BABY KA-BOOM

Prologo:

C'è nebbia nella tempesta. Oppure è stata la nebbia a portare alla tempesta? Già... perché dovevo avere i ricordi un po' appannati quando sono entrato nell'ufficio del capitano Maxwell per offrirmi come aiuto-volontario per il raduno degli ex allievi. O più precisamente come baby sitter per i loro figli, mentre gli ex allievi erano occupati a... radunarsi.

"Davvero, cadetto, non le secca occuparsi dei bambini mentre altri hanno incarichi più importanti?" mi aveva chiesto il capitano.

Seccarmi? Ho pensato, e mi sono accinto a spiegarle: "Non è la prima volta che mi occupo di nuovi nati. In uno dei miei cicli di servizio civile su Delta Gamma sono stato assegnato ai G.Lab., sento un po' di nostalgia di quel periodo."

Perché dovrebbe seccarmi? Avrei invece dovuto pensare. E fatta la domanda, trovare un'adeguata risposta, invece di restare invischiato nella trappola dell'edulcorazione dei ricordi, nella nostalgia del tempo passato e nella mitizzazione dei fatti. Un meccanismo psicologico vecchio come il cucco ma da cui mi sono lasciato fregare lo stesso. Del resto come potevo scamparla, visto che si parla di raduno di ex-allievi e che pertanto l'aria è così satura di tutto questo tanto da diventare densa.

PICCOLE PESTI

Accademia della Flotta Stellare
Raduno degli ex-allievi
Mattina

L'edificio è questo, non avrei potuto sbagliare neanche a farlo apposta. Il viale d'ingresso è gremito di gente impegnata a tentare di riconoscersi a vicenda e a fare commenti sul tempo che fu. A quanto pare, il raduno si preannuncia essere un successo di pubblico. Malgrado qualche grande assente, non manca però chi si vanta sommessamente di aver studiato fianco a fianco del mitico Lanzillo. Per non parlare di quelli che fanno i nomi di Kirk e Picard.

Alla reception, Ailoura mi chiede di attendere mentre pesca da una busta il pass che mi qualificherà d'ora in poi come collaboratore volontario. Butto l'occhio sulla busta e vi leggo uno scarabocchio fatto a mano che recita: vittime sacrificali. L'istruttrice a sua volta butta l'occhio sul mio viso e si affretta a sdrammatizzare: "Ah, ah, qualcuno in vena di umorismo..."

Superata la tappa reception, mi accingo verso quello che sembra essere il centro di raccolta dei nuovi nati. Sulla porta, qualcuno in vena di poesia ha attaccato un'insegna con la scritta: Deponete qui le Vostre Speranze Future. Qualcun altro, invece, ha tentato di cambiare quella stessa scritta senza riuscirci, ma lasciando comunque a testimonianza dell'impresa una scia di vernice nel punto in cui veniva trascinato via.

Dal di fuori, il centro raccolta dei nuovi nati è una sorta di casetta prefabbricata dai colori vivaci, dal didentro... arriva un urlo. Mi precipito verso l'entrata, ma la scena che mi si para davanti non è esattamente ciò che mi ero immaginato.

Il professor Fandonius è steso a terra, in balia di un gruppo di baby assalitori disorganizzato ma efficiente. Mi assale il sospetto che questo incarico si prospetti parecchio diverso da come me l'ero aspettato.

Blocco d - raduno degli ex-allievi
Il baby club
Mattina

Ore nove e zero uno. Inizio il turno al baby club tentando di liberare Fandonius dai suoi mini assalitori. Ore nove e zero due, Luke entra nel baby club per dar man forte nel riportare la calma e l'ordine. Ore nove e ventidue, sedata la baby rivolta grazie anche all'aiuto di alcuni giochi lasciati da Cobledick, ho il tempo di chiedere a Luke come mai abbia scelto di passare la giornata a fare da baby sitter.

"Per rinfrescarmi la memoria nel caso mi vengano strani grilli per la testa una volta sposato con Lam."

