Space men
Il pianeta degli uomini erranti
L'arciere delle mille e una notte
Il crollo di Roma
Anthar l'invincibile
Il pelo nel mondo
Danza macabra
I lunghi capelli della morte
I giganti di Roma
Ursus il terrore dei Kirghisi
I criminali della galassia
I diafanoidi vengono da Marte
Il pianeta errante
La morte viene dal pianeta Aytin
A 077 sfida ai killers
Operazione Goldman
Joe l'implacabile
Joko, invoca Dio e muori
Nude...si muore
Io ti amo
Contronatura
...E Dio disse a Caino
L'inafferrabile, invincibile, Mr. Invisible
Nella stretta morsa del ragno
Finalmente...le mille e una notte
Novelle galeotte d'amore nel Decamerone
La morte negli occhi del gatto
Ming, ragazzi
Manone il ladrone
Whisky e fantasmi
Là dove non batte il sole
Il mostro è in tavola...Barone Frankenstein
Dracula cerca sangue di vergine...e morì di
sete
La parola di un fuorilegge è legge
Con la rabbia agli occhi
Controrapina
Killer fish - Agguato sul fondo
L'ultimo cacciatore
Apocalypse domani
Car crash
I cacciatori del cobra d'oro
Fuga dall'arcipelago maledetto
Tornado
Il mondo di Yor
I sopravvissuti della città morta
Arcobaleno selvaggio
La leggenda del rubino malese
L'isola del tesoro (TV)
Commando Leopard
L'ultimo colpo
Il triangolo della paura
Alien degli abissi
Indio
Indio 2 - La rivolta
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Antonio Margheriti, romano de
Roma, arrivato giovanissimo a Cinecittà con un carretto di nuove idee, nasce
il 19 settembre 1930. Dopo un esordio fatto di interessanti cortometraggi,
Margheriti incontra il regista Turi Vasile, al quale propone alcune
sceneggiature da lui scritte ("Classe di ferro" e "Gambe d'oro",
per esempio), che riscontrano il favore dello stesso, preludio
all'esordio come regista vero, proprio con il genere da lui prediletto: la
fantascienza. E' il 1960 quando Anthony Daisies (questo lo scontatissimo
pseudonimo scelto) firma "Space Men", secondo film del genere in
Italia (per notizia, escludendo alcune parodie, il primo in assoluto è
"La morte viene dallo spazio" di Paolo Heusch, del 1958), film
che ottiene un discreto successo di pubblico ed un visto per l'America,
girato con un budget complessivo di meno di 50 milioni. A
partire dal film successivo, "Il pianeta degli uomini spenti"
(nel quale lavora addirittura Claude Rains, grande caratterista, celeberrimo per le sue
interpretazioni in "Notorius" e "Casablanca"), altra
felice incursione nell'amato mondo della fantascienza, Margheriti assume lo
pseudonimo che lo accompagnerà per il resto della carriera: Anthony Dawson
(dal momento che la traduzione letterale del nome usata per firmare il
primo film ha scatenato l'ilarità nel pubblico d'oltreoceano, considerato
che viene usata per indicare, come dire... gli effeminati!). La mancanza di budget adeguati alle produzioni desiderate spinge
Margheriti, (come gli altri grandi artigiani del cinema italiani, Bava,
Freda e Fulci, innanzitutto), a sviluppare un'incredibile fantasia, della
quale farà tesoro negli anni seguenti, e grazie alla quale ottiene un
contratto, con le relative grandi possibilità, dalla Titanus, per
"L'arciere delle mille e una notte", suo primo grande hit. Il
successo ottenuto gli permette di dedicarsi anche all'orrore, genere che
grazie a Freda e Bava sta assumendo una sempre maggiore importanza, firmando alcuni
dei più notevoli esempi di quel genere amatissimo all'estero e, come
sempre, meno in Italia. Film come "Danza macabra" e "I
lunghi capelli della morte", entrambi interpretati dalla splendida
Barbara Steele, sono dei classici apprezzati universalmente. Il 1965 è
l'anno del ritorno alla fantascienza, con quattro titoli realizzati per la
Mercury Film International e destinati appunto al mercato televisivo
americano,
film girati
in sequenza, con stesso cast e stessi tecnici, quasi a volerne fare una
serie (ma forse, più realisticamente, per risparmiare sulle spese di
produzione), utilizzando addirittura gli stessi scenari già usati nei
suoi primi due film. Negli anni seguenti, Margheriti passa attraverso tutti i generi,
peplum, spionaggio, western,
thriller, decamerotico, commedia (scritturando non solo l'attore feticcio
delle commedie di Disney, Dean Jones, ma soprattutto lo stesso cane,
Geremia per intenderci, per l'insulso "L'inafferrabile,
invincibile,Mr. Invisible"), lavora con la premiata ditta Andy Warhol
- Paul Morrissey (per "Il mostro è in tavola...barone Frankenstein"
e "Dracula cerca sangue di vergine...e morì di sete",
coraggiose produzioni di Carlo Ponti per l'inventore della Pop Art),
collabora con il grandissimo Sergio Leone (è coordinatore degli effetti
speciali per "Giù la testa"), ottiene la possibilità, forse
unico regista al mondo, di effettuare un remake di un suo film
("Nella stretta morsa del ragno" altro non è che una versione
moderna di "Danza macabra", con un Klaus Kinski mattatore nella
parte di Edgar Allan Poe), cura la regia dello sceneggiato "L'isola
del tesoro", adattamento televisivo del celebre romanzo di Stevenson
prodotto dalla RAI, (operazione riuscita solo in parte, commercialmente ed
artisticamente, nonostante il budget più elevato mai avuto a disposizione
dal regista), fino alla decisa virata verso il
film d'imitazione, quando, tra i più perspicaci, comincia a comprendere
che non c'è più spazio in Italia per il cinema di genere, virata che lo porta a
realizzare opere come "Killer Fish",
"L'ultimo cacciatore", il violentissimo
"Apocalypse
domani", "Alien degli abissi", la serie "Indio"
(dove porta sul set il famoso pugile Marvin "The Marvelous"
Hagler, indimenticato campione del mondo dei pesi medi) e "I
cacciatori del cobra d'oro", tutti film di buon livello tecnico e
spettacolare, discreti successi in giro per il mondo. Probabilmente meno
dotato tecnicamente ed artisticamente dei suoi compagni di avventura, ecco
la biografia sommaria di Antonio Margheriti, una vita spesa per il cinema, sempre alla
ricerca dei finanziamenti per il suo
prossimo film, attivissimo ancora oggi, nonostante i suoi 70 anni, gran
parte dei quali passati ad osservare il mondo dall'obiettivo di una macchina da
ripresa.
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