I "fogli di disposizioni".

 

 

 

Achille Starace, per anni segretario del Partito nazionale fascista, usava impartire disposizioni, quasi sempre in forma telegrafica, usando i Fogli di disposizioni, uno strumento creato da un altro segretario del PNF, Augusto Turati. Il Foglio era divenuto, quindi, una sorta di Gazzetta ufficiale in cui comparivano disposizioni sulla linea politica da adottarsi, sulle nomine, sulle ricorrenze e manifestazioni, e, soprattutto, sullo stile di vita. Asvero Gravelli, giornalista e gerarca, aveva raccolto le più significative di queste disposizioni, soprattutto quelle riguardanti lo stile di vita dei fascisti e dei cittadini. Il testo era uscito quando ormai la parabola di Starace era declinante: Pur restando Capo di stato maggiore della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale, Starace era stato ormai silurato dalla carica di segretario del PNF, tanto che il suo nome non  era comparso nel lungo titolo: "Vademecum dello stile fascista dai Fogli di disposizione del Segretario del Partito". Il testo, a distanza di oltre sessant' anni, viene ripubblicato da Rubbettino, coraggioso editore meridionale, a cura di Carlo Galeotti, autore del recente Mussolini ha sempre ragione. L' iniziativa è particolarmente utile, perché offre uno spaccato della vita del regime nella sua fase di maggiore affermazione, ma soprattutto dall' "interno". Potrà essere singolare, per un lettore di oggi, leggere che sono criticati e considerati da eliminare i pantaloni a righe, il cappello a cilindro, il collo inamidato, che è fascista festeggiare il 28 ottobre, anniversario della marcia su Roma, ma non tirar tardi la notte del 31 dicembre, che la stretta di mano è biasimata ed abolita anche all'interno di Montecitorio, che al saluto romano non si può accompagnare la riverenza, che occorre limitare al massimo il consumo del caffè. L' attenzione maggiore è, però, rivolta all' introduzione dell' uso del Voi, quando ancora in troppi casi permane il Lei, poiché: "E' assurdo e riprovevole che dopo quanto è stato detto e scritto, anche dai giornali, si stenti qua e là ad adottare il "voi" e a respingere nettamente il "lei" che oltretutto è una espressione di quello spirito servile ripudiato dal fascismo nella maniera più recisa". Questo "ragioniere dello stile", non stimato molto dallo stesso Mussolini di cui, pure, fu fedelissimo, criticato sprezzantemente da Galeazzo Ciano, usa i Fogli come strumento politico, intrecciando appunto i grandi temi (politica, economia, arte, razza, demografia, famiglia, scuola, educazione) con quelli più minuti che possono sembrare futili, ma gli paiono, invece, i più importanti perché cozzano contro abitudini, usi, tradizioni difficili da scardinare. Strumenti, comunque, fondamentali nel creare un "regime reazionario di massa". Questo testo costituisce quasi il testamento politico di un gerarca la cui stella politica è ormai consumata e che terminerà la propria vita, accanto a Mussolini, a piazzale Loreto.

Sergio Dalmasso.

 

Per approfondire: "Achille Starace, Vademecum dello stile fascista", a cura di Carlo Galeotti, Sverza Mannelli, Rubbettino, 2000, p. 140, €10.33