G.L.
Mizia |
mail to: berakah@tiscalinet.it
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ESSERE RELIGIOSI
IL
PUNTO DI VISTA DI UN
SOCIOLOGO |
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Appartenere a una cultura |
(tratto da un ipertesto dell'Accademia Universale delle Culture in Tolerance.it) La cultura è il modo in
cui vive e pensa la gente di un certo gruppo. |
Perché
i Cinesi non amano il latte e i latticini? Perché i giapponesi morirono
volentieri in un attacco kamikaze che pareva insensato agli americani?
Perché in alcune società la discendenza è tratta dalla linea paterna,
in altre da quella materna, mentre in altre ancora viene tratta da quella
di entrambi i genitori? Non perché Dio o il Fato li avesse destinati ad
abitudini differenti, non perché il clima sia diverso in Cina, in
Giappone e negli Stati Uniti. A volte il senso comune fornisce una
risposta che si avvicina a quella dell'antropologo: "perché sono
stati allevati così". Con la parola
"cultura", l'Antropologia intende lo stile di vita complessivo
di un popolo, l'eredità sociale che acquisisce dal proprio gruppo.
Ovvero, la cultura può essere intesa come qualla parte dell'ambiente che
è creata dall'uomo. Questo termine tecnico ha un significato più ampio della "cultura" della storia e della letteratura. Un'umile pentola è un prodotto culturale quanto lo è una sonata di Beethoven. Nel discorso comune, una persona di cultura è qualcuno che sa parlare lingue diverse dalla propria, che ha familiarità con la storia, con la letteratura, con la filosofia, o con le belle arti. Per taluni la definizione è ancora più ristretta. La persona di cultura è colui o colei che è capace di parlare di James Joyce, di Scarlatti e di Picasso. Per l'antropologo, tuttavia, ogni essere umano è una persona acculturata. C'è la cultura in generale, e poi vi sono culture specifiche come quelle russa, americana, britannica, hottentot, inca. La nozione generale e astratta serve a ricordarci che non possiamo spiegare le azioni umane esclusivamente in termini delle proprietà biologiche delle persone coinvolte in esse, della loro esperienza passata e della situazione immediata. L'esperienza passata di altri esseri umani, sotto forma di cultura, entra in gioco in quasi ogni evento. Ciascuna cultura specifica fornisce una sorta di traccia per tutte le attività della vita.... • Clyde Kluckohn, Mirror for man, McGraw-Hill Book Company, 1960, cap.2 ...Per la donna americana, un sistema di più mogli per lo stesso marito appare "istintivamente" aberrante. Non riesce a capire come una donna possa evitare di essere gelosa e a disagio se deve condividere il proprio marito con altre donne. Le sembra "innaturale" che si possa accettare una simile situazione. D'altra parte, una donna Koryak della Siberia, ad esempio, troverebbe difficile capire come una donna possa essere talmente egoista e poco desiderosa della compagnia di altre donne in casa da voler imporre al proprio marito una sola compagna. Anni fa incontrai a New York un giovane uomo che non parlava una parola d'inglese ed era naturalmente sbalordito dai modi americani. Era americano "di sangue" quanto lo siamo io e voi, e i suoi genitori si erano trasferiti dall'Indiana alla Cina come missionari. Divenuto orfano durante l'infanzia, fu allevato da una famiglia cinese in un paesino sperduto. Chiunque lo incontrasse lo trovava più cinese che americano. I suoi occhi azzurri e i suoi capelli chiari si notavano meno del suo stile cinese di camminare e di muovere le mani e le braccia, della sua espressione facciale cinese e del suo modo cinese di pensare. • Amin Maalouf, Les identités meurtrières, Paris: Grasset, 198: 19-20 L'identità di ogni persona è costituita
da una moltitudine di elementi che non si limitano ovviamente a quelli che
figurano sui registri ufficiali. Per la stragrande maggioranza degli
individui c'è, di sicuro, l'appartenenza a una tradizione religiosa; a
una nazionalità, talvolta a due; a un gruppo etnico o linguistico; a una
famiglia più o meno allargata; a una professione; a un'istituzione; a un
certo ambiente sociale… Ma la lista è assai più lunga, virtualmente
illimitata; si può sentire un'appartenenza più o meno forte a una
provincia, a un villaggio, a un quartiere, a un clan, a una squadra di
sportivi o di professionisti, a una banda di amici, a un sindacato, a
un'impresa, a un partito, a un'associazione, a una parrocchia, a una
comunità di persone che hanno le stesse passioni, le stesse preferenze
sessuali, gli stessi handicap fisici, o che sono messe di fronte agli
stessi rischi.Tutte queste appartenenze non hanno evidentemente la stessa
importanza, a ogni modo non nello stesso momento. Ma nessuna è totalmente
insignificante. Sono gli elementi costitutivi della personalità, si
potrebbe quasi dire "i geni dell'anima", a patto di precisare
che la maggior parte non sono innati.Se ciascuno di questi elementi può
riscontrarsi in un gran numero di individui, non si trova mai la stessa
combinazione in due persone diverse, ed è proprio ciò che fa sì che
ogni essere sia unico e potenzialmente insostituibile. |
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Che cos'è una religione? (tratto da un ipertesto dell'Accademia Universale delle Culture in : http://www.tolerance.it/ita/)(i redattori di questo articolo ,tra cui Umberto Eco ,sono tutti accademici atei) Quando si confrontano diverse tradizioni
religiose, bisogna stare attenti a non dare per scontata la propria idea
di che cosa sia una religione. Infatti, con la parola
"religione" si possono intendere almeno quattro cose diverse: |
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Ugo Volli: Politeismo e monoteismo Il politeismo è la credenza in una pluralità di esseri superiori sovrannaturali, chiamati dei. Insieme all'animismo, che crede in una potenza sovrannaturale impersonale diffusa nel mondo, il politeismo è la forma religiosa più diffusa fra le società umane. Gli dei possono essere pensati in forme molto diverse, avere storie estremamente complicate o non essere neanche nominabili. Quel che conta è che essi sono al di là della natura comune, fatti di una sostanza diversa e dotati di poteri diversi dalla cose che ci circondano, ma pur sempre persone, cioè soggetti in qualche modo simili agli umani; e che essi sono molti e dunque almeno parzialmente in conflitto fra loro. Per il politeista la realtà si forma e si evolve per le azioni sovrannaturali degli dei e queste non seguono un piano unico, ma derivano dal conflitto e dalla concorrenza fra gli dei. Alcuni dei possono essere benefici, altri malefici, uno può controllare un certo aspetto della realtà o dell'esistenza (come il mare, la caccia, la bellezza), altri lo limitano dominando altri aspetti.Una variante abbastanza rara del pensiero religioso, anche se ormai è dominante nel mondo, è il monoteismo, per cui la divinità è concepita come unica e insieme personale. Il suo credo principale è questo: esiste un dio, e uno solo. Magari egli può ammettere sotto di sé delle entità spirituali inferiori (angeli, santi, demoni), ma esse sono derivate da lui, non autonome. Il dio unico, raccogliendo in sé tutta la natura divina e una personalità (non è una forza, ma qualcuno, con una sua volontà, un sapere, dei sentimenti ecc.) è concepito di solito come fornito di alcuni attributi fondamentali: è il creatore del mondo, eterno, onnisciente, onnipotente, giusto, buono ecc. La versione di monoteismo che domina nel nostro mondo, in diverse varianti (cristiana, musulmana, ebraica) è stata definita dal popolo ebraico circa tremila anni fa, ma nella storia delle religioni e delle filosofie si possono trovare altre forme di monoteismo, per esempio in Egitto, in India e anche nella Grecia classica, nel pensiero di Platone e di Aristotele. In effetti, il monoteismo, concependo un unico principio divino, si presta a un'analisi razionale della realtà nei termini di un principio, una ragione, un sistema etico e quindi allontana il sentimento religioso dalla fioritura pittoresca del mito, verso il pensiero. Il suo punto debole però consiste proprio nella difficoltà di dare ragione degli aspetti irrazionali e negativi della realtà. Se vi è un dio, infatti, egli è responsabile di tutto quanto accade, incluso il male e l'assurdo della vita, che per i politeisti possono derivare dall'azione di dei malvagi o anche solo dal conflitto fra gli dei. Il pensiero della cultura europea è comunque profondamente influenzato dalla religione monoteista: la giustizia, la scienza, l'arte europee (e in genere occidentali) sono segnate dal privilegio accordato all'unità rispetto alla pluralità. Solo l'esistenza di una causa ben definita ci sembra una spiegazione completa, solo una forma chiusa soddisfa il nostro senso estetico, e così via. Politeismo e monoteismo non sono dunque solo delle teorie religiose, ma anche delle caratteristiche fondamentali dello stile di pensiero di una società. |
L’identita’ religiosa e’
determinante per l’orientamento della persona verso la felicità. Tutte le religioni promettono di portare l'uomo alla santità,cioè in una comunione di vita con Dio. In questo cammino, il male ,(pur diversamente percepito), e la morte, possono essere definitivamente sconfitti. Una felicita' eterna "in Dio",seppur diversamente intesa e raggiunta e’ il valore religioso universale. Essa e’ cio’ che da senso al vivere, a tutto cio' che noi facciamo per trovare la felicità. Ecco le varie espressioni religiose del valore della beatitudine e santità,cioè della felicità eterna che gli dèi possono donare già in questa vita. -Cina:........................COMUNIONE COL TAO -India:.......................ADVAITA o COMUNIONE COL BRAHMAN, LO SPIRITO UNIVERSALE. -Buddismo:............... NIRVANA o COMUNIONE CON IL TUTTO -Ebraismo:................REGNO DI JHWH o COMUNIONE DI VITA DEL POPOLO CON JHWH. -Cristianesimo:......... REGNO DI DIO:COMUNIONE DI VITA CON GESU' e CON JHWH NELLO SPIRITO DIVINO. -Islam:......................REGNO DI ALLAH..COMUNIONE DI VITA CON ALLAH E PIACERI ASSOLUTI. |
Il Buddismo è la prima religione
universale apparsa nella storia ed è tuttora una delle più importanti
vie spirituali dell'Asia. Nato nel VI secolo a.C., Siddharta Gautama iniziò la sua vita come principe nel piccolo stato di Sakyan, 200 km da Benares, ai piedi dell'Himalaya, dopo diversi anni quattro segni lo indussero a meditare sul mondo. Decise di abbandonare la famiglia, nonché il futuro regno. Studiò con i più famosi filosofi dell'epoca, il pensiero metafisico era all'apice della sua fioritura, come nella Grecia contemporanea, ma nulla lo appagava e nulla lo liberava. Decise di dedicarsi completamente alla meditazione, per sei anni visse in assoluta austerità, senza alcun risultato, poi un giorno mentre beveva al fiume, scivolò nell'acqua e fu trascinato dalla corrente fino ad un villaggio dove un giovane lo trasse in salvo e lo curò.Guarito rimase ad osservare le acque del fiume Naranjara e si immerse in meditazione, all'alba del giorno seguente egli raggiunse l'Illuminazione: Siddharta il Principe dei Sakya, non esisteva più. Era diventato il Buddha, l'Illuminato. Ben presto il Buddha, la sua Dottrina (Dharma) e la Comunità dei suoi monaci (Sangha) vennero definiti come le tre Gemme (Triratna), le tre fondamenta del Buddismo. Il Nucleo della dottrina enunciata dal Buddha è dato dalle Quattro Nobili Verità: la verità della sofferenza, della cessazione della sofferenza e del sentiero che conduce all'Illuminazione.Essendo il Buddismo basato su una tolleranza senza riserve, si adattò ad abitudini mentali e a sfere culturali diverse, poiché non possedeva né un'organizzazione clericale chiusa con al vertice un'autorità indiscussa, né una ortodossia dottrinale. |
Il
Buddhismo è una religione? Si considera il buddhismo una religione non-teistica :non si parla di Dio esplicitamente ma vi si ritrovano tutte le caratteristiche di una religione : rivelazione, etica, comunità, preghiera,riti, etc Religione non-teista ma non religione a-teista. Secondo il buddhismo in ogni persona è presente uno spirito innato. Tale spirito è senza inizio e senza fine ,è il bene universale. Nel buddismo tibetano questo spirito , dharmakaya ,cioè chiaraluce è lo stato più sottile della coscienza umana ed è una individualità.Sono concetti analoghi anche se non coincidenti con quelli di divinità e persona nella cultura occidentale. |
Buddha è il risvegliato , l'illuminato , da chi? Gautama Siddharata entra nella non triste, non lieta, equilibrata, saggia e perfetta Purezza (= il Nirvana) . Se nel buddhismo tibetano troviamo risposte che possiamo considerare , dal punto di vista occidentale ,non ateiste , in altre correnti, come quella Mahayana troviamo un buddhismo assolutamente ateo. Il buddismo ateo viene da alcuni considerato una eresia del buddismo originale. |
Nonostante
il Dalai Lama tibetano non abbia nessuna difficoltà a credere in un Dio
come amore eterno c'è
un certo scetticismo nel considerare la possibilità
di una analogia molto prossima tra La Chiaraluce o
Purezza e la divinità soprattutto se
questa divinità è creatrice. C'è una contraddizione
in termini filosofici tra il concetto occidentale di dio
creatore e il concetto buddhista di un universo
senza causa prima. Afferma l'attuale Dalai Lama : «...se Dio è considerato un essere supremo puro,allora anche noi buddhisti tibetani crediamo in un tale dio...ma non accettiamo l'idea di un dio unico, bensì una molteplicità di questi dèi...possiamo dire di credere più nella parola divinità ,a tutte le divinità , personificazioni di questo dio, che si presentano a noi durante sedute spirituali o di meditazione....ecco in questo senso siamo certi dell'esistenza di Dio...»(LEVENSON ,Il Dalai Lama) |
Buddha non negò
esplicitamente l'esistenza degli dèi brahmani dell'induismo, ma questi -secondo la sua
filosofia- non possono evitare all'uomo le sofferenze della vita, per cui
credere o non credere in loro non cambia le cose. Il cammino che porta alla
salvezza l'uomo -secondo il Buddha- deve trovarlo da solo.D'altra parte anche le
divinità sono soggette alla legge della rinascita, il samsara, e l'Assoluto o
l'Eterno non corrisponde che al concetto di Vacuità (sunyata). |
DA DOVE VENGONO LE RELIGIONI ? PERCHE' SONO TANTE E DIVERSE ? |
OSSERVIAMO:nel
mondo ci sono tanti popoli con culture diverse,cioè con diverse
mentalità,diversi modi di interpretare e vivere la vita,diverse
espressioni religiose. La molteplicita' delle religioni non e' frutto di errori di percezione del sacro : piuttosto è il frutto della ricchezza di manifestazioni del sacro stesso che ha donato molteplici rivelazioni.Le religioni sono tutte diverse, ma in quanto rivelate sono tutte vere. |
bahai |
shinto |
buddha |
confucio |
jaina |
sikh |
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ebraismo |
induismo |
nac/bwiti/s.daime |
tradizionali/native/aborigene |
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taoismo |
islam |
cristianesimo |
wiccan | shinto |
C'è un dato culturale universale:L’umanità esiste religiosamente. Il Fenomeno religioso presenta
due aspetti fondamentali (costituitivi, fondanti) e inscindibili: |
Tutti
i popoli e le culture hanno una storia perchè in qualche modo
risalgono il principio della loro esistenza agli dèi. Gli dèi hanno formato i popoli :essi prospettano anche la loro fine o il loro fine. Tutti i popoli rivendicano l’origine divina della loro esistenza o/e della loro cultura.(presso la cultura greca gli dèi sono presenti all’origini delle stirpi e delle istituzioni;presso quella romana nella nascita dei fondatori della città e del popolo così come nella nascita delle istituzioni;lo stesso dicasi per lo shintoismo giapponese, il taoismo-confucianesimo etc) Se la cultura religiosa di un popolo non fosse minimamente rivelata non avremmo motivo di considerarla come religiosa. La rivelazione sembra essere il fenomeno di partenza di ogni cultura e dunque di ogni religione, senza il quale tutti gli altri aspetti che sono tipici delle religioni (felicità,peccato, riscatto,salvezza) sarebbero svuotati di ogni valore. |
Nella
cultura greca classica
cui troviamo la religione olimpica (dell'Olimpo), ben attestata in Omero
ed Esiodo, in cui ci sono tre forme di comunicazione della sapienza divina
(sapere assoluto) all'uomo, 1. la forma Dionisiaca:la sapienza sta dentro Dioniso e non può uscire da lui, per averla bisogna entrare in lui e farne l'esperienza,ciò è possibile solo agli EN-TU-SIASTI (en-theos-mos),gli iniziati al rito orgiastico.Dioniso induce gli uomini alla follia ed è lui stesso folle. 2. la forma Apollinea:la sua sapienza è comunicabile in parole nella divinazione. Apollo suscita la follia nel divinatore, ma lui è lontano e la parola che da lui proviene pronunciata dal divinatore necessita di un interprete che la muti in logos ,discorso umano.Nell'antica Grecia le Pizie del dio Apollo erano un esempio conosciuto di estasi cultuale divinatoria.La Pizia Dava responsi a suoi interlocutori durante stati di estasi.Apollo era il dio della rivelazione oracolare ed aveva il suo santuario a Delfi sopra la voragine dove Apollo aveva sconfitto e precipitato il pitone malefico. Al fondo della voragine scorreva il fiume Cassotis dalle cui acque provenivano vapori che provocavano l’estasi della Pizia, giovane vergine scelta tra le donne di buona famiglia.Essa sedeva su un tripode posto sulla voragine. Nell’estasi essa pronunciava parole più o meno chiare che alcuni sacerdoti traducevano in responsi, oracoli.Da una Pizia, consultata una volta all’inizio di ogni anno si passò a più Pizie che lavoravano a turno. 3. La terza forma è quella del rito annuale di fine estate ad Eleusi,la festa della conoscenza chiara,univoca. E' ciò che possedeva lo storico Ferecide di Siro,la sapienza noetica. Esempio di estasi cultuale iniziatica che troviamo nei misteri Eleusini: si trattava di passare da uno stato di esistenza ad uno nuovo. Ad Eleusi si trovava il santuario di Demetra e Kore.Qui si recavano i maschi per essere iniziati al mondo degli dèi attraverso una esperienza estatica.Pindaro,fr.137-"felice chi entra sotto la terra dopo aver visto queste cose:conosce la fine della vita,conosce anche il principio dato da Zeus." E qui è ancora Dioniso che manifesta tutta la sua potenza in una esperienza di festa in cui come dicono Platone ed Aristotele (simposio,210-211&sulla filos.fr.11) il bello non appare come un discorso, una conoscenza, un volto, ma apparirà per se stesso e la capacità intuitiva subisce una folgorazione noetica. E' l'enigma della sapienza divina che mentre si fa chiara(Apollo), si nasconde(Dioniso). La ricerca filosofica si è sviluppata nella cultura greca a partire da Talete (VII° sec.a.C.) , dalle riflessioni sull’uomo e sulla realtà elaborate a partire dalla religione (dottrine dei misteri, soprattutto l'orfismo:Orfeo era un eroe trace che era disceso nell'Ade ed aveva ricevuto una rivelazione.Da essa ha origine la religione orfica i cui riti tendevano a purificare l'anima per sottrarla alla ruota delle nascite o trasmigrazione o metempsicosi.La scienza, l'attività dei pensiero degli adepti doveva essere un cammino di vita come una ricerca che conduce alla vera vita. PLATONE (Fedone,85C-D.V-I Vsec.a.C.) SIMMIA A SOCRATE.:
La ricerca filosofica si è sviluppata a partire anche
dall'arte e dai concetti fondamentali elaborati dalla riflessione morale (etico-politica)
dei poeti ;arte e poesia fornirono
concetti che servirono ai
filosofi per interpretare il mondo.Religioni arte e poesia elaborarono
alcuni concetti che saranno i fondamenti della ricerca filosofica. |
CHE COSA E' LA RIVELAZIONE? |
PRIMA......
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RIVELAZIONE |
La rivelazione è la
sapienza divina comunicata in varie forme agli uomini :essa sottende
un limite umano di conoscenza. C’è un limite esistenziale conoscitivo quanto ai significati.C’è un bisogno costitutivo di rivelazione negli uomini. L’oggetto specifico delle rivelazioni è l’assicurazione dei significati dell’esistenza: >da dove veniamo? >chi siamo? >perchè siamo e dove andiamo? >come finiremo? Il limite umano che la rivelazione rileva è un limite assoluto : essa soddisfa un bisogno esistenziale ineludibile,procura pace e quiete e dal momento che c’è una rivelazione è lecito attendersi una possibilità di comunicazione tra il mondo divino e quello umano. Nel campo religioso l’uomo accusa una ignoranza invincibile: non ha in mano nessun criterio umano che sia infallibile per giudicare i significati che gli vengono proposti dall’altro mondo: puo’ comprrenderli in qualche modo con la ragione ma non puo' giudicarli, puo' solo crederli o rifiutarli. La rivelazione puo’ produrre la fede o la noncredenza. C’è chi ha fede e chi non ce l’ha,ma non ci sono criteri umani per stabilire perchè. |
« Quegli antichi saggi che cercavano di assicurarsi la presenza degli dèi costruendo templi e santuari e statue, ..essi percepivano che l' Anima, sebbene sia rintracciabile dovunque,la sua presenza puo' essere assicurata piu' facilmente quando viene costruito un ricettacolo adeguato ,un spazio capace di ricevere qualche porzione di essa,qualcosa che la riproduca o la rappresenti e che faccia da specchio e che catturi la sua immagine...»
TUTTI GLI UOMINI PERCEPISCONO LO SPIRITO? |
Tutti gli uomini possono comunicare con
Dio? ... Dai tempi più antichi fino ad oggi presso i vari popoli si trova una certa sensibilità a quella forza arcana che è presente al corso delle cose e agli avvenimenti della vita umana, ed anzi talvolta vi riconosce la Divinità suprema o il Padre. Questa sensibilità e questa conoscenza compenetrano la vita in un intimo senso religioso.... (dalla introduzione al documento conciliare
Nostra Aetate) Tutti
gli uomini comunicano col mondo attraverso i 5 sensi ma ci sono
delle cose della cui esistenza essi sono certi e che non percepiscono con i 5
sensi:il
ritmo di un canto, la
bellezza di una forma sensibile, la
poesia di un testo, l'euritmia
di una danza,il fascino, l'umore di una persona .. |
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Cerchiamo
ora nella nostra memoria le esperienze di immersione nella natura. Raccontiamo
le nostre emozioni. Forse troviamo dentro di noi una vaga sensazione ..come di aver percepito in quelle esperienze qualcosa che agisce dalla natura e che ci fa cambiare umore, amare la vita, che ci carica di vitalità. Qualcosa che investe tutta la persona, non i sensi soltanto, qualcosa che è difficile spiegare ..come una intuizione. Qualcosa che sta sotto la natura e che si sente ma che non si può dire di conoscere e poter spiegare,ma qualcosa che ci trasmette vitalità. Intuisco la presenza e attività di un complesso di forze che risiedono negli elementi della natura e che mi investono e che mi fanno STAR BENE o MALE mi danno vitalità positiva o negativa. Spesso
la percezione intuitiva della "forza della natura" la definisco come
ENERGIA POSITIVA/ENERGIA NEGATIVA. Insomma sperimento
una coscienza immaginativa
delle realtà soprasensibili.
