato la visione della realtà naturale
. Oggi il quadro scientifico dell'universo risulta ben diverso da quello dei tradizionale «mondo-macchina« ottocentesco, che influenza ancora la nostra cultura e la nostra mentalità, sebbene sia un modello utile solo su scale superiori a quella atomica. La Teoria della Relatività ristretta (Einstein, 1905), oltre ad unificare i concetti di spazio e di tempo, ha dimostrato che la materia è semplicemente una forma di energia. La meccanica quantistica o fisica quantistica (Planck, Bohr, Heisenberg, Schròdinger. Dirac ed altri, 1900-1928) ha poi evidenziato che a fivello atomico tale forma di energia presenta una natura  "ondulatoria". La nozione classica di "materia" è valida dal famigliare livello degli oggetti visibili fino al livello molecolare ed atomico (stadio chimico), ma ai livelli sub-atomici decade. Normalmente si dice che all'interno degli atomi vi sono delle particelle in movimento (gli elettroni ed i nucleoni); in realtà tali presunte "particelle" consistono di campi oscillanti, ovvero di strutture immateriali recanti "informazione": a questi livelli la realtà naturale rivela la sua intrinseca struttura razionale.»
La meccanica quantistica si basa su concetti che sono molto diversi da quelli del senso comune; a piu' di settant’anni di distanza dalla sua nascita, chiunque si avvicini ad essa trova all’inizio non pochi problemi a digerirla. Quando nacque, molti fisici la contestarono fortemente perchè non ne condividevano le basi cosi estranee a quelle sviluppate per la fisica classica.
Louise De Broglie,fisico atomico, scrisse nella sua tesi di laurea, negli anni 1930'  che tutte le particelle sono in realtà delle onde. Pochi, ovviamente, gli avevano dato ascolto in quel momento.Alcuni anni dopo, però, un esperimento condotto da Davisson e Germer forni risultati spiegabili solo con l’intuizione di De Broglie; inoltre in quegli anni Erwin Schrödinger e Werner Heisenberg, nel porre le premesse della "meccanica quantistica", inserirono l’idea di De Broglie tra i concetti fondamentali.
Per quanto riguarda le particelle, nella meccanica quantistica il concetto di oggetto puntiforme è scomparso a favore del concetto di onda
.

Come conciliare tutto questo con le evidenze sperimentali dell’esistenza delle particelle? Se una particella non è un oggetto puntiforme, come facciamo a dire dove sta e con quale velocità viaggia, dato che un’onda non sta in un posto preciso?
Per uscire da questo paradosso Heisenberg arrivò a formulare il "principio di indeterminazione". Esso afferma che possiamo ancora trattare le particelle come punti materiali, a meno che non cerchiamo di sapere la loro posizione e contemporaneamente la loro velocità con una precisione infinita.
Nel mondo macroscopico tutto è composto da particelle, in quanto la precisione delle misure è molto minore dei limiti imposti dal principio di Heisenberg.
Nel mondo subatomico tutto è composto di onde, di energie vibranti.

L’idea che di una particella non si potessero conoscere contemporaneamente posizione e velocità con precisione infinita, e quindi non si potesse ricavare una precisa legge del moto, dispiaceva persino ad Einstein, che affermava di non credere che "Dio gioca a dadi"(= la realtà è probabilistica). Ma, per fortuna, le cose che funzionano sono destinate a restare e la meccanica quantistica è oggi un branca della fisica in continua evoluzione.

Tutti i fenomeni non possono essere osservati e colti separandoli da tutto il resto dell’universo. ( N.Bohr..Athomic phisics and the description of the nature,p.57..«studiando la materia in profondità si scoprono le particelle, queste sono astrazioni mentali,idealizzazioni utili dal punto di vista pratico ma prive di significato fondamentale poichè le loro proprietà sono definibili ed osservabili solo mediante la loro interazione con altri sistemi.»

W.Heisenberg:«La  scienza naturale  non è semplicemente una descrizione e una spiegazione della natura;essa è parte della azione reciproca tra noi e la natura.»A questo livello l’universo appare come una unità indissolubile che coinvolge  in modo inevitabile in tutti i fenomeni tutto l’universo,”soggetti” ed “oggetti” .
D.Bohm+B Hiley, On the intuitive Understanding of Nonlocality as Impolied by Quantum Theory...in  Foundation of Physics 1975,V ,p 96ss...« si è condotti ad una nuova concezione della realtà come di una totalità ininterrotta che nega l’idea classica della possibilità di analizzare il mondo in parti esistenti in maniera separata ed indipendente....la realtà fondamentale è l’inseparabile interconnessione quantistica di tutto l’universo   e le parti che hanno un comportamento relativamente indipendente sono solo forme particolari dentro a questo tutto...»

Fritjof.Capra , Il Tao della fisica, 172.«..a livello subatomico ,nel mondo quadrimensionale relativistico,le particelle sono distruttibili e indistruttibili,la materia è continua e discontinua,il fenomeno è forza e materia...»Herman Minkowski  conferenza 1908 cit. F., Capra. «D’ora in poi lo spazio di per se stesso e il tempo di per se stesso sono condannati a svanire come pure ombre, e solo una specie di unione tra i due concetti conserverà una realtà indipendente, »

Fritjof Capra-  Il Tao della Fisica -.«Secondo Faraday-Maxwell il CAMPO è una condizione nello spazio attorno ad una massa che può produrre forze su altre masse introdotte in quello spazio.Ma la teoria della relatività mostra come la presenza di masse modifichi la struttura quadridimensionale dello spaziotempo.Il campo diventa lo spaziotempo curvo che si espande-contrae,il CAMPO QUANTISTICO.
Materia-massa, spaziotempo sono inseparabili e sono il CAMPO, il Vuoto dinamico: l’inerzia al moto non è una proprietà intrinseca della materia ma una interrelazione universale.Se scomparisse l’universo scomparirebbero inerzia e forze di moto centrifuga, centripeta etc...(principio di Ernst Mach-1907).Le particelle sono soltanto  condensazioni locali di campo,concentrazioni di energia che vanno e vengono. Una particella appare come una intensità altissima di campo concentrata in un piccolissimo spazio: appare  come un nodo di energia indistinto dal resto del campo quantistico che si propaga nello spaziotempo come un’onda.»« il Campo esiste sempre e dappertutto, non può mai essere eliminato.Esso è veicolo di tutti i fenomeni materiali...l’esistere ed il dissolversi di particelle sono semplicemente forme di moto del campo... Le forme non sono entità fisiche indipendenti ma manifestazioni transitorie del Vuoto soggiacente ad esse....manifestazioni che rivelano alla mente un grande  ordine intrinseco.Si può dire che il fatto stesso di sapere che una particella esiste ci fa pensare che essa possieda un  struttura interna,questo è però mentale.Una particella  elementare teorica secondo la teoria della Matrice S sarebbe priva di struttura interna, e in tal caso  non sarebbe soggetta ad alcuna forza che possa permetterci di rivelarne la presenza. 

Le particelle subatomiche sono figure dinamiche  che hanno un aspetto spaziale e un aspetto temporale .Il loro aspetto spaziale le fa apparire come oggetti con una certa massa , il loro aspetto temporale come  processi ai quali prende parte l’energia equivalente della loro massa.Questa figure dinamiche o  pacchetti di energia-quanti  formano le strutture stabili di tipo nucleare ,atomico e molecolare che costituiscono la materia  e le conferiscono il suo ben noto aspetto  solido, macroscopico. Ciò porta a credere che essa sia costituita da qualche sostanza materiale. A livello macroscopico, questa nozione di sostanza è una approssimazione utile, ma a livello atomico essa non ha più senso. ( e se non ce l'ha per le particelle, per che cosa nell'universo sensibile ce l'ha?) .Gli atomi sono composti da particelle e queste particelle non sono fatte di un qualche materiale.Quando le osserviamo non vediamo mai nessuna sostanza,ma solo forme dinamiche che si trasformano incessantemente l’una nell’altre, in una continua danza di energia .Tutte le cose sono aggregati di  particelle  che danzano e con i loro movimenti producono suoni ; quando il ritmo della danza cambia cambia anche il suono prodotto...ciascun atomo  canta perennemente la sua  canzone  e il suono, in ogni istante, crea forme dense e tenui.La meccanica quantistica ha permesso di capire che queste particelle non sono granelli isolati di materia ,ma distribuzioni di probabilità,interconnessioni in una inestricabile rete cosmica.La teoria della relatività ha poi reso vive le particelle rivelandone il carattere intrinsecamente dinamico e facendo vedere che l’attività della materia è la vera essenza del suo essere.Le particelle del mondo sub atomico non sono attive solo nel senso che si muovono con estrema velocità me nel senso che  esse stesse sono processi! L’esistenza-essenza della materia e la sua attività non possono essere separate:esse sono soltanto aspetti differenti della stessa realtà spaziotemporale.
La fisica quantistica, che descrive i livelli fondamentali della realtà, presenta incredibili paradossi che coinvolgono l'osservatore cosciente: l'universo non si trova in uno stato puramente "oggettivo"», poiché un sistema fisico può comportarsi in modi diversi a seconda della conoscenza che ne ha l'osservatore! Negli ultimi anni tale inaspettata natura della realtà fisica è stata confermata da vari esperimenti, ma l' argomento è rimasto pressocché sconosciuto all' opinione pubblica (e perfino a molti scienziati). Per fortuna alcuni semplici esperimenti condotti negli ultimi anni su dei fasci di luce laser ha reso più comprensibile questa tematica (Le Scienze n.235, 1988-,Le Scienze n.289, 1992).Gli "stati" fisici in cui si trovano gli oggetti dell'universo (a livello microscopico) sono degli «stati astratti», che portano in se delle potenzialità fisiche ma non sono definiti oggettivamente fino al momento della misura da parte dell'osservatore: insistere nel costruire un'immagine oggettiva di tali stati nello spazio, conduce ad incredibili paradossi.
Il principio di indeterminazione e la causalità.
Il principio di indeterminazione di Heisenberg ha espulso dalla fisica il concetto di causalità. Si ricorderanno le famose parole di Laplace che hanno espresso cosi bene l'ideale della scienza dell'800. Il principio di causalità, come era inteso e adoperato da questa scienza, implicava due aspetti fondamentali: 
1) la necessità con la quale l'effetto segue la causa, sicché data una causa determinata, un effetto determinato deve inevitabilmente seguire; 
2) la previsione infallibile che tale necessità comporta perché, data una determinata causa, non può seguire che quell'unico determinato effetto. 
E' ovvio che questi due aspetti sono strettamente legati insieme e che l'uno implica l'altro.
Le relazioni di indeterminazione dicono semplicemente che questi due aspetti non si ritrovano nei fenomeni fisici subatomici e, per conseguenza, in nessuna parte della realtà fisica. Non si ritrova la necessità perché uno stesso sistema di eventi può dar luogo a esiti diversi nessuno dei quali è inevitabile. Non si ritrova la previsione infallibile perché la condizione ora descritta non rende possibili che previsioni probabili. In tal modo, il principio di causalità che sembrava il più saldo pilastro delle costruzioni teoriche della scienza dell'800 è stato polverizzato, e non già da critiche teoriche, ma dai progressi sperimentali della scienza.
Il rivolgimento implicito in questa caduta del principio di causalità è cosi radicale che ancora non sono state scorte tutte le sue conseguenze. Si spiega pertanto la riduttanza di molti pensatori e scienziati contemporanei ad accettare questa caduta e si spiegano i tentativi fatti per mantenere in piedi il principio nonostante la sua chiara inutilizzabilità per la scienza.
Tra tali tentativi  quello di Max Planck. Poiché l'indeterminazione è provocata dall'azione dei mezzi di osservazione sull'oggetto osservato e dipende dal fatto che l'uomo, coi suoi organi di senso e i suoi strumenti di misura, fa lui stesso parte della natura ed è sottoposto alle sue leggi, Planck ha concepito uno spirito ideale, libero da ogni dipendenza dalla natura e capace di abbracciare tutti i processi fisici che si svolgono contemporaneamente. (=uno spirito che non sia coinvolto nel cosmo, trascendente il cosmo, onnicosciente...Dio?)Per questo spirito ideale non esisterebbe l'indeterminazione di Heisenberg ed esso quindi sarebbe in grado di predire con certezza e in tutti i dettagli qualsiasi processo fisico. Scientificamente, nota Planck, l'esistenza di tale spirito non può essere né provata né confutata; ma l'ammissione della sua esistenza permette di introdurre un rigoroso determinismo negli eventi della natura.Queste ultime parole di Planck contengono il riconoscimento del carattere puramente fittizio della sua ipotesi: un'ipotesi che non può essere né confutata né confermata con i mezzi di cui dispone la scienza, non è un'ipotesi per la scienza e tutto ciò che si può dire di essa è che non ha alcun significato scientifico.L'ipotesi prospettata da Planck, come parecchie altre che sono state prospettate per conservare il principio della causalità rigorosa, nonostante l'aperta smentita che la fisica gli ha inflitto, hanno tutte lo stesso carattere: ammettono che la causalità c'è ma non per la scienza, e quindi per l'uomo che costruisce la scienza, ma per uno spirito ideale ipotetico o in un'ipotetica realtà che è al di là della scienza. Tutte queste ipotesi pertanto contravvengono ad uno dei canoni metodologici della scienza moderna: si può parlare solo di ciò che si può osservare.
D'altronde il timore che l'abbandono del principio di causalità faccia piombare nel caos la ricerca scientifica togliendole il principio supremo dell'intelligibilità delle cose, si è manifestato completamente infondato. L'abbandono di quel principio infatti è il riconoscimento operante di un altro principio, che è implicito nelle relazioni di indeterminazione e nella previsione probabile. Principio che potremmo dire di condizionamento
Ciò che la scienza si preoccupa di determinare sono le condizioni che permettono di prevedere i risultati probabili di un'osservazione futura. Una volta eseguita questa nuova osservazione, i suoi risultati entrano a costituire nuove condizioni per la previsione probabile di osservazioni ulteriori; e cosi via. La scienza procede riconoscendo ad ogni passo le condizioni che delimitano un campo di possibili risultati e muove perciò da una serie di condizioni ad un'altra che può essere più o meno simile alla prima. Questo processo non ha evidentemente nulla a che fare col processo causale. Esso implica l'abbandono della pretesa di poter descrivere il mondo in termini di sostanza (materia ed energia) e di proprietà della sostanza. Ciò spiega perché la scienza contemporanea utilizza un linguaggio logico-matematico, che non è più fondato (come quello della logica aristotelica) sulla nozione di sostanza bensi su quella di relazione.
(da ABBAGNANO-FORNERO  Manuale di Filosofia per licei)
Le scienze moderne esprimono tutto cio' con l'espressione:
«Circostanze (o  condizioni) simili producono effetti simili»
Naturalmente se nel cosmo mutano le circostanze, tutti gli effetti che nelle condizioni precedenti si aspettavano come legati a determinate cause non saranno più necessariamente attendibili.In questo modo le scienze si sono aperte anche alla possibilità di eventi speciali,  effetti speciali del cosmo, che avvengono in circostanze speciali, come i  miracoli.

Che cos c’è alla base di tutto l’universo?
Qual è la realtà ultima, essenziale delle cose?

Louis DeBroglie «Nello spazio-tempo, tutto ciò che per noi costituisce il passato, il presente,e il futuro è dato in blocco.Ciascun osservatore col passare del suo tempo scopre, per cosi dire nuove porzioni dello spazio-tempo, che gli appaiono come aspetti successivi del mondo materiale, sebbene in realtà l’insieme degli eventi che costituiscono lo spazio-tempo esistesse già prima di essere conosciuto.» Lo spazio tridimensionale che percepiamo è in realtà spaziotempo curvo. La curvatura è prodotta dalla presenza di masse e dai relativi campi gravitazionali. Cosi come lo spazio si contrae o si allunga coll’aumentare o diminuire  di questi campi , il tempo non scorre ovunque allo stesso modo,si allunga o si contrae  col diminuire o aumentare della curvatura spaziale. Di più: l’universo è in continuo movimento-espansione e noi in esso.Fa pensare a cicli  lunghissimi di espansione e contrazione.L’intera struttura universale spaziotemporale è inestricabilmente legata alla distribuzione della materia.Quanto a questa Ciò che appare alla coscienza del fisico ricercatore  è un  vuoto probabilisticamente denso in cui si manifestano probabilità di localizzazione di particelle,energie,forze,campi energetici,come fossero risonanze, cioè facce probabilistiche, non localizzabili spaziotemporalmente con certezza, forme di una realtà che ha la sua identità-stabilità- certezza  fuori dal dominio spaziotemporale....nel trascendente!

Come parlare ancora di materia, soggetti-oggetti,di cause ed effetti, fenomeno, storia?

Sono gli stessi scienziati della fisica subatomica ad introdurre l' "intuizione" che sia lo spirito alla base della materia.
Fisici come N.Bohr o piu' recentemente F. Capra ci dicono che queste espressioni orientali esprimono ciò che la fisica atomica oggi intuisce attraverso la meccanica quantistica!
Dice F.Capra nel Tao della Fisica:«Nella fisica moderna, l'universo appare quindi come un tutto dinamico, inseparabile, che comprende sempre l'osservatore in modo essenziale. Nell'esperienza che se ne può avere i concetti tradizionali di spazio e di tempo, di oggetti isolati, e di causa ed effetto, perdono il loro significato. Tale esperienza, comunque, è molto simile a quella dei mistici orientali. La somiglianza diventa evidente nella teoria della relatività e nella teoria quantistica, e si fa ancora più forte nei modelli « quantistico-relativistici » della fisica subatomica, ottenuti combinando entrambe queste teorie, nei quali si producono le corrispondenze più sorprendenti con il misticismo orientale.

L’INTELLIGENZA UMANA

La mente umana mostra di possedere diversi tipi di intelligenza.Le intelligenze che ci interessano qui e che sono tra loro complementari sono due:
     l’intelligenza razionale
     l’intelligenza intuitiva.

L’occidente privilegia la prima,l’oriente la seconda.
L’intelligenza razionale
coglie e rappresenta gli oggetti e gli  eventi dell’esperienza  cosciente.E’ descrittiva, astrattiva, classificatrice,critica,comparatrice,formulatrice di significati, concetti,produce sistemi smibolico-concettuali a struttura lineare e sequenziale.Costruisce la  mappa intellettuale della realtà percepita:gli enti e gli ev-enti sono  ridotti  ai loro tratti, contorni, formulazioni, definizioni,...La mappa concettuale della realtà  è più facile da comunicare ed elaborare della realtà stessa ma non si identifica, come spesso si crede con essa.
L’intelligenza intuitiva è complementare a quella razionale. Essa permette una esperienza intuitiva della realtà,im-mediata che trascende il pensiero intellettuale e la percezione sensoriale. Mostra tutta la sua potenzialità quando la mente, il pensiero ed i sensi tacciono.

Nell'antichità e in particolare in oriente  è stata da sempre sviluppata  l' intelligenza intuitiva della realtà .Lo scopo delle grandi religioni orientali è sempre stato quello  di conoscere  intuitivamente la realtà ultima di tutte le cose, la profondità ed insieme la totalità del tutto .
 

«La caratteristica più importante della concezione Orientale del mondo è la consapevolezza della unità e della mutua interrelazione di tutte le cose e di tutti gli eventi,uomo compreso, la constatazione che tutti i fenomeni nel mondo sono manifestazioni di una fondamentale unicità. Tutte le cose sono viste come parti interdipendenti e inseparabili di un  tutto cosmico,come differenti manifestazioni della stessa realtà ultima indivisibile che si manifesta in tutte le cose  e della quale tutte le cose sono parte. 
Essa è chiamata  Brahman  nell 'induismo, Dharmakaya nel buddhismo ,tao nel taoismo.Poichè trascende tutti i concetti e tutte le categorie i buddhisti la chiamano anche Tathata, o Essenza Assoluta.
»

Chuang-tzu «...lascio inerte il corpo e bandisco l’intelletto.Abbandonando la forma e respingendo la conoscenza faccio parte del Gran Tutto »
Isha Upanishad «..nel cuore di questo mondo di fenomeni , dentro tutte le sue forme mutevoli, dimora il Signore Immutabile…»

Bahagavad Gita VIII,3 « tutte le Azioni si verificano nel tempo per l’Intracciarsi -delle-forze- della natura »«..ciò in cui sono tessuti il cielo, la terra e lo spazio intermedio,la mente assieme a tutti i sensi, questo Atman unico è quello che si deve conoscere.

Swami Vivekananda,Jnana Yoga «..Tempo, Spazio, Causalità sono la lente attraverso la quale si vede l’Assoluto...Nell’ Assoluto in se stesso non ci sono nè Tempo, nè Spazio, nè Causalità »

Bhagavad Gita IX,7 «Tutti gli esseri.. alla fine di un Kalpa (=ciclo cosmico di espansione-contrazione) tornano alla mia realtà;e al principio del ciclo successivo di nuovo io li emetto

«Nella vita ordinaria, non siamo consapevoli di questa unità di tutte le cose, ma dividiamo il mondo in oggetti ed eventi separati. Naturalmente, questa divisione è utile e necessaria per muoverci nel nostro ambiente quotidiano, ma non è un aspetto fondamentale della realtà. E' un'astrazione ideata dal nostro intelletto che distingue e classifica. Credere che i nostri concetti astratti di « cose » e di « eventi » separati siano realtà della natura è un'illusione. Gli Indù e i Buddhisti ci dicono che questa illusione si basa sull'a-vidya, o ignoranza, prodotta da una mente che è sotto l'incantesimo della maya. Lo scopo principale delle tradizioni mistiche orientali è perciò di rimettere ordine nella mente guarendola e acquietandola attraverso la meditazione. Il termine sanscrito per meditazione - samàdhi - significa letteralmente « equilibrio mentale », che allude allo stato mentale equilibrato e tranquillo nel quale si sperimenta l'unità fondamentale dell'universo:
« Entrando nel samàdhi di purità [si ottiene] una visione che tutto penetra e permette di divenire coscienti dell'assoluta unicità dell'universo »(Ashvaghosha).
La fondamentale unicità dell'universo non è solo la caratteristica principale dell'esperienza mistica, ma è anche una delle più importanti rivelazioni della fisica  moderna. Essa diviene evidente a livello atomico e si
manifesta tanto più chiaramente quanto più si penetra in profondità nella materia, fino al mondo delle particelle subatomiche .»
Tao della Fisica

ESISTE UNA PERCEZIONE INTUITIVA DELL'UNIVERSO DEL SUO PRINCIPIO  TRASCENDENTE CHE POSSIAMO COMPRENDERE ATTRAVERSO UNA ANALOGIA .
Immaginiamo di trovarci in una stanza dove è collocata una corda di chitarra.Ad un certo punto osserviamo che la corda vibra ma noi non possiamo ricondurre questa vibrazione ad una causa da cui siamo separati e che possiamo osservare con i 5 sensi. Attraverso l'intuito noi  percepiamo che in una altra stanza-dimensione si trova la Causa,il Principio di cio' che noi vediamo come vibrazione.Ciò che appartiene all'altra stanza-dimensione non è materia e noi la chiamiamo  genericamente  spirito.
Tutti possiamo intuire lo spirito ma alcune persone , in tutte le religioni, in tutti i tempi, hanno dimostrato che possono percepire e conoscere  la Causa della vibrazione, lo  spirito. Essi mostrano di avere un  7° senso! 


Creiamo un linguaggio che  in qualche modo  ci permetta di esprimere tutto cio' stabilendo intuitivamente le relazioni:
REALTA' SENSIBILE, MATERIA <> 5 SENSI  
IL PONTE  ,  L'INTUITO, IL 6°senso
REALTA' SOPRASENSIBILE ,SPIRITO<> IL 7° senso 

A- Guardando, non si può vederlo,
perché è non visibile.
Ascoltando, non si può udirlo,
perché è non sonoro.
Toccando, non si può sentirlo,
perché è non palpabile.
Questi tre attributi non devono essere disti
poiché si applicano a uno stesso essere.

B- Questo essere, il Principio,
non è luminoso al di sopra e oscuro al di sotto
come i corpi materialí opachi, tanto è tenue.
Esso si dipana
(con un'esístenza e un'azione continue).
Non ha nome proprio.
Risale fino ai tempi in cui
non ci fu altro essere oltre a lui.
Superlativamente privo di forma e di figura,
è non determinato.
Non ha parti;
davanti non gli si vede testa,
dietro [non gli si vede] posteriore.

C E'  questo Principio primordiale
che regge e governa tutti gli esseri
,
fino a quelli attuali.
Tutto ciò che è,
a partire dall'antica origine,
è dipanamento dei Principio.
(Tao-Te-Ching)
NOTA:nel Taoismo il Principio, il Tao, è un Principio trascendente, spirituale, ma non è Dio come lo intendiamo in Occidente.
Nel buddhismo tantrico la vera natura dello spirito è  dharmakaya. Il Principio è Vera Luce e tutti i fenomeni provengono da questa Fonte Pura e luminosa. (anche qui non è Dio).
Ciò non significa che da qualche parte esista una Luce Pura a sè stante.Essa non è una Entità attiva ed esiste sempre in ogni essere vivente.
Essa non è cosciente di sè, ma nel momento in cui essa si Risveglia nell'individuo, i piani più grossolani della conoscenza-coscienza dell'individuo si disattivano e la Luce diventa cosciente.
Quando si raggiunge la condizione di Buddha tale coscienza si illumina di  conoscenza .
Ma l'individuo non puo' raggiungere una coscienza-conoscenza universale.

Il rito è  il naturale complemento del rito
Nel mito il mondo è sempre rappresentato come una unità di fenomeni sensibili e soprasensibili, di materia e di spirito.Il cosmo è una unità vivente alla cui Vita partecipano gli dèi.Nella vita del cosmo c'è un ordine soprannaturale, ci sono ritmi e cicli :cicli degli astri,del sole, della luna,delle stagioni, dell'acqua,della nascita-morte etc. 
I ritmi del cosmo sono vitali per l'uomo:se si dovesse inceppare un ciclo
(per esempio quello delle stagioni o quello dell'acqua,o quello della fertilizzazione della terra) la vita umana sarebbe in grave pericolo.
A volte vengono i terremoti, le alluvioni,le carestie,le eclissi: per scongiurare tutto questo gli uomini da sempre fanno dei riti agli dèi. 

Essi rappresentano i miti ritualmente:FANNO UN RITUALE, UN RITO SACRO.
Partecipando alla rappresentazione del mito, i simboli che lo costituiscono "massaggiano" il senso religioso di chi vi partecipa perchè si attui una comunicazione con gli dèi e questi diano ordine al mondo.
Il rito si svolge in un Tempo ordinato, sacro,  in uno Spazio ordinato, sacro, con ritmi ordinati, rituali appunto, sacri: con il rito si entra in comunicazione con gli dèi e viene conferito ordine al Tempo e al Cosmo.
 

IL SIMBOLO ATTUA IL PASSAGGIO DAL SENSIBILE AL SOVRASENSIBILE

L'uomo nasce con la percezione del sacro,con l'acquisizione del senso religioso.
Il simbolo nasce con l'uomo, nasce come simbolo religioso, simbolo del sacro.

e...

La percezione del simbolo sacro  attiva l'interiorità profonda dell'uomo, attiva gli archetipi , il senso religioso e crea le condizioni perchè il sacro si manifesti.
L'albero sacro è un albero rivestito di sacralità dall'uomo mediante un rito  che lo stacca dal profano, lo inserisce nell'ambito delle relazioni con il sacro.Questi riti detti  di dedicazione  avvenivano per i templi antichi come si ritrovano oggi nel cristianesimo (dedicazione delle Chiese-edifici). Rivestendolo di sacro l'albero l'uomo lo lega al divino, esso diventa, nel rito, una jerofania. Rimane albero ma nella la  percezione sovrasensibile della coscienza umana funge da  mediatore  con il sacro.Ciò sarebbe una forzata autosuggestione se la coscienza umana non avesse dentro di sè, a livello universale, gli archetipi della esperienza del sacro.Il rito non è solo una esperienza psicologica, ma  una esperienza antropologica.
Il mito ci spiega I RITI cioè i rituali che i popoli attuano in determinate giorni(tempo speciale o sacro)e in determinati luoghi sacri(spazio speciale o sacro).
Il mito è parola sacra che accompagna e giustifica l'azione rituale, anzi le dà il carattere della attualizza- zione di ciò che è stata la manifestazione di potenza sacra menzionata nel mito stesso . In esso vi è un costante riferimento ai simboli (dal greco, con il significato di «segno di riconoscimento», di segno che rimanda ad altro, che non si esaurisce in sé), a oggetti e azioni che sono caricati di significati complessi per decifrare i quali, talvolta, bisogna essere degli iniziati. Il mito allora non spiega esplicitamente il Mistero,ma allude, indica degli indizi, propone delle immagini, suscita delle riflessioni di fronte al mistero della realtà. 
Per far questo attinge al grande serbatoio delle immagini e dei concettí archetipici, a quei modelli originari (ad esempio: la salita e la discesa per indicare il cammino verso la divinità, l'acqua come elemento di purificazione, l'albero sacro come legarne tra terra e cielo ecc.) diffusi in culture molto differenti  tra loro che costituiscono una sorta di repertorio collettivo dell'umanità. 
Ma i miti non spiegano tutti i riti:
I riti possono essere indipendenti dal mito. 
I riti sono azioni ripetute in modo regolare e prevedibile, che conferiscono ordine all'altrimenti scompaginato processo del tempo. Possono anche essere del tutto profani (come, per esempio, la cerimonia di apertura delle Olimpiadi o le feste per l'anno nuovo), ma sono comunque prevalenti nella sfera religiosa. Alcuni sono rituali di passaggio (che contrassegnano cioè il cammino degli individui o dei gruppi attraverso i momenti significativi della vita e della morte), altri danno un senso di protezione dai pericoli del mondo; alcuni segnano l'inizio, altri la fìne dell'appartenenza a un gruppo religioso; alcuni cercano di attualizzare,rendere attive delle possibilità cosmiche o divine, altri di esprimere dei significati.

Il rito è il  linguaggio codificato mediante cui sono articolate le speranze e i timori dell'umanità:

I RITI RELIGIOSI ATTIVANO NELL’UOMO LA COMUNICAZIONE CON LA DIVINITA'.
NELLA COMUNICAZIONE CON GLI DE'I  LA PREGHIERA UMANA, LA SUPPLICA  DIVENTA EFFICACE E PUO' AVVENIRE IL MIRACOLO.
I Riti religiosi scandiscono i momenti piu' difficili della esistenza umana, i momenti in cui è piu' forte il bisogno della presenza degli dei nella vita .
Tutti i popoli si tramandano riti religiosi che accompagnano 
-la nascita
-la fine della adolescenza
-l'ingresso  nel clan conpieni diritti e doveri
-l'ingresso nel clero
-il matrimonio
-la malattia
-la morte

Il rito richiama in sè la festa.
La festa è per il rito:è necessario interrompere lo scorrere del tempo profano per rendere disponibile un tempo sacro,uno spazio sacro da dedicare all'incontro con gli dèi.
Questo è il senso profondo di festa che si ritrova in tutte le culture.

Ricchissima è la gamma delle azioni simboliche ricorrenti nelle pratiche culturali delle religioni:
riti di purificazione, di eliminazione di tabù, di pacificazione, di evocazione; sacrifici, esorcismi, drammatizzazioni, imposizioni delle mani, pasti rituali, danze sacre, processioni...
Stanno a significare intanto che l'uomo non può mai prescindere dalla sua condizione corporale, nemmeno quando intende esprimere le sue esperienze più intime e quando vuole entrare in contatto con la divinità. 
Il corpo conserva sempre una grande importanza simbolica nelle religioni: la posizione e i gesti, l'abbiglíamento o la spoliazione, il movimento o l'immobilità, il contatto con altri o l'isolamento, il silenzio o il canto... tutto è carico di significati che non sono leggibili da chi si ferma a vedere solo la materialità dell'atto.
Certo, anche il simbolismo religioso può andar soggetto a degenerazioni. Sono ben noti e diffusi certi fenomeni patologici, come:
il formalismo, che consiste nel ripetere in modo abitudinario dei riti, magari impeccabili nella loro forma esteriore ma ormai privi di anima. Col passar del tempo e il variare delle culture, avviene come un processo di mummificazione rituale: certi riti arcaici dicono poco o nulla alla sensibilità moderna. Occorre spiegarli, Ma un simbolo che ha bisogno di essere spiegato non è più un vero simbolo;
la magia  Una mentalità magica attende o pretende ingenuamente dal rito religioso un'efficacia automatica;
la riduzione del rito alla sua efficacia psicologica, sui singoli o sulla collettività. L'atteggiamento propriamente religioso, pur includendo la partecipazione delle facoltà psíchiche, non si ferma ai soli effetti naturali di natura psicologica (emozioni, esaltazione, infatuazione collettiva, allucinazione, ecc.), spesso sensazionali quanto passeggeri e illusori, ma è sempre ricerca paziente e contatto discreto con una realtà trascendente, che rimane misteriosa per definizione.

I principali strumenti intellettuali della creatività religiosa sono I MITI ed I RITI.
MITO è qualcosa che oggi, nell'uso comune, è sinonimo di qualcosa di falso o inventato. In realtà il mito è una delle più grandi conquiste dell'umanità. 
I miti sono narrazioni, solitamente racconti, che si riferiscono a quel genere di verità che non possono essere dette in altro modo
- per esempio,non possono essere dette nelle categorie delle scienze naturali.

Questo è il motivo per cui nel XX secolo il mito acquistò importanza presso coloro che, come Richard Wagner, erano consapevoli che la scienza aveva sì qualcosa di vero da raccontare, ma insieme di limitato: la scienza non ci potrà mai dire nulla sulla verità dell'amore e del dolore dell'uomo. 
Il mito colloca biografie individuali ed eventi locali in un contesto e in una cornice narrativa molto più ampi, assegnando loro in questo modo un senso più profondo.
Il mito (dal greco mythos: discorso aperto al mistero), che richiama il verbo
myo ad indicare il suono di una bocca chiusa che non può parlare, da cui anche «mistero» e «muto», è però decisamente più adatto ad esprimere la complessità del reale: non pretende di spiegare, si limita a contemplare ciò che si manifesta come espressione del sacro.

RITO DI INIZIAZIONE NELLO ZOROASTRISMO (INDIA)

In tutte le culture si ritrovano i Miti.
Sono
discorsi sul Mistero del Mondo e della Vita.
Sono
racconti simbolici che esprimono la contemplazione del Mondo e della Vita , cioè la percezione e comprensione  del mondo attraverso le rivelazioni.Il mondo è una dimensione del Sacro.
Nel Mito c'è una percezione unitaria di materia-spirito, di sacro e profano,di
questo mondo e dell'altro mondo come di una unità.
Noi "osserviamo" il mondo con i 5 sensi, gli antichi "contemplavano" con i 7 sensi.
La loro conoscenza del Mistero era piu' profonda e l'espressione di questa conoscenza erano i miti.

Il mito allora è un racconto nel quale il mondo divino illumina l'origine, la natura e la fine del mondo degli uomini. 
Il mito quindi non va identificato con e narrazioni immaginarie prodotte dall'ingenuità umana (cioè fiabe, leggende, saghe ecc.), né con il rivestimento letterario della realtà (racconti, epopee, ecc.). 
Il mito
nella la sua struttura formale è l'
attualità di un avvenimento che appartiene alle origini, sia che tale avvenimento venga considerato come storico, sia che non venga considerato
tale.
L 'evento archetipico è attivo nella storia, nell'attualità,
ne è il senso, contemplato attraverso il sacro, la rivelazione.


MITO DI PROMETEO

Contemplando il Mistero del Mondo e della Vita l'uomo  formula domande ed esprime risposte:
-da dove viene?
-che senso ha?
-come funziona?

Vi sono diverse categorie di miti: 
-miti della creazione
-miti delle origini

-miti della nascita degli dei (teogonici);  
-miti della nascita degli uomini, sulla formazione dell'universo, delle divinità e del mondo (cosmogonici);
- miti annuali: legati alla ciclicità della natura o alla capacità di metamorfosi di uomini, animali e oggetti; -miti di fondazione di un culto e miti tribali sulle vicende eroiche di un membro della tribù;  
-miti della morte: sulla continuazione dell'esistenza in un aldilà più o meno strutturato; 
-miti sulla fine del mondo.

Tàaroa, il Creatore di Ogni Cosa, abitava in una conchiglia.
Questa conchiglia sferica, simile ad un uovo, girava nello spazio infinito.
Non esisteva né cielo, né terra, né luna, né stelle.
Poi Tàaroa con una scossa uscì dalla conchiglia
e trovò solo oscurità e silenzio.
Era completamente solo
e decise di ritirarsi in una nuova conchiglia per molte eternità.
Quindi intraprese la sua opera di creazione.
Con le conchiglie creò il Cielo e la Terra, poi scosse le sue
piume rosse e gialle che cadendo sulla Terra presero
la forma di alberi, di foglie e mazzi di piantaggine.

