LA SQUADRA DI SBARCO: GESTIONE DELLE RISORSE UMANE

INDICE : 
- Cenni introduttivi e storici
- Squadre diverse per missioni diverse
- Le attrezzature di una squadra di sbarco
- Una volta sul pianeta
CENNI INTRODUTTIVI E STORICI 
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IMAGELe missioni di sbarco sono parte integrante e fonda-mentale nella vita di una nave spaziale. In caso di missioni esplorative la squa-dra di sbarco ha un'enorme responsabilità, in quanto rappresenta il primo impatto con la Federazione e la sua filosofia di vita. È pertanto fondamentale che i propri membri siano selezionati accuratamente.

Parlando genericamente, qualsiasi squadra che porta a termine una missione al di fuori dei confini della propria astronave si può definire 'di sbarco' ma qui tratteremo soltanto le squadre di sbarco nel senso più comune del termine, ossia quelle che partecipano a missioni esplorative o diplomatiche.

La gestione e la formazione delle squadre è cambiata sensibilmente nel corso della storia. Quando la Federazione si trovava ancora agli albori dell'esplorazione spaziale, era il capitano a guidare la squadra di sbarco ed era sempre lui a scegliere gli ufficiali superiori che ne avrebbero preso parte, mentre delegava ai suoi ufficiali la scelta dei membri della sicurezza e degli esperti.

In tempi moderni, invece, le regole sono cambiate sensibilmente. Secondo il nuovo protocollo, infatti, nelle missioni considerate 'a rischio' il capitano deve restare al comando della nave, mentre la guida della squadra di sbarco viene delegata al primo ufficiale o, più raramente, ad un altro ufficiale di alto grado.

SQUADRE DIVERSE PER MISSIONI DIVERSE 
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I tipi di missione a cui far fronte possono essere di differenti tipologie ma si possono riassumere tutte in tre diverse tipologie:

  1. Missioni diplomatiche e/o di primo contatto
  2. Missioni esplorative su pianeti disabitati
  3. Missioni esplorative su pianeti con civiltà arretrate

Ogni missione richiede una squadra di sbarco con caratteristiche mirate.


MISSIONI DIPLOMATICHE E/O DI PRIMO CONTATTO

 

IMAGEIn questo scenario, la squadra di sbarco si trova ad operare in una situazione 'già conosciuta'. Gli incontri diplomatici e/o di primo contatto vengono infatti pianificati a priori e gli eventuali rischi a cui la squadra può andare incontro sono già stati valutati.

Nel caso che la missione venga diretta da ambasciatori o altro personale specializzato ester-no alla Flotta, a questi ultimi spetta il compito di selezionare il corpo diplomatico vero e proprio, mentre viene delegata al personale della nave tutto ciò che riguarda la sicurezza della squadra. Non è raro, inoltre, che venga richiesta la presenza di alti ufficiali o del capitano stesso per questioni di protocollo.

Sugli studi svolti in precedenza, gli specialisti comunicano al Capo Operazioni le caratteristiche che la squadra dovrebbe avere e quest'ultimo, coordinandosi con i vari dipartimenti, seleziona una lista di candidati fra i membri dell'equi-paggio.


 
MISSIONI ESPLORATIVE SU PIANETI ABITATI

 

Prima di decidere la composizione della squadra è bene valutare a fondo quali sono i rischi. Trattandosi di missioni esplorative, i pericoli non sono conosciuti a priori ed una scansione sensoria dall'orbita non è sufficiente ad identificarli tutti quanti.

Secondo le normali procedure, la guida della squadra viene affidata al primo ufficiale, mentre il capitano resta al comando della nave.

Normalmente i componenti della squadra non sono molti, di solito si aggirano sulle cinque/sei unità, numero ideale in quanto comporta flessibilità e una maggior velocità di reazione ad eventi imprevisti di quanto ne possa avere un gruppo più numeroso.