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Tutti gli uomini , in modi diversi
manifestano LA
CAPACITA' DI PERCEPIRE LO SPIRITO. Questa capacità è propria dell'anima.Della percezione spirituale non si è consapevoli in modo pieno e permanente (per fortuna altrimenti vedremmo continuamente defunti, angeli, diavoli, Dio..e la vita cosi' come siamo capaci ora di viverla sarebbe impossibile , ossessiva,). Il 7° senso , NORMALMENTE ,non puo' essere ATTIVATO dalla volontà. Diventa PIU' PERCETTIVO con le pratiche religiose. Ma ci sono da sempre, presso tutti i popoli persone particolari che vengono chiamate veggenti, profeti, sciamani,santi, etc…che mostrano di avere capacità percettive spirituali speciali e spesso permanenti. A volte questa capacità superiore rimane inspiegata; altre volte, sono loro stessi a raccontare di averla ricevuta dal mondo spirituale attraverso una chiamata , come dono. |
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SEBBENE SIA PROVATO CHE LE PRATICHE RELIGIOSE ED ASCETICHE ATTIVANO LA PERCEZIONE RELIGIOSA , GLI ASCETI,I MISTICI,CI DICONO CHE LA COSCIENZA DELLA PERCEZIONE SPIRITUALE E' SEMPRE DONO DELLO SPIRITO UNIVERSALE STESSO , NON E' MAI IL RISULTATO RIPETIBILE DI DETERMINATE PRATICHE. |
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LE RELIGIONI NEL MONDO |
CHE COSA POSSIAMO INTENDERE PER " SPIRITO" IN RAPPORTO ALLA MATERIA? |
(da : IL TAO DELLA
FISICA - Fritjof Capra) «Le scoperte della fisica di questo secolo hanno profondamente cambiato la visione della realtà naturale. Oggi il quadro scientifico dell'universo risulta ben diverso da quello dei tradizionale «mondo-macchina« ottocentesco, che influenza ancora la nostra cultura e la nostra mentalità, sebbene sia un modello utile solo su scale superiori a quella atomica. La Teoria della Relatività ristretta (Einstein, 1905), oltre ad unificare i concetti di spazio e di tempo, ha dimostrato che la materia è semplicemente una forma di energia. La meccanica quantistica o fisica quantistica (Planck, Bohr, Heisenberg, Schròdinger. Dirac ed altri, 1900-1928) ha poi evidenziato che a fivello atomico tale forma di energia presenta una natura "ondulatoria". La nozione classica di "materia" è valida dal famigliare livello degli oggetti visibili fino al livello molecolare ed atomico (stadio chimico), ma ai livelli sub-atomici decade. Normalmente si dice che all'interno degli atomi vi sono delle particelle in movimento (gli elettroni ed i nucleoni); in realtà tali presunte "particelle" consistono di campi oscillanti, ovvero di strutture immateriali recanti "informazione": a questi livelli la realtà naturale rivela la sua intrinseca struttura razionale.» |
La
meccanica quantistica si basa
su concetti che sono molto diversi da quelli del senso comune; a piu' di
settant’anni di distanza dalla sua nascita, chiunque si avvicini ad essa
trova all’inizio non pochi problemi a digerirla. Quando nacque, molti
fisici la contestarono fortemente perchè non ne condividevano le basi cosi estranee a quelle sviluppate per la fisica classica. Louise De Broglie,fisico atomico, scrisse nella sua tesi di laurea, negli anni 1930' che tutte le particelle sono in realtà delle onde. Pochi, ovviamente, gli avevano dato ascolto in quel momento.Alcuni anni dopo, però, un esperimento condotto da Davisson e Germer forni risultati spiegabili solo con l’intuizione di De Broglie; inoltre in quegli anni Erwin Schrödinger e Werner Heisenberg, nel porre le premesse della "meccanica quantistica", inserirono l’idea di De Broglie tra i concetti fondamentali. Per quanto riguarda le particelle, nella meccanica quantistica il concetto di oggetto puntiforme è scomparso a favore del concetto di onda. Come conciliare tutto questo con le evidenze sperimentali dell’esistenza delle particelle? Se una particella non è un oggetto puntiforme, come facciamo a dire dove sta e con quale velocità viaggia, dato che un’onda non sta in un posto preciso? Per uscire da questo paradosso Heisenberg arrivò a formulare il "principio di indeterminazione". Esso afferma che possiamo ancora trattare le particelle come punti materiali, a meno che non cerchiamo di sapere la loro posizione e contemporaneamente la loro velocità con una precisione infinita. Nel mondo macroscopico tutto è composto da particelle, in quanto la precisione delle misure è molto minore dei limiti imposti dal principio di Heisenberg. Nel mondo subatomico tutto è composto di onde, di energie vibranti. L’idea che di una particella non si potessero conoscere contemporaneamente posizione e velocità con precisione infinita, e quindi non si potesse ricavare una precisa legge del moto, dispiaceva persino ad Einstein, che affermava di non credere che "Dio gioca a dadi"(= la realtà è probabilistica). Ma, per fortuna, le cose che funzionano sono destinate a restare e la meccanica quantistica è oggi un branca della fisica in continua evoluzione. |
Tutti
i fenomeni non possono essere osservati e colti separandoli da tutto il
resto dell’universo. ( N.Bohr..Athomic phisics and the
description of the nature,p.57..«studiando la materia in profondità
si scoprono le particelle, queste sono astrazioni mentali,idealizzazioni
utili dal punto di vista pratico ma prive di significato fondamentale
poichè le loro proprietà sono definibili ed osservabili solo mediante la
loro interazione con altri sistemi.» W.Heisenberg:«La
scienza
naturale non
è semplicemente una descrizione e una spiegazione della natura;essa è
parte della azione reciproca tra noi e la natura.»A questo livello l’universo
appare come una unità indissolubile che coinvolge in
modo inevitabile in tutti i fenomeni tutto l’universo,”soggetti”
ed “oggetti” . Fritjof.Capra , Il Tao della fisica, 172.«..a livello subatomico ,nel mondo quadrimensionale relativistico,le particelle sono distruttibili e indistruttibili,la materia è continua e discontinua,il fenomeno è forza e materia...»Herman Minkowski conferenza 1908 cit. F., Capra. «D’ora in poi lo spazio di per se stesso e il tempo di per se stesso sono condannati a svanire come pure ombre, e solo una specie di unione tra i due concetti conserverà una realtà indipendente, » |
Fritjof Capra- Il
Tao della Fisica -.«Secondo Faraday-Maxwell il CAMPO è una
condizione nello spazio attorno ad una massa che può produrre forze su
altre masse introdotte in quello spazio.Ma la teoria della relatività
mostra come la presenza di masse modifichi la struttura quadridimensionale
dello spaziotempo.Il campo diventa lo spaziotempo curvo che
si espande-contrae,il CAMPO QUANTISTICO. Materia-massa, spaziotempo sono inseparabili e sono il CAMPO, il Vuoto dinamico: l’inerzia al moto non è una proprietà intrinseca della materia ma una interrelazione universale.Se scomparisse l’universo scomparirebbero inerzia e forze di moto centrifuga, centripeta etc...(principio di Ernst Mach-1907).Le particelle sono soltanto condensazioni locali di campo,concentrazioni di energia che vanno e vengono. Una particella appare come una intensità altissima di campo concentrata in un piccolissimo spazio: appare come un nodo di energia indistinto dal resto del campo quantistico che si propaga nello spaziotempo come un’onda.»« il Campo esiste sempre e dappertutto, non può mai essere eliminato.Esso è veicolo di tutti i fenomeni materiali...l’esistere ed il dissolversi di particelle sono semplicemente forme di moto del campo... Le forme non sono entità fisiche indipendenti ma manifestazioni transitorie del Vuoto soggiacente ad esse....manifestazioni che rivelano alla mente un grande ordine intrinseco.Si può dire che il fatto stesso di sapere che una particella esiste ci fa pensare che essa possieda un struttura interna,questo è però mentale.Una particella elementare teorica secondo la teoria della Matrice S sarebbe priva di struttura interna, e in tal caso non sarebbe soggetta ad alcuna forza che possa permetterci di rivelarne la presenza. Le particelle subatomiche sono figure dinamiche che hanno un aspetto spaziale e un aspetto temporale .Il loro aspetto spaziale le fa apparire come oggetti con una certa massa , il loro aspetto temporale come processi ai quali prende parte l’energia equivalente della loro massa.Questa figure dinamiche o pacchetti di energia-quanti formano le strutture stabili di tipo nucleare ,atomico e molecolare che costituiscono la materia e le conferiscono il suo ben noto aspetto solido, macroscopico. Ciò porta a credere che essa sia costituita da qualche sostanza materiale. A livello macroscopico, questa nozione di sostanza è una approssimazione utile, ma a livello atomico essa non ha più senso. ( e se non ce l'ha per le particelle, per che cosa nell'universo sensibile ce l'ha?) .Gli atomi sono composti da particelle e queste particelle non sono fatte di un qualche materiale.Quando le osserviamo non vediamo mai nessuna sostanza,ma solo forme dinamiche che si trasformano incessantemente l’una nell’altre, in una continua danza di energia .Tutte le cose sono aggregati di particelle che danzano e con i loro movimenti producono suoni ; quando il ritmo della danza cambia cambia anche il suono prodotto...ciascun atomo canta perennemente la sua canzone e il suono, in ogni istante, crea forme dense e tenui.La meccanica quantistica ha permesso di capire che queste particelle non sono granelli isolati di materia ,ma distribuzioni di probabilità,interconnessioni in una inestricabile rete cosmica.La teoria della relatività ha poi reso vive le particelle rivelandone il carattere intrinsecamente dinamico e facendo vedere che l’attività della materia è la vera essenza del suo essere.Le particelle del mondo sub atomico non sono attive solo nel senso che si muovono con estrema velocità me nel senso che esse stesse sono processi! L’esistenza-essenza della materia e la sua attività non possono essere separate:esse sono soltanto aspetti differenti della stessa realtà spaziotemporale.
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Sono gli stessi scienziati della fisica subatomica ad introdurre l' "intuizione" che sia lo spirito alla base della materia. |
Fisici come N.Bohr o piu' recentemente F. Capra ci dicono che queste espressioni orientali esprimono ciò che la fisica atomica oggi intuisce attraverso la meccanica quantistica! |
Dice F.Capra nel Tao della Fisica:«Nella fisica moderna, l'universo appare quindi come un tutto dinamico, inseparabile, che comprende sempre l'osservatore in modo essenziale. Nell'esperienza che se ne può avere i concetti tradizionali di spazio e di tempo, di oggetti isolati, e di causa ed effetto, perdono il loro significato. Tale esperienza, comunque, è molto simile a quella dei mistici orientali. La somiglianza diventa evidente nella teoria della relatività e nella teoria quantistica, e si fa ancora più forte nei modelli « quantistico-relativistici » della fisica subatomica, ottenuti combinando entrambe queste teorie, nei quali si producono le corrispondenze più sorprendenti con il misticismo orientale. |
L’INTELLIGENZA
UMANA La
mente umana mostra di possedere diversi tipi di intelligenza.Le
intelligenze che ci interessano qui e che sono tra loro
complementari sono due: L’occidente
privilegia la prima,l’oriente la seconda. |
Nell'antichità
e in particolare in oriente è stata da sempre sviluppata l'
intelligenza intuitiva della realtà .Lo scopo delle grandi religioni
orientali è sempre stato quello di conoscere
intuitivamente la realtà ultima di tutte le cose, la profondità ed
insieme la totalità del tutto . «La caratteristica più importante della concezione Orientale del mondo è la consapevolezza della unità e della mutua interrelazione di tutte le cose e di tutti gli eventi,uomo compreso, la constatazione che tutti i fenomeni nel mondo sono manifestazioni di una fondamentale unicità. Essa è chiamata Brahman nell 'induismo, Dharmakaya nel buddhismo ,tao nel taoismo.Poichè trascende tutti i concetti e tutte le categorie i buddhisti la chiamano anche Tathata, o Essenza Assoluta. |
Chuang-tzu
«...lascio inerte il corpo e bandisco l’intelletto.Abbandonando la
forma e respingendo la conoscenza faccio parte del Gran Tutto » Bahagavad
Gita VIII,3 « tutte le Azioni si verificano nel tempo per l’Intracciarsi
-delle-forze- della natura »«..ciò in cui sono tessuti il cielo,
la terra e lo spazio intermedio,la mente assieme a tutti i sensi, questo
Atman unico è quello che si deve conoscere..» Swami
Vivekananda,Jnana Yoga «..Tempo, Spazio, Causalità sono la lente
attraverso la quale si vede l’Assoluto...Nell’ Assoluto in se stesso
non ci sono nè Tempo, nè Spazio, nè Causalità » Bhagavad Gita IX,7 «Tutti gli esseri.. alla fine di un Kalpa (=ciclo cosmico di espansione-contrazione) tornano alla mia realtà;e al principio del ciclo successivo di nuovo io li emetto.» |
«Nella vita ordinaria, non siamo consapevoli di questa unità di tutte le cose, ma dividiamo il mondo in oggetti ed eventi separati. Naturalmente, questa divisione è utile e necessaria per muoverci nel nostro ambiente quotidiano, ma non è un aspetto fondamentale della realtà.
E' un'astrazione ideata dal nostro intelletto che distingue e
classifica. Credere che i nostri concetti astratti di « cose » e di « eventi » separati siano realtà della natura è un'illusione. Gli Indù e i Buddhisti ci dicono che questa illusione si basa
sull'a-vidya, o ignoranza, prodotta da una mente che è sotto l'incantesimo della
maya. Lo scopo principale delle tradizioni mistiche orientali è perciò di rimettere ordine nella mente guarendola e acquietandola attraverso la meditazione. Il termine sanscrito per meditazione -
samàdhi - significa letteralmente « equilibrio mentale », che allude allo stato mentale equilibrato e tranquillo nel quale si sperimenta l'unità fondamentale dell'universo: « Entrando nel samàdhi di purità [si ottiene] una visione che tutto penetra e permette di divenire coscienti dell'assoluta unicità dell'universo »(Ashvaghosha). La fondamentale unicità dell'universo non è solo la caratteristica principale dell'esperienza mistica, ma è anche una delle più importanti rivelazioni della fisica moderna. Essa diviene evidente a livello atomico e si manifesta tanto più chiaramente quanto più si penetra in profondità nella materia, fino al mondo delle particelle subatomiche .»Tao della Fisica |
ESISTE
UNA PERCEZIONE
INTUITIVA DELL'UNIVERSO DEL SUO PRINCIPIO TRASCENDENTE CHE POSSIAMO COMPRENDERE
ATTRAVERSO UNA ANALOGIA .
Creiamo
un linguaggio che in qualche modo ci permetta di
esprimere tutto cio' stabilendo intuitivamente le relazioni: |
A- Guardando, non si può vederlo, perché è non visibile. Ascoltando, non si può udirlo, perché è non sonoro. Toccando, non si può sentirlo, perché è non palpabile. Questi tre attributi non devono essere disti poiché si applicano a uno stesso essere. B- Questo essere, il Principio, non è luminoso al di sopra e oscuro al di sotto come i corpi materialí opachi, tanto è tenue. Esso si dipana (con un'esístenza e un'azione continue). Non ha nome proprio. Risale fino ai tempi in cui non ci fu altro essere oltre a lui. Superlativamente privo di forma e di figura, è non determinato. Non ha parti; davanti non gli si vede testa, dietro [non gli si vede] posteriore. C E' questo Principio primordiale che regge e governa tutti gli esseri, fino a quelli attuali. Tutto ciò che è, a partire dall'antica origine, è dipanamento dei Principio. (Tao-Te-Ching) NOTA:nel Taoismo il Principio, il Tao, è un Principio trascendente, spirituale, ma non è Dio come lo intendiamo in Occidente. |
Nel
buddhismo tantrico la vera natura dello spirito è dharmakaya.
Il Principio è Vera Luce e tutti i fenomeni provengono da questa Fonte
Pura e luminosa. (anche qui non è Dio). Ciò non significa che da qualche parte esista una Luce Pura a sè stante.Essa non è una Entità attiva ed esiste sempre in ogni essere vivente. Essa non è cosciente di sè, ma nel momento in cui essa si Risveglia nell'individuo, i piani più grossolani della conoscenza-coscienza dell'individuo si disattivano e la Luce diventa cosciente. Quando si raggiunge la condizione di Buddha tale coscienza si illumina di conoscenza . Ma l'individuo non puo' raggiungere una coscienza-conoscenza universale. |
Il rito è il naturale complemento del rito
Essi rappresentano i miti ritualmente:FANNO UN RITUALE, UN RITO SACRO. Partecipando alla rappresentazione del mito, i simboli che lo costituiscono "massaggiano" il senso religioso di chi vi partecipa perchè si attui una comunicazione con gli dèi e questi diano ordine al mondo. Il rito si svolge in un Tempo ordinato, sacro, in uno Spazio ordinato, sacro, con ritmi ordinati, rituali appunto, sacri: con il rito si entra in comunicazione con gli dèi e viene conferito ordine al Tempo e al Cosmo. |
IL SIMBOLO ATTUA IL PASSAGGIO DAL SENSIBILE AL SOVRASENSIBILE |
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L'albero sacro è un albero rivestito di sacralità dall'uomo mediante un rito che lo stacca dal profano, lo inserisce nell'ambito delle relazioni con il sacro.Questi riti detti di dedicazione avvenivano per i templi antichi come si ritrovano oggi nel cristianesimo (dedicazione delle Chiese-edifici). Rivestendolo di sacro l'albero l'uomo lo lega al divino, esso diventa, nel rito, una jerofania. Rimane albero ma nella la percezione sovrasensibile della coscienza umana funge da mediatore con il sacro.Ciò sarebbe una forzata autosuggestione se la coscienza umana non avesse dentro di sè, a livello universale, gli archetipi della esperienza del sacro.Il rito non è solo una esperienza psicologica, ma una esperienza antropologica. |
Il mito ci spiega I RITI cioè i rituali che i popoli attuano in determinate giorni(tempo speciale o sacro)e in determinati luoghi sacri(spazio speciale o sacro). |
Il mito è parola sacra che accompagna e giustifica l'azione rituale, anzi le dà il carattere della attualizza- zione di ciò che è stata la manifestazione di potenza sacra menzionata nel mito stesso . |
In esso vi è un costante
riferimento ai simboli (dal greco, con il significato di «segno
di riconoscimento», di segno che rimanda ad altro, che non si esaurisce
in sé), a oggetti e azioni che sono caricati di significati complessi
per decifrare i quali, talvolta, bisogna essere degli iniziati. Il mito
allora non spiega esplicitamente il Mistero,ma allude, indica degli indizi, propone
delle immagini, suscita delle riflessioni di fronte al mistero della
realtà. Per far questo attinge al grande serbatoio delle immagini e dei concettí archetipici, a quei modelli originari (ad esempio: la salita e la discesa per indicare il cammino verso la divinità, l'acqua come elemento di purificazione, l'albero sacro come legarne tra terra e cielo ecc.) diffusi in culture molto differenti tra loro che costituiscono una sorta di repertorio collettivo dell'umanità. |
Il rito è il linguaggio codificato mediante cui sono articolate le speranze e i timori dell'umanità:
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I Riti
religiosi scandiscono i momenti piu' difficili della esistenza umana,
i momenti in cui è piu' forte il bisogno della presenza degli dei
nella vita . Tutti i popoli si tramandano riti religiosi che accompagnano -la nascita -la fine della adolescenza -l'ingresso nel clan conpieni diritti e doveri -l'ingresso nel clero -il matrimonio -la malattia -la morte
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Ricchissima è la gamma delle azioni simboliche ricorrenti nelle pratiche culturali delle religioni: riti di purificazione, di eliminazione di tabù, di pacificazione, di evocazione; sacrifici, esorcismi, drammatizzazioni, imposizioni delle mani, pasti rituali, danze sacre, processioni... Stanno a significare intanto che l'uomo non può mai prescindere dalla sua condizione corporale, nemmeno quando intende esprimere le sue esperienze più intime e quando vuole entrare in contatto con la divinità. Il corpo conserva sempre una grande importanza simbolica nelle religioni: la posizione e i gesti, l'abbiglíamento o la spoliazione, il movimento o l'immobilità, il contatto con altri o l'isolamento, il silenzio o il canto... tutto è carico di significati che non sono leggibili da chi si ferma a vedere solo la materialità dell'atto. Certo, anche il simbolismo religioso può andar soggetto a degenerazioni. Sono ben noti e diffusi certi fenomeni patologici, come: il formalismo, che consiste nel ripetere in modo abitudinario dei riti, magari impeccabili nella loro forma esteriore ma ormai privi di anima. Col passar del tempo e il variare delle culture, avviene come un processo di mummificazione rituale: certi riti arcaici dicono poco o nulla alla sensibilità moderna. Occorre spiegarli, Ma un simbolo che ha bisogno di essere spiegato non è più un vero simbolo; la magia Una mentalità magica attende o pretende ingenuamente dal rito religioso un'efficacia automatica; la riduzione del rito alla sua efficacia psicologica, sui singoli o sulla collettività. L'atteggiamento propriamente religioso, pur includendo la partecipazione delle facoltà psíchiche, non si ferma ai soli effetti naturali di natura psicologica (emozioni, esaltazione, infatuazione collettiva, allucinazione, ecc.), spesso sensazionali quanto passeggeri e illusori, ma è sempre ricerca paziente e contatto discreto con una realtà trascendente, che rimane misteriosa per definizione. |
I
principali strumenti intellettuali della creatività religiosa sono I MITI ed I RITI. Questo
è il motivo per cui nel XX secolo il mito acquistò importanza presso coloro
che, come Richard Wagner, erano consapevoli che la scienza aveva sì qualcosa
di vero da raccontare, ma insieme di limitato: la scienza non ci potrà
mai dire nulla sulla verità dell'amore e del dolore dell'uomo. |
RITO DI INIZIAZIONE NELLO ZOROASTRISMO (INDIA) |
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Contemplando
il Mistero del Mondo e della Vita l'uomo formula domande ed
esprime risposte: Vi
sono diverse categorie di miti: |
Tàaroa, il Creatore di Ogni Cosa, abitava in una
conchiglia. Questa conchiglia sferica, simile ad un uovo, girava nello spazio infinito. Non esisteva né cielo, né terra, né luna, né stelle. Poi Tàaroa con una scossa uscì dalla conchiglia e trovò solo oscurità e silenzio. Era completamente solo e decise di ritirarsi in una nuova conchiglia per molte eternità. Quindi intraprese la sua opera di creazione. Con le conchiglie creò il Cielo e la Terra, poi scosse le sue piume rosse e gialle che cadendo sulla Terra presero la forma di alberi, di foglie e mazzi di piantaggine. Mito delle Isole della Società, Oceano Pacifico |
I simboli nascono con
l'uomo. L'attività simbolica dell'uomo è la prima attività
propriamente umana. |
I miti della creazione sono una costante
delle antiche culture. |
Il Tao generò
l’Uno, l’Uno generò il Due, il Due generò il Tre, e il Tre generò i
diecimila esseri." E nel grembo infinito di Erebo, la Notte dalle nere ali partorì dapprima l’Uovo senza germe, dal quale, col volgere dei tempi, nacque l’amato Eros dalle spalle splendenti per le ali d’oro, simile ai veloci turbini del vento. Primo dei "Frammenti Orfici" L'Uovo d'Oro è prodotto
dall'Immanifesto. La Terra con
le sue sette isole, e tutti gli altri mondi, sono nell'Uovo. Sankaracharya
- introduzione alla "Bhagavad Gita" |
La più articolata visione del mito della creazione è forse quella della tradizione induista; essa inizia con Vishnu, il "Conservatore", profondamente addormentato sull'immensa distesa della sostanza immortale dell’Oceano Latteo, insieme alla sua sposa Lakshmi chiamata anche Padma, la "Signora del Loto", entrambi adagiati sul grande serpente abissale dalle sette teste, Ananta, che letteralmente significa "Infinito", senza fine. Dall'ombelico del dio Vishnu sorge un fiore di loto, che si eleva dal suo corpo sprofondato nel sonno, e da esso nasce il dio Brahma, "Signore della Luce", creatore degli infiniti universi: come in un sogno, si generano e si annichiliscono, proprio come fiori di loto che emergono dal fondo dello stagno, sbocciano, si aprono e infine sfioriscono e si dissolvono, riassorbiti in Vishnu. |
Nella leggenda greca sulla nascita del mondo, Gaia o Gea, la Terra, viene fecondata da Urano, il Cielo, che ogni notte scende su di lei, e genera molti esseri e semidei. Urano, tuttavia, non vuole i suoi figli che sono costretti a nascondersi nelle profondità della terra stessa, per sfuggire alla sua presenza oppressiva. Crono, il Tempo, uno dei figli, decide di ribellarsi: armato di un falcetto, castra il padre durante la sua discesa notturna. Le gocce di sangue di Urano, o secondo altre versioni le sue membra, cadono sulla Terra fecondandola, e nascono altre creature che hanno generato l’umanità. |
Gaia apparsa, secondo Esiodo, dopo il Caos è la materia primordiale, è "l’eterno e indistruttibile sostegno di tutte le cose". All’inizio era il Caos, luce ed oscurità, mare e terra mescolati in un insieme senza forma; dopo un po', questo grande insieme incoerente assunse la forma della grande Gaia, la dea dai profondi seni. Essa esisteva prima dell’inizio del tempo, infatti il Tempo era uno dei suoi figli. Nel buio senza tempo Gaia desiderò essere amata e generare, e si creò un figlio, Urano, il Cielo, così grande da poterla abbracciare. Per mezzo di questa unione la Dea generò innumerevoli creature tra cui i Titani, i Ciclopi, Ponto, il dio del mare, ed infine Cronos, il Tempo. Urano era avverso ai figli di Gaia ed Essa fu costretta a racchiuderli dentro di sé al riparo dalla distruttività di Urano, fino a che il suo ventre oscuro divenne troppo pesante.Gaia allora creò un nuovo utensile, un falcetto a denti di sega. Cronos ricevette lo strumento dalle mani della madre e si nascose ad aspettare. Urano, nella notte cosmica, arrivò nascosto dalle nubi e Cronos lo sorprese mentre cercava di penetrare la madre e gli strappò i genitali con il falcetto. Il sangue piovve su Gaia ed Essa ne fu fecondata, nacquero così le Erinni, i Giganti e le Ninfe dell’albero di frassino: le Melie da cui generò l’umanità.Questo è un racconto archetipico con cui i Greci simboleggiavano la creazione di questo pianeta e della sua evoluzione. Questo linguaggio analogico rispecchia la stessa successione di eventi accertati dalla scienza contemporanea: la creazione della prima atmosfera (Urano) che permette la generazione dei primi esseri unicellulari nel mare (Ponto) fino a creature gigantesche come i grandi sauri, e poi ancora l’apparire della memoria (il tempo), del barlume di coscienza che tutti gli esseri possiedono e che permetterà loro di potersi difendere dagli aggressivi raggi cosmici, ossia di rendere inoffensivo Urano. Proprio perché Madre del tempo, Gaia rimase in tutte le epoche la profetessa primordiale, ispiratrice degli oracoli di Delfi, dove veniva rivelato il futuro e il passato. I Greci veneravano Gaia depositando su alcune sacre fenditure nella terra delle offerte di grano, frutti e miele, esprimendo così la loro naturale gratitudine a colei che li nutriva. L'atteggiamento apparentemente ingenuo di personificare la Terra e di tributarle offerte con il gesto poetico dell’offerta, si rivela, soprattutto oggi, molto più saggia e lungimirante dell’atteggiamento razionale e predatorio che segna il nostro modo di pensare. |
"Il Cielo e la Terra sono di una bellezza maestosa, ma non ne parlano; le quattro stagioni si succedono secondo una legge evidente, ma non ne discutono; a tutti gli esseri presiede un ordine costitutivo, ma essi non lo formulano. Il santo va alle origini della bellezza della Terra e del Cielo e penetra l'ordine costitutivo di tutti gli esseri... Qualcosa di supremamente divino e luminoso si trasforma con le cento metamorfosi del mondo. Gli esseri di quaggiù sono sottomessi fin dalle origini alle metamorfosi in morte e in vita, in quadrato e in circolo, e ignorano la loro comune radice; perché è così che questi esseri esistono naturalmente dall'Antichità ai nostri giorni. Lo spazio che si trova tra i sei punti cardinali, benché immenso, é contenuto in Lui; la lanugine autunnale benché minuscola riceve la sua forma da Lui. Tutti gli esseri scompaiono e appaiono e si rinnovano incessantemente nel corso della loro vita. L'oscurità e la luce e le quattro stagioni si alternano secondo un ordine regolare. Tenebroso e sfuggente, é l'esistenza stessa; in origine senza forma é trascendente.Tutti gli esseri del mondo che lo posseggono in sè ignorano, tuttavia, la sua esistenza. Viene chiamato la radice dell'universo. Colui che conosce questa radice comune é degno di osservare il Cielo." Chuang-tzu"Il sovrano del Mare del Sud aveva nome Rapidità, il sovrano del Mare de1 Nord aveva nome Improvviso, il sovrano del Centro aveva nome Indistinzione. Un giorno Rapidità e Improvviso si erano incontrati nel paese di Indistinzione che li aveva trattati con grande benevolenza. Rapidità e Improvviso vollero ricompensare la sua accoglienza e si dissero: "Ogni essere possiede sette orifizi, gli servono per vedere, ascoltare, mangiare, respirare. Indistinzione non ne ha alcuno. Proviamo a fargli dei buchi. " Si misero all'opera e gli praticarono un orifizio al giorno. Il settimo giorno Indistinzione morì." Chuang-Tzu |
Una leggenda
polinesiana dei Maori narra che Rangi Nui, il Cielo, giace sulla
sua consorte Papa-tu-a-nuku, la Terra, e l'avvolge in una totale
oscurità, cosicché i figli nati dalla loro unione non possano vedere la
luce. I figli decidono di ribellarsi e, dopo vari tentativi falliti, uno
di essi, Tane-mahuta, inizia a separare il Cielo dalla Terra. Si
tratta di un processo lunghissimo, ma alla fine il legame che li unisce
cede e i figli possono di nuovo vedere la luce. La tradizione cinese taoista parla di Pan-Gu, che separò la Terra dal Cielo con la forza delle proprie braccia. In alcune tavolette sumeriche del 2000 a.C. ritroviamo invocazioni alla "Madre che ha partorito Cielo-e-Terra". La leggenda narra che quando dall’oceano primordiale emersero il Cielo e la Terra, essi avevano la forma di una montagna la cui sommità era An, il Cielo, dalla qualità maschile, e la cui base era Ki, la Terra, di qualità femminile. Dalla loro unione nacque Enlil, il dio dell’aria, che ne separò le due metà. Il signore le cui decisioni sono inalterabili, Enlil, che fa germogliare il seme della Terra, che ebbe cura di allontanare il Cielo dalla Terra, che ebbe cura di allontanare la Terra dal Cielo. (MESOPOTAMIA) |
1-neopaganesimo-neostregoneria |
(consulta
ENCICLOPEDIA DELLE RELIGIONI IN ITALIA-ELLEDICI) L' interesse per una religiosità «pagana», spesso considerato una semplice moda nordamericana contemporanea, ha in realtà origini assai più antiche, particolarmente in Europa. Se ne possono distinguere sei diverse fonti. In primo luogo, un interesse per il mondo pagano - accompagnato da uná critica più o meno violenta del cristianesimo - risale al Rinascimento, ma produce un movimento socialmente rilevante soprattutto in Inghilterra durante l'Illuminismo, con figure come Richard Payne Knight (1751-1824) e il francese (ma risiedente a Londra) Pierre-Francois Hugues (noto con lo pseudonimo di «barone d'Hancarville», 1719-1805). Questi personaggi propongono un culto della natura e del sole che ha pure un aspetto legato alla sessualità, e in questo senso continua in Inghilterra fino al secolo successìvo e all'opera di Hargrave Jennings (1817-1890). |
Quante
sono le persone che negano
l'esistenza di Dio per affermare la propria libertà e individualità o
si dichiarano agnostici ? Meno di quel che si sarebbe portati a pensare.Intorno
al 10%. |
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«La maggioranza degli italiani, un 88 per cento, crede in Dio o nel sacro. Però solo il 40 per cento ha un'appartenenza organizzata e quindi un buon 48 per cento non vive in collegamento diretto con un'istituzione...Se in Francia la media dei cattolici praticanti è del 10 per cento e in Europa del 20, in Italia resta attestata nonostante tutto al 35 per cento». Del gran terremoto postcattolico atei e agnostici non riescono a profittare: «Sono i panda di un'epoca, in cui è di moda definirsi vagamente religiosi. Non raggiungono più dell'11 per cento»...Quasi tutti gli italiani risultano battezzati e solo l'1,92 per cento è registrato come seguace di altre religioni: un milione e centomila persone appena. Ma per capire le tendenze è bene guardare ai poli di attrazione dell'area che rappresenta il «sommerso religioso». Ci spiega Introvigne che sono in rapida ascesa i Testimoni di Geova e i Pentecostali. I Testimoni sono diventati negli ultimi decenni la vera seconda religione d'Italia: «Secondo i loro calcoli sono 200.000 perché i Testimoni contano soltanto chi effettivamente va di casa in casa, ma se aggiungiamo vecchi e bambini come per le altre religioni, hanno raggiunto ormai le quattrocentomila unità».Anche i Pentecostali segnano successi notevoli. Con i loro duecentocinquantamila aderenti fanno la parte del leone nel mondo protestante che raggiunge i 360.000 fedeli, surclassando le Chiese evangeliche tradizionali come i Valdesi, i Metodisti, i Luterani, gli Anglicani, i Battisti. Al terzo posto in questa gara si collocano i Buddisti con circa settantaquattromila seguaci. I Musulmani, invece dice Introvigne non sono affatto così diffusi fra gli italiani come si pensa. Lasciando da parte gli immigrati che sono oltre mezzo milione(900.000 secondo l'Istat nel 2000), i veri convertiti italiani non superano i diecimila, perché molti altri si convertono spesso unicamente per sposare una donna musulmana e poi non praticano la nuova religione.».Enciclopedia delle religioni in Italia-ElleDiCi-NEUMANN) |
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Si puo'
ancora dire che la società italiana sia ancora in
qualche modo una società di cultura cristiana in quanto
molti valori portati nella storia dal cristianesimo (come il rispetto
cardinale della persona, la ricerca della giustizia e della pace a tutti i
livelli) sono entrati nel costume,
nella educazione, nella morale e nelle leggi civili,nelle feste degli italiani.Ma...
