Una
manciata di film, per lo più misconosciuti, per entrare
paradossalmente nella leggenda: la carriera di Rita
Calderoni (nata a Genova nel 1951) si può sintetizzare
così. Trasferitasi giovanissima, con la famiglia, dalla
natia Liguria in Friuli, precisamente ad Udine, si
mette inizialmente in mostra per le sue doti atletiche,
tanto da intraprendere l'attività agonistica nella locale
squadra di pallacanestro, fino ad arrivare in serie A. Ma il
talento di Rita non può restare confinato nello sport e,
dopo essere stata notata da qualcuno, soprattutto grazie allo
splendido corpo di cui la natura l'ha dotata, esordisce nel cinema
nel 1969, con il film di Elio Petri, "Un tranquillo
posto di campagna", interpretando Egle. Nello stesso
anno, Rita è chiamata in altri importanti film, come
"Il commissario Pepe" di Ettore Scola, accanto ad
uno splendido Ugo Tognazzi d'annata e "Oh dolci baci e
languide carezze" di Mino Guerrini, dove è la
protagonista assoluta. Nel 1971 ritroviamo la bella genovese
protagonista di "Il vero e il falso" di Eriprando
Visconti, prima di
cedere alle lusinghe di Renato Polselli, alias Ralph Brown,
legandosi al regista in un sodalizio che li consacrerà al
mondo. La prima
partecipazione ad un film del regista ciociaro è "La
verità secondo Satana", strano horror thriller
decisamente "spinto", con scene di sesso veramente
dure da digerire per i censori dell'epoca (il film viene
ovviamente sequestrato, mondato di tutte le scene hard e
rimontato, finendo per risultare quasi incomprensibile), la
storia di un attore di teatro ossessionato dalla bella
Diana, che si concede a tutti tranne che a lui.
"Riti, magie nere e segrete orge nel trecento",
ancora del 1971, è invece un horror classico, con la bella
Rita interprete di Isabel, una strega morta sul rogo, e
Laureen, una paesana che i satanisti vogliono immolare per
resuscitare la strega; sempre nel 1971 circola
pochissimo "Questa libertà di avere le ali
bagnate", diretto da Alessandro Santini (insieme a
Polselli, autore di soggetto e sceneggiatura), drammone su
uno scrittore che forza la mano al suo editore fino alla
tragedia; nel cast anche Marc Damon e Femi Benussi. "Delirio caldo",
del 1972, è forse il film meglio riuscito della coppia, una
storia di amore estremo tra l'impotente Herbert (Mickey
Hargitay) e Marsha, amore contrassegnato dagli omicidi della
coppia. L'ultimo episodio è nel 1977, "Torino
centrale del vizio", come sempre un film realizzato con
scarsissimi mezzi e che, di conseguenza, subisce la stessa
sorte dei precedenti. Una carriera legata a doppio filo con
quella del regista, anche se, nel mentre, Rita partecipa a film di
diverso spessore, come ad
esempio quando Roberto Rossellini la vuole per la parte
della giornalista nel film documento "Anno Uno",
film sulla vita di Alcide De Gasperi. Una sortita in
Germania per "Assassinio sul ponte", ultima
partecipazione di rilievo (accanto a Jon Voight e Jacqueline
Bisset), alcuni film interpretati che non godono di alcuna
distribuzione e vanno direttamente nel dimenticatoio, prima
di scivolare nell'oblio, a soli 27 anni, ma evidentemente
già stanca di questa vita. Rita Calderoni, forse la nostra
attrice più "nuda" mai apparsa al cinema.