Se la valutazione sensoria preliminare ha rilevato rischi mi-nimi, fra i membri della squadra viene inserito anche personale alle prime armi, sì che possa farsi un'esperienza in ma-niera graduale. Se invece non è stata possibile una valutazione dei rischi a priori, vengono fatti sbarcare soltanto membri esperti.

Le squadre di sbarco vengono guidate soltanto da ufficiali di alto grado, quando non si tratta del primo ufficiale si tratta perlomeno di un caposezione. Altri componenti fissi sono un medico, un ufficiale scientifico ed almeno un addetto della sicurezza quando non due.

Gli esperti e gli specialisti vengono scelti in base alla sensorizzazione preliminare. Esempio: se i sensori hanno rilevato delle rovine, verrà convocato un esperto di storia o nel campo archeologico.


 
MISSIONI ESPLORATIVE SU PIANETI ABITATI CON CIVILTA' ARRETRATE

 

Fanno parte della squadra soltanto ufficiali già esperti. In questo caso il rischio maggiore non è nell'incolumità della squadra, che passa in secondo piano, ma in una possibile infrazione della prima direttiva.

IMAGELa squadra di sbarco deve essere in grado di interagire con le popolazioni indigene senza far scoprire la propria natura aliena. Per questi scenari sono già state collaudati schemi che in passato si sono rivelati validi, come far finta di pro-venire da una diversa provincia per giustificare l'ignoranza degli usi locali.

Non tutte le culture tecnologicamente arretrate sono però all'oscuro dell'esistenza di vita nello spazio. In questo secondo caso la comunicazione fra gli indigeni e la squadra di sbarco è molto più aperta e diretta ma questo vantaggio comporta anche un maggiore rischio di interferenza, per questo è sempre necessario del personale esperto.

LE ATTREZZATURE DI UNA SQUADRA DI SBARCO 
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IMAGEDipendono ovviamente dalle condizioni climatiche del luogo. L'equipaggiamento standard in dotazione consiste in: comunicatore, fon-damentale per rimanere costantemente in contato con il vascello; tricorder (sicurezza, medico o scientifico) e phaser a mano, che vengono normalmente tenuti agganciati in cintura. Il personale medico ha inoltre un kit di pronto soccorso con ipospray e rigeneratore dermico. Altri specialisti possono avere attrezzature specifiche per la missione quali torce palmari, amplificatori di schema per il teletrasporto, kit tecnici di ingegneria.

In caso di con-dizioni proibitive la squadra di sbarco può disporre di tute ambientali o di di-spositivi di supporto vitale.

In caso di missioni su pianeti abitati da culture primitive, inoltre, è necessario produrre un abbigliamento adeguato per potersi mescolare agli indigeni senza che questi si accorgano 'dell'intrusione' e venga di conseguenza infranta la prima direttiva.


 
UNA VOLTA SUL PIANETA 
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Appena teletrasportati sul pianeta, i membri della sicurezza effettuano una prima ispezione visiva dei dintorni, dopodiché, in mancanza di pericoli immediati, l'ufficiale più alto in grado dà il permesso ai membri della squadra di lasciare la posizione per poter svolgere i loro compiti specifici. Ogni componente provvede all' esplorazione del territorio secondo la sua specializzazione e fa rapporto all'ufficiale respon-sabile e che ha il compito di coordinare l'attività della squadra e di decidere il rientro quando il tempo di tempo di permanenza sul pianeta non è già stato stabilito a priori.

Come abbiamo già accennato, le squadre esplorative sono composte da pochi elementi in quanto questo permette una maggiore flessibilità; maggior rapidità nel reagire a situazioni critiche e, nella peggiore delle ipotesi, il recupero immediato dei membri della squadra tramite teletrasporto.

Possono presentarsi emergenze in cui non sia possibile recuperare tutti i membri scesi sul pianeta. Decidere quale personale possa essere considerato sacrificabile è sempre un compito gravoso a cui ogni capitano spera di non trovarsi mai di fronte ma che non può nemmeno delegare ad altri. Altra ragione per cui è raccomandabile che il capitano sovrintenda le operazioni della squadra dalla nave anziché dal pianeta.




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