Ha l'aria di essere una battuta ma non la colgo appieno. Capendolo, Luke alza le spalle e si rassegna a confessare: "Ok, è perché ho bisogno di qualche credito extra."

Ore nove e ventitré, un umano robusto e dall'andatura marziale si presenta con una cesta e chiede dell'accettazione. Io e Luke ci guardiamo in faccia e ci voltiamo di comune accordo in cerca di Fandonius, che però è attualmente fuori portata, abbarbicato in cima ad un finto castello per recuperare un bambino che dopo esserci salito ha scoperto di soffrire di vertigini.

Ci voltiamo di nuovo verso l'uomo, che nel frattempo ha assunto un'espressione severa e stranamente familiare. Deve essere uno di quei tipi a cui non piace aspettare e che considera come peccato mortale qualsiasi increspatura nell'efficienza.

Fortunatamente, però, veniamo tolti dall'imbarazzo da un vulcaniano dall'aria cupa che esce da una specie di cabinotto attrezzato ad ufficio e che prima di quel momento non abbiamo avuto il tempo di notare. Io e Luke seguiamo con lo sguardo ogni gesto del vulcaniano come se fossimo ipnotizzati, concorrendo fra di noi a chi riesce ad assumere l'espressione più stupita.

Il vulcaniano è Vaarik, che con aria gelida si dirige verso l'uomo e gli porge un modulo. "Compili questo."

Vaarik si volta verso la cesta e l'afferra per i manici, dopodiché si volta verso l'uomo e si riprende il modulo compilato: "Può andare, adesso." Poi, come per un ripensamento: "Buona giornata."

Vaarik appoggia la cesta nel mezzo del baby club, e infine si volta verso di noi e verso le nostre mascelle spalancate: "Nessun commento." Senza aggiungere altro rientra nel cabinotto e si chiude la porta alle spalle.

"Di poche parole ed efficiente" sorride lo sconosciuto, facendomi trillare un campanello in testa. Poi, prima di andarsene, aggiunge: "Bene, la mia piccola è in buone mani."

Due secondi dopo che il genitore è uscito, io e Luke siamo già appiccicati alla porta del cabinotto, ma Vaarik deve averlo bloccato dall'interno.

"Vaarik, che ci fai qui?" urlo attraverso la porta decorata con disegni infantili.

Dall'altra parte giunge una risposta secca: "Il mio lavoro."

"Beh, elfo malefico, esci da lì e vieni a darci una mano!" urla Luke.

"Il mio lavoro consiste nell'occuparmi dell'accettazione e delle riconsegne" risponde come dato di fatto il vulcaniano. "Abbandonare il mio posto di lavoro mentre sono in servizio sarebbe una grave infrazione del protocollo."

Luke utilizza una delle sue imprecazioni di scorta che non avevo ancora sentito.

Ore nove e trenta, il professor Fandonius finisce di spiegarci a grandi linee l'organizzazione della struttura e si allontana per altri compiti, lasciandoci al nostro destino. Io e Luke ci barcameniamo a tenere buoni i bambini un po' più grandicelli utilizzando una serie di quiz logico matematici preparati da Cobledick apposta per l'occasione. Con la scusa di un'allergia non molto chiara, Vaarik resta abbarbicato nel suo cabinotto.

Ore dieci e zero due, un bambino vulcaniano viene a lamentarsi che i quiz che gli abbiamo dato sono troppo facili. Luke esibisce un sorriso preoccupante e mi avverte che se ne occuperà lui.

Ore dieci e trentacinque, Luke decide di testare la presunta allergia di Vaarik verso i bambini, ma i suoi esperimenti vengono presto interrotti. Un piccolo andoriano tira le trecce ad una bambina che risponde con un calcio negli stinchi. Risultato: nel giro di due decimi di secondo ne nasce un tafferuglio generale.

Ore dieci e quaranta, sedato il tafferuglio. Un bambino klingon mi riporta il padd con i quiz finiti e mi chiede che cosa ha vinto. Gli rispondo onore e gloria e mi ritrovo con un morso nel polpaccio.