Mito delle Isole della Società, Oceano Pacifico

I simboli nascono con l'uomo. L'attività simbolica dell'uomo è la prima attività propriamente  umana.
E’ particolarmente interessante rilevare come nelle prime espressioni della civiltà umana i simboli e le conoscenze basilari per la comprensione dell’essere umano e dell’esistenza erano presenti, anche se in forma essenziale.
miti risalgono ai primordi delle varie culture della Terra, agli inizi della storia .
I miti, racconti archetipici in cui operano i simboli rappresentano eziologie profonde delle leggi dell’esistenza, espresse in un li
nguaggio simbolico.

I miti della creazione sono una costante  delle antiche culture.
Gli elementi archetipici in gioco sono:
il Vuoto, l’Essere (Uovo), la sua fecondazione e la conseguente generazione-creazione di tutti i mondi e le creature. E’ la sequenza numerica mistica: Zero, Uno, Due, (Tre), Sette, Molti.La concezione più diffusa è che, in origine, ci fosse solo il grande vuoto del non-essere, il silenzio, la vasta illimitata notte del nulla; da essa nacque la prima coscienza-essere-luce, da cui, come in un grande gioco di processi a catena, si svilupparono tutte le energie-qualità-colori-forme delle cose e degli esseri viventi. La raffigurazione dell'inizio, il Tou-wa-bou della tradizione giudaica , è un campo oscuro, un vuoto abissale senza forma e tempo e quindi non rappresentabile se non con un cerchio vuoto, simbolo dell'infinito, oppure con il colore nero, inteso come assenza: è il "campo di vuoto".
La raffigurazione del primo emergere dell'Essere è spesso un "Uovo di Luce" o "Uovo d'Oro",  con un centro in cui a volte vi è l'immagine di una divinità, archetipo dell'essere e dell'unità di coscienza

Il Tao generò l’Uno, l’Uno generò il Due, il Due generò il Tre, e il Tre generò i diecimila esseri."  
Lao Tzu - dal "Tao Te Ching"

E nel grembo infinito di Erebo, la Notte dalle nere ali partorì dapprima l’Uovo senza germe, dal quale, col volgere dei tempi, nacque l’amato Eros dalle spalle splendenti per le ali d’oro, simile ai veloci turbini del vento. Primo dei "Frammenti Orfici"

L'Uovo d'Oro è prodotto dall'Immanifesto. La Terra con le sue sette isole, e tutti gli altri mondi, sono nell'Uovo. Sankaracharya - introduzione alla "Bhagavad Gita"
Al principio del mondo la Dea - Durga - era sola. Ella depose l'Uovo del Mondo.
Dalla "Bhavricha Upanishad"

La più articolata visione del mito della creazione è forse quella della tradizione induista; essa inizia con Vishnu, il "Conservatore", profondamente addormentato sull'immensa distesa della sostanza immortale dell’Oceano Latteo, insieme alla sua sposa Lakshmi chiamata anche Padma, la "Signora del Loto", entrambi adagiati sul grande serpente abissale dalle sette teste, Ananta, che letteralmente significa "Infinito", senza fine. Dall'ombelico del dio Vishnu sorge un fiore di loto, che si eleva dal suo corpo sprofondato nel sonno, e da esso nasce il dio Brahma, "Signore della Luce", creatore degli infiniti universi: come in un sogno, si generano e si annichiliscono, proprio come fiori di loto che emergono dal fondo dello stagno, sbocciano, si aprono e infine sfioriscono e si dissolvono, riassorbiti in Vishnu.
Nella leggenda greca sulla nascita del mondo, Gaia o Gea, la Terra, viene fecondata da Urano, il Cielo, che ogni notte scende su di lei, e genera molti esseri e semidei. Urano, tuttavia, non vuole i suoi figli che sono costretti a nascondersi nelle profondità della terra stessa, per sfuggire alla sua presenza oppressiva. Crono, il Tempo, uno dei figli, decide di ribellarsi: armato di un falcetto, castra il padre durante la sua discesa notturna. Le gocce di sangue di Urano, o secondo altre versioni le sue membra, cadono sulla Terra fecondandola, e nascono altre creature che hanno generato l’umanità. 

Gaia apparsa, secondo Esiodo, dopo il Caos è la materia primordiale, è "l’eterno e indistruttibile sostegno di tutte le cose". All’inizio era il Caos, luce ed oscurità, mare e terra mescolati in un insieme senza forma; dopo un po', questo grande insieme incoerente assunse la forma della grande Gaia, la dea dai profondi seni. Essa esisteva prima dell’inizio del tempo, infatti il Tempo era uno dei suoi figli. Nel buio senza tempo Gaia desiderò essere amata e generare, e si creò un figlio, Urano, il Cielo, così grande da poterla abbracciare. Per mezzo di questa unione la Dea generò innumerevoli creature tra cui i Titani, i Ciclopi, Ponto, il dio del mare, ed infine Cronos, il Tempo. Urano era avverso ai figli di Gaia ed Essa fu costretta a racchiuderli dentro di sé al riparo dalla distruttività di Urano, fino a che il suo ventre oscuro divenne troppo pesante.Gaia allora creò un nuovo utensile, un falcetto a denti di sega. Cronos ricevette lo strumento dalle mani della madre e si nascose ad aspettare. Urano, nella notte cosmica, arrivò nascosto dalle nubi e Cronos lo sorprese mentre cercava di penetrare la madre e gli strappò i genitali con il falcetto. Il sangue piovve su Gaia ed Essa ne fu fecondata, nacquero così le Erinni, i Giganti e le Ninfe dell’albero di frassino: le Melie da cui generò l’umanità.Questo è un racconto archetipico con cui i Greci simboleggiavano la creazione di questo pianeta e della sua evoluzione. Questo linguaggio analogico rispecchia la stessa successione di eventi accertati dalla scienza contemporanea: la creazione della prima atmosfera (Urano) che permette la generazione dei primi esseri unicellulari nel mare (Ponto) fino a creature gigantesche come i grandi sauri, e poi ancora l’apparire della memoria (il tempo), del barlume di coscienza che tutti gli esseri possiedono e che permetterà loro di potersi difendere dagli aggressivi raggi cosmici, ossia di rendere inoffensivo Urano. Proprio perché Madre del tempo, Gaia rimase in tutte le epoche la profetessa primordiale, ispiratrice degli oracoli di Delfi, dove veniva rivelato il futuro e il passato. I Greci veneravano Gaia depositando su alcune sacre fenditure nella terra delle offerte di grano, frutti e miele, esprimendo così la loro naturale gratitudine a colei che li nutriva. L'atteggiamento apparentemente ingenuo di personificare la Terra e di tributarle offerte con il gesto poetico dell’offerta, si rivela, soprattutto oggi, molto più saggia e lungimirante dell’atteggiamento razionale e predatorio che segna il nostro modo di pensare.

"Il Cielo e la Terra sono di una bellezza maestosa, ma non ne parlano; le quattro stagioni si succedono secondo una legge evidente, ma non ne discutono; a tutti gli esseri presiede un ordine costitutivo, ma essi non lo formulano. Il santo va alle origini della bellezza della Terra e del Cielo e penetra l'ordine costitutivo di tutti gli esseri... Qualcosa di supremamente divino e luminoso si trasforma con le cento metamorfosi del mondo. Gli esseri di quaggiù sono sottomessi fin dalle origini alle metamorfosi in morte e in vita, in quadrato e in circolo, e ignorano la loro comune radice; perché è così che questi esseri esistono naturalmente dall'Antichità ai nostri giorni. Lo spazio che si trova tra i sei punti cardinali, benché immenso, é contenuto in Lui; la lanugine autunnale benché minuscola riceve la sua forma da Lui. Tutti gli esseri scompaiono e appaiono e si rinnovano incessantemente nel corso della loro vita. L'oscurità e la luce e le quattro stagioni si alternano secondo un ordine regolare. Tenebroso e sfuggente, é l'esistenza stessa; in origine senza forma é trascendente.Tutti gli esseri del mondo che lo posseggono in sè ignorano, tuttavia, la sua esistenza. Viene chiamato la radice dell'universo. Colui che conosce questa radice comune é degno di osservare il Cielo." Chuang-tzu"Il sovrano del Mare del Sud aveva nome Rapidità, il sovrano del Mare de1 Nord aveva nome Improvviso, il sovrano del Centro aveva nome Indistinzione. Un giorno Rapidità e Improvviso si erano incontrati nel paese di Indistinzione che li aveva trattati con grande benevolenza. Rapidità e Improvviso vollero ricompensare la sua accoglienza e si dissero: "Ogni essere possiede sette orifizi, gli servono per vedere, ascoltare, mangiare, respirare. Indistinzione non ne ha alcuno. Proviamo a fargli dei buchi. " Si misero all'opera e gli praticarono un orifizio al giorno. Il settimo giorno Indistinzione morì." Chuang-Tzu
Una leggenda polinesiana dei Maori narra che Rangi Nui, il Cielo, giace sulla sua consorte Papa-tu-a-nuku, la Terra, e l'avvolge in una totale oscurità, cosicché i figli nati dalla loro unione non possano vedere la luce. I figli decidono di ribellarsi e, dopo vari tentativi falliti, uno di essi, Tane-mahuta, inizia a separare il Cielo dalla Terra. Si tratta di un processo lunghissimo, ma alla fine il legame che li unisce cede e i figli possono di nuovo vedere la luce. 
La tradizione cinese taoista parla di Pan-Gu, che separò la Terra dal Cielo con la forza delle proprie braccia.
In alcune tavolette sumeriche del 2000 a.C. ritroviamo invocazioni alla "Madre che ha partorito Cielo-e-Terra". La leggenda narra che quando dall’oceano primordiale emersero il Cielo e la Terra, essi avevano la forma di una montagna la cui sommità era An, il Cielo, dalla qualità maschile, e la cui base era Ki, la Terra, di qualità femminile. Dalla loro unione nacque Enlil, il dio dell’aria, che ne separò le due metà.

Il signore le cui decisioni sono inalterabili,
Enlil, che fa germogliare il seme della Terra,
che ebbe cura di allontanare il Cielo dalla Terra,
che ebbe cura di allontanare la Terra dal Cielo.
(MESOPOTAMIA)

1-neopaganesimo-neostregoneria
(consulta ENCICLOPEDIA DELLE RELIGIONI IN ITALIA-ELLEDICI)
L' interesse per una religiosità «pagana», spesso considerato una semplice moda nordamericana contemporanea, ha in realtà origini assai più antiche, particolarmente in Europa.
Se ne possono distinguere sei diverse fonti
In primo luogo, un interesse per il mondo pagano - accompagnato da uná critica più o meno violenta del cristianesimo - risale al Rinascimento, ma produce un movimento socialmente rilevante soprattutto in Inghilterra durante l'Illuminismo, con figure come Richard Payne Knight (1751-1824) e il francese (ma risiedente a Londra) Pierre-Francois Hugues (noto con lo pseudonimo di «barone d'Hancarville», 1719-1805). Questi personaggi propongono un culto della natura e del sole che ha pure un aspetto legato alla sessualità, e in questo senso continua in Inghilterra fino al secolo successìvo e all'opera di Hargrave Jennings (1817-1890).

In secondo luogo - in un ambiente certamente meno aristocratico e più popolare - nasce, sempre in Inghilterra, un neo-druidismo con l'Ancient Druid Order di john Toland (1669-1722). Questo «ritorno ai druidi» avrà, in parte, un'evoluzione non pagana e legata piuttosto alla restaurazione di un celtismo cristiano con l'Ancient Order of Druids (fondato nel 178 1) e con le assemblee celtiche di Jolo Morganwg (pseudonimo di Edward Williams, 1747-1826). 
Più tardi in Francia un neo-celtismo di carattere druidico, e tendenzialmente pagano, sì svilupperà con André Savoret (1898-1977). Un buon numero di società «druidiche» dì matrice pagana esiste ancora oggi in diversi paesi del mondo. 
In terzo luogo, si deve citare la tradizione della «ariosofia» nei paesi di lingua tedesca. La parola «ariosofia» viene da Jórg Lanz von Liebenfels (1874-1954), il cui Ordo Novi Templi mescolava temi pagani e cristiani, ma il suo teorico più importante è Guido (von) List (1848-1919), esplicitamente pagano, che esercita una influenza sulle origini intellettuali del nazional-socialismo e, nello stesso tempo, su Carl Gustav Jung. 
In quarto luogo esistono in Italia sia una «via romana», di cui trattiamo più oltre, sia una diversa tradizione che porta ai Centri Neo-Ellenici di Religiosità Politeista e all'oggi defunta Unione Trifoglio del professor Giorgio Punzo, che aveva il suo centro (con interessi anche ecologici) nell'isola di Vivara, presso Procida. 
La quinta corrente è quella della neo-stregoneria , Wicca propriamente detta, le cui origini sono in parte di carattere etnologico e in parte di carattere esoterico-occulto
Infine, un ultimo filone è quello dell'interesse per lo sciamanismo messicano e latino-americano che si manifesta fra l'altro nell'opera di Carlos Castaneda e dei suoi numerosi emuli e discepoli.
 Le prime due correnti non hanno presenze significative in Italia, a dìfferenza della terza (presente nella forma di origine più recente della corrente Asatrú e odinista), della quarta, della quinta e della sesta. 
Per quanto riguarda la quinta corrente, neo-stregoneria (Wicca) e neo-paganesimo hanno in parte origini comuni, ma gli sviluppi storici hanno più recentemente indotto una certa differenziazione.

Hitler voleva sostituire le Chiese Tradizionali con il culto nordico di Odino:il piano segreto del dittatore emerge dai documenti top secret dei servizi americani .
(Corriere della Sera 4/3/2002)
«La distruzione del cristianesimo è esplicitamente riconosciuta come un obiettivo del nostro movimento,anche se non può essere enunciata ufficialmente.» 
(1934-von Schirach-leader della Gioventù Hitleriana))
Un dipinto di Fabio Traverso rappresenta il modello nazista dei matrimoni di razza «ariana» e la religione neopagana.
 «I leader nazisti volevano estirpare totalmente la cristianità e sostituirla con una religione razziale adatta ai loro obiettivi. Credevano di potere soffocare le chiese protestanti e cattolica in un tempo relativamente breve. Stabilirono un piano prima ancora di prendere il potere. Il piano nacque dagli incontri dei gerarchi più fidati di Hitler, Goeríng, Goebbels, Rosenberg, Hess, Schemm, Von Schirach. Gerarchi meno antireligiosi come Von Epp e Von Papen ne furono probabilmente tenuti all'oscuro». Così inizia un massiccio dossier compilato dall'Oss lo spionaggio americano dalla Seconda guerra mondiale, in vista dei processo di Norimberga. Sono 148 volumi custoditi dalla Cornell University, una delle università più prestigiose d'America, diretti da William Donovan, detto «wild Bill», il selvaggio Bill, il fondatore dello stesso Oss, morto nel '59.
La ricercatrice Julie Seltzer Mandel ne ha pubblicato il primo, di 108 pagine. La tesi dei libro è che «Hitler intendeva creare un neopaganesimo  di Stato che esaltasse la superiorità della razza ariana, «rifacendosi alla natura e alla guerra» 
Sul neopaganesimo nazista esistono i filmati (trasmessi da Rai) degli ancestrali riti notturni, soprattutto per i giovani, alla luce delle torce, e i simboli e le formule magiche delle antiche deità tedesche, a cominciare da Odino, onorate dagli alti gerarchi .
Uno dei massimi sostenitori della Persecuzione delle chiese cristiane, (che è anche il titolo dei libro), e del ritorno al paganesimo fu Baldur von Schirach, il leader, appunto, della gioventù hitleriana.
Proprio da von Schirach parte ... Donovan per dimostrare che «la distruzione dei cristianesimo fu un elemento chiave dei progetto nazista di conquista mondiale». «Essa», dichiarò nel '34 il leader della gioventù hitleriana, «è esplicitamente riconosciuta come un obiettIvo dei nostro movimento, anche se non può essere enunciata ufficialmente»
Secondo Donovan, Hitler si prefisse di strumentalizzare le chiese in una prima fase, persuaso che «con il loro carattere conservatore, si schiereranno con noi per la patria e contro il comunismo», scopo che raggiunse con alcuni accordi, incluso il concordato dei '33 con il Vaticano. Ma conscio che «non avrebbero approvato il razzismo, la guerra e l'asservimento allo Stato» si preparò sovvertirle più tardi.Donovan sottolinea che fino al '33 i rapporti furono tesi: «Stigmatizzndo il nazismo come anticristiano, , i vescovi tedeschi rifiutarono i sacramenti ai nazisti e vietarono ai fedeli di frequentarli».
Il dossier dell'OSS sostiene che le chiese protestanti si pentirono in fretta di essere scese a patti con il Fúhrer. «Nel '37, ripresero il braccio di ferro col nazismo. La campagna iniziò con una enciclica di Pio XI distribuita clandestinamente, in cui il Papa denunciò le violazioni del concordato, avvertendo che «dall'inizio gli intrighi di HitIer avevano mirato esclusivamente a una guerra di sterminio» (è la famosa enciclica mai pubblicata su orditine di Pio XII). Il Fúhrer reagì con una graduale e spietata repressione. Lo stesso anno, il pastore protestante Martiri Niemoller fu arrestato e processato: assolto dal tribunale, venne internato dalla Gestapo in un campo di concentramento da cui uscì soltanto alla fine della guerra. Vescovi e parroci cattolici furono attaccati o minacciati. «Il Vaticano non s'illuda che creeremo dei martiri» tuonò Robert Wagner, il sindaco di Baden. «Non gli daremo soddisfazione. Avremo criminali, non martiri».
Donovan elenca le tappe della «dissoluzione del cristianesimo», dalle leggi sulla religione in Germania del'35, che misero le chiese protestanti in una sorta di amininistrazione controllata, alla loro «presa in ostaggio» nei Paesi occupati, innanzitutto la Norvegia. Cita decine di casi di intimidazione della chiesa cattolica, dalla devastazione dell' Ufficio dei vescovo Stroll a Rottenburg all'espulsione dei vescovo di Friburgo dalla sua diocesi sotto l'accusa di alto tradimento, alla confisca di tutte le lettere pastorali,e conclude che allo scoppio della guerra la repressione divenne feroce: il pastore protestante Dietrich Bonhoeffer fu impiccato per complotto contro lo Stato e decine di preti cattolici finirono nei campi di concentramento. Il conflitto relegò in secondo piano il progetto del neopaganesimo, e la sconfitta lo rese irrealizzabile. «Le 108 pagine sono solo la punta dell'iceberg» commenta la ricercatrice Julíe Seltzer Mandel. «Sono certa che gli altri 147 volumi nascondono sorprese clamorose».

Le correnti Asatrú e odinista

Anche se talora adottano i rituali della Wicca - si parla, in questo caso, di Wicca nordica o teutonica - le correnti Asatrú (parola che in norreno significa letteralmente «Fedeltà agli Asi», la principale famiglia divina del pantheon nordico) e odinista (il nome è tratto da Odin, il padre degli dei) costituiscono una tradizione pagana autonoma che si situa nella scia della «ariosofia» dei paesi di lingua tedesca, peraltro con numerosi altri apporti. Come è stato notato, le correnti odinista e Asatrú hanno dalla loro la possibilità di utilizzare rituali pagani reali, che vengono dal mondo antico, e contano nelle loro fila «una concentrazione non abituale di autentici studiosi» che «contrasta in modo acuto con i metodi puramente intuitivi con i quali molte altre tradizioni neopagane sono state reinventate»
(così Jeffrey Kaplan, Radical Religion in America, Syracuse University Press, Syracuse 1997, p. 70).
In particolare, persone che fanno parte della comunità come Edred Thorsson e KveldúlfR Gundarsson hanno sviluppato una buona conoscenza della mitologia nordico-germanica antica. In queste correnti, molti si ispirano anche agli studi dello storico delle religioni Georges Dumézil (1898-1986), e in particolare alla sua proposta (che peraltro non ha incontrato il consenso unanime degli studiosi) di considerare gli dei del pantheon nordico-germanico come corrispondenti alla tripartizione castale in sacerdoti, guerrieri e produttori che caratterizza in genere l'ethos indo-europeo. Secondo Kaplan, la corrente può essere divisa in «modernisti» e «geneticisti»; è anche possibile distinguere fra gruppi Asatrú e gruppi odinisti, ma il confine non è sempre evidente. I «modernisti» ritengono che gli elementi della tradizione nordico-germanica debbano essere riletti nel contesto moderno, e che sia impossibile tornare letteralmente al mondo pre-cristiano. Piuttosto, i «modernisti» operano per la creazione di un mondo post-cristiano, integrando nella loro visione soprattutto le rune e forme di magia di tipo sciamanico. Perseguendo questa integrazione, alcuni dei «modernisti» integrano pratiche che provengono dalla Wicca e da tradizioni diverse da quella strettamente nordica. Molti «modernisti» sono «universalisti», in quanto ritengono che faccia parte della comunità Asatrú chiunque condivida certe idee e sia disponibile a praticare certi rituali, a prescindere dalla sua origine etnica. 1 «geneticisti», invece, ritengono che la via Asatrú possa essere percorsa soltanto da chi condivide una certa eredità genetica. Kaplan insiste sul fatto che la «metagenetica» insegnata nel mondo Asatrú da autori come Edred Thorsson e Stephen A. McNallen non è una forma di razzismo, ma riposa in gran parte su teorie di Carl Gustav Jung in tema di trasmissione culturale, e su idee esoteriche secondo cui la reincarnazione avverrebbe all'interno dello stesso lignaggio familiare, o dello stesso gruppo linguistico. Le accuse di razzismo che la corrente «modernista» rivolge ai «geneticisti» non sarebbero, pertanto, giustificate. Tuttavia, nella frangia «odinista» che si proclama, appunto, «odinista» ma non Asatrú esistono, negli Stati Uniti, anche gruppi dichiaratamente razzisti, alcuni dei quali inneggiano al nazional-socialismo e all'antisemitismo. La maggior parte dei gruppi Asatrú (anche di quelli che usano l'etichetta «odinista») non condivide peraltro queste idee estreme. Lo stesso culto di un ideale guerriero che si ritrova in una parte del movimento non deve essere preso troppo alla lettera:la violenza che emana dalla comunità odinista è stata fino ad oggi puramente retorica»  

COMUNITA' ODINISTA
I vari gruppi presenti in Italia sono: Fratellanza del Corno (Canavese-Valle d'Aosta), Fratellanza Mjoellnir (provincia di Cuneo), Fratellanza Balder (Reggio Emilia), Fratellanza Freyr (Lenno, Lago di Como), Fratellanza Lambarda (Firenze), Fratellanza Asgard (con sede a Ramsau - in Baviera -, ma cui partecipano i membri veneti provenienti da Treviso), e sono in formazione nuove fratellanze a Milano e sull'Altopiano di Asiago (Vicenza). 
L'organo direttivo della Comunità Odinista si chiama «Corte di Gambara», e in questa cerchia si formano i Godar (plurale di Godi, «invocatore», femminile gidya). 
La Comunità Odinista è pure organizzata sulla base del libero operato dei suoi affiliati, uniti al servizio della causa degli dei. Alla «Corte di Gambara» si accede secondo criteri meritoratici. Le celebrazioni dei Blótar (plurale di Blòt, «sacrificio», pratica che solo nei tempi antichi avveniva con immolazioni di animali) avvengono secondo cadenze stagionali o ricorrenze ben precise del calendario Asatrú, come del più specifico calendario Asatrú-longobardo. I Blótar o le «bevute rituali» di bevande purificate dal processo di fermentazione, quali idromele e birra, avvengono «in onore degli Dei e delle Dee del pantheon germanico». Sono seguiti dei rituali propri della Comunità Odinista (senza enatizzare la presunta sacralità della parola scritta, tradizione ritenuta propria di altre fedi), mentre altri rituali scandiscono la vita interna alla stessa Comunità Odinista (che va anche intesa come «comunità di famiglie »): matrimoni, funerali, e così via.
L'Asatrú è una religione olistica (= che consi dera l'eterno ciclo di vita-morte-rinascita in ogni cosa, nel susseguirsi delle stagioni come nell'intero universo, nella vita umana come in quella animale. I membri della Comunítà Odinista fanno costante riferimento alla tradizione eddica, che anticamente non era scritta ma cantata e basata sulla trasmissione orale; tale riferimento non va disgiunto dallo studio delle saghe  (=racconti) nordiche, non ultima la saga della migrazione longobarda.
MITOLOGIA ODINISTA
All'inízio dei tempi, a Nord del baratro chiamato Ginnungagap, si sarebbe formato l'oscuro e freddo mondo chiama to Niflheimr, dal cui centro - da un pozzo gelido chiamato Hvergelmir - sgorgano fiumi cosmici saturi di veleno e di inaudita potenza chiamati Elivágar. A Sud vi è il mondo di Múspellsheimr, una regione torrida e asciutta, e alle sue porte vi è un gigante con una spada di fuoco. Il mondo dei giganti è chiamato Utgardr o jótunheimr, mentre il luogo, destinato ai figli degli uomini, creato con le ciglia del gigante Ymir il primo essere dell'universo - si chiama Midgardr, il «Recinto di Mezzo». Gli dei formarono per essi una fortezza, che gli Asi (una delle due famiglie divine, con i Vani) chiamarono Asgarar; al centro di questa si trova Idavollr (la radura dove essi tennero il primo Thing [«riunione»] e dove prendono le decisioni sul nostro destino). In Asgard si trovano diversi templi che appartengono agli dei, come il Gladsheimr di Odin, forgiato nell'oro e con dodici posti riservati agli Asi. Li si trova anche il Válaskjálf, il trono d'argento del padre degli dei, con il Valhalla, la «sala degli uccisi» (gli Einherjar) dove sono andati i padri caduti in battaglia. Il luogo delle dee è detto Víngólf o Gímlè; esisterà fino alla fine dei ternpi e vi si trovano molti uomini giusti. Il mondo degli elfi di luce(=esseri spirituali non-umani) si chiama Alfheimr ed è posto sotto l'egida di Freyr. Il paese dei Vani, da cui Freyr discende  pur vivendo tra gli Asi -, si chiama Vanaheimr, o «Vanaland». Gli elfi scuri dimorano nelle profondità della roccia (Svart Alfheimr) insieme ai nani, con i quali si confondono, e in contatto con gli spiriti dei morti tumulati. Se i combattenti vanno al Valhalla, coloro che muoiono senza combattere o abbandonandosi alla morte senza alcun ideale, vanno in Hel: un luogo infero al quale vanno anche quanti possono «ritornare»; Balder - confinato in Hel - tornerà alla fine dei tempi, dopo il Ragnarókkr, per re-instaurare l'Ordine Cosmico. La regina di questo luogo maledetto, Hel - figlia di Loki, il quale sarà anch`egli incatenato per avere provocato la morte di Balder - terribile a vedersi, abita a Eliudhnir (palazzo senza conforti il cui nome significa «freddo di nevischio»). L'Albero Cosmico (=l'albero che collega Cielo-Terra-Sottoterra), il frassino Yggdrasffl, pilastro del Mondo, affonda le sue tre radici una fra gli Asi, l'altra fra i giganti e la terza nel paese degli elfi di luce. Alla base della radice dei giganti vi è la «Fonte di Mimir». Il gigante Mimir, che possiede la fonte, ne beve l'acqua ed è - a causa di questa  sapientissimo. Odin stesso, per raggiungere la conoscenza, cedette un occhio in cambio di un sorso. Nella fonte è custodito l'occhio di Odin e il corno di Heimdallr, detto Gjallarhorn. La radice degli dei dà origine alla fonte di Urdr; qui dimorano le Norne, tre delle quali (Urdr,Vérdandi e Skuld), oltre a prendersi cura delle radici dell'albero, assegnano il destino agli uomini.

COMUNITA’ WICCA

Margaret Alice Murray (1863-1963) egittologa  professionista e storica della stregoneria per passione pubblica a partire dal 1917  diversi scritti sulle streghe. Appare fortemente influenzata dal folklorista americano Charles Godfrey Leland (1824-1903) che aveva condotto ricerche soprattutto in Italia  produce una «eresia» storiografica.Essa- vissuta fino alla rispettabile età di cento anni – sostiene infatti che la stregoneria è semplicemente la «vecchia religione» dell'Europa precristiana, sopravvissuta in modo segreto alle persecuzioni.

L’ Inquisizione (istituzione della Chiesa Cattolica a difesa della fede genuina) la processava e condannava come satanismo, mentre si trattava piuttosto di un culto dualista di un principio maschile e di uno femminile di origine antichissima. La stregoneria combattuta dall'Inquisizione era nella sostanza, secondo Margaret Murray, l'autentica «religione pagana». Convinti che la stregoneria del Medioevo non avesse in realtà niente a che fare con le religioni precristiane «pagane», gli storici della stregoneria accademici reagiscono in modo violento al libro di Margaret Murray, e molti approfittano della controversia per concludere che la stregoneria non è mai esistita se non nell'immaginario degli inquisitori, che avevano inventato le streghe e creato il relativo panico morale. A partire dagli anni 1970, peraltro, la tendenza dominante nella storiografia accademica cambia. Storici come Carlo Ginzburg a partire da esempi specifici, suggeriscono una via media che non accetta né la tesi di Margaret Murray né la contro-tesi secondo cui la stregoneria sarebbe una mera  creazione degli inquisitori.  

L' Inquisizione, sostengono Ginzburg e altri, non ha inventato la stregoneria: elementi che derivavano da una cultura folklorica - in parte antichi in parte maggiore più recenti - avevano una esistenza autonoma, che sarebbe continuata anche senza i processi degli inquisitori. Il problema storiografico è semmai quello di discernere questo nucleo folklorico, che - a causa della interazione con gli elementi che provenivano dalla cultura propria degli inquisitori - è difficile per lo storico contemporaneo ritrovare nelle carte processuali. Gli stessi elementi che ricordano in modo più preciso tradizioni precristiane e pagane potrebbero, secondo Ginzburg, provenire dagli inquisitori che (a differenza degli inquisiti) erano certamente dotati di una buona cultura classica.E’ più saggio concludere, secondo questi storici, che il nucleo autentico della stregoneria medioevale e protomoderna comprende esperienze estatiche popolari, che rimangono tuttavia molto diverse da quelle della religione pagana così come era esistita prima del cristianesimo. Negli anni 1990 altri storici, soprattutto inglesi (Lyndal Roper, Robin Briggs, James Sharpe, Diane Purkiss, Stuart Clark), adottano una posizione ulteriormente diversa, e alcuni sostengono che i processi per stregoneria - peraltro minori per numero di quanto storici precedenti avessero creduto - nascono «dal basso», dalle accuse e dalla diffidenza popolari verso figure (prevalentemente femminili, ma anche maschili) marginali e sospette, che l'autorità cerca semmai di incanalare e controllare. Queste figure marginali potevano avere diverse forme di comportamento considerato antisociale, ma non praticavano nessun tipo neppure, salvo in casi rari e locali, folklorico - di religiosità alternativa o precristiana.
 I creatori della Wicca utilizzano, sostanzialmente, l'«eresia Murray». Se infatti la religione pagana aveva avuto una continuazione segreta nella stregoneria, non era incredibile che - sempre in segreto - fosse continuata fino ai giorni nostri e se ne potessero trovare ancora oggi eredi autentici.

Il fondatore della Wicca - non da tutta la Wicca attuale riconosciuto come tale - è Gerald Brosseau Gardner (1884-1964). Nasce a Great Crosby, nel Lancashire inglese, il 13 giugno 1884 da una famiglia benestante. Non prosegue gli studi universitari ma, affascinato dall'Oriente, va a lavorare per il Servizio civile britannico in Malesia. Nel 1936 va in pensione, e si ritira nella zona della New Forest, nell'Inghilterra del Sud. Già in Oriente si era interessato alle tradizioni magiche locali e aveva aderito alla Società Teosofica. In Inghilterra è così naturalmente accolto da ambienti teosofici e fa parte di una «Fraternità Rosacrociana» della New Forest i cui membri sono quasi tutti teosofi. Più tardi, Gardner darà importanza alla sua asserita frequentazione di personaggio noto nella New Forest, Dorothy Clutterbuck Fordham (1880-1951), sostenendo di avere ricevuto da questa «vecchia Dorothy» una tradizione ereditaria di stregoneria continuata nella zona per secoli all'interno di alcune famiglie. In un’opera pubblicata nel 1999, The Triumph of the Móon, lo storico Ronald Hutton - che ha potuto avere accesso alle carte personali e ai diari di Dorothy Clutterbuck - ha stabilito in via definitiva che la dama della New Forest, pilastro del Partito Conservatore e della Chiesa anglicana locale, non aveva alcun interesse di tipo esoterico né teosofico. Gardner, che probabilmente la aveva conosciuta, ha voluto - dando il nome di una personalità socialmente nota (e defunta) - creare una falsa pista per nascondere le origini reali del suo rituale. Alcuni hanno ritenuto che il vero «iniziatore» di Gardner sia stato Aleister Crowley (=il mago nero,moderno  creatore  della > Magìa Cerimoniale), e lo hanno anche accusato di avere scritto per Gardner, a pagamento, i primi rituali della Wicca. Dai diari di Crowley si ricava però che Gardner lo andò a trovare tre volte, per poche ore, solo nel 1947, l'anno stesso della morte di Crowley: il vecchio mago era ormai stanco e malato, e non avrebbe potuto aiutare Gardner a creare un rituale (che del resto, in forma embrionale, quest'ultimo aveva già elaborato prima del 1947), anche se lo aiutò fornendogli alcuni libri difficili da trovare. Gardner e alcuni amici elaborano negli anni 1940 - sulla scorta delle idee di Margaret Murray e di una varietà di altre fonti - un rituale che si ispira alla stregoneria, e cominciano a praticarlo con persone che fanno parte della loro cerchia teosofica nella New Forest. Fino al 1951 la stregoneria è illegale in Inghilterra (la legge relativa è abrogata solo in quell'anno). Gardner pubblica per la prima volta riferimenti a un'organizzazione di neo-stregoneria sotto forma di romanzo nel 1949, con il titolo High Magiá Aid. Solo dopo la svolta legislativa del 195 1, Gardner può pubblicare due opere teoriche: Witchcraft Today nel 1954, e The Meaning of Witchcraft nel 1959.In queste opere - così come in molte conversazioni e interviste - Gardner, dalla fine degli anni 1940 fino alla sua morte nel 1964, insiste nel sostenere di non avere «inventato» la Wicca ma di essere entrato in contatto con un gruppo della New Forest che risale al Medioevo e che si trasmette una tradizione di padre in figlio (e di madre in figlia). Qualche volta. Gardner fa riferimento alla «vecchia Dorothy» come se si trattasse di una strega.contadina; in realtà Dorothy Clutterbuck Fordharn era in effetti chiamata la «vecchia Dorothy», ma si trattava di una dama anglicana colta e ricchissima, che - come abbiamo visto - sembra non avere avuto nulla a che fare con la stregoneria. Sull'attendibilità del resoconto di Gardner esistono diverse opinioni. Margot Adier (Drawing Down the Moon, 1979, 1986') e Aidan A. Kelly tendono a sostenere che la storia di Gardner sia totalmente fantastica. Kelly, in particolare, ha lavorato sui documenti personali di Gardner, ceduti a un Museo della stregoneria nell'Isola di Man e successivamente da questo alla società Ripleys Intemational, che gestisce a fini di lucro i diversi musei di curiosità «Ripley's Believe It or Not» nel mondo. Alla domanda se nelle prime versioni, del 1949 e del 1953, dei taccuini magici e del «Libro delle Ombre» (Book of Shadows) di Gardner ci fossero elementi che non provenissero da fonti note nel mondo dei movimenti esoterici degli anni 1940, Kelly risponde negativamente. Tutto può essere fatto risalire a rituali e opere di Aleister Crowley, della Golden Dawn, della Società Teosofica e della massoneria, con derivazioni occasionali da classici della letteratura inglese e dalle opere di Leland e della Murray. L’unica aggiunta riguarda lo scourging, una blanda flagellazione rituale, che Kelly attribuisce più alle preferenze sessuali di Gardner che a una presunta tradizione antica. Ronald Flutton accetta sostanzialmente la tesi di Kelly, con l'unica differenza che attribuisce la scelta dello scourging all'opportunità di trovare un metodo facile per provocare stati alterati di coscienza piuttosto che a presunte e non provate tendenze sado-masochistiche di Gardner. Dal canto suo, Doreen Valiente (1922-1999), allieva preferita di Gardner fino alla rottura avvenuta nel 1957, considerata da molti la madre della Wicca contemporanea, ha maturato su questa controversia diverse posizioni nel corso di una lunga carriera nella neo-stregoneria. Nei suoi ultimi scritti, Doreen Valiente riferisce che Gardner ammetteva di avere copiato parti del rituale da Crowley e da Leland, e conferma quanto sostenuto da Kelly a proposito di importanti revisioni al «Libro delle Ombre» operate dalla stessa Valiente fra il 1953 e il 1957 per eliminare una serie di riferimenti massonici e crowleyani. In polemica con Kelly, Doreen Valiente sostiene però che Gardner - avendo ammesso una serie di episodi poco onorevoli a proposito del suo uso di «prestiti» letterari - non aveva alcuna ragione di mentire quando continuava, fino alla morte, a sostenere di essere veramente entrato in contatto con una congrega di stregoneria della New Forest di origini antiche. Allo stesso Crowley, del resto, sono stati attribuiti contatti con una tradizione di stregoneria ereditaria che risalirebbe a George Pickingill (1816-1909). La tesi, proposta da Bill Liddell nel 1974 e ripetuta da molti altri autori, è stata smontata da Flutton e da altri: Crowley non si è mai interessato alla stregoneria moderna o antica (se non per criticarla come magia di tipo «inferiore»); non esistono prove documentali né di contatti fra Crowley e Pickingill, né fra quest'ultimo (un contadino di Canewdon, nell'Essex, che operava come cunningMan, o mago folklorico di paese, reso celebIre negli anni 1960 da studi del folklorista Eric Maple) e ambienti magici «colti». Né si deve dimenticare che l'eventuale contatto - non provato - di Gardner, direttamente o tramite Crowley, con una tradizione di stregoneria più antica non riporterebbe comunque al paganesimo precristiano, a meno di prendere letteralmente per buone le tesi della Murray, cosa che anche i suoi critici più benevoli non sono oggi disposti a fare.
Sarebbe però sbagliato credere che la Wicca contemporanea sia prigioniera del,dìbattito sulle sue origini. Come scrive Margot Adler, «molti di coloro che partecipano al revival neo-stregonìco accettano la Vecchia Religione Universale più come una metafora che come una realtà letterale»: per altri, «Ia questione delle origini non è importante». Un esponente della Wicca gardneriana, Ed Fitch, dichiara: «Oggi naturalmente, abbiamo tutti capito che non è importante se la tua tradizione è antica di quarantamila anni o se è stata creata la settimana scorsa. Se hai stabilito il contatto giusto con la Dea o con il Dio nel subcosciente, e con altre forze di questo genere, allora hai realizzato la cosa importante» (Drawing Down the Moon, Beacon Press, Boston 1986 ',pp. 87-88). Questa dichiarazione colloca le pratiche WICCA nel campo della Teurgia (invocazione di spiriti allo scopo di indurli a fare prodigi visibili ai presenti) e dunque nello Spiritismo! 
Il mondo della Wicca (e della neo-stregoneria in genere, dal momento che - specie al di fuori del mondo di lingua inglese non tutti accettano l'etichetta Wicca) è una costellazione instabile di gruppi in genere piccoli che si formano, si dividono, si ritrovano in festival annuali, leggono gli stessi giornali (a loro volta peraltro spesso effimeri) e frequentano le stesse librerie. Non vi è dubbio, tuttavia, che si tratti - almeno nella maggioranza dei casi - di veri e propri movimenti, e non soltanto di un ambiente: spesso sono assunti nomi come «federazione» o perfino «Chiesa», che indicano chiaramente il proposito di organizzarsi. Dal punto di vista dottrinale, la sottolineatura del valore del politeismo come fermento di libertà e di rifiuto delle gerarchie si ricollega al carattere effimero della maggioranza dei gruppi della Wicca.

