Le foto.

 

 

Foto varie.

Foto relative alla cattura e alla fucilazione (RARISSIME).

 

 

  Foto Varie.

 

 

              

 

  Foto relative alla cattura e alla fucilazione (RARISSIME).

 

Foto 1

Starace per strada con i partigiani.

 

 

Foto 2

Starace, già condannato a morte da un “tribunale del popolo”, attende, seduto in un’aula del Politecnico e in mezzo ai partigiani, di essere condotto sul luogo dell’esecuzione.

 

 

Foto 3

Starace giunge in Piazzale Loreto. Un partigiano gli sferra un calcio nel basso ventre.

 

 

Foto 4

L’ex segretario del PNF viene condotto davanti al muro e osserva, con aria tranquilla,  il capo partigiano che raduna un plotone di esecuzione. Qualche istante dopo Starace si volgerà verso la salma di Mussolini penzolante dal traliccio e la saluterà romanamente.

 

 

Foto 5

Il plotone di esecuzione, composto dai partigiani della “116esima brigata Garibaldi” comandata da Angelo Galbiati (detto “Capitano Marino”) si allinea alle spalle di Starace. 

 

 

Foto 6

Ad un cenno del “Capitano Marino” i partigiani puntano le armi contro l’obiettivo.

 

 

Foto 7

E' il momento in cui Starace viene raggiunto dalle pallottole

 

 

Foto 8

Raggiunto dalla raffica mortale, Starace si piega su se stesso e piomba a terra.

 

 

Foto 9

Alcuni ignobili componenti del plotone di esecuzione si fanno fotografare accanto al cadavere di Achille Starace.

 

 

Foto 10

La salma di Starace è l’ultima a destra.

 

La condanna a morte e l'esecuzione di Starace costituiscono uno dei tanti sanguinosi arbitrii di cui fu piena la cronaca di quei giorni. L'ex segretario del PNF, infatti, non aveva ricoperto alcuna carica durante la RSI. Inviso, anzi, a molti fascisti repubblichini, che lo accusavano di aver provocato con le sue direttive la progressiva paralisi subita dal partito durante il ventennio fascista e culminata nell'improvviso tracollo del 25 luglio 1943, Starace era stato persino detenuto per alcun mesi nel carcere di concentramento di Lumezzane (Brescia). Ma era stato poi rimesso in libertà perché, alla fine, era prevalso il concetto che egli non poteva essere processato per aver imposto ai fascisti una coreografia e un costume che erano stati accettati da tutti senza discutere. Tornato libero, Starace aveva trovato alloggio a Milano ma viveva poveramente, con un piccolo sussidio che gli veniva passato dalla Federazione fascista. Catturato dai partigiani e sottoposto al giudizio sommario di un "tribunale del popolo", volle assumersi tutte le responsabilità che gli venivano attribuite per essere stato uno dei massimi esponenti del regime e non rinnegò, al nemmeno in punto di morte, la sua fede all'ideologia fascista.