Ore undici, è ora di una pausa raktajino. Finalmente fuori dal baby club, mi accingo a gustare una tazza bollente della bevanda. Un gruppo di ufficiali si avvicina al replicatore e fa sosta di fianco a me. Il manipolo è composto da Sherman, da un uomo che ho già visto stamani al baby club e da altri due che non conosco.

"E poi vi ricordate?" sta ridendo sguaiatamente uno di loro. "Fu allora che Ted si è voltato verso Mastino..."

"Guarda, Menfield, che non era Mastino l'istruttore, ma il buon vecchio Guerrafredda."

"Ma sei sicuro, Dave?"

"E come potrei scordarlo? Guerrafredda Taylor."

"Beh, Ted si volta verso Taylor e gli fa: Insomma, trilidio, dilitio... che differenza c'è? Sa cosa si dice dalle mie parti? Non c'è due senza tre."

Il gruppo scoppia in una sonora risata. Guardo Sherman con occhi diversi e non posso fare a meno di ridere io stesso. Sempre fra le risa, il gruppo si allontana per unirsi ad altre vecchie conoscenze. Sherman resta indietro di qualche passo e all'improvviso mi punta un dito in faccia. "Non una parola di questo se vuoi sperare di diplomarti con ancora tutti i tuoi pezzi."

Resto in silenzio e sorrido come un beota perché ho appena avuto l'illuminazione che questa sia la cosa migliore da fare; anche Sherman deve pensarla così perché, senza aggiungere altro, sparisce fra la folla.

Beh, vediamola dal lato positivo, Sherman non ha messo in dubbio le mie probabilità di diplomarmi, dovrebbe dover significare che ho buone chance.

Ore undici e mezza, rientro al baby club e ci trovo Vaarik che sta arringando i nuovi nati riguardo ad un gioco chiamato: L'Arido Deserto Vulcaniano. Le minacce del vulcaniano riescono a tenere in riga i bambini per un tempo record di dieci minuti. Dopodiché, la confusione al suo stato più primordiale ed energico torna a scatenarsi.

Mi avvicino a Luke: "Che stai facendo?"

"Intendi dire che ho fatto nella mezz'ora in cui te ne sei stato al bar? Ho fatto questo piano d'attacco qui, ecco che ho fatto!" Luke mi mostra un modellino abbozzato del baby club costruito coi mattoncini in cui ha tracciato con il gessetto la sua linea d'azione.

Scuoto la testa: "Luke, non è decisamente la tattica migliore. Ma dai... sono nuovi nati, bisogna avere pazienza. Soltanto un sacco di pazienza."

Cinque del pomeriggio, l'energia di questi piccoli demoni non si esaurisce mai. I nuovi nati non dovrebbero correre come scalmanati in tutti i posti pericolosi che riescono a scorgere, dovrebbero starsene buoni e fare quello che gli viene detto sia meglio per il loro bene. Afferro al volo un piccolo benzita che si era messo in testa di fare lo scalatore e che stava per spiaccicarsi sul pavimento decorato con le stelle e con le varie rotte che le astronavi possono seguire fra di esse.

"Sei buffo" mi dice. Buffo a me. "Da dove vieni?"

"Da un posto dove i bambini geneticamente instabili vengono messi in stasi!" esclamo, prima di rimetterlo a terra.

Luke mi appoggia una mano sulla spalla. "Via, Renko, sono bambini" se la sghiganzza. "Bisogna avere pazienza. Solo tanta, tanta, semplice pazienza."

Solo la mia ripugnanza per le vie della violenza lo salva da una risposta più concreta di una semplice occhiata omicida.

Ore nove, nel bene o nel male la giornata è finita. Se dovessi misurare il mio livello di affaticamento, direi che nel complesso è stato come assistere a sei ore di conferenza di Cobledick, essere sbalzati nel mezzo di un'esercitazione di livello delta di Sherman e ripassare le ultime dieci lezioni Stark; tutte e tre le cose contemporaneamente.

