MARC POREL
Losanna, Svizzera, 03/01/1949
Casablanca, Marocco, 15/08/1983
1967 Il tredicesimo uomo
1968 Des garcons e des filles
1969 Il clan dei siciliani
1969 L'echelle blanche
1969 Il clan degli uomini violenti
1971 Quando il solo scotta
1971 Un pò di sole nell'acqua gelida
1972 Ludwig
1972 Un officier de police sans importance
1972 Non si sevizia un paperino
1973 Tony Arzenta
1973 Schegge di vetro su una lastra di ghiaccio
1974 Virilità
1974 Nipoti miei diletti
1974 Colpo in canna
1975 Il soldato di ventura
1976 L'innocente
1976 Uomini si nasce poliziotti si muore
1976 Il marsigliese (TV serie)
1977 Una spirale di nebbia
1977 Difficile morire
1977 La certosa di Pavia (TV)
1977 Sette note in nero
1978 La sorella di Ursula
1978 Milano...difendersi o morire
1979 Porci con la P38
1979 L'albero della maldicenza
1980 La pagella
1980 Je vais craquer!!
1981 La disubbedienza
1981 Il Marchese del Grillo
1982 Delitto carnale
Marc Porel nasce in Svizzera, a Losanna, uno dei paradisi fiscali prediletti dai ricchi francesi, il 3 marzo del 1949; le sue credenziali sono in famiglia: sua nonna Rejane, è stata una nota attrice drammatica, sua madre Jacqueline è attrice di teatro, suo fratello Jean Marie è uno dei fotografi simbolo della sua generazione (morirà suicida nel 1966), sua sorella, Anne Marie, è una giornalista di moda, che lo introduce nel mondo dello spettacolo, presentandogli personaggi come France Gall, Françoise Hardy e Sylvie Vartan, grazie alle quali inizia a lavorare nel cinema d'oltralpe. Il suo primo ruolo cinematografico è del 1967, ne "Il tredicesimo uomo" di Costa Gavras, mentre, sempre nello stesso anno, con "Il clan dei siciliani", fortunata coproduzione italo francese diretta da Henry Verneuil, fa il suo incontro con il cinema italiano, incontro che segnerà definitivamente la sua breve, ma luminosa carriera. Nel 1972 il giovane Marc viene scelto per due ruoli marginali in due film profondamente diversi, ma entrambi fondamentali per il cinema italiano, "Ludwig" di Luchino Visconti (interpreta Richard Hornig) e "Non si sevizia un paperino" di Lucio Fulci (dove rende credibilissimo il prete assassino e pedofilo, don Alberto Mallone). Soprattutto il secondo film, una bellissima elegia all'orrore, lancia il francese nel firmamento delle stelle del cinema di genere, cinema che non abbandonerà mai più, diventandone uno degli interpreti più conosciuti ed apprezzati. Basti ricordare, tra gli altri, film come "Tony Arzenta" di Duccio Tessari (dove lavora di nuovo con il divo francese per eccellenza, quell'Alain Delon già incontrato sul set de "Il clan dei siciliani"), "Colpo in canna" di Fernando Di Leo, "Il soldato di ventura" di Pasquale Festa Campanile e l'iperviolento "Uomini si nasce poliziotti si muore" di Ruggero Deodato, forse la sua migliore interpretazione nel ruolo dello spietato poliziotto Antonio che, in coppia con l'altrettanto spietato Ray Lovelock, preferisce la giustizia sommaria, assolutamente definitiva, alle incertezze della giustizia ordinaria. Persino il grande pubblico casalingo, quello che non frequenta le sale cinematografiche, ha modo e maniera di conoscere il bravo Marc, grazie alle sue apparizioni in due sceneggiati di grande successo, "Il marsigliese" e "La certosa di Pavia", anche se la sua vera anima è quella di attore per il cinema, come continua a dimostrare interpretando film di grande successo, vedi "Una spirale di nebbia" di Eriprando Visconti o "Sette note in nero" di Lucio Fulci. Partecipa, insieme alla splendida Barbara Magnolfi (che nel frattempo è diventata sua moglie), al thriller di Enzo Milioni "La sorella di Ursula", film tristemente famoso perché, all'insaputa degli interpreti, numerose scene sexy vengono aggiunte in post produzione, tanto che ancora oggi Barbara sta battagliando per ottenere finalmente giustizia. Negli anni '80 gira, di filato, "La pagella" di Ninì Grassia, una classica sceneggiata napoletana, "La disubbedienza" di Aldo Lado, "Il marchese del Grillo" di Alberto Sordi e "Delitto carnale", tardivo giallo di Cesare Canevari, dove lavora con una giovanissima Moana Pozzi non ancora pornostar. La luminosa stella di Marc Porel si spegne il 15 agosto del 1983, a Casablanca, in Marocco, quando un attacco di meningite fulminante (come riportato dal certificato di morte) mette fine alla sua breve vita terrena, senza tuttavia riuscire a spegnerla completamente perché, fino a quando vivrà il cinema di genere, vivrà con esso uno dei più espressivi (ed amati, soprattutto dal mondo femminile) volti mai visti nel nostro paese....
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