E’ altrettanto vero che le «streghe» e gli «stregoni» si sentono, in genere, parte dello stesso movimento, nonostante le loro divergenze. In questo senso è forse meno essenziale di quanto molti credono la distinzione fra vari filoni: gardneriani ortodossi, gruppi «ereditari» (i cui iniziatori mettono in dubbio il resoconto di Gardner ma affermano di avere trovato autentiche tradizioni stregoniche nella propria famiglia), «alexandriani»  che derivano dal colorito Alex Sanders (pseudonimo di Orrell Alexander Carter, 1926-1988), il quale rivendicava a sua volta una tradizione familiare che gli sarebbe stata trasmessa dalla nonna - «dianici» (di impronta femminista, diffusi soprattutto negli Stati Uniti intorno a figure come Miriam Simos, «Starhawk», e Zsuzsanna Szilágy, «Z Budapest»), «eclettici». Si tratta di un movimento - composto in genere da persone acculturate di ceto medio-alto che ha compiuto negli ultimi anni un notevole sforzo di pubbliche relazioni per migliorare la propria immagine e distinguersi dal satanismo e dalla magia sessuale di tipo crowleyano. Mentre alcuni gruppi hanno proposto di evitare i termini «streghe» e «stregoneria» (preferendo parlare in modo meno provocatorio di «paganesimo»), la maggioranza non ha intenzione di cambiare nome. Nel mondo, diverse decine di migliaia di persone sono coinvolte in questo movimento.
I paesi dove la Wicca è più forte - gli Stati Uniti e l'Inghilterra - cercano di superare una fase iniziale in cui il movimento si è definito soprattutto per il suo essere «contro» il cristianesimo, ponendosi in modo più propositivo e avviando perfino caute esperienze di dialogo con altre religioni, denominazioni cristiane comprese. Si calcola che nell'area anglosassone partecipino al movimento circa centocinquantamila persone, meno di un terzo delle quali hanno ricevuto una formale iniziazione in una congrega o coven. Molto minore è la presenza - nell'ordine delle poche migliaia, se non delle centinaia di persone in ciascun paese - nell'Europa continentale e in Amerìca Latina.  

La Wicca non ha un’organizzazione internazionale unitaria, né - a stretto rigore organizzazioni nazionali.
 La corrente principale (quella che si riconosce nella stessa parola Wicca) accetta il principio del Rede («se non danneggia nessuno, fai ciò che vuoi», una «legge» che secondo Hutton, più che essere di origine antica, sarebbe stata creata da Gardner sulla base della «Legge di Thelema(=Volontà)» di Crowley, con l'importante correttivo dell'invito a non danneggiare nessuno) e la «Legge del tre» secondo cui sia il bene sia il male fatto ad altri ritornano «tre volte ricambiatì». Non vi è neppure una dottrina unitaria, e il riferimento al politeismo è interpretato in modi molto diversi (così come diverso è il tipo di «esistenza» attribuito alle divinità). I rituali presentano importanti variazioni da gruppo a gruppo, anche se riferimenti all'originario Libro delle ombre di Gardner pervadono quasi tutto il movimento. Negli ultimi anni, aumentando la difficoltà di fondare o di aderire a un coven (organizzazione per sua natura piccola e chiusa), vi è stata una vera e propria esplosione dei «praticanti individuali», che si «auto-iniziano» tramite libri o Internet e non aderiscono a gruppi organizzati. 
Anche costoro fanno parte di un movimento che travolge le tradizionali distinzioni fra magia e religione
: la Wicca propone
una magia «che funziona» e che diventa, per il praticante, una religione, a proposito della quale la categoria di «religione della natura» è quella che incontra il consenso maggiore fra gli studiosi recenti.  
GARDNERIANI:  sono i Wiccan che seguono fedelmente gli insegnamenti di Gardner, operano con forti connotazioni ritualistiche, seguendo regole ferree. Sono molto influenzati dalla Magia Cerimoniale.
ALEXANDRIANI:Qu
esta corrente fa capo ad Alex Sanders, personaggio assai controverso, molto vicino allo stile di Gardner ma con modi di operare meno rigidi. Questa corrente si è in passato fregiata della collaborazione di Doreen Valiente, che ha molto influito nello stabilire solidi fondamenti e nel fornire mezzi operativi aperti a tutti. Alla corrente Alexandriana ed all'opera dei coniugi Farrar si deve la pubblicazione della "Bibbia delle Streghe".
TRADIZIONALISTI:  con questo nome si identificano diverse correnti Wicca, spesso non omogenee tra loro; la più importante è quella che nasce dalla Congrega di Robert Cochrane, con una forte connotazione sciamanica e che si ricollega a culti antecedenti la civiltà dei Celti.
DIANICHE:  Congreghe aperte solo alle donne, che rappresentano il fenomeno dell'incontro tra la Wicca ed il movimento Femminista inteso come rivalsa della donna. Sono molto attive in America, paese nel quale vantano membri di assoluto prestigio sociale.Anche in Italia esistono sia un certo numero di gruppi o «congreghe», sia praticanti individuali che accettano i principi generali così come sono stati elaborati in Inghilterra e negli Stati Uniti, sia - ancora - altri i quali pensano che la struttura e le regole della Wicca siano tipicamente anglosassoni e non si applichino necessariamente alla ricca tradizione della stregoneria italiana. Vi sono persone in Italia che si definiscono «streghe» ma che non si considerano parte della Wicca, preferendo attingere ai vari patrimoni regionali italiani. Il movimento rimane essenzialmente fluido e poco organizzato, anche se ha trovato in Internet uno strumento di coordinamento particolarmente adatto ai suoi scopi.  
Bibliografia in italiano.: Graham Harvey -Credenti della nuova era: i pagani contemporanei- trad. it., Feltrinelli, Milano 2000;

«La furbizia più grande del Diavolo è quella di far credere che egli non esista»  Charles Baudelaire  


Reliogione in Italia oggi

Mentre il numero delle persone che si dichiarano atee e agnostiche declina pressochè ovunque nel mondo (ad eccezione dei paesi dell'Europa orientale maggiormente sottoposti all'ateismo di stato) il numero di coloro che dichiarano di credere in una qualche forma di potere superiore alla persona umana o a una vita dopo la morte o affermano di dedicare tempi sacri alla preghiera  , si attesta intorno all'80% della popolazione con punte del 90% in paesi secolarizzati come gli USA. (Journal of Economic literature 9-1988)
La religiosità contemporanea si mostra  indirizzata verso il sacro più nelle forme dei -miracoli-segni soprannaturali -guarigioni -demonologia -escatologia -fine del mondo -magia -alchimia- teurgia, etc. 
Più verso il mythos che non verso il Logos. Fedi senza Ragione. Re-incanto del mondo.
Dati per l'Italia. (57.440.000  di  cittadini  60.000.000  di abitanti )
-praticanti   1981 (35%)    1990 (37%)   1999 (40%)  
(fonte :S.Abruzzese,Il posto del Sacro,MILANO 2000.)
-minoranze (non cattolici)  2%  tra i  cittadini ; più del 3,5%  tra gli abitanti ) (STIME 2001:  2.300.000)
-PROTESTANTI  , CHIESE EVANGELICHE , 400.000 circa
-ORTODOSSI 150.000 circa
-ISLAMICI  1.000.000
(STIMA 2001 DA FONTI CARITAS)
-TESTIMONI DI GEOVA 400.000
-BUDDISTI 74.000
-INDUISTI, SIKH, NEOINDUISTI  100.000
-MOVIMENTI DEL POTENZIALE UMANO 100.000
-NEW AGE  20.000
-AREA ESOTERICA 13.000
- RELIGIONI GIAPPONESI  2.500
(Estrapolazioni dai dati CESNUR 2000 in  Enciclopedia delle religioni in Italia-ElleDiCi-NEUMANN)
Qual è  l’atteggiamento verso le religioni oggi in Italia?

Nel 2000 I'80% circa degli italiani si dichiara religioso,cioè si sente di appartenere ad una religione o ad un movimento religioso.

Il rimanente 20% si dichiara ateo o indifferente.

Quante sono le persone che negano  l'esistenza di Dio per affermare la propria libertà e individualità o si dichiarano agnostici ? Meno di quel che si sarebbe portati a pensare.Intorno al 10%.
L' ateismo teorico si rifà ad  importanti filoni di pensiero (l’ illuminismo, il marxismo- leninismo, l’ esistenzialismo, lo scientismo,la filosofia del pensiero debole, etc.).Spesso, per i giovani,l'ateismo anche militante (fino alle forme del satanismo razionalista) è una "copertura teorica" per una vita amorale .
Una posizione altrettanto diffusa tra i non credenti ,è quella dell'indifferenza. In un'epoca in cui si dà una grande importanza ai beni materiali ecco che Dio diventa superfluo,se ne può benissimo fare a meno.Questo ateismo ha una base pragmatica: non  vedo la necessita’ di un rapporto con Dio. Il pragmatismo,la realpolitik,il cinismo, il chiudersi gli occhi, vivere il momento, l’effimero, il sentimento dell’attimo che fugge, etc.;tutte cose molto diffuse nelle società moderne, complesse, faticose, stressanti e dunque semplificatrici, che inducono ad un ateismo pratico fondato sull' indifferentismo religioso.

Nel 2000 l’ Italia è ancora, di fatto, una nazione religiosa? Gli italiani sono ancora un popolo religioso?
Questi interrogativi  sono di attualità dopo  decenni in cui la televisione, il cinema, le pagine dei giornali, le riviste, la letteratura, i dibattiti tra intellettuali sembrano rimandare l'immagine di una società così "secolarizzata” da apparire 'scristianizzata'.
 La
sfera del sacro viene mescolata con il mondo magico, a conferma di una sua estraneità rispetto alla vita contemporanea.
Quanto è reale la secolarizzazione? In che misura ha cambiato gli italiani?     
Una ricerca condotta dal sociologo Franco Garelli (Religione e Chiesa in Italia,IL MULINO, 1991) dimostra che siamo ancora un popolo di cattolici e che  prima di essere cattolici gli italiani sono religiosi, in grandissima maggioranza.>Ma...
Come si è trasformato  il sentimento religioso? 
Innanzi tutto è diminuito il peso specifico della religione istituzionalizzata. Nella scala dei valori dell'italiano d'oggi LA RELIGIONE si trova ai gradini più bassi. Un’inchiesta sui consumi culturali degli italiani aveva elaborato una graduatoria con punteggio per dieci valori: la religiosità figura all'ultimo posto. Prima vengono la famiglia, l'amore, l'amicizia, l'ordine, l'eguaglianza, l'autorealizzazione, la solidarietà, il successo, la partecipazione. La discontinuità della pratica religiosa è uno specchio dell'attuale caduta di prestigio della religiosità.
Quanti sono gli italiani che vanno regolarmente in Chiesa?

Il 40% circa.Il 30% con frequenza settimanale, un altro 10-15% con cadenza mensile. Questa è la grande arca dei praticanti, all'interno dei quali si trova un nucleo, decisamente minoritario,(3-5%) detto di "devoti", cioè i cattolici militanti, impegnati nelle attività religiose.
 Le statistiche indicano un 40% di “ conformisti stagionali": quelli che si fanno vedere in Chiesa almeno in occasione dei funerali e delle grandi festivi
tà. 
Papuzzi, 'La Stampa", 15 aprile 1991
.
Il restante  40%  che si dichiara credente ma non praticante è costituito da persone che sentono una identità ed appartenenza religiosa , cioè riconoscono i  valori religiosi ,tendono a realizzarli ma senza porsi in relazione vitale con Dio. Questo fenomeno viene comunemente chiamato atesimo praticol 40% degli italiani che si dichiarano religiosi vive di fatto come se Dio non esistesse, quindi vive un ateismo pratico. 
Tra gli atei 
esiste una piccola minoranza di persone, per lo più intellettuali, che partecipano alla vita sociale impegnandosi con tutte le loro risorse per costruire la giustizia e la pace (un mondo più giusto e felice per sé e per gli altri,che sono valori centrali delle grandi religioni ), contando solo sulle proprie forze,facendo a meno di qualsiasi  aiuto soprannaturale, trascendente.Questa prassi è quasi sempre la conseguenza di un ateismo pragmatico
:..."fare a meno di Dio è l’atteggiamento piu’ razionale per gli uomini giacchè affidarsi ad una trascendenza che possa intervenire per migliorare il mondo (un Dio peraltro molto improbabile, difficile da trovare) significherebbe diminuire gli sforzi per migliorare se stessi e il mondo".Oppure:..."vorrei credere ma a me non è stata data la fede..".I cristiani li chiamano tradizionalmente "uomini di buona volontà"

«La maggioranza degli italiani, un 88 per cento, crede in Dio o nel sacro. Però solo il 40 per cento ha un'appartenenza organizzata e quindi un buon 48 per cento non vive in collegamento diretto con un'istituzione...Se in Francia la media dei cattolici praticanti è del 10 per cento e in Europa del 20, in Italia resta attestata nonostante tutto al 35 per cento». Del gran terremoto postcattolico atei e agnostici non riescono a profittare: «Sono i panda di un'epoca, in cui è di moda definirsi vagamente religiosi. Non raggiungono più dell'11 per cento»...Quasi tutti gli italiani risultano battezzati e solo l'1,92 per cento è registrato come seguace di altre religioni: un milione e centomila persone appena. Ma per capire le tendenze è bene guardare ai poli di attrazione dell'area che rappresenta il «sommerso religioso». Ci spiega Introvigne che sono in rapida ascesa i Testimoni di Geova e i Pentecostali. I Testimoni sono diventati negli ultimi decenni la vera seconda religione d'Italia: «Secondo i loro calcoli sono 200.000 perché i Testimoni contano soltanto chi effettivamente va di casa in casa, ma se aggiungiamo vecchi e bambini come per le altre religioni, hanno raggiunto ormai le quattrocentomila unità».Anche i Pentecostali segnano successi notevoli. Con i loro duecentocinquantamila aderenti fanno la parte del leone nel mondo protestante che raggiunge i 360.000 fedeli, surclassando le Chiese evangeliche tradizionali come i Valdesi, i Metodisti, i Luterani, gli Anglicani, i Battisti. Al terzo posto in questa gara si collocano i Buddisti con circa settantaquattromila seguaci. I Musulmani, invece dice Introvigne non sono affatto così diffusi fra gli italiani come si pensa. Lasciando da parte gli immigrati che sono oltre mezzo milione(900.000 secondo l'Istat nel 2000), i veri convertiti italiani non superano i diecimila, perché molti altri si convertono spesso unicamente per sposare una donna musulmana e poi non praticano la nuova religione.».Enciclopedia delle religioni in Italia-ElleDiCi-NEUMANN)

IL 

MERCATO

DELL'

OCCULTO

Si puo' ancora dire che la società italiana sia ancora in qualche modo una società di cultura cristiana in quanto molti valori portati nella storia dal cristianesimo (come il rispetto cardinale della persona, la ricerca della giustizia e della pace a tutti i livelli) sono entrati nel costume, nella educazione, nella morale e nelle leggi civili,nelle feste degli italiani.Ma...

IL 60% DEGLI ITALIANI ,NON AVENDO PIU' UN RAPPORTO COSTANTE CON LA RELIGIONE, COSTITUISCE UNA GRANDE "DOMANDA RELIGIOSA" UN  "MERCATO" DI DECINE DI MILIONI DI PERSONE PER I "MERCANTI DI SALVEZZE".


Si configura in Italia una  domanda di salvezza che in qualche modo costituisce un florido mercato per maghi, cartomanti,astrologi,nuovi culti e movimenti salvifici piu’ o meno religiosi.

Come si configura  l’ offerta salvifica nel  mercato dell'atesimo pratico? 

Quali sono i fenomeni nuovi ed emergenti in campo religioso nell'Italia del 2000?  

OCCULTISMO  DATI  1996 

I MAGHI IN ITALIA  DATI  1996 

Astrologi iscritti a due sindacati    .......... 150.000
Giro d'affari   ..... ……...... ... ..........1500 miliardi
Costo medio di un consulto individuale... 200.000 
Costo medio di un consulto di coppia  .... 350.000
Maghi e cartomanti
................................ 3000
Vanno dal mago almeno una volta l'anno 12 milioni di italiani
CLIENTI:
Donne 60%-uomini 40%-
laureati 30%-Diplomati 40% -altri 30%
IL TARIFFARIO :
Amuleto  ............ da 300.000 Lire 
  Fattura contro un nemico ....       10 Milioni 
 
Fattura contro malocchio.......   20 milioni  
 
Fattura a morte     ............da  20 Milioni

Trentino   .............................1   Valle d'Aosta................2
Emilia Romagna    ............... 96  Campania ................. 54 Piemonte     ....................... 157 Toscana ................... 91 Puglia  ............................... 49   Lombardia............... 212 Marche  ............................ 32  Basilicata.................... 11 
umbria  ...............................8   Calabria..................... 40 Veneto   ............................ 30   Lazio......................... 90 Sicilia ............................  117  Friuli-Venezia-Giulia..... 21 Abruzzo    ......................... 28   Sardegna................... 13 Liguria  ............................. 46   Molise..........................6
TOTALE ........................  1104

GIRO D'AFFARI
NEL 2001 SECONDO telefono antiplagio :
13.000 miliardi !

NUOVI CULTI CHIESE E MOVIMENTI RELIGIOSI

 IN ITALIA SI CONOSCONO ALMENO 600 GRUPPI A SIMBOLOGIA RELIGIOSA CON ALMENO 900.000 ADERENTI  

CONSULTA IL C.E.S.N.U.R. 
http://www.cesnur.org/

 

CULTI SATANICI
5
000     .............................. persone in tutto il mondo 
500-1000    ...............................persone in Italia, così divisi: 
50-150    ...........................Confraternita di Efrem il Gatto
200    ..................................... Bambini di Satana 
100  ..................................... altri gruppi minori
150-500    ......................... Chiesa di Satana  di Anton LaVey

AREA DEL SATANISMO "ATEO" DEI GIOVANI IN ITALIA  (MUSICA -DISCOTECA E SUBCULTURE COLLEGATE) 300.000?

(consulta LE GRANDI RELIGIONI -www.emi.it)
Migliaia di giovani, in cerca di Dio e di un significato da dare alla propria esistenza, hanno lasciato la Chiesa, che considerano un'istituzione esteriore incapace di trasmettere un'autentica esperienza del divino. Hanno lasciato anche il sistema occidentale, considerato ingiusto, e hanno incontrato l'Oriente o uno dei NMR. L'incontro non è stato difficile, poiché l'entusiasta proselitismo di questi NMR li spinge a farsi conoscere servendosi di tutti i mezzi possibili: dall'andare di casa in casa, al fermare la gente per strada; dall'affiggere manifesti sui muri delle nostre città, al presentarsi alla radio e alla televisione; dal comparire sulla stampa quotidiana e periodica, al far capolino in film di successo. Una volta raggiunto lo scopo, il movimento isola e plasma i nuovi seguaci in modo da rendere difficile un loro allontanamento.  Sono soprattutto i movimenti che richiedono vita comunitaria e un impegno totale ad arruolare i giovani, in modo particolare coloro che non sono ancora impegnati negli obblighi familiari e professionali. Infatti si sentono tanto più attratti quanto più sono senza legami, disoccupati, inattivi in parrocchia, provenienti da famiglie instabili o appartenenti a minoranze etniche, in situazioni matrimoniali irregolari o in rapporti difficili con i preti.


GRUPPO INDUISTA ITALIANO

La persone coinvolte in questo fenomeno possono essere divise in tre categorie:  
1-quanti hanno prestato occasionalmente attenzione a un NMR;
2-quanti hanno con il NMR una relazione più stretta, ma sempre occasionale; 
3-gli aderenti effettivi che sono talmente coinvolti da poter giungere sino all'abbandono della famiglia e dei lavoro per andare a vivere nella nuova comunità.
Che cosa spinge i giovani ad aderire ai NMR?
  Elenchiamo alcune tra le cause più comuni.  
1 giovani pensano che i NMR soddisfino i loro bisogni fondamentali: bisogno di una comunità che ascolti, dia calore umano, offra sostegno, specie nei momenti di crisi; bisogno di certezze, di risposte semplici a domande complicate e direttive chiare sui problemi della vita; bisogno di armonizzare corpo e anima, sperimentando un clima di entusiasmo tale da avere l'impressione di sfiorare il divino;bisogno di realizzazione personale, di cercare chi li valorizzi, aiutandoli a scoprire chi sono veramente: gli eletti di Dio o i portatori di una particella divina. Tutto questo genera un vero fanatismo e uno spirito missionario; bisogno di trascendenza e di una risposta agli interrogativi ultimi della vita; bisogno di direzione spirituale da parte del capo carismatico, al quale spesso si offre una devozione quasi isterica; bisogno di partecipare a un gruppo che consenta di intervenire nelle decisioni a tutti i livelli e inviti a una donazione totale.  
2 La protesta contro l'ordine costituito, a volte legato alla Chiesa, mentre i NMR, non avendo storia, appaiono non responsabili dell'attuale sistema ingiusto. 
3. L'invocazione di una Chiesa più fedele al vangelo fa rifiutare l'attuale, a causa delle eccessive ricchezze e di tutti gli scandali e gli errori del passato.  
4. L'attrattiva dell'Oriente, unita al bisogno di colmare il vuoto interiore lasciato dalla società consumistica occidentale.  
5. Il desiderio di uno stile di preghiera più festoso e coinvolgente tutta la persona, anche il corpo.  
6. La predicazione entusiasta e insistente dei membri dei NMR. Al reclutamento di nuovi aderenti ci si dedica con entusiasmo, trovando nell'adesione di nuovi membri la controprova della bontà della propria causa.  
7. Il ricorso dei NMR alla Bibbia suscita profondo interesse, tanto più che gli adepti sembrano conoscerla a fondo.  

parapsicologia     1

Parapsicologia-una definizione dei termini
(FONTE www.cicap.org)

La parapsicologia può essere definita semplicemente come lo studio dei fenomeni paranormali (Thalbourne 1982) o, in maniera più articolata, come lo studio di apparenti nuove forme di influenza o comunicazione tra organismi e ambiente, diverse da quelle attualmente conosciute dalla scienza (Morris, 1991).

Tradizionalmente, la ricerca parapsicologica si orienta su due principali aree di studio: la percezione extra sensoriale (o ESP, dall'inglese: Extra Sensory Perception) e la psicocinesi (o PK, da Psychokinesis). L'ESP comprende tre tipi di fenomeni: la telepatia, ovvero l'apparente scambio di informazioni tra mente e mente senza la mediazione di organi di senso; la chiaroveggenza, cioè la presunta abilità di ricevere informazioni su persone o oggetti, distanti o nascosti, senza l'uso normale dei sensi; e la precognizione, ovvero la presunta abilità di prevedere eventi futuri. A differenza di questi fenomeni di tipo "mentale", la psicocinesi presenterebbe conseguenze sul mondo fisico; con questo termine, infatti, si indica solitamente l'apparente capacità della mente di influenzare piccoli corpi in movimento (Rhine, 1934/1973).

ESP e PK costituiscono dunque l'oggetto di studio della parapsicologia e, considerati insieme, vengono definiti con il termine generale di "psi", ovvero la ventitreesima lettera dell'alfabeto greco. Poiché non c'è un accordo generale su cosa sia realmente la psi (e se veramente essa esista) i parapsicologi la definiscono in termini negativi, indicando cioè che cosa non è. Secondo Thouless (1942), che introdusse il termine, la psi sarebbe dunque "l'interazione tra organismi e ambiente (compresi altri organismi) non mediata da funzioni sensomotorie riconosciute". Per dimostrare che la psi ha avuto luogo, il parapsicologo deve dunque eliminare prima tutte le possibili spiegazioni sensomotorie normali. Secondo Palmer (1985, 1986) finché la parapsicologia non avrà prodotto una teoria positiva della psi, che descriva le proprietà che devono essere presenti per poter parlare di "fenomeno psi", tutto ciò che essa potrà affermare di avere dimostrato è, al massimo, il verificarsi di una serie di anomalie.

 

Una panoramica storica
 L'era della ricerca psichica (1882-1930)
Pochi argomenti catturano l'attenzione del pubblico quanto il paranormale. Eppure, l'interesse scientifico per i fenomeni paranormali nacque solamente nella seconda metà del secolo scorso, in seguito all'enorme interesse generato in tutto il mondo dal movimento dello spiritismo. Una parte dei seguaci dello spiritismo incoraggiava la "ricerca psichica" (come veniva definita allora la parapsicologia), visto che rifiutava il soprannaturale religioso, ritenendo che spiriti e altri fenomeni metapsichici obbedissero alle leggi della natura. D'altro canto, il mondo viveva un'era di progresso scientifico senza precedenti, in cui venivano scoperte nuove forme di energia - radiazioni nucleari, onde radio, raggi X - come escludere, dunque, l'esistenza di una qualche energia spirituale o mentale che potesse spiegare dei fenomeni metapsichici così comunemente riportati? (Alcock, 1993).

Il tipo di approccio che il mondo scientifico rivolse a questo tipo di fenomeni rispecchiava quello adoperato in altri ambiti dello studio della natura: la classificazione. Come Darwin raccoglieva osservazioni disparate con cui forgiò la teoria dell'evoluzione, così i ricercatori psichici si affidavano principalmente all'osservazione, alla raccolta e alla classificazione di resoconti aneddotici di esperienze psichiche.

Coscienza

Con il termine coscienza si intende uno stato soggettivo di consapevolezza sulle sensazioni psicologiche (pensieri, sentimenti, emozioni), e fisiche (tatto, udito, vista.) proprie di un essere umano e su tutto ciò che accade intorno ad esso. La soggettività della coscienza è data dal fatto che ogni persona ha una propria modalità di rapportarsi alle esperienze e tale modalità dipende in gran parte da un determinato stile culturale di appartenenza. Ma cosa determina questa consapevolezza? Quali sono i canali grazie ai quali un uomo è consapevole di se stesso e del mondo circostante?
In un individuo la consapevolezza di se stessi e dell'ambiente si struttura grazie ad un insieme di funzioni psico-fisiologiche come la percezione, la memoria, l'attenzione, l'immagazzinamento e l'elaborazione delle informazioni, tutte dipendenti l'una dall'altra e controllate dal cervello. Tutte le informazioni, sia esterne che interne, passano attraverso i nostri organi recettori (occhi, naso, recettori muscolari) e, dopo aver raggiunto il sistema nervoso, vengono da quest'ultimo elaborate.
La coscienza, quindi, è un processo che dipende esclusivamente dall'attività del nostro corpo.
In alcune culture non occidentali la coscienze è considerata come un'essenza metafisica, spirituale non ben definita distaccata dal corpo e dalle leggi della fisica e dotata di una propria autonomia. Essa è, in molti sistemi culturali, paragonata all'anima. Tuttavia l'accezione metafisica della coscienza è solo una astrazione filosofica che non ha alcun fondamento nella realtà e trae origine da diverse credenze religiose come un puro atto di fede.

trance
Il passaggio da uno stato della coscienza a un altro è definito "trance", sostituzione inglese del termine "transe" che, derivante dal verbo latino "transire", significa passare oltre. Nonostante l'infondata attribuzione a essa di numerose qualità di natura sovrannaturale, la trance rappresenta la caratteristica di uno stato psicofisiologico che un soggetto prova nel momento in cui ha una percezione alterata del suo corpo e del mondo circostante.
Un esempio di trance naturale che ogni uomo conosce è l'atto di addormentarsi. Nel momento in cui ci troviamo in una stanza tranquilla, distesi comodamente e con gli occhi chiusi, non riceviamo più dall'ambiente circostante quella quantità di informazioni necessarie che ci rendono consapevoli di cosa accade intorno. La stessa cosa avviene con il corpo: mentre ci si addormenta esso rimane rilassato e fermo per lungo tempo impedendo al cervello di ricevere le sensazioni del tatto e del movimento; anche la consapevolezza del corpo viene a cessare, stiamo passando quindi da uno stato della coscienza, quello di veglia, a un altro stato, quello del sonno.
Le altre forme di trance, quella ipnotica o estatica, hanno caratteristiche simili, sono indotte sottoponendo il corpo alle medesime situazioni, come l'immobilità, la deprivazione o il bombardamento sensoriale, ossia tutte quelle forze in grado di modificare la consapevolezza di sé e dell'ambiente. Oltre a ciò, l'aspettativa di un individuo gioca un ruolo fondamentale e numerose sensazioni vengono percepite perché il soggetto sa che accadranno. Ad esempio, prima di una trance estatica, la suggestione di entrare in contatto con un'entità sovrannaturale darà origine a un'aspettativa di gioia che inevitabilmente sarà percepita. La trance può essere apparentemente spontanea nel momento in cui si verifica in assenza delle suddette situazioni, tuttavia, alla base di tale esperienza sono sempre rintracciabili condizioni di stress, stanchezza o profonde alterazioni emotive.
Oltre a una fisiologica reazione dell'organismo essa può essere la conseguenza di disturbi psicopatologici e neurologici e si esprime in alcune forme di stati crepuscolari isterici o epilettici.
Va ribadito che l'esperienza della trance, se non è provocata da danni neurologici, è comunque soggettiva e varia secondo la personalità di un individuo, la sua storia e soprattutto le sue conoscenze sul fenomeno. La stessa mimica di un soggetto, durante la trance, cambia seguendo le regole del suo modello culturale e del contesto. Un estatico che si aspetta di rivivere la passione del Cristo mimerà l'esperienza della crocifissione, un tarantolato, convinto di essere stato avvelenato da un arcnide, entrerà in trance e agiterà il suo corpo in una sorta di danza, mentre un uomo in trance ipnotica farà o dirà cose che l'ipnotista gli suggerirà. In definitiva, la trance è un'esperienza che può essere inquadrata in termini sia fisiologici che psicopatologici ma è inevitabilmente condizionata da fattori antropologici. 

Ma chi erano i ricercatori psichici dell'epoca? In Gran Bretagna erano soprattutto fisici, come Sir William Crookes (Premio Nobel nel 1907), Lord Raleygh (Premio Nobel nel 1904) e William Fletcher Barrett, naturalisti come Alfred Russell Wallace (che sviluppò indipendentemente da Darwin la teoria dell'evoluzione) e filosofi, come Henry Sidgwick. La maggior parte di questi scienziati si raccolse intorno alla Society for Psychical Research (SPR), nata nel 1882 con lo scopo, tra l'altro, di documentare scientificamente la sopravvivenza dopo la morte.  J. R. Searle, Mind, Brains, and Programs, Behavioral and Brain Sciences 3/1980, pp. 417-457.
T. Tart, Stati di Coscienza, astrolabio, Roma,1975.
Amelia Beltramini (a cura di ) Alla ricerca della coscienza, Focus n°. 88, febbraio 2000.
Riccardo Venturini, Coscienza e cambiamento, Cittadella editrice, Assisi, 1995
De Martino E. La terra del rimorso, EST, 1996.
Erikson M. Rossi L., Tecniche di suggestione ipnotica, Astrolabio Roma,1976.
Neher, A. La psicologia della trascendenza, MEB, Padova, 1991.
Venturini V. Coscienza e cambiamento, Cittadella editrice, Assisi, 1995.

Negli Stati Uniti, l'American Society for Psychical Research (ASPR), nata solamente due anni dopo la SPR, vedeva tra i suoi componenti alcuni tra i più eminenti psicologi dell'epoca, come William James, G. Stanley Hall, Edward B. Titchener, Morton Prince e Joseph Jastrow.

In Francia, si tenne nel 1890 il quarto congresso internazionale di psicologia, di cui un'intera sessione era dedicata allo spiritismo e alla ricerca psichica. Il presidente del congresso, Ribot, annunciò la fondazione a Parigi di un istituto per la ricerca psichica, l'Institut Général Psychique, cui aderirono tra gli altri psicologi come Pierre Janet, Gabriel Tarde e William James (McGuire, 1984), oltre al fisiologo Charles Richet (Premio Nobel nel 1913).

Il grande entusiasmo che caratterizzò questo periodo della ricerca psichica, tuttavia, non durò a lungo. Il gruppo di psicologi americani dell'ASPR, per esempio, si sciolse nel 1889 per aver fallito nella ricerca di prove credibili per i fenomeni metapsichici. Solo William James continuò nel suo interesse e sarebbe più tardi diventato presidente della SPR. Inoltre, lo scetticismo prendeva rapidamente il sopravvento man mano che i medium venivano colti a imbrogliare e diventava ovvio che non erano in grado di produrre i loro fenomeni in condizioni controllate.

 Nascita della parapsicologia (1935-1950)
Nel 1935, la Duke University di Durham, nella Carolina del Nord, aprì il primo laboratorio di parapsicologia, diretto da J. B. Rhine. Questi introdusse il termine "ESP" (percezione extra sensoriale) e, coerentemente con il paradigma predominante nella psicologia sperimentale dell'epoca, spostò l'attenzione dagli aspetti qualitativi a quelli quantitativi del fenomeno (Rhine, 1934/1973).

