FILOSOFIA

MARX

Critica della filosofia hegeliana del diritto('43) "La Sacra Famiglia". C'è una inversione dei termini per cui diventa predicato soggetto e soggetto il predicato. Il concetto di realtà spirituale è politicamente devastante. Se la realtà si può solo leggere e non criticare allora anche il regime più bieco viene accettato come tale in quanto manifestazione di uno spirito superiore. Hegel vuole fare derivare tutto dall'idea astratta. È un camuffamento (o una mortificazione) della realtà tramite un artifizio logico. Il conservatorismo radicato viene dal giustificazionismo. La dialettica vede l'antitesi attraverso l'opposizione tra classi sociali. Il terzo momento non rappresenta la pacificazione ma la lotta (2 armate contrapposte). Marx non vede la sintesi come il ritorno nella tesi ma come uno scontro sul piano storico. La classe dominante genererà una nuova epoca storica. La sintesi non è l'unità al di là delle opposizioni ma l'opposizione di due armate contrapposte.

Annali francotedeschi ('44)

Questa incrinatura è spiegata attraverso un'antitesi radicale. La società borghese e capitalista sostiene di rappresentare i cittadini. Le basi prevedono la realizzazione di tale società. Il cittadino cerca di soddisfare i propri bisogni. Si riconosce l'individualismo. Nella società civile il pensiero è rivolto al soddisfacimento dei propri bisogni. Il cittadino dovrebbe andare a perseguire gli interessi di tutti e non soltanto i suoi. Il rapporto è simile a quello della Religione Cristiana, tra la vita terrestre e quella celeste. Nella vita celeste si raggiunge la felicità assoluta. Lo Stato è rappresentato dagli stessi cittadini, ma non si vede come si possa verificare questo stato idilliaco. Lo Stato diventa un miraggio come il Paradiso. La democrazia che ci prospetta la borghesia non è nient'altro che un'evanescente democrazia cristiana. La realtà è quella di una società dilaniata dall'egoismo e dalla sofferenza. Non si parla di libertà individuale, ma di libertà dell'uomo. Se la libertà di uno è limitata, da un altro non si può ricevere collaborazione, ma conflitto. La proprietà privata è l'origine di ogni disuguaglianza (Rousseau). La proprietà privata è sancita ed istituzionalizzata dalla Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo. Non tutti, in sostanza, sono uguali davanti alla legge. L'emancipazione umana è celata nella prassi e caratterizza questa Democrazia sostanziale.

Manoscritti economici e filosofici ('44)

Con il capitalismo si è giunti all'apice della produzione. La borghesia ed i capitalisti non si sono resi conto del conflitto tra la classe che produce ed il capitalismo che detiene la proprietà di mezzi di produzione. La borghesia non avverte questo conflitto. Questo scritto lo interpreta alla luce del concetto di alienazione dell'operaio. L'alienazione è in mezzo ai concetti di alienazione di Hegel e Feuerbach. La religione è vista come il momento della perdita di sé da parte dell'uomo. L'alienazione è negativa. L'uomo è avulso dalla realtà del suo tempo, a livello di coscienza. L'uomo non è calato nel suo tempo. Hegel calava l'uomo nel tempo. L'uomo si aliena attraverso il lavoro. Dal piano ideale e coscienziale di passa al piano socioeconomico. Si parla di alienazione nei confronti del prodotto. L'uomo pone parte di sé in qualcosa che non gli appartiene; viene espropriato e si realizza così l'alienazione. L'uomo si aliena rispetto alla propria attività. Ogni attività è finalizzata ad aumentare il profitto di qualcuno. Il lavoro è schiavizzante. Nel lavoro salariato l'uomo si sente uomo quando si comporta da bestia e si sente bestia quando si comporta da uomo. Marx non è un teorico, vive nella prassi. L'uomo è portato a sfogarsi e quando si comporta da bestia si sente uomo. Al momento di uscire dalla fabbrica si stordisce e sente di riscattarsi da come è trattato in fabbrica. Il lavoro dovrebbe gratificare e non fare sentire come una bestia. L'uomo si differenzia dall'animale proprio perché sa produrre e realizzarsi attraverso il lavoro. Il lavoro forzato sarà una perdita dell'essenza umana. Questo è esteso a tutto il genere umano. L'uomo si realizzerebbe in ciò che fa ed in ciò che gli piace fare. Alla radice di tutto c'è questo grande limite che è la proprietà privata. Il modo per uscire da questa alienazione è agire sulla proprietà privata. Nella prassi storica l'uomo dovrà agire. La disalienazione è l'abbattimento della proprietà privata. L'uomo è inteso come un essere concreto nella sua realtà storica. Si passa dal piano ideale al piano storico. Alla radice dell'alienazione c'è un processo socioeconomico. Umanismo: uomo nel suo essere tutto. L'uomo è calato nella realtà socioeconomica. Marx ha detto: "La religione è l'oppio dei popoli". Feuerbach, rimanendo sul piano della coscienza, non dà motivazioni. L'uomo si stordisce attraverso la religione, in un'altra vita non soffrirà più. La religione è interpretata in chiave socioeconomica. I potenti vogliono che il popolo creda nella religione, per sfruttarlo meglio.