GUAI IN ARRIVO

Il baby club si è svuotato. Bisogna restituire i padd che ci siamo fatti prestare dalla reception e sgombrare i vassoi con i resti della cena. Io e Luke ci giochiamo la suddivisione dei compiti; inutile dire chi si aggiudica il meno problematico, lungi da me accusarlo di barare e... ma no, non poi così tanto lungi.

Raccatto i vassoi, tento di rintracciare tutte le stoviglie e mi avvio verso gli smaterializzatori. Quando io e Luke ritorniamo, non riusciamo a scorgere Vaarik da nessuna parte. Il baby club è silenzioso e calmo. A vederlo così, sembra incredibile credere a tutto quello che è successo qua dentro oggi.

Non ricordavo affatto che occuparsi dei nuovi nati fosse così faticoso; chissà quanto tempo passerà, prima di ripensare a tutto questo con nostalgia. Forse molto meno di quello che sono propenso ad ammettere.

"Peccato che questi raduni siano così poco frequenti" mi scappa detto.

Luke mi guarda sconsolato: "Cosa c'è che non va in te?"

Non ho neanche il tempo di rispondere, che la pace viene immediatamente interrotta. Un padre che ha tutta l'aria di essere sul piede di guerra irrompe nel baby club.

"DOV'È MIA FIGLIA?!"

Mi ricordo di lui, è lo stesso uomo che stamattina si è presentato con la cesta e che più tardi ho visto in compagnia di Sherman. Tuttavia, questo non mi aiuta a rispondere alla sua domanda.

"ALLORA?" continua ad urlare, "VOLETE PARLARE SPONTANEAMENTE OPPURE..."

Luke si fa avanti e afferra la cesta che gli viene sventolata sotto il naso. "Qual è il problema?"

"QUAL È IL PROBLEMA!?" esclama l'uomo e, nello stesso istante, strappa via la coperta dalla cesta.

Lì dove dovrebbe trovarsi la figlia c'è un bambolotto con le fattezze di un neonato. Ed è un bambolotto estremamente ben modellato, sembra quasi vero, credo che sia uno di quei modelli che piange e sbava come un neonato autentico.

"Ah... ecco" si limita a dire Luke, stupito della cosa quanto me.

Tentiamo di spiegare in varie lingue che non sappiano nulla della figlia; come lui stesso può vedere, siamo le uniche tre persone rimaste nel baby club. Ma più si convince della nostra innocenza, più si mostra inquieto; così come iniziamo a diventare inquieti pure noi, perché a questo punto è evidente che qualcuno ha scambiato di proposito la bambina, e forse non con le migliori intenzioni.

Vaarik ancora non torna e senza aspettarlo ulteriormente decido di entrare nel cabinotto dell'accettazione per spulciare i registri di entrata e uscita. Mai trascurare nessun particolare, chissà che non venga fuori qualcosa all'ultimo momento.

"Qual è il nome?" chiedo.

"Sherman" risponde lui con tono marziale.

Mi congelo sul posto. "Sherman?"

"Ned Sherman, mio fratello fa l'istruttore qui in Accademia" conferma l'uomo, poi aggiunge quasi fra i denti: "Malgrado nostro padre l'avesse praticamente scongiurato di tornare nei marines, come tutti noi..."

Sherman pecora bianca e falange pacifista della famiglia? Non ci posso credere!

Mi affretto a cercare sul modulo ma risulta tutto regolare, ora del ritiro: cinque e trentasei del pomeriggio. In realtà non pensavo che avrei trovato qualcosa e sicuramente anche Ned Sherman si deve ricordare benissimo di essere venuto e aver firmato. Forse è tornato qui solo perché convincersi che la figlia fosse ancora da noi è lo scenario migliore di tutta questa strana faccenda. I rapporti di parentela tendono a minare l'obiettività dei non delta gammani.

Mentre penso a tutto questo, mi cade l'occhio sul nome della madre. "Vasquez!?" esclamo istintivamente.

Ned annuisce con aria marziale: "Mia moglie."