Xenoglossia

Esistono davvero persone capaci di parlare lingue a loro sconosciute? Sì, secondo alcuni parapsicologi. La spiegazione di questo discusso fenomeno, noto come "xenoglossia", risiederebbe nel fatto che una "entità" sopravvissuta alla morte riuscirebbe a esprimersi, in una lingua appresa in un'altra vita, attraverso la reincarnazione o la possessione temporanea di un corpo "preso a prestito".
Casi di questo tipo sono estremamente rari e di questi solo pochi sono stati studiati in maniera rigorosa, tale da escludere altre possibili spiegazioni. Lo studioso americano Ian Stevenson sostiene che alcuni dei casi da lui studiati possono spiegarsi solo avanzando ipotesi di tipo paranormale; tuttavia, un esame dettagliato di questi casi ha portato a concludere che le persone oggetto dei suoi studi non sembravano conoscere veramente la lingua in questione, ma sembravano piuttosto conoscere un numero limitato di parole di quella lingua e utilizzavano sempre queste per rispondere, in modo stereotipato, alle domande degli studiosi.
Un caso noto è quello di un americano che parlava un eccellente russo, sebbene sosteneva di non averlo mai studiato. Indagini hanno dimostrato che i genitori vivevano accanto a un insegnante di russo, le cui lezioni erano chiaramente udibili dalla culla del bambino. Il linguaggio era dunque stato acquisito con mezzi normali dall'uomo, ma le circostanze erano state del tutto dimenticate.
Sebbene in questi casi le persone possono aver imparato parole e frasi in un'altra lingua senza ricordarsi come ciò sia avvenuto, in altri ci si trova di fronte a falsificazioni più o meno coscienti. E' il caso, per esempio, di quei medium, santoni o veggenti che affermano di parlare lingue misteriose, come un oscuro "dialetto tibetano", il "sanscrito" o "l'aramico", ma perdono questa abilità, o non sono più in grado di dimostrarla, quando si trovano di fronte un autentico esperto in queste lingue. Altri ancora, poi, si limitano a simulare l'accento della lingua straniera continuando però a parlare la propria lingua madre.

Sulla base di esperimenti con carte da indovinare e con i dadi da gioco, Rhine sosteneva che l'esistenza dei fenomeni paranormali, come l'ESP o la psicocinesi, poteva essere dimostrata oltre ogni ragionevole dubbio. Le sue argomentazioni e le sue prove conquistarono immediatamente l'attenzione degli psicologi. Al punto che un sondaggio del 1938 mostrò che l'89% di chi lavorava in psicologia negli Stati Uniti riteneva la parapsicologia un legittimo studio scientifico, e il 79% affermava di considerare la parapsicologia un accettabile campo di studi all'interno della psicologia (Alcock, 1993).Come in passato, anche allora importanti figure della scienza - come il fisico Wolfgang Pauli, che avrebbe vinto il Nobel nel 1945 - manifestarono il loro interesse per la parapsicologia. Interesse che, tuttavia, ancora una volta sarebbe durato poco. Sul finire degli anni cinquanta risultò chiaro che gli esperimenti di Rhine con le carte da gioco e i dadi erano da ritenersi metodologicamente insufficienti (Hansel, 1966), e l'interesse degli psicologi per l'argomento declinò rapidamente.
 Macrofenomeni (1960-1980)

Dopo avere abbandonato lo studio di medium e soggetti apparentemente molto dotati in conseguenza delle innumerevoli frodi riscontrate, in favore di studi statistici apparentemente più sicuri, gli studiosi di fenomeni paranormali rivolsero nuovamente la loro attenzione agli aspetti qualitativi del fenomeno. Vennero così alla ribalta soggetti, come la russa Nina Kulagina, l'americano Ted Serios e l'israeliano Uri Geller, apparentemente capaci di dimostrare potentissime facoltà psicocinetiche. Ancora una volta la comunità scientifica sembrò disposta a riconoscere la parapsicologia come una scienza legittima. Nel 1969 l'antropologa Margaret Mead, allora presidente dell'American Association for the Advancement of Science, riuscì a convincere i suoi colleghi ad affiliare la Parapsychology Association. Ancora una volta eminenti scienziati, come Brian Josephson (Premio Nobel nel 1973), David Bohm, Robert Jahn (allora preside di ingegneria a Princeton) e il matematico John Taylor dichiararono il loro sostegno per la parapsicologia. La prestigiosa rivista scientifica Nature, pur con tutte le cautele e le critiche del caso, arrivò a pubblicare un lavoro dei fisici Russell Targ e Harold Puthoff nel quale si descrivevano esperimenti di telepatia e chiaroveggenza con Uri Geller e altri sensitivi (Targ e Puthoff, 1974).

Ancora una volta, però, l'entusiasmo non durò a lungo. Sospetti e prove di frode sia nei casi della Kulagina, sia in quelli di Serios, di Geller e di altri misero queste ricerche sotto una luce discutibile. Scienziati come John Taylor (Taylor e Balanovski, 1979) ritrattarono la loro approvazione mentre altri, come B. F. Skinner e Carl Sagan, aderirono nel 1975 al costituendo Committee for the Scientific Investigation of the Claims of the Paranormal, un'organizzazione nata per indagare scientificamente il paranormale e per smascherare pubblicamente casi di frode e auto-inganno.

L'incapacità di fornire esperimenti replicabili da parte di laboratori indipendenti rappresentava il più grande impedimento nel sostenere l'interesse della comunità scientifica.

Microfenomeni (1980-oggi)

Contemporaneamente allo studio di soggetti dotati, tuttavia, la parapsicologia sviluppò a partire dagli anni settanta tecniche nuove e interessanti, compreso l'uso di generatori di eventi casuali attivati dal decadimento radioattivo e analisi statistiche sempre più sofisticate.

Il pendolo dell'interesse sperimentale negli anni ottanta oscillò ancora una volta, come cinquant'anni prima, dai grandi fenomeni fisici, ancora una volta macchiati da ripetuti casi di frode, a microfenomeni rilevabili con lunghe serie ripetute di prove e rilevazioni statistiche.

Nel 1984 venne inaugurata presso l'Università di Edimburgo la prima (e tuttora unica) cattedra di parapsicologia, istituita in seguito a un lascito dello scrittore Arthur Koestler, grande estimatore della materia, e diretta ancora oggi da Robert L. Morris.

Problemi di finanziamento in questi ultimi anni, tuttavia, hanno portato alla chiusura di laboratori per la ricerca parapsicologica fra i più importanti, e l'interesse della comunità scientifica è ai minimi storici. Un sondaggio del 1982 rivolto all'élite scientifica degli Stati Uniti rivelava che solo il 4% degli intervistati considerava l'ESP un fatto assodato, mentre il 50% lo riteneva una cosa impossibile o, al massimo, una possibilità molto remota (McClenon, 1982).

Lo status attuale della parapsicologia

Attualmente i principali filoni di studio della parapsicologia sono i seguenti:

1 Visione a distanza (remote viewing). I fisici Targ e Puthoff (1974) pubblicarono la prima serie di esperimenti di "visione a distanza", condotti presso lo Stanford Research Institute (SRI), sulla rivista Nature. La "visione a distanza" (remote viewing) sarebbe una variante della chiaroveggenza, in cui particolari soggetti sembrerebbero in grado di descrivere luoghi geografici visitati da altre persone senza avere con esse alcun tipo di contatto normale. Gli psicologi Marks e Kammann (1978; 1980) si dimostrarono incapaci di replicare i risultati dei due fisici e scoprirono una serie di gravi errori nelle procedure sperimentali di visione a distanza. Hyman (1977) rilevò una serie di problemi statistici che avrebbero potuto alterare il numero di risultati significativi e Caulkins (1980) riscontrò una mancanza di controlli adeguati e l'assenza di gruppi di controllo.

Il governo degli Stati Uniti, tuttavia, considerò gli studi condotti allo SRI, e in seguito presso la Science Applications International Corporation, sufficientemente interessanti per finanziarli, con investimenti miliardari, per oltre vent'anni (Targ & Harary, 1984). Nel 1994 incaricò un gruppo di esperti di condurre una valutazione scientifica dei risultati. Uno degli esperti (Utts, 1995) concluse che i risultati erano sufficientemente significativi per dimostrare l'esistenza di una qualche forma di facoltà paranormale. Un altro (Hyman, 1995) concordava sul fatto che i risultati si distaccavano dalla normale distribuzione statistica. Tuttavia, rilevava che ciò non dimostrava di per sé l'esistenza di facoltà paranormali. Deviazioni significative dall'ipotesi nulla possono avere luogo per svariati motivi. Inoltre, Hyman sottolineava che per poter sostenere in modo convincente che una qualche forma di percezione anomala è stata scoperta, la parapsicologia deve acquisire la capacità di specificare le condizioni in cui si possono osservare affidabilmente tali fenomeni.

2. L'effetto Ganzfeld. A partire dalla fine degli anni settanta, esperimenti ESP in cui i soggetti venivano posti in una condizione di "Ganzfeld" (situazione di stimolazione sensoriale ridotta, prodotta solitamente coprendo gli occhi di un soggetto disteso con due mezze palline da ping pong, su cui è puntata una luce rossa, e diffondendo attraverso un paio di cuffie del rumore bianco) si sono rivelati particolarmente incoraggianti (Honorton, 1978). Hyman (1985) ha in seguito completato una valutazione di tutte le ricerche Ganzfeld condotte tra il 1974 e il 1981 e ha concluso che i risultati prodotti non si discostano di molto da quelli ottenibili per caso. Tali studi, inoltre, presentavano seri problemi metodologici - tra cui tecniche inadeguate di randomizzazione, analisi statistiche erronee e mancanza di controlli adeguati per prevenire la frode. Per superare questo tipo di problemi Hyman e Honorton (1985) realizzarono un documento comune che descriveva le caratteristiche che avrebbero dovuto avere le future ricerche di Ganzfeld per essere considerate attendibili.

Una valutazione di Bem e Honorton (1994) su tali ricerche concludeva che le prove a favore dell'ESP continuavano a essere significative. In particolare, sottolineavano che 11 nuovi esperimenti di auto-Ganzfeld (una variante del protocollo originale) avrebbero risolto la questione una volta per tutte, non appena i risultati fossero stati replicati da ricercatori indipendenti. Hyman (1994) riconosceva la superiorità metodologica di questi esperimenti, rispetto ai precedenti, ma sottolineava che le tecniche di randomizzazione erano ancora inadeguate e rilevò un pattern caratteristico nei dati che avrebbe potuto riflettere la presenza di un artefatto. Per questi motivi invitava ad attendere le repliche indipendenti di questi esperimenti che, tuttavia, devono ancora materializzarsi.

3. Gli studi con i generatori di eventi casuali. Da circa trent'anni Helmut Schmidt conduce esperimenti sulla capacità dei soggetti di predire (precognizione) o influenzare (psicocinesi) il decadimento radioattivo di particelle subatomiche. In una tipica prova di precognizione, un soggetto siede di fronte a una macchina con quattro lampadine (Schmidt, 1969). Sotto ogni lampadina si trova un bottone. Compito del soggetto è quello di indovinare quale lampadina si accenderà e, per indicare la propria previsione, il soggetto preme un bottone posto sotto la lampadina prescelta. La macchina sceglie quale lampadina accendere secondo un processo assolutamente casuale, basato sul decadimento di un isotopo radioattivo in essa contenuto: per questo motivo tali macchine sono definite "generatori di eventi casuali" (o "Random Event Generators", in sigla: REG). In breve, l'isotopo radioattivo emette a intervalli irregolari dei "segnali" registrati da un contatore Geiger e trasmessi alla macchina. Una volta che il soggetto preme un bottone sotto una lampadina, la macchina fa corrispondere il successivo segnale che arriva dall'isotopo con una lampadina a caso. Se il soggetto ha premuto il bottone corrispondente alla lampadina che si è poi accesa si ha un successo.

Stando agli esperimenti condotti da Schmidt (1969), la media di successi ottenuti si aggirerebbe sul 27%; mentre, per il caso, ci si attenderebbe una media di successi del 25% (un soggetto, infatti, ha ogni volta una probabilità su quattro di indovinare la lampadina giusta). Questo scarto del 2% andrebbe attribuito secondo Schmidt alla reale facoltà dei soggetti di prevedere il futuro. In seguito, Schmidt (1971) ha ipotizzato che forse i suoi soggetti non prevedevano il futuro ma influenzavano il "generatore" a dare le risposte volute per mezzo della psicocinesi.

Alcock (1989) ha condotto un'approfondita analisi del lavoro di Schmidt. Egli riconosce l'onesto sforzo fatto per migliorare la qualità della ricerca parapsicologica, e l'ingegnosa creatività introdotta nei suoi esperimenti. Detto questo, però, egli ritiene che questi esperimenti presentino seri difetti metodologici, al punto che non risulta possibile determinare se i dati ottenuti sono realmente dovuti a un qualche fenomeno insolito o, piuttosto, a problemi sperimentali. Va anche detto che successivi tentativi da parte dei parapsicologi di replicare i risultati di Schmidt o hanno ottenuto percentuali di successo ininitesimali (Jahn, 1985) o sono stati dei completi fallimenti (Beloff e Bate, 1971; Thouless, 1971).

Questa rapida panoramica dei principali ambiti di studio della parapsicologia dimostra che gli esperimenti più attendibili sono inficiati da problemi di tipo metodologico e da errori statistici di vario tipo. Finché non saranno intraprese repliche rigorose e indipendenti dei singoli esperimenti non ha senso discutere se le facoltà paranormali siano state dimostrate scientificamente oppure no.

 La mancanza di carattere cumulativo
Il problema costante della parapsicologia sembra essere quello di dimostrare che possiede un argomento di studio. Ray Hyman (1981) fa notare come ogni generazione introduce qualche tecnica nuova, qualche nuovo paradigma sperimentale che promette di fornire finalmente la prova convincente dell'esistenza della psi e di offrire la possibilità della replicabilità dell'esperimento. Eppure ogni nuova iniziativa di ricerca in fin dei conti dimostra di non essere più efficace, per fornire prove definitive, della tecnica che ha rimpiazzato.
Questa base mutevole di dati viene definita da Hyman (1981) mancanza di carattere cumulativo. Ogni scienza, eccetto la parapsicologia, si costruisce sui suoi dati precedenti. La base dei dati continuamente si espande con ogni generazione nuova, ma le ricerche precedenti continuano a farne parte. La fisica è cambiata enormemente da quando Newton condusse il suo famoso esperimento con i prismi per dimostrare che la luce bianca contiene tutti i colori dello spettro. Nonostante ciò, l'esperimento di Newton è ancora valido e produce ancora oggi gli stessi risultati. La psicologia ha modificato la sua visione circa la natura della memoria dai tempi in cui Ebbinghaus condusse nel 1885 i suoi famosi esperimenti sulla curva dell'oblio. Ora si ritiene che la memoria sia più dinamica e complicata di quanto il modello immaginato da Ebbinghaus suggerisse. Tuttavia, le sue scoperte possono essere replicate ancora oggi e costituiscono un'importante parte delle informazioni a nostra disposizione sulla memoria.
In parapsicologia
, la base dei dati si espande molto poco perché i precedenti esperimenti vengono scartati continuamente e dei nuovi prendono il loro posto.
Quando venne fondata la Society for Psychical Research nel 1882, il suo primo presidente, Henry Sidgwick indicò gli esperimenti con le sorelle Creery come la prova che avrebbe dovuto convincere anche gli scettici più tenaci della realtà della telepatia. Poco dopo, gli esperimenti con Smith e Blackburn sembrarono offrire ulteriori prove di telepatia scientifica. La generazione successiva di studiosi scoprì che le sorelle Creery imbrogliavano e apprese da Blackburn come anche lui e Smith si fossero serviti di trucchi (Polidoro, 1998). Come risultato i parapsicologi smisero di servirsi di questi casi per sostenere le loro affermazioni e indicarono come prove convincenti altre ricerche contemporanee.
Negli anni trenta sostenevano che erano gli esperimenti di indovinamento delle carte condotti da J. B. Rhine a provare la realtà della ESP. La generazione successiva abbandonò gli esperimenti di Rhine, ritenendoli metodologicamente troppo viziati, ed esaltò come prova delle facoltà telepatiche il lavoro di Soal-Goldney.
La generazione successiva
dovette abbandonare anche i risultati di Soal quando Betty Markwick (1978) dimostrò in modo convincente che Soal aveva alterato artificialmente i suoi dati.
Oggi nessuno considera più le sorelle Creery, Smith e Blackburn, gli esperimenti di Rhine o quelli di Soal come valide prove dell'esistenza di facoltà paranormali. I candidati contemporanei a tale posizione sono gli esperimenti Ganzfeld, la visione a distanza e gli esperimenti con i generatori di eventi casuali di cui abbiamo detto sopra.
Oltre un secolo di studi nel campo del paranormale mostra che ogni generazione di parapsicologi ha affermato con fiducia di avere ottenuto convincenti prove scientifiche a favore dei fenomeni ESP o PK. Ogni generazione successiva, tuttavia, esplicitamente o tacitamente concedeva che ciò che la precedente generazione aveva proposto come prova solida non era più accettabile. Invece, la nuova generazione puntava a una nuova attuale prova che sosteneva essere decisiva.
È difficile oggi dire se succederà la stessa cosa con il Ganzfeld, la visione a distanza o i generatori di eventi casuali. Forse questa è davvero la generazione che ha finalmente trovato le prove "definitive" a favore delle facoltà paranormali. Ma è troppo presto per dirlo. Solo la storia potrà darci la risposta e Hyman (1995), a questo proposito, cita E. G. Boring (1955) che, prendendo spunto dagli esperimenti di Soal-Goldney, scriveva che non si può mettere fretta alla storia.

 La "psicologia dell'insolito"

Seppure la parapsicologia non ha ancora dimostrato in maniera conclusiva l'esistenza di "canali anomali" per la trasmissione delle informazioni o la capacità della mente di influire sulla materia, resta un problema reale tuttora irrisolto. Si tratta del fatto che una porzione significativa della popolazione vive o ha vissuto esperienze insolite per le quali ritiene, a torto o a ragione, che non esista una spiegazione "normale" (Alcock, 1981; Gray, 1984; Otis e Alcock, 1982).

Sono esperienze piuttosto comuni quelle di avere dei "flash" telepatici (per esempio: penso a un amico che non vedo da tanto tempo e lo incontro pochi minuti dopo), di fare dei sogni "premonitori", o di vivere sensazioni di deja vu. Si tratta certamente di esperienze che possono avere una miriade di spiegazioni "normali" (Alcock, 1981; Marks & Kammann, 1980; Neher, 1980; Reed, 1972; Zusne & Jones, 1982) ma che, dato il loro forte impatto emotivo, possono apparire come "paranormali" a un pubblico che non dispone degli strumenti interpretativi necessari. Un gran numero di sondaggi (Alcock 1981; Evans 1973; Irwin, 1985; McConnell 1977; Sheils & Berg, 1977) ha, infatti, dimostrato come esperienze personali di questo tipo rappresentino la principale motivazione offerta dai rispondenti per la loro credenza nei fenomeni paranormali.

Chi vive questo tipo di esperienze, non trovando spiegazioni facilmente accessibili presso chi dovrebbe fornirgliele - gli psicologi, per esempio - si rivolge alla parapsicologia. Qui ottiene molte "spiegazioni" a base di ESP o PK che, tuttavia, non spiegano nulla veramente e lasciano intatto il mistero che circonda l'esperienza in questione. D'altra parte, gli stessi psicologi, che tuttavia rappresentano il gruppo di studiosi accademici più scettici sull'argomento, rispetto a colleghi nell'ambito delle scienze naturali o in quello umanista (Wagner e Monnet, 1979), non sono immuni da confusione e disinformazione. Una serie di sondaggi condotti annualmente da Petter (1996) sugli studenti del primo anno di psicologia rivela, per esempio, che ogni anno la percentuale di coloro che ritengono la telepatia un fenomeno fondato si aggira intorno al 55%, mentre solo il 10% si dichiara scettico.

Blackmore (1988) argomenta che la parapsicologia difficilmente può avere successo nelle sue ricerche per trovare fenomeni paranormali. Ciònonostante, la parapsicologia potrebbe dare un importante contributo studiando le esperienze apparentemente paranormali delle persone. Come si osservava più sopra, sebbene manchi la prova che gli eventi paranormali sono reali, è sicuramente vero che le persone vivono queste esperienze come tali. Questo cambiamento di obiettivi sarebbe un modo per preservare l'esistenza della parapsicologia come disciplina autonoma.

Tuttavia, questo tipo di conversione della parapsicologia non appare realistico. La maggior parte dei parapsicologi vede la dimostrazione conclusiva dei fenomeni paranormali come l'unica ragione di esistenza della loro attività. Da Rhine in poi i parapsicologi non si sono messi alla ricerca di nuovi fenomeni che semplicemente allargassero la base cognitiva delle scienze esistenti. Volevano mostrare che gli esseri umani e lo spirito umano hanno alcune caratteristiche che non potrebbero, per principio, essere catturate dalle leggi scientifiche ortodosse.

Lasciamo dunque che la parapsicologia segua il suo corso, nella speranza, sempre più remota, di dimostrare in maniera conclusiva l'esistenza della psi. A questo punto, resta comunque scoperta un'area di studio di enorme interesse per il pubblico: quella delle esperienze anomale. È qui che la psicologia cognitiva potrebbe fare molto. Per cominciare, sarebbe auspicabile sistematizzare e raccogliere sotto un'unica branca di studi le conoscenze psicologiche e neuropsicologiche relative a fenomeni considerati anomali, come: esperienze di apparente ESP, deja vu, paramnesia, ipersensibilità, visioni di fantasmi, ipnosi, esperienze "fuori dal corpo" (out-of-body experiences) ed esperienze ai confini della morte (near-death experiences).

Altri filoni di studio possono invece essere rivolti a comprendere non solo come si verifica questo tipo di esperienze ma anche perché le persone sono portate a interpretarle come paranormali. Si tratta dunque di ampliare anche a questi fenomeni quanto fatto, per esempio, nel campo degli errori di ragionamento, in quello dei bias del ricordo e della testimonianza oculare come anche in quello dei sistemi di credenze.

A dire la verità, si era cominciato a fare qualcosa di simile già agli albori della psicologia: Lehmann (1893) e Jastrow (1900), per esempio, furono tra i primi a occuparsi di psicologia delle esperienze anomale inquadrandole all'interno delle conoscenze psicologiche dell'epoca. Con il nuovo secolo, tuttavia, l'interesse degli psicologi si rivolse a fenomeni più oggettivamente esaminabili, lasciando sullo sfondo le questioni relative alle anomalie. Bisogna aspettare quasi settant'anni (Reed, 1972) per vedere un nuovo testo dedicato alle esperienze psicologiche insolite, ed è solo da poco che la psicologia dell'esperienza anomala, o psicologia dell'insolito, sta prendendo finalmente piede come un vero e proprio ramo della psicologia cognitiva (Alcock, 1981; Della Sala, 1999; Marks & Kammann, 1980; Neher, 1980; Reed, 1972; Zusne & Jones, 1982).

Allargare il lavoro degli psicologi anche a questi argomenti non può che rappresentare un beneficio duplice: per il pubblico, che troverà finalmente una spiegazione a una quantità di fenomeni generalmente considerati come paranormali, e anche per i parapsicologi. Per questi ultimi, infatti, ci sarebbe comunque da guadagnare: se si scoprirà che non esiste alcuna psi, si imparerebbe comunque molto circa le esperienze e le credenze umane. Se invece un giorno si arriverà a stabilire che la psi esiste, lo si potrà fare solamente dopo che la psicologia avrà scartato tutte le spiegazioni normali.

Massimo Polidoro

Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale (C.IC.A.P.)C.P. 1117-35100 Padova


RELIGIOSITA' SECONDARIA

La dimensione religiosa, al di là del fatto di essere credenti o non credenti, fa parte della vita. Tutte le persone sono religiose, anche se non sanno di esserlo o professano di non esserlo. Tutte avvertono la propria finitudine, la contingenza, la precanietà. Tutte si pongono domande sul senso della vita e della morte, del «prima» e dei «dopo»: «Chi sono? Da dove vengo? Dove vado? Perché il dolore?». Ma ci sono interrogativi cui nessuno può dare una risposta soddisfacente. Per questo si ha bisogno di sovrumano, che nella terminologia cristiana corrisponde al bisogno di Dio.

Seppur con varie accezioni e rappresentazioni, il sovrumano è sempre stato presente in tutte le civiltà, anche se nel recente passato a una mentalità sacrale ne è succeduta una secolare. Da Dio l'attenzione si è spostata all'uomo, dal trascendente all'immanente. Nell'attuale società occidentale, sorpassate le grandi ideologie basate sulla ragione, il cuore torna al centro delle pulsioni umane, con i suoi errori ma anche con la sua energia, alla ricerca di amori più sublimati.
Superati i bisogni primari (casa, cibo, vestiario), caduti quei valori «paterni» nei quali non si riesce più a credere, si è acuito il bisogno di spiritualità, di sintonia con il mistero, poiché si avverte il vuoto che la ragione e la tecnologia non possono colmare. Si procede alla ricerca di qualcosa che vada oltre la scienza e la ragione. L'uomo ìperrazionale e ipertecnologico non può fare a meno del trascendente: è una sua necessità, anche quando la nega.
Spinti da un'insoddisfazione spirituale, si torna al sacro per una reale esigenza di vita interiore, per un bisogno di riferimento all'assoluto più che di appartenenza a un credo specifico. Tuttavia ognuno risponde all'insopprimibile richiamo del trascendente secondo la propria formazione individuale e ambientale. C'è chi fa ricorso a una spiritualità semplice, immediata, fatta di credenze, di devozioni, di prodigi e di miracoli.

C'è chi si tuffa nella religiosità con le idee confuse se non addirittura malate, provando l'ebbrezza dell'ignoto e della magia. Persino i gruppi satanici evidenziano, anche se in forma antitetica, un bisogno di sacro. Esiste un consumismo della spiritualità che nasce da una religiosità disperata disposta a raccogliere tutto quello che trova. Credenze vaghe che si coniugano con mistiche deviate, mondi dove ognuno s'inventa la propria religione, secondo le mode o gli oroscopi. ( CREDERE E AMARE-Giacomo Dacquino-psichiatra)
Alcuni considerano queste forme di ricerca spirituale come "religiosità secondaria". 
Altri ritengono che ad esse non possa neppure applicarsi il termine di "religioso".

GLI ARCHETIPI
SIMBOLI   

Nei miti sulla creazione ritroviamo una costante presenza dell’elemento sacro. Non vi è traccia del concetto di materia inanimata tutto è vivo e cosciente. Coscienza e materia nascono insieme, si risvegliano insieme dal profondo sonno primordiale . Non vi è cenno di separazione tra materia e spirito.
Nella tradizione indiana è addirittura l’elemento di autocoscienza "io sono" che dà il via all’intero processo creativo. Dall'unità immanifesta della Coscienza Vuota nasce un'energia intelligente, dinamica e creativa, che genera lo spazio, il tempo e i mondi. Ogni aspetto della creazione, dalle particelle subatomiche agli atomi, ai pianeti, alle galassie, nasce da questa energia ed è caratterizzato dal movimento roteante e spiraliforme.Il segno della spirale è il segno del movimento, che, dal nulla centrale, si estende e si espande nello spazio/tempo e nella complessità e che, successivamente, dalla complessità esterna ritorna al centro vuoto.

SPIRALI IN OCRA ROSSA-TEMPIO IPOGEO ISOLA DI MALTA-SANTO DEI SANTI -(vista all'infrarosso)

swastika.gif La spirale, che assume differenti forme, come il serpente, la svastica, il fiore o il tao, è uno dei simboli più comuni e ricorrenti dell'umanità, incisa sulle pareti di roccia o dipinta nei luoghi sacri. Essa rappresenta il senso del movimento creativo centrifugo, dal nulla centrale alla manifestazione fisica verso l'esterno, e del movimento inverso di involuzione centripeta, dalla manifestazione al nulla... un ciclo che l'essere umano primitivo osservava ogni primavera, quando dal ramo nudo apparivano i germogli e da essi le foglie e soprattutto i fiori, con i loro petali disposti a spirale, pensate alla rosa o al girasole. La spirale è anche raffigurazione del sole e di tutti i cicli solari diurni-notturni e stagionali che scandiscono il tempo e la vita stessa.
I simboli sono un linguaggio profondo, tipico del sogno e dell’inconscio,il linguaggio della coscienza intuitiva e contemplativa della preistoria umana.Sulle caverne l'uomo ha lasciato molti simboli:alcuni sono tratti dalle cose della natura, altri sono creazione umana.Questi ultimi stanno ad indicare qualcosa che non è immediatamente percepibile nella natura, qualcosa che viene dalla coscienza profonda e contemplativa. I primi simboli creati dagli uomini sono simboli dell'invisibile, dell' inesprimibile, del sacro.
Un milione e mezzo di anni fa l' homo erectus  ha visto ed osservato segni naturali portatori di informazioni;ha riprodotto quei segni sotto forma di glifi (tracce) sulle pareti delle grotte per trasmetterne il messaggio. Poi è arrivato il giorno in cui l'uomo  ha inventato segni alcuni dei quali non esistevano in natura, segni che erano stati  caricati da lui  di un significato, di un messaggio.
E' la concezione simbolica : essa si ritrova solo nella specie umana.

bilva.gif surya.gif chandra.gif
ANTICHI SIMBOLI DELL'INDUISMO

I simboli esteriori  (i segni delle caverne) nascono prima come simboli interiori , archetipi del linguaggio del profondo.
Sono
glifi portatori dei significati propriamente umani .I significati che l'uomo scopre nel suo costitirsi tale nel primo incontro con il sacro.(jeroglifi).
I simboli sacri interiori nascono insieme con la coscienza umana , anzi,  la costituiscono                  

I SIMBOLI RELIGIOSI NASCONO CON LA PERCEZIONE DEL SACRO, CON L'OMINAZIONE

Da piu' di 5000 anni gli uomini hanno fissato su pietra,argilla,papiro,pergamena,legno,nei canti,nelle danze,nei racconti , la coscienza delle loro esperienze religiose.La conoscenza  umana. Cosi' gli uomini hanno creato i simboli ed i linguaggi.L'uomo nasce con la percezione sovrasensibile del sacro, e nella ominazione si  costituisce nella interiorità umana la rappresentazione del sacro, la sua impronta , i  simboli interiori, gli archetipi sacri,gli jeroglifi.
(
Secondo la psicologia di C.G.Jung questi archetipi vengono trasmessi di generazione in generazione)
Gli archetipi interiori diventano nella comunicazione umana simboli esteriori, segni sacri,i simboli religiosi.
Tutti gli uomini comunicano questi archetipi quando fissano segni, simboli, linguaggi.

Leggi  QUI cosa dice  C.G.Jung

I simboli rivelano significati transpersonali, transcoscienti.
I simboli esteriori,quelli che costituiscono i linguaggi umani, verbali, grafico-pittorici, musicali,etc. manifestano sempre gli archetipi, i simboli interiori che sono l'impronta delle esperienze umane del Sacro.
simbolo=
un segno che  "massaggia l'interiorità umana"  ,che attiva archetipi profondi,che richiama alla mente altri segni, scatena emozioni, attiva comportamenti.
(i simboli dei bambini, degli adolescenti, di gruppi sociali, simboli sessuali,simboli religiosi:la crocerossa-la mezzaluna-la bandiera-il fiocco rosa-il fiocchetto rosso AIDS,la croce che induce i cristiani a segnarsi o pregare…)
Nella vita umana segni e simboli si legano e si richiamano ,formano i linguaggi umani.
I simboli piu' antichi sono sacri e si ritrovano nelle grotte dove si svolgevano i primi  riti religiosi.

GRAFFITI IN VALCAMONICA (BS)  -
Uomo orante a sinistra,cerchio con centro, a destra.             
POPOLAZIONE DEI CAMUNI (7000-8000 A.C.-NEOLITICO) 
     

SPIRALI NEL SANCTA SANCTORUM 
TEMPIO MEGALITICO DI MALTA

TUTTI I POPOLI HANNO RACCONTATO LE LORO ESPERIENZE RELIGIOSE PER MEZZO DI SIMBOLI:
il fuoco, il sole,la nube luminosa,la luna,gli astri,il fulmine, il tuono, etc...
L'esperienza del Sacro, del mondo degli dèi è sempre raccontata come qualcosa di tremendo, luminoso, spaventoso, meraviglioso: numinoso! 
(I Numi ,per i popoli latini erano gli dèi).
I simboli religiosi richiamano alla mente l'esperienza religiosa, il mondo degli dèi,il sacro.
I simboli religiosi infatti sono sempre simboli sacri.
Essi "massaggiano" l'intuizione ,l' immaginazione,tutti i sensi e il 6° senso,per attivare il 7° senso, la percezione del sacro, l'esperienza religiosa.

LA SFINGE E' UNA SINTESI SIMBOLICA DEI 4 ELEMENTI DEL COSMO:
>TESTA DA UOMO=TERRA
>ZAMPE DA LEONE=FUOCO
>DORSO DA TORO=ACQUA
>ALI D'AQUILA
=ARIA

Simboli e riti: linguaggio preferito dalle religioni
(F.Pajer-RELIGIONE-EMI)
Dalla storia delle religioni sappiamo che tra le componenti universali e centrali di ogni tradizione religiosa - insieme alle dottrine, alle norme etiche e alle strutture organizzative - non mancano mai simboli e riti. Alcuni esempi.Quattro grandi simboli spaziali :
il quadrato, il cerchio, il centro, la croce -
stanno alla base di tutta l'organizzazione del territorio (per es. nei villaggi indiani) e della concezione architettonica di molti edifici religiosi
(per es.la Ka'aba della Mecca, le chiese cistercensí).
Il simbolo del centro del mondo costituisce in varie culture il punto di intersezione delle tre regioni del macrocosmo - cielo, terra, sottoterra o inferi -, non meno che il punto di convergenza del microcosmo interiore localizzato nella coscienza umana, perno dell'interscambio dell'energia vitale che dall'universo passa all'uomo e che l'uomo ritrasmette all'universo.

Quattro elementi del mondo fisico - la terra, l'acqua, l'aria, il Fuoco - oltre che teorizzati dalla filosofia greca come le «radici di tutte le cose» (Empedocle), sono da sempre utilizzati in alchimia, in astrologia e in vari riti esoterici; ma sono scelti soprattutto come simboli religiosi basilari da varie culture. La stessa tradizione ebraico-cristiana ricorre all'uno o all'altro di questi simboli nei rituali liturgici, nell'amministrazione dei sacramenti, nell'iconografia popolare. L'acqua, per esempio, è vista nel suo significato di purificazione e rigenerazione, come nei bagni lustrali o nelle abluzioni rituali; l'immersione nell'acqua, come nell' antico battesimo cristiano vuol significare invece la morte dell`uomo vecchio" e la nascita dell`uomo nuovo". Il simbolo dell'aria - o del cielo, o più spesso ancora, della luce traduce l'idea che l'uomo ha la possibilità di accedere a una conoscenza superiore, capace di trasformarlo e di aprirlo alla scoperta di valori universali. Ricorrono a questa simbologia della luce varie tradizioni religiose, dallo sciamanesimo esquimese alla cultura iranica (zoroastrismo), dalle concezioni induiste e buddhiste a quella cristiana (la "trasfigurazione" di Gesù - cfr. Lc: 9,28 - ha un alto valore simbolico).

<indietro

Psicologia analitica e Weltanschauung
(Carl Gustav Jung.(1875-1961)

Secondo C.G.Jung  il carattere non solo passivo, ma, prima di tutto, creativo della coscienza umana non è spiegabile semplicemente attraverso la presenza attiva di forze inconscie come teorizza il suo maestro Sigmund Freud.Accanto alla dimensione incosciente (o inconscio), c'è, nell'uomo, una Weltanscbauung, o visione del mondo e della vita.
L’uomo “sente” il mondo in cui vive “sente” se stesso, la propria esistenza ,ma anche “vede” il mondo ,se stesso, la vita , e lo “interpreta”  e lo “racconta” attraverso i   simboli,  i linguaggi umani.Di più:l’uomo “sogna”, progetta e “trasforma” il mondo, se stesso, la vita.L’uomo è  creativo.

La visione-interpretazione del mondo e della vita che l’uomo ha, diviene , attraverso i simboli, i linguaggi,il suo orientamento concettuale cosciente.


L’uomo orienta la propria attività, la propria creatività attraverso  la visione cosciente che egli ha del mondo e della vita.Si dice allora che  ciò che l’uomo  vede  e  sogna   è  consapevolmente,culturalmente indirizzato a un fine, cioè motivato eticamente.
L’ uomo si batte su due fronti: contro la natura esterna, per assicurare la propria esistenza, e contro la propria ribelle natura “istintiva” ,o meglio “ribollente di dinamismi involontari”; ma nell’ “immagine” del mondo che costruisce riesce a conoscere il mondo ,se stesso, la vita e a modificare il mondo,se stesso, la vita.
In definitiva l’uomo appare come un essere che vede interpreta e modifica il mondo e la vita ,lo sogna e lo crea…ma creando il mondo e la vita, l’uomo modifica, “crea anche se stesso”.

L’inconscio viene pertanto definito da Jung come il ricettacolo di una esperienza collettiva:l’esperienza dell’uomo si “deposita “ nell’inconscio ,strutturandolo.