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Come si configura l’ offerta salvifica nel mercato dell'atesimo pratico? Quali
sono i fenomeni nuovi ed emergenti in campo religioso nell'Italia del
2000? |
OCCULTISMO DATI 1996 |
I MAGHI IN ITALIA DATI 1996 |
Astrologi iscritti a due sindacati .......... 150.000 |
Trentino
.............................1 Valle d'Aosta................2 Emilia Romagna ............... 96 Campania ................. 54 Piemonte ....................... 157 Toscana ................... 91 Puglia ............................... 49 Lombardia............... 212 Marche ............................ 32 Basilicata.................... 11 umbria ...............................8 Calabria..................... 40 Veneto ............................ 30 Lazio......................... 90 Sicilia ............................ 117 Friuli-Venezia-Giulia..... 21 Abruzzo ......................... 28 Sardegna................... 13 Liguria ............................. 46 Molise..........................6 TOTALE ........................ 1104 GIRO D'AFFARI NEL 2001 SECONDO telefono antiplagio : 13.000 miliardi ! |
NUOVI CULTI CHIESE E MOVIMENTI RELIGIOSI |
IN ITALIA SI CONOSCONO ALMENO 600 GRUPPI A SIMBOLOGIA RELIGIOSA CON ALMENO 900.000 ADERENTI CONSULTA
IL C.E.S.N.U.R.
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CULTI SATANICI |
(consulta
LE GRANDI RELIGIONI -www.emi.it) Migliaia di giovani, in cerca di Dio e di un significato da dare alla propria esistenza, hanno lasciato la Chiesa, che considerano un'istituzione esteriore incapace di trasmettere un'autentica esperienza del divino. Hanno lasciato anche il sistema occidentale, considerato ingiusto, e hanno incontrato l'Oriente o uno dei NMR. L'incontro non è stato difficile, poiché l'entusiasta proselitismo di questi NMR li spinge a farsi conoscere servendosi di tutti i mezzi possibili: dall'andare di casa in casa, al fermare la gente per strada; dall'affiggere manifesti sui muri delle nostre città, al presentarsi alla radio e alla televisione; dal comparire sulla stampa quotidiana e periodica, al far capolino in film di successo. Una volta raggiunto lo scopo, il movimento isola e plasma i nuovi seguaci in modo da rendere difficile un loro allontanamento. Sono soprattutto i movimenti che richiedono vita comunitaria e un impegno totale ad arruolare i giovani, in modo particolare coloro che non sono ancora impegnati negli obblighi familiari e professionali. Infatti si sentono tanto più attratti quanto più sono senza legami, disoccupati, inattivi in parrocchia, provenienti da famiglie instabili o appartenenti a minoranze etniche, in situazioni matrimoniali irregolari o in rapporti difficili con i preti. |
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parapsicologia 1 |
Parapsicologia-una
definizione dei termini (FONTE www.cicap.org) La parapsicologia può essere definita semplicemente come lo studio dei fenomeni paranormali (Thalbourne 1982) o, in maniera più articolata, come lo studio di apparenti nuove forme di influenza o comunicazione tra organismi e ambiente, diverse da quelle attualmente conosciute dalla scienza (Morris, 1991). Tradizionalmente, la ricerca parapsicologica si orienta su due principali aree di studio: la percezione extra sensoriale (o ESP, dall'inglese: Extra Sensory Perception) e la psicocinesi (o PK, da Psychokinesis). L'ESP comprende tre tipi di fenomeni: la telepatia, ovvero l'apparente scambio di informazioni tra mente e mente senza la mediazione di organi di senso; la chiaroveggenza, cioè la presunta abilità di ricevere informazioni su persone o oggetti, distanti o nascosti, senza l'uso normale dei sensi; e la precognizione, ovvero la presunta abilità di prevedere eventi futuri. A differenza di questi fenomeni di tipo "mentale", la psicocinesi presenterebbe conseguenze sul mondo fisico; con questo termine, infatti, si indica solitamente l'apparente capacità della mente di influenzare piccoli corpi in movimento (Rhine, 1934/1973). ESP e PK costituiscono dunque l'oggetto di studio della parapsicologia e, considerati insieme, vengono definiti con il termine generale di "psi", ovvero la ventitreesima lettera dell'alfabeto greco. Poiché non c'è un accordo generale su cosa sia realmente la psi (e se veramente essa esista) i parapsicologi la definiscono in termini negativi, indicando cioè che cosa non è. Secondo Thouless (1942), che introdusse il termine, la psi sarebbe dunque "l'interazione tra organismi e ambiente (compresi altri organismi) non mediata da funzioni sensomotorie riconosciute". Per dimostrare che la psi ha avuto luogo, il parapsicologo deve dunque eliminare prima tutte le possibili spiegazioni sensomotorie normali. Secondo Palmer (1985, 1986) finché la parapsicologia non avrà prodotto una teoria positiva della psi, che descriva le proprietà che devono essere presenti per poter parlare di "fenomeno psi", tutto ciò che essa potrà affermare di avere dimostrato è, al massimo, il verificarsi di una serie di anomalie.
Una
panoramica storica Il tipo di approccio che il mondo scientifico rivolse a questo tipo di fenomeni rispecchiava quello adoperato in altri ambiti dello studio della natura: la classificazione. Come Darwin raccoglieva osservazioni disparate con cui forgiò la teoria dell'evoluzione, così i ricercatori psichici si affidavano principalmente all'osservazione, alla raccolta e alla classificazione di resoconti aneddotici di esperienze psichiche. |
CoscienzaCon il termine coscienza si intende uno
stato soggettivo di consapevolezza sulle sensazioni psicologiche
(pensieri, sentimenti, emozioni), e fisiche (tatto, udito, vista.) proprie
di un essere umano e su tutto ciò che accade intorno ad esso. La
soggettività della coscienza è data dal fatto che ogni persona ha una
propria modalità di rapportarsi alle esperienze e tale modalità dipende
in gran parte da un determinato stile culturale di appartenenza. Ma cosa
determina questa consapevolezza? Quali sono i canali grazie ai quali un
uomo è consapevole di se stesso e del mondo circostante? trance |
Ma chi erano i ricercatori psichici dell'epoca? In Gran Bretagna erano soprattutto fisici, come Sir William Crookes (Premio Nobel nel 1907), Lord Raleygh (Premio Nobel nel 1904) e William Fletcher Barrett, naturalisti come Alfred Russell Wallace (che sviluppò indipendentemente da Darwin la teoria dell'evoluzione) e filosofi, come Henry Sidgwick. La maggior parte di questi scienziati si raccolse intorno alla Society for Psychical Research (SPR), nata nel 1882 con lo scopo, tra l'altro, di documentare scientificamente la sopravvivenza dopo la morte. | J.
R. Searle, Mind, Brains, and Programs, Behavioral and Brain Sciences
3/1980, pp. 417-457. T. Tart, Stati di Coscienza, astrolabio, Roma,1975. Amelia Beltramini (a cura di ) Alla ricerca della coscienza, Focus n°. 88, febbraio 2000. Riccardo Venturini, Coscienza e cambiamento, Cittadella editrice, Assisi, 1995 De Martino E. La terra del rimorso, EST, 1996. Erikson M. Rossi L., Tecniche di suggestione ipnotica, Astrolabio Roma,1976. Neher, A. La psicologia della trascendenza, MEB, Padova, 1991. Venturini V. Coscienza e cambiamento, Cittadella editrice, Assisi, 1995. |
Negli Stati Uniti, l'American Society for Psychical Research (ASPR), nata solamente due anni dopo la SPR, vedeva tra i suoi componenti alcuni tra i più eminenti psicologi dell'epoca, come William James, G. Stanley Hall, Edward B. Titchener, Morton Prince e Joseph Jastrow. In Francia, si tenne nel 1890 il quarto congresso internazionale di psicologia, di cui un'intera sessione era dedicata allo spiritismo e alla ricerca psichica. Il presidente del congresso, Ribot, annunciò la fondazione a Parigi di un istituto per la ricerca psichica, l'Institut Général Psychique, cui aderirono tra gli altri psicologi come Pierre Janet, Gabriel Tarde e William James (McGuire, 1984), oltre al fisiologo Charles Richet (Premio Nobel nel 1913). Il grande entusiasmo che caratterizzò questo periodo della ricerca psichica, tuttavia, non durò a lungo. Il gruppo di psicologi americani dell'ASPR, per esempio, si sciolse nel 1889 per aver fallito nella ricerca di prove credibili per i fenomeni metapsichici. Solo William James continuò nel suo interesse e sarebbe più tardi diventato presidente della SPR. Inoltre, lo scetticismo prendeva rapidamente il sopravvento man mano che i medium venivano colti a imbrogliare e diventava ovvio che non erano in grado di produrre i loro fenomeni in condizioni controllate. Nascita della parapsicologia
(1935-1950) |
Xenoglossia
Esistono davvero persone capaci di
parlare lingue a loro sconosciute? Sì, secondo alcuni parapsicologi. La
spiegazione di questo discusso fenomeno, noto come "xenoglossia",
risiederebbe nel fatto che una "entità" sopravvissuta alla
morte riuscirebbe a esprimersi, in una lingua appresa in un'altra vita,
attraverso la reincarnazione o la possessione temporanea di un corpo
"preso a prestito". |
Sulla base di esperimenti con carte da indovinare e con i dadi da gioco, Rhine sosteneva che l'esistenza dei fenomeni paranormali, come l'ESP o la psicocinesi, poteva essere dimostrata oltre ogni ragionevole dubbio. Le sue argomentazioni e le sue prove conquistarono immediatamente l'attenzione degli psicologi. Al punto che un sondaggio del 1938 mostrò che l'89% di chi lavorava in psicologia negli Stati Uniti riteneva la parapsicologia un legittimo studio scientifico, e il 79% affermava di considerare la parapsicologia un accettabile campo di studi all'interno della psicologia (Alcock, 1993).Come in passato, anche allora importanti figure della scienza - come il fisico Wolfgang Pauli, che avrebbe vinto il Nobel nel 1945 - manifestarono il loro interesse per la parapsicologia. Interesse che, tuttavia, ancora una volta sarebbe durato poco. Sul finire degli anni cinquanta risultò chiaro che gli esperimenti di Rhine con le carte da gioco e i dadi erano da ritenersi metodologicamente insufficienti (Hansel, 1966), e l'interesse degli psicologi per l'argomento declinò rapidamente. |
Macrofenomeni (1960-1980)
Dopo avere abbandonato lo studio di medium e soggetti apparentemente molto dotati in conseguenza delle innumerevoli frodi riscontrate, in favore di studi statistici apparentemente più sicuri, gli studiosi di fenomeni paranormali rivolsero nuovamente la loro attenzione agli aspetti qualitativi del fenomeno. Vennero così alla ribalta soggetti, come la russa Nina Kulagina, l'americano Ted Serios e l'israeliano Uri Geller, apparentemente capaci di dimostrare potentissime facoltà psicocinetiche. Ancora una volta la comunità scientifica sembrò disposta a riconoscere la parapsicologia come una scienza legittima. Nel 1969 l'antropologa Margaret Mead, allora presidente dell'American Association for the Advancement of Science, riuscì a convincere i suoi colleghi ad affiliare la Parapsychology Association. Ancora una volta eminenti scienziati, come Brian Josephson (Premio Nobel nel 1973), David Bohm, Robert Jahn (allora preside di ingegneria a Princeton) e il matematico John Taylor dichiararono il loro sostegno per la parapsicologia. La prestigiosa rivista scientifica Nature, pur con tutte le cautele e le critiche del caso, arrivò a pubblicare un lavoro dei fisici Russell Targ e Harold Puthoff nel quale si descrivevano esperimenti di telepatia e chiaroveggenza con Uri Geller e altri sensitivi (Targ e Puthoff, 1974). Ancora una volta, però, l'entusiasmo non durò a lungo. Sospetti e prove di frode sia nei casi della Kulagina, sia in quelli di Serios, di Geller e di altri misero queste ricerche sotto una luce discutibile. Scienziati come John Taylor (Taylor e Balanovski, 1979) ritrattarono la loro approvazione mentre altri, come B. F. Skinner e Carl Sagan, aderirono nel 1975 al costituendo Committee for the Scientific Investigation of the Claims of the Paranormal, un'organizzazione nata per indagare scientificamente il paranormale e per smascherare pubblicamente casi di frode e auto-inganno. L'incapacità di fornire esperimenti replicabili da parte di laboratori indipendenti rappresentava il più grande impedimento nel sostenere l'interesse della comunità scientifica. Microfenomeni (1980-oggi)
Contemporaneamente allo studio di soggetti dotati, tuttavia, la parapsicologia sviluppò a partire dagli anni settanta tecniche nuove e interessanti, compreso l'uso di generatori di eventi casuali attivati dal decadimento radioattivo e analisi statistiche sempre più sofisticate. Il pendolo dell'interesse sperimentale negli anni ottanta oscillò ancora una volta, come cinquant'anni prima, dai grandi fenomeni fisici, ancora una volta macchiati da ripetuti casi di frode, a microfenomeni rilevabili con lunghe serie ripetute di prove e rilevazioni statistiche. Nel 1984 venne inaugurata presso l'Università di Edimburgo la prima (e tuttora unica) cattedra di parapsicologia, istituita in seguito a un lascito dello scrittore Arthur Koestler, grande estimatore della materia, e diretta ancora oggi da Robert L. Morris. Problemi di finanziamento in questi ultimi anni, tuttavia, hanno portato alla chiusura di laboratori per la ricerca parapsicologica fra i più importanti, e l'interesse della comunità scientifica è ai minimi storici. Un sondaggio del 1982 rivolto all'élite scientifica degli Stati Uniti rivelava che solo il 4% degli intervistati considerava l'ESP un fatto assodato, mentre il 50% lo riteneva una cosa impossibile o, al massimo, una possibilità molto remota (McClenon, 1982). Lo status attuale della parapsicologia
Attualmente i principali filoni di studio della parapsicologia sono i seguenti: 1 Visione a distanza (remote viewing). I fisici Targ e Puthoff (1974) pubblicarono la prima serie di esperimenti di "visione a distanza", condotti presso lo Stanford Research Institute (SRI), sulla rivista Nature. La "visione a distanza" (remote viewing) sarebbe una variante della chiaroveggenza, in cui particolari soggetti sembrerebbero in grado di descrivere luoghi geografici visitati da altre persone senza avere con esse alcun tipo di contatto normale. Gli psicologi Marks e Kammann (1978; 1980) si dimostrarono incapaci di replicare i risultati dei due fisici e scoprirono una serie di gravi errori nelle procedure sperimentali di visione a distanza. Hyman (1977) rilevò una serie di problemi statistici che avrebbero potuto alterare il numero di risultati significativi e Caulkins (1980) riscontrò una mancanza di controlli adeguati e l'assenza di gruppi di controllo. Il governo degli Stati Uniti, tuttavia, considerò gli studi condotti allo SRI, e in seguito presso la Science Applications International Corporation, sufficientemente interessanti per finanziarli, con investimenti miliardari, per oltre vent'anni (Targ & Harary, 1984). Nel 1994 incaricò un gruppo di esperti di condurre una valutazione scientifica dei risultati. Uno degli esperti (Utts, 1995) concluse che i risultati erano sufficientemente significativi per dimostrare l'esistenza di una qualche forma di facoltà paranormale. Un altro (Hyman, 1995) concordava sul fatto che i risultati si distaccavano dalla normale distribuzione statistica. Tuttavia, rilevava che ciò non dimostrava di per sé l'esistenza di facoltà paranormali. Deviazioni significative dall'ipotesi nulla possono avere luogo per svariati motivi. Inoltre, Hyman sottolineava che per poter sostenere in modo convincente che una qualche forma di percezione anomala è stata scoperta, la parapsicologia deve acquisire la capacità di specificare le condizioni in cui si possono osservare affidabilmente tali fenomeni. 2. L'effetto Ganzfeld. A partire dalla fine degli anni settanta, esperimenti ESP in cui i soggetti venivano posti in una condizione di "Ganzfeld" (situazione di stimolazione sensoriale ridotta, prodotta solitamente coprendo gli occhi di un soggetto disteso con due mezze palline da ping pong, su cui è puntata una luce rossa, e diffondendo attraverso un paio di cuffie del rumore bianco) si sono rivelati particolarmente incoraggianti (Honorton, 1978). Hyman (1985) ha in seguito completato una valutazione di tutte le ricerche Ganzfeld condotte tra il 1974 e il 1981 e ha concluso che i risultati prodotti non si discostano di molto da quelli ottenibili per caso. Tali studi, inoltre, presentavano seri problemi metodologici - tra cui tecniche inadeguate di randomizzazione, analisi statistiche erronee e mancanza di controlli adeguati per prevenire la frode. Per superare questo tipo di problemi Hyman e Honorton (1985) realizzarono un documento comune che descriveva le caratteristiche che avrebbero dovuto avere le future ricerche di Ganzfeld per essere considerate attendibili. Una valutazione di Bem e Honorton (1994) su tali ricerche concludeva che le prove a favore dell'ESP continuavano a essere significative. In particolare, sottolineavano che 11 nuovi esperimenti di auto-Ganzfeld (una variante del protocollo originale) avrebbero risolto la questione una volta per tutte, non appena i risultati fossero stati replicati da ricercatori indipendenti. Hyman (1994) riconosceva la superiorità metodologica di questi esperimenti, rispetto ai precedenti, ma sottolineava che le tecniche di randomizzazione erano ancora inadeguate e rilevò un pattern caratteristico nei dati che avrebbe potuto riflettere la presenza di un artefatto. Per questi motivi invitava ad attendere le repliche indipendenti di questi esperimenti che, tuttavia, devono ancora materializzarsi. 3. Gli studi con i generatori di eventi casuali. Da circa trent'anni Helmut Schmidt conduce esperimenti sulla capacità dei soggetti di predire (precognizione) o influenzare (psicocinesi) il decadimento radioattivo di particelle subatomiche. In una tipica prova di precognizione, un soggetto siede di fronte a una macchina con quattro lampadine (Schmidt, 1969). Sotto ogni lampadina si trova un bottone. Compito del soggetto è quello di indovinare quale lampadina si accenderà e, per indicare la propria previsione, il soggetto preme un bottone posto sotto la lampadina prescelta. La macchina sceglie quale lampadina accendere secondo un processo assolutamente casuale, basato sul decadimento di un isotopo radioattivo in essa contenuto: per questo motivo tali macchine sono definite "generatori di eventi casuali" (o "Random Event Generators", in sigla: REG). In breve, l'isotopo radioattivo emette a intervalli irregolari dei "segnali" registrati da un contatore Geiger e trasmessi alla macchina. Una volta che il soggetto preme un bottone sotto una lampadina, la macchina fa corrispondere il successivo segnale che arriva dall'isotopo con una lampadina a caso. Se il soggetto ha premuto il bottone corrispondente alla lampadina che si è poi accesa si ha un successo. Stando agli esperimenti condotti da Schmidt (1969), la media di successi ottenuti si aggirerebbe sul 27%; mentre, per il caso, ci si attenderebbe una media di successi del 25% (un soggetto, infatti, ha ogni volta una probabilità su quattro di indovinare la lampadina giusta). Questo scarto del 2% andrebbe attribuito secondo Schmidt alla reale facoltà dei soggetti di prevedere il futuro. In seguito, Schmidt (1971) ha ipotizzato che forse i suoi soggetti non prevedevano il futuro ma influenzavano il "generatore" a dare le risposte volute per mezzo della psicocinesi. Alcock (1989) ha condotto un'approfondita analisi del lavoro di Schmidt. Egli riconosce l'onesto sforzo fatto per migliorare la qualità della ricerca parapsicologica, e l'ingegnosa creatività introdotta nei suoi esperimenti. Detto questo, però, egli ritiene che questi esperimenti presentino seri difetti metodologici, al punto che non risulta possibile determinare se i dati ottenuti sono realmente dovuti a un qualche fenomeno insolito o, piuttosto, a problemi sperimentali. Va anche detto che successivi tentativi da parte dei parapsicologi di replicare i risultati di Schmidt o hanno ottenuto percentuali di successo ininitesimali (Jahn, 1985) o sono stati dei completi fallimenti (Beloff e Bate, 1971; Thouless, 1971). Questa rapida panoramica dei principali ambiti di studio della parapsicologia dimostra che gli esperimenti più attendibili sono inficiati da problemi di tipo metodologico e da errori statistici di vario tipo. Finché non saranno intraprese repliche rigorose e indipendenti dei singoli esperimenti non ha senso discutere se le facoltà paranormali siano state dimostrate scientificamente oppure no. La mancanza di carattere