"Vasquez? QUEL tenente Vasquez!?" esclama Luke. Malgrado sia relativamente nuovo di questo universo, le voci riguardanti il tenente Vasquez sono giunte anche a lui. Per riassumerle tutte in un'unica frase, diciamo che non trovarsela mai di fronte come nemico è una cosa che allunga notevolmente la vita.

A questo punto non resta che una cosa da fare: allertare la sicurezza dell'Accademia e stanare il colpevole del rapimento.

Ned si allontana per cercare il fratello, ma non prima di averci avvertiti con aria minacciosa e per di più parecchio credibile: "...ma attenti a voi, se scopro che avete qualcosa a che fare con tutto questo..."

La frase cade nel vuoto, ma sinceramente non credo di aver bisogno di sentire il seguito per afferrare il concetto.

Comprendendo pienamente le emozioni dell'uomo, Luke ricambia guardandolo con aria di cameratismo, poi inizia a parlare delle sue due sorelline ed esprime a viva voce la sua carenza di pietà verso chiunque possa aver fatto una cosa del genere.



Un imprevisto che non mi sarei mai aspettato, ma per adesso non possiamo far altro che procedere con la chiusura del baby club e cercare di tenerci informati sugli ulteriori sviluppi.

Poi, finalmente, Vaarik si decide a comparire oltrepassando la porta con un'espressione più funerea del solito.

"Era ora che tornassi, orecchie a punta" lo apostrofa Luke. "Qui il lavoro lo stiamo facendo tutto noi."

"Vaarik, non crederai mai cosa è successo!" gli vado invece incontro io. "È una cosa incredibile..."

"Non ne dubito" mi interrompe lui, "nel frattempo, però, tienimi questo, mentre io predispongo l'ufficio accettazione per la chiusura."

Vaarik mi passa una bambina e si dirige verso il cabinotto. Io guardo la bambina e poi guardo nel vuoto. Nooo, non può essere. Guardo di nuovo la bambina. Ho paura a chiedere, e quindi non lo faccio.

"Stavo dicendo" continuo. "Non crederai mai a quello che è successo oggi..." Ma questa volta vengo interrotto da Luke.

L'umano sta puntando un dito contro la bambina: "Quella..." Poi sposta il dito accusatore verso Vaarik. "Tu...?" Continua a puntare l'una e l'altro per un po' e poi infine esplode. Chiede che cosa stia succedendo utilizzando una variante linguistica sconosciuta al traduttore e si para di fronte al vulcaniano.

Vaarik lo guarda con l'aria di mera sopportazione con cui guarda di solito le creature prive di logica e risponde con tono neutro: "L'ho trovata poco dopo che siete usciti; era nascosta in una catasta di giocattoli. Non ho idea di chi sia."

"Beh, ce l'abbiamo noi!"

Nei minuti successivi, Vaarik racconta del ritrovamento e di come, in un suo attimo di distrazione, la bambina sia riuscita a gattonare fino all'alloggio di Stark. Malgrado le sembianze apparentemente innocue della piccola, questa è riuscita a mettere spietatamente sottosopra tutto ciò che ha trovato negli appartamenti dell'istruttore.

Noi, in cambio, gli raccontiamo della visita che il fratellino di Sherman ci ha appena fatto.

Ora che il mistero è risolto, scoppio in una risata di sollievo: "Ma allora era tutto qui! Non ci resta che avvertire Sherman e riconsegnare la piccola."

Luke mi guarda scettico: "Ne sei sicuro? Non siamo in una bella posizione, ricorda che abbiamo appena dato la nostra parola ad un ufficiale di non essere coinvolti nella faccenda. Quando salterà fuori, questa cosa non verrà presa sottogamba."

Ricordo anch'io lo scambio di battute con Ned Sherman e ricordo anche le ultime parole che ci ha rivolto prima di uscire. "Ma è stato solo un equivoco. Insomma, siamo nella Federazione e siamo cadetti della Flotta Stellare. Vuoi che non ci diano la possibilità di chiarirci?" detto questo, mi dirigo verso il terminale dell'ufficio accettazione e apro una comunicazione utilizzando la frequenza che Sherman aveva lasciato come recapito sulla scheda.