Questa esperienza è maturata, al suo interno, in ideali (o archétipi).Sono i  simboli  su cui si struttura l’inconscio nei millenni.L’inconscio appare a Jung come il risultato d'una storia che in milioni di anni ha modificato la struttura del cervello: non solo, dunque,ha strutturato la mentalità,(il modo di vedere il mondo la vita e di interpretarli)dell’uomo, ma il modo stesso di essere dell’uomo (la sua “struttura” costitutiva). Questo insieme di “archetipi fondamentali”  ,questo insieme di simboli interiori ,è immanente  alla civiltà,cioè  costruisce, appunto,la “visione del mondo e della vita”.
La visione “umana”  del mondo e della vita  coinvolge sia quello che Freud chiama  il complesso materno sia la fondazione, nella coscienza, di un'idea, o “esigenza del divino.”

 

[Da :ll  problema dell’inconscio nella psicologia moderna” ]

«…L'errore sta nel fatto che, come abbiamo detto, la cosiddetta psicoanalisi ha un concetto scientifico, è vero, ma puramente razionalistico dell'incosciente.Parlando di istinti, si crede di riferirsi a cose note. In realtà si parla di cose ignote. In realtà sappiamo soltanto che dalla buia sfera della psiche ci giungono influssi che debbono venir comunque accolti nella coscienza, per evitare devastatrici perturbazioni di altre funzioni. E’ assolutamente impossibile dire senz'altro di che natura sono questi influssi, se essi sono dovuti alla sessualità, alla volontà di potenza o ad altri istinti. Sono influssi ambigui, o addirittura di significato molteplice, come l'incosciente stesso. Ho già spiegato prima che l'incosciente è bensi il ricettacolo di tutti i contenuti dimenticati, passati o rimossi, ma è anche la sfera in cui hanno luogo tutti i processi subliminali; come le percezioni sensoriali troppo deboli per raggiungere la coscienza, e finalmente è anche la matrice da cui cresce il futuro psichico.

 Come sappiamo che si può reprimere un desiderio incomodo e costringerne in tal modo l'energia ad immischiarsi in altre funzioni, cosi sappiamo che c'è chi non può acquistar coscienza di una nuova idea che gli viene in mente e gli è assai lontana, la cui energia, per conseguenza, fluisce in altre funzioni perturbandole. Ho visto molti casi in cui abnormi fantasie sessuali cessarono di colpo e completamente nell'istante in cui un nuovo pensiero o contenuto divenne cosciente, o una emicrania scomparve improvvisamente quando divenne cosciente una poesia incosciente. Come la sessualità si può esprimere impropriamente in fantasie, cosi anche una fantasia creatrice si può esprimere impropriamente in sessualità.

Per ciò che riguarda l'incosciente abbiamo soltanto la facoltà di saper le cose dopo, ed inoltre è a priori impossibile saper qualcosa su quanto   avviene nell' incosciente. Ogni conclusione a questo riguardo è un confessato come se… 
Tutti i complessi infantili risalgono in ultima analisi a contenuti autonomi dell'incosciente.
La mente dei primitivi ha personificato questi contenuti, che sentiva estranei e incomprensibili, dando loro forma di spiriti, di demoni o di dèi, ed ha tentato di assolvere alle loro esigenze con riti sacri e magici.
Accortasi, e giustamente, che questa fame o sete non può esser saziata né da cibo né da bevanda, né dal ritorno nel grembo materno,la mente del primitivo ha creato immagini di esseri invisibili, gelosi ed esigenti, più autorevoli, più forti e più pericolosi che l'uomo, cittadini di un mondo invisibile, ma fusi tanto intimamente col mondo visibile, da abitare perfino nella pentole di cucina…

 Il contributo più importante che la psicologia analitica ha potuto recare alla nostra visione del mondo è dunque, secondo me, la nozione che esistono contenuti incoscienti i quali pongono irrecusabili esigenze o irraggiano influssi con cui la coscienza, volente o nolente, deve fare i conti. …

(e questi contenuti dell’inconscio che si pongono come forze autonome alla coscienza dell’uomo-forze che l'uomo non puo' dominare da se stesso, che sente superiori a se stesso- sarebbero, secondo Jung ,gli “spiriti interiori” dell’umanità, che gli uomini hanno rappresentato, chiamato “dèi”)

Se la mente umana alla nascita fosse una tabula rasa, questi problemi non esisterebbero, perché tutto ciò che la mente contiene sarebbe stato acquisito, o vi sarebbe stato innestato. Ma nell'anima umana ci sono molte cose che non sono state acquisite, perché la mente umana non nasce come tabula rasa, né ogni uomo ha un cervello del tutto nuovo ed a lui peculiare.
Il cervello con cui l'uomo nasce è il risultato dell'evoluzione di un'infinita serie di antenati, si costituisce compiutamente differenziato di ogni embrione, e dà immancabilmente ,quando entra in funzione, risultati già prodotti infinite volte nella serie degli antenati.

L’intera struttura anatomica dell’uomo è un sistema ereditario,identico alla costituzione ancestrale che immancabilmente funzionerà nella stessa maniera di prima.E’ quindi minima la possibilità che si produca qualcosa di nuovo, sostanzialmente differente da quanto è stato prodotto in antico.

Tutti quei fattori, dunque, che furono essenziali per i nostri avi prossimi e remoti, saranno essenziali anche per noi, perché corrispondono al sistema ereditario. Essi sono necessità, che si paleseranno come bisogni.Non  temete che io vi parli di idee ataviche. Me ne guardo bene.I contenuti autonomi dell'incosciente (o dominanti dell'incosciente…), non sono idee ereditarie, ma possibilità ereditate, o meglio sono necessità di generare ancora quelle idee che le dominanti dell'incosciente hanno sempre espresso. Certamente ogni regione della terra ed ogni epoca ha il suo particolare linguaggio, che può variare infinitamente. Ma non importa che i mitologia l'eroe vinca ora un drago, ora un pesce, ora un altro mostro; a il motivo fondamentale resta sempre il medesimo, ed è questo il patrimonio comune dell 'umanità, non le transitorie formulazione delle diverse regioni e delle varie età.

L'uomo nasce dunque con una disposizione mentale complicata, ben diversa da una tabula rasa.

 L'eredità mentale pone limiti precisi anche alla più fervente fantasia, ed attraverso il velo della più sfrenata fantasticheria traspaiono quelle dominanti che fin dalla più remota antichità furono inerenti allo spirito umano. Ci stupisce scoprire in un alienato fantasie quasi identiche a quelle che possiamo ritrovare nei primitivi. Ma dovremmo stupirci se cosi non fosse.
Alla sfera della massa ereditaria psichica ho dato il nome di incosciente collettivo. I contenuti della nostra coscienza sono tutti individualmente acquisiti,ora  se la psiche umana fosse costituita esclusivamente dalla coscienza, non ci sarebbe nulla di psichico che non fosse sorto nel corso della vita individuale. In questo caso sarebbe vano cercare qualche condizione o qualche influsso dietro un semplice complesso paterno o materno. Riconducendo il complesso al padre o alla madre avremmo detto l'ultima parola, perché queste sono le figure che prime hanno agito sulla nostra psiche cosciente. Ma in realtà i contenuti della nostra coscienza non sono dovuti soltanto all'azione dell’ambiente  individuale, sono invece anche influenzati e ordinati dalla massa psichica ereditaria, dall'incosciente collettivo. 

E’ certo, per esempio, che l'immagine della madre individuale è assai significativa, ma essa è tale perché è fusa con una disposizione incosciente, cioè con un'immagine congenita che deve la sua esistenza al fatto che madre e bambino, da tempo immemorabile, stettero in un apporto simbiotico…
Se dunque, nel caso del paziente colla nevrosi gastrica, mi si chiede di dire esattamente che cosa sia quell'oscuro fattore incosciente che trascendendo il complesso materno personale alimenta una bramosia altrettanto indistinta quanto tormentosa, debbo rispondere: è l'immagine collettiva della madre non di questa madre personale, ma della madre in genere. …I sorgere della coscienza e quindi di una relativa libertà di volere permise naturalmente lo scostamento dall'archetipo e quindi dall'istinto. Avvenuto lo scostamento, il cosciente si dissocia dall'incosciente, e cosi comincia la percezione e di solito assai sgradevole attività dell'incosciente, in forma di un inconscio
legame interno che si manifesta solo sintomaticamente, cioè indirettamente.Sorgono allora situazioni in cui sembra che non sia ancora avvenuto il distacco dalla madre.

 La mente dei primitivi, pur non avendo capito questo dilemma, lo ha chiaramente sentito, e perciò ha creato riti importantissimo destinati a segnare il passaggio dall'infanzia all'età adulta, coll' inequivocabile scopo di operare magicamente il distacco dai genitori, riti che sarebbero del tutto superflui se la relazione con i genitori non fosse parimenti sentita come magica.Magiche sono tutte quelle cose dove sono in gioco influssi incoscienti. Questi riti hanno l'intento di operare non solo il distacco dai genitori, ma e la transizione nell'età adulta. Perché ciò avvenga occorre che non resti bramosia rivolta indietro verso la fanciullezza, cioè che sia coperta l'esigenza dell’archetipo offeso  e questo si ottiene contrapponendo all'intimo rapporto coi genitori un altro rapporto, quello col clan o colla tribù. Servono a questo scopo alcuni segni che vengono impressi sul corpo, quali la circoncisione ed altre lesioni che lasciano cicatrici, e poi l'iniziazione mistica che il giovane riceve all'atto della consacrazione. Talora la consacrazione assume forme assai crudeli. 

Il primitivo ritiene necessario, per ragioni di cui non è cosciente, di soddisfare in questa maniera alle esigenze dell'archetipo.

 Non gli basta la semplice separazione dai genitori, ma gli occorre una violenta cerimonia che sembra un sacrificio a quelle potenze che potrebbero trattenere il giovane. Da ciò si riconosce la potenza dell'archetipo, che costringe il primitivo ad agire contro la natura per non caderle in preda. E’ questo l'inizio di ogni civiltà, l'inevitabile conseguenza della “consapevolezza” e della possibilità che ne deriva di deviare dalla legge incosciente. [...] Servendoci di questa nozione potremmo riuscire a dimostrare che tutte le molteplici usanze e convinzioni religiose che tanta importanza hanno avuto nella storia dell'umanità non sono riconducibili ad invenzioni arbitrarie o ad opinioni di singoli, ma piuttosto debitrici della loro origine all'esistenza di potenti forze incoscienti che non possono venir trascurate senza turbare l'equilibrio psichico.

Quanto vi ho spiegato servendomi dell'esempio del complesso materno non è che un caso fra i molti: 
L'archetipo materno è un caso isolato, al quale si potrebbe facilmente aggiungere una serie di altri archetipi.

Questa molteplicità delle dominanti incoscienti spiega il polimorfismo delle idee religiose.

 Tutti questi fattori sono ancor sempre attivi nella nostra anima; solo le loro espressioni e le loro valutazioni sono superate. Il fatto che noi adesso possiamo intenderli come grandezze psichiche è una nuova formulazione, una nuova espressione, che forse renderà anche possibile scoprire vie per le quali possa venir stabilita una nuova relazione con loro. Ritengo che questa possibilità sia cosa assai importante, perché l'incosciente collettivo non è affatto una specie di angolo oscuro, ma è il deposito, che tutto domina, dell'esperienza atavica di innumerevoli milioni d'anni, l'eco della preistoria, a cui questo secolo non apporta che un piccolissimo contributo di variazioni e di differenziazione. L'incosciente collettivo, essendo in ultima analisi un deposito storico che si esprime nella struttura dei cervello e del simpatico, ha nel suo complesso il significato di una specie di immagine del mondo senza tempo, eterna, in certo qual modo, contrapposta alla momentanea immagine del mondo della nostra coscienza. Ciò significa, in altri termini, né più né meno che un altro mondo, un mondo speculare, se cosi volete. Ma, a differenza di una mera immagine speculare, l'immagine del mondo inconscia ha un suo particolare vigore, indipendentemente dalla coscienza, grazie al quale può esplicare potenti azioni psichiche, azioni che non appaiono ampiamente alla superficie dei mondo, ma influiscono potentemente su di noi all'interno, dal buio, invisibili a chiunque non sottoponga l'immagine momentanea del mondo a critica sufficiente e quindi rimanga celato anche a se stesso.

Il mondo non ha solo una faccia esteriore, ma anche una faccia interiore, non è solo visibile fuori di noi, ma opera prepotentemente su di noi, in un presente senza tempo, dai più profondi e apparentemente più soggettivi fondi dell'anima; ecco una nozione che, pur essendo un'antica saggezza, merita, in questa forma, di essere valutata come un fattore formativo della nostra visione del mondo.Noi udiamo un suono poco chiaro, che dapprima non ha altro effetto che i indurci a stare in ascolto per capire che cosa significa. In questo caso lo stimolo uditivo suscita nel cervello tutta una serie di rappresentazioni, cioè di immagini collegate collo stimolo uditivo. Sono immagini in parte uditive, in parte visive, in parte tattili. Perciò io uso la parola «immagine» nel senso di rappresentazione. Un'entità psichica può essere, naturalmente, un contenuto  di coscienza solo quando può essere rappresentata sotto forma di immagine.Perciò chiamo immagini tutti i contenuti di coscienza, perché sono i dei processi cerebrali.Alla serie di immagini suscitate dallo stimolo uditivo si aggiunge improvvisamente un'immagine uditiva mnemonica collegata con un'immagine visiva, cioè lo strrepito del serpente a sonagli. Immediatamente un segnale d'allarme è trasmesso a tutta la muscolatura corporea. L'arco riflesso è completo, ma in questo caso si distingue dal precedente per il fatto che fra lo stimolo sensorio e l’impulso motorio si è inserito un processo cerebrale, una serie di immagini !. La subitanea tensione del corpo suscita di rimando fenomeni cardiovascolari, che la psiche avverte come spavento.

In questa guisa ci si può fare un'idea dei fatti psichici. Essi consistono in di processi semplici cerebrali, e in immagini di queste immagini in una serie quasi infinita. Queste immagini hanno la proprietà di essere coscienti. L’essenza  della coscienza è un enigma di cui io non conosco la soluzione. Da di vista puramente formale si può tuttavia dire che un fatto psichico è cosciente quando entra in relazione coll'io. Se non c'è questa relazione, è incosciente. Il dimenticare mostra quanto spesso e con quanta facilità i contenuti perdano  il loro legame coll'io. Perciò noi paragoniamo volentieri la coscienza alla luce di un proiettore; solo gli oggetti su cui cade il fascio di luce entrano nel campo della percezione. Un oggetto che per caso si trovi al buio non ha per questo cessato di esistere, ma semplicemente non può esser visto.Cosi  i fatti psichici incoscienti esistono, e molto probabilmente non si trovano in condizioni differenti da quella in cui si trovano quando sono visti dall'io.La coscienza, quindi, come relazione coll'io, dovrebbe esser abbastanza comprensibile, ma il punto critico è l'io.

Che cosa dobbiamo intendere per io?

Evidentemente, nonostante la sua unità, l'io è una grandezza assai complessa. Esso poggia  sulle immagini delle funzioni sensoriali, che trasmettono stimoli dall’interno e dall'esterno, e poggia inoltre su un enorme accumulo di immagini di processi passati. A tutti questi differentissimi elementi occorre un fortissimo vincolo che li tenga insieme, e tale è appunto la coscienza. La coscienza sembra dunque essere la condizione indispensabile dell'io. Ma senza l'io neppure la coscienza è pensabile. Questa apparente contraddizione forse si supera ammettendo che l'io sia anche un'immagine, non di un solo processo, ma di moltissimi processi e del loro gioco reciproco, cioè di tutti quei processi e contenuti che compongono la coscienza dell'io. La loro molteplicità forma effettivamente un'unità, perché la relazione colla coscienza, come una forza di gravità attrae le singole parti verso un centro forse virtuale e le mantiene unite.Perciò non parlo solo dell'io, ma anche di un complesso dell’io, col presupposto che l'io può essere di mutevole composizione e perciò variabile e quindi può non essere l'io in senso assoluto. (Non posso qui parlare delle classiche alterazioni dell'io che si manifestano alienati o nel sogno.
Questa concezione dell'io come composizione di elementi psichici ci porta re a domandarci: è l'io l'immagine centrale e quindi l'esclusivo rappresentante di tutto l'essere umano? Ha esso attratto a sé ed espresso in 'sé tenuti e tutte le funzioni?A questa domanda dobbiamo rispondere in senso negativo. La coscienza dell’io è un complesso che non abbraccia l'intero essere umano: l'io ha dimeniticato infinitamente più di quanto sa. Ha udito e visto infinite cose e non ne è divenuto cosciente. Al di là della sua coscienza germogliano pensieri, che possono perfino fissarsi e completarsi senza che egli ne sappia nulla. Della infinitamente importante regolazione dei processi interni del corpo, a cui serve il sistema nervoso simpatico, l'io non ha che una percezione crepuscolare. Ciò che l'io comprende in sé è forse una minima parte di ciò che dovrebbe esser contenuto in una coscienza completa. L'io può dunque essere soltanto un complesso parziale. E’ forse quel singolare complesso la cui intrinseca coesione significa coscienza? Ma non è forse ogni coesione di parti psichiche appunto coscienza? Non si vede proprio perché debba esser coscienza solo la coesione di una certa parte delle funzioni sensoriali e di una certa parte del materiale mnemonico, e non la coesione di altre parti della psiche. 

Il complesso del vedere, dell'udire, ecc. ha una coesione forte e ben organizzata. Non c'è ragione di ammettere che anch'esso non possa essere coscienza. E...Da quanto ho detto dovremmo aver ricavato l'impressione che l'anima sia essenzialmente costituita da immagini. L'anima (la psiche ,qui)è, nel senso più lato, una successione di immagini, ma non un allineamento accidentale di immagini, bensi una costruzione estremamente sensata e opportuna, una intuibilità di attività vitali espressa in immagini. E come la sostanza del corpo, pronta a vivere, abbisogna dell'anima per essere vitalmente attiva, cosi l'anima deve presupporre il corpo vivente, per poter vivere le proprie immagini.

Anima e corpo sono una coppia di contrari, e come tale sono l'espressione di un essere la cui natura non è conoscibile né mediante l'apparenza materiale né mediante l'i-mmediata percezione interiore. Si sa che un'antica intuizione fa originare l'uomo dall'unione di un'anima e di un corpo. Ma è ben più esatto dire che un essere vitale inconoscibile, sulla cui natura non si può dire altro se non che noi indichiamo con esso il compendio di ciò che è vita, appare esternamente come corpo materiale, e al nostro sguardo interiore come una sequela di immagini delle attività vitali che avvengono nel corpo. L'uno e l'altro, e ci viene il dubbio che alla fine tutta questa separazione di anima e corpo non sia che un procedimento intellettivo intrapreso allo scopo di acquistar coscienza, una distinzione, indispensabile per la conoscenza, di un medesimo fatto in due visuali, a cui noi ingiustamente abbiamo attribuito un'esistenza indipendente.
La scienza non è riuscita ad afferrare l'enigma della vita né nella sostanza organica né nella misteriosa successione di,immagini dell'anima, e perciò noi siamo ancor sempre in cerca dell'«essere vivente», di cui dobbiamo postulare l'esistenza al di là della sperimentabilità.

Chi conosce gli abissi della fisiologia ne ha le vertigini, e chi sa qualche cosa dell'anima dispera che questo ente speculare possa mai «conoscere», anche solo approssimativamente, qualche cosa. [...]
Sotto l'aspetto psicologico il fenomeno dello spirito, come ogni complesso autonomo, appare come intenzione dell'incosciente, superiore o almeno collaterale alla coscienza dell'io.

 Se vogliamo render giustizia a ciò che chiamiamo spirito, dobbiamo parlare, invece che di incosciente, di coscienza superiore; perché il concetto di spirito porta con sé che noi vi colleghiamo l'idea di una superiorità sulla coscienza dell'io. La superiorità dello spirito non è una invenzione cosciente dei poeti, ma è una sua qualità essenziale, come risulta dai documenti di tutti i tempi, dalla sacra Scrittura fino al Zarathustra di Nietzsche. Lo spirito, psicologicamente, si presenta come un essere personale, di chiarezza talora visionaria. Nel dogma cristiano è addirittura la terza persona della Trinità. Questi fatti dimostrano che 

lo spirito non è soltanto un'idea o una massima formulabile, ma dispiega, nelle sue più forti e più dirette manifestazioni, una caratteristica vita indipendente, che è sentita come quella di un essere indipendente da noi.

 Finché uno spirito può essere denominato o circoscritto mediante un principio afferrabile o un'idea esprimibile, esso non viene avvertito come un essere indipendente. Ma

se la sua idea o il suo principio diventano imperscrutabili,…se le sue origini ed i suoi scopi si fanno oscuri oppure si impongono coattivamente, allora necessariamente lo si avverte come un essere autonomo, come una specie di più alta coscienza, e la sua natura imperscrutabile e superiore non è più espressa coi concetti dell'intelletto umano. La nostra capacità espressiva cerca altri mezzi, e crea il simbolo. 
Per simbolo io non intendo affatto un'allegoria o un semplice segno, ma piuttosto un'immagine, atta a designare nel modo migliore possibile la natura, oscuramente intuita, dello spirito. 
Un simbolo abbraccia e non spiega, ma di là di se stesso, ad un significato ancora trascendente, inconcepibile,oscuramente  intuito, che le parole del nostro attuale linguaggio non possono adeguatamente esprimere. 
Uno spirito che si lascia tradurre in un concetto è un complesso psichico compreso entro i limiti della coscienza del nostro io.Non produrrà e non farà nulla di più di quanto noi vi abbiamo riposto.

Ma uno spirito che esige un simbolo per essere espresso è un complesso psichico che contiene germi di possibilità ancora incalcolabili. L'esempio migliore che noi possiamo fare  e più prossimo a noi è l’efficacia, storicamente stabilita e ben individuabile dei simboli cristiani. Se osserviamo, liberi da pregiudizi, l'azione spirito cristiano sulle menti di modesti e mediocri uomini del 2° secolo  rimaniamo stupiti. Ma questo spirito era creatore come forse nessun altro fu mai. Non fa meraviglia, quindi, che esso sia stato avvertito come spirito di divina superiorità.


SACRE ACQUE

LE ACQUE SACRE

L'acqua è l'elemento naturale piu' diffuso sul pianeta.
Essa è indispensabile alla vita.
La ritroviamo in moltissimi miti che raccontano la nascita o la creazione del cosmo.
Secondo il mito Egizio di Helios,il dio Aton (Ra) riposa nell'Oceano Primordiale(Nun).

Nella mitologia Assiro-babilonese gli dei e poi gli esseri nascono dalla fusione delle acque salate(Tiamat) con le acque dolci(Apsu).
I testi Veda dell' Induis- mo dicono che gli abitanti della Terra sono emersi da un mare primordiale.

Secondo la Bibbia il mito della creazione inizia con lo Spirito divino che separa le acque dall'asciutto.

  ISUZUGAWA   FIUME SACRO DEL GIAPPONE

TEMPIO MARINO SCINTOISTA  Giappone


NILO-FIUME SACRO DELL'EGITTO

 


RITO INDUISTA SUL GANGE
FIUME SACRO DELL'INDIA

Nel Corano troviamo la frase:«Dall'acqua abbiamo creato ogni essere vivente.»Divinità legate all'acqua si ritrovano in tutte le antiche culture .L'acqua appare come simbolo sacro universale:elemento universalmente legato a jerofanie.
Persino nel cristianesimo ritroviamo l'acqua ,la fonte che guarisce, legata a luoghi di apparizione della Madonna e di santi .
In India i fiumi che scendono dalle montagne degli dei(Himalaya) come il Gange sono sacri.Il filosofo romano Seneca scriveva  che dove c'è una fonte bisogna costruire altari ed offrire sacrifici.
In alcuni casi le fonti o le cascate erano luoghi di oracolo come scriveva Pausania (VII,21.11) in relazione alla sorgente sacra posta di fronte al Tempio di Demetra in Patrasso.Con l'uso di uno specchio si potevano produrre oracoli.I Celti veneravano le sorgenti per il loro valore terapeutico.Molte di queste sono state poi dedicate dal cristianesimo a Santi.
In quasi tutte le culture ritroviamo
-fonti della giovinezza
-fonti della salute
-fonti della conoscenza
-fonti dell'immortalità

Gli spagnoli nel 1513 , capeggiati da Ponce de Lèon partono con una spedizione in Florida alla ricerca di un Fonte della Giovinezza che si credeva esistesse nel Nuovo Continente.In Cina a Pon Lai,esiste una fontana che si credeva conferisse 1000 vite a chi vi beveva(cf Wang Chia-scritti della dinastia Chin).Simile reputazione appartiene alle sorgenti del Monte lao Shan.
 
Piu' di 200 statue votive lignee sono state ritrovate nel 1963 alle sorgenti della Senna ,a Gaul,alle Fonti Gallo-Romane.Cioò significa che avvenivano guarigioni.
La Bibbia riporta della Piscina di Siloe a Gerusalemme dove gli ammalati attendevano il segno di turbolenze per immergersi.A quel segnale molti avevano ricevuto la guarigione.
7000 anni fa in Inghilterra si usavano le fonti termali e ad esse erano associate divinità.Piu' tardi Greci e soprattutto Romani apprezzarono questa pratica e la diffusero in tutto l'Impero.La storia delle acque termali e minerali è lunghissima e continua ai nostri giorni.

La fonte sacra di Delfi
dedicata alla Ninfa Castalia.
La fonte sacra è situata nella gola di Phaedriades a Delfi e risale al periodo arcaico dell'antica Grecia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

fonte sacra del neolitico-Sardegna


LE GROTTE SACRE

Le grotte o caverne possono essere di origine sia naturale che artificiale.Le une e le altre fanno parte della cultura umana da sempre.
Collocate spesso sotto il livello del terreno grotte e caverne sono state associate alla Madre Terra come fossero parte del suo Grembo;venivano associate ai processi generativi, di vita e degenerativi, di morte.
Continuamente in tutto il pianeta si scoprono grotte che sono state luoghi sacri, di culto, di antichissimi nostri antenati.

Lo scrittore neoplatonico Porfirio(234-305) scrive che prima che fossero costruiti i templi le cerimeonie religiose avvenivano nelle grotte. 



GROTTE DI  ELLORA-INDIA
INDUISMO-JINISMO-BUDDHISMO
200 a.C.-400 d.C.

Ma le grotte fanno parte anche delle grandi 
culture antiche,induiste,buddhiste,
mediorientali,amerinde.


GROTTE DI ELEFANTA(BOMBAY)INDIA
INDUISMO-TEMPIO A SHIVA


GROTTE DI AJANTA-INDIA
INDUISMO 100 a.C.-100 d.C. 

Mesa Verde
citta' degli indio  d' America
Colorado

 


LE MONTAGNE SACRE

La montagna del mondo o montagna Cosmica.
Nello sciamanesimo l'asse di rotazione della Terra rappresenta lo Spirito.
L'asse cosmico ha la sua base al centro della Terra e il suo termine in Cielo.
Le monTagne si ergono verticalmente dal centro della Terra al Cielo ed il loro asse è simbolo dell'asse cosmico.
La montagna di Dio 
è un elemento di molte religioni. 
Questa credenza  vale ad esempio per il monte Tabor in Israele e per il monte Meru in India.
Montagna tempio in Giappone In qualsiasi paesaggio le montagne sono grandi presenze 
e molti popolazioni del mondo le hanno rivestite di sacro.
Le montagne sono cariche di simboli e dunque sollecitano facilmente gli archetipi del nostro io profondo.
Giove abita sul monte piu' alto della Grecia, l'Olimpo.
E a Creta sul monte Ida .
Sui monti troviamo templi e santuari in tutte le religioni.
Per il buddhismo giapponese,Fuchi, la divinità del fuoco abita l'omonima montagna, originariamente sacra per gli Ainu, aborigeni del Giappone.
Il monte è ritenuto essere la Porta per l'al-di-là.
In Cina ci sono 9 montagne sacre:


Il Fujyama,montagna-tempio del Giappone

5 Taoiste e 4 Buddhiste e tutte sono meta di pellegrinaggi.
Secondo il Taoismo esse contengono l'energia tellurica simboleggiata dal dragone che corre sottoterra.
In Tibet il Monte Kailas, vetta dell'Himalaya,ospita le sorgenti del Gange è meta di pellegrinaggi per induisti, buddhisti e jinisti.
Il Tridente è il simbolo di Shiva, divinità hindu.E' una delle divinità piu' potenti.
Per i buddhisti il monte è un mandala=rappresentazione dell'universo.
Appena le striscie colorate si muovono al vento,la benedizione stampata sulla stoffa si effonde sul mondo.
  
Il monte Fuji per lo shintoismo è sacro alla divinità Sengen-Sama.
Il monte Kailash è la piu' sacra delle montagne Buddhiste, Indu e Giainiste  
Possiede una bellezza eterea.

Per molti è l'ombelico del mondo(naturalmente!)...colui che pratica la Prarikama,che cioè percorre tutta la base della montagna in circolo con mente perfettaemnte devota e concentrata esce dal circolo delle nascite e rinascite..
(Lama Anagarika Govinda)
Si trova in una delle aree piu' remote del mondo,la regione Ngari del Tibet occidentale.

 


PIETRE SACRE-MEGALITI

Pietre di varie specie e taglia sono state investite di Sacro fin dai tempi antichi e ovunque nel mondo.


MEGA=GRANDE    LITHOS=PIETRA

Isola di Pasqua

 

 


I Megaliti sono testimonianze dell'antichità  costruite con grandi massi anche di 400.000 Kg!Sono strutture particolari universali della preistoria.
Solo nell' Europa  Settentrionale sono sopravvissuti almeno 40.000 megaliti.
Gli studiosi riscontrano diverse  tipologie:
-menhir monolito=una sola pietra
-dolmen=una pietra orizzontale su 2 menhir
-henge=menhir disposti a file o a cerchio
-barrow=cumulo o tumulo 
-templi  megalitici=complessi di menhir e dolmen.

 

   

A partire dal 5000 a.C. vennero eretti megaliti grezzi o rozzamente scolpiti in tutta Europa.
Essi venivano allineati in  forme lineari o circolari.Troviamo megaliti di questo tipo anche in Africa:presso Bouar nella Repubblica centrale sudafricana; a Tatetsuki presso Okayama in Giappone;presso gli Inca in America del Sud;presso i Micenei, presso gli Egizi, etc...

 

 

allineamento di Kehero-Francia

 

 

megaliti alla
entrata di  
tombe

  

 

 

necropoli vichinga


GLI ALBERI SACRI

L'Albero Cosmico è una rappresentazione simbolica dello Spirito Universale come Asse del Mondo o Centro del Mondo.
Con le sue radici penetra nelle profondità della Terra ,nel Sottoterra,e con le sue fronde raggiunge le altezze del Cielo.
L'albero cosmico unisce il Sottoterra con la Terra con il Cielo:unisce i mondi dei defunti, degli uomini e degli dèi.
Lo sciamano viaggia in questi mondi salendo e scendendo l'albero cosmico.
Questa simbologia si ritrova in tutte le religioni antiche e nelle religioni sciamaniche.

 Uno dei 5 alberi del Paradiso di  Indra (divinità Indù)  (svarga-loka), che è collocato al centro della Terra è il mitico albero  kalpa-vriksha,  l'albero dell'abbondanza. Una immagine del  kalpa-vriksha fatta di pietra sabbiosa isi trova a  Besnagar nell' India centrale era probabilmente in origine posto su di un monolite o  stambha, forse uno dei 36 pilastri eretti dall'imperatore buddista   Asoka (268-232 BCE). I pilastri sono stati interpretati come copie dell' axis mundi [consulta i libri di John Irwin ].
La pietra kalpa-vriksha puo' dunque essere identificata come l'Albero Cosmico o l'Albero del mondo  un emblematica variante dello  stambha come axis mundi [consulta i libri di  Jan Pieper].
Pilastri in legno Irmensul ('colonne giganti') rappresentano l'Albero dell'Universo venivano eretti sulla sommità delle colline da alcune tribù germaniche. Un Irmensul molto venerato si trovava nella attuale  Westphalia e venne abbattuto dal re cristiano Carlo Magno nel 772.

In tutte le culture troviamo alberi che sono stati rivestiti di Sacro e piu' o meno in tutte le religioni antiche ritroviamo alberi sacri.
Ancora oggi in Giappone ed in India si venerano
alberi sacri.
ramoscello di Sakaki, pianta sacra in Giappone.

 

 

 

Nel parco-tempio di Ise in Giappone si  trovano alberi sacri anche di 800 anni.

The Great Hall of the bulls
Nella grotta di Lascaux,antichissima, si ritrova una figura 
di palo con l'estremità a forma di corpo e testa di uccello.
Cio' fa supporre che l'uso di tronchi e
pali sacri sia antichissimo.


Ninstints-luogo sacro-Canada


IL SACRO

 C'è una parola che per noi indoeuropei in particolare appare come la chiave di tutto il fenomeno religioso ed è la parola 
SACRO (sak-sacros).Nel linguaggio comune è sacro tutto cio' che è oggetto di timore  e venerazione: qualcosa di intoccabile perchè assolutamente riservato. Infatti il termine viene dal latino sacer  che significa ristretto, limitato, o anche iniziato.Una persona puo' essere indicata come sacra,o un oggetto o un luogo o un periodo di tempo. In questo caso sacro indica unicita' e straordinarietà.
IL SACRO E' LA MANIFESTAZIONE DELLA POTENZA DIVINA, L'ENERGIA DIVINA COMUNICATA AL MONDO

sacerdote egizio custode del fuoco sacro

La manifestazione del "sacro" è la JEROFANIA .Ogni comportamento religioso si organizza intorno ad una una jerofania, ad una manifestazione del sacro. (Mircea Eliade).
Nel linguaggio delle religioni  il sacro appartiene alla jerofania: sacro è tutto cio' che entra nella esperienza religiosa ,gli eventi,il luogo, il tempo, le persone, gli oggetti, etc.
Propriamente il "sacro" è la manifestazione della divinità e la potenza che vi è connessa.Tutto cio' che in qualche modo viene a contatto col divino, che viene investito della potenza divina è "sacro".
Nelle religioni il termine  sacro , sacer  in latino, è strettamente legato a  numen che  significa la misteriosa potenza divina.In tutte le testimonianze religiose, il sacro è descritto come qualcosa di tremendum et numinosum :è la manifestazione della divinità che incute terrore. Numinoso  viene usato per indicare il sacro e la potenza che vi è connessa.I Numi sono gli dèi.
Tutte le religioni hanno un termine per  sacro:
>qadosh  in ebraico
>hagios in greco
>haram  in arabo
>tapu  in polinesiano, etc
Troviamo anche parole per  numen:
>brahman  in sanscrito(India)
>wakanda  lella lingua Sioux
>mana  in melanesiano
>haminja  in germanico antico etc.
Mircea Eliade è stato fino ad oggi il piu' grande studioso dei fenomeni religiosi (1907-1986).Egli afferma nel suo libro  Sacro e Profano  che :
Il sacro si manifesta sempre come qualcosa di diverso dalla realtà che noi percepiamo, il profano 
Il sacro si distingue sempre in quanto è radicalmente altro dal profano, trascendente (=che sta oltre) al di là della realtà abituale.
A volte è il sacro che si manifesta a determinate persone 
(apparizione,qualcosa che dall'esterno appare alla persona) altre volte invece sono le persone che spiegano visioni (qualcosa appare nella coscienza ma viene da loro stessi) in termini di manifestazioni del sacro.
IL FUOCO E' IL SIMBOLO CHE GLI
UOMINI UNIVERSALMENTE HANNO
ADOTTATO PER RAPPRESENTARE
IL SACRO

MAOMETTO  INVESTITO DAL SACRO RICEVE LA RIVELAZIONE
Quando vediamo popolazioni intere ritenere sacre 
>pietre
>acque
>montagne
>oggetti vari,statue
>persone  etc
.
non si tratta di adorazione o venerazione di cose , ma di ri-conoscimento della presenza del sacro o di una jerofania che è avvenuta in relazione a quelle persone o cose, o che quelle cose simboleggiano.

MAOMETTO INVESTITO DEL SACRO DIVENTA PROFETA
Solo quando vi è una  Jerofania  ovvero una  manifestazione del sacro  nasce una religione.
La jerofania espressa nella cultura umana in cui accade diventa  rivelazione.
Quando manca una jerofania, una qualsiasi manifestazione del sacro, non si puo' parlare di religione ma  di  movimento religioso. Classica jerofania è quella del miracolo. Sempre i luoghi in cui sono avvenuti miracoli diventano "luoghi sacri".
Sacro per eccellenza  o santissimo è lo spazio proprio di manifestazione della divinità, santo dei santi .Tale spazio è sempre "delimitato"o "contenuto" in una edicola o in un edificio, il santuario.
I luoghi sacri essendo  legati a jerofanie diventano  meta di pellegrinaggi:essi costitutiscono l'oggetto proprio della speranza che tutti gli uomini pongono nei  numi  affinche' li liberino dalla miseria, dalla sofferenza, dal male e dalla morte.