Ideologia Tedesca

La realtà viene filtrata attraverso l'ideologia. Non si tratta della vera realtà. Marx compie una distinzione tra scienza ed ideologia. La scienza storica è letta attraverso le strutture che la determinano al di là dell'ideologia. Senza l'ideologia si può avere una lettura obiettiva che permetta di individuare le leggi che determinano la storia. La storia è vista come una totalità processuale che diviene dialetticamente. Uno scontro porta al passaggio da una situazione storica ad un'altra. La dialettica essenziale muove dal bisogno al soddisfacimento del bisogno. L'uomo tende a soddisfare i propri bisogni nell'arco della sua vita. Si parla di bisogni primordiali materiali. L'uomo è differente dagli animali perché è in grado, attraverso il lavoro, di creare i mezzi per soddisfare i propri bisogni. La storia è una totalità processuale che diviene dialetticamente fondando i suoi rapporti sull'economia. I soggetti della storia sono le strutture economiche. La storia è governata da leggi. Le strutture sono determinanti nella storia. L'uomo produce i mezzi. Una sovrastruttura è ogni cosa non riconducibile all'economia e direttamente dipendente dalla struttura stessa. La sovrastruttura è funzionale alla struttura. Le strutture sono realizzate nel periodo della storia. C'è una contrapposizione di forze di cui si può fare esperienza. La totalità del divenire dialettico è concretizzata in cose materiali ed esperibili. Nel periodo illuminista le strutture economiche stavano già mutando e così sono potute fiorire le idee illuministe da queste anche la Rivoluzione Francese. Il cambiamento della struttura economica fa nascere nuove idee. Le forze dei rapporti di produzione sono sempre più dinamiche. Si parla di uno scontro diretto in cui una delle due forze avrà la meglio sull'altra. Quasi sempre vincono le forze produttive, che vanno ad inaugurare una nuova era della storia. Nella società antica i feudatari avevano il potere e la borghesia era la classe emergente. Al momento della sconfitta dell'Ancient Régime è iniziata l'era moderna con nuovi rapporti di produzione. È nata una nuova forma di produzione. La borghesia e l'età moderna hanno creato una situazione storica mai vista. Il conflitto tra forze e rapporti è sempre maggiore. Si dovrà arrivare al comunismo. L'uomo parte disalienato, si aliena, si disaliena riappropriandosi di se stessa nel comunismo. Si procede dialetticamente, ma il fine ultimo è il comunismo. La totalità processuale porta ad un fine (affinità con Hegel). I mezzi di produzione sono contro le forze produttive. La Russia di Lenin era lo stato meno avanzato. Lenin si rifà a Marx quando dive che lo Stato saprà il momento per attuare la rivoluzione. Il Comunismo è una prassi per Lenin che si è distaccato parzialmente dal comunismo ortodosso. Gli ideologi vedono la storia attraverso le idee. Per gli ideologi la battaglia è una battaglia di idee. La filosofia non cambia il mondo, ma lo cambia la prassi. La battaglia delle idee crede di cambiare il mondo ma in realtà non lo cambia. L'ideologia è come una sovrastruttura. Ogni Stato, ogni religione, ogni filosofia è funzionale all'economia. Marx va a ricercare da dove nasce l'ideologia ed il suo significato. Vede l'ideologia generata come conseguenza naturale della divisione del lavoro. La divisione dell'umanità tra chi lavora e chi pensa ha prodotto un'ideologia staccata dalla realtà, attraverso cui si vuole vedere la realtà. I pensatori credono di essere indipendenti. L'ideologia è dipendente dalla struttura economica e mirerà a giustificare e portare avanti idee funzionali alla struttura economica. È un processo inconscio. È un utilizzo mistificatorio dell'ideologia. L'ideologia giustifica la realtà che esiste. Tutte le società di classi hanno appoggio dall'ideologia legata all'economia dominante o che sta per dominare. Gli ideali della filosofia hegeliana di sinistra non combattono il mondo realmente esistente.

