La gazzetta della Stanza

Periodico della squadra U.I.S.P.  La Stanza     anno IV  Numero 12                                         16 Luglio 2003

 

IMMA SCIUPONA, PODEROSA RINGRAZIA

In vantaggio di tre gol dopo un tempo i bianchi perdono la bussola e il direttore di gara gli da una mano. Vince la Poderosa.


E il caso di dire un film già visto. Si, perché gli episodi che hanno caratterizzato in maniera determinante l'esito finale della gara non sono nuovi. Immacolata si impegna alla morte pur di non portare a casa il trofeo che già aveva trovato posto in bacheca e come accaduto anche contro Giannino, dopo un avvio strepitoso con tre gol all'attivo, tira i remi in barca e si lascia trascinare dal nervosismo. Non si vede più la palla girare come nella prima frazione di gioco, quando gli uomini di mister Ciccio, forzatamente assente, fanno vedere le azioni di gioco più belle espresse in questa edizione del lustro. La ripresa regala al campo una Immacolata nervosa, timorosa e spenta, lasciando agli avversari spazi e corridoi invitanti. Nel film già visto ci sono anche altre scene da raccontare: come già successo in passato(vedi rigore regalato alla stessa Poderosa durante la seconda di ritorno) le decisioni arbitrali lasciano perplessi e possiamo affermare che ne condizionano l'andamento della gara stessa. Grazie a due punizioni discutibilissime, battute tra l'altro con astuzia che non ci appartiene durante le fredde domeniche invernali, gli amaranto trovano il modo di accorciare il risultato e di riacquistare quel morale che li porta poi al trionfo.Ciò non toglie alcun merito alla Poderosa che comunque ha sempre creduto nella partita e non ha mai dato segnali di resa, i suoi uomini, Pancanti in testa, hanno combattuto fino alla fine meritando il trofeo. (Nella foto, Immacolata, la più grande squadra di tutti i tempi.)  

 

Una bella miscela

Il dinamismo di Gioele con i suoi vent'anni, l'esperienza di Alberto e di Aurelio, la potenza di Gaetano, la grinta di Marco, l'inossidabilità di Francesco, l'astuzia di Rocco e la sicurezza alterna di Nico. Sono questi gli ingredienti di una squadra fatta per vincere. Tutti i suoi componenti si sono espressi al meglio delle loro possibilità garantendo quasi sempre l'equilibrio giusto per puntare in alto. Solo una sconfitta, peraltro al debutto, hanno conosciuto gli amaranto che hanno avuto ancora una volta in Pancanti l'uomo più prolifico grazie ai suoi 21 gol e solo perché ha giocato una partita e mezza in porta non ha trionfato per l'ennesima volta tra i bomber. Aurelio ha rappresentato l'ago della bilancia, la sua presenza in mezzo al campo é stata sempre da riferimento e da collante tra i reparti, Gioele ha garantito quel movimento continuo capace di tramutare in maniera repentina cambiamenti di gioco da una parte all'altra del campo, in difesa Sifanno ha fatto il mastino in maniera ordinata concedendosi anche la licenza del gol, Locci F. ha disputato un ottimo torneo rivelandosi un osso duro da scavalcare anche se spesso si è comportato come su di un campo a undici, il solito Fusi encomiabile e presente sempre, Rocco, una spina nel fianco e opportunista quanto mai e infine il portiere Nico che di partite ne ha disputate poche ma quella più importante l' ha visto vero protagonista.  

 

Antonio: abbiamo spesso dato spettacolo

La mia squadra spesso e volentieri ha dato spettacolo. Non mi era mai capitato di vedere azioni di prima così frequenti da parte di una squadra durante tutte le edizioni del torneo, sembrava un gruppo che si allenasse con tanto di schemi. Ma non è bastato ugualmente, a dimostrazione ancora una volta che il pallone é sempre più tondo. Ho visto il trio delle meraviglie, lì davanti, esibirsi in giocate eccellenti, degne di una prima linea carioca. Sono le parole di Antonio Vezzosi due giorni dopo la sconfitta patita in finale contro la Poderosa. Il più grande libero (forse anche difensore) di tutti i tempi, ha anche ammesso che il successo della Poderosa non fa una piega e che le responsabilità della sconfitta vanno attribuite all'atteggiamento avuto dalla sua squadra. 