LA NASCITA DELLE SCIENZE MODERNE

 

Per la mentalità medioevale la scienza era per lo più fondata su un pensiero astratto e logico. La filosofia e la teologia presiedevano a tutto lo spettro delle varie forme di ricerca e di pensiero per cui il mondo veniva spiegato, nei suoi nessi ,nelle sue relazioni ,nelle concatenazioni causa-effetti dalle intuizioni del pensiero umano che si esercitava anche a partire dalla osservazione della natura e delle sue evidenze ma sempre in modo soggettivo.
A partire da alcuni principi fondamentali  definiti da Aristotele, da questo o quel grande filosofo, da questo o quel teologo,per lo piu' si deduceva tutto il resto.
I FATTI DEL MONDO, I FENOMENI VENIVANO  ADATTATI AD ALCUNE IDEE DI BASE FISSATE DAL PENSIERO ASTRATTO E LOGICO DELL'UOMO.

Dal Rinascimento in poi cominciò a farsi strada l'osservazione dei fenomeni e il desiderio di comprendere il funzionamento del mondo a partire da alcuni meccanismi evidenti che lo regolavano.
Tutto ciò fu facilitato dall'invenzione di strumenti che miravano ad osservare con più precisione i fenomeni.

Galileo Galilei (1564-1642) fu importante non solo per ricerche e scoperte in campo astronomico, ma perché cominciò a praticare un nuovo metodo di indagine:il metodo scientifico sperimentale che divenne la base di tutta la ricerca scientifica successiva.
Esso consiste:
• nell'osservare i fenomeni controllando la regolarità della
loro ripetizione;
• nel formulare delle ipotesi che giustifichino tali fenomeni

• nel verificare tali ipotesi con successivi esperimenti;

• nell'elaborare così delle leggi (o delle regole) generali,LE TEORIE SCIENTIFICHE.
Il metodo conoscitivo sperimentale ed induttivo di Galileo mise a soqquadro filosofie, teologie e scienze.Alla base della conoscenza umana non c'era piu' una verità colta dal pensiero umano nella natura o nella religione,bensi' il dubbio sistematico quanto al pensiero umano sul mondo e la fiducia nella osservazione oggettiva del mondo.

Questa rivoluzione nella ricerca della conoscenza umana produsse una tendenza inversa a quella medioevale:
se prima si cercava di adattare i fatti alle idee, ora si procedeva a rovescio
CON LA SCIENZA DELL'OSSERVAZIONE SISTEMATICA E DELLA SPERIMENTAZIONE SI ADATTAVA PER LO PIU' OGNI IDEA LOGICA O ASTRATTA AI FENOMENI NATURALI.
Si tendeva cioè a spiegare ogni fenomeno, anche religioso con relazioni causa-effetto di origine materiale, naturale.
Gradualmente si realizzò una separazione più profonda tra la scienza, la filosofia e la teologia.
Nacque l'ideologia secondo cui ogni fenomeno puo' avere due spiegazioni:una scientifica ed una religiosa.
La Chiesa cattolica stessa cadde in questa ideologia: siccome la Bibbia diceva che Dio aveva fermato il sole (Libro di Giosuè 10,12) cio' significava che era il sole a girare intorno alla terra e non il contrario come affermava Copernico.Copernico e Galielo erano dunque nell'errore, erano da considerarsi eretici religiosi.
Da parte laica ci fu la stessa dipendenza ideologica:le affermazioni religiose in particolare quelle bibliche quanto alla origine della natura, dell'uomo, del cosmo, sono spesso smentite dalla evidenza oggettiva della osservazione scientifica e dalla scienza sperimentale...dunque tutta la religione è erronea, è una percezione errata del cosmo, una eresia umana!
Questa dipendenza ideologica sussiste ancora oggi per molte persone . Purtroppo!
Si leggono i libri di religione come fossero testi scientifici e viceversa si leggono i testi scientifici come se esprimessero verità religiose, rivelazioni.
 


  alba

Nell'Inghilterra del Sud, nello Wiltshire,3 Km ad ovest di Amesbury, si trova il sito di Stonehenge. 
Le ricerche degli ultimi 100 anni hanno concluso che Stonehenge venne costruito in fasi diverse attraverso i secoli tra il 2800 e il 1800 a.C.     
Il complesso venne costruito per eseguire osservazioni astronomiche legate a solstizi, equinozi,eclissi e quantaltro.

Investigations over the last 100 years have revealed that Stonehenge was built in several stages from 2800 - 1800 BC. It seems to have been designed to allow for observation of astronomical phenomena - summer and winter solstices, eclipses, and more.

  • 1900 BC - First phase of building at Stonehenge. Circular ditch and 4 holes excavated. The heel stone was erected and the 50 Aubrey holes dug.
  • 1750 BC - Second wave of construction. Double circle of bluestones constructed.
  • 1650 BC - Third wave of construction. Sarsen Circle and horseshoe of trilithons built.
  • 1663 - John Aubrey does the first known systematic inspection of the site. He attributes the construction to the Druids who used the site as a temple.
  • 1740 - Dr. William Stuckly, also a proponent of the Druid theory, investigated and measured the site, and was the first to suggest that it was astronomically aligned.


Stonehenge: fase I (2950-2900 a.C.)

Dentro un fossato esterno di circa 100 m di diametro vi era un  cerchio piu' interno con 56 pali in legno.
All'interno di questo il primo grande cerchio di 30 megaliti con un diametro di circa 33 m.


fase II (c. 2550-1600 a.C.)

Piu' all'interno del 1° cerchio di 30 megaliti un secondo giro di triliti  disposti a ferro di cavallo con la parte aperta rivolta a Nordest.In origine essi formavano un ovale, in seguito venne rimossa la parte ora aperta


Stonehenge: fase III (c. 2550-1600 BCE)


Heel Stone

In una fase successiva vennero scavati due cerchi di buche che non furono poi mai riempite.Altri megaliti segnano punti particolari (station stones nella figura a sinistra) Due in particolare segnano un percorso (Avenue=viale di Nordest)che prolunga la parte aperta del ferrodicavallo.

Already in the 18th century the British antiquarian William Stukeley had noticed that the horseshoe of great trilithons and the horseshoe of 19 bluestones at Stonehenge opened up in the direction of the midsummer sunrise. It was quickly surmised that the monument must have been deliberately oriented and planned so that on midsummer's morning the sun rose directly over the Heel Stone and the first rays shone into the centre of the monument between the open arms of the horseshoe arrangement.


Nordest

I triliti disposti a ferro di cavallo aperto a Nordest sono orientati verso  il punto in cui sorge il sole al solstizio di estate.
Il complesso è costruito in modo che all'alba di quel giorno il sole sorga esattamente sull' Heel Stone e il primo raggio splenda al centro del complesso tra le "braccia" del ferrodicavallo al cui centro  è posto un grande altare di pietra .
Stonehenge stands on the open downland of Salisbury Plain two miles (3 kilometres) west of the town of Amesbury, Wiltshire, in Southern England. It is not a single structure but consists of a series of earth, timber, and stone structures which were revised and re-modelled over a period of more than 2000 years.       The earliest portion of the complex, which dates to approximately 3100-2300 BCE., comprised a circular bank-and-ditch of about 330 feet (100 metres) in diameter. Just inside the earth bank is a circle of the 56 Aubrey holes (discovered by John Aubrey in the 17th century, and now invisible on the surface). Probably also dating to this time are the four Station Stones (only two of which survive) and, on the north-east side, an earthwork which runs from the break in the bank-and-ditch. The now-fallen Slaughter Stone, located at the break in the bank-and-ditch, may date from this period, as may also the Heel Stone, located further out along the Avenue.     Around 2100-2000 BCE, a circle about 108 feet (33 metres) in diameter comprised of originally of 30 neatly trimmed upright sandstone blocks (known today as sarsens), standing on average 13 feet (4 metres) above the ground, about 6.5 feet (2 metres) wide, and 3 feet (1 metre) thick, supporting a continuous ring of sarsen lintels (held in place by tongue-and-groove joints) was constructed in the centre of the original circular bank-and-ditch. A little later was added inside the circle of sarsens, in the shape of a horseshoe, ten upright sarsens arranged as five pairs with a single lintel.       Around 2000-1550 BCE, a horseshoe of smaller upright igneous stones without lintels (the bluestones) were brought from a site in Wales and placed inside the horseshoe of sarsens.       Finally, around 1550-1100 BCE, a circle of smaller upright bluestones was added between the outer sarsen circle and the outer horseshoe. Also added around this time are two concentric circle of holes - the so-called 'Y' and 'Z' holes.

 

 This discovery has had tremendous impact on how Stonehenge has been interpreted. For Stukeley in the 18th century and Sir Norman Lockyer in the first years of the 20th century, this alignment implied a ritualistic connection with sun worship and it was generally concluded that Stonehenge was constructed as a temple to the sun. More recently, though, the astronomer Gerald Hawkins has argued that Stonehenge is not merely aligned with solar and lunar astronomical events, but can be used to predict other events such as eclipses. In other words, Stonehenge was more than a temple, it was an astronomical calculator.      It was argued that the summer solstice alignment cannot be accidental. The sun rises in different directions in different geographical latitudes. For the alignment to be correct, it must have been calculated precisely for Stonehenge's latitude of 51° 11'. The alignment, therefore, must have been fundamental to the design and placement of Stonehenge. As if corroborating the claims made by Hawkins for Stonehenge, Alexander Thom, a professor of engineering and a mathematician, has shown that many other megalithic sites throughout Britain are also oriented towards the sun and the moon.   The alignment also made it clear that whoever built Stonehenge had precise astronomical knowledge of the path of the sun and, moreover, must have known before construction began precisely where the sun rose at dawn on midsummer's morning while standing on the future site of the monument. This point needs to be made because, as I suspect, with Stonehenge and many other such monuments, it was the site, a particular place within the landscape, that was important; only later were these sites marked in some more permanent manner by the digging of ditches and banks and (or instead) the erection of wood or stone structures.  For reasons we shall never know, this particular spot in the landscape was so important that not only were ditches and banks dug and, later, stone circles and horseshoe arrangements constructed to mark it, but that some of the stones were deliberately transported there with considerable effort from a great distance away.

Chiunque abbia progettato il complesso di Stonehenge è certo che conoscesse perfettamente il percorso del sole nel cielo e sapesse calcolarlo per ogni giorno dell'anno.
Rimane il grande interrogativo: perchè gli antichi hanno trasportato massi enormi da distanze anche di 60 miglia e oltre in quel particolare sito?
La risposta piu' semplice e forse anche la piu' probabile è che il sito fosse legato alla manifestazione del sacro e in seguito ,proprio per questa ragione ,sia diventato  anche un simbolo dell'incontro con il sacro attraverso i fenomeni cronologici ed astronomici
.

TEMPLI EGIZI


Tempio di Dendera

Un Tempio Egizio non è un luogo pubblico di culto.
E' il santuario del  nether, che non indica la divinità,piuttosto rappresenta l'aspetto specifico di un Dio Unico.
Solo i sacerdoti avevano accesso ai santuari piu' interni dove avvenivano le cerimonie sacre.
In alcuni casi il Re o un suo emissario poteva avere il permesso di entrare.
Cio' che noi sappiamo di questi templi proviene dalle conoscenze siu  templi ricostruiti dai Tolomei (famiglie dei generali successori di Alessandro Magno,+333 a.C.che reganarono in Egitto fino all'ultimo secolo a.C.).
In genere i templi egizi venivano costruiti in luoghi speciali scelti in base a criteri a noi sconosciuti.
Essi erano normalmente circondati da mura come fossero fortezze per difendersi simbolicamente anche dal male.
Nel tempio si entrava attraverso due pilastri oltre i quali c'era a volte  un cortile con dei colonnati intorno ed un altare al centro.
Piu' avanti, lungo l'asse del tempio c'era l'ipostile, una sala a colonne attorniata da stanze usate per depositare gli arredi del tempio e per funzioni secondarie.
Ancora  piu' in fondo c'era il Santuario vero e proprio che era una stanza buia    dove era posta l'immagine del nether.
Le porte del Santuario rimanevano chiuse e sigillate durante tutto l'anno e venivano aperte solo per le feste solenni.
Il Santuario veniva chiamato  Grande Seggio
Fuori del Tempio vi erano le residenze dei sacerdoti e dei loro aiutanti,i laboratori degli artigiani,i magazzini e tutte le strutture ausiliarie.


Tempio di Dush  

PIANTA DI UN TEMPIO EGIZIO


TEMPLI DELLA ANTICA GRECIA

Nel 5° secolo a.C. il generale e statista Pericle diede inizio ad una vasta ricostruzione dell'Acropoli, distrutta dai Persiani.

IL sito, dai reperti archeologici, risulta già adibito al sacro fin dal Neolitico.Dalle statuine trovate si pensa fosse legato alla Potenza Femminea

Ricostruzione dell'Acropoli cosi' come poteva apparire nel 500 a.C.

Acropolis=Città Alta.

Il Partenone (447-438 a.C.)
Nel periodo di Pericle fu costruito il Partenone su disegno degli architetti Iktinus e Kallikrates.Completato nel 438 venne dedicato ad Athena,patrona della città.
Athena veniva qui celebrata nel suo aspetto di dea vergine.(vergine =parthenos)
Qui veniva venerata Athena nel suo aspetto di patrona della città.

Sotto l'Acropolis,l'Agorà, centro politico,commerciale e religioso di Athene.



Erechtheum (421-405 a.C.)
Il Tempio meglio conservato dell'Agorà : il Tempio di Hephaistos.Conosciuto come  "Theseion", è un tempio dorico  con il pronaos el' opisthodomos.Il tempio era dedicato a Hephaistos e ad Athena,le cui statue bronzee erano poste nell'interno.. La costruzione del tempio ebbe inizio nel  449 a.C.
Ancora  nell'area pubblica dell'Agorà si trovava l'Altare dei 12 Dèi.Costruito nel 522/21 a.C. il santuario era un luogo religioso popolare di ailo ed era considerato il punto da cui misurare tutte le distanze dalle altre città.


A Sparta il Santuario di Artemide Orthia venne fondato nell'8° secolo a.C.
Il santuario di Capo Sounion, a pochi Km da Atene era uno dei piu' importanti santuari dell'Attica.  "Sounion Hiron" (santuario di Sounion) è menzionato nell'Odissea come il luogo dove Menelaosi fermo' tornando da troia per seppellire il suo timoniere Phrontes Onetorides.


Santuario dei Grandi Dei, in Samotracia.
Risale al 7° sec. a. C.
L'identità dei  "Kabeiroi",i Grandi dei rimane ancora problematica.


Tempio di Apollo

Risale al 6° sec. a.C.All'interno l' adyton, centro dell'oracolo e seggio della Pythia.      

Tempio di Tholos  Santuario di Athena Pronaia

 

Delfi-Anticamente creduto Centro del Mondo il sito accoglie il Santuario Panellenico di Apollo. Qui secondo il mito Apollo avrebbe sconfitto il serpente-drago Pitone . Era un Santuario Oracolare importantissimo.


IL TEMPIO DI DELFI

Ricostruzione del Tempio di Artemide ad Efeso.


TEMPLI   BUDDHISTI

Bodh Gaya ,tempio nel  nel Bihar, regione del Nord dell'India,è il luogo dell'India dove è nato il buddismo.
Il principe Siddhartha Gautama (nato nel 566 BCE) seduto in meditazione sotto un pipal-tree,una varietà di fico dell'India, ricevette l'Illuminazione e divenne il Buddha,l'Illuminato.
Bodh Gaya è il luogo di pellegrinaggio piu' importante del Buddhismo.
Asoka (268-232 a.C.)imperatore buddhista venerò ufficialmente l'albero e lo segnalò recintandolo. 
L'albero della Illuminazione non esiste piu' ma l'attuale 
pipal-tree si dice sia discendente dall'originale.

Il punto esatto della illuminazione è segnato da una lastra di pietra sabbiosa rossa ,il vajrasana,il Trono di Diamante.
Tale punto è condiderato Tempio Mahabodhi,Il Centro dell'Universo e su di esso è costruito un tempio in pietra.
Buddha non è considerato Dio, nè nel Buddhismo si venera un Dio.
Il sentimento religioso popolare ha costruito templi un po' ovunque si è diffuso il buddhismo .In questi templi i fedeli si recano in pellegrinaggio  per celebrare alcuni riti con i monaci, per incontare i maestri,per ricevere gli insegnamenti ,per pregare , fare penitenze e fare offerte.


Nel tempio buddhista, STUPA ,è presente la illuminazione del Buddha simboleggiata dai tre diamanti della dottrina buddhista:il TRIRATNA.
-IL BUDDHA
=LA SUA FIGURA, LE SUE VIRTU',LE SUE SENTENZEALIMENTANO LA FEDE NEL SUO SENTIERO OTTUPLICE 
-IL DHARMA=LA LEGGE DEL SENTIERO DIVENTI LEGGE INTERIORE
-IL SANGHA
=LA COMUNITA' DEI SANTONI FRUTTA MERITI PER TUTTI.

Nel santuario è collocata una immagine o statua del buddha perchè rammenti al fedele la ricerca incessante del Nirvana.
Ad essa si offrono fiori(simbolo della impermanenza delle cose);incenso(simbolo della propria adesione al Nobile sentiero del Buddha) e si pratica la meditazione avendo come oggetto mentale il Buddha stesso i suoi insegnamenti e gli altri oggetti mentali che il maestro indica.

Tipico tempietto buddhista o STUPA

In verità il sentimento religioso popolare si rivolge a Buddha come a un santo,anzi un Dio e lo prega chiedendo favori e considera gli stupa come vere e proprie dimore sacre del Buddha.


TEMPLI DELLA MESOPOTAMIA: ZZIGGURRATT

Ricostruzione dello ziggurat del Re Untash Napirisha .
Sotto lo ziggurat.Sopra di esso il Tempio.

Sito:Chogha Zanbil, 45 kM S.E. di Susa -IRAN-(c. 1250 A.C.)

ziggurat

Ziggurat del Re Untash Napirisha , Chogha Zanbil



 King Untash Napirisha's ziggurat 
Nel tempio dello Ziggurat venivano rappresentati innumerevoli rituali:il Matrimonio sacro,il Dramma della Morte,il Dramma della Battaglia,etc.


Ricostruzione di un grande ziggurat


I Templi mesopotamici erano costruiti con mattoni (legname e pietre dovevano essere procurati in siti molto distanti).  Spesso venivano ricostruiti sulle rovine di un tempio precedente.


LA CUPOLA  DELLA ROCCIA

       

Il Duomo della Roccia
Sul Monte del Tempio ebraico di Gerusalemme c'è una roccia sulla quale, secondo il Corano nel versetto 1 della sura 17, Maometto è stato portato con l'anima nella notte in cui è deceduto: 
«Gloria a Colui che di notte trasportò il Suo servo dalla Santa Moschea (della Mecca) alla  Moschea  remota di cui benedicemmo i dintorni (a Gerusalemme), per mostrargli qualcuno  dei  Nostri segni.»
Su
questa Roccia è stata costruita una Moschea che è conosciuta universalmente come "The Dome of the Rock" , il Duomo della Roccia.

The plot of land on the elevated stone platform known as Haram Ash-Sharif on Temple Mount upon which sits the Dome of the Rock is sacred to three of the world's major monotheistic religions: Judaism, Christianity, and Islam. The site was first consecrated by the Israelites of Exodus. Later, according to Jewish tradition, Abraham prepared to sacrifice his son Isaac upon a rock that protruded from the centre of the platform. Later still, upon the same platform, Solomon erected his temple.       For Christians, in addition to the Old Testament Jewish associations, the Temple Mount was revered because of its place in the life and ministries of Jesus Christ. For Moslems, the rock was sanctified by the story of the Prophet Mohammed's Miraaj or Night Journey to Jerusalem and back to Makkah  (Qur'an 17:1). From the top of the rock, Mohammed began his ascent to Heaven.

Così viene commentato il versetto dalla Tradizione Islamica:
La tradizione, ricchissima a questo proposito, ci riferisce che una notte, mentre Muhammad (pace e benedizioni su di lui) stava dormendo, fu svegliato da Gabriele [l'angelo ] (pace su di lui) e condotto a Gerusalemme. Colà, nel recinto [il Tempio ebraico] del Masjid al Aqsâ ( la “Moschea remota” di cui al vers. 1),  pregò Allah insieme ad Abramo, Mosè e Gesù e tutti gli altri profeti (pace su tutti loro) e poi ascese fino al “Sidrâtu -’ l - Muntahâ ( il Loto del Limite) che si trova alla destra del Trono di Allah.
Muhammad (pace e benedizioni su di lui) ebbe un colloquio con l'Altissimo che lo salutò con una frase è entrata a far parte integrante dell’orazione rituale “ Siano su di te la pace, o Profeta, la misericordia di Allah e le Sue benedizioni, e sia pace su tutti i Suoi servi devoti” . Muhammad rispose allora con la professione di fede. Poi gli fu data  conoscenza, dottrina, precetti morali e raccomandazioni per la sua missione. Inoltre, gli fu rivelato il versetto 285 della Sura della Giovenca che contiene la sintesi dottrinale dell'Islàm1a. Tra le norme ricevute c'era l'obbligo di compiere cinquanta orazioni ogni giorno. Su suggerimento di Mosè, Muhammad chiese all’Altissimo di alleggerire il precetto finché Allah lo ridusse alle cinque orazioni quotidiane. Quando ritornò alla Mecca il racconto di questo viaggio miracoloso suscitò l'ilarità e lo scherno dei miscredenti e molti musulmani di debole fede dubitarono di lui. In questo frangente il suo amico e futuro califfo Abû Bakr (che Allah sia soddisfatto di lui) dimostrò il livello della sua fede e la sincerità del suo affetto per l'Inviato di Allah ( pace e benedizioni su di lui) non dubitando nemmeno un istante della veridicità del racconto.  

  
VEDUTA DELL'INTERNO

Il Duomo ottagonale venne costruito dai musulmani nel 7° secolo.
Con la conquista del Monte da parte dei crociati cristiani l'edificio venne riconsacrato al culto cristiano.
Al ritorno dell'Islam divenne moschea.
 Links

Isola di Java

Nell'Isola di Java vi sono molti templi dell'antichità ,prevalentemente induisti e buddhisti.

Borobudur
E' il piu' grande tempio buddhista  dell'emisfero Sud del mondo.Borodur è una delle 7 meraviglie del mondo.
I tempio è su 9 terrazze quadrate.In cima una terrazza circolare con lo Stupa Centrale e altri 70 piccoli stupa con la statua del Buddha in meditazione.
Il santuario si erge su una collina che domina la Grande Pianura Meridionale di Java ,nota come Il Giardino di Java.
I pellegrini devono percorre un cammino di 3 miglia per arrivare allo Stupa:sono il simbolo di un soggiorno nelle 3 sfere del buddhismo Mahayana: Khamadatu,la sfera della quotidianità; Ruapadathu, la sfera delle forme; Arupadathu, la sfera alta o del mondo senza forme,la dimensione delle perfezioni divine.Durante il percorso il pellegrino puo' fare memoria di tutto l'insegnamento buddhista : lo trova scolpito in bassorilievi posti sulle pareti dei terrazzamenti.Il Buddha vi è rappresentato in 504 statue.
The world's biggest Buddhist temple and the greatest ancient monument in the southern hemisphere stands peacefully in tranquility.
Borobudur is one of the seven wonders of the world. The shrine has nine square terraces and a circular top one, is ½ meters high covering a hillock overlooking the Southern Central Javanese plains, known as the Garden of Java.By turning left following the pilgrims' path to the summit which is 3 miles walk, is a symbolic journey through the three spheres of Mahayana Buddhism:
Kamadhatu - lower sphere of daily world-Rupadhatu - the world of form-Arupadathu - the higher sphere i.e. the world of formless : abstract state of heavenly perfection.The 1460 relief carving in stone slabs that cover the balustrade illustrating life of Buddha's teaching. The total statues of Buddha are 504.On the upper, open terraces are more than 70 stupas, containing the sitting statues of Buddha. The form of Borobudur resembles a gigantic stupa, believed to be a structure to assist meditation. On the top, underneath the great stupa, alone under the sky, surrounded by the green plains far below, the sensation is one total release and serenity ..Nearby Borobudur they are two other smaller Buddhist temples in perfect condition.
Pawon Temple
Tiny temple 2 km east of Borobudur, contains a Buddha statue. The temple's style and the reliefs carved on the wall resemble most Javanese Hindu Temple.
Mendut Temple
Located 1 km to the east of Pawon temple. Inside the temples there are magnificent statues of Buddha. For Waicak ceremony, the offering and the praying start in this temple.

WAIÇAK

The ceremony commemorates the birth, death and enlightenment of Buddha, always held during a full moon (this, 1998 year shall be on May 12, 1998-Tuesday, starting in the evening at May 11, 1998 Monday).
The procession begin at Mendut led by Budhist SAFFRON - ROBED monks to Pawon then Borobudur (+/- 3 km walk), where candles are lit and flowers strewn about, followed by praying and chanting climaxes in the early morning when ten of thousands of worshippers (local and foreign) converge at the summit of Borobudur.
This is a real sacred and at the same time fantastic religious performance.Note:
The holy water used in this ceremony is taken from sendang (pool) JUMPRIT nearby the town of Temanggung. A pool believed as having mystical power.
The fire is taken from everlasting natural source in the village of MERAPEN.

Prambanan
This is the most famous and also the most magnificent of Central Java's temples or more precisely complex of temples. Located in the sub-district of Prambanan on the border between Yogyakarta and Surakarta (17 km east of Yogyakarta or 40 km west of Surakarta). From this place looking to faraway through endless green rice terraces in the gigantic skyscraper Mount Merapi. The main spike soars 47 meters high and the temple is lavishly carved. The temple LORO JONGRANG (Prambanan) " The slender virgin" who according to legend was turned into stone by a giant she refused to marry.

The Candi (Temple) Loro Jongrang - Prambanan
It is believed to be built by RAKAI PIKATAN to commemorate the glorious power of Sanjaya Hindu dynasty in the empire of MATARAM in the 8th and 9th century.
The largest is Shiva Temple - the showpiece - architecturally the most perfect. On the right and left sides of the main gate stands the guards statues Nandiswara and Mahakala.
Starting from the eastern entrance gate The Ramayana Legend carved inner site of the wall encircle the temple, telling the struggle of Lord Rama to free his wife Sinta, from an evil giant king - Rahvana.

In the main chamber, there is a huge statue of the four armed Shiva in his manifestation as Mahadewa. In the South chamber is Agastya as Shiva mahaguru divine-teacher, in the western chamber is the elephant - headed Ganesha - son of Shiva, in the north chamber is the statue of DURGA MAHESASURAMARDANI. Some believe that divine statues in fact are the image of the rulers of Sanjaya dynasty/HINDU MATARAM. Shiva was the Maharaja Balitung , the King Durga was Loro Jongrang/Princess PADMOWATI, Ganesha was their son, prince Daksotomo ; Agastya was the Patih (Chief Minister), Danghyang Samorosonto.
Plaosan Temples

The site is around 1 km east of Sewu Temples. These temples are unique combining Hindu and Buddhist symbols and carving.
Originally, they were three temples, the shrines and statues are very impressive. According to inscriptions on the stone of Plaosan, these temples were constructed jointly by the rulers of Sanjaya (Rakai Pikatan) and Cailendra (King Samaratungga) dynasties.

Kalasan Temple

It is built in the Kalasan village about 2 km west of Prambanan, 15 km from Yogyakarta.
It is dedicated to a Buddhist Goddess, TARA. It is 6 meters tall and has 52 stupas.

Sari Temple

It is nearby Kalasan Temple, 500 meters north of Kalasan. It is a small but elegant Buddhist temple.
Gedong Songo Temple

There are nine Hindu Candis of 8th century A.D. on the slope of Mount Ungaran, South Semarang. The weather is always cool, the setting is superb, the view is magnificent, might be one of the most spectaculer views in Java. The candi's simple architecture are dedicated to SIVA and VISHNU, facing south is the shimmering Rawa Pening Lake, Mounts Merbabu and Merapi, to the west are Mounts Sumbing and Sindoro. The morning panorama is Breath-taking.
The Temples of Dieng

Located at Dieng Plateau about 2600 meters above sea level. They are smaller Shiva temples, built by Sanjaya dynasty and named of wayang heroes such as Dwarawati, Bima, Arjuna, Puntadewa, Srikandi, Sembadra, and Semar.
Dieng plateau is about 150 km northwest of Yogyakarta. The name Dieng means Di-hyang " The abode of God ", centuries ago it was once the site of a temple - city of Hindu's priests. The plateau was formed many millennia ago by eruption of huge volcano, remains active up to now, the proof is the existence of working craters such as Sikidang, Sileri, Sikumbang, etc.

(Suryo S. Negoro)

Vishnu Temple
This is smaller than Shiva temple, to the north of Shiva Temple, there is a statue of Vishnu and on the wall are reliefs of the story of Lord Khrisna.
Brahma Temple

It is located to the South of Shiva Temple, with a statue of four-headed Brahma, and relief carving of the final scene of the Ramayana.
Nandi Temple
It faces the Shiva temple. A statue of Nandi the bull of Shiva is inside flanked at the back with statues of God Surya and Goddess Candra on their chariots drawn by horses. A & B Temples
Each measures 13 x 13 meters with 22 meters height : no statues inside.
Apit Temples
Two temples, each measures 6 x 6 meters with 16 meters height. On the side of entrance gate they are statues of lions.
Kelir Temples

There are four temples in the front of every entrance gate. The measure each is 1,55 x 1,55 meters with 4,10 meters height. They protect the sacred place from evil spirits.
Sudut or Corner Temple
Four small temples, each measures is 1,55 x 1,55 meters with 4,10 meters of height in every corner of the site.
Ramayana Ballet
It is performed under the full moon from May to October (dry season) on open stage with the back-drop of illuminated Loro Jongrang Temple. This dance drama performs by more than 200 dancers with gamelan music. It is dynamic and magnificent spectacle.
It should be a pity if visitors miss this performance, in that case an indoor dance is available during the daytime but of course less spectacular.
Sewu or Thousand Temples
Located 2 km north of Prambanan Temple. This is the second largest Buddhist Temple complex in Java, Restoration is professionally underway to reach its original form.
It is a MANDALA, manifesting the universe in the center temple of Mahadeva, surrounded by four rings of 250 smaller temples of Gods.
Sojiwan Temple
This Buddhist temple is located about 1 km from Prambanan on the road to Solo.

Karaton Ratu Boko
" The palace of the eternal Lord " is believed to be a Hindu palace complex built in 778 AD. It is located on the top of a hill 1 km South of Prambanan . Restoration is underway. The view from the top of the hill is splendid. The Prambanan Plains, the mount Merapi to the north, Yogya city, 18 km to the west are beautiful scenes in the bright sunny days.
Sambisari Temple

It is a Shiva temple, discovered in 1966, located about 10 km from Yogyakarta. It was covered by volcanic ash and dust, 6 meters below the surface of surrounding land, but it is in perfectly condition.


TEMPLI DELL'INDIA

La costruzione e la manutenzione dei templi è sempre stata a carico della generosità del popolo indù.Il popolo stesso ha costituito per secoli la commitenza primaria per artigiani, artisti, musici, danzatori, poeti di tutte le epoche. Nei templi ci sono sempre dei granai che nei secoli sono stati l'unica risorsa alimentare dei poveri .
Nei templi sono stai "allevati" migliaia di studenti e studiosi indù.Molti templi hanno avuto funzione di ospedali per i poveri e soprattutto per i malati terminali.
Il Tempio induista viene costruito secondo un ordine antico :Aagma.La Spiritualità è la cosa più importante nella vita, percio' i templi sono generalmente collocati in luoghi elevati.
Il tempio induista è il ritratto di Dio in forma cosmica: è un micro-universo ,l'abitazione di Dio.
Nel Santuario del tempio i devoti cercano di sperimentare attraverso la meditazione la visione mentale della divinità , il  Dharshan.La mente del devoto partecipa in qualche modo della supercoscienza della divinità,riceve una supercoscienza del Dharma, l'ordine universale,la Legge divina dell'Universo.Da questa esperienza il devoto trae una evoluzione spirituale personale ,orienta la sua vita  al Dharma , si armonizza con l'ordine universale a partire dal piano animico e spirituale.A partire da questo piano la divinità attraverso il Dharshan puo' influenzare anche il piano eterico e fisico della persona.

Il culto induista nei templi è soprattutto individuale, ma non solo individuale: ogni tempio indù ha un suo calendario annuale e pluriennale di feste collettive.

Nel tempio si incontrano 3 universi:
-1° universo:IDOLO o MURTI  (piano sensibile, eterico fisico)
-2° universo:MENTE  (piano animico)
-3° universo:DIVINITA' (piano spirituale)
I simulacri della divinità,gli idoli o Murti sono immagini (statue o dipinti) mentali (visti con la mente nel tempio da persone di spiritualità elevata);esse indicano il luogo,il punto del tempio in cui la divinità manifesta o nel quale essa si "libra" nel suo corpo eterico.La mente è il "luogo interiore" della manifestazione.La divinità è l'universo ordinato senza forme di cui il tempio è "forma sensibile".
Nel tempio si pratica il Puja il rituale che ha lo scopo di realizzare l'incontro mentale con la divinità.Il Puja è una forma di comunicazione tra i piani spirituale, mentale, fisico:nel Puja la divinità,il piano spirituale irradia il suo potere la Shatki  sul devoto. Questo potere di ordine spirituale è una vibrazione che si percepisce a livello fisico-emozionale e che puo' manifestarsi  anche a livello mentale come VISIONE=DHARSHAN della divinità.La Shakti apre i punti nodali delle energie corporee (i Chakra) al contatto con le energie spirituali e si realizza cosi' la comunicazione tra il piano-universo spirituale, quello della divinità, il piano mentale-animico e il piano eterico-fisico , corporeo.
In queste situazioni puo' anche avvenire un prodigio o un miracolo, oppure il devoto puo' ricevere una comunicazione spirituale personale da parte della divinità ,qualcosa che nella vita del devoto si manifesterà al momento "opportuno" per la sua evoluzione spirituale.
I templi induisti del Nord differiscono nelle forme da quelli del Sud.
I templi del nord  SHIKARA hanno caratteristici pinnacoli:essi rappresentano l'elevazione alla dimensione senza forme. L'edificio è curvilineo e mosso, a strati.I templi del Sud VIMANA  hanno l'edificio costruito a piramide tronca ,a strati con un minisantuario sulla sommità.


TEMPLI IN MESSICO

Dalla valle di Oaxaca in Messico si erge una collina sulla cui sommità  si trovano le rovine di Monte Alban.
E' questo il secondo più grande sito di cerimonie del Centroamerica dopo quello di Teotihuacan presso Mexico City.Sono tra i resti piu' antichi del centroamerica:vi sono geroglifici che datano tra i piu' antichi.
Gli edificii originari  risalgono a 800-1000 anni a.C.ed ora sono semidistrutti o sepolti sotto ai piu' recenti.
Nel 100 a.C. il sito venne occupato dal poplo Zapoteco e le strutture che si vedono sono dell'epoca di maggior splendore del Regno Zapoteco:300-900 d.C..Il sito era diventato il centro dei cerimoniali dell'Impero.
Il complesso comprende piazze enormi,piramidi,campi per il gioco della palla,cunicoli sotterranei e 170 tombe monumentali.Il sito venne abbandonato nel 900 e divenne un sito cimiteriale dei Mixtechi.
OAXACA, MEXICO
osservatorio astronomico degli Zapotechi
(100 a.C.-100d.C.)

Soaring above the valley and city of Oaxaca, the hilltop ruins of Monte Alban are the second largest ceremonial site in Mesoamerica, only exceeded in size by Teotihuacan near Mexico City. The ruins are extremely old; hieroglyphs found here are among the very oldest writings in all Mesoamerica. The first known buildings were constructed between 800-1000 BC but most of these are now destroyed or buried beneath later Zapotec structures. The Zapotec occupation of the site dates from 100BC and most of the enormous structures standing today date from the Classic phase of 300-900 AD when Monte Alban had become the principal ceremonial site of the Zapotec empire. The complex contains great plazas, numerous pyramids, a ball game court, underground passage ways, and over 170 tombs. The site was abandoned as a functioning ceremonial center during the 10th century though it continued to be used as a burial place by the Mixtecs. Mound J, illustrated in the photograph, has been shown to be a highly refined and complex astronomical observatory. Built sometime between 100 BC and 200 AD, Mound J has been shown to have astronomical alignments with the setting positions of the Southern Cross and Alpha and Beta Centauri, and the rising position of Capella.
Il sito comprende circa 600 piramidi di varie taglie sulle quali domina la grande Piramide del Sole.Questa piramide è costruita sopra caverne naturali.
Le caverne erano considerate dai Maya come "porte" che introducevano nel mondo degli Spiriti, lo Xilalba.
Queste caverne sotterranee contengono tracce di pratiche sciamaniche più antiche.