Il silenzio dell'ufficio viene infranto da urla talmente taglienti che perfino a Luke, veterano di tante battaglie, viene la pelle d'oca. L'ira che ci si sta riversando addosso ha una voce femminile. "IO GLI STRAPPO IL CUORE E GLIELO FACCIO INGOIARE!"

"Ned Sherman" si annuncia una voce maschile, mentre in sottofondo la donna continua a snocciolare i suoi poco rassicuranti propositi.

"CHIUNQUE BECCO CON LE MANI SU MIA FIGLIA HA I MINUTI DELLA SUA SQUALLIDA VITA CONTATI!"

Il tenente Vasquez, suppungo.

"Pronto? Ma c'è qualcuno?" chiede Ned di fronte alla mia esitazione.

"GLI ESTIRPERO' GLI INTESTINI E CI FARO' UN NODO SCORSOIO, POI LI STROZZERO' TANTO LENTAMENTE DA DARGLI IL TEMPO DI GRIDARE PIETA' MENTRE GLI RIDO IN FACCIA!"

"Ehm, signore, sono il cadetto Renko. Ricorda? Ci siamo visti poco fa al baby club."

"Ebbene?"

"GLI STRAPPERO' LE GAMBE E LE USERO' COME MAZZE DA GOLF CON I LORO BULBI OCULARI!"

"Ehm, volevo soltanto sapere se avete avuto notizie di vostra figlia."

"No, non ancora."

Guardo verso la bambina che ora è in braccio a Luke e gli sta tirando il pizzetto. "Beh, sono sicuro che sta bene."

"Senta, cadetto, dobbiamo lasciare libera questa frequenza in caso che ci contattino per un riscatto. Non richiami."

La comunicazione viene interrotta. "Buona serata anche a lei" dico al silenzio. Mi volto verso gli altri: "Ehm... avete un piano B, ragazzi?"

SCATTA IL PIANO BCDEF

Accademia della Flotta Stellare
Alloggio di Dalton e Vaarik
Notte

Due ore dopo abbiamo finito di riordinare gli alloggi di Stark. Infatti, Vaarik aveva gentilmente aspettato la nostra disponibilità, primo di farlo. Cosa di cui ci ha messo al corrente subito dopo la chiamata a casa Sherman.

Per adesso, mentre siamo ancora in fase di scrittura del piano B, abbiamo deciso di ospitare la bambina nell'alloggio di Vaarik e di Luke. Il mio è troppo a rischio, con Changomani e Vargas che la possono scoprire in qualsiasi momento.

Mentre tentiamo di abbozzare una linea d'azione il meno suicida possibile, facciamo i baby sitter a turno. "Fammi capire" dico a Luke, "dunque, noi la dovremmo restituire... di nascosto."

"È l'unica soluzione possibile" mi risponde l'umano. Poi, rivolto alla bambina: "Ed è anche la più semplice da mettere in pratica, non è vero, Terry?"

"Perché ti ostini a denominarla in quella maniera?" chiede Vaarik, con un'espressione di noia verso le abitudini illogiche del compagno di stanza.

Luke lo ignora e continua a dedicarsi alla bambina, così gli rispondo io: "Luke ha la solita mania degli umani di storpiare i nomi" spiego. "Terry come diminutivo di Terrel Vasquez Sherman."

Ma stavolta l'umano non resta in silenzio: "Niente affatto!" si oppone con fermezza.

Io lo guardo con espressione interrogativa.

"Terry come diminutivo TERREMOTO. Le si addice molto di più!"

Dopo il tempo passato ad accudirla, non posso fare a meno di concordare. "Beh, comunque sia, dobbiamo al più presto delineare una linea d'azione." Mi avvicino a Terry, che in questo momento è sulle ginocchia di Luke. "Vuoi tornare dalla mamma e dal papà, non è vero?"

"Wawoom!" risponde lei nel suo gergo infantile gettando le braccia in avanti e sgambettando tutta sorridente.