cumulativo La "psicologia
dell'insolito"
Seppure la parapsicologia non ha ancora dimostrato in maniera conclusiva l'esistenza di "canali anomali" per la trasmissione delle informazioni o la capacità della mente di influire sulla materia, resta un problema reale tuttora irrisolto. Si tratta del fatto che una porzione significativa della popolazione vive o ha vissuto esperienze insolite per le quali ritiene, a torto o a ragione, che non esista una spiegazione "normale" (Alcock, 1981; Gray, 1984; Otis e Alcock, 1982). Sono esperienze piuttosto comuni quelle di avere dei "flash" telepatici (per esempio: penso a un amico che non vedo da tanto tempo e lo incontro pochi minuti dopo), di fare dei sogni "premonitori", o di vivere sensazioni di deja vu. Si tratta certamente di esperienze che possono avere una miriade di spiegazioni "normali" (Alcock, 1981; Marks & Kammann, 1980; Neher, 1980; Reed, 1972; Zusne & Jones, 1982) ma che, dato il loro forte impatto emotivo, possono apparire come "paranormali" a un pubblico che non dispone degli strumenti interpretativi necessari. Un gran numero di sondaggi (Alcock 1981; Evans 1973; Irwin, 1985; McConnell 1977; Sheils & Berg, 1977) ha, infatti, dimostrato come esperienze personali di questo tipo rappresentino la principale motivazione offerta dai rispondenti per la loro credenza nei fenomeni paranormali. Chi vive questo tipo di esperienze, non trovando spiegazioni facilmente accessibili presso chi dovrebbe fornirgliele - gli psicologi, per esempio - si rivolge alla parapsicologia. Qui ottiene molte "spiegazioni" a base di ESP o PK che, tuttavia, non spiegano nulla veramente e lasciano intatto il mistero che circonda l'esperienza in questione. D'altra parte, gli stessi psicologi, che tuttavia rappresentano il gruppo di studiosi accademici più scettici sull'argomento, rispetto a colleghi nell'ambito delle scienze naturali o in quello umanista (Wagner e Monnet, 1979), non sono immuni da confusione e disinformazione. Una serie di sondaggi condotti annualmente da Petter (1996) sugli studenti del primo anno di psicologia rivela, per esempio, che ogni anno la percentuale di coloro che ritengono la telepatia un fenomeno fondato si aggira intorno al 55%, mentre solo il 10% si dichiara scettico. Blackmore (1988) argomenta che la parapsicologia difficilmente può avere successo nelle sue ricerche per trovare fenomeni paranormali. Ciònonostante, la parapsicologia potrebbe dare un importante contributo studiando le esperienze apparentemente paranormali delle persone. Come si osservava più sopra, sebbene manchi la prova che gli eventi paranormali sono reali, è sicuramente vero che le persone vivono queste esperienze come tali. Questo cambiamento di obiettivi sarebbe un modo per preservare l'esistenza della parapsicologia come disciplina autonoma. Tuttavia, questo tipo di conversione della parapsicologia non appare realistico. La maggior parte dei parapsicologi vede la dimostrazione conclusiva dei fenomeni paranormali come l'unica ragione di esistenza della loro attività. Da Rhine in poi i parapsicologi non si sono messi alla ricerca di nuovi fenomeni che semplicemente allargassero la base cognitiva delle scienze esistenti. Volevano mostrare che gli esseri umani e lo spirito umano hanno alcune caratteristiche che non potrebbero, per principio, essere catturate dalle leggi scientifiche ortodosse. Lasciamo dunque che la parapsicologia segua il suo corso, nella speranza, sempre più remota, di dimostrare in maniera conclusiva l'esistenza della psi. A questo punto, resta comunque scoperta un'area di studio di enorme interesse per il pubblico: quella delle esperienze anomale. È qui che la psicologia cognitiva potrebbe fare molto. Per cominciare, sarebbe auspicabile sistematizzare e raccogliere sotto un'unica branca di studi le conoscenze psicologiche e neuropsicologiche relative a fenomeni considerati anomali, come: esperienze di apparente ESP, deja vu, paramnesia, ipersensibilità, visioni di fantasmi, ipnosi, esperienze "fuori dal corpo" (out-of-body experiences) ed esperienze ai confini della morte (near-death experiences). Altri filoni di studio possono invece essere rivolti a comprendere non solo come si verifica questo tipo di esperienze ma anche perché le persone sono portate a interpretarle come paranormali. Si tratta dunque di ampliare anche a questi fenomeni quanto fatto, per esempio, nel campo degli errori di ragionamento, in quello dei bias del ricordo e della testimonianza oculare come anche in quello dei sistemi di credenze. A dire la verità, si era cominciato a fare qualcosa di simile già agli albori della psicologia: Lehmann (1893) e Jastrow (1900), per esempio, furono tra i primi a occuparsi di psicologia delle esperienze anomale inquadrandole all'interno delle conoscenze psicologiche dell'epoca. Con il nuovo secolo, tuttavia, l'interesse degli psicologi si rivolse a fenomeni più oggettivamente esaminabili, lasciando sullo sfondo le questioni relative alle anomalie. Bisogna aspettare quasi settant'anni (Reed, 1972) per vedere un nuovo testo dedicato alle esperienze psicologiche insolite, ed è solo da poco che la psicologia dell'esperienza anomala, o psicologia dell'insolito, sta prendendo finalmente piede come un vero e proprio ramo della psicologia cognitiva (Alcock, 1981; Della Sala, 1999; Marks & Kammann, 1980; Neher, 1980; Reed, 1972; Zusne & Jones, 1982). Allargare il lavoro degli psicologi anche a questi argomenti non può che rappresentare un beneficio duplice: per il pubblico, che troverà finalmente una spiegazione a una quantità di fenomeni generalmente considerati come paranormali, e anche per i parapsicologi. Per questi ultimi, infatti, ci sarebbe comunque da guadagnare: se si scoprirà che non esiste alcuna psi, si imparerebbe comunque molto circa le esperienze e le credenze umane. Se invece un giorno si arriverà a stabilire che la psi esiste, lo si potrà fare solamente dopo che la psicologia avrà scartato tutte le spiegazioni normali. Massimo Polidoro Comitato
Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale (C.IC.A.P.)C.P. 1117-35100 Padova |
RELIGIOSITA' SECONDARIA |
La dimensione religiosa, al di là del fatto di essere credenti o non credenti, fa parte della vita. Tutte le persone sono religiose, anche se non sanno di esserlo o professano di non esserlo. Tutte avvertono la propria finitudine, la contingenza, la precanietà. Tutte si pongono domande sul senso della vita e della morte, del «prima» e dei «dopo»: «Chi sono? Da dove vengo? Dove vado? Perché il dolore?». Ma ci sono interrogativi cui nessuno può dare una risposta soddisfacente. Per questo si ha bisogno di sovrumano, che nella terminologia cristiana corrisponde al bisogno di Dio. |
Seppur con varie accezioni e rappresentazioni, il sovrumano è sempre stato presente in tutte le civiltà, anche se nel recente passato a una mentalità sacrale ne è succeduta una secolare. Da Dio l'attenzione si è spostata all'uomo, dal trascendente all'immanente. Nell'attuale società occidentale, sorpassate le grandi ideologie basate sulla
ragione, il cuore torna al centro delle pulsioni umane, con i suoi errori ma anche con la sua energia, alla ricerca di amori più sublimati. |
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C'è chi si tuffa
nella religiosità con le idee confuse se non addirittura malate, provando
l'ebbrezza dell'ignoto e della magia. Persino i gruppi satanici
evidenziano, anche se in forma antitetica, un bisogno di sacro. Esiste
un consumismo della spiritualità che nasce da una religiosità disperata
disposta a raccogliere tutto quello che trova.
Credenze vaghe che si coniugano con mistiche deviate, mondi dove ognuno
s'inventa la propria religione, secondo le mode o gli oroscopi. (
CREDERE E AMARE-Giacomo Dacquino-psichiatra)
Alcuni considerano queste forme di ricerca spirituale come "religiosità secondaria". Altri ritengono che ad esse non possa neppure applicarsi il termine di "religioso". |
SIMBOLI |
Nei
miti sulla creazione ritroviamo
una costante presenza dell’elemento sacro. Non vi è traccia del
concetto di materia inanimata tutto è vivo e cosciente. Coscienza
e materia nascono insieme, si risvegliano insieme dal profondo sonno
primordiale . Non vi è cenno di
separazione tra materia e spirito. SPIRALI IN OCRA ROSSA-TEMPIO IPOGEO ISOLA DI MALTA-SANTO DEI SANTI -(vista all'infrarosso) |
La spirale, che assume differenti forme, come il serpente, la svastica, il fiore o il tao, è uno dei simboli più comuni e ricorrenti dell'umanità, incisa sulle pareti di roccia o dipinta nei luoghi sacri. Essa rappresenta il senso del movimento creativo centrifugo, dal nulla centrale alla manifestazione fisica verso l'esterno, e del movimento inverso di involuzione centripeta, dalla manifestazione al nulla... un ciclo che l'essere umano primitivo osservava ogni primavera, quando dal ramo nudo apparivano i germogli e da essi le foglie e soprattutto i fiori, con i loro petali disposti a spirale, pensate alla rosa o al girasole. La spirale è anche raffigurazione del sole e di tutti i cicli solari diurni-notturni e stagionali che scandiscono il tempo e la vita stessa. |
I simboli sono un linguaggio profondo, tipico del sogno e dell’inconscio,il linguaggio della coscienza intuitiva e contemplativa della preistoria umana.Sulle caverne l'uomo ha lasciato molti simboli:alcuni sono tratti dalle cose della natura, altri sono creazione umana.Questi ultimi stanno ad indicare qualcosa che non è immediatamente percepibile nella natura, qualcosa che viene dalla coscienza profonda e contemplativa. I primi simboli creati dagli uomini sono simboli dell'invisibile, dell' inesprimibile, del sacro. |
Un milione e mezzo di anni fa l' homo erectus ha visto ed osservato segni naturali portatori di informazioni;ha riprodotto quei segni sotto forma di glifi (tracce) sulle pareti delle grotte per trasmetterne il messaggio. | Poi è
arrivato il giorno in cui l'uomo ha inventato segni
alcuni dei quali non esistevano in natura, segni che erano stati
caricati da lui di un significato, di un messaggio. E' la concezione simbolica : essa si ritrova solo nella specie umana. |
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I
simboli esteriori (i segni delle caverne) nascono
prima come simboli interiori , archetipi del linguaggio
del profondo. Sono glifi portatori dei significati propriamente umani .I significati che l'uomo scopre nel suo costitirsi tale nel primo incontro con il sacro.(jeroglifi).I simboli sacri interiori nascono insieme con la coscienza umana , anzi, la costituiscono |
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Leggi QUI cosa dice C.G.Jung |
I simboli rivelano significati transpersonali, transcoscienti. |
I simboli esteriori,quelli che costituiscono i
linguaggi umani, verbali, grafico-pittorici, musicali,etc. manifestano sempre
gli archetipi, i simboli interiori che sono l'impronta delle esperienze umane
del Sacro. simbolo=un segno che "massaggia l'interiorità umana" ,che attiva archetipi profondi,che richiama alla mente altri segni, scatena emozioni, attiva comportamenti. (i simboli dei bambini, degli adolescenti, di gruppi sociali, simboli sessuali,simboli religiosi:la crocerossa-la mezzaluna-la bandiera-il fiocco rosa-il fiocchetto rosso AIDS,la croce che induce i cristiani a segnarsi o pregare…) Nella vita umana segni e simboli si legano e si richiamano ,formano i linguaggi umani. I simboli piu' antichi sono sacri e si ritrovano nelle grotte dove si svolgevano i primi riti religiosi.
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TUTTI
I POPOLI HANNO RACCONTATO LE LORO ESPERIENZE RELIGIOSE PER MEZZO DI SIMBOLI: |
LA SFINGE E' UNA SINTESI SIMBOLICA
DEI 4 ELEMENTI DEL COSMO: |
Simboli e riti: linguaggio preferito dalle religioni (F.Pajer-RELIGIONE-EMI) Dalla storia delle religioni sappiamo che tra le componenti universali e centrali di ogni tradizione religiosa - insieme alle dottrine, alle norme etiche e alle strutture organizzative - non mancano mai simboli e riti. Alcuni esempi.Quattro grandi simboli spaziali : il quadrato, il cerchio, il centro, la croce - stanno alla base di tutta l'organizzazione del territorio (per es. nei villaggi indiani) e della concezione architettonica di molti edifici religiosi (per es.la Ka'aba della Mecca, le chiese cistercensí). Il simbolo del centro del mondo costituisce in varie culture il punto di intersezione delle tre regioni del macrocosmo - cielo, terra, sottoterra o inferi -, non meno che il punto di convergenza del microcosmo interiore localizzato nella coscienza umana, perno dell'interscambio dell'energia vitale che dall'universo passa all'uomo e che l'uomo ritrasmette all'universo.
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<indietro |
Psicologia
analitica e Weltanschauung |
Secondo C.G.Jung il carattere non solo
passivo, ma, prima di tutto, creativo della coscienza umana non è spiegabile
semplicemente attraverso la presenza attiva di forze inconscie come teorizza il
suo maestro Sigmund Freud.Accanto alla dimensione incosciente (o inconscio),
c'è, nell'uomo, una Weltanscbauung, o visione del mondo e della vita.
Questa esperienza è maturata, al suo interno,
in ideali (o archétipi).Sono i simboli su cui si struttura l’inconscio
nei millenni.L’inconscio appare a Jung come il risultato d'una storia che in
milioni di anni ha modificato la struttura del cervello: non solo, dunque,ha
strutturato la mentalità,(il modo di vedere il mondo la vita e di
interpretarli)dell’uomo, ma il modo stesso di essere dell’uomo (la sua “struttura”
costitutiva). Questo insieme di “archetipi fondamentali” ,questo
insieme di simboli interiori ,è immanente alla civiltà,cioè
costruisce, appunto,la “visione del mondo e della vita”. [Da :ll problema dell’inconscio
nella psicologia moderna” ] Come sappiamo che si può reprimere un desiderio incomodo e costringerne in tal modo l'energia ad immischiarsi in altre funzioni, cosi sappiamo che c'è chi non può acquistar coscienza di una nuova idea che gli viene in mente e gli è assai lontana, la cui energia, per conseguenza, fluisce in altre funzioni perturbandole. Ho visto molti casi in cui abnormi fantasie sessuali cessarono di colpo e completamente nell'istante in cui un nuovo pensiero o contenuto divenne cosciente, o una emicrania scomparve improvvisamente quando divenne cosciente una poesia incosciente. Come la sessualità si può esprimere impropriamente in fantasie, cosi anche una fantasia creatrice si può esprimere impropriamente in sessualità. Per ciò che riguarda l'incosciente abbiamo
soltanto la facoltà di saper le cose dopo, ed inoltre è a priori impossibile
saper qualcosa su quanto avviene nell' incosciente. Ogni conclusione
a questo riguardo è un confessato come se… Il contributo più importante che la psicologia analitica ha potuto recare alla nostra visione del mondo è dunque, secondo me, la nozione che esistono contenuti incoscienti i quali pongono irrecusabili esigenze o irraggiano influssi con cui la coscienza, volente o nolente, deve fare i conti. …
Se la mente umana alla nascita fosse una
tabula rasa, questi problemi non esisterebbero, perché tutto ciò che la
mente contiene sarebbe stato acquisito, o vi sarebbe stato innestato. Ma
nell'anima umana ci sono molte cose che non sono state acquisite, perché la
mente umana non nasce come tabula rasa, né ogni uomo ha un cervello del
tutto nuovo ed a lui peculiare.
Tutti quei fattori, dunque, che furono essenziali per i nostri avi prossimi e remoti, saranno essenziali anche per noi, perché corrispondono al sistema ereditario. Essi sono necessità, che si paleseranno come bisogni.Non temete che io vi parli di idee ataviche. Me ne guardo bene.I contenuti autonomi dell'incosciente (o dominanti dell'incosciente…), non sono idee ereditarie, ma possibilità ereditate, o meglio sono necessità di generare ancora quelle idee che le dominanti dell'incosciente hanno sempre espresso. Certamente ogni regione della terra ed ogni epoca ha il suo particolare linguaggio, che può variare infinitamente. Ma non importa che i mitologia l'eroe vinca ora un drago, ora un pesce, ora un altro mostro; a il motivo fondamentale resta sempre il medesimo, ed è questo il patrimonio comune dell 'umanità, non le transitorie formulazione delle diverse regioni e delle varie età.
L'eredità
mentale pone limiti precisi anche alla più fervente fantasia, ed attraverso il
velo della più sfrenata fantasticheria traspaiono quelle dominanti che fin
dalla più remota antichità furono inerenti allo spirito umano. Ci stupisce
scoprire in un alienato fantasie quasi identiche a quelle che possiamo ritrovare
nei primitivi. Ma dovremmo stupirci se cosi non fosse. E’
certo, per esempio, che l'immagine della madre individuale è assai
significativa, ma essa è tale perché è fusa con una disposizione incosciente,
cioè con un'immagine congenita che deve la sua esistenza al fatto che madre e
bambino, da tempo immemorabile, stettero in un apporto simbiotico… La mente dei primitivi, pur non avendo capito questo dilemma, lo ha chiaramente sentito, e perciò ha creato riti importantissimo destinati a segnare il passaggio dall'infanzia all'età adulta, coll' inequivocabile scopo di operare magicamente il distacco dai genitori, riti che sarebbero del tutto superflui se la relazione con i genitori non fosse parimenti sentita come magica.Magiche sono tutte quelle cose dove sono in gioco influssi incoscienti. Questi riti hanno l'intento di operare non solo il distacco dai genitori, ma e la transizione nell'età adulta. Perché ciò avvenga occorre che non resti bramosia rivolta indietro verso la fanciullezza, cioè che sia coperta l'esigenza dell’archetipo offeso e questo si ottiene contrapponendo all'intimo rapporto coi genitori un altro rapporto, quello col clan o colla tribù. Servono a questo scopo alcuni segni che vengono impressi sul corpo, quali la circoncisione ed altre lesioni che lasciano cicatrici, e poi l'iniziazione mistica che il giovane riceve all'atto della consacrazione. Talora la consacrazione assume forme assai crudeli.
Non
gli basta la semplice separazione dai genitori, ma gli occorre una violenta
cerimonia che sembra un sacrificio a quelle potenze che potrebbero trattenere il
giovane. Da ciò si riconosce la potenza dell'archetipo, che costringe il
primitivo ad agire contro la natura per non caderle in preda. E’ questo
l'inizio di ogni civiltà, l'inevitabile conseguenza della “consapevolezza”
e della possibilità che ne deriva di deviare dalla legge incosciente. [...]