Teotihuacán  la città  degli dèi ovvero :
dove gli uomini Maya diventavano dèi

In Nahuatl, Teotihuacán means The City of the Gods, or Where Men Become Gods. The plazas, avenues, and great pyramids of the city of Teotihuacán were laid out as a symbolic sacred landscape of artificial foothills and mountains . The complex of approximately 600 pyramids of various sizes is dominated by the great Pyramid of the Sun which, it was discovered in 1971, was built over a natural cave with four chambers . Mesoamerican belief saw caves as gateways to the spiritual world (called Xibalba by the Maya). The cave contained remains of offerings and may have been a focus for shamanistic rituals from a much earlier period. There can be no doubt that the Pyramid of the Sun was deliberately built over the sacred cave.       Both the idea of the cave and the artificial mountain constructed over it (or containing it) is also seen among the Ancient Egyptians in the pyramids at Giza.
Sei filmati vrml (realtà virtuale)
che ricostruiscono la città Maya
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The Mayan Temples that we will be discussing and displaying refer to Monolithic and Megalithic Art. Some of the things that will be discussed are: Mayan Carvings, Temple ruins of the late Mayan and questions suchPer as Who are the Mayans? How did the Maya build their temples? Why did they build the temples? When did they build the temples? and Where these Mayan Temples are located. Some that will be displayed are: The Tulum Temple, and the Castle of Tulum and Chichen Itza.Most Mayan carvings were found in ruins. One carving was a human figure adorned with headdresses and jewelry, which suggested high rank in Mayan society. Temple ruins are very few in number, but one of the ruins shows evidence that the Maya decorated their buildings profusely and with intense meaning. By the tenth century most Mayans had migrated to the north to the Yucatan Peninsula, leaving their remarkable cities behind. After the migration to the north, elaborate cities were built in Chichen-Itza and Uxmal, where some of these Mayan remains still exist. Answers to whether these ruins are monolithic or megalithic are quite simple. Monolithic is a large single rock that has carvings and designs, the Mayans used this technique frequently. Megalithic constructions were made of huge stones, these were used to build the Mayan temples. The Mayans built their temples using the few giant rocks they could find.The answer as to why Mayans built these temples is pretty easy to answer. They built these temples in honor of their gods and mainly were for religious aspects. The Maya built these temples around the 1400's , but their isn't a specific date on which they built. Most Mayans and their temples are located in Southern Mexico. Two well known places where these temples are located are Guatemala, and Honduras.Some of the tools that the Mayans used were made from volcanic glass and other objects that were shot out from volcanoes. Maya still use the traditional basalt mano and metate for grinding Maize and other foods. Their homeland was approximately 125,000 square miles. Rainstorms have damaged lands of Guatemala and have produced a landscape of clay ravines, between hogback ridges, and valleys. Most temples they built have brought settlers there for more than 3,000 years.
Having learned about the Mayan cultures and their temples, we now know how they did their work and how they built their temples, what tools they used and where these temples are located. 
The Temple of the Warriors

The Temple of the Warriors and it's adjacent Temple of the Jaguar are the most awe inspiring ruins on the complex. A massive temple structure, surrounded by hundreds of columns is carved with reliefs. Still early morning I wandered into the rows of columns with the sun just breaking through.




SCIAMANESIMO

Sulla terra gli uomini cercano la felicita’,la liberazione dal male e dalla morte ma sperimentano un limite assoluto.
Da sempre essi elevano le loro mani al Cielo, all'Infinito. Perche?

    
     lastra preistorica-Francia

Sulla base delle testimonianze della preistoria e della storia l'antropologia del sacro ci dice che nella percezione religiosa dei popoli in "Cielo" , cioè in una dimensione diversa da quella umana, terrestre,  abitano gli dèi(Dio, gli angeli,i santi,...i demoni,i dannati..secondo il linguaggio dei cristiani.)e da sempre essi si manifestano agli uomini.Da sempre gli dèi si sono manifestati comunicandosi agli uomini ,per mezzo di persone speciali: sciamani, sibille, profeti, santi, veggenti... 

Gli uomini normalmente non vedono gli dèi ,le loro  comunicazioni,ma vedono le loro azioni: le rivelazioni ,cioè i fatti straordinari che la percezione di queste persone speciali attribuisce alla azione degli dèi,i miracoli. 

LE COMUNICAZIONI DIVINE SI MANIFESTANO AGLI UOMINI PER MEZZO DI  MIRACOLI: PAROLE ,EVENTI NATURALI O STRAORDINARI CHE VENGONO COMPRESI CON CERTEZZA COME  RIVELAZIONI DA INTERMEDIARI DOTATI DI SPECIALE PERCEZIONE SPIRITUALE  
GLI INTERMEDIARI TRA GLI DEI E GLI UOMINI CHE NOI CONOSCIAMO NELLA STORIA E CHE HANNO MOSTRATO CAPACITA' PERMANENTI DI COMUNICAZIONE COL DIVINO SONO: GLI SCIAMANI, LE SIBILLE, I  PROFETI. 

A questi si aggiungono altri intermediari occasionali chiamati generalmente veggenti.

Sciamani=presenti da sempre in tutte le culture umane,sono persone che si dimostrano chiamati dagli dèi dalla nascita o dopo a comunicare con il mondo spirituale.Possiedono conoscenze che tramandano solo a persone scelte. Si pensa che questa capacità sia legata a un tipo di epilessia ereditaria. 

Sibille=donne possedute da spiriti che parlano ed agiscono per mezzo loro. 
Profeti=persone investite dalla potenza divina che parlano e agiscono a nome di Dio.

LE CAPACITA' ESTATICHE PERMANENTI

SCIAMANESIMO,SIBILLE E PROFETISMO sono fenomeni UNICI DI CAPACITà ESTATICA PERMANENTE.
In essi, prima della acquisizione delle capacità di passare dal piano umano a quello divino,compare una VOCAZIONE DIVINA,che precede la scelta umana e determina la sua attività.

LO SCIAMANO

(parola russa derivata da saman di origine tungua, lingua della Siberia dell'Est=colui che è sconvolto ,turbato, trasportasto...o anche colui che sa).

.Risale al paleolitico,tempo DELL'ETA' DELLA PIETRA, della cultura della caccia,si attenua nella cultura agricola e nelle culture socialmente più complesse.In Siberia e Asia centrale lo sciamanesimo è presente in tutti i suoi aspettiOggi si ritrova inoltre in Africa, America sett.,oceania ed Australia.

Si diventa sciamani per vocazione divina,che si presenta ,secondo studi recenti ,come epilessia ereditaria, possessione di spiriti o antenati,malattia che deve essere trasformata in sciamanesimo pena la degenerazione in pazzia o morte, attraverso esperienze iniziatiche di tirocinio.

Anche se l'attitudine fondamentale è una malattia ereditaria,al contrario degli psicopatici gli sciamani ripetono volontariamente l'esperienza attraverso la possesione o l'estasi volontaria.ottenuta mediante il tamburo del viaggio sciamanico..Lo sciamano domina la propria crisi epilettica o la possessione.In stato normale è equilibrato.

Secondo la nostra mentalità occidentale la conoscenza della realtà sarebbe accessibile esclusivamente sulla base di un sistema logico fondato sulle pure percezioni sensoriali amplificate da strumenti inventati dall'uomo a questo proposito.

Un tale modo di pensare non è universale:la visione dell'universo dei nostri antenati era conquistata attraverso straordinarie esperienze esistenziali di uomini e donne particolarmente dotati che comprendevano battaglie interiori e grandi sofferenze.Chi intraprendeva questi percorsi di conoscenza doveva avere fede in una possibilità di esperienza extracorporea in universi paralleli a quelli sensoriali.

La cultura religiosa in cui si sviluppa il fenomeno sciamanico prevede, in generale, un mondo diviso in tre parti:TERRA, come luogo di percezione immediata,SOTTOTERRA ,mondo dei mostri pericolosi per l'uomo,SOPRATERRA O ALTRO MONDO,i cui confini sono posti al di là delle montagne, dei fiumi o dei mari.Un albero cosmico(asse) collega i tre mondi.Esso è come un albero che è radicato nel sottoterra, si prolunga nella terra e ramifica nel sopraterra dove stanno gli dèi.Lo sciamano esprime l'asse:pone una betulla al centro di una tenda i cui rami sporgono in alto.Sul tronco incide nove tagli che sono i nove cieli che deve attraversare per raggiungere glI dei.Vestito da uccello ascende l'albero portandosi un tamburo su cui è simboleggiato il mondo terrestre.

Tutti i fenomeni che avvengono al livello della Terra sono legati al sottoterra ed al sopraterra.

1-tutti le cose ed i fenomeni sono animati da una essenza creativa unica e trascendente

2-il cosmo è fatto di tre livelli:dei divini, dei mortali e degli inferi

3-la relazione che lega l'anima al corpo è di natura instabile sicchè l'anima può abbandonare il corpo di chi è malato essendo la malattia fisica una conseguenza di una malattia dell'anima.Dal punto di vista dello sciamano la malattia è un procedimento di purificazione dalle cattive abitudini degli uomini.

L'esperienza centrale dello sciamanesimo è l'autosmembramento offertorio che si svolge in 4 fasi come VIAGGIO SCIAMANICO

1-esperienza allucinatoria della propria morte e smembramento del proprio corpo

2--viaggio nel sottoterra e sopraterra per incontrare gli spiriti e incontrare la propria anima sull'albero cosmico

3--immersione,col corpo frantumato nel regno delle malattie e della morte per assorbire e vincere tutte le entità negative

4--ricomposizione e rinascita in una condizione psicofisica nuova che gli consente di affrontare senza paura il mondo dell'invisibile e di ripetere l'esperienza di propria iniziativa.

Rasmussen riporta il racconto di un viaggio di uno sciamano esquimese:

"Il grande mare mi ha messo in movimento

mi ha spinto alla deriva

facendomi ondeggiare come l'erba si muove nel fiume

La volta del cielo e la potenza delle tempeste hanno agiato il mio spirito

Io sono ancora trasportato via tremante di gioia"

Lo sciamano sogna ad occhi aperti un universo parallelo,entra in contato con gli spiriti, ne conosce l'influenza sul terrestre e in qualche modo li controlla e equilibra.

Ma egli entra in contatto anche con IL CREATORE OZIOSO, L'ESSERE SUPREMO , e dunque può diventare rivelatore.LO SCIAMANO RAPPRESENTA FIN DALL'ANTICHITA' IL BISOGNO DI RIVELAZIONE E UNA FIGURA DI RIVELATORE-MEDIATORE TRA L'UMANO E IL DIVINO.

Lo sciamano sperimenta un rapporto mistico(=col mistero)e testimonia che le strutture dell'inconscio umano sono universali e che le religioni sono le espressioni storiche culturali di un sentimento umano profondo universale, a-storico o trascendentale.

MIrcea Eliade scopre che l'ascensione al sopramondo o cielo è un fenomeno originario che appartiene all'uomo in quanto tale nella sua integrità, non in quanto essere storico,culturalmente determinato.

Lo sciamano è indovino, taumaturgo e sacerdote di riti.

Il raggiungimento di stati inconsueti di coscienza dipende moltissimo dalla percezione di una chiamata divina che si identifica nella epilessia ereditaria o la possessione ,dalla volontà e fede di seguire questa chiamata, dal sentimento di responsabilità verso la comunità, dalla disponibilità a sopportare con fiducia tutte le sofferenze che comporta.

La trance estatica viene raggiunta in altre culture con l'autotortura, la deprivazione sensoria,gli esercizi respiratori e la medirazione,la danza e il ritmo di tamburi.Spesso si usano più pratiche insieme.Alcuni sciamani usavano sostanze psichedeliche, bevande fermentate e tabacco.Wasson ha studiato l'antica bevanda degli Ariani (+di 5000 anni fa)il soma,la cui composizione fu sempre considerata il mistero dei misteri.e secondo le sue conclusioni pare si trattasse del fungo allucinogeno ammanita muscaria, conosciuto anche da altre culture.L'uso di tali sostanze(gli indiani d'america ne conoscono almeno 100 diverse) fa pensare ad un loro uso rituale che risale a 15-20,000 anni fa.

L'evoluzione dello sciamanesimo da epilessia, possesione o trance estatica indotta consiste nell'uso di tecniche psicologiche e pratiche ascetiche (ascetiche).

LE SIBILLE

sono fenomeni di rivelazione che hanno caratteritiche sia di POSSESSIONE DIVINA CHE DI PROFETISMO.E' una profetessa invasata che parla a nome del Dio che la possiede.Non è istituzione oracolare come la Pizia:interviene isolatamente e porta un messaggio di sciagure, come la omerica Cassandra.Compare appena prima dei filosofi greci.Virgilio attesta che il fenomeno avviene con un mutamento fisico del corpo della ragazza.della voce che diventa disumana,e della frenesia di cui è pervasa.Appena passa la frenesia, il dio parla.(Apollo).

Platone, Fedro,244 a-c:"..la verità è che i maggiori beni ci sono largiti per mezzo di una follia che è un dono divino...gli antichi chiamavano quest'arte manichè...i nostri contemporanei l'anno storpiata in mantichè(arte mantica)."

Le sibille erano considerate ispirate da alcuni padri cristiani come Agostino.
I PROFETI

sono persone che parlano a nome di Dio senza esserne necessariamente posseduti,mai di propria iniziativa ma sempre per chiamata e missione divina.La vocazione divina comporta una trasformazione,non solo del rapporto tra profeta e divinità,ma anche tra profeta e comunità,per la quale egli diviene intermediario.

Compare nei momenti di crisi etica della comunità ed ha bisogno di riconoscimento da parte del gruppo.Il profeta subisce uno sdoppiamento di personalità:egli porta un messaggio di cui non è responsabile ma di cui subisce le conseguenze.

Caratteristica del profetismo è l'attività di rivelazione salvifica per tutta la comunità.Storicamente compare in Medio oriente all'inizio del 2000 a.C. segnatamanete nelle religione che fanno appello ad una Rivelazione di salvezza,sempre al servizio del re e del santuario o della comunità.

Il profetismo mesopotamico parla di estatici, il profetismo ebraico parla della discesa di uno spirito divino.

Gli uomini si sentono orientati nel loro sentire religioso verso le rivelazioni giacchè in esse  possono vedere  l'azione di un potere soprannaturale che domina le forze del male e della morte.Che li salva.
Se gli dèi si sono rivelati allora è lecito per gli uomini continuare a cercarli  perché li salvino definitivamente dal male e dalla morte.
Gli uomini rispondono alle rivelazioni istituendo preghiere, riti, pratiche di vita che costituiscono le religioni.
Il fatto che ritroviamo tante e diverse religioni è riconducibile alla varietà e diversità del fenomeno delle rivelazioni piuttosto che alla fantasia dei popoli!Ci sono tante e diverse religioni perchè ci sono state tante e diverse rivelazioni.

VIAGGIO VERSO L'INFINITAMENTE PICCOLO

 

IL MONDO MACROSCOPICO

Cominciamo il nostro viaggio verso l'infinitamente piccolo partendo da una lunghezza che conosciamo bene: il metro. Se ci guardiamo intorno, la lunghezza di gran parte di ciò che vediamo può essere espressa in metri: una via, l'altezza di una casa, di un albero e perché no, di Camilla che corre felice, in un mondo di cui, per una volta, lei è la misura.E' istruttivo osservare come la definizione di metro, e cioè di unità di misura delle dimensioni umane, sia stata prima legata alle dimensioni della terra, e quindi a misure molto più grandi, poi all'emissione di onde elettromagnetiche da parte di un atomo, e quindi a dimensioni molto più piccole.
Tra la fine del XVI e gli inizi del XVII secolo fu data la prima definizione ufficiale di metro: la decimilionesima parte dell'arco di meridiano terrestre compreso tra il polo boreale e l'equatore. Dato che questa definizione non era affatto immediata da utilizzare quando bisognava misurare la distanza tra due case, o l'altezza di Camilla, fu deciso di costruire un prototipo del metro.
Durante gli anni successivi gli scienziati si resero conto che i meridiani terrestri non sono tutti uguali poiché la terra non è un ellissoide perfetto. Verificarono poi che il metro prototipo non corrispondeva esattamente alla sua definizione. Nel 1889 durante la prima Conferenza Generale dei Pesi e delle Misure, fu deciso perciò di definire come metro la distanza tra due tratti segnati su di una sbarra di platino conservata a zero gradi centigradi presso l'Ufficio dei Pesi e delle Misure di Parigi. Per facilitare l'utilizzo di questa definizione furono costruiti dei campioni secondari di metro. In Italia, il più importante metro secondario è quello conservato presso il Ministero dell'Industria a Roma. Finalmente il metro era definito per le sua reale lunghezza e non desunto da una molto maggiore.

Nel 1960 la definizione di metro è stata nuovamente cambiata; quella utilizzata sino ad allora aveva numerosi inconvenienti: da un lato non c'era la certezza che il metro campione non cambiasse la sua forma nel tempo, dall'altro il rapido sviluppo della nostra società richiedeva una definizione di metro facilmente utilizzabile e facilmente riproducibile con estrema precisione, quindi un numero di campioni molto grande.
Per queste ed altre ragioni fu deciso, durante l'undicesima Conferenza Generale dei Pesi e delle Misure, di dare una nuova definizione: "la lunghezza uguale a 1650763.73 lunghezze d'onda nel vuoto della radiazione corrispondente alla transizione 2p10 , 2d5 (una delle righe emesse dagli atomi, che Bohr ha spiegato) dell'atomo di kripton 86 ". Questa definizione è realizzabile in molti laboratori e non richiede confronti con oggetti esterni al laboratorio stesso (come avveniva con i metri campioni). Ma abbiamo nuovamente una definizione che si basa su oggetti (gli atomi e la lunghezza d'onda emessa) con dimensioni molto diverse da quelle della nostra Camilla.
La definizione attuale di metro, in vigore dal 1983 stabilisce che, definita in un modo qualsiasi la durata del secondo e misurando la velocità in metri al secondo, il metro è quella distanza percorsa dalla luce nel vuoto in 1/299792458 secondi.
Ancora una volta questa definizione, per quanto precisissima e facilmente riproducibile, è molto lontana dal senso comune.Non preoccupiamoci, però, della definizione di metro, a noi basta Camilla che, ignara di tutto questo, corre beata.

Un decimetro (10-1 metri)
Il primo passo del nostro viaggio ci fa passare dalle dimenzioni di un metro a quelle di circa 10 centimetri: di Camilla adesso possiamo vedere meglio i dettagli, come gli occhi o la bocca. Oggetti ed animali di queste dimensioni riempiono il mondo che ci circonda e sono le stesse di ciò che spesso costruiamo, come libri, penne o dischetti.

Un millimetro (10-3 metri)

Facendo altri due passi nel nostro viaggio arriviamo a visitare il mondo degli oggetti lunghi un millimetro. Possiamo osservare che anche la pelle di Camilla, all'apparenza così liscia, è in realtà composta di tante piccole screpolature. Non è facile vederlo: rispetto all'immagine precedente stiamo guardando dettagli 100 volte più piccoli e che, nella vita quotidiana, possiamo osservare solo attraverso lenti di ingrandimento e microscopi. Anche se spesso non ci facciamo caso, esistono molte cose che ci circondano e che usiamo normalmente di queste dimensioni; basta pensare alle mine delle matite, al sale da cucina, ai minuscoli componenti degli orologi od agli aghi per cucire.

Il mondo CELLULARE

Dieci micrometri (10-5 metri)

Altri due passi ed il mondo macroscopico lascia il posto a quello cellulare.Per vedere bene cosa popola questo nuovo mondo si devono usare necessariamente i microscopi. Qui incontriamo le cellule che compongono la pelle, il sangue e tutto il corpo di Camilla.
Tutte le cellule che conosciamo, indipendentemente dalle dimensioni, hanno alcune caratteristiche in comune, la più importante delle quali è quella di essere vitali anche quando sono separate dalle altre cellule. Per questa ragione ogni cellula è in grado di acquisire energia dall'esterno (come facciamo noi mangiando), di crescere e di riprodursi.
I milioni di cellule che compongono un essere vivente sono, a loro volta, esseri viventi.
Tutte le cellule di Camilla possiedono al loro interno un nucleo. Nel nucleo sono presenti le 23 coppie di cromosomi che contengono tutte le informazioni genetiche su Camilla: di che colore avrà gli occhi od i capelli, od a chi, ad esempio, somiglierà.
Saper leggere queste informazioni significherebbe poter curare, un domani, tante malattie o predisposizioni ad esse, prima ancora che i piccoli pazienti vedano la luce.

  Cento nanometri (10-7 metri)

Compiendo altri due passi entriamo dentro al nucleo della cellula e possiamo osservare da vicino i cromosomi. Questi sono composti principalmente dal DNA (acido desossiribonucleico).
Il DNA ha una struttura a doppia elica come una scala avvolta su se stessa, in cui la sequenza di pioli, composti di elementi chimici diversi, fornisce tutte le informazioni genetiche di Camilla.La natura ha trovato il modo di riprodurre le cellule copiando esattamente la sequenza di pioli nella scala. Un errore, anche se minimo, potrebbe avere risultati catastrofici sul futuro delle cellule figlie.
Pensate che anche i componenti del cuore dei computer, i transistor dei moderni microprocessori, hanno dimensioni simili a queste.

 

Il mondo ATOMICO

Un nanometro (10-9 metri)

Altri due passi nel nostro viaggio ed incontriamo le molecole. Queste sono composte da un insieme di due o più atomi che, pur rimanendo distinti, mettono in comune i loro elettroni più lontani dai nuclei; in questo modo si ottengono proprietà chimiche e fisiche altrimenti impossibili. Sono questi i mattoni che costituiscono, in ultima analisi, il messaggio genetico.

E' affascinante pensare come le molecole, che sono i componenti principali di tutte le cellule di Camilla, siano composte di atomi. Questo è il mistero della vita: come gli atomi del latte che Camilla assimila tutti i giorni possano permetterle di vivere diventando cellule, come faccia un insieme di miliardi di molecole inanimate a ridere, piangere, pensare e provare sentimenti!

Un Ångström (10-10 metri)

Un solo passo basta per incontrare una delle mete più ambite del nostro viaggio:l'atomo,o per l'esattezza la nube elettronica che lo compone e ne avvolge il nucleo.Abbiamo visto che ogni singolo elettrone compie intorno al nucleo orbite molto complesse legate alle leggi della meccanica quantistica e che non possiamo conoscere con esattezza la sua posizione.Sappiamo però che la probabilità di trovare un elettrone è concentrata in strati, a distanze diverse dal nucleo. Per questo abbiamo rappresentato con i puntini, non tanto la posizione degli elettroni, quanto la probabilità di trovarli a quella distanza: dove ci sono più puntini è più probabile che ci sia un elettrone.
Non cerchiamo di trovare il nucleo in questo disegno perché per vederlo bene dobbiamo fare ancora quattro passi.

Un picometro (10-12 metri)

Con altri due passi soltanto, riusciamo ad entrare all' interno della nube elettronica ed a vedere in lontananza il nucleo.
La cosa che sembra più incredibile è che, a parte qualche puntino per la probabilità, bassa, di trovare un elettrone, l'atomo è vuoto. La fronte di Camilla, così come una montagna, è fatta di tanti nuclei molto distanti tra loro, con in mezzo il vuoto (trascurando i piccolissimi elettroni).
Per avere un'idea di quanto sia vuota la materia basta pensare che, se ogni nucleo atomico di Camilla diventasse grande come un pallone da calcio, tra un nucleo e l'altro ci sarebbero ben 10 Km di distanza e gli elettroni sarebbero più piccoli della punta di un ago.

Il mondo NUCLEARE e SUBNUCLEARE

10 fermi (10-14 metri)

Altri due passi verso l'infinitamente piccolo e finalmente incontriamo il nucleo atomico in tutto il suo fascino. Oggi sappiamo molto del nucleo atomico: conosciamo i suoi costituenti, i neutroni ed i protoni. Abbiamo appreso inoltre molte informazioni sulle leggi che li tengono uniti. Molte cose sono però sono ancora da capire con esattezza, altre da spiegare o da scoprire. Se infatti sappiamo trattare con relativa facilità il comportamento di alcuni nuclei come, ad esempio, quelli con pochi componenti, la strada per comprendere a fondo le caratteristiche di molti altri, spesso in condizioni particolari, è ancora molto lunga. Tante ricerche si stanno svolgendo e si svolgeranno ancora per chiarire le leggi di questo affascinante e misterioso costituente dell'atomo.

1 fermi (10-15 metri)

Un altro passo ed incontriamo i mattoni del nucleo, i protoni ed i neutroni. Possiamo avere un'idea di quanti mattoni siano necessari per creare il mondo che ci circonda: pensate che Camilla, così piccolina è composta da ben 4·18·10+27 nucleoni! A leggere questo numero ci si spaventa quasi: sono più di quattro miliardi di miliardi di miliardi, e pensare che da grande ne avrà quasi 10 volte tanti ... Molto sappiamo su queste due particelle costituenti il nucleo, ma lo studio della fisica degli adroni continua senza sosta, in particolare nella ricerca di nuovi quarks e delle leggi che ne regolano le proprietà. Più le tecnologie migliorano e si raffinano più è possibile eseguire misure nuove e precise per verificare teorie esistenti o per aprire nuove finestre verso mondi ancora sconosciuti. Rimane incredibile pensare a quale sviluppo abbiano avuto le nostre conoscenze sull'atomo e sui suoi costituenti in poco più di ottant'anni.

0,1 fermi (10-16 metri)

Nell'ultimo passo del nostro viaggio entriamo all'interno dei nucleoni.
L'universo che ci appare, composto di quarks e gluoni è solo in parte noto ai fisici che preferiscono spesso descriverlo utilizzando rappresentazioni pittoriche. Comprenderne le leggi con esattezza è una scommessa che i fisici hanno fatto e sulla quale hanno investito ed investiranno molte energie.
Quali universi incontreremmo, se potessimo fare nuovi passi nel nostro viaggio, è oggetto, oggi, più della speculazione teorica che della ricerca sperimentale. Scoprirlo e chiarirlo è un nuovo ed affascinante obbiettivo per tutti noi, anche se questo richiederà tempo, fatica e dedizione.
Siamo convinti, però, che queste scoperte saranno il punto di partenza per nuove e più affascinanti ricerche verso distanze, nell'infinitamente piccolo, oggi inimmaginabili ed irraggiungibili.
Anche Camilla, come tutti noi, darà il suo contributo per conoscere e capire cose sempre nuove e stupende, del resto:"Considerate la vostra semenza:fatti non foste a viver come bruti,ma per seguir virtute e canoscenza".(Dante, Divina Commedia, Inf.XXVI,118-120)

I campi

Introduciamo ora un concetto molto importante in fisica, di portata infinitamente maggiore di quella che può sembrare da queste poche righe: il concetto di campo.A questo scopo prendiamo un grosso magnete, blocchiamolo su di un tavolo di legno ed allontaniamoci. La domanda che sorge spontanea è: funziona?Se avviciniamo un pezzo di ferro sentiamo la forza che lo attrae e quindi sappiamo che il magnete funziona, ma se allontaniamo il ferro, il magnete continua a funzionare oppure no?

In altre parole: se in tutto l'universo rimanesse solo il sole, continuerebbe ad esistere la forza gravitazionale del sole nell'universo? La risposta più ovvia ed anche più giusta è sì.

Ma allora che senso ha parlare di forza magnetica se il magnete non la esercita su nessuno?
Molto poca. Sappiamo infatti che se non ho nulla, come faccio ad accelerarlo ...

I fisici hanno introdotto, anche per superare questo apparente paradosso, il concetto di campo: il magnete produce intorno a sè un campo (detto campo magnetico) anche se da solo.
Un qualsiasi oggetto inserito in questo campo sente una forza:

dove g è una costante, m1 ed m2 sono le "masse magnetiche dei poli", r è la distanza tra i poli ed è la direzione della forza.Dato che il campo esiste sempre e non dipende da moggetto che può cambiare, si definisce il campo magnetico come:


Allo stesso modo introduciamo il concetto di campo elettrico:

e di campo gravitazionale:

Per la proprietà di essere indipendenti dall'oggetto di prova (il pezzo di ferro per il magnete, i pianeti per il sole e così via) in fisica si usa parlare di campi elettrici magnetici o gravitazionali piuttosto che delle rispettive forze.
Nel VII secolo a.C. venne per la prima volta osservata, o almeno ne vennero trascritte le osservazioni a riguardo, la proprietà dell'ambra, dell'ebanite e di altri materiali che, strofinati con un panno di lana, acquistano il potere di attirare corpuscoli leggeri come pagliuzze, pezzetti di carta, ecc.
Queste osservazioni rimasero inalterate fino al XVI secolo, quando W.Gilbert catalogò un vasto insieme di materiali che avevano proprietà simili.
Gilbert chiamò elettrizzati tutti quei materiali che acquistavano la proprietà di attirare i corpuscoli: avvicinando questi materiali alla carta, ad esempio, questa comincia a muoversi, evidenziando la presenza di una forza che la attira. Gilbert chiamò questa forza "elettrica" (dal termine "electron", il nome greco dell'ambra).
Dalle osservazioni svolte sui materiali elettrizzati per strofinio possiamo dedurre quanto segue:

  1. In natura esistono due tipi di materiali, quelli che si elettrizzano per strofinio e gli altri; chiameremo i primi isolanti ed i secondi conduttori.
  2. L'insieme dei materiali isolanti si divide a sua volta in due specie: quelli che si comportano come il vetro e quelli che si comportano come la bachelite.
  3. Tra due elementi elettrizzati della stessa specie, come il vetro o la bachelite, si manifesta sempre una forza che tende a farli allontanare tra loro (forza repulsiva).

  4. Tra due elementi di due specie diverse, ad esempio uno di vetro e l'altro di bachelite, si manifesta sempre una forza che tende a farli avvicinare (forza attrattiva).
  5. Una forza attrattiva si manifesta sempre quando il materiale isolante elettrizzato si avvicina al panno con cui è stato elettrizzato.

Come possiamo spiegare tutto questo?
Possiamo spiegare questi effetti supponendo che la forza elettrica si eserciti tra alcuni oggetti, che chiamiamo particelle. Non tutte le particelle risentono però della forza elettrica: quelle che ne risentono le chiameremo elettricamente cariche, le altre elettricamente neutre.
Dai fatti sperimentali si deduce che esistono due tipi di cariche elettriche, una legata all'ebanite e l'altra al vetro. Chiameremo positiva la carica che compare sulla superficie delle sostanze tipo vetro quando vengono elettrizzate, e negativa l'altra. Risulta quindi che particelle con carica dello stesso segno si respingono, mentre particelle con cariche di segno diverso si attraggono.
Come si spiega allora, che solo strofinando alcuni oggetti si elettrizzano?
Questo avviene poiché nella materia, prima dell'azione di strofinamento, ci sono tante particelle cariche negativamente, quante cariche positivamente e quindi la materia appare come neutra. Strofinando il vetro, ad esempio, alcune cariche elettriche negative gli vengono strappate e rimangono sul panno di lana. Per questo il vetro si carica positivamente e si attrae con il panno.
Questa spiegazione, che può sembrare costruita ad hoc per chiarire quanto visto, è, invece, una descrizione semplificata, ma corretta, di ciò che realmente accade.
Sappiamo infatti che la materia è formatada atomi. Questi sono composti da un numero uguale di particelle cariche negativamente (gli elettroni) e positivamente (i protoni), più un certo numero di particelle neutre, cioè prive di carica, (i neutroni). Ogni atomo è neutro, avendo un uguale numero di cariche positive e negative, ma quando viene strofinato il vetro con la lana, questa porta via alcuni elettroni, lasciandolo carico positivamente.
Nel caso della bachelite, invece, la lana rilascia alcuni elettroni caricandola quindi negativamente (gli elettroni sono molto più leggeri dei protoni e quindi possono essere portati via con molta più facilità).
Esiste un'importante legge della fisica: qualsiasi oggetto elettricamente carico possiede una carica elettrica che è multipla intera della carica dell'elettrone (segno a parte); elettrone e protone hanno carica elettrica uguale, ma di segno opposto, per questo sono necessari un ugual numero dell'uno e dell'altro per avere l'atomo elettricamente neutro.

La forza elettrica tra due cariche può essere espressa dalla legge di Coulomb, dal nome del fisico che per primo la enunciò, ricavandola dai dati sperimentali:

dove c è una costante, q1 e q2 sono le cariche, r è la distanza tra le cariche ed è la direzione della forza.
Come si vede questa forza è tanto più intensa quanto più le cariche sono vicine.
Spesso si parla di forze coulombiane invece di forze elettriche proprio in onore di Coulomb.

Poli magnetici

 La proprietà di alcuni materiali, come la magnetite, di attirare a sè la limatura di ferro, era nota già dal VII secolo a.C. e fu denominata "magnetismo". I nomi "magnetite" e "magnetismo" derivano da quello della città di Magnesia, in Asia Minore, dove veniva estratto il materiale.Nel XVI secolo W.Gilbert compì una serie di esperimenti con la magnetite al fine di osservare in dettaglio le proprietà del magnetismo e comprenderne l'origine. A questo scopo preparò dei piccoli cilindri di magnetite, detti "magneti", ed osservò che la proprietà di attirare la limatura di ferro si concentrava solo alle estremità del cilindro, che chiamò poli magnetici.Le principali proprietà del magnetismo osservate sono le seguenti:

  1. Il magnete ha sempre le due estremità magnetizzate.
  2. Avvicinando due poli, questi si possono respingere o attirare (forza magnetica, simile a quella delle cariche elettriche). Ai poli viene dato il nome di Nord e Sud (in analogia con i poli magnetici terrestri).
  3. Ogni magnete possiede un polo Nord ed un polo Sud; anche dividendolo a metà, le due parti rimangono dei magneti e conservano la proprietà di avere i due poli distinti alle estremità.
  4. Avvicinando al polo di un magnete una bacchetta di ferro, questa acquista la proprietà di attirare la limatura di ferro.

Esistono delle profonde similitudini tra la forza magnetica e quella elettrica, in particolare, la presenza dei poli magnetici fa supporre la presenza di cariche magnetiche responsabili dell'attrazione e della repulsione tra i poli.Questa descrizione non risulta però soddisfacente in quanto, mentre ogni carica elettrica è portata da una particella e quindi può essere isolata dalle altre, nel caso dei poli magnetici, invece, ogni magnete, per quanto piccolo, possiede sempre due poli distinti ed opposti. Non è quindi possibile parlare di carica magnetica nello stesso senso utilizzato per quelle elettriche. Per questo si chiamano poli le parti in cui si manifesta la proprietà della magnetizzazione.

In ogni caso la forza esercitata tra due poli magnetici ha una forma molto simile a quella esercitata tra le cariche elettriche. Può essere infatti scritta come:

dove g è una costante, m1 ed m2 sono le "masse magnetiche dei poli", r è la distanza tra i poli ed è la direzione della forza.
Come si vede questa forza è tanto più intensa quanto più i poli sono vicini.Oggi sappiamo che il magnetismo della ferrite è un fenomeno di origine atomica, spiegabile dalle teorie della meccanica quantistica, e la cui descrizione è molto più complessa di quella svolta per la carica elettrica. In quest'ottica è possibile spiegare anche la quarta proprietà osservata, quella del ferro che diventa, temporaneamente, un magnete nel caso venga inserito vicino ad un polo magnetico.

