"Come si ottiene la statua di un cane? Semplice, si fa accoppiare un anticano con una horta."
Questa vecchia e discutibilmente divertente storiella, pur costruita con stile umoristico e pertanto senza pretese di aderenza alla realtà, è comunque sintomo della visione forse un po' naïve, forse un po' troppo poco scientifico, che la gente comune ha del processo riproduttivo fra specie diverse.
La maggior parte delle razze non sono compatibili ed il fatto che si somiglino esternamente (esempio: sono entrambe mammiferi, umanoidi, bipedi, o altro) e spesso, dal punto di vista riproduttivo, irrilevante.
Sia chiaro che stiamo parlando di spontanea riproduzione e non di pratiche sessuali. Esempio: un'alce ed un toro, se proprio si innamorano a prima vista, niente gli vieta di divertirsi un mondo per tutta la vita, ma non uscirà mai, dalla loro unione, una mucca con le corna a pala.
O, almeno, non uscirà se nessuno gli darà una mano intervenendo dal punto di vista genetico. In laboratorio, al contrario che in natura, è possibile accoppiare pomodori con babbuini, o lucciole con serpenti a sonagli. Incastrando, fra loro, frammenti di DNA come in un gioco di costruzioni. Tuttavia, malgrado nel nostro secolo le conoscenze in campo medico e tecnologico abbiano fatto passi da gigante confronto al passato, la fragile, complessa, geniale struttura del DNA non è ancora stata svelata completamente. Il territorio inesplorato è tuttora immenso e molte nozioni sfuggono ancora alla nostra comprensione, per questo motivo non sempre una struttura che, in teoria, sembrerebbe dover funzionare alla perfezione, in realtà, una volta messa in pratica, crolla miseramente.
La genetica, per i delta gammani, è una delle branche più importanti e tenute in considerazione, non è difficile capirne il perché, visto che garantisce la riproduzione.
Il popolo di Delta Gamma IV non appartiene ad un'unica specie, né razza, anzi, i primi colonizzatori del pianeta erano a loro volta ibridi creati da esperimenti genetici ed avevano, pertanto, caratteristiche fisiche ed esigenze biologiche molto differenti. Alcuni erano umanoidi, altri no. Nulla da dire, perciò, sul fatto che fossero riproduttivamente incompatibili in via naturale.
La storia di questi individui sarebbe stata notevolmente diversa se un gruppo di loro non avesse tentato di realizzare un sogno giudicato, allora, quasi al confine dell'impossibile. Un sogno che consisteva nel no arrendersi ma tentare, con tutte le proprie forze, di diventare un popolo.
A dispetto delle loro diversità, i primi colonizzatori costituirono una comunità che sta diventando via via sempre più integrata ma, per farla crescere di numero, è necessario l'intervento dei genetisti. Il compito di questi è studiare e realizzare schemi di DNA che possano svilupparsi in individui autonomi e senzienti.
E' così che, tuttora, vengono creati i nuovi nati. Il processo, privo di connotazioni romantiche ed amorose, si basa invece sulla scienza, la burocrazia e l'economia (intesa come gestione delle risorse della comunità).
L'iter:
Inizialmente, quando al comunità di Delta Gamma IV era appena nata, la percentuale di successo nella creazione dei nuovi nati era del 50%; la percentuale di sopravvivenza dei nuovi nati oltre il diciassettesimo anno d'età, era del 70%. Al giorno d'oggi, grazie ai progressi scientifici fatti nel frattempo, la percentuale di successo nella creazione dei nuovi nati è del 75%; la percentuale di sopravvivenza dei nuovi nati oltre il diciassettesimo anno d'età è dell'85% (ovviamente queste percentuali sono state calcolate cercando di non tener conto delle morti accidentali o, comunque, non dovute ad instabilità genetica).
In che cosa consiste, esattamente, questa instabilità? Perché, nella pratica, le sequenze di DNA studiate dai genetisti finiscono con l'evolversi in tutt'altra direzione?
La catena del DNA è estremamente complessa e, di sicuro, più lunga di quello che ci si possa immaginare ad un'analisi superficiale. Il nostro fisico, la forma dei nostri organi, il nostro essere, insomma, viene costruito 'leggendo' i geni e le istruzioni che troviamo in questa catena. Ma, al contrario di ciò che si potrebbe immaginare, non è l'intera catena ad essere letta, bensì soltanto una parte. Questa parte viene definita DNA attivo.