Servendoci di questa nozione potremmo riuscire a dimostrare che tutte le
molteplici usanze e convinzioni religiose che tanta importanza hanno avuto nella
storia dell'umanità non sono riconducibili ad invenzioni arbitrarie o ad
opinioni di singoli, ma piuttosto debitrici della loro origine all'esistenza di
potenti forze incoscienti che non possono venir trascurate senza turbare
l'equilibrio psichico. Quanto
vi ho spiegato servendomi dell'esempio del complesso materno non è che un caso
fra i molti:
Tutti questi fattori sono ancor sempre attivi nella nostra anima; solo le loro espressioni e le loro valutazioni sono superate. Il fatto che noi adesso possiamo intenderli come grandezze psichiche è una nuova formulazione, una nuova espressione, che forse renderà anche possibile scoprire vie per le quali possa venir stabilita una nuova relazione con loro. Ritengo che questa possibilità sia cosa assai importante, perché l'incosciente collettivo non è affatto una specie di angolo oscuro, ma è il deposito, che tutto domina, dell'esperienza atavica di innumerevoli milioni d'anni, l'eco della preistoria, a cui questo secolo non apporta che un piccolissimo contributo di variazioni e di differenziazione. L'incosciente collettivo, essendo in ultima analisi un deposito storico che si esprime nella struttura dei cervello e del simpatico, ha nel suo complesso il significato di una specie di immagine del mondo senza tempo, eterna, in certo qual modo, contrapposta alla momentanea immagine del mondo della nostra coscienza. Ciò significa, in altri termini, né più né meno che un altro mondo, un mondo speculare, se cosi volete. Ma, a differenza di una mera immagine speculare, l'immagine del mondo inconscia ha un suo particolare vigore, indipendentemente dalla coscienza, grazie al quale può esplicare potenti azioni psichiche, azioni che non appaiono ampiamente alla superficie dei mondo, ma influiscono potentemente su di noi all'interno, dal buio, invisibili a chiunque non sottoponga l'immagine momentanea del mondo a critica sufficiente e quindi rimanga celato anche a se stesso. Il mondo non ha solo una faccia esteriore, ma anche una faccia interiore, non è solo visibile fuori di noi, ma opera prepotentemente su di noi, in un presente senza tempo, dai più profondi e apparentemente più soggettivi fondi dell'anima; ecco una nozione che, pur essendo un'antica saggezza, merita, in questa forma, di essere valutata come un fattore formativo della nostra visione del mondo.Noi udiamo un suono poco chiaro, che dapprima non ha altro effetto che i indurci a stare in ascolto per capire che cosa significa. In questo caso lo stimolo uditivo suscita nel cervello tutta una serie di rappresentazioni, cioè di immagini collegate collo stimolo uditivo. Sono immagini in parte uditive, in parte visive, in parte tattili. Perciò io uso la parola «immagine» nel senso di rappresentazione. Un'entità psichica può essere, naturalmente, un contenuto di coscienza solo quando può essere rappresentata sotto forma di immagine.Perciò chiamo immagini tutti i contenuti di coscienza, perché sono i dei processi cerebrali.Alla serie di immagini suscitate dallo stimolo uditivo si aggiunge improvvisamente un'immagine uditiva mnemonica collegata con un'immagine visiva, cioè lo strrepito del serpente a sonagli. Immediatamente un segnale d'allarme è trasmesso a tutta la muscolatura corporea. L'arco riflesso è completo, ma in questo caso si distingue dal precedente per il fatto che fra lo stimolo sensorio e l’impulso motorio si è inserito un processo cerebrale, una serie di immagini !. La subitanea tensione del corpo suscita di rimando fenomeni cardiovascolari, che la psiche avverte come spavento. In questa guisa ci si può fare un'idea dei fatti psichici. Essi consistono in di processi semplici cerebrali, e in immagini di queste immagini in una serie quasi infinita. Queste immagini hanno la proprietà di essere coscienti. L’essenza della coscienza è un enigma di cui io non conosco la soluzione. Da di vista puramente formale si può tuttavia dire che un fatto psichico è cosciente quando entra in relazione coll'io. Se non c'è questa relazione, è incosciente. Il dimenticare mostra quanto spesso e con quanta facilità i contenuti perdano il loro legame coll'io. Perciò noi paragoniamo volentieri la coscienza alla luce di un proiettore; solo gli oggetti su cui cade il fascio di luce entrano nel campo della percezione. Un oggetto che per caso si trovi al buio non ha per questo cessato di esistere, ma semplicemente non può esser visto.Cosi i fatti psichici incoscienti esistono, e molto probabilmente non si trovano in condizioni differenti da quella in cui si trovano quando sono visti dall'io.La coscienza, quindi, come relazione coll'io, dovrebbe esser abbastanza comprensibile, ma il punto critico è l'io. Che
cosa dobbiamo intendere per io? Evidentemente,
nonostante la sua unità, l'io è una grandezza assai complessa. Esso
poggia sulle immagini delle funzioni sensoriali, che trasmettono stimoli
dall’interno e dall'esterno, e poggia inoltre su un enorme accumulo di
immagini di processi passati. A tutti questi differentissimi elementi occorre un
fortissimo vincolo che li tenga insieme, e tale è appunto la coscienza. La
coscienza sembra dunque essere la condizione indispensabile dell'io. Ma senza
l'io neppure la coscienza è pensabile. Questa apparente contraddizione forse si
supera ammettendo che l'io sia anche un'immagine, non di un solo processo, ma di
moltissimi processi e del loro gioco reciproco, cioè di tutti quei processi e
contenuti che compongono la coscienza dell'io. La loro molteplicità forma
effettivamente un'unità, perché la relazione colla coscienza, come una forza
di gravità attrae le singole parti verso un centro forse virtuale e le mantiene
unite.Perciò non parlo solo dell'io, ma anche di un complesso dell’io, col
presupposto che l'io può essere di mutevole composizione e perciò variabile e
quindi può non essere l'io in senso assoluto. (Non posso qui parlare delle
classiche alterazioni dell'io che si manifestano alienati o nel sogno. Il complesso del vedere, dell'udire, ecc. ha una coesione forte e ben organizzata. Non c'è ragione di ammettere che anch'esso non possa essere coscienza. E...Da quanto ho detto dovremmo aver ricavato l'impressione che l'anima sia essenzialmente costituita da immagini. L'anima (la psiche ,qui)è, nel senso più lato, una successione di immagini, ma non un allineamento accidentale di immagini, bensi una costruzione estremamente sensata e opportuna, una intuibilità di attività vitali espressa in immagini. E come la sostanza del corpo, pronta a vivere, abbisogna dell'anima per essere vitalmente attiva, cosi l'anima deve presupporre il corpo vivente, per poter vivere le proprie immagini. Anima
e corpo sono una coppia di contrari, e come tale sono l'espressione di un essere
la cui natura non è conoscibile né mediante l'apparenza materiale né mediante
l'i-mmediata percezione interiore. Si sa che un'antica intuizione fa originare
l'uomo dall'unione di un'anima e di un corpo. Ma è ben più esatto dire che un
essere vitale inconoscibile, sulla cui natura non si può dire altro se non che
noi indichiamo con esso il compendio di ciò che è vita, appare esternamente
come corpo materiale, e al nostro sguardo interiore come una sequela di immagini
delle attività vitali che avvengono nel corpo. L'uno e l'altro, e ci viene il
dubbio che alla fine tutta questa separazione di anima e corpo non sia che un
procedimento intellettivo intrapreso allo scopo di acquistar coscienza, una
distinzione, indispensabile per la conoscenza, di un medesimo fatto in due
visuali, a cui noi ingiustamente abbiamo attribuito un'esistenza indipendente. Chi
conosce gli abissi della fisiologia ne ha le vertigini, e chi sa qualche cosa
dell'anima dispera che questo ente speculare possa mai «conoscere», anche solo
approssimativamente, qualche cosa. [...] Se vogliamo render giustizia a ciò che chiamiamo spirito, dobbiamo parlare, invece che di incosciente, di coscienza superiore; perché il concetto di spirito porta con sé che noi vi colleghiamo l'idea di una superiorità sulla coscienza dell'io. La superiorità dello spirito non è una invenzione cosciente dei poeti, ma è una sua qualità essenziale, come risulta dai documenti di tutti i tempi, dalla sacra Scrittura fino al Zarathustra di Nietzsche. Lo spirito, psicologicamente, si presenta come un essere personale, di chiarezza talora visionaria. Nel dogma cristiano è addirittura la terza persona della Trinità. Questi fatti dimostrano che
Finché
uno spirito può essere denominato o circoscritto mediante un principio afferrabile
o un'idea esprimibile, esso non viene avvertito come un essere indipendente. Ma
Ma uno spirito che esige un simbolo per essere espresso è un complesso psichico che contiene germi di possibilità ancora incalcolabili. L'esempio migliore che noi possiamo fare e più prossimo a noi è l’efficacia, storicamente stabilita e ben individuabile dei simboli cristiani. Se osserviamo, liberi da pregiudizi, l'azione spirito cristiano sulle menti di modesti e mediocri uomini del 2° secolo rimaniamo stupiti. Ma questo spirito era creatore come forse nessun altro fu mai. Non fa meraviglia, quindi, che esso sia stato avvertito come spirito di divina superiorità. |
SACRE ACQUE |
LE
ACQUE SACRE L'acqua è l'elemento naturale piu' diffuso sul pianeta. Essa è indispensabile alla vita. La ritroviamo in moltissimi miti che raccontano la nascita o la creazione del cosmo. Secondo il mito Egizio di Helios,il dio Aton (Ra) riposa nell'Oceano Primordiale(Nun). Nella mitologia Assiro-babilonese gli dei e poi gli
esseri nascono dalla fusione delle acque salate(Tiamat) con le acque
dolci(Apsu). |
ISUZUGAWA
FIUME SACRO DEL GIAPPONE
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Nel Corano troviamo la frase:«Dall'acqua abbiamo creato ogni essere
vivente.»Divinità legate all'acqua si ritrovano in tutte le antiche culture .L'acqua
appare come simbolo sacro universale:elemento universalmente legato a jerofanie. Persino nel cristianesimo ritroviamo l'acqua ,la fonte che guarisce, legata a luoghi di apparizione della Madonna e di santi . In India i fiumi che scendono dalle montagne degli dei(Himalaya) come il Gange sono sacri.Il filosofo romano Seneca scriveva che dove c'è una fonte bisogna costruire altari ed offrire sacrifici. In alcuni casi le fonti o le cascate erano luoghi di oracolo come scriveva Pausania (VII,21.11) in relazione alla sorgente sacra posta di fronte al Tempio di Demetra in Patrasso.Con l'uso di uno specchio si potevano produrre oracoli.I Celti veneravano le sorgenti per il loro valore terapeutico.Molte di queste sono state poi dedicate dal cristianesimo a Santi. In quasi tutte le culture ritroviamo -fonti della giovinezza -fonti della salute -fonti della conoscenza -fonti dell'immortalità Gli spagnoli nel 1513 , capeggiati da Ponce de Lèon partono con una spedizione in Florida alla ricerca di un Fonte della Giovinezza che si credeva esistesse nel Nuovo Continente.In Cina a Pon Lai,esiste una fontana che si credeva conferisse 1000 vite a chi vi beveva(cf Wang Chia-scritti della dinastia Chin).Simile reputazione appartiene alle sorgenti del Monte lao Shan. |
Piu' di 200 statue votive lignee sono
state ritrovate nel 1963 alle sorgenti della Senna ,a Gaul,alle Fonti
Gallo-Romane.Cioò significa che avvenivano guarigioni. La Bibbia riporta della Piscina di Siloe a Gerusalemme dove gli ammalati attendevano il segno di turbolenze per immergersi.A quel segnale molti avevano ricevuto la guarigione. 7000 anni fa in Inghilterra si usavano le fonti termali e ad esse erano associate divinità.Piu' tardi Greci e soprattutto Romani apprezzarono questa pratica e la diffusero in tutto l'Impero.La storia delle acque termali e minerali è lunghissima e continua ai nostri giorni. |
La
fonte sacra di Delfi |
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LE GROTTE SACRE |
Le
grotte o caverne possono essere di origine sia naturale che
artificiale.Le une e le altre fanno parte della cultura umana da sempre. |
Lo scrittore neoplatonico Porfirio(234-305) scrive che prima che fossero costruiti i templi le cerimeonie religiose avvenivano nelle grotte. |
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Ma le grotte fanno parte anche delle
grandi
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Mesa
Verde |
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LE MONTAGNE SACRE |
La montagna del mondo o montagna
Cosmica. Nello sciamanesimo l'asse di rotazione della Terra rappresenta lo Spirito. L'asse cosmico ha la sua base al centro della Terra e il suo termine in Cielo. Le monTagne si ergono verticalmente dal centro della Terra al Cielo ed il loro asse è simbolo dell'asse cosmico. La montagna di Dio è un elemento di molte religioni. Questa credenza vale ad esempio per il monte Tabor in Israele e per il monte Meru in India. |
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Per molti è l'ombelico del mondo(naturalmente!)...colui che pratica la
Prarikama,che cioè
percorre tutta la base della montagna in circolo con mente perfettaemnte
devota e concentrata esce dal circolo delle nascite e rinascite.. |
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PIETRE SACRE-MEGALITI |
Pietre di varie
specie e taglia sono state investite di Sacro fin dai tempi antichi e
ovunque nel mondo.
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Isola di Pasqua
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A partire dal 5000 a.C. vennero eretti megaliti
grezzi o rozzamente scolpiti in tutta Europa.
allineamento di Kehero-Francia |
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megaliti
alla
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necropoli vichinga |
GLI ALBERI SACRI |
L'Albero Cosmico è una rappresentazione simbolica
dello Spirito Universale come Asse
del Mondo o Centro del Mondo. Con le sue radici penetra nelle profondità della Terra ,nel Sottoterra,e con le sue fronde raggiunge le altezze del Cielo. L'albero cosmico unisce il Sottoterra con la Terra con il Cielo:unisce i mondi dei defunti, degli uomini e degli dèi. Lo sciamano viaggia in questi mondi salendo e scendendo l'albero cosmico. Questa simbologia si ritrova in tutte le religioni antiche e nelle religioni sciamaniche. |
Uno dei 5 alberi del Paradiso
di Indra (divinità Indù) (svarga-loka), che è
collocato al centro della Terra è il mitico albero kalpa-vriksha,
l'albero dell'abbondanza. Una immagine del kalpa-vriksha
fatta di pietra sabbiosa isi trova a Besnagar nell' India centrale era
probabilmente in origine posto su di un monolite o stambha, forse
uno dei 36 pilastri eretti dall'imperatore buddista Asoka (268-232
BCE). I pilastri sono stati interpretati come copie dell' axis mundi [consulta
i libri di John Irwin ]. |
In tutte le
culture troviamo alberi che sono stati rivestiti di Sacro e piu' o meno
in tutte le religioni antiche ritroviamo alberi sacri. Ancora oggi in Giappone ed in India si venerano alberi sacri.
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IL SACRO |
C'è una parola che per
noi indoeuropei in particolare appare come la chiave di tutto
il fenomeno religioso ed è la parola SACRO (sak-sacros).Nel linguaggio comune è sacro tutto cio' che è oggetto di timore e venerazione: qualcosa di intoccabile perchè assolutamente riservato. Infatti il termine viene dal latino sacer che significa ristretto, limitato, o anche iniziato.Una persona puo' essere indicata come sacra,o un oggetto o un luogo o un periodo di tempo. In questo caso sacro indica unicita' e straordinarietà. |
IL SACRO E' LA MANIFESTAZIONE DELLA POTENZA DIVINA, L'ENERGIA DIVINA COMUNICATA AL MONDO |
sacerdote egizio custode del fuoco sacro |
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Tutte
le religioni hanno un termine per sacro:
>qadosh in ebraico >hagios in greco >haram in arabo >tapu in polinesiano, etc Troviamo anche parole per numen: >brahman in sanscrito(India) >wakanda lella lingua Sioux >mana in melanesiano >haminja in germanico antico etc. Mircea Eliade è stato fino ad oggi il piu' grande studioso dei fenomeni religiosi (1907-1986).Egli afferma nel suo libro Sacro e Profano che :
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MAOMETTO INVESTITO DAL SACRO RICEVE LA RIVELAZIONE
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MAOMETTO INVESTITO DEL SACRO DIVENTA PROFETA
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Per la mentalità medioevale la scienza era per lo più fondata su un
pensiero astratto e logico. La filosofia e la teologia presiedevano a
tutto lo spettro delle varie forme di ricerca e di pensiero per cui il
mondo veniva spiegato, nei suoi nessi ,nelle sue relazioni ,nelle
concatenazioni causa-effetti dalle intuizioni del pensiero umano che si
esercitava anche a partire dalla osservazione della natura e
delle sue evidenze ma sempre in modo soggettivo.
Dal Rinascimento in poi cominciò a farsi strada l'osservazione dei
fenomeni e il desiderio di comprendere il funzionamento del
mondo a partire da alcuni meccanismi evidenti che lo
regolavano. |
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Nell'Inghilterra
del Sud, nello Wiltshire,3 Km ad ovest di Amesbury, si trova il sito
di Stonehenge. |
Investigations over the last 100 years have revealed that Stonehenge was built in several stages from 2800 - 1800 BC. It seems to have been designed to allow for observation of astronomical phenomena - summer and winter solstices, eclipses, and more.
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Dentro un fossato
esterno di circa 100 m di diametro vi era un cerchio piu'
interno con 56 pali in legno. |
Piu' all'interno del 1° cerchio di 30 megaliti un secondo giro di triliti disposti a ferro di cavallo con la parte aperta rivolta a Nordest.In origine essi formavano un ovale, in seguito venne rimossa la parte ora aperta |
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In una fase successiva vennero scavati due cerchi di buche che non furono poi mai riempite.Altri megaliti segnano punti particolari (station stones nella figura a sinistra) Due in particolare segnano un percorso (Avenue=viale di Nordest)che prolunga la parte aperta del ferrodicavallo. |
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I
triliti disposti a ferro di cavallo aperto a Nordest sono
orientati verso il punto in cui sorge il sole al solstizio
di estate. Il complesso è costruito in modo che all'alba di quel giorno il sole sorga esattamente sull' Heel Stone e il primo raggio splenda al centro del complesso tra le "braccia" del ferrodicavallo al cui centro è posto un grande altare di pietra . |
Stonehenge stands on the open downland of Salisbury Plain two miles (3 kilometres) west of the town of Amesbury, Wiltshire, in Southern England. It is not a single structure but consists of a series of earth, timber, and stone structures which were revised and re-modelled over a period of more than 2000 years. The earliest portion of the complex, which dates to approximately 3100-2300 BCE., comprised a circular bank-and-ditch of about 330 feet (100 metres) in diameter. Just inside the earth bank is a circle of the 56 Aubrey holes (discovered by John Aubrey in the 17th century, and now invisible on the surface). Probably also dating to this time are the four Station Stones (only two of which survive) and, on the north-east side, an earthwork which runs from the break in the bank-and-ditch. The now-fallen Slaughter Stone, located at the break in the bank-and-ditch, may date from this period, as may also the Heel Stone, located further out along the Avenue. Around 2100-2000 BCE, a circle about 108 feet (33 metres) in diameter comprised of originally of 30 neatly trimmed upright sandstone blocks (known today as sarsens), standing on average 13 feet (4 metres) above the ground, about 6.5 feet (2 metres) wide, and 3 feet (1 metre) thick, supporting a continuous ring of sarsen lintels (held in place by tongue-and-groove joints) was constructed in the centre of the original circular bank-and-ditch. A little later was added inside the circle of sarsens, in the shape of a horseshoe, ten upright sarsens arranged as five pairs with a single lintel. Around 2000-1550 BCE, a horseshoe of smaller upright igneous stones without lintels (the bluestones) were brought from a site in Wales and placed inside the horseshoe of sarsens. Finally, around 1550-1100 BCE, a circle of smaller upright bluestones was added between the outer sarsen circle and the outer horseshoe. Also added around this time are two concentric circle of holes - the so-called 'Y' and 'Z' holes. |
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This discovery has had tremendous impact on how Stonehenge has been interpreted. For Stukeley in the 18th century and Sir Norman Lockyer in the first years of the 20th century, this alignment implied a ritualistic connection with sun worship and it was generally concluded that Stonehenge was constructed as a temple to the sun. More recently, though, the astronomer Gerald Hawkins has argued that Stonehenge is not merely aligned with solar and lunar astronomical events, but can be used to predict other events such as eclipses. In other words, Stonehenge was more than a temple, it was an astronomical calculator. It was argued that the summer solstice alignment cannot be accidental. The sun rises in different directions in different geographical latitudes. For the alignment to be correct, it must have been calculated precisely for Stonehenge's latitude of 51° 11'. The alignment, therefore, must have been fundamental to the design and placement of Stonehenge. As if corroborating the claims made by Hawkins for Stonehenge, Alexander Thom, a professor of engineering and a mathematician, has shown that many other megalithic sites throughout Britain are also oriented towards the sun and the moon. The alignment also made it clear that whoever built Stonehenge had precise astronomical knowledge of the path of the sun and, moreover, must have known before construction began precisely where the sun rose at dawn on midsummer's morning while standing on the future site of the monument. This point needs to be made because, as I suspect, with Stonehenge and many other such monuments, it was the site, a particular place within the landscape, that was important; only later were these sites marked in some more permanent manner by the digging of ditches and banks and (or instead) the erection of wood or stone structures. For reasons we shall never know, this particular spot in the landscape was so important that not only were ditches and banks dug and, later, stone circles and horseshoe arrangements constructed to mark it, but that some of the stones were deliberately transported there with considerable effort from a great distance away. |
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Chiunque
abbia progettato il complesso di Stonehenge è certo che
conoscesse perfettamente il percorso del sole nel cielo e sapesse
calcolarlo per ogni giorno dell'anno. Rimane il grande interrogativo: perchè gli antichi hanno trasportato massi enormi da distanze anche di 60 miglia e oltre in quel particolare sito? La risposta piu' semplice e forse anche la piu' probabile è che il sito fosse legato alla manifestazione del sacro e in seguito ,proprio per questa ragione ,sia diventato anche un simbolo dell'incontro con il sacro attraverso i fenomeni cronologici ed astronomici. |
TEMPLI EGIZI |
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Un
Tempio Egizio non è un luogo pubblico di culto. E' il santuario del nether, che non indica la divinità,piuttosto rappresenta l'aspetto specifico di un Dio Unico. Solo i sacerdoti avevano accesso ai santuari piu' interni dove avvenivano le cerimonie sacre. In alcuni casi il Re o un suo emissario poteva avere il permesso di entrare. Cio' che noi sappiamo di questi templi proviene dalle conoscenze siu templi ricostruiti dai Tolomei (famiglie dei generali successori di Alessandro Magno,+333 a.C.che reganarono in Egitto fino all'ultimo secolo a.C.). In genere i templi egizi venivano costruiti in luoghi speciali scelti in base a criteri a noi sconosciuti. Essi erano normalmente circondati da mura come fossero fortezze per difendersi simbolicamente anche dal male. |
Nel tempio si entrava attraverso due
pilastri oltre i quali c'era a volte un
cortile con dei colonnati intorno ed un altare al centro. Piu' avanti, lungo l'asse del tempio c'era l'ipostile, una sala a colonne attorniata da stanze usate per depositare gli arredi del tempio e per funzioni secondarie. Ancora piu' in fondo c'era il Santuario vero e proprio che era una stanza buia dove era posta l'immagine del nether. Le porte del Santuario rimanevano chiuse e sigillate durante tutto l'anno e venivano aperte solo per le feste solenni. Il Santuario veniva chiamato Grande Seggio Fuori del Tempio vi erano le residenze dei sacerdoti e dei loro aiutanti,i laboratori degli artigiani,i magazzini e tutte le strutture ausiliarie. |
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PIANTA DI UN TEMPIO EGIZIO |
TEMPLI DELLA ANTICA GRECIA |
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Acropolis=Città Alta. |
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Erechtheum (421-405 a.C.) |
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Tempio di Apollo Risale al 6° sec. a.C.All'interno l' adyton, centro dell'oracolo e seggio della Pythia. |
Tempio di Tholos Santuario di Athena Pronaia
Delfi-Anticamente creduto Centro del Mondo il sito accoglie il Santuario Panellenico di Apollo. Qui secondo il mito Apollo avrebbe sconfitto il serpente-drago Pitone . Era un Santuario Oracolare importantissimo. |
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Ricostruzione del Tempio di Artemide ad Efeso. |
TEMPLI BUDDHISTI |
Bodh Gaya ,tempio nel nel Bihar,
regione del Nord dell'India,è il luogo dell'India dove è nato il
buddismo.
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Il punto esatto della illuminazione è segnato da una lastra di
pietra sabbiosa rossa ,il vajrasana,il Trono di Diamante. |
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Nel tempio buddhista, STUPA ,è presente la illuminazione del Buddha
simboleggiata dai tre diamanti della dottrina buddhista:il TRIRATNA. -IL BUDDHA=LA SUA FIGURA, LE SUE VIRTU',LE SUE SENTENZEALIMENTANO LA FEDE NEL SUO SENTIERO OTTUPLICE -IL DHARMA=LA LEGGE DEL SENTIERO DIVENTI LEGGE INTERIORE -IL SANGHA=LA COMUNITA' DEI SANTONI FRUTTA MERITI PER TUTTI. Nel santuario è collocata una immagine o statua del buddha perchè rammenti al fedele la ricerca incessante del Nirvana. Ad essa si offrono fiori(simbolo della impermanenza delle cose);incenso(simbolo della propria adesione al Nobile sentiero del Buddha) e si pratica la meditazione avendo come oggetto mentale il Buddha stesso i suoi insegnamenti e gli altri oggetti mentali che il maestro indica.