Vaarik alza un sopracciglio. "Credo che stia tentando di dire: Kaboom!"

Luke si stringe nelle spalle. "Beh, direi che questa è una chiara conferma della sua identità."

"Vi faccio notare che più passa il tempo e più le probabilità di... capitare sotto le grinfie del tenete Vasquez aumentano" sentenzia Vaarik, con la sua innata capacità di profetizzare disastri. "Vi ricordo che l'intera l'Accademia è in allarme e che fuori da qui ci sono squadroni di uomini della sicurezza che stanno setacciando ovunque."

Il vulcaniano ha ragione. Il ritrovamento della piccola Sherman è la priorità di questo momento. Di tutta la vicenda, questo è quello che abbiamo scoperto origliando in giro: dopo essere passato a ritirare la figlia, Ned non è tornato direttamente negli alloggi ma ha fatto alcune visite a vecchie conoscenze qui in città ed alcune commissioni in un paio di uffici pubblici. La bambina potrebbe essere stata sostituita in uno qualsiasi di questi momenti e questo ci fa scivolare molto in basso nella rosa degli indiziati. È l'unica ragione per cui non siamo ancora stati scoperti e per cui questo edificio non è ancora stato perquisito, ma lo sarà presto.

"Ma a parte tutto" sospira Luke. "Si può sapere cosa è successo? Come ha fatto Terry a rimanere nel baby club?"

Vaarik ha la sua ipotesi: "Visto che mi sono occupato personalmente dell'accettazione, l'unica ipotesi che posso formulare è che la bambina si sia sottratta alla custodia del genitore e sia tornata nel luogo dove aveva giocato per tutto il giorno."

"E l'avrebbe fatto sostituendosi da sola con un bambolotto?" sbuffa Luke. "Hai sentito cosa ha detto orecchie a punta, Terry? Hai solo sei mesi ma sei già un genio del crimine... ehm, no, piccola, lascia stare quei padd, è la mia ricerca per il corso di Stark, su da brava, mettili giù, ci ho messo sei mesi a farla. No! Il bottone rosso no!"

"Wawoom!" ride felice Terry mentre lancia per aria i padd con la ricerca di Luke.

Mentre l'umano tenta di limitare i danni, io ripenso agli eventi della mattina. Ned è entrato nel baby club, Vaarik gli ha fatto firmare il modulo, ha messo la cesta al centro della stanza senza neanche guardarci dentro ed è tornato nel suo cabinotto. Mi viene un sospetto: "Vaarik, tu hai controllato che Terry fosse dentro la cesta, quando Sherman è venuto a riprendersela, vero?"

Vaarik alza un sopracciglio. "Controllare l'integrità della merce alla consegna è compito del cliente."

"Perfetto" sospira Luke con ironia, "non ci ha guardato neanche Ned, ha dato per scontato che lei fosse dentro e... oh no, Terry, no, no, no, non le bacchette della mia Mary Jane!" Terry è riuscita a raggiungere le bacchette della batteria ed ora le sta percuotendo con vigore del tutto infantile sul pavimento.

"Woom, woom, woom!"

"Lascia le bacchette, piccola." Luke tenta di sottrargliele ma la bimba non ne vuole sapere.

Tento di riportarlo sul discorso originale: "Ok, ma riguardo al bambolotto?"

Luke si concentra: "Ricordo che un gruppo di bambine più grandi sono arrivate portando con sé le proprie bambole... nulla di più facile che Terry abbia gattonato fuori dalla cesta per giocare, le bambine l'abbiano trovata vuota e l'abbiano usata per giocare a loro volta alle mamme."

"E avrebbero dimenticato il loro giocattolo preferito al baby club?"

"Ti ricordi di quanto strillavano mentre i genitori le portavano via? Credi che fosse per nostalgia del beccamorto?" sentenzia Luke, abbozzando un cenno del capo in direzione di Vaarik.

"In ogni caso, signori, questo non fa che peggiorare la nostra situazione" si intromette Vaarik.