Il manifesto del comunismo di Marx ed Engels

È l'unica classe dominante che tende a cambiare continuamente i mezzi di produzione. La borghesia è stata una classe rivoluzionaria che ha favorito la globalizzazione ed il contatto tra popoli diversi. Il mondo borghese lavora per pochi che usufruiscono. Nel modello capitalista lo scontro avviene tra i capitalisti ed il proletariato. La classe in sé è l'insieme di tanti individui che, per estrazione economica e sociale formano un insieme grande di persone. Appartengono allo stesso mondo socioeconomico, ma non hanno coscienza di classe. La classe per sé prende coscienza di classe. È un'aggregazione che poggia sulla coscienza di appartenere alla stessa classe. Non si può arrivare alla rivoluzione senza passare per la coscienza di classe. Deve uscire la coscienza del proletariato. Marx ha lasciato spazio per successive interpretazioni. Chi sarà calato nella prassi storica saprà meglio come è la situazione. Marx traccia il percorso a grandi linee.

Il capitale

Le leggi dell'economia non sono universali, ma valgono per ogni periodo storico. Ogni struttura economica ha le sue leggi. Distacco con il discorso dell'economia classica. Andando ad analizzare le leggi che regolano la produzione dell'economia capitalistica, si capisce che queste producono le motivazioni della sua decadenza. L'economia è individuata come una struttura totalizzante. Ogni parte ha senso solo se ricondotta al tutto. L'economia è come una struttura globale (ricordo di Hegel), una totalità organizzata, un organismo totalizzante, un'unità all'interno della quale i vari elementi hanno senso se ricondotti al tutto. Marx individua tra questi elementi che compongono questa totalità organica quelli fondamentali e quelli derivati. Le leggi muovono, sono importanti, sono le radici, sono diverse dalle tendenze. Le leggi che determinano le differenze del mondo del capitalismo portano alla crisi di questo stesso mondo. Le leggi del capitalismo portano alla sua caduta. Dalle leggi dipendono tutti gli altri elementi. Le tendenze possono essere annullate dalle tendenze contrarie. Le tendenze, se le cose non cambiano, portano ad una conclusione. Non ci sono profezie o concetti come 'Marx ha previsto che…'. È un'analisi approfondita e senza tempo. Non si tratta di un semplice libro di economia, ma anche di un testo di sociologia e politica. Il valore di scambio permette di porre il prodotto nei mercati. Si parla di lavoro socialmente necessario per produrre la merce. Più lavoro ci vuole e più la merce ha valore. Il prezzo può anche non coincidere con il valore di scambio. I due coincidono nei periodi di equilibrio. Il valore di scambio varia a seconda del periodo. Feticismo delle merci: isolare la merce dal lavoro che la ha prodotta, fare della merce un feticcio. La merce è come una divinità che ci comanda. Ci dimentichiamo che la merce non ci sarebbe senza lavoro umano. L'economia classica funzionava con un modello del tipo: merce º denaro º merce. L'economia capitalistica invece segue il modello: denaro º merce º denaro'. Il fine del capitalismo è un maggiore profitto. Il denaro' è creato durante il rapporto della produzione. Questa merce è differente da tutte le altre perché produce valore. L'operaio produce valore attraverso il pluslavoro. Il valore di una merce è uguale al lavoro socialmente necessario per produrlo e nel caso di un operaio è tutto ciò che serve perché questi rimanga in vita. Il sostentamento è il salario minimo produzione sono privati (critica alla proprietà privata).