LA STRUTTURA DELLA MATERIA

Anche se la comprensione della struttura atomica è una recente vittoria della fisica, già da molti secoli i chimici avevano imparato a catalogarla ed a sfruttarne le proprietà. Intorno al 1870 D.L.Mayer e D.I.Mendeleev trovarono, indipendentemente l'uno dall'altro, un sistema per catalogare le diverse specie atomiche ancora oggi molto usato, basato (a loro insaputa) sul numero degli elettroni atomici. Oggi sappiamo che gli atomi sono composti da un nucleo molto piccolo (raggio m) composto da neutroni e protoni, che costituisce la parte più massiva, circondato da una nuvola di elettroni che gli gira intorno fino ad una distanza di circa 10-10 m. Neutroni e protoni sono tenuti insieme, vincendo la repulsione elettrica tra le cariche positive, grazie alle interazioni forti, mentre gli elettroni rimangono legati all'atomo a causa dell'interazione elettromagnetica. Esistono in natura circa un centinaio di tipi di atomi e ne vengono creati di nuovi nei moderni laboratori di fisicaOgni specie è caratterizzata da un diverso numero di protoni (essendo l'atomo neutro, questo ha tanti protoni quanti elettroni). Ogni atomo ha un nome che lo caratterizza ed un simbolo, introdotti quando non si conosceva la struttura atomica e si distinguevano le diverse specie di atomi sulla base delle loro proprietà chimiche e fisiche, ma utilizzati ancora oggi per comodità. Alcuni di questi sono: Idrogeno (H), Ossigeno (O), Carbonio (C), Oro (Au) e così via. Il simbolo atomico è spesso affiancato da due numeri, il numero atomico Z (numero di cariche elettriche negative ed utilizzato per la classificazione di Mendeleev) ed il numero di massa A (numero di neutroni e protoni), così posizionati: Ogni specie atomica ha un valore Z diverso dagli altri; questo non vale per il numero di massa. Infatti il numero di neutroni all'interno del nucleo non è lo stesso per tutti gli atomi di una specie; le diverse sottospecie legate al diverso valore del numero di neutroni sono detti isotopi. Gli isotopi possono essere stabili o decadere, con tempi più o meno lunghi, in nuovi atomi fino ad arrivare ad una configurazione stabile ("decadimento radioattivo dei nuclei atomici").Ad esempio, l'elemento è un atomo di carbonio 12 con 6 neutroni, 6 protoni e 6 elettroni, mentre l'elemento è un atomo di carbonio 14 con 8 neutroni, 6 protoni e 6 elettroni. Entrambi sono isotopi del carbonio (anche se diversi), ma il carbonio 12 è un isotopostabile, mentre il carbonio 14 non lo è .

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Introducendo il concetto di carica elettrica abbiamo visto che, strofinando con un panno di lana una barretta di ebanite, questa acquista elettroni. Ciò significa che alcuni atomi nella bachelite hanno più elettroni che protoni, mentre accade il contrario per alcuni atomi della lana. Gli atomi con un eccesso di elettroni rispetto ai protoni sono detti ioni negativi, quelli con un eccesso di protoni rispetto agli elettroni, ioni positivi.

Oggi sappiamo che le leggi che regolano la struttura dell'atomo sono quelle della meccanica quantistica e, almeno nel caso di pochi elementi costituenti (come per l'idrogeno), abbiamo imparato ad eseguire calcoli accurati al fine di trovare le orbite più probabili percorse dagli elettroni nel loro moto o la posizione dei nuclei nei solidi.Prima di risolvere definitivamente il problema della struttura degli atomi, i fisici del primo ventennio di questo secolo hanno compiuto uno straordinario lavoro per capire (spesso senza le necessarie conoscenze) come fosse formato l'atomo, aprendo la strada ai risultati della meccanica quantistica.Tutto questo fa parte, ormai, della storia dell'atomo.

I raggi cosmici

 I raggi cosmici sono particelle provenienti dallo spazio, che, interagendo con gli atomi presenti nell'atmosfera, producono un alto numero di particelle che arrivano fino alla terra.
Per eseguire esperimenti al riparo da così tante radiazioni i fisici costruiscono laboratori sotterranei, come è avvenuto per i laboratori del Gran Sasso, realizzati sotto questa montagna. In questi laboratori si studiano alcune proprietà dei neutrini che riescono ad attraversare tutta la montagna senza avere interazioni con suoi atomi.Dal momento che molte delle particelle cosmiche sono prodotte in condizioni non riproducibili sulla terra se non, in alcuni casi, nei moderni laboratori di fisica, queste non saranno solo elettroni, protoni e neutroni.
Per questa ragione i raggi cosmici hanno rappresentato, agli inizi dello studio della fisica moderna, un mezzo per scoprire molte particelle, come, ad esempio, l'antielettrone.Negli ultimi anni la ricerca sui raggi cosmici si è concentrata soprattutto sulla verifica dei modelli astrofisici che prevedono un certo numero e tipo di particelle sulla terra.

Le antiparticelle

 Il mondo che ci circonda è composto, come noi, di neutroni, protoni ed elettroni, trascurando i raggi cosmici e le particelle prodotte nei laboratori di fisica.
Nel 1932, Anderson, studiando i raggi cosmici, osservò una particella con la stessa massa dell'elettrone, ma con carica opposta: questa particella era il positrone o anti-elettrone, cioè l'antiparticella dell'elettrone. Questa fu la prima evidenza sperimentale dell'esistenza delle antiparticelle. Grazie a questa scoperta Anderson fu insignito, tre anni più tardi, del premio Nobel per la fisica.
In seguito sono stati osservati anche l'anti-protone, l'anti-neutrone, nonché le antiparticelle di molti altri adroni e di tutti i leptoni. La presenza degli anti-barioni così come quella dei mesoni assicura l'esistenza degli anti-quarks.
Non ci addentreremo nelle differenze tra particella e sua antiparticella, perché questo richiede concetti di fisica molto complessi. Interessiamoci invece ad un'altra domanda forse più affascinante: è possibile pensare ad un mondo di antimateria, cioè composto di anti-atomi con anti-elettroni che ruotano attorno a nuclei di anti-protoni ed anti-neutroni come per la materia ordinaria?
La risposta è sì!
Non esistono ragioni per le quali non possa esistere un universo di antimateria composto di anti-atomi. Per capire se questa è più una possibilità che una certezza, in alcuni laboratori si creano artificialmente anti-atomi e se ne studiano le proprietà, per controllare se c'è una qualche differenza tra atomi ed anti-atomi ed in caso capirne le ragioni.
Che cosa succederebbe se materia ed antimateria si incontrassero? Se un sasso di materia andasse ad urtare contro un anti-sasso questo si annienterebbe, producendo una grande quantità di energia emessa sotto forma di fotone.Nel linguaggio usuale il simbolo dell'antiparticella è quello della particella con una barra sopra, così abbiamo:

Per il positrone si può anche scrivere:
Torniamo ora alla scoperta del positrone, evento che costituì una delle verifche più importanti della meccanica quantistica relativistica, ed in particolare dell'equazione di Dirac. Questa prevedeva, infatti, l'esistenza, insieme all'elettrone, di una particella con caratteristiche molto simili, che oggi sappiamo essere la sua antiparticella. La scoperta del positrone avvenne durante alcuni esperimenti per lo studio della radiazione cosmica da parte di Anderson. l'apparato di rilevazione era molto semplice: un rilevatore, detto "camera di Wilson" che, se attraversato da una particella, lasciava una traccia della traiettoria come una sequenza di puntini. La camera era inserita in un campo magnetico, poichè una particella carica che si muove all'interno di un campo magnetico, invece di andare dritta, comincia a curvare tanto più, quanto è piccolo il suo impulso. La direzione verso cui la particella curva, è legata al segno della sua carica elettrica.
Attraverso questo rilevatore era possibile misurare, quindi, la carica elettrica e l'impulso delle particelle incidenti. Per misurare anche la massa, Anderson inserì nel rilevatore una lastra di piombo, perchè, attraversandola, la particella avrebbe perso parte della sua energia. Misurando l'impulso prima e dopo la lastra, era possibile trarre informazioni molto utili sulla massa delle particelle.
Proprio da queste misure Anderson osservò, nel 1932, una particella con carica positiva, con massa molto minore di quella del protone. Attraverso la misura dell'energia persa nell'attraversare la lastra di piombo, Anderson concluse che la particella aveva la massa dell'elettrone, ma carica opposta. Oggi sappiamo che aveva appena scoperto l'antielettrone.

I decadimenti

 In natura non tutte le particelle o gli atomi sono stabili. Un atomo non stabile (e quindi destinato a decadere cambiando la sua natura) è detto radioattivo.
Se lasciamo, ad esempio, un neutrone non legato all'interno dell'atomo, prima o poi cambierà la sua natura o, come si dice in termini tecnici, decadrà.
Nel decadimento saranno prodotti un protone, un elettrone ed un anti-neutrino elettronico:

Questo processo è detto "decadimento b".
Ci possiamo ora chiedere perchè il neutrone decade, mentre il protone, nelle stesse condizioni, no. La ragione per la quale una particella decade è legata al valore della sua massa.
Einstein, nel ricavare le leggi della relatività ristretta, dimostrò che esiste una relazione tra energia e massa, meglio nota come:

E = mc2

Questa legge ci insegna che se abbiamo della materia, in linea di principio, possiamo trasformarla in energia e viceversa (basti pensare all'energia che si sprigiona sotto forma di fotoni quando materia ed antimateria si annichilano a vicenda). Un oggetto possiede quindi un'energia per il solo fatto di avere una massa. Questa energia, detta "di riposo", si somma ad un'eventuale energia cinetica o potenziale.Un grande sforzo si sta eseguendo per riuscire a sfruttare questa legge su scala macroscopica e non microscopica (come per le particelle). Pensate all'energia che si sprigionerebbe dalla trasformazione in energia di un sasso da meno di mezzo etto: basterebbe a sopperire a tutte le richieste energetiche dell'Italia per un giorno intero! Pensate a quanta energia si potrebbe ottenere da tutta la spazzatura che produciamo. Le centrali nucleari e, purtroppo le bombe atomiche, utilizzano questa legge per produrre energia.
Torniamo ora al nostro neutrone: abbiamo visto che ha una massa maggiore di quella del protone, ed addirittura di quella di protone, elettrone ed anti-neutrino insieme. Possiamo pensare, in una visione molto pittorica, che il neutrone si trasformi in energia che diventa poi protone, elettrone ed anti-neutrino. E l'energia che avanza? Si trasforma in energia cinetica: se il neutrone decade da fermo, i suoi prodotti di decadimento invece avranno una velocità non nulla.Sulla base di quanto appena detto, il protone potrebbe decadere, perché esistono particelle più leggere di lui (come l'elettrone), ma esistono leggi della fisica che impongono dei limiti ai possibili canali di decadimento delle particelle. Ad esempio un barione deve decadere in un altro barione più altre particelle (infatti il neutrone decade in protone più altro), ma il protone è il barione più leggero, quindi non può decadere in nulla.In realtà il protone può decadere in neutrone elettrone e neutrino elettronico:
(decadimento b inverso) a patto di avere un'energia (cinetica) tale da compensare la massa mancante. Possibili variazioni alla legge che impone il decadimento di barioni in barioni, per quanto cercate, non sono ancora state osservate, ma si pensa che siano avvenute agli albori dell'universo.
Oggi conosciamo le leggi che regolano i decadimenti delle particelle e sappiamo trarre molte informazioni utili dall'osservazione di questi processi. Non addentriamoci, però, tra le complesse leggi che li regolano e vediamo cosa conclusero Chadwick, e Rutherford quando, nel 1920, studiarono per la prima volta questo fenomeno.
Alla fine della loro analisi sul decadimento degli atomi, i due fisici conclusero che ogni atomo radioattivo si comporta come se fosse il solo oggetto al mondo e decade secondo un criterio puramente statistico. In altre parole la probabilità che un atomo decada in un certo intervallo di tempo è proporzionale a questo tempo: tanto maggiore è il tempo, tanto maggiore è la probabilità. Questa relazione non dipende da nessun parametro esterno all'atomo.
Per ricavare le informazioni da cui trarre questi risultati Chadwick e Rutherford presero un campione di materiale radioattivo e misurarono quante disgregazioni rivelavano in un tempo prefissato. Da quest'analisi si ottiene che è possibile definire un tempo caratteristico del decadimento, detto "tempo di dimezzamento", aspettando il quale il numero di decadimenti (e quindi di atomi radioattivi che devono ancora decadere) si dimezza rispetto al valore iniziale; ovviamente dopo due tempi di dimezzamento il numero di atomi radioattivi si è ridotto ad 1/4.

Risultati di questo tipo sono in perfetto accordo con l'ipotesi che la probabilità di decadimento in un intervallo di tempo dipenda dalla durata dell'intervallo stesso.I risultati di Chadwick e Rutherford erano molto difficilmente accettabili dai fisici del tempo, convinti (fino ad allora a ragione) che la fisica potesse individuare l'istante esatto del prodursi di un evento, e non la sola probabilità del suo accadere (ricordiamoci che Einstein sosteneva di non credere che "Dio giochi a dadi").
Uno dei dati più utili in ambito non fisico, ricavabile dalla misura dei tempi di decadimento, è legato alla datazione delle sostanze rinvenute. Vediamo perché.In tutte le sostanze organiche è presente il carbonio 12 ed una piccola percentuale di carbonio 14 radioattivo, con tempo di dimezzamento di circa 5700 anni. Quando un essere vivente si nutre, acquisisce sempre la stessa percentuale di carbonio 14 rispetto al carbonio 12. Ma quando quest'essere muore, la quantità di carbonio 14 diminuisce. Misurandone la quantità nell'organismo, anche a distanza di migliaia di anni dalla morte, è possibile risalire con buona precisione a quanto tempo prima questa è avvenuta. Così, ad esempio, è stata misurata l'età della Sacra Sindone e di diversi fossili organici rinvenuti negli anni passati.

 

Interazioni tra particelle

 Il concetto di interazione è probabilmente innato. Interazione è, ad esempio, quella tra due pianeti o quella che ci tiene sulla terra per effetto del campo gravitazionale. Sempre interazione è quella tra due cariche elettriche o tra due poli magnetici. In natura esistono quattro interazioni fondamentali, che sono alla base degli scambi di forze tra le particelle e che sono responsabili della struttura dell'universo. Queste sono l'interazione forte, l'elettromagnetica, la debole e la gravitazionale. Prima di procedere ad introdurle brevemente sono necessarie alcune piccole premesse.In primo luogo noi abbiamo trattato i campi elettrici e magnetici in modo distinto, ora invece questi concetti li troviamo unificati. Infatti questa unificazione, effettuata da Maxwell nella seconda metà del secolo scorso, è parte integrante della fisica moderna, che ha abbandonato i concetti di campo elettrico e magnetico come entità distinte. Più correttamente, infatti, avremmo dovuto parlare di campi elettrostatici e magnetostatici, in quanto non appena le cariche elettriche od i poli magnetici si muovono, i discorsi precedenti andrebbero modificati.Nella teoria relativistica dei campi quantizzati, che è quella che descrive la creazione e l'interazione delle particelle non sono possibili interazioni a distanza (come, ad esempio, nel campo gravitazionale), le interazioni avvengono per scambio di una o più particelle, i bosoni intermedi o "quanti di energia". Queste particelle, in quanto trasportatrici dell'energia dell'interazione, vengono emesse e riassorbite dalle particelle interagenti.
Il più famoso bosone intermedio è, probabilmente, il fotone, il quanto del campo elettromagnetico.Descrivendo un'interazione è importante definire due quantità: il range o raggio d' azione e l'intensità.
Il range di un'interazione è la distanza massima cui questa è influente. Ad esempio l'interazione gravitazionale ha un range infinito; per questa caratteristica il sole esercita la sua forza anche su pianeti lontanissimi. Le interazioni forti, invece, hanno range pari a circa le dimensioni del nucleo: un adrone che passi oltre questa distanza subirà un'interazione con il nucleo trascurabile. L'intensità delle interazioni fornisce i rapporti di forza tra le diverse interazioni.Introduciamo ora brevemente le caratteristiche salienti delle quattro interazioni fondamentali in ordine decrescente di intensità relativa:

  • Interazione forte:
    è responsabile della struttura degli adroni e dei nuclei, permettendo a questi di rimanere legati, vincendo la repulsione coulombiana tra i protoni. Si manifesta a livello fondamentale tra quarks e gluoni; questi ultimi sono anche i bosoni intermedi delle interazioni. Ha intensità relativa pari ad uno, essendo la più intensa delle quattro, e range di circa 10-15m.
  • Interazione elettromagnetica:
    è responsabile della struttura atomica e molecolare, delle reazioni chimiche e di tutte le forze (escluse quelle gravitazionali) che osserviamo nel nostro mondo (come, ad esmpio, le forze magnetiche). Si manifesta tra tutte le particelle elettricamente cariche ed ha come bosone intermedioil fotone.
    Ha raggio d'azione infinito ed intensità relativa di circa 10-2.
  • Interazione debole:
    è responsabile dei decadimenti delle particelle e dei decadimenti b dei nuclei. Si manifesta tra tutte le particelle, leptoni e quarks. Queste interazioni hanno tre bosoni intermedi, detti Z0, W+, W-; tra tutti i bosoni intermedi questi sono gli unici a non avere massa nulla.
    Le interazioni deboli hanno raggio d'azione di circa 10-18m ed intensità relativa di circa 10-5. Negli anni settanta le interazioni deboli ed elettromagnetiche sono state unificate nelle interazioni elettrodeboli, ad opera di S.Glashow, A.Salam e S.Weimberg (insigniti del premio Nobel per la fisica nel 1979) che realizzarono, dopo l'unificazione delle interazioni elettriche e magnetiche eseguita da Maxwell, un ulteriore passo avanti verso l'unificazione di tutte le interazioni fondamentali.
  • Interazione gravitazionale:
    è responsabile delle forze di gravità. Si manifesta tra tutte le particelle ed ha come bosone intermedio il gravitone, l'unico a non essere stato ancora osservato.
    Ha raggio d'azione infinito ed intensità relativa di circa 10-39.Da questa breve descrizione si vede che la forza gravitazionale è incredibilmente meno intensa delle altre. Questo però non deve stupirci, infatti per poterla apprezzare si deve essere molto più lontano delle distanze nucleari (così le interazioni deboli e forti sono nulle) ed oltre gli elettroni più esterni dell' atomo, così da annullare anche le forze elettromagnetiche. Siccome la massa delle particelle è molto piccola, per potere apprezzare bene l'interazione gravitazionale bisogna unire miliardi di atomi: così appare il mondo che ci circonda, dominato dalla forza gravitazionale.

Leptoni e adroni

 La materia che ci circonda è composta da tre tipi di particelle: gli elettroni, i neutroni ed i protoni, che si uniscono per formare gli atomi.Considerando la struttura degli atomi è possibile porsi una domanda: noi sappiamo che le particelle che compongono il nucleo risentono dell'interazione forte; sappiamo inoltre che gli elettroni girano intorno al nucleo come la luna intorno alla terra, ma perchè l'elettrone non risente della forza nucleare molto più intensa di quella elettronica quando nel suo moto si trova molto vicino al nucleo?In realtà solo alcune particelle risentono della forza nucleare, così come solo le particelle elettricamente cariche risentono dell'interazione elettromagnetica.Oggi sappiamo che le interazioni forti avvengono tra i partoni che compongono le particelle interagenti, così solo le particelle composte da quarks risentono di questa interazione.Così come abbiamo fatto una distinzione tra particelle cariche, che risentono dell'interazione elettromagnetica e particelle neutre che non ne risentono, possiamo fare una nuova distinzione tra particelle che risentono delle interazioni forti e quelle che non ne risentono.
Si chiamano adroni i primi e leptoni i secondi (sono esclusi i bosoni intermedi delle interazioni fondamentali).
I leptoni, quindi, risentono solo delle interazioni gravitazionali, elettromagnetiche e deboli e sono: l'elettrone, la particella m, la particella t, i neutrini e le relative antiparticelle. Come per i quarks si usa rappresentare i leptoni in famiglie, così si ha:

I leptoni sono particelle elementari, cioè non sono composte da altre particelle più piccole come succede per gli adroni con i quarks. Dai risultati dei più moderni esperimenti risulta altamente improbabile che si possano scoprire nuove famiglie di leptoni.Una delle più precise misure che si stanno eseguendo per la massa di una particella riguarda quella dei neutrini elettronici (ne). Oggi i più recenti risultati indicano che questa è minore di 1.07·10-35 Kg (un numero piccolissimo, 34 zeri!!!!); per quanto si dica che i neutrini sono particelle a massa nulla, molte teorie, soprattutto astrofisiche, portano a concludere che i neutrini devono avere una massa, anche se piccolissima. Gli adroni, essendo composti da partoni, risentono di tutte e quattro le interazioni fondamentali della fisica. Queste particelle si dividono, a seconda del numero di quarks e/o antiquarks "di valenza", in barioni e mesoni a seconda che questi quarks siano tre o due rispettivamente. Viste le possibili combinazioni che si possono creare con i quarks e gli anti-quarks, esistono moltissimi adroni che possono essere creati artificialmente nei laboratori di fisica. Solo alcuni sono stati studiati, per ora, in modo approfondito. In natura le uniche particelle stabili (cioè che non decadono) sono l'elettrone, il protone, il fotone ed i neutrini (anche il neutrone, fuori dal nucleo atomico, decade con un tempo di dimezzamento di dieci minuti,) tutti gli altri leptoni ed adroni decadranno quindi, con tempi di dimezzamento più o meno lunghi (compresi tra 5·10-25 e dieci minuti) fino a diventare particelle stabili e comporre la materia o viaggiare nello spazio interstellare.
Delle tre particelle che costituiscono gli atomi, l'elettrone è di gran lunga il più leggero ed il più piccolo, la sua massa è infatti:
ed il suo raggio è così piccolo che non si è ancora riusciti a misurarlo; per questo diciamo che è puntiforme. Sappiamo anche che è privo di struttura interna, a differenza delneutrone e del protone, cioè è una particella elementare in quanto non composta da altre più piccole, come per gli adroni.
Nell'uso comune, l'elettrone viene abbreviato con il simbolo e-.
La sua carica elettrica è negativa e si indica con:
Si identifica come carica elementare (e) la carica dell'elettrone, e la carica di tutte le altre particelle viene riferita a questa.
Esiste una fondamentale legge della fisica: la carica elettrica di una particella è sempre un multiplo intero, segno a parte, della carica elementare.

L'elettrone, essendo un leptone, risente delle interazioni deboli ed elettromagnetiche, ma non delle interazioni forti.La scoperta degli elettroni da parte di J.J.Thomson ha messo in evidenza, per la prima volta, l'esistenza delle particelle elementari, o, meglio, della natura non continua della materia.
Verso il 1858 si iniziano ad osservare strani fenomeni che si producono quando la corrente elettrica passa attraverso un gas molto rarefatto contenuto in un tubo. In particolare, si evidenzia una radiazione emessa dal tubo contenente il gas rarefatto (raggi catodici). Oggi sappiamo che quella radiazione è composta di elettroni, ma a quel tempo non si sapeva neanche di cosa fosse composta la luce: nessuna possibilità poteva essere quindi scartata riguardo l'origine di questi raggi.
Negli anni successivi furono effettuati molti esperimenti per evidenziare proprietà distintive dei raggi catodici. L'inadeguatezza dei mezzi sperimentali, però, finì spesso per deviare la ricerca: diversi sperimentatori finirono, infatti, per ottenere risultati contraddittori.
I risultati di questi esperimenti fecero sì che gli studiosi si divisero tra chi interpretava i fenomeni osservati come emissione di particelle dal gas, chi invece come emissione di onde.
A risolvere le controversie sulla natura dei raggi catodici riuscì, nel 1897, J.J.Thomson che, a conclusione di una serie di esperimenti molto precisi, ne verificò la natura corpuscolare. A questo proposito scrisse: "E' impossibile non concludere che la radiazione catodica sia formata da cariche di elettricità negativa trasportate da particelle di materia....ci si trova dinnanzi ad un nuovo stato della materia....uno stato in cui tutta la materia è di un solo genere....e questa materia è la sostanza con la quale sono costituiti tutti gli elementi chimici".
Era la prima evidenza sperimentale degli elettroni che aprì la strada allo sviluppo della fisica atomica.
Il neutrone è, insieme al protone, uno dei due costituenti dei nuclei atomici. E' un adrone, e in particolare un barione, di massa:

e raggio:
quindi molto più grande e pesante (circa 1839 volte) dell'elettrone. Infatti negli atomi sono gli elettroni a girare intorno al nucleo composto anche di neutroni. Comunemente il neutrone viene abbreviato con n e protoni e neutroni sono detti nucleoni. La carica elettrica del neutrone è nulla:
Come abbiamo accennato, il neutrone è un adrone e quindi risente delle interazioni forti: sono di questo tipo le forze nucleari che regolano la vita dei nuclei atomici. Oltre alle interazioni forti i neutroni risentono anche delle interazioni deboli, ma non elettromagnetiche in quanto hanno carica elettrica nulla. La teoria della Cromodinamica Quantistica ci insegna che i neutroni sono composti di tre quarks, per l'esattezza due down ed un up (n=ddu).
Appare però subito evidente un fatto apparentemente inspiegabile: la massa dei tre quarks è circa un trentesimo della massa del neutrone. Questo avviene perchè, oltre ai tre quarks, detti "di valenza", esistono molte coppie quark-antiquark, dette "di mare", che, seguendo le leggi della Cromodinamica Quantistica, si creano e vivono per tempi brevissimi prima di annientarsi.
Tutti i quarks nel nucleone ed i gluoni, che tengono questi elementi uniti, vengono detti partoni.
L' ipotesi dell'esistenza del neutrone nel nucleo fu avanzata da Rutherfordnel 1920 (tredici anni prima della sua scoperta), per superare le insormontabili difficoltà legate all'ipotesi protone-elettrone nei nuclei, anche se quella ipotizzata non era una particella nel senso proprio del termine.
Il protone è, insieme al neutrone, uno dei due costituenti dei nuclei atomici. E' un adrone, e in particolare un barione, di massa:
e raggio:


quindi molto più grande e pesante (circa 1836 volte) dell'elettrone. Infatti negli atomi sono gli elettroni a girare intorno al nucleo composto di protoni. Comunemente il protone viene abbreviato con p e protoni e neutroni sono detti nucleoni.La carica elettrica del protone è positiva e vale:


Come abbiamo accennato, il protone è un adrone e quindi risente delle interazioni forti; sono di questo tipo le forze nucleari che regolano la vita del nucleo atomico. Oltre alle interazioni forti i protoni risentono anche delle interazioni deboli ed elettromagnetiche.La teoria della Cromodinamica Quantistica ci insegna che i protoni sono composti di tre quarks, per l'esattezza due up ed un down (p=uud).
Appare però subito evidente un fatto apparentemente inspiegabile: che la massa dei tre quarks è circa un cinquantesimo della massa del protone. Questo avviene perchè, oltre ai tre quarks, detti "di valenza", esistono molte coppie quark-antiquark, dette "di mare", che, seguendo le leggi della Cromodinamica Quantistica, si creano e vivono per tempi brevissimi prima di annientarsi.
Tutti i quarks nel nucleone ed i gluoni, che tengono questi elementi uniti, vengono detti partoni.
Storicamente, la scoperta del protone non è legata ai risultati di un esperimento preciso, come invece è avvenuto per altre particelle.
Infatti, intorno al 1920, si accertò che non esisteva alcun componente nucleare di carica positiva più leggero dell'atomo d'idrogeno e che la massa atomica di tutti gli isotopi di un elemento erano circa pari ad A volte la massa dell'idrogeno (ricordiamo che la massa degli elettroni è trascurabile rispetto a quella dei protoni).
Si arrivò così alla conclusione che il costituente fondamentale dei nuclei atomici fosse il nucleo di idrogeno, che fu detto protone (dal greco "proton": "primo").
Dopo la scoperta della struttura atomica da parte di Rutherford, i fisici si domandavano da cosa fosse formato il nucleo; infatti, sapevano solo che aveva carica elettrica positiva pari a quella degli elettroni atomici (Z) e che le masse atomiche degli isotopi di ogni elemento erano circa uguali ad A volte la massa del protone (la massa degli elettroni è trascurabile rispetto a quella dei protoni), dove A è sempre più grande di Z (tranne che per l'idrogeno). Sulla base di questi dati fu ipotizzato che l'atomo fosse composto da A elettroni ed A protoni (così la carica elettrica degli atomi è nulla e la massa è A volte quella del protone); degli A elettroni solo Z ruotavano intorno al nucleo, gli altri e tutti i protoni, invece, erano confinati all'interno del nucleo (ipotesi protone-elettrone).
Ci si accorse presto, però, che sebbene la presenza degli elettroni nel nucleo spiegasse le misure di carica e di massa dell'atomo, altri risultati escludevano la possibilità che un elettrone si trovasse confinato all'interno del nucleo. Fu nel 1920 che Rutherford suggerì che un protone poteva, solo all'interno del nucleo, essere legato ad un elettrone e formare un'unica particella, il neutrone.
In questo modo Rutherford tentò di superare le insormontabili difficoltà presentate dall'ipotesi del confinamento degli elettroni nei nuclei. L'idea del neutrone offrì la soluzione del problema anche se, come fu presto chiaro, questo non poteva essere considerato come l'aggregazione di un elettrone e di un protone.

Nel 1930, Bothe e Becker osservarono l'emissione di radiazione neutra mentre bombardavano con particelle a su campioni di berilio (come Rutherford aveva fatto con l'oro). La possibile presenza del neutrone anche fuori dal nucleo negava che questo fosse un aggregato di elettrone e protone come ipotizzato da Rutherford. Dopo questa scoperta si sviluppò un'intensa ricerca per comprendere il tipo di radiazione.

Nel 1932 Chadwick, sulla base dei risultati di alcuni esperimenti da lui eseguiti su questa nuova radiazione, constatò che questa non poteva essere radiazione elettromagnetica. Fece altresì l'ipotesi che si trattasse di una nuova particella neutra. I risultati sperimentali furono spiegati supponendo che si trattasse di una particella neutra di massa circa uguale a quella del protone, il neutrone. Come riconoscimento per i risultati ottenuti con le sua ricerche, Chadwick fu insignito del premio Nobel per la fisica nel 1935

I quark

A differenza dei leptoni (e quindi dell'elettrone)che sono particelle elementari, gli adroni possiedono una struttura interna, o meglio sono composti di particelle ancora più piccole, i quarks.
Fino ad oggi sono stati osservati sei quarks e le relative sei antiparticelle, gli antiquarks e sembra molto improbabile l'esistenza di altri.
In nome quark è l'abbreviazione di qu(estion) (m)ark, "punto interrogativo", termine tratto, senza un preciso significato, da un passo del romanzo di J.Joyce "Finnigans Wake", del 1939.
Le leggi che regolano l'aggregazione e l'interazione dei quarks nei processi forti sono quelle della Cromodinamica Quantistica; la particella che propaga l'interazione è il gluone (per le interazioni elettromagnetiche è il fotone).
Non ci addentreremo a studiare queste leggi nella loro affascinante complessità, ma ne enunceremo alcune per comprendere meglio quello che succede nei nuclei degli atomi.Elenchiamo adesso alcune proprietà dei quarks:


Al di là di alcuni nomi inusuali per la fisica, come "incanto" e "bellezza", notiamo alcune cose molto importanti: in primo luogo che i quarks hanno carica non intera, mentre sappiamo che ogni particella deve avere carica elettrica multipla intera della carica elementare e.
Questo che cosa significa? Significa che in natura non ci possono essere quarks isolati, ma devono essere uniti fra loro. Questa proprietà è chiamata "schiavitù asintotica".
La QCD (Quantum CromoDinamic, nome inglese della Cromodinamica Quantistica) ci insegna che esistono solo due modi in cui i quarks (e/o gli antiquarks) si possono unire:
  • in coppie quark-antiquark, ad esempio:

    e sono detti mesoni.

  • in gruppi di tre quarks (o tre antiquarks), ad esempio:

    e sono detti barioni.

La diversa composizione delle due famiglie di adroni implica, ovviamente, che i diversi componenti hanno proprietà fisiche diverse.
Sulla base delle proprietà, si usa raggruppare i quarks in famiglie secondo lo schema:

L'interazione tra queste 6 particelle (e/o sei antiparticelle), secondo lo schema della QCD, dà origine all'infinità di adroni oggi solo in parte investigata.

Il fotone

 La natura della luce è stata per secoli motivo di studio e di speculazione filosofica da parte degli scienziati delle varie epoche. C'era qualcuno, come Newton, che sosteneva che la luce fosse composta di minuscole particelle o corpuscoli, altri che fosse un'onda.
Nel secolo scorso, poi, con l'affinarsi delle tecniche sperimentali e con la maggiore conoscenza delle leggi che regolano il mondo delle onde (come l'interferenza e la diffrazione), si arrivò a concludere che la luce è un'onda che si propaga nello spazio.
Oggi sappiamo che questa è un'onda elettromagnetica come lo sono, ad esempio, le onde radio e le microonde.Verso la fine del secolo scorso, nuovi e più precisi esperimenti evidenziarono proprietà della radiazione elettromagnetica che non potevano essere spiegate pensandola come un'onda. Agli inizi di questo secolo il fisico Max Planck concluse che, affinché alcuni risultati sperimentali potessero essere spiegati in maniera corretta, era necessario che l'effetto della radiazione elettomagnetica fosse quantizzato. Era cioè necessario trattare gli effetti della radiazione elettromagnetica e quindi dello scambio di energia nelle particelle, come se fossero portati da delle particelle.
Era l'inizio di una nuova era della fisica: quel giorno cominciava la fisica dei "quanti", uno dei cardini della fisica moderna.Pochi anni più tardi Albert Einstein, studiando alcuni risultati sperimentali apparentemente inspiegabili legati all'effetto fotoelettrico, arrivò ad una soluzione ancora più radicale di quella proposta da Planck: non erano gli effetti della radiazione elettromagnetica a dover essere quantizzati, ma la radiazione stessa.
Questi "quanti di luce" di cui è composta la radiazione elettromagnetica sono detti fotoni e sono particelle a massa nulla. L'energia di un fotone è proporzionale alla frequenza della radiazione elettromagnetica a cui appartiene, secondo la formula:

E = hu

Il considerare la luce composta di corpuscoli come volevano alcuni fisici dei secoli scorsi ha in realtà origini più strettamente filosofiche ed in ogni caso per nulla simili a quelle addotte da Einstein.

Negli anni successivi molti fenomeni della fisica all'apparenza oscuri furono spiegati ricorrendo alla quantizzazione della radiazione (o campo) elettromagnetica in fotoni. Ricordiamo, ad esempio, l'effetto Compton, dal nome del fisico che per primo spiegò i risultati sperimentali ottenuti utilizzando la quantizzazione del campo elettromagnetico.
Queste continue vittorie della "teoria dei quanti" ponevano però un problema di fondo: la radiazione elettromagnetica, e quindi la luce, è un'onda od un flusso di particelle?
La maggior parte dei fenomeni, infatti, può essere spiegata sia in termini ondulatori che corpuscolari, ma esistono fenomeni che possono essere spiegati con uno soltanto di tali schemi. Queste problematiche sulle proprietà della luce vanno sotto il nome di "dualismo onda-corpuscolare della luce" e vengono superate con il "principio di complementarità" che stabilisce la duplice natura della radiazione elettromagnetica.
Il comportamento particellare od ondulatorio è determinato da ciò che si vuole osservare, e per quanto questo possa sembrare paradossale, corrisponde a ciò che realmente si osserva.
Nella "teoria relativistica dei campi quantizzati", che descrive il comportamento delle particelle, il concetto di onda viene definitivamente abbandonato ed i fotoni diventano il mezzo con cui la radiazione elettromagnetica si propaga.

In quegli anni i fisici stavano trattando un argomento incredibilmente nuovo e vasto senza neanche immaginarlo, e per spiegare alcuni effetti misteriosi finirono spesso per fare affermazioni, ripensando alle quali, in futuro, avrebbero probabilmente sorriso.
Un giovane fisico francese, Louise De Broglie, scrisse nella sua tesi di laurea che tutte le particelle sono in realtà delle onde. Pochi, ovviamente, gli avevano dato ascolto in quel momento.
Alcuni anni dopo, però, un esperimento condotto da Davisson e Germer fornì risultati spiegabili solo con l'intuizione di De Broglie; inoltre in quegli anni Erwin Schrödinger e Werner Heisenberg, nel porre le premesse della "meccanica quantistica", inserirono l'idea di De Broglie tra i concetti fondamentali.Per quanto riguarda le particelle, nella meccanica quantistica il concetto di oggetto puntiforme è scomparso a favore del concetto di onda.
Come conciliare tutto questo con le evidenze sperimentali dell'esistenza delle particelle?
Se una particella non è un oggetto puntiforme, come facciamo a dire dove sta e con quale velocità viaggia, dato che un'onda non sta in un posto preciso?
Per uscire da questo paradosso Heisenberg arrivò a formulare il "principio di indeterminazione". Esso afferma che possiamo ancora trattare le particelle come punti materiali, a meno che non cerchiamo di sapere la loro posizione e contemporaneamente la loro velocità con una precisione infinita.Nel mondo macroscopico tutto è composto da particelle, in quanto la precisione delle misure è molto minore dei limiti imposti dal principio di Heisenberg.
La meccanica quantistica si basa su concetti che sono molto diversi da quelli del senso comune; a settant'anni di distanza dalla sua nascita, chiunque si avvicini ad essa trova all'inizio non pochi problemi a digerirla. Quando nacque, molti fisici la contestarono fortemente perchè non ne condividevano le basi così estranee a quelle sviluppate per la fisica classica.
L'idea che di una particella non si potessero conoscere contemporaneamente posizione e velocità con precisione infinita, e quindi non si potesse ricavare una precisa legge del moto, dispiaceva persino ad Einstein, che affermava di non credere che "Dio gioca a dadi".
Ma, per fortuna, le cose che funzionano sono destinate a restare e la meccanica quantistica è oggi un branca della fisica in continua evoluzione.