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Tipico tempietto buddhista o STUPA |
In verità il sentimento religioso popolare si rivolge a Buddha come a un santo,anzi un Dio e lo prega chiedendo favori e considera gli stupa come vere e proprie dimore sacre del Buddha. |
TEMPLI DELLA MESOPOTAMIA: ZZIGGURRATT |
Ricostruzione dello ziggurat del Re
Untash Napirisha . Sotto lo ziggurat.Sopra di esso il Tempio. Sito:Chogha Zanbil, 45 kM S.E. di Susa -IRAN-(c. 1250 A.C.) Ziggurat del Re Untash Napirisha , Chogha Zanbil |
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LA CUPOLA DELLA ROCCIA |
Sul
Monte del Tempio ebraico di Gerusalemme c'è una roccia sulla quale,
secondo il Corano nel versetto 1 della sura 17, Maometto è stato
portato con l'anima nella
notte in cui è deceduto: «Gloria a Colui che di notte trasportò il Suo servo dalla Santa Moschea (della Mecca) alla Moschea remota di cui benedicemmo i dintorni (a Gerusalemme), per mostrargli qualcuno dei Nostri segni.» Su questa Roccia è stata costruita una Moschea che è conosciuta universalmente come "The Dome of the Rock" , il Duomo della Roccia. |
The plot of land on the elevated stone platform known as Haram Ash-Sharif on Temple Mount upon which sits the Dome of the Rock is sacred to three of the world's major monotheistic religions: Judaism, Christianity, and Islam. The site was first consecrated by the Israelites of Exodus. Later, according to Jewish tradition, Abraham prepared to sacrifice his son Isaac upon a rock that protruded from the centre of the platform. Later still, upon the same platform, Solomon erected his temple. For Christians, in addition to the Old Testament Jewish associations, the Temple Mount was revered because of its place in the life and ministries of Jesus Christ. For Moslems, the rock was sanctified by the story of the Prophet Mohammed's Miraaj or Night Journey to Jerusalem and back to Makkah (Qur'an 17:1). From the top of the rock, Mohammed began his ascent to Heaven. |
Così
viene commentato il versetto dalla Tradizione Islamica:
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Il Duomo ottagonale venne costruito dai musulmani nel 7°
secolo. Con la conquista del Monte da parte dei crociati cristiani l'edificio venne riconsacrato al culto cristiano. Al ritorno dell'Islam divenne moschea. |
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Nell'Isola di Java vi sono molti templi dell'antichità ,prevalentemente induisti e buddhisti. |
E'
il piu' grande tempio buddhista
dell'emisfero Sud del mondo.Borodur è una delle 7 meraviglie del mondo. I tempio è su 9 terrazze quadrate.In cima una terrazza circolare con lo Stupa Centrale e altri 70 piccoli stupa con la statua del Buddha in meditazione. Il santuario si erge su una collina che domina la Grande Pianura Meridionale di Java ,nota come Il Giardino di Java. I pellegrini devono percorre un cammino di 3 miglia per arrivare allo Stupa:sono il simbolo di un soggiorno nelle 3 sfere del buddhismo Mahayana: Khamadatu,la sfera della quotidianità; Ruapadathu, la sfera delle forme; Arupadathu, la sfera alta o del mondo senza forme,la dimensione delle perfezioni divine.Durante il percorso il pellegrino puo' fare memoria di tutto l'insegnamento buddhista : lo trova scolpito in bassorilievi posti sulle pareti dei terrazzamenti.Il Buddha vi è rappresentato in 504 statue. |
The world's biggest Buddhist temple and the greatest ancient monument in the
southern hemisphere stands peacefully in tranquility. Borobudur is one of the seven wonders of the world. The shrine has nine square terraces and a circular top one, is ½ meters high covering a hillock overlooking the Southern Central Javanese plains, known as the Garden of Java.By turning left following the pilgrims' path to the summit which is 3 miles walk, is a symbolic journey through the three spheres of Mahayana Buddhism: Kamadhatu - lower sphere of daily world-Rupadhatu - the world of form-Arupadathu - the higher sphere i.e. the world of formless : abstract state of heavenly perfection.The 1460 relief carving in stone slabs that cover the balustrade illustrating life of Buddha's teaching. The total statues of Buddha are 504.On the upper, open terraces are more than 70 stupas, containing the sitting statues of Buddha. The form of Borobudur resembles a gigantic stupa, believed to be a structure to assist meditation. On the top, underneath the great stupa, alone under the sky, surrounded by the green plains far below, the sensation is one total release and serenity ..Nearby Borobudur they are two other smaller Buddhist temples in perfect condition. |
Pawon Temple Tiny temple 2 km east of Borobudur, contains a Buddha statue. The temple's style and the reliefs carved on the wall resemble most Javanese Hindu Temple. Mendut Temple Located 1 km to the east of Pawon temple. Inside the temples there are magnificent statues of Buddha. For Waicak ceremony, the offering and the praying start in this temple. WAIÇAK The ceremony commemorates the birth, death and enlightenment of Buddha, always held during a full moon (this, 1998 year shall be on May 12, 1998-Tuesday, starting in the evening at May 11, 1998 Monday). The procession begin at Mendut led by Budhist SAFFRON - ROBED monks to Pawon then Borobudur (+/- 3 km walk), where candles are lit and flowers strewn about, followed by praying and chanting climaxes in the early morning when ten of thousands of worshippers (local and foreign) converge at the summit of Borobudur. This is a real sacred and at the same time fantastic religious performance.Note: The holy water used in this ceremony is taken from sendang (pool) JUMPRIT nearby the town of Temanggung. A pool believed as having mystical power. The fire is taken from everlasting natural source in the village of MERAPEN. |
Prambanan The Candi (Temple) Loro Jongrang - Prambanan |
In the main chamber, there is a huge statue of the four armed Shiva in his manifestation as Mahadewa. In the South chamber is Agastya as Shiva mahaguru divine-teacher, in the western chamber is the elephant - headed Ganesha - son of Shiva, in the north chamber is the statue of DURGA MAHESASURAMARDANI. Some believe that divine statues in fact are the image of the rulers of Sanjaya dynasty/HINDU MATARAM. Shiva was the Maharaja Balitung , the King Durga was Loro Jongrang/Princess PADMOWATI, Ganesha was their son, prince Daksotomo ; Agastya was the Patih (Chief Minister), Danghyang Samorosonto. |
Originally, they were three temples, the shrines and statues are very impressive. According to inscriptions on the stone of Plaosan, these temples were constructed jointly by the rulers of Sanjaya (Rakai Pikatan) and Cailendra (King Samaratungga) dynasties. |
It is dedicated to a Buddhist Goddess, TARA. It is 6 meters tall and has 52 stupas. |
It is nearby Kalasan Temple, 500 meters north of Kalasan. It is a small but elegant Buddhist temple. |
There are nine Hindu Candis of 8th century A.D. on the slope of Mount Ungaran, South Semarang. The weather is always cool, the setting is superb, the view is magnificent, might be one of the most spectaculer views in Java. The candi's simple architecture are dedicated to SIVA and VISHNU, facing south is the shimmering Rawa Pening Lake, Mounts Merbabu and Merapi, to the west are Mounts Sumbing and Sindoro. The morning panorama is Breath-taking. |
Located at Dieng Plateau about 2600 meters above sea level. They are smaller Shiva temples, built by Sanjaya dynasty and named of wayang heroes such as Dwarawati, Bima, Arjuna, Puntadewa, Srikandi, Sembadra, and Semar. Dieng plateau is about 150 km northwest of Yogyakarta. The name Dieng means Di-hyang " The abode of God ", centuries ago it was once the site of a temple - city of Hindu's priests. The plateau was formed many millennia ago by eruption of huge volcano, remains active up to now, the proof is the existence of working craters such as Sikidang, Sileri, Sikumbang, etc. |
(Suryo S. Negoro) Vishnu Temple |
TEMPLI DELL'INDIA |
La
costruzione e la manutenzione dei templi è sempre stata a carico della
generosità del popolo indù.Il popolo stesso ha costituito per secoli
la commitenza primaria per artigiani, artisti, musici, danzatori, poeti
di tutte le epoche. Nei templi ci sono sempre dei granai che nei secoli
sono stati l'unica risorsa alimentare dei poveri . Nei templi sono stai "allevati" migliaia di studenti e studiosi indù.Molti templi hanno avuto funzione di ospedali per i poveri e soprattutto per i malati terminali. Il Tempio induista viene costruito secondo un ordine antico :Aagma.La Spiritualità è la cosa più importante nella vita, percio' i templi sono generalmente collocati in luoghi elevati. Il tempio induista è il ritratto di Dio in forma cosmica: è un micro-universo ,l'abitazione di Dio. Nel Santuario del tempio i devoti cercano di sperimentare attraverso la meditazione la visione mentale della divinità , il Dharshan.La mente del devoto partecipa in qualche modo della supercoscienza della divinità,riceve una supercoscienza del Dharma, l'ordine universale,la Legge divina dell'Universo.Da questa esperienza il devoto trae una evoluzione spirituale personale ,orienta la sua vita al Dharma , si armonizza con l'ordine universale a partire dal piano animico e spirituale.A partire da questo piano la divinità attraverso il Dharshan puo' influenzare anche il piano eterico e fisico della persona. |
Il culto induista nei templi è soprattutto individuale, ma non solo individuale: ogni tempio indù ha un suo calendario annuale e pluriennale di feste collettive. |
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Nel
tempio si incontrano 3 universi: -1° universo:IDOLO o MURTI (piano sensibile, eterico fisico) -2° universo:MENTE (piano animico) -3° universo:DIVINITA' (piano spirituale) I simulacri della divinità,gli idoli o Murti sono immagini (statue o dipinti) mentali (visti con la mente nel tempio da persone di spiritualità elevata);esse indicano il luogo,il punto del tempio in cui la divinità manifesta o nel quale essa si "libra" nel suo corpo eterico.La mente è il "luogo interiore" della manifestazione.La divinità è l'universo ordinato senza forme di cui il tempio è "forma sensibile". Nel tempio si pratica il Puja il rituale che ha lo scopo di realizzare l'incontro mentale con la divinità.Il Puja è una forma di comunicazione tra i piani spirituale, mentale, fisico:nel Puja la divinità,il piano spirituale irradia il suo potere la Shatki sul devoto. Questo potere di ordine spirituale è una vibrazione che si percepisce a livello fisico-emozionale e che puo' manifestarsi anche a livello mentale come VISIONE=DHARSHAN della divinità.La Shakti apre i punti nodali delle energie corporee (i Chakra) al contatto con le energie spirituali e si realizza cosi' la comunicazione tra il piano-universo spirituale, quello della divinità, il piano mentale-animico e il piano eterico-fisico , corporeo. |
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I
templi induisti del Nord differiscono nelle forme da quelli del Sud. I templi del nord SHIKARA hanno caratteristici pinnacoli:essi rappresentano l'elevazione alla dimensione senza forme. L'edificio è curvilineo e mosso, a strati.I templi del Sud VIMANA hanno l'edificio costruito a piramide tronca ,a strati con un minisantuario sulla sommità. |
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TEMPLI IN MESSICO |
Dalla valle di Oaxaca in
Messico si erge una collina sulla cui sommità si trovano le rovine
di Monte Alban. E' questo il secondo più grande sito di cerimonie del Centroamerica dopo quello di Teotihuacan presso Mexico City.Sono tra i resti piu' antichi del centroamerica:vi sono geroglifici che datano tra i piu' antichi. Gli edificii originari risalgono a 800-1000 anni a.C.ed ora sono semidistrutti o sepolti sotto ai piu' recenti. Nel 100 a.C. il sito venne occupato dal poplo Zapoteco e le strutture che si vedono sono dell'epoca di maggior splendore del Regno Zapoteco:300-900 d.C..Il sito era diventato il centro dei cerimoniali dell'Impero. Il complesso comprende piazze enormi,piramidi,campi per il gioco della palla,cunicoli sotterranei e 170 tombe monumentali.Il sito venne abbandonato nel 900 e divenne un sito cimiteriale dei Mixtechi. |
OAXACA, MEXICO osservatorio astronomico degli Zapotechi (100 a.C.-100d.C.) |
Soaring above the valley and city of Oaxaca, the hilltop ruins of Monte Alban are the second largest ceremonial site in Mesoamerica, only exceeded in size by Teotihuacan near Mexico City. The ruins are extremely old; hieroglyphs found here are among the very oldest writings in all Mesoamerica. The first known buildings were constructed between 800-1000 BC but most of these are now destroyed or buried beneath later Zapotec structures. The Zapotec occupation of the site dates from 100BC and most of the enormous structures standing today date from the Classic phase of 300-900 AD when Monte Alban had become the principal ceremonial site of the Zapotec empire. The complex contains great plazas, numerous pyramids, a ball game court, underground passage ways, and over 170 tombs. The site was abandoned as a functioning ceremonial center during the 10th century though it continued to be used as a burial place by the Mixtecs. Mound J, illustrated in the photograph, has been shown to be a highly refined and complex astronomical observatory. Built sometime between 100 BC and 200 AD, Mound J has been shown to have astronomical alignments with the setting positions of the Southern Cross and Alpha and Beta Centauri, and the rising position of Capella. |
Il
sito comprende circa 600 piramidi di varie taglie sulle quali domina la
grande Piramide del Sole.Questa piramide è costruita sopra caverne naturali. Le caverne erano considerate dai Maya come "porte" che introducevano nel mondo degli Spiriti, lo Xilalba. Queste caverne sotterranee contengono tracce di pratiche sciamaniche più antiche. |
dove gli uomini Maya diventavano dèi |
In Nahuatl, Teotihuacán means The City of the Gods, or Where Men Become Gods. The plazas, avenues, and great pyramids of the city of Teotihuacán were laid out as a symbolic sacred landscape of artificial foothills and mountains . The complex of approximately 600 pyramids of various sizes is dominated by the great Pyramid of the Sun which, it was discovered in 1971, was built over a natural cave with four chambers . Mesoamerican belief saw caves as gateways to the spiritual world (called Xibalba by the Maya). The cave contained remains of offerings and may have been a focus for shamanistic rituals from a much earlier period. There can be no doubt that the Pyramid of the Sun was deliberately built over the sacred cave. Both the idea of the cave and the artificial mountain constructed over it (or containing it) is also seen among the Ancient Egyptians in the pyramids at Giza. |
Sei
filmati vrml (realtà virtuale) che ricostruiscono la città Maya |
filmato (vrIZcara.mov)2 filmato4 filmato6 |
The Mayan Temples that we will be
discussing and displaying refer to Monolithic and Megalithic Art. Some
of the things that will be discussed are: Mayan Carvings, Temple ruins
of the late Mayan and questions suchPer as Who are the Mayans? How did the
Maya build their temples? Why did they build the temples? When did they
build the temples? and Where these Mayan Temples are located. Some that
will be displayed are: The Tulum Temple, and the Castle of Tulum and
Chichen Itza.Most Mayan carvings were found in ruins.
One carving was a human figure adorned with headdresses and jewelry,
which suggested high rank in Mayan society. Temple ruins are very few in
number, but one of the ruins shows evidence that the Maya decorated
their buildings profusely and with intense meaning. By the tenth century
most Mayans had migrated to the north to the Yucatan Peninsula, leaving
their remarkable cities behind. After the migration to the north,
elaborate cities were built in Chichen-Itza and Uxmal, where some of
these Mayan remains still exist. Answers to whether these ruins are
monolithic or megalithic are quite simple. Monolithic is a large single
rock that has carvings and designs, the Mayans used this technique
frequently. Megalithic constructions were made of huge stones, these
were used to build the Mayan temples. The Mayans built their temples
using the few giant rocks they could find.The answer as to why Mayans built these
temples is pretty easy to answer. They built these temples in honor of
their gods and mainly were for religious aspects. The Maya built these
temples around the 1400's , but their isn't a specific date on which
they built. Most Mayans and their temples are located in Southern
Mexico. Two well known places where these temples are located are
Guatemala, and Honduras.Some of the tools that the Mayans used
were made from volcanic glass and other objects that were shot out from
volcanoes. Maya still use the traditional basalt mano and metate for
grinding Maize and other foods. Their homeland was approximately 125,000
square miles. Rainstorms have damaged lands of Guatemala and have
produced a landscape of clay ravines, between hogback ridges, and
valleys. Most temples they built have brought settlers there for more
than 3,000 years. Having learned about the Mayan cultures and their temples, we now know how they did their work and how they built their temples, what tools they used and where these temples are located. The Temple of the Warriors The Temple of the Warriors and it's adjacent Temple of the Jaguar are the most awe inspiring ruins on the complex. A massive temple structure, surrounded by hundreds of columns is carved with reliefs. Still early morning I wandered into the rows of columns with the sun just breaking through. |
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Sulla terra gli uomini cercano la
felicita’,la liberazione dal male e dalla morte ma sperimentano un limite
assoluto. |
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Sulla base delle testimonianze della preistoria e della storia l'antropologia del sacro ci dice che nella percezione religiosa dei popoli in "Cielo" , cioè in una dimensione diversa da quella umana, terrestre, abitano gli dèi(Dio, gli angeli,i santi,...i demoni,i dannati..secondo il linguaggio dei cristiani.)e da sempre essi si manifestano agli uomini.Da sempre gli dèi si sono manifestati comunicandosi agli uomini ,per mezzo di persone speciali: sciamani, sibille, profeti, santi, veggenti... Gli uomini normalmente non vedono gli dèi ,le loro comunicazioni,ma vedono le loro azioni: le rivelazioni ,cioè i fatti straordinari che la percezione di queste persone speciali attribuisce alla azione degli dèi,i miracoli. |
LE COMUNICAZIONI DIVINE SI MANIFESTANO AGLI UOMINI PER MEZZO DI MIRACOLI: PAROLE ,EVENTI NATURALI O STRAORDINARI CHE VENGONO COMPRESI CON CERTEZZA COME RIVELAZIONI DA INTERMEDIARI DOTATI DI SPECIALE PERCEZIONE SPIRITUALE |
A questi si aggiungono altri intermediari occasionali chiamati generalmente veggenti.. Sciamani=presenti da sempre in tutte le culture umane,sono persone che si dimostrano chiamati dagli dèi dalla nascita o dopo a comunicare con il mondo spirituale.Possiedono conoscenze che tramandano solo a persone scelte. Si pensa che questa capacità sia legata a un tipo di epilessia ereditaria. Sibille=donne
possedute da spiriti che parlano ed agiscono per mezzo
loro. |
LE CAPACITA' ESTATICHE PERMANENTI SCIAMANESIMO,SIBILLE
E PROFETISMO sono fenomeni UNICI DI CAPACITà ESTATICA PERMANENTE. LO SCIAMANO (parola russa derivata da saman di origine tungua, lingua della Siberia dell'Est=colui che è sconvolto ,turbato, trasportasto...o anche colui che sa). .Risale al paleolitico,tempo DELL'ETA' DELLA PIETRA, della cultura della caccia,si attenua nella cultura agricola e nelle culture socialmente più complesse.In Siberia e Asia centrale lo sciamanesimo è presente in tutti i suoi aspettiOggi si ritrova inoltre in Africa, America sett.,oceania ed Australia. Si diventa sciamani per vocazione divina,che si presenta ,secondo studi recenti ,come epilessia ereditaria, possessione di spiriti o antenati,malattia che deve essere trasformata in sciamanesimo pena la degenerazione in pazzia o morte, attraverso esperienze iniziatiche di tirocinio. Anche se l'attitudine fondamentale è una malattia ereditaria,al contrario degli psicopatici gli sciamani ripetono volontariamente l'esperienza attraverso la possesione o l'estasi volontaria.ottenuta mediante il tamburo del viaggio sciamanico..Lo sciamano domina la propria crisi epilettica o la possessione.In stato normale è equilibrato. Secondo la nostra mentalità occidentale la conoscenza della realtà sarebbe accessibile esclusivamente sulla base di un sistema logico fondato sulle pure percezioni sensoriali amplificate da strumenti inventati dall'uomo a questo proposito. Un tale modo di pensare non è universale:la visione dell'universo dei nostri antenati era conquistata attraverso straordinarie esperienze esistenziali di uomini e donne particolarmente dotati che comprendevano battaglie interiori e grandi sofferenze.Chi intraprendeva questi percorsi di conoscenza doveva avere fede in una possibilità di esperienza extracorporea in universi paralleli a quelli sensoriali. La cultura religiosa in cui si sviluppa il fenomeno sciamanico prevede, in generale, un mondo diviso in tre parti:TERRA, come luogo di percezione immediata,SOTTOTERRA ,mondo dei mostri pericolosi per l'uomo,SOPRATERRA O ALTRO MONDO,i cui confini sono posti al di là delle montagne, dei fiumi o dei mari.Un albero cosmico(asse) collega i tre mondi.Esso è come un albero che è radicato nel sottoterra, si prolunga nella terra e ramifica nel sopraterra dove stanno gli dèi.Lo sciamano esprime l'asse:pone una betulla al centro di una tenda i cui rami sporgono in alto.Sul tronco incide nove tagli che sono i nove cieli che deve attraversare per raggiungere glI dei.Vestito da uccello ascende l'albero portandosi un tamburo su cui è simboleggiato il mondo terrestre. Tutti i fenomeni che avvengono al livello della Terra sono legati al sottoterra ed al sopraterra. 1-tutti le cose ed i fenomeni sono animati da una essenza creativa unica e trascendente 2-il cosmo è fatto di tre livelli:dei divini, dei mortali e degli inferi 3-la relazione che lega l'anima al corpo è di natura instabile sicchè l'anima può abbandonare il corpo di chi è malato essendo la malattia fisica una conseguenza di una malattia dell'anima.Dal punto di vista dello sciamano la malattia è un procedimento di purificazione dalle cattive abitudini degli uomini. L'esperienza centrale dello sciamanesimo è l'autosmembramento offertorio che si svolge in 4 fasi come VIAGGIO SCIAMANICO 1-esperienza allucinatoria della propria morte e smembramento del proprio corpo 2--viaggio nel sottoterra e sopraterra per incontrare gli spiriti e incontrare la propria anima sull'albero cosmico 3--immersione,col corpo frantumato nel regno delle malattie e della morte per assorbire e vincere tutte le entità negative 4--ricomposizione e rinascita in una condizione psicofisica nuova che gli consente di affrontare senza paura il mondo dell'invisibile e di ripetere l'esperienza di propria iniziativa. Rasmussen riporta il racconto di un viaggio di uno sciamano esquimese: "Il grande mare mi ha messo in movimento mi ha spinto alla deriva facendomi ondeggiare come l'erba si muove nel fiume La volta del cielo e la potenza delle tempeste hanno agiato il mio spirito Io sono ancora trasportato via tremante di gioia" Lo sciamano sogna ad occhi aperti un universo parallelo,entra in contato con gli spiriti, ne conosce l'influenza sul terrestre e in qualche modo li controlla e equilibra. Ma egli entra in contatto anche con IL CREATORE OZIOSO, L'ESSERE SUPREMO , e dunque può diventare rivelatore.LO SCIAMANO RAPPRESENTA FIN DALL'ANTICHITA' IL BISOGNO DI RIVELAZIONE E UNA FIGURA DI RIVELATORE-MEDIATORE TRA L'UMANO E IL DIVINO. Lo sciamano sperimenta un rapporto mistico(=col mistero)e testimonia che le strutture dell'inconscio umano sono universali e che le religioni sono le espressioni storiche culturali di un sentimento umano profondo universale, a-storico o trascendentale. MIrcea Eliade scopre che l'ascensione al sopramondo o cielo è un fenomeno originario che appartiene all'uomo in quanto tale nella sua integrità, non in quanto essere storico,culturalmente determinato. |
Lo sciamano è indovino, taumaturgo e sacerdote di riti. Il raggiungimento di stati inconsueti di coscienza dipende moltissimo dalla percezione di una chiamata divina che si identifica nella epilessia ereditaria o la possessione ,dalla volontà e fede di seguire questa chiamata, dal sentimento di responsabilità verso la comunità, dalla disponibilità a sopportare con fiducia tutte le sofferenze che comporta. La trance estatica viene raggiunta in altre culture con l'autotortura, la deprivazione sensoria,gli esercizi respiratori e la medirazione,la danza e il ritmo di tamburi.Spesso si usano più pratiche insieme.Alcuni sciamani usavano sostanze psichedeliche, bevande fermentate e tabacco.Wasson ha studiato l'antica bevanda degli Ariani (+di 5000 anni fa)il soma,la cui composizione fu sempre considerata il mistero dei misteri.e secondo le sue conclusioni pare si trattasse del fungo allucinogeno ammanita muscaria, conosciuto anche da altre culture.L'uso di tali sostanze(gli indiani d'america ne conoscono almeno 100 diverse) fa pensare ad un loro uso rituale che risale a 15-20,000 anni fa. L'evoluzione dello sciamanesimo da epilessia, possesione o trance estatica indotta consiste nell'uso di tecniche psicologiche e pratiche ascetiche (ascetiche). LE SIBILLE sono fenomeni di rivelazione che hanno caratteritiche sia di POSSESSIONE DIVINA CHE DI PROFETISMO.E' una profetessa invasata che parla a nome del Dio che la possiede.Non è istituzione oracolare come la Pizia:interviene isolatamente e porta un messaggio di sciagure, come la omerica Cassandra.Compare appena prima dei filosofi greci.Virgilio attesta che il fenomeno avviene con un mutamento fisico del corpo della ragazza.della voce che diventa disumana,e della frenesia di cui è pervasa.Appena passa la frenesia, il dio parla.(Apollo). Platone, Fedro,244 a-c:"..la verità è che i maggiori beni ci sono largiti per mezzo di una follia che è un dono divino...gli antichi chiamavano quest'arte manichè...i nostri contemporanei l'anno storpiata in mantichè(arte mantica)." Le
sibille erano considerate ispirate da alcuni padri cristiani come
Agostino. sono persone che parlano a nome di Dio senza esserne necessariamente posseduti,mai di propria iniziativa ma sempre per chiamata e missione divina.La vocazione divina comporta una trasformazione,non solo del rapporto tra profeta e divinità,ma anche tra profeta e comunità,per la quale egli diviene intermediario. Compare nei momenti di crisi etica della comunità ed ha bisogno di riconoscimento da parte del gruppo.Il profeta subisce uno sdoppiamento di personalità:egli porta un messaggio di cui non è responsabile ma di cui subisce le conseguenze. Caratteristica del profetismo è l'attività di rivelazione salvifica per tutta la comunità.Storicamente compare in Medio oriente all'inizio del 2000 a.C. segnatamanete nelle religione che fanno appello ad una Rivelazione di salvezza,sempre al servizio del re e del santuario o della comunità. Il profetismo mesopotamico parla di estatici, il profetismo ebraico parla della discesa di uno spirito divino. |
Gli
uomini si sentono orientati nel loro sentire religioso verso
le
rivelazioni giacchè in esse possono vedere l'azione di
un potere soprannaturale che
domina le forze del male e della morte.Che li salva. Se gli dèi si sono rivelati allora è lecito per gli uomini continuare a cercarli perché li salvino definitivamente dal male e dalla morte. Gli uomini rispondono alle rivelazioni istituendo preghiere, riti, pratiche di vita che costituiscono le religioni. |
Il fatto che ritroviamo tante e diverse religioni è riconducibile alla varietà e diversità del fenomeno delle rivelazioni piuttosto che alla fantasia dei popoli!Ci sono tante e diverse religioni perchè ci sono state tante e diverse rivelazioni. |
VIAGGIO VERSO L'INFINITAMENTE PICCOLO |
IL MONDO MACROSCOPICO |
Cominciamo il nostro viaggio verso l'infinitamente
piccolo partendo da una lunghezza che conosciamo bene: il metro. Se ci guardiamo
intorno, la lunghezza di gran parte di ciò che vediamo può essere espressa in
metri: una via, l'altezza di una casa, di un albero e perché no, di Camilla
che corre felice, in un mondo di cui, per una volta, lei è la misura.E' istruttivo osservare come la definizione di metro, e
cioè di unità di misura delle dimensioni umane, sia stata prima legata alle
dimensioni della terra, e quindi a misure molto più grandi, poi all'emissione
di onde elettromagnetiche da parte di un atomo, e quindi a dimensioni molto più
piccole.
Tra la fine del XVI e gli inizi del XVII secolo fu data la prima definizione
ufficiale di metro: la decimilionesima parte dell'arco di meridiano
terrestre compreso tra il polo boreale e l'equatore. Dato che questa
definizione non era affatto immediata da utilizzare quando bisognava misurare la
distanza tra due case, o l'altezza di Camilla, fu deciso di costruire un
prototipo del metro.