Come già introdotto in precedenza, tuttavia, la catena è molto più lunga e complessa e comprende geni e settori di DNA che, apparentemente, sembrano non contribuire attivamente alla formazione del nostro essere. Questa parte viene definita DNA silente.
La maggior difficoltà che incontra un genetista nel creare un nuovo individuo consiste principalmente nel tentare di pilotare il processo di lettura del DNA. Accantonando ora i termini tecnici o prettamente medici, e tentando di spiegare il fenomeno in maniera chiara anche ai non addetti ai lavori, possiamo dire che, per creare un nuovo essere con le caratteristiche che noi vogliamo, non è sufficiente limitarsi a costruire una nuova catena, assemblando frammenti di DNA provenienti da più individui, ma è necessario, soprattutto, che siano particolari settori di questo DNA ad attivarsi ed altri, invece, a rimanere silenti.
A questo punto si potrebbe pensare di risolvere il problema assemblando una catena che comprendesse solo i geni che ci interessano ma, disgraziatamente, una soluzione così semplice non è contemplata in natura (e nemmeno nei G.Lab). Esiste infatti un limite di lunghezza, anche se sarebbe più corretto parlare di limite di cortezza, oltre al quale non si può scendere. In parole povere, una catena di DNA non può scendere sotto un determinato punto di complessità per potersi poi evolvere in un individuo. Questo limite viene definito 'soglia di minima complessità'.
Una volta costruita una catena di DNA, le variazioni a cui si può sottoporla sono minime. Un DNA già formato non può essere smantellato e rimontato a piacere senza che ciò abbia pesanti effetti sull'individuo. È però possibile cambiare o 'risanare' alcuni geni per eliminare quelle che vengono definite come malattie genetiche. Vediamo come:
Le cellule del nostro corpo contengono, al loro interno, il DNA. Questo può essere raffigurato come una lunga elica o una scala e pioli ritorta su sé stessa. Questa scala è a sua volta suddivisa in segmenti chiamati geni la cui funzione è quella di 'stampare' le sostanze di cui il nostro organismo è composto. Proprio come se fossero dei calchi.
Se il calco è difettoso, la sostanza stampata presenterà delle imprecisioni e questo potrebbe creare disturbi anche piuttosto seri all'organismo. Se i genetisti riescono ad individuare quale sia il gene responsabile della disfunzione, possono creare segmenti di geni 'sani' ed iniettarli tramite un virus all'interno delle cellule in modo da 'infettarle'. Così, a causa di questa 'infezione benefica', quando le cellule si riprodurranno, creeranno nuove cellule con il DNA sano e via così.
Questo è uno dei modi con cui i genetisti operano ma in questo caso si parla di malattia genetica o di imprecisione genetica. L'instabilità genetica che colpisce gli ibridi di Delta Gamma IV ha invece radici molto più profonde e diverse.
Abbiamo già parlato del processo di attivazione e disattivazione di lettura dei vari settori del DNA e di come sia possibile intervenirvi. Questo procedimento è, ovviamente, ciò che di più complesso esista in campo medico, visto che, soprattutto, ancora non è chiaro cosa sia a far attivare o disattivare i frammenti ed i settori di DNA. Per non sconfinare in campo teologico o filosofico, diremo solo che, dopo svariati studi, sebbene non siamo ancora riusciti a svelare cosa ci sia alla base della vita stessa, è però possibile creare condizioni per tentare di pilotarne il processo.
Certo non ci è ancora dato sapere perché, mettendo insieme una determinata materia, questa improvvisamente inizi ad evolversi fino a diventare un essere senziente; ma abbiamo potuto appurare che, mettendo insieme una determinata materia, in determinate condizioni ambientali ed influendo in determinate maniere, ci sono forti possibilità che quella materia finisca con l'evolversi in una direzione prestabilita. Questo, più o meno, è ciò che i genetisti fanno quando si dice 'pilotare la lettura del DNA'.
Questo tipo di processo, un tempo svolto in maniera piuttosto empirica, è stato via via sempre più perfezionato, grazie anche alla scoperta dell'Escerum, una particolare sostanza con la quale è possibile intervenire sulla catena di DNA senza farne crollare la struttura.