 

A Giannino la prima BARON CUP

Giacinti & company si sono tolti una bella soddisfazione. Con merito ed al cospetto di onorevoli avversari si sono aggiudicati la prima edizione della Baron Cup. Il mini torneo a 3 che li vedeva opposti a  Ubba e Genna, gli arancioni se lo sono aggiudicato battendo entrambe le rivali con due gol di scarato, 3 a 1 a Genna e un secco 2 a 0 contro Ubba che in precedenza aveva sconfitto lo stesso Genna di misura. Tutto sommato il successo di Giannino è meritato, visto anche l'andamento della prima fase del torneo. Sicuramente gli orange avevano i mezzi per puntare più in alto ma il trofeo che hanno alzato al cielo non è certo da sottovalutare, anzi gli consentirà di disputare la supercoppa contro la Poderosa.   

 

 

Sessantunesimo minuto

Beppe = Mi ritiro!. Mazzei = Nico, dovresti stare zitto, sei venuto tre volte e ragioni.  

Ciccio = Ditemi che non é vero.  Battiato = Sul monte sventola bandiera bianca. 

Toso = Domani butto tutta la roba così non mi viene più voglia di giocare. Beppe 2 = Non cambio idea.

Antonio = Non mi aspettavo che il Panca si lamentasse così tanto per così poco.

 

 

Punto e virgola                                                                       di Favati di Bientina

 

X° GIORNATA    - quinta di ritorno -

 

Il punto

 

E’ dunque La Poderosa ad aggiudicarsi la quinta edizione del torneo di calcetto. I granata riescono a ribaltare un risultato che alla fine del primo tempo sembrava non lasciare loro scampo:  capitan Pancanti e soci invece non si sono abbattuti e, dopo essere stati indietro nel punteggio per tutta la gara, allo scadere dei tempi regolamentari hanno messo a segno il colpo del KO.

La Baron Cup va invece, come da pronostico, a Giannino, che si aggiudica entrambe le gare e supera nello scontro decisivo i blu di Ubbarone. Chiude invece mestamente, con due sconfitte, Gennarino.

Baron Cup. Il primo dei tre tempi vede di fronte Ubbarone e Gennarino. Entrambe le squadre registrano le solite assenze, ed addirittura i gialli hanno bisogno del prestito dai bianchi del portiere Toso per poter almeno essere in cinque. La gara è abbastanza divertente ed alla fine sono i blu a spuntarla, con merito. Gennarino combatte con onore, ma palesa le pecche di scarsa coesione ed incostanza che hanno contraddistinto tutto il suo torneo. Sono dunque i gialli che devono scendere nuovamente in campo per affrontare Giannino. La seconda frazione è meno spettacolare della precedente: Pagliai & C. cominciano ad accusare la stanchezza e per alcuni minuti devono anche fare a meno del bomber Dabrao, vittima di una distorsione. Dall’altra parte la squadra di mister Ferro, priva del puntero Lucarelli, sembra un po’ bloccata e per molti minuti non riesce ad essere incisiva. Sono dunque i gialli a portarsi in vantaggio, ma a quel punto arriva la reazione di Giannino che nel finale effettua il sorpasso decisivo. Si arriva dunque allo scontro decisivo fra Ubbarone e Giannino: quest’ultima, anche in questo caso, all’inizio soffre la maggiore verve degli avversari, ma fortunatamente può contare sul solito grande Fornaciari che mantiene la propria porta inviolata. Mano a mano che passano i minuti gli arancioni guadagnano però campo e fanno valere la loro maggiore freschezza atletica: una volta passati in vantaggio per gli avversari non c’è più scampo. Così è Giannino ad aggiudicarsi la prima edizione della Baron Cup ed il diritto di disputarsi la supercoppa contro la vincitrice della finalissima. I più. Razzauti. Tommy disputa due buone frazioni, mostrando alcune ottime parate e dando sicurezza al proprio reparto difensivo. - Ciani. Ancora una volta Paolone si dimostra il migliore dei suoi, garantendo quantità e qualità. – Maurini. “Pissu” (per Enrichetto “Pisu”) chiude in bellezza il torneo e, dopo alcune opache prestazioni, mostra il meglio di se, probabilmente favorito dall’assenza di Lucarelli. I meno. Giovanni Locci. E’ stato un torneo in tono minore per l’esperto difensore ed anche nella Baron Cup si limita al proprio compitino, senza mai mostrare un  guizzo e senza mai sembrare il trascinatore della squadra, come ci si aspetterebbe da un capitano. – Pagliai. Il buon Massimo non ha demeritato, ma in particolare nella prima frazione è sembrato poco motivato ed incisivo. -  Giacinti. Per la verità è stato difficile indicare un nome per il peggiore degli arancioni: tutti hanno infatti fornito una buona prestazione. Indico Giorgio solo perché da lui ci si aspetta sempre il massimo e questa, a mio parere, non è stata una delle sue migliori prestazioni.