Durante gli anni successivi gli scienziati si resero conto che i meridiani
terrestri non sono tutti uguali poiché la terra non è un ellissoide perfetto.
Verificarono poi che il metro prototipo non corrispondeva esattamente alla sua
definizione. Nel 1889 durante la prima Conferenza Generale dei Pesi e delle
Misure, fu deciso perciò di definire come metro la distanza tra due tratti
segnati su di una sbarra di platino conservata a zero gradi centigradi presso
l'Ufficio dei Pesi e delle Misure di Parigi. Per facilitare l'utilizzo
di questa definizione furono costruiti dei campioni secondari di metro. In
Italia, il più importante metro secondario è quello conservato presso il
Ministero dell'Industria a Roma. Finalmente il metro era definito per le sua
reale lunghezza e non desunto da una molto maggiore.
Nel 1960 la definizione di metro è stata nuovamente
cambiata; quella utilizzata sino ad allora aveva numerosi inconvenienti: da un
lato non c'era la certezza che il metro campione non cambiasse la sua forma
nel tempo, dall'altro il rapido sviluppo della nostra società richiedeva una
definizione di metro facilmente utilizzabile e facilmente riproducibile con
estrema precisione, quindi un numero di campioni molto grande.
Per queste ed altre ragioni fu deciso, durante l'undicesima Conferenza
Generale dei Pesi e delle Misure, di dare una nuova definizione: "la
lunghezza uguale a 1650763.73 lunghezze d'onda nel vuoto della radiazione
corrispondente alla transizione 2p10 , 2d5 (una delle
righe emesse dagli atomi, che Bohr ha
spiegato) dell'atomo di kripton 86
". Questa
definizione è realizzabile in molti laboratori e non richiede confronti con
oggetti esterni al laboratorio stesso (come avveniva con i metri campioni). Ma
abbiamo nuovamente una definizione che si basa su oggetti (gli atomi e la
lunghezza d'onda emessa) con dimensioni molto diverse da quelle della nostra
Camilla.
La definizione attuale di metro, in vigore dal 1983
stabilisce che, definita in un modo qualsiasi la durata del secondo e
misurando la velocità in metri al secondo, il metro è quella distanza percorsa
dalla luce nel vuoto in 1/299792458 secondi. Ancora una volta questa
definizione, per quanto precisissima e facilmente riproducibile, è molto
lontana dal senso comune.Non preoccupiamoci, però, della definizione di metro, a
noi basta Camilla che, ignara di tutto questo, corre beata.
Un decimetro (10-1
metri)
Il primo passo del nostro viaggio ci fa passare dalle
dimenzioni di un metro a quelle di circa 10 centimetri: di Camilla adesso
possiamo vedere meglio i dettagli, come gli occhi o la bocca. Oggetti ed animali
di queste dimensioni riempiono il mondo che ci circonda e sono le stesse di ciò
che spesso costruiamo, come libri, penne o dischetti.
Un millimetro
(10-3 metri)
Facendo altri due passi nel nostro viaggio arriviamo a
visitare il mondo degli oggetti lunghi un millimetro. Possiamo osservare che
anche la pelle di Camilla, all'apparenza così liscia, è in realtà composta
di tante piccole screpolature. Non è facile vederlo: rispetto all'immagine
precedente stiamo guardando dettagli 100 volte più piccoli e che, nella vita
quotidiana, possiamo osservare solo attraverso lenti di ingrandimento e
microscopi. Anche se spesso non ci facciamo caso, esistono molte cose che ci
circondano e che usiamo normalmente di queste dimensioni; basta pensare alle
mine delle matite, al sale da cucina, ai minuscoli componenti degli orologi od
agli aghi per cucire. Il
mondo CELLULARE Dieci micrometri (10-5
metri) Altri due passi ed il mondo macroscopico lascia il posto
a quello cellulare.Per vedere bene cosa popola questo nuovo mondo si devono
usare necessariamente i microscopi. Qui incontriamo le cellule che compongono la
pelle, il sangue e tutto il corpo di Camilla. Cento nanometri (10-7
metri) Compiendo altri due passi entriamo dentro al nucleo della
cellula e possiamo osservare da vicino i cromosomi. Questi sono composti
principalmente dal DNA (acido desossiribonucleico). Un nanometro (10-9
metri) Altri due passi nel nostro viaggio ed incontriamo le
molecole. Queste sono composte da un insieme di due o più atomi che, pur
rimanendo distinti, mettono in comune i loro elettroni più lontani dai nuclei; in questo modo si ottengono proprietà chimiche e
fisiche altrimenti impossibili. Sono questi i mattoni che costituiscono, in
ultima analisi, il messaggio genetico. E' affascinante pensare come le molecole, che sono i
componenti principali di tutte le cellule di Camilla, siano composte di atomi.
Questo è il mistero della vita: come gli atomi del latte che Camilla assimila
tutti i giorni possano permetterle di vivere diventando cellule, come faccia un
insieme di miliardi di molecole inanimate a ridere, piangere, pensare e provare
sentimenti! Un Ångström (10-10
metri)
Un solo passo basta per incontrare una delle mete più
ambite del nostro viaggio:l'atomo,o per l'esattezza la nube elettronica che lo compone e ne avvolge il nucleo.Abbiamo visto che ogni singolo
elettrone compie intorno al nucleo orbite molto complesse legate alle leggi
della meccanica quantistica e che non possiamo conoscere con esattezza la sua
posizione.Sappiamo però che la probabilità di trovare un elettrone è concentrata in
strati, a distanze diverse dal nucleo. Per questo abbiamo rappresentato con i
puntini, non tanto la posizione degli elettroni, quanto la probabilità di
trovarli a quella distanza: dove ci sono più puntini è più probabile che ci
sia un elettrone. Un picometro (10-12
metri)
Con altri due passi soltanto, riusciamo ad entrare all'
interno della nube elettronica ed a vedere in lontananza il nucleo. Il
mondo NUCLEARE e SUBNUCLEARE 10 fermi
(10-14 metri)
Altri due passi verso l'infinitamente piccolo e
finalmente incontriamo il nucleo atomico in tutto il suo fascino. Oggi sappiamo
molto del nucleo atomico: conosciamo i suoi costituenti, i neutroni ed i
protoni. Abbiamo appreso inoltre molte informazioni sulle leggi che li tengono
uniti. Molte cose sono però sono ancora da capire con esattezza, altre da
spiegare o da scoprire. Se infatti sappiamo trattare con relativa facilità il
comportamento di alcuni nuclei come, ad esempio, quelli con pochi componenti, la
strada per comprendere a fondo le caratteristiche di molti altri, spesso in
condizioni particolari, è ancora molto lunga. Tante ricerche si stanno
svolgendo e si svolgeranno ancora per chiarire le leggi di questo affascinante e
misterioso costituente dell'atomo. 1 fermi (10-15
metri)
Un altro passo ed incontriamo i mattoni del nucleo, i
protoni ed i neutroni. Possiamo avere un'idea di quanti mattoni siano necessari
per creare il mondo che ci circonda: pensate che Camilla, così piccolina è
composta da ben 4·18·10+27 nucleoni! A leggere questo numero ci si spaventa
quasi: sono più di quattro miliardi di miliardi di miliardi, e pensare che da
grande ne avrà quasi 10 volte tanti ... Molto sappiamo su queste due particelle
costituenti il nucleo, ma lo studio della fisica degli adroni continua senza
sosta, in particolare nella ricerca di nuovi quarks e delle leggi che ne
regolano le proprietà. Più le tecnologie migliorano e si raffinano più è
possibile eseguire misure nuove e precise per verificare teorie esistenti o per
aprire nuove finestre verso mondi ancora sconosciuti. Rimane incredibile pensare
a quale sviluppo abbiano avuto le nostre conoscenze sull'atomo e sui suoi
costituenti in poco più di ottant'anni. 0,1 fermi (10-16
metri)
Nell'ultimo passo del nostro viaggio entriamo
all'interno dei nucleoni. I
campi Introduciamo ora un concetto molto
importante in fisica, di portata infinitamente maggiore di quella che può
sembrare da queste poche righe: il concetto di campo.A questo scopo prendiamo un grosso magnete,
blocchiamolo su di un tavolo di legno ed allontaniamoci. La domanda che sorge
spontanea è: funziona?Se avviciniamo un pezzo di ferro sentiamo la forza che lo attrae e quindi
sappiamo che il magnete funziona, ma se allontaniamo il ferro, il magnete
continua a funzionare oppure no? In altre parole: se in tutto l'universo
rimanesse solo il sole, continuerebbe ad esistere la forza gravitazionale del
sole nell'universo? La risposta più ovvia ed anche più giusta è sì. Ma allora che senso ha parlare di forza
magnetica se il magnete non la esercita su nessuno? I fisici hanno introdotto, anche per superare
questo apparente paradosso, il concetto di campo: il magnete produce intorno a sè
un campo (detto campo magnetico) anche se da solo. dove g è una costante, m1
ed m2 sono le "masse magnetiche dei poli", r
è la distanza tra i poli ed è la
direzione della forza.Dato che il campo esiste sempre e non dipende da moggetto che può cambiare, si definisce il campo magnetico come:
Tutte le cellule che conosciamo, indipendentemente dalle dimensioni, hanno
alcune caratteristiche in comune, la più importante delle quali è quella di
essere vitali anche quando sono separate dalle altre cellule. Per questa ragione
ogni cellula è in grado di acquisire energia dall'esterno (come facciamo noi
mangiando), di crescere e di riprodursi.
I milioni di cellule che compongono un essere vivente sono, a loro volta, esseri
viventi.
Tutte le cellule di Camilla possiedono al loro interno un
nucleo. Nel nucleo sono presenti le 23 coppie di cromosomi che contengono tutte
le informazioni genetiche su Camilla: di che colore avrà gli occhi od i
capelli, od a chi, ad esempio, somiglierà.
Saper leggere queste informazioni significherebbe poter curare, un domani, tante
malattie o predisposizioni ad esse, prima ancora che i piccoli pazienti vedano
la luce.
Il DNA ha una struttura a doppia elica come una scala avvolta su se stessa, in
cui la sequenza di pioli, composti di elementi chimici diversi, fornisce tutte
le informazioni genetiche di Camilla.La natura ha trovato il modo di riprodurre le cellule
copiando esattamente la sequenza di pioli nella scala. Un errore, anche se
minimo, potrebbe avere risultati catastrofici sul futuro delle cellule figlie.
Pensate che anche i componenti del cuore dei computer, i transistor dei moderni
microprocessori, hanno dimensioni simili a queste.
Il
mondo ATOMICO
Non cerchiamo di trovare il nucleo in questo disegno
perché per vederlo bene dobbiamo fare ancora quattro passi.
La cosa che sembra più incredibile è che, a parte qualche puntino per la
probabilità, bassa, di trovare un elettrone, l'atomo è vuoto. La fronte di Camilla, così come una montagna, è fatta di tanti nuclei
molto distanti tra loro, con in mezzo il vuoto (trascurando i piccolissimi
elettroni).
Per avere un'idea di quanto sia vuota la materia basta
pensare che, se ogni nucleo atomico di Camilla diventasse grande come un pallone
da calcio, tra un nucleo e l'altro ci sarebbero ben 10 Km di distanza e gli
elettroni sarebbero più piccoli della punta di un ago.
L'universo che ci appare, composto di quarks e gluoni è solo in parte noto ai fisici che preferiscono spesso descriverlo
utilizzando rappresentazioni pittoriche. Comprenderne le leggi con esattezza è
una scommessa che i fisici hanno fatto e sulla quale hanno investito ed
investiranno molte energie.
Quali universi incontreremmo, se potessimo fare
nuovi passi nel nostro viaggio, è oggetto, oggi, più della speculazione
teorica che della ricerca sperimentale. Scoprirlo e chiarirlo è un nuovo ed
affascinante obbiettivo per tutti noi, anche se questo richiederà tempo, fatica
e dedizione.
Siamo convinti, però, che queste scoperte
saranno il punto di partenza per nuove e più affascinanti ricerche verso
distanze, nell'infinitamente piccolo, oggi inimmaginabili ed irraggiungibili.
Anche Camilla, come tutti noi, darà il suo contributo per conoscere e capire
cose sempre nuove e stupende, del resto:"Considerate la vostra semenza:fatti non foste a viver come bruti,ma per seguir virtute e canoscenza".(Dante, Divina Commedia,
Inf.XXVI,118-120)
Molto poca. Sappiamo infatti che se non ho nulla, come faccio ad accelerarlo ...
Un qualsiasi oggetto inserito in questo campo sente una forza:
Allo stesso modo introduciamo il concetto di campo elettrico:
Per la proprietà di essere indipendenti
dall'oggetto di prova (il pezzo di ferro per il magnete, i pianeti per il sole
e così via) in fisica si usa parlare di campi elettrici magnetici o
gravitazionali piuttosto che delle rispettive forze.
Nel VII secolo a.C. venne per la prima volta osservata, o
almeno ne vennero trascritte le osservazioni a riguardo, la proprietà
dell'ambra, dell'ebanite e di altri materiali che, strofinati con un panno
di lana, acquistano il potere di attirare corpuscoli leggeri come pagliuzze,
pezzetti di carta, ecc.
Queste osservazioni rimasero inalterate fino al XVI secolo, quando W.Gilbert
catalogò un vasto insieme di materiali che avevano proprietà simili.
Gilbert chiamò elettrizzati tutti quei materiali che acquistavano la proprietà
di attirare i corpuscoli: avvicinando questi materiali alla carta, ad esempio,
questa comincia a muoversi, evidenziando la presenza di una forza
che la attira. Gilbert chiamò questa forza "elettrica" (dal termine
"electron", il nome greco dell'ambra).
Dalle osservazioni svolte sui materiali elettrizzati per
strofinio possiamo dedurre quanto segue:
Tra due elementi elettrizzati della stessa specie, come il vetro o la bachelite, si manifesta sempre una forza che tende a farli allontanare tra loro (forza repulsiva).
Come possiamo spiegare tutto questo?
Possiamo spiegare questi effetti supponendo che la forza elettrica si eserciti
tra alcuni oggetti, che chiamiamo particelle. Non tutte le particelle risentono
però della forza elettrica: quelle che ne risentono le chiameremo
elettricamente cariche, le altre elettricamente neutre.
Dai fatti sperimentali si deduce che esistono due tipi di cariche elettriche,
una legata all'ebanite e l'altra al vetro. Chiameremo positiva la carica che
compare sulla superficie delle sostanze tipo vetro quando vengono elettrizzate,
e negativa l'altra. Risulta quindi che particelle con carica dello stesso
segno si respingono, mentre particelle con cariche di segno diverso si
attraggono.
Come si spiega allora, che solo strofinando alcuni
oggetti si elettrizzano?
Questo avviene poiché nella materia, prima dell'azione di strofinamento, ci
sono tante particelle cariche negativamente, quante cariche positivamente e
quindi la materia appare come neutra. Strofinando il vetro, ad esempio, alcune
cariche elettriche negative gli vengono strappate e rimangono sul panno di lana.
Per questo il vetro si carica positivamente e si attrae con il panno.
Questa spiegazione, che può sembrare costruita ad hoc per chiarire
quanto visto, è, invece, una descrizione semplificata, ma corretta, di ciò che
realmente accade.
Sappiamo infatti che la materia è formatada atomi. Questi sono composti da un
numero uguale di particelle cariche negativamente (gli elettroni) e
positivamente (i protoni), più un certo numero di particelle neutre, cioè
prive di carica, (i neutroni). Ogni atomo è neutro, avendo un uguale numero di cariche positive e negative, ma
quando viene strofinato il vetro con la lana, questa porta via alcuni elettroni,
lasciandolo carico positivamente.
Nel caso della bachelite, invece, la lana rilascia alcuni elettroni caricandola
quindi negativamente (gli elettroni sono molto più leggeri dei protoni e quindi
possono essere portati via con molta più facilità).
Esiste un'importante legge della fisica: qualsiasi oggetto elettricamente carico possiede una
carica elettrica che è multipla intera della carica dell'elettrone
(segno a parte); elettrone e protone hanno carica elettrica uguale, ma di segno
opposto, per questo sono necessari un ugual numero dell'uno e dell'altro per
avere l'atomo elettricamente neutro.
La forza elettrica tra due cariche può essere espressa dalla legge di Coulomb, dal nome del fisico che per primo la enunciò, ricavandola dai dati sperimentali:
dove c è una costante, q1
e q2 sono le cariche, r è la distanza tra le
cariche ed è la direzione della forza.
Come si vede questa forza è tanto più intensa quanto più le cariche sono
vicine.
Spesso si parla di forze coulombiane invece di forze elettriche proprio in onore
di Coulomb.
Poli magnetici |
La proprietà di alcuni materiali, come la magnetite, di attirare a sè la limatura di ferro, era nota già dal VII secolo a.C. e fu denominata "magnetismo". I nomi "magnetite" e "magnetismo" derivano da quello della città di Magnesia, in Asia Minore, dove veniva estratto il materiale.Nel XVI secolo W.Gilbert compì una serie di esperimenti con la magnetite al fine di osservare in dettaglio le proprietà del magnetismo e comprenderne l'origine. A questo scopo preparò dei piccoli cilindri di magnetite, detti "magneti", ed osservò che la proprietà di attirare la limatura di ferro si concentrava solo alle estremità del cilindro, che chiamò poli magnetici.Le principali proprietà del magnetismo osservate sono le seguenti:
Esistono delle profonde similitudini tra la forza magnetica e quella elettrica, in particolare, la presenza dei poli magnetici fa supporre la presenza di cariche magnetiche responsabili dell'attrazione e della repulsione tra i poli.Questa descrizione non risulta però soddisfacente in quanto, mentre ogni carica elettrica è portata da una particella e quindi può essere isolata dalle altre, nel caso dei poli magnetici, invece, ogni magnete, per quanto piccolo, possiede sempre due poli distinti ed opposti. Non è quindi possibile parlare di carica magnetica nello stesso senso utilizzato per quelle elettriche. Per questo si chiamano poli le parti in cui si manifesta la proprietà della magnetizzazione.
In ogni caso la forza esercitata tra due poli magnetici ha una forma molto simile a quella esercitata tra le cariche elettriche. Può essere infatti scritta come:
dove g è una costante, m1
ed m2 sono le "masse magnetiche dei poli", r
è la distanza tra i poli ed è la direzione della forza.
Come si vede questa forza è tanto più intensa quanto più i poli sono vicini.Oggi sappiamo che il magnetismo della
ferrite è un fenomeno di origine atomica, spiegabile dalle teorie della
meccanica quantistica, e la cui descrizione è molto più complessa di quella
svolta per la carica elettrica. In quest'ottica è possibile spiegare anche la
quarta proprietà osservata, quella del ferro che diventa, temporaneamente, un
magnete nel caso venga inserito vicino ad un polo magnetico.
LA STRUTTURA DELLA MATERIA |
Anche se la comprensione della struttura atomica è una recente vittoria della fisica, già da molti secoli i chimici avevano imparato a catalogarla ed a sfruttarne le proprietà. Intorno al 1870 D.L.Mayer e D.I.Mendeleev trovarono, indipendentemente l'uno dall'altro, un sistema per catalogare le diverse specie atomiche ancora oggi molto usato, basato (a loro insaputa) sul numero degli elettroni atomici. Oggi sappiamo che gli atomi sono composti da un nucleo molto piccolo (raggio m) composto da neutroni e protoni, che costituisce la parte più massiva, circondato da una nuvola di elettroni che gli gira intorno fino ad una distanza di circa 10-10 m. Neutroni e protoni sono tenuti insieme, vincendo la repulsione elettrica tra le cariche positive, grazie alle interazioni forti, mentre gli elettroni rimangono legati all'atomo a causa dell'interazione elettromagnetica. Esistono in natura circa un centinaio di tipi di atomi e ne vengono creati di nuovi nei moderni laboratori di fisicaOgni specie è caratterizzata da un diverso numero di protoni (essendo l'atomo neutro, questo ha tanti protoni quanti elettroni). Ogni atomo ha un nome che lo caratterizza ed un simbolo, introdotti quando non si conosceva la struttura atomica e si distinguevano le diverse specie di atomi sulla base delle loro proprietà chimiche e fisiche, ma utilizzati ancora oggi per comodità. Alcuni di questi sono: Idrogeno (H), Ossigeno (O), Carbonio (C), Oro (Au) e così via. Il simbolo atomico è spesso affiancato da due numeri, il numero atomico Z (numero di cariche elettriche negative ed utilizzato per la classificazione di Mendeleev) ed il numero di massa A (numero di neutroni e protoni), così posizionati: Ogni specie atomica ha un valore Z diverso dagli altri; questo non vale per il numero di massa. Infatti il numero di neutroni all'interno del nucleo non è lo stesso per tutti gli atomi di una specie; le diverse sottospecie legate al diverso valore del numero di neutroni sono detti isotopi. Gli isotopi possono essere stabili o decadere, con tempi più o meno lunghi, in nuovi atomi fino ad arrivare ad una configurazione stabile ("decadimento radioattivo dei nuclei atomici").Ad esempio, l'elemento è un atomo di carbonio 12 con 6 neutroni, 6 protoni e 6 elettroni, mentre l'elemento è un atomo di carbonio 14 con 8 neutroni, 6 protoni e 6 elettroni. Entrambi sono isotopi del carbonio (anche se diversi), ma il carbonio 12 è un isotopostabile, mentre il carbonio 14 non lo è .
Introducendo il concetto di carica elettrica abbiamo visto che, strofinando con un panno di lana una barretta di ebanite, questa acquista elettroni. Ciò significa che alcuni atomi nella bachelite hanno più elettroni che protoni, mentre accade il contrario per alcuni atomi della lana. Gli atomi con un eccesso di elettroni rispetto ai protoni sono detti ioni negativi, quelli con un eccesso di protoni rispetto agli elettroni, ioni positivi.
Oggi sappiamo che le leggi che regolano la struttura dell'atomo sono quelle della meccanica quantistica e, almeno nel caso di pochi elementi costituenti (come per l'idrogeno), abbiamo imparato ad eseguire calcoli accurati al fine di trovare le orbite più probabili percorse dagli elettroni nel loro moto o la posizione dei nuclei nei solidi.Prima di risolvere definitivamente il problema della struttura degli atomi, i fisici del primo ventennio di questo secolo hanno compiuto uno straordinario lavoro per capire (spesso senza le necessarie conoscenze) come fosse formato l'atomo, aprendo la strada ai risultati della meccanica quantistica.Tutto questo fa parte, ormai, della storia dell'atomo.
I raggi cosmici |
I raggi cosmici sono particelle provenienti dallo spazio,
che, interagendo con gli atomi presenti nell'atmosfera, producono un alto numero
di particelle che arrivano fino alla terra.
Per eseguire esperimenti al riparo da così tante radiazioni i fisici
costruiscono laboratori sotterranei, come è avvenuto per i laboratori del Gran
Sasso, realizzati sotto questa montagna. In questi laboratori si studiano alcune
proprietà dei neutrini che riescono ad attraversare tutta la montagna senza
avere interazioni
con suoi atomi.Dal momento che molte delle particelle cosmiche sono
prodotte in condizioni non riproducibili sulla terra se non, in alcuni casi, nei
moderni laboratori di fisica, queste non saranno solo elettroni, protoni e neutroni.
Per questa ragione i raggi cosmici hanno rappresentato, agli inizi dello studio
della fisica moderna, un mezzo per scoprire molte particelle, come, ad esempio,
l'antielettrone.Negli ultimi anni la ricerca sui raggi cosmici si è
concentrata soprattutto sulla verifica dei modelli astrofisici che prevedono un
certo numero e tipo di particelle sulla terra.
Le antiparticelle |
Il mondo che ci circonda è composto, come noi, di neutroni,
protoni ed elettroni,
trascurando i raggi
cosmici e le particelle prodotte nei laboratori di fisica.
Nel 1932, Anderson,
studiando i raggi cosmici, osservò una particella con la stessa massa
dell'elettrone, ma con carica opposta: questa particella era il positrone
o anti-elettrone, cioè l'antiparticella dell'elettrone.
Questa fu la prima evidenza sperimentale dell'esistenza delle antiparticelle.
Grazie a questa scoperta Anderson fu insignito, tre anni più tardi, del premio
Nobel per la fisica.
In seguito sono stati osservati anche l'anti-protone, l'anti-neutrone,
nonché le antiparticelle di molti altri adroni e di tutti i leptoni.
La presenza degli anti-barioni così come quella dei mesoni
assicura l'esistenza degli anti-quarks.
Non ci addentreremo nelle differenze tra particella e sua antiparticella, perché
questo richiede concetti di fisica molto complessi. Interessiamoci invece ad
un'altra domanda forse più affascinante: è possibile pensare ad un mondo di
antimateria, cioè composto di anti-atomi con anti-elettroni che ruotano attorno
a nuclei di anti-protoni ed anti-neutroni come per la materia ordinaria?
La risposta è sì!
Non esistono ragioni per le quali non possa esistere un universo di antimateria
composto di anti-atomi. Per capire se questa è più una possibilità che una
certezza, in alcuni laboratori si creano artificialmente anti-atomi e se ne
studiano le proprietà, per controllare se c'è una qualche differenza tra atomi
ed anti-atomi ed in caso capirne le ragioni.