La forza lavoro si vende per farsi sfruttare.

La produzione è sempre più sociale, ma la distribuzione delle ricchezze e dei

mezzi di produzione è privata.

La frizione sarà troppo grande quando ci saranno pochi capitalisti che

sfruttano il resto del mondo.

Saggio: tasso in percentuale. Differenza tra capitale variabile (capitale investito negli stipendi) e capitale costante (capitale investito nelle macchine). Il capitalista anticipa lo stipendio. Il capitale variabile è l'anticipazione. Per ottenere un maggiore profitto bisogna accrescere il plusvalore. L'operaio non può lavorare troppo. Nello stesso tempo si produce di più. La macchina funziona in continuazione e dal plusvalore relativo si passa a quello assoluto. Il problema non era la macchina ma il capitalismo. Il profitto privato del Capo necessita di lavoro sociale. Il lavoro sociale è sfruttato. Anarchia della produzione. C'è un eccesso di produzione rispetto alla richiesta del mercato. Crisi di sovrapproduzione. Distruzione delle scorte. Venire meno di prodotti basilari per il sostentamento della produzione. Marx sostiene che il capitalismo può escogitare strategie per ritardare il più possibile questa caduta. Spesso riesce nel suo intento, ma il crollo accadrà. Dualismo dialettico: pochi capitalisti e tanti sfruttati. Si formano due classi. Non ci sono classi medie. Si arriva ad una frizione che sfocia in una rivoluzione. Queste correnti sono andate lontano dal pensiero di Marx. Lo Stato è fatto su misura della borghesia e della dittatura capitalista. Queste strutture non possono permettere la disalienazione dei lavoratori. Lo Stato deve essere abbattuto. La Scuola di Francoforte è contro il revisionismo. Non è dal di dentro che si cambiano le cose, ma abbattendo tutto. C'è un periodo intermedio in cui lo Stato resta. Con la rivoluzione viene meno la proprietà privata. È una fase di dittatura del proletariato. Abbattuta la proprietà privata e la divisione del lavoro si ha la socializzazione dei mezzi di produzione. Immediatamente cessa la legge del profitto sulla quale si poggia l'economia capitalista. Muoiono plusavlore e pluslavoro. In questa fase c'è ancora bisogno di uno Stato. Marx: "Per la prima volta sarà una dittatura di molti su pochi". Questa è ineliminabile, indispensabile, funzione come deterrente contro ogni tentativo di controrivoluzione borghese. C'è la necessità di uno Stato forte gestito attraverso la dittatura del proletariato, per avviare gradualmente la società al socialismo. Si tratta di una solidarietà che non prevede uno Stato. Non c'è sfruttamento, non c'è comando. Non serve un'azione violenta, ma un naturale defluire della dittatura del proletariato. Marx ha estratto dalla Comune alcuni momenti essenziali: cessazione dell'Esercito sostituito con operai armati in caso di necessità; cessazione di ogni parlamentarismo, la democrazia era diretta e non parlamentare. Il Governo era diretto dove i rappresentanti del popolo erano eletti a suffragio universale ed avevano uno stipendio pari a quello dell'operaio e, se non avessero compiuto il loro dovere, sarebbero stati destituiti immediatamente. La tripartizione classica del potere era venuta meno. Il popolo aveva in mano il potere legislativo ed amministrativo. Gotha è dove i socialdemocratici si erano riuniti per stilare un programma di riforme. Il comunismo rozzo estende la proprietà privata a tutti ma non la abolisce. La società è un grande capitalista. Il comunismo è la cessazione di ogni rapporto dell'uomo con cose di possesso. La degenerazione porta alla comunione oltre che dei beni anche delle donne. Il comunismo evoluto è la cessazione definitiva di ogni tipo di rapporto possessivo con le cose. Engels: "Il dominio sugli uomini sarà completamente sostituito dalla semplice amministrazione delle cose".