Quando ci si sente dire "ieri ho conosciuto un tizio simpatico; fa il
bancario", non si risponde "Ah, e che lavoro fa?" (a meno che non si voglia
passare per idioti). Un bancario lavora in banca.
Parimenti un fotografo fotografa, un insegnante insegna e un giornalista scrive
articoli sul giornale.
Un medico potrà avere diverse specializzazioni, ma si occuperà pur sempre di
curare le persone.
E un ingegnere? Che fa un ingegnere? Tali e diversi fra loro sono i suoi
possibili impieghi che rispondere alla domanda "che lavoro fai?" con "ingegnere"
è come descrivere Bruno Vespa dicendo che "appartiene alla razza umana".
Ecco una breve guida per districarsi nei meandri della professione.
Analista di reti
Non è lo psichiatra di Ronaldo, ma uno dei mestieri più in voga nel campo
dell'informatica. Uno dei pochi lavori da ingegnere ben retribuito, per inciso.
L'analista passa il suo tempo a frequentare
corsi di aggiornamento in cui impara a usare programmi che, una volta finito il
corso, saranno già obsoleti.
Egli tiene appeso a una parete il suo primo floppy disk (uno di quelli grossi)
e, nelle serate davanti al camino, rilegge con un sentimento di malincoallegria
gli appunti dell'Università, con le previsioni del suo
prof. di informatica riguardo alla "necessità di avere un hard disk da almeno 20
Mb".
Analyst&Production management consultant
Quello del Consultant non è un lavoro. E' un job. E l'ingegnere non viene scelto
perché le sue capacità eri si adattano ai bisogni dei mercato, bensì perché le
sue skills si adattano ai needs del market, come
gli viene spiegato al momento dell'assunzione da un abbronzatissimo Head of
Personal & Human Resources, generalmente di nome Rudy.
Durante il primo mese, il neoassunto si mantiene sulla soglia di "produttività
zero", passando il tempo a frequentare corsi in cui Rudy lo indottrina sulla
storia dell'azienda, sulla mission e la vision dei dipendenti e sul motto
aziendale, di solito up or out, perform or out o simili.
In seguito la sua produttività reale resta ancorata a zero, ma quella fittizia
(su cui fattura) si impenna esponenzialmente. Quello del consulente, infatti, è
un lavoro inutile che consiste nel far credere a un imprenditore con trent'anni
di esperienza di aver bisogno dei "consigli" di un pischello di venticinque
anni.
La carriera dell'ingegnere giustamente motivato sarà fulminea: partito come
Junior Assistant Consultant, dopo due anni diventerà Assistant Consultant e in
altri due Senior Assistant Consultant. Poi Consultant, Senior Consultant,
Consultant +, Consultant con lode, Consultant Doppio Malto.
Dopo 43 anni diventerà Manager e poi Partner e finalmente qualcuno gli spiegherà
che cacchio di lavoro ha fatto fino ad allora.
Il commerciale
E quello che risponde agli annunci in cui si cerca un Sales Manager. Lavora nel
reparto vendite di un'azienda leader in qualcosa in un qualche punto
dell'Universo. E giusto che, oltre a ragionieri e laureati
in economia, il reparto marketing impieghi anche un ingegnere: niente di meglio
di un tecnico specializzato per interfacciarsi coi clienti e avere rapporti con
loro con la forza del sapere dalla propria. Purtroppo, dopo qualche anno lontano
dai macchinari, l'ingegnere si deingegnerizza e il suo lavoro diventa:
rispondere alla telefonata del cliente, ascoltare la sua domanda, frugare nel
proprio bagaglio tecnico, non trovare niente, dire: "Attenda in linea che le
passo l'ufficio tecnico".
Col passare del tempo il commerciale migliora vieppiù le sue doti di
interfacciamento fino al giorno in cui si infila una gonna e decide di farsi
chiamare Cinzia, prendendo piena coscienza della sua identità di
centralinista.
Il dottorando
L'imboscato, quello che ha capito che tipo di lavoro fanno gli ingegneri e vuote
sfuggire a tutti i costi a quel triste destino, dandosi all'insegnamento
universitario.
All'uopo si accoda a uno dei tanti baroni dotati di cattedra, diventandone
l'assistente. Ciò gli vale l'assegnazione di importanti incarichi, quali portare
la borsa del professore, aprirgli la porta quando passa e riverniciargli lo
studio, compito riservato solo a pochi eletti. Come unica consolazione gli viene
concesso di partecipare agli esami. La notte prima la passa insonne a progettare
ogni possibile nefandezza, felice per la possibilità di vendicarsi di tutti
quegli ingiusti 30 concessi alle sue compagne di corso dalla gonna un po' corta.
Inutile dire che, da pezzo di pane qual è, tutti gli studenti cercano di essere
interrogati da lui e che, alla vista della prima caviglia, è 30 e lode per
tutti.