Che cosa succederebbe se materia ed antimateria si incontrassero? Se un sasso di
materia andasse ad urtare contro un anti-sasso questo si annienterebbe,
producendo una grande quantità di energia emessa sotto forma di fotone.Nel linguaggio usuale il simbolo
dell'antiparticella è quello della particella con una barra sopra, così
abbiamo:
Per il positrone si può anche scrivere:
Torniamo ora alla scoperta del positrone, evento che
costituì una delle verifche più importanti della meccanica quantistica
relativistica, ed in particolare dell'equazione di Dirac.
Questa prevedeva, infatti, l'esistenza, insieme all'elettrone,
di una particella con caratteristiche molto simili, che oggi sappiamo essere la
sua antiparticella. La scoperta del positrone avvenne durante alcuni esperimenti per lo studio della radiazione
cosmica da parte di Anderson. l'apparato di rilevazione era molto semplice: un
rilevatore, detto "camera di Wilson" che, se attraversato da una
particella, lasciava una traccia della traiettoria come una sequenza di puntini.
La camera era inserita in un campo
magnetico, poichè una particella carica che si muove all'interno di un
campo magnetico, invece di andare dritta, comincia a curvare tanto più, quanto
è piccolo il suo impulso.
La direzione verso cui la particella curva, è legata al segno della sua carica
elettrica.
Attraverso questo rilevatore era possibile misurare,
quindi, la carica elettrica e l'impulso delle particelle incidenti. Per misurare
anche la massa, Anderson inserì nel rilevatore una lastra di piombo, perchè,
attraversandola, la particella avrebbe perso parte della sua energia. Misurando
l'impulso prima e dopo la lastra, era possibile trarre informazioni molto utili
sulla massa delle particelle.
Proprio da queste misure Anderson osservò, nel 1932, una particella con carica
positiva, con massa molto minore di quella del protone.
Attraverso la misura dell'energia
persa nell'attraversare la lastra di piombo, Anderson concluse che la particella
aveva la massa dell'elettrone, ma carica opposta. Oggi sappiamo che aveva appena
scoperto l'antielettrone.
I decadimenti |
In natura non tutte le particelle o gli
atomi
sono stabili. Un atomo non stabile (e quindi destinato a decadere cambiando la
sua natura) è detto radioattivo.
Se lasciamo, ad esempio, un neutrone
non legato all'interno dell'atomo, prima o poi cambierà la sua natura o, come
si dice in termini tecnici, decadrà.
Nel decadimento saranno prodotti un protone,
un elettrone
ed un anti-neutrino elettronico:
Questo processo è detto "decadimento b".
Ci possiamo ora chiedere perchè il neutrone
decade, mentre il protone, nelle stesse condizioni, no. La ragione per la quale
una particella decade è legata al valore della sua massa.
Einstein,
nel ricavare le leggi della relatività ristretta, dimostrò che esiste una
relazione tra energia
e massa, meglio nota come:
E = mc2
Questa legge ci insegna che se abbiamo della
materia, in linea di principio, possiamo trasformarla in energia e viceversa
(basti pensare all'energia che si sprigiona sotto forma di fotoni
quando materia ed antimateria
si annichilano a vicenda). Un oggetto possiede quindi un'energia per il solo
fatto di avere una massa. Questa energia, detta "di riposo", si somma
ad un'eventuale energia cinetica o potenziale.Un grande sforzo si sta eseguendo per riuscire a
sfruttare questa legge su scala macroscopica e non microscopica (come per le
particelle). Pensate all'energia che si sprigionerebbe dalla trasformazione in
energia di un sasso da meno di mezzo etto: basterebbe a sopperire a tutte le
richieste energetiche dell'Italia per un giorno intero! Pensate a quanta energia
si potrebbe ottenere da tutta la spazzatura che produciamo. Le centrali nucleari
e, purtroppo le bombe atomiche, utilizzano questa legge per produrre energia.
Torniamo ora al nostro neutrone: abbiamo visto
che ha una massa maggiore di quella del protone, ed addirittura di quella di
protone, elettrone ed anti-neutrino insieme. Possiamo pensare, in una visione
molto pittorica, che il neutrone si trasformi in energia che diventa poi
protone, elettrone ed anti-neutrino. E l'energia che avanza? Si trasforma in
energia cinetica: se il neutrone decade da fermo, i suoi prodotti di decadimento
invece avranno una velocità non nulla.Sulla base di quanto appena detto, il protone
potrebbe decadere, perché esistono particelle più leggere di lui (come
l'elettrone), ma esistono leggi della fisica che impongono dei limiti ai
possibili canali di decadimento delle particelle. Ad esempio un barione deve
decadere in un altro barione più altre particelle (infatti il neutrone decade
in protone più altro), ma il protone è il barione più leggero, quindi non può
decadere in nulla.In realtà il protone può decadere
in neutrone elettrone e neutrino elettronico:
(decadimento b inverso) a patto di avere un'energia (cinetica)
tale da compensare la massa mancante. Possibili variazioni alla legge che impone
il decadimento di barioni in barioni, per quanto cercate, non sono ancora state
osservate, ma si pensa che siano avvenute agli albori dell'universo.
Oggi conosciamo le leggi che regolano i
decadimenti delle particelle e sappiamo trarre molte informazioni utili
dall'osservazione di questi processi. Non addentriamoci, però, tra le
complesse leggi che li regolano e vediamo cosa conclusero Chadwick,
e Rutherford
quando, nel 1920, studiarono per la prima volta questo fenomeno.
Alla fine della loro analisi sul decadimento degli atomi, i due fisici
conclusero che ogni atomo radioattivo si comporta come se fosse il solo oggetto
al mondo e decade secondo un criterio puramente statistico. In altre parole la
probabilità che un atomo decada in un certo intervallo di tempo è
proporzionale a questo tempo: tanto maggiore è il tempo, tanto maggiore è la
probabilità. Questa relazione non dipende da nessun parametro esterno
all'atomo.
Per ricavare le informazioni da cui trarre questi risultati Chadwick e
Rutherford presero un campione di materiale radioattivo e misurarono quante
disgregazioni rivelavano in un tempo prefissato. Da quest'analisi si ottiene che
è possibile definire un tempo caratteristico del decadimento, detto "tempo
di dimezzamento", aspettando il quale il numero di
decadimenti (e quindi di atomi radioattivi che devono ancora decadere) si
dimezza rispetto al valore iniziale; ovviamente dopo due tempi di dimezzamento
il numero di atomi radioattivi si è ridotto ad 1/4.
Risultati di questo tipo sono in perfetto
accordo con l'ipotesi che la probabilità di decadimento in un intervallo di
tempo dipenda dalla durata dell'intervallo stesso.I risultati di Chadwick e Rutherford erano molto
difficilmente accettabili dai fisici del tempo, convinti (fino ad allora a
ragione) che la fisica potesse individuare l'istante esatto del prodursi di un
evento, e non la sola probabilità del suo accadere (ricordiamoci che Einstein
sosteneva di non credere che "Dio giochi a dadi").
Uno dei dati più utili in ambito non fisico,
ricavabile dalla misura dei tempi di decadimento, è legato alla datazione delle
sostanze rinvenute. Vediamo perché.In tutte le sostanze organiche è presente il carbonio 12
ed una piccola percentuale di carbonio 14
radioattivo, con tempo di dimezzamento di circa 5700 anni. Quando un essere
vivente si nutre, acquisisce sempre la stessa percentuale di carbonio 14
rispetto al carbonio 12. Ma quando quest'essere muore, la quantità di carbonio
14 diminuisce. Misurandone la quantità nell'organismo, anche a distanza di
migliaia di anni dalla morte, è possibile risalire con buona precisione a
quanto tempo prima questa è avvenuta. Così, ad esempio, è stata misurata
l'età della Sacra Sindone e di diversi fossili organici rinvenuti negli anni
passati.
Interazioni tra particelle |
Il concetto di interazione è probabilmente innato. Interazione è, ad
esempio, quella tra due pianeti o quella che ci tiene sulla terra per effetto
del campo gravitazionale. Sempre interazione è quella tra due cariche
elettriche o tra due poli magnetici. In natura esistono quattro interazioni
fondamentali, che sono alla base degli scambi di forze tra le particelle e che
sono responsabili della struttura dell'universo. Queste sono l'interazione
forte, l'elettromagnetica, la debole e la gravitazionale. Prima di procedere
ad introdurle brevemente sono necessarie alcune piccole premesse.In primo luogo
noi abbiamo trattato i campi elettrici e magnetici in modo distinto, ora invece
questi concetti li troviamo unificati. Infatti questa unificazione, effettuata
da Maxwell nella seconda metà del secolo scorso, è parte integrante della
fisica moderna, che ha abbandonato i concetti di campo elettrico e magnetico
come entità distinte. Più correttamente, infatti, avremmo dovuto parlare di
campi elettrostatici e magnetostatici, in quanto non appena le cariche
elettriche od i poli magnetici si muovono, i discorsi precedenti andrebbero
modificati.Nella teoria relativistica dei campi quantizzati, che è
quella che descrive la creazione e l'interazione delle particelle non sono
possibili interazioni a distanza (come, ad esempio, nel campo gravitazionale),
le interazioni avvengono per scambio di una o più particelle, i bosoni
intermedi o "quanti di energia". Queste particelle, in quanto
trasportatrici dell'energia
dell'interazione, vengono emesse e riassorbite dalle particelle interagenti.
Il più famoso bosone intermedio è, probabilmente, il fotone,
il quanto del campo elettromagnetico.Descrivendo un'interazione è importante definire due
quantità: il range o raggio d' azione e l'intensità.
Il range di un'interazione è la distanza massima cui questa è
influente. Ad esempio l'interazione gravitazionale ha un range infinito; per
questa caratteristica il sole esercita la sua forza anche su pianeti
lontanissimi. Le interazioni forti, invece, hanno range pari a circa le
dimensioni del nucleo: un adrone che passi oltre questa distanza subirà un'interazione
con il nucleo trascurabile. L'intensità delle interazioni fornisce i rapporti
di forza tra le diverse interazioni.Introduciamo ora brevemente le caratteristiche salienti
delle quattro interazioni fondamentali in ordine decrescente di intensità
relativa:
Leptoni e adroni |
La materia che ci circonda è composta da tre tipi di particelle: gli
elettroni, i neutroni ed i protoni, che si uniscono per formare gli
atomi.Considerando la struttura degli atomi è possibile porsi una domanda: noi
sappiamo che le particelle che compongono il nucleo risentono dell'interazione
forte; sappiamo inoltre che gli elettroni girano intorno al nucleo come la luna
intorno alla terra, ma perchè l'elettrone non risente della forza nucleare
molto più intensa di quella elettronica quando nel suo moto si trova molto
vicino al nucleo?In realtà solo alcune particelle risentono della forza
nucleare, così come solo le particelle elettricamente cariche risentono dell'interazione
elettromagnetica.Oggi sappiamo che le interazioni forti avvengono tra i partoni
che compongono le particelle interagenti, così solo le particelle composte da
quarks risentono di questa interazione.Così come abbiamo fatto una distinzione tra particelle cariche, che risentono
dell'interazione elettromagnetica e particelle neutre che non ne risentono,
possiamo fare una nuova distinzione tra particelle che risentono delle
interazioni forti e quelle che non ne risentono.
Si chiamano adroni i primi e leptoni i secondi
(sono esclusi i bosoni intermedi delle interazioni
fondamentali).
I leptoni, quindi, risentono solo delle interazioni gravitazionali,
elettromagnetiche e deboli e sono: l'elettrone, la particella m, la particella
t, i neutrini e le relative antiparticelle. Come per i quarks si usa
rappresentare i leptoni in famiglie, così si ha:
I leptoni sono particelle elementari, cioè non sono
composte da altre particelle più piccole come succede per gli adroni con i
quarks. Dai risultati dei più moderni esperimenti risulta altamente improbabile
che si possano scoprire nuove famiglie di leptoni.Una delle più precise misure che si stanno eseguendo per
la massa di una particella riguarda quella dei neutrini elettronici (ne).
Oggi i più recenti risultati indicano che questa è minore di 1.07·10-35
Kg (un numero piccolissimo, 34 zeri!!!!); per quanto si dica che i neutrini sono
particelle a massa nulla, molte teorie, soprattutto astrofisiche, portano a
concludere che i neutrini devono avere una massa, anche se piccolissima. Gli
adroni, essendo composti da partoni, risentono di tutte e quattro le interazioni
fondamentali della fisica. Queste particelle si dividono, a seconda del numero
di quarks e/o antiquarks "di valenza", in barioni e mesoni a seconda
che questi quarks siano tre o due rispettivamente. Viste le possibili
combinazioni che si possono creare con i quarks e gli anti-quarks, esistono
moltissimi adroni che possono essere creati artificialmente nei laboratori di
fisica. Solo alcuni sono stati studiati, per ora, in modo approfondito. In
natura le uniche particelle stabili (cioè che non decadono) sono l'elettrone,
il protone, il fotone ed i neutrini (anche il neutrone, fuori dal nucleo
atomico, decade con un tempo di dimezzamento di dieci minuti,)
tutti gli altri leptoni ed adroni decadranno quindi, con tempi di dimezzamento
più o meno lunghi (compresi tra 5·10-25 e dieci minuti) fino a
diventare particelle stabili e comporre la materia o viaggiare nello spazio
interstellare.
Delle tre particelle che costituiscono gli atomi, l'elettrone è di gran
lunga il più leggero ed il più piccolo, la sua massa
è infatti:
ed il suo raggio è così piccolo che non si
è ancora riusciti a misurarlo; per questo diciamo che è puntiforme. Sappiamo
anche che è privo di struttura interna, a differenza delneutrone e del protone,
cioè è una particella elementare in quanto non composta da altre più piccole,
come per gli adroni.
Nell'uso comune, l'elettrone viene
abbreviato con il simbolo e-.
La sua carica elettrica è negativa e si indica con:
Si identifica come carica elementare (e) la carica dell'elettrone, e la carica di tutte le altre
particelle viene riferita a questa.
Esiste una fondamentale legge della fisica: la carica elettrica di una
particella è sempre un multiplo intero, segno a parte, della carica elementare.
L'elettrone, essendo un leptone, risente delle interazioni deboli ed
elettromagnetiche, ma non delle interazioni forti.La scoperta degli elettroni da parte di
J.J.Thomson ha messo in evidenza, per la prima volta, l'esistenza delle particelle
elementari, o, meglio, della natura non continua della materia.
Verso il 1858 si iniziano ad osservare strani fenomeni che si producono quando
la corrente elettrica passa attraverso un gas molto rarefatto contenuto in un
tubo. In particolare, si evidenzia una radiazione emessa dal tubo contenente il
gas rarefatto (raggi catodici). Oggi sappiamo che quella radiazione è composta
di elettroni, ma a quel tempo non si sapeva neanche di cosa fosse composta la
luce: nessuna possibilità poteva essere quindi scartata riguardo l'origine di
questi raggi.
Negli anni successivi furono effettuati molti esperimenti per evidenziare
proprietà distintive dei raggi catodici. L'inadeguatezza dei mezzi
sperimentali, però, finì spesso per deviare la ricerca: diversi sperimentatori
finirono, infatti, per ottenere risultati contraddittori.
I risultati di questi esperimenti fecero sì che gli studiosi si divisero tra
chi interpretava i fenomeni osservati come emissione di particelle dal gas, chi
invece come emissione di onde.
A risolvere le controversie sulla natura dei raggi
catodici riuscì, nel 1897, J.J.Thomson che, a conclusione di una serie di esperimenti molto precisi, ne verificò la
natura corpuscolare. A questo proposito scrisse: "E' impossibile non
concludere che la radiazione catodica sia formata da cariche di elettricità
negativa trasportate da particelle di materia....ci si trova dinnanzi ad un
nuovo stato della materia....uno stato in cui tutta la materia è di un solo
genere....e questa materia è la sostanza con la quale sono costituiti tutti gli
elementi chimici".
Era la prima evidenza sperimentale degli elettroni che
aprì la strada allo sviluppo della fisica atomica.
Il neutrone è, insieme al protone, uno dei due costituenti dei nuclei
atomici. E' un adrone, e in particolare un barione, di massa:
e raggio:
quindi molto più grande e pesante (circa 1839 volte) dell'elettrone.
Infatti negli atomi sono gli elettroni a girare intorno al nucleo composto anche
di neutroni. Comunemente il neutrone viene abbreviato con n e protoni e neutroni
sono detti nucleoni. La carica elettrica del neutrone è nulla:
Come abbiamo accennato, il neutrone è un adrone e quindi
risente delle interazioni forti: sono di questo tipo le forze nucleari che
regolano la vita dei nuclei atomici. Oltre alle interazioni forti i neutroni
risentono anche delle interazioni deboli, ma non elettromagnetiche in quanto
hanno carica elettrica nulla. La teoria della Cromodinamica Quantistica ci
insegna che i neutroni sono composti di tre quarks, per l'esattezza due down ed un up (n=ddu).
Appare però subito evidente un fatto apparentemente inspiegabile: la massa dei
tre quarks è circa un trentesimo della massa del neutrone. Questo avviene perchè,
oltre ai tre quarks, detti "di valenza", esistono molte coppie
quark-antiquark, dette "di mare", che, seguendo le leggi della
Cromodinamica Quantistica, si creano e vivono per tempi brevissimi prima di
annientarsi.
Tutti i quarks nel nucleone ed i gluoni, che tengono questi elementi uniti,
vengono detti partoni.
L' ipotesi dell'esistenza del
neutrone nel nucleo fu avanzata da Rutherfordnel 1920 (tredici anni prima della sua scoperta), per superare le insormontabili
difficoltà legate all'ipotesi protone-elettrone nei nuclei, anche se quella
ipotizzata non era una particella nel senso proprio del termine.
Il protone è, insieme al neutrone, uno dei due costituenti dei nuclei
atomici. E' un adrone, e in particolare un barione, di massa:
e raggio:
Nel 1930, Bothe e Becker osservarono l'emissione di radiazione neutra mentre bombardavano con particelle a su campioni di berilio (come Rutherford aveva fatto con l'oro). La possibile presenza del neutrone anche fuori dal nucleo negava che questo fosse un aggregato di elettrone e protone come ipotizzato da Rutherford. Dopo questa scoperta si sviluppò un'intensa ricerca per comprendere il tipo di radiazione.
Nel 1932 Chadwick, sulla base dei risultati di alcuni esperimenti da lui eseguiti su questa nuova radiazione, constatò che questa non poteva essere radiazione elettromagnetica. Fece altresì l'ipotesi che si trattasse di una nuova particella neutra. I risultati sperimentali furono spiegati supponendo che si trattasse di una particella neutra di massa circa uguale a quella del protone, il neutrone. Come riconoscimento per i risultati ottenuti con le sua ricerche, Chadwick fu insignito del premio Nobel per la fisica nel 1935
I quark |
e sono detti mesoni.
e sono detti barioni.
La diversa composizione delle due famiglie
di adroni implica, ovviamente, che i diversi componenti hanno proprietà fisiche
diverse.
Sulla base delle proprietà, si usa raggruppare i quarks in famiglie secondo lo
schema:
L'interazione tra queste 6 particelle (e/o sei antiparticelle), secondo lo schema della QCD, dà origine all'infinità di adroni oggi solo in parte investigata.
Il fotone |
La natura della luce è stata per secoli motivo di studio
e di speculazione filosofica da parte degli scienziati delle varie epoche.
C'era qualcuno, come Newton,
che sosteneva che la luce fosse composta di minuscole particelle o corpuscoli,
altri che fosse un'onda.
Nel secolo scorso, poi, con l'affinarsi delle tecniche sperimentali e con la
maggiore conoscenza delle leggi che regolano il mondo delle onde (come
l'interferenza e la diffrazione), si arrivò a concludere che la luce è
un'onda che si propaga nello spazio.
Oggi sappiamo che questa è un'onda elettromagnetica come lo sono, ad esempio,
le onde radio e le microonde.Verso la fine del secolo scorso, nuovi e più precisi
esperimenti evidenziarono proprietà della radiazione elettromagnetica che non
potevano essere spiegate pensandola come un'onda. Agli inizi di questo secolo
il fisico Max
Planck concluse che, affinché alcuni risultati sperimentali potessero
essere spiegati in maniera corretta, era necessario che l'effetto della
radiazione elettomagnetica fosse quantizzato. Era cioè necessario trattare gli
effetti della radiazione elettromagnetica e quindi dello scambio di energia
nelle particelle, come se fossero portati da delle particelle.
Era l'inizio di una nuova era della fisica: quel giorno cominciava la fisica
dei "quanti", uno dei cardini della fisica moderna.Pochi anni più tardi
Albert
Einstein, studiando alcuni risultati sperimentali apparentemente
inspiegabili legati all'effetto fotoelettrico, arrivò ad una soluzione ancora
più radicale di quella proposta da Planck: non erano gli effetti della
radiazione elettromagnetica a dover essere quantizzati, ma la radiazione stessa.
Questi "quanti di luce" di cui è composta la radiazione
elettromagnetica sono detti fotoni e sono particelle a massa nulla.
L'energia di un fotone è proporzionale alla frequenza della radiazione
elettromagnetica a cui appartiene, secondo la formula:
E = hu
Il considerare la luce composta di corpuscoli come volevano alcuni fisici dei secoli scorsi ha in realtà origini più strettamente filosofiche ed in ogni caso per nulla simili a quelle addotte da Einstein.
Negli anni successivi molti fenomeni della fisica
all'apparenza oscuri furono spiegati ricorrendo alla quantizzazione della
radiazione (o campo)
elettromagnetica in fotoni. Ricordiamo, ad esempio, l'effetto Compton, dal
nome del fisico che per primo spiegò i risultati sperimentali ottenuti
utilizzando la quantizzazione del campo elettromagnetico.
Queste continue vittorie della "teoria dei quanti" ponevano però un
problema di fondo: la radiazione elettromagnetica, e quindi la luce, è
un'onda od un flusso di particelle?
La maggior parte dei fenomeni, infatti, può essere spiegata sia in termini
ondulatori che corpuscolari, ma esistono fenomeni che possono essere spiegati
con uno soltanto di tali schemi. Queste problematiche sulle proprietà della
luce vanno sotto il nome di "dualismo onda-corpuscolare della luce"
e vengono superate con il "principio di complementarità" che
stabilisce la duplice natura della radiazione elettromagnetica.
Il comportamento particellare od ondulatorio è determinato da ciò che si vuole
osservare, e per quanto questo possa sembrare paradossale, corrisponde a ciò
che realmente si osserva.
Nella "teoria relativistica dei campi quantizzati", che
descrive il comportamento delle particelle, il concetto di onda viene
definitivamente abbandonato ed i fotoni diventano il mezzo con cui la radiazione
elettromagnetica si propaga.
In quegli anni i fisici stavano trattando un argomento
incredibilmente nuovo e vasto senza neanche immaginarlo, e per spiegare alcuni
effetti misteriosi finirono spesso per fare affermazioni, ripensando alle quali,
in futuro, avrebbero probabilmente sorriso.
Un giovane fisico francese, Louise
De Broglie, scrisse nella sua tesi di laurea che tutte le particelle sono in
realtà delle onde. Pochi, ovviamente, gli avevano dato ascolto in quel momento.
Alcuni anni dopo, però, un esperimento condotto da Davisson e Germer fornì
risultati spiegabili solo con l'intuizione di De Broglie; inoltre in quegli
anni Erwin
Schrödinger e Werner
Heisenberg, nel porre le premesse della "meccanica quantistica",
inserirono l'idea di De Broglie tra i concetti fondamentali.Per quanto riguarda le particelle, nella meccanica
quantistica il concetto di oggetto puntiforme è scomparso a favore del concetto
di onda.
Come conciliare tutto questo con le evidenze sperimentali dell'esistenza delle
particelle?
Se una particella non è un oggetto puntiforme, come facciamo a dire dove sta
e con quale velocità
viaggia, dato che un'onda non sta in un posto preciso?
Per uscire da questo paradosso Heisenberg arrivò a formulare il "principio
di indeterminazione". Esso afferma che possiamo ancora trattare le
particelle come punti materiali, a meno che non cerchiamo di sapere la loro posizione
e contemporaneamente la loro velocità con una precisione infinita.Nel mondo macroscopico tutto è composto da particelle,
in quanto la precisione delle misure è molto minore dei limiti imposti dal
principio di Heisenberg.
La meccanica quantistica si basa su concetti che sono molto diversi da quelli
del senso comune; a settant'anni di distanza dalla sua nascita, chiunque si
avvicini ad essa trova all'inizio non pochi problemi a digerirla. Quando
nacque, molti fisici la contestarono fortemente perchè non ne condividevano le
basi così estranee a quelle sviluppate per la fisica classica.
L'idea che di una particella non si potessero conoscere contemporaneamente
posizione e velocità con precisione infinita, e quindi non si potesse ricavare
una precisa legge
del moto, dispiaceva persino ad Einstein, che affermava di non credere che
"Dio gioca a dadi".
Ma, per fortuna, le cose che funzionano sono destinate a restare e la meccanica
quantistica è oggi un branca della fisica in continua evoluzione.