Su Delta Gamma IV cresce un particolare tipo di papaveri dalla colorazione che varia dall'azzurro al blu intenso. In realtà non si tratta di vere e proprie piante, bensì di essere posti in un limbo intermedio fra il regno vegetale e quello animale. Questi papaveri, comunque, per propria riproduzione, utilizzano delle spore. È trattando tali spore in laboratorio che è possibile ottenere la sostanza di cui sopra e di cui i genetisti fanno ampio uso nei G.Lab per la creazione dei nuovi nati.
Con l'andare del tempo si è iniziato a selezionare varietà di papaveri e di spore sempre più adatte allo scopo, perfezionando, di conseguenza, anche le caratteristiche dell'Escerum.
In questo modo, grazie ai papaveri blu, i genetisti di Delta Gamma IV riescono a pilotare il processo di lettura in maniera sempre più precisa.
Ci sono differenti cause di instabilità genetica. A volte questa definizione viene usata in maniera impropria per descrivere anche quelle morti non dovute a vera instabilità, ma bensì a scompensi fisici. Tuttavia, essendo il termine entrato nel linguaggio comune, ormai vengono etichettate come instabilità genetica tutte le disfunzioni che rientrano in questa branca.
> Prima della nascita - feti ed embrioni
La creazione di nuovi nati si può riassumere, sulla carta, in pochi passi che, sempre sulla carta, risultano assai semplici, il più è metterli in pratica.
Una volta che un progetto G. viene approvato dal Consiglio di Bioetica, i genetisti iniziano il lavoro di individuazione degli schemi genetici che verranno realizzati ed effettuano una serie di simulazioni.
Il materiale genetico viene raccolto e le catene di DNA assemblate.
Gli embrioni prima, ed i feti poi, si evolvono dentro alle sacche di sviluppo ed i loro progressi vengono monitorati costantemente. Se uno dei feti inizia a svilupparsi fuori dagli schemi previsti, i genetisti tentano di riportarlo 'in carreggiata' tramite il pilotaggio della lettura del DNA, ma non sempre questo tipo di interferenza ha successo. Anche perché non è mai possibile intervenire troppo pesantemente senza distruggere la vita appena formatasi. Così può capitare che, nella creazione di un feto, il DNA si evolva secondo schemi imprevisti.
Gli individui che ne nasceranno non è detto che avranno un organismo adatto alla vita su di un pianeta di classe M. In alcuni casi i genetisti sono in grado, tramite una serie di simulazioni e di prove, di individuare le esigenze ambientali necessarie alla loro fisiologia e di ricrearle; in altri, purtroppo, non riescono a capirlo in tempo ed i feti muoiono, ritrovandosi in un ambiente inadatto alle loro esigenze fisiologiche.
Può capitare anche che, sebbene l'embrione abbia iniziato a svilupparsi autonomamente in feto, il suo DNA presenti comunque errori (o imprecisioni genetiche) che, accumulandosi con il procedere dello sviluppo, facciano crollare la struttura del DNA con il conseguente 'crollo' della fisiologia del feto.
C'è un detto, in campo genetico, secondo il quale 'esiste un ambiente per ogni fisiologia'. In pratica, alcuni genetisti pensano che, qualsiasi forma o fisiologia possa assumere un embrione durante il proprio sviluppo, per quanto non adatta ad un pianeta di classe M, potrebbe comunque crescere e completare la sua evoluzione se si riuscisse a ricreare un ambiente che venga incontro alle sue esigenze fisiologiche.
Purtroppo è più facile a dirsi che a farsi. Ci sono stati casi (e purtroppo ci saranno anche in futuro) in cui, sebbene i genetisti avessero identificato fisiologia ed ambiente di alcuni feti, la realizzazione di questi ultimi erano comunque non convenienti, ossia avrebbero inciso in maniera eccessiva sulle risorse della comunità.
In questi frangenti interviene il Consiglio di Bioetica che dà disposizione di non interferire ulteriormente sulla fisiologia del feto e lasciare che questo continui lo sviluppo fino a morte naturale. Questi decisioni non sono mai facili da prendere e si basano su di un'analisi di effettivi costi/benefici delle risorse ma, purtroppo, questi calcoli raramente possono essere precisi, basandosi su valori economici che, come si sa, sono in continua evoluzione.