L'ingegnere
Oscura e serissima figura, circondata da un alone di mistero e di timore
reverenziale, tiene nelle sue mani il potere assoluto riguardante uno dei più
importanti esami della nostra vita: quello della patente.
Si tratta di un personaggio che suscita inquietanti interrogativi, che
contribuiscono a rafforzare il mito dell'ingegnere in senso lato: innanzitutto,
perché si chiama "Ingegnere"? C'è bisogno di una laurea
per capire che se uno va contromano è meglio non dargli la patente? E se davvero
ce n'è bisogno, perché proprio quella in ingegneria? Gli ingegneri guidano molto
meglio degli architetti? O degli avvocati?
Ingegnere edile
Quello che, fra tutti i colleghi, ha più contatto con la realtà.
Manco troppo, comunque, visto che in cantiere all'ingegnere viene riservato lo
stesso trattamento che si adotta con il nonno rompiballe che ancora si crede il
capofamiglia. Egli passeggia per il cantiere,
impartendo direttive ed è tutto un "Buongiorno ingegnere, certo ingegnere, sarà
fatto, sissignore ingegnere". Mezzo secondo dopo che se n'è andato ci si
dimentica di lui e dei suoi ordini e si riprende a
lavorare sul serio.
Il momento più alto è quando si tratta di eseguire dei calcoli vitali per il
proseguimento dei lavori. Il cantiere è fermo, in trepida attesa. L'ing.
consulta il manuale, gli appunti e le sue risorse mentali.
Armeggia con un centinaio di strumenti ed emette il verdetto: qui ci vuole una
putrella da 25,7 mm di diametro. Ed è vero. La putrella da 25,7 è perfetta per
lo scopo. Anzi, lo sarebbe, se non fosse per il
piccolo particolare che le putrelle da 25,7 non esistono. Ma all'ingegnere non
importa, non è un problema suo se i produttori di putrelle non tengono conto
delle esigenze del cantiere. Egli ha indicato
la retta via, spetta agli altri trovare un modo per seguirla. Se fosse per lui,
ne potrebbero anche ordinare uno stock su misura e se i costi del progetto
dovessero raddoppiare, pazienza. Cos'è il denaro, di fronte alla perfezione di
un pilone in cemento armato? A risolvere l'impasse, arriva l'operaio anziano che
dà un'occhiata alle carte e butta li un "è vero. Però anche quelle da 26
(esistenti) vanno benone".
Progettista di flussometri
Ovvero l'impersonificazione della tristezza.
Sede di lavoro: fabbrichetta a conduzione familiare, di proprietà del suocero,
nell'estrema periferia di un qualsiasi hinterland nord italiano, lontano da
tutto ma "comodo autostrada". Il miracolo economico
italiano, insomma.
Obiettivo: progettare e garantire l'evoluzione tecnologica di un apparecchietto
grosso come una moneta da cento, che andrà inserito in un raccordo in gomma per
tubazioni plastiche, prodotto di punta della ditta e orgoglio del bisnonno
fondatore.
Il progettista si distingue dagli altri ingegneri perché alla domanda "Che
lavoro fai?", invece di rispondere "ingegnere" e glissare con un commento sul
tempo, abbraccia il suo interlocutore e scoppia in un
pianto irrefrenabile.
Responsabile controllo qualità
Uno dei lavori più di moda, ultimamente. Intanto è bene chiarire che "qualità"
in questo caso è un termine tecnico, che non ha niente a che vedere con "cosa
fatta bene".
La qualità di cui si parla, infatti, si riferisce al processo produttivo
dell'azienda e non al prodotto finale.
Per essere un'azienda di qualità, bisogna che la linea produttiva sia
organizzata in modo tale che il prodotto finito, diciamo un motore, preso in un
giorno qualsiasi sia uguale identico al motore prodotto due
mesi dopo. Sulla qualità del motore stesso, non dice niente nessuno.
In pratica un'azienda che produce un motore schifoso potrà definirsi di qualità
se, nel tempo, produrrà motori sempre ugualmente schifosi. Se invece di tanto in
tanto glie ne dovesse scappare uno buono, beh,
sarebbe il segnale che c'è qualcosa che non va.
Il compito dell'Ingegnere Responsabile del Controllo Qualità è far si che ciò
non accada.
Intrecciatore di perline
Sì, proprio così. Oppure il cabarettista, l'intagliatore di legno e tutti gli
altri classici mestieri "da scoppiato". Se a prima vista la cosa suscita stupore
e sdegno ("II figlio di quella lì era ingegnere e adesso ammaestra elefanti in
Indonesia. Dove andremo a finire!"), esaminando i lavori elencati qui sopra e
provando a calarsi nei panni di chi li ha fatti per davvero si può capire come,
dopo una decina di anni
di "implementazione dell'awareness del prodotto", il richiamo di una nuova vita
da coltivatore di maracuja possa diventare irresistibile.