Interpreti principali: John
Phillip Law, Marisa Mell, Michel Piccoli, Adolfo Celi, Claudio
Gora, Therry Thomas, Renzo Palmer, Caterina
Boratto
Trama: dopo l'ennesima beffa da
parte di Diabolik ed Eva Kant (il furto di 10 milioni di
dollari super scortati), l'ispettore Ginko giura a sé
stesso di riuscire ad arrestare il famoso criminale
nerovestito. Chiede ed ottiene dal governo il
conferimento di poteri speciali, grazie ai quali inizia a
ripulire il paese da tutti i criminali; Ginko spera così di
ottenere la collaborazione del famoso gangster Valmont,
il quale accetta, costretto dalla pressione, ma in
definitiva ben contento di togliersi dai piedi il più
pericoloso dei rivali. Il suo piano è semplice: catturare
Eva per arrivare a Diabolik. Il problema è che nessuno ha
mai visto Eva e tanto meno Diabolik, ma l'arrivo
dell'ambasciatore britannico (e della consorte, che in
occasione del ricevimento sfoggerà una celeberrima collana
di smeraldi) viene in aiuto di Valmont. Grazie ad una fitta
rete di spie, Valmont riesce ad identificare Eva che, come
previsto, farà da palo a Diabolik nel clamoroso furto della
collana. Eva viene rapita dalla banda di Valmont ed a
Diabolik non resta che cedere al ricatto. L'incontro tra i
due avviene sull'aereo di Valmont, Diabolik capisce subito
che si tratta di una trappola e quando Valmont gli ordina di
buttarsi con il paracadute sopra un bosco, all'interno del
quale c'è Eva, Diabolik con una mossa fulminea lo trascina
giù, appena prima di far saltare in aria l'aereo. Diabolik
riesce a far fuggire Eva ma viene messo in trappola da Ginko,
che nel frattempo ha circondato l'area. Dopo aver ucciso
Valmont con una raffica di smeraldi (!?!), Diabolik
ingerisce una compressa di un veleno che lo lascerà in uno
stato di morte apparente per 12 ore e, durante l'autopsia,
Eva lo salva iniettandogli l'antidoto: Ginko è beffato
ancora. L'ultimo colpo della coppia è la
rapina di 20 tonnellate d'oro che il governo deve spedire
all'estero per ottenere valuta pregiata, ultimo perché
stavolta neanche la diabolica mente del ladro può prevedere
che Ginko ha reso leggermente radioattivo l'oro per poi localizzarlo con un
contatore geiger. L'irruzione della polizia nel covo
sotterraneo sorprende la coppia intenta nella fusione
dell'oro (Diabolik indossa una tuta con la quale, sono
parole sue, potrebbe andare anche al centro del sole!) con
una potentissima lancia termica che però, in seguito al
conflitto a fuoco scatenatosi, esplode inondando di oro,
fino a farlo diventare una statua, il povero Diabolik, il
quale, tuttavia, chiude il film con una fragorosa risata,
dimostrando a tutti che è impossibile ucciderlo.
Note: delirio di colori e
musiche, Diabolik è un vero manifesto alla pop - art, tanto
in voga in quegli anni. Il film venne definito dall'esperto
cinematografico Tullio Kezich "uno dei più stupidi
film degli anni '60", come riportato sul Dizionario dei film
di Mereghetti. Probabilmente, il film merita oggi un
giudizio molto meno severo, ricco com'è di scene da
antologia, soprattutto quella del gigantesco (in ogni senso)
joint party nel locale di Valmont, centro della droga, con la classica irruzione della polizia,
immortalato da coloratissime riprese distorte e da luci psichedeliche,
sottolineato da una musica psicotica e incalzante del
maestro per eccellenza del cinema italiano, Ennio Morricone
(finalmente non un western!) o quella della conferenza stampa del Ministro dell'Interno,
visitata dalla nostra coppia in vesti di fotografi, che
finisce per essere una colossale comica grazie al gas
esilarante sparso da Diabolik nella stanza. Come detto, un
film da rivalutare, una scenografia (curata dal futuro
regista Flavio Mogherini) assolutamente invidiabile (fra
tutti, il futuristico letto circolare girevole, un must), le
Jaguar E-Type, nera classica per Diabolik e bianca per Eva,
la nazione (la Francia,
anche se non viene mai nominata come tale) messa in ginocchio da un uomo solo, tutti i congegni
mirabolanti, anche se assolutamente inverosimili (ma se la
verosimiglianza non è mai stata d'obbligo per James Bond,
perché allora dovrebbe esserlo per Diabolik?), protagonisti
azzeccati (seri e professionali i criminali, caricature i
tutori dell'ordine, tranne il povero Ginko), particolari
questi che fanno dimenticare l'assenza di una trama vera e
propria (probabilmente dovuta ai contrasti tra il maestro ed
il produttore, preoccupato dell'opinione pubblica
sfavorevole) ma che tutti insieme contribuiscono a fare di
un film un grande film, quale è appunto il Diabolik di Mario
Bava.
AKA
Danger Diabolik (1968)