D'altro canto, sarebbe una cosa differente se si trattasse di avere un nuovo nato di questo tipo una volta ogni tanto ma, dovendo gestire un numero rilevante di feti, risulta purtroppo impossibile, per motivi appunto di risorse e spazio, creare un ambiente su misura per chiunque.
> L'instabilità genetica negli adulti
Tutte le complicazioni esposte nel precedente paragrafo riguardanti gli embrioni ed i feti, rientrano più nel settore di incompatibilità fisica piuttosto che instabilità genetica.
Ciò che si intende veramente con instabilità genetica consiste in altro e, sebbene colpisca in egual misura embrioni, feti e nuovi nati, è in questi ultimi, tuttavia, che risulta più evidente.
Ma partiamo comunque dal principio:
più un embrione è avanti nello sviluppo e meno libertà di manovra rimane ai genetisti nel pilotare il processo di lettura del DNA. In un nuovo nato (che chiameremo da qui in poi individuo adulto, riferendoci non ad un'età anagrafica ma comprendendo sia bambini sia adulti veri e propri) l'entità delle interferenze nel DNA che un genetista può apportare è notevolmente ridotta. Ma questo limite non è dato dal un'incapacità pratica bensì è dettato dall'etica.
Una volta assemblata una catena di DNA, smontarla e rimontarla significherebbe 'ucciderla' per formare qualcosa che sarà comunque nuovo e diverso dall'originale.
Nello stesso modo, un organismo che si è evoluto su di una particolare sequenza di DNA attivo, difficilmente potrebbe sopportare cambiamenti troppo drastici di tale sequenza, senza perdere la propria identità.
Per ragioni ancora in via di studio, spesso, in individui giovani e più specificatamente in periodo adolescenziale, molti delta gammani vanno incontro ad una fase di scompensi genetici. Non tutti gli abitanti del pianeta affrontano l'adolescenza dopo lo stesso numero di anni, essendo l'arco vitale di ognuno estremamente diverso. Tuttavia, da un'analisi statistica, è risultato che gli scompensi genetici siano molto più frequenti nella fase in cui un corpo infantile si tramuta in uno adulto e molto più rari nel periodo adulto vero e proprio.
Non ne sappiamo ancora il motivo preciso, alcuni danno la colpa ad errori nel montaggio del codice (e questa resta, tuttora, la spiegazione più plausibile); altri all'ambiente ed al contatto con la radiazione del pianeta (ma ogni pianeta ha una sua 'radiazione di fondo' e quella di Delta Gamma IV è ampiamente entro i parametri di un pianeta di classe M); altri ancora invece sostengono che, se non ci si chiama dio, la creazione di nuovi ad originali codici genetici che altrimenti non sarebbero stati presenti in natura, non può essere portata a termine senza che sia presente un margine di errore. La differenza fra questa teoria e la prima, consiste nel fatto che i suoi sostenitori pensano che l'errore non può essere evitato in ogni caso, essendo il suo margine direttamente proporzionale alla complessità del progetto che si porta avanti.
Ma, piuttosto che continuare a perderci in speculazioni, vediamo di tornare piuttosto alla spiegazione di ciò che succede ai nostri ragazzi.
Quando un organismo si è formato, assume particolari caratteristiche fisiologiche e, conseguentemente, sviluppa particolari esigenze biologiche. In un determinato periodo della vita, però, può capitare che il DNA inizi a variare, ossia inizino ad attivarsi settori silenti e/o disattivarsi settori attivi. Questo, inevitabilmente, porta a cambiamenti a livello fisico, essendo la nuova lettura del DNA diversa dalla precedente. Il guaio si ha quando questi cambiamenti avvengono in modo che l'organismo originale non è in grado di sopportarli o adattarsi in maniera sufficientemente veloce. In questo caso, senza l'opportuno intervento dei genetisti, si avrebbe la morte dell'individuo.
Un altro problema si ha quando i cambiamenti di cui sopra, pur non portando alla morte dell'individuo, risulterebbero comunque così drastici che, sebbene l'organismo in sé resterebbe vivo, si avrebbe lo sfaldamento della personalità del paziente. Ossia non sarebbe più la stessa persona, non avrebbe gli stessi ricordi, la stessa individualità o lo stesso grado di autocoscienza.
In questi casi il Consiglio di Bioetica ha disposto che i genetisti debbano intervenire per conservare la persona originale, anche se la nuova personalità avrebbe potuto svilupparsi in un individuo senziente.