La
Metamorfosi, di Luigi De Bellis
La storia
Il rappresentante di commercio Gregor Samsa vive un'esistenza grigia e monotona
all'interno del proprio nucleo familiare, dominato dall'autoritaria figura del
padre. Una mattina, svegliandosi, scopre di essere stato trasformato in un
orribile insetto e, dopo l'iniziale smarrimento, si tiene nascosto per evitare
ogni scandalo. Del tutto isolato, solo nella sua stanza, impara a conoscere un
mondo assolutamente diverso, costituito da regole e consuetudini ignote al
genere umano. Fuori, intanto, al di là delle mura che lo circondano, la vita
sembra procedere quasi come se nulla fosse accaduto e ciò contribuisce ad
aumentare il profondo senso dì colpa che lo turba. Gli altri membri della
famiglia, comunque, tollerano la sua presenza, che con il trascorrere dei giorni
desta sempre meno preoccupazione, oppure, specie nel caso del padre, assumono
nei suoi riguardi un atteggiamento aggressivo e di sfida. È proprio quest'ultimo
che finisce poi per ucciderlo colpendolo con una mela. Morto Gregor, la famiglia
riprende i propri ritmi regolari e il padre può finalmente pensare al
matrimonio della figlia.
Coscienza di una trasformazione
La distanza che separa l'individuo dalla vita è l'angosciosa realtà con cui si
devono sempre misurare i personaggi della narrativa kafkiana.
È molto importante sottolineare come il tema dell'isolamento e dell'esclusione
assuma una cruda evidenza per il fatto che la diversità dell'individuo non è
soltanto sentita interiormente, ma si manifesta anche visivamente, attraverso
l'orribile, mostruosa trasformazione del protagonista, Gregor, in uno
scarafaggio.
Il racconto La metamorfosi è la narrazione della presa di coscienza di una
alterità, di una diversità che distingue e isola l'individuo dalla realtà
circostante. Chi è dunque Gregor Samsa? Quale significato ha la sua
trasformazione in scarafaggio? Può essere utile vedere quanto ha scritto in
proposito il germanista Ladislao Mittner.
Certo, Gregor Samsa si considera parassita e vergogna della famiglia; perciò
non si meraviglia affatto, quando, svegliandosi di mattina, si vede trasformato
in un enorme scarafaggio: pensa anzi che potrebbe ancora dormire un poco e
mandare al diavolo i suoi doveri di ufficio. Lo scarafaggio resta però un uomo
- figlio ed impiegato - ed ha i suoi doveri umani: quello, ora, di tenersi
nascosto. Il suo isolamento nella stanza (sempre la stanza-prigione di Kafka!)
acquista con ciò una spaventosa giustificazione narrativa. Alla fine lo
scarafaggio è o sembra ucciso dal padre, che gli getta addosso una mela, quando
egli tenta di uscire dalla stanza; in realtà Samsa è un suicida che non fa
nulla per guarire dalla sua ferita e alla fine si astiene ostinatamente da ogni
cibo. Il valore vero della novella è nella sinistra precisione, oggettività e
naturalezza con cui l'uomo divenuto bestia immonda parla delle sue nuove
abitudini e necessità di vita bestiale, persino dei piaceri della vita bestiale
ignoti agli uomini. L'assurdo ed il mostruoso non acquisteranno più in Kafka
un'evidenza tanto immediata ed irrefutabile: la novella è agghiacciante, perché
proprio dove vi è la più tremenda scissura non sembra essere scissura alcuna.