La finale. Immacolata e La Poderosa danno vita ad una finale estremamente imprevedibile, con una alternanza di predominio territoriale e di risultati quasi sconcertante. Entrambe le squadre registrano due assenze, peraltro in ruoli pressoché identici fra loro: fra i bianchi Pandolfini e l’ancora convalescente Londi, tra i granata Magistà e Fusi. Da segnalare però fra i bianchi anche l’assenza di mister Mango, purtroppo costretto in ospedale ad assistere il figlio. Sono i granata ad iniziare meglio la gara, esercitando per i primi dieci/quindici minuti una buona pressione sugli avversari con frequenti, anche se imprecise, conclusioni a rete. I bianchi però, passata senza danni la sfuriata iniziale avversaria, iniziano a macinare il loro gioco e si portano in vantaggio con uno splendido tiro al volo di Tozzi. Da lì inizia una fase di netto predominio che li porta al raddoppio, ancora con Tozzi, ed alla terza rete di Mazzei, oltre che a sprecare altre buone occasioni. Sul risultato di tre a zero si chiude il primo tempo, ma anche la gara sembra non avere più molta storia. Nulla di più errato: i bianchi commettono l’errore di non insistere all’attacco e così i granata trovano il bel goal di Pancanti che trasmette loro coraggio. Si arriva poi al momento probabilmente decisivo del match: l’arbitro Cecconi concede una punizione dal limite per presunto fallo su Pancanti. Tutti i bianchi si fermano a protestare con l’arbitro, che entra in campo per spiegare le proprie ragioni: nel frattempo però Marzi, furbescamente, batte la punizione e mette a segno, con la porta completamente sguarnita, il goal del due a tre. Vivacissime sono le proteste di Mazzei e compagni (anche un tipo notoriamente tranquillo come Tozzi è piuttosto incavolato), ma l’arbitro non sente ragioni e convalida il goal, con un effetto opposto sugli equilibri mentali delle squadre. La Poderosa si gasa, vedendo il pareggio ormai ad un passo, mentre i bianchi si innervosiscono e perdono lucidità: la conseguenza più logica e quasi immediata è l’arrivo della rete del pareggio. Immacolata ha un nuovo sussulto e si porta di nuovo in vantaggio, con un tiro di Mazzei deviato nella propria porta da Francesco Locci, ma viene quasi immediatamente raggiunta sul pareggio dal solito Pancanti. Gli ultimi dieci minuti sono equilibrati, con le squadre ormai stanche che non riescono a finalizzare le occasioni create. Finché, quasi allo scadere del tempo regolamentare, Pancanti non mette a segno la rete decisiva. I minuti di recupero vedono il vano assalto di Immacolata alla ricerca del pareggio, ma è solo un tentativo confuso e senza più incisività. Al fischio finale di Cecconi è dunque La Poderosa a poter festeggiare la vittoria, che alla fine non può certo dirsi demeritata: i granata hanno soprattutto avuto il grande merito di continuare a credere nella possibilità di riaprire il match quando il risultato sembrava non lasciare loro alcuna speranza. E poi non bisogna dimenticare che sono arrivati alla finale pur avendo dovuto giocare ben tre partite senza portiere: dunque onore al merito. Immacolata deve invece rammaricarsi per non aver saputo chiudere una gara che alla fine del primo tempo la vedeva in così largo vantaggio, sia di punteggio che psicologico. In tal senso ha senz’altro pesato l’assenza di mister Mango, che nelle precedenti gare si era spesso rivelato importante nella gestione  del risultato. I bianchi in particolare devono rimproverarsi di essersi troppo innervositi dopo le contestazioni (giuste o sbagliate che fossero) sul secondo goal avversario, dopo il quale hanno perso totalmente di lucidità. In ogni modo Immacolata ha disputato un ottimo torneo ed, a mio parere, è stata la squadra che, almeno a tratti, ha mostrato il miglio gioco: avrebbe certamente potuto essere una altrettanto degna vincitrice. I più. Tozzi. Marco chiude il torneo in grande progresso, sia atletico che mentale. E’ il trascinatore della squadra e segna anche una bella doppietta. Se non avesse perso tutto il girone di andata avrebbe potuto dire la sua anche nella classifica dei cannonieri. – Pancanti. Il santacrocese si conferma elemento di classe e di carattere: trascina la squadra nella rimonta, segna tre goal, difende ed imposta. Davvero complimenti. I meno. Carriero. Il capocannoniere rimane all’asciutto proprio nella partita in cui avrebbe tenuto di più a segnare. Beppe in realtà disputa un ottimo primo tempo, nel quale è utilissimo come assist man e per liberare spazi ai suoi compagni. Nella ripresa la frenesia di segnare lo tradisce e, come tutti i compagni, il rendimento scende di conseguenza. – Mascali R.. Evidentemente non era serata per i centravanti boa: infatti anche Rocco, così come Carriero, non riesce a segnare e per di più non riesce neppure a rendersi particolarmente utile ai compagni.

