007 all'italiana

   
   

Il 1962 è un anno fondamentale per il cinema italiano: esce infatti "007 Licenza di uccidere", film che impone al mondo l'agente segreto più famoso, James Bond. La Bond-mania diventa in breve un fenomeno di costume, la richiesta di nuove avventure è grande e la Universal, società che detiene i diritti per le opere di Fleming, mette subito in cantiere il seguito. Non non basta, la brama di agenti segreti non viene ancora soddisfatta e allora? In soccorso del mondo giunge il cinema italiano che, in uno dei suoi più mirabolanti fenomeni di imitazione, inventa il genere spionistico, dapprima impegnandosi in curiose coproduzioni italo franco belghe (la serie dell'Agente Coplan, 1963, per esempio) poi autonomamente. Gli agenti segreti italiani niente hanno da invidiare al più celebre collega britannico, e nell'arco di un paio di stagioni, i divi del genere si chiamano Richard Harrison, Ken Clark, Marc Damon, Giorgio Ardisson, Guy Madison e...Sean Connery!  Incredibili avventure contro ogni genere di cattivi impegnano i nostri eroi in ogni parte del mondo, spesso le locazioni si trovano in quel Medio Oriente non ancora  devastato  dalla  guerra  (vedi Beirut),   crocevia 

   


 

mondiale di spie e criminali. Testate nucleari, diamanti contaminati, scienziati scomparsi, disintegratori molecolari e laser, microfilms compromettenti, criminali nazisti ed organizzazioni come Black Skorpion e Ragno (emuli della Spectre di James Bond), non c'è alcun limite alla fantasia degli autori. Titoli come "Asso di picche: operazione controspionaggio" (di Nick Nostro), la serie Agente 077 di Sergio Grieco e "Sinfonia per due spie" (di Alberto Cardone)  entrano di diritto nei capolavori del cinema.  Quest'ultimo presenta una delle più strane coppie di attori mai apparse su uno schermo cinematografico: Helmut Lange e Tony Kendall (il cui vero nome è Luciano Stella). La cosa buffa è data dall'assortimento dei due, il primo classico compassato agente di stampo bondiano, impeccabile e misurato; il secondo addirittura vestito da cowboy, tanto sguaiato da essere assolutamente d'impaccio per il collega. Alcuni anni dopo, Roger Moore e Tony Curtis sono i protagonisti di una delle serie culto degli anni '70, "The pretenders", da noi nota come "Attenti a quei due": notate qualche similitudine?

   
 

Nel 1965, Gianfranco Parolini gira "Operazione tre gatti gialli", primo di una serie di fortunati film basati sui romanzi Kommissar X, popolarissimi in Germania, che hanno il merito di lanciare la prima coppia semiseria del cinema europeo, quel Tony Kendall appena ricordato e Brad Harris, reduce dai trionfi del peplum. Film, questi del bravo Parolini, soprattutto destinati al pubblico tedesco ma capaci di riscuotere un enorme successo in tutta Europa. Successo che viene ribadito anche dalle numerose parodie che invadono gli schermi italiani, citando per esempio l'esilarante miniserie dell'agente James Tont (Lando Buzzanca), "Le spie vengono dal semifreddo" di Mario Bava o i "00-2 Agenti segretissimi" (ancora Franco e Ciccio, stavolta diretti da Lucio Fulci), dall'attenzione rivolta al genere da registi importanti come Umberto Lenzi (al quale si devono "Superseven chiama Cairo" e "Le spie amano i fiori"), Riccardo Freda ("Agente 777 missione Summergame" e "Moresque: obiettivo allucinante", anche se entrambe le pellicole sono opere francesi), Antonio  Margheriti  -  Anthony  Dawson                  SEGUE

 

   (A 077 sfida ai killers" e "Operazione Goldman") e Luciano Martino ("Furia a Marrakech" e "Le spie uccidono a Beirut", quest'ultimo splendidamente interpretato da Richard Harrison). Veramente un successo clamoroso, questo degli 007 all'italiana, genere che, tuttavia, si spegne lentamente verso la fine degli anni '60, in parte per demeriti propri, in parte per meriti altrui, con qualche blando tentativo nel decennio successivo, quando spie ed agenti segreti lasciano il posto ad intraprendenti e curiosi giornalisti. Forse l'unico genere rimasto in attesa di rivalutazione da parte degli ingrati addetti ai lavori, quelli, che per interderci, mangiano (troppo bene) parlando male del lavoro altrui...

 

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