Interpreti
principali:
Henry Fonda, Claudia Cardinale, Charles Bronson,
Jason Robards, Gabriele Ferzetti, Paolo Stoppa,
Woody Strode, Jack Elam, Marco Zuanelli, Frank Wolff,
Lionel Stander, Keenan Wynn.
Trama:
la
grande epopea del vecchio West sullo sfondo della
costruzione della ferrovia che unirà l’oceano
Atlantico al Pacifico. Il patron della ferrovia, il
magnate Morton (Ferzetti) gravemente malato, prima
di morire ha fretta di vedere conclusa la sua opera
e, per eliminare ogni tipo di ostacolo dalla sua
strada, assolda lo spietato killer Frank (Fonda). I
binari sono ormai prossimi a Sweetwater (dolce
acqua) dove sorge la fattoria dell’irlandese Brett
McBain (Wolff) ed è
presente l’unica sorgente nel raggio di 50 miglia.
Frank e i suoi uomini, eliminando McBain e i suoi
tre figli, pensano di aver risolto il problema ma
l’arrivo imprevisto dall’est della giovane
moglie del defunto, la prostituta Jill (una
splendida Cardinale), rivoluziona non poco i loro
piani. Magnate e killers dovranno fare i conti non
solo con la bella e spregiudicata vedova, che non
cederà facilmente alle minacce, ma anche con due
acerrimi nemici di Frank, che si schiereranno dalla
parte della coraggiosa Jill. Il pistolero
“buono” Cheyenne (Robards), accusato
ingiustamente dei delitti di Frank, ed il meticcio
“Armonica” (Bronson), deciso a vendicare il
fratello morto anni prima per mano dello stesso. I
tre ordiranno un piano ben orchestrato per eliminare
Morton e Frank e realizzare il sogno di Brett McBain:
costruire a Sweetwater una stazione ferroviaria ed
un’intera nuova città. Non proprio tutto avrà un
lieto fine: ottenuta la sua vendetta, “Armonica”
abbandonerà Sweetwater e le speranze di
un’innamorata Jill, portandosi dietro lo
sfortunato Cheyenne, moribondo perché colpito allo
stomaco da una pallottola sparata da Morton, in un
estremo quanto inutile e disperato gesto. Un
capolavoro indiscusso, esempio di alta scuola di
cinema, curato, fin nei minimi particolari, frutto
della suprema maestria di un Sergio Leone al massimo
del suo splendore professionale. Il suo tocco è e
rimarrà unico: la lentezza delle scene, gli intensi
primi piani ed il lungo gioco di sguardi, la cadenza
dei dialoghi, i marcati e quasi esasperati contrasti
tipici del nostro regista (si pensi all’ostentato
lusso del vagone-casa di Morton in contrasto con la
povertà delle neonate città del west, fangose,
polverose e chiassose; ovvero alle abbronzate e
rugose espressioni di tutti i protagonisti maschili
rispetto al setoso e cereo profilo di una bellissima
Cardinale, nel pieno del suo fascino) contribuiscono
a rendere immortale questa straordinaria opera e
fanno di Leone il padre di un genere che avrà un
grande successo e vanterà un altissimo numero di
imitazioni.
Note: soggetto scritto da Leone insieme a Dario Argento e Bernardo Bertolucci,
sceneggiatura ordita in collaborazione con Sergio
Donati, la splendida ed indimenticabile colonna
sonora del maestro Ennio Moricone: nasce così
questo film, capofila del filone del “Western
all’italiana” o, come verrà ribattezzato,
“Spaghetti Western” che avrà un grandissimo
successo negli Stati Uniti tanto che le più famose
case di produzione come la Paramount e la MGM
faranno a gara per finanziarne le realizzazioni.
Attori del calibro di Clint Estwood, Eli Wallach,
Lee Van Cleef (“Il buono, il brutto e il
cattivo”) ed in seguito Robert De Niro e James
Woods (“C’era una volta in America”), oltre a
quelli già citati, saranno ben lieti di collaborare
col grande regista.
Note sul regista: Sergio Leone (1929/1989) è il figlio di un noto regista del genere
muto, Roberto Roberti, e cresce praticamente tra le
mura di Cinecittà, dove respira fin da piccolo aria
di cinema e dove ben presto inizia a collaborare
come aiuto nei più grandi colossal storici,
rivelando da subito le straordinarie doti che
faranno di lui un cineasta di prima grandezza. Tra i
suoi film ricordiamo “Gli ultimi giorni di
Pompei” dove subentrerà alla regia, a riprese
iniziate, per sostituire Mario Bonnard ammalatosi
(1959); “Il colosso di Rodi” (1960) prima opera
interamente firmata da Lui; seguirà “la trilogia
del dollaro” [“Per un pugno di dollari”
(1964), “Per qualche dollaro in più” (1965) e
“Il buono, il brutto e il cattivo” (1966)]. E’
il 1968 anno di “C’era una volta il West” cui
segue “Giù la testa” (1971), dovremo arrivare
poi al 1984 per trovare “C’era una volta in
America”, l’opera da molti indicata come il vero
capolavoro di Leone.
Alex