La virgola

Si è così conclusa (anche se in realtà manca ancora la festa finale della supercoppa) l’edizione del primo lustro del nostro torneo.

La serata finale per la verità mi è sembrata, dal punto di vista dell’ambiente e del clima che la circondava, un po’ sottotono. Probabilmente la formula scelta ha fatto sì che la serata sia diventata un po’ troppo lunga: ritengo sia per questo motivo che a seguire l’epilogo della gara siano rimasti solo due gatti. Sicuramente la finalissima avrebbe meritato un pubblico un po’ più numeroso, ma tant’è.

Le gare cui abbiamo assistito non hanno riservato sorprese eclatanti: Giannino ha confermato di essere la più forte del lotto delle partecipanti alla Baron Cup e certamente non avrebbe demeritato la finale. I blu hanno chiuso con onore: credo che abbiano reso per quanto ci si potesse aspettare, soprattutto in considerazione della costante assenza del bomber Mazza. Il buon Andrea infatti, dopo essere quasi miracolosamente riapparso nel turno in cui i suoi riposavano,  questa settimana si è guardato bene dal farsi vedere. La vera delusione è costituita dai gialli che, seppur parzialmente giustificabili per la difficoltà spesso incontrata a raggiungere il “minimo legale”, non hanno saputo sfruttare meglio l’enorme potenziale tecnico ed atletico di cui comunque erano dotati. Immacolata, come detto, è stata una degna finalista e probabilmente, per il gioco mostrato durante tutto il torneo, avrebbe anche meritato la vittoria finale. Le tre gare disputate con La Poderosa sono sempre state molto equilibrate, tant’è che si sono chiuse con una vittoria a testa ed un pareggio. I granata hanno avuto il merito di vincere quella più importante.

La serata finale non ha offerto molti spunti neppure per le note di colore: tra i pochi momenti salienti, sicuramente da ricordare il secondo goal stagionale messo a segno da Enrichetto.

Vorrei anche formulare un piccolo appunto a Gioele Marzi. Il suo comportamento per tutto il torneo è stato inappuntabile: sempre corretto e leale, sia con gli avversari che con gli arbitri. Nella finale l’unico neo: per ben due volte ha battuto punizioni con gli avversari tutti fermi a parlare con l’arbitro, colpendo nel primo caso il palo e mettendo poi a segno un goal. Il suo comportamento, pur assolutamente legittimo (e non a caso l’arbitro ha convalidato la rete), mi è sembrato assai poco sportivo.

Infine una nota di merito a tutti coloro che si sono prestati per fare l’arbitro: sicuramente hanno commesso degli errori, ma se ciò è avvenuto il tutto è stato fatto nella massima buona fede e correttezza e senza badare minimamente all’interesse della propria bottega. Il loro contributo ha consentito il regolare svolgimento del torneo e certamente non ha inciso sull’esito finale. Non a caso il torneo è stato vinto proprio dalla squadra di cui fanno parte coloro che avevano assai poco velatamente accusato un arbitro di aver dolosamente favorito la squadra avversaria per danneggiarli. Evidentemente tutta questa “mafia” esisteva solo nella loro immaginazione.

Appuntamento alla prossima settimana per i commenti sulla supercoppa, sulla cena finale e per le considerazioni finali ed i voti (e cercherò di essere un po’ cattivello).