Periodico del A.S. La Stanza    Anno IX    numero 7                                                           26 Giugno 2007            

 ARGENTINA ' 78 

Come l’Albiceleste vinse il Mundial di casa. L’assegnazione da parte della FIFA, la dittatura militare, il caso Quiroga e la vittoria finale. Purtroppo, nel 1976 un colpo di stato ad opera di una giunta militare porta al potere il generale Videla, che intuisce come una grande manifestazione sportiva possa essere un diversivo e possa risvegliare il sentimento nazionalistico di milioni di argentini. Il paese si indebita fortemente, ma alla fine riesce a garantire lo svolgimento del torneo, a costo di mettere il paese in ginocchio:La formazione di casa parte coi favori del pronostico, ma l’inattesa sconfitta nel girone eliminatorio con l’Italia brucia parecchio e, soprattutto, allontana l’Albiceleste da Buenos Aires nella seconda fase, in un girone di semifinale di ferro con Polonia, Brasile e Perù. Il gioco argentino non decolla, il goleador Mario Kempes è ancora a secco dopo tre gare. In sintesi, dovevano vincere e hanno vinto. Nella foto, Alessandro Cecconi, non andava a segno dal 2004. 
   

A parte quei due falli non ammessi da parte di Imma e che hanno portato due gol (quelli della differenza) ai gialli, il resto é andato regolare. Non ho visto, dalla tribuna, niente di particolarmente interessante o spunti che meritino menzioni di rilievo.

FAIR PLAY

I verdi di Gennarino sono i vincitori del premio fair play di questa edizione del torneo. I baroncini si presentano allo stadio con soli 4 elementi e Mazzei & C. decidono di prestare loro un elemento, nella fattispecie Massimiliano Biondi. La partita si gioca regolrmente e i bianchi hanno la meglio sui generosissimi verdi. A fine gara con grande sportività decidono di omologare il risultato, rinunciando alla vittoria a tavolino che il regolamento prevedeva. Totò diceva: "Signori si nasce."...e i verdi lo nacquero...

       COME SOCRATE

E'ben noto il fatto che Socrate non ha lasciato alcuno scritto. Il suo pensiero lo ricaviamo dalle opere dei discepoli, tra cui spicca soprattutto Platone e, di seguito, Senofonte. Anche il Cecco, denota una certa somiglianza filosofica con il suo "predecessore", non lascia traccia inchiostrale. Ieri sera l'ultima perla sotto la doccia: "Perdiamo perché siamo pieni di noi stessi". E' difficile da interpretare questo pensiero ed é per questo che intendiamo nelle prossime settimana approfondire l'argomento.Socrate (The man of the match)