Luke lo guarda e sospira: "Ned Sherman non può certo ammettere alla sua tenera mogliettina di essersi perso la figlia, per questo è così propenso a pensare ad un rapimento. Se la verità arrivasse fino alle orecchie del tenente Vasquez, su chi credete che se la rifarebbe il nostro Ned, dopo?"

"Stai tentando di dire che se trovano la bambina qui e noi non diamo nessuna spiegazione, siamo in un mare di guai, e se invece ci discolpiamo spiegando ciò che è successo... siamo in un mare di guai ugualmente?"

"Come mai questo ti stupisce?" mi rimbecca Luke. "Non noti una certa familiarità in questa situazione?"

Come se avesse capito tutto della nostra conversazione e della situazione in cui ci siamo cacciati, Terry sceglie proprio quel momento per mettersi a strillare con tutto il fiato che ha in gola.

Ci precipitiamo verso la bambina nel tentativo di farla smettere prima che le sue grida arrivino fino agli altri alloggi. "Mi sa tanto che bisogna cambiarla di nuovo" dico, prendendola in braccio e portandola in bagno.

"Vi consiglio di fare in fretta" ci suggerisce Vaarik. "Prima o poi questi strilli insospettiranno qualcuno."

"CI consigli, vulcaniano?" gli chiede Luke. "Io l'ho cambiata l'ultima volta."

"E io la volta prima" rincaro.

Vaarik ci fulmina con uno sguardo gelido, credo non gli piaccia per niente dove sta andando a parare la conversazione. "Appunto, voi ormai avete esperienza."

Io e Luke ponderiamo le sue parole, poi gli spingiamo Terry fra le braccia ed usciamo dal bagno.

Accademia della Flotta Stellare
Alloggiamenti degli Ospiti
Mattina presto

Il piano B è finalmente stato delineato e nella sua semplicità è geniale e infallibile. Nascondendo Terry dentro al mio zaino e scarrozzandola in giro come se fossimo tre marsupiali, siamo riusciti ad arrivare fino al palazzo che ospita gli alloggi per i visitatori. Ecco il piano d'azione: arriviamo fino alla porta di Ned Sherman; depositiamo la bambina sulla soglia; azioniamo l'avvisatore acustico e corriamo a nasconderci. Un piano omologato SGI: Semplice, Geniale, Infallibile.

Ci siamo, pochi passi ancora e tutto sarà finito. Il momento è perfetto, non ci sono guardie e non si vede in giro l'ombra di un testimone. Adesso o mai più, togliamo Terry dallo zaino e ci avviciniamo furtivamente. Siamo proprio davanti alla porta dell'alloggio; sulla targhetta possiamo leggere i nomi UA42518 ospiti - Sherman/Vasquez.

La porta si apre automaticamente.

Con mossa fulminea porto la bambina dietro la schiena imprecando mentalmente contro la pessima abitudine di non inserire il blocco di sicurezza, mentre Luke e Vaarik si avvicinano per fare scudo. Le ante si sono spalancate sui fratelli Sherman e su un paio di ufficiali della sicurezza che stanno parlando di come gestire il rapimento. Sherman (Ted) si volta verso di noi con aria accigliata ed interrogativa.

"Ancora nessuna notizia?" chiedo.

"No."

"Capisco, arrivederci."

Ci allontaniamo camminando all'indietro come se ci trovassimo al cospetto di un qualche imperatore galattico fino a che la porta non si richiude automaticamente. Da lì in poi la nostra ritirata è un frenetico slancio fino al riparo più vicino.

Credo sia arrivato il tempo di passare al piano C.

Senza esitare, Luke ha già predisposto i dovuti cambiamenti: "Bene, è sufficiente stare lontani quel tanto che basta per non innescare l'apertura automatica della porta e depositare lì Terry. Dopodiché, dopo averla puntata nella giusta direzione, lei gattonerà fino all'entrata e tutto sarà risolto."

"Perfetto, c'è solo un piccolo problema" faccio notare.

"Problema, quale problema?"

"Si è appena addormentata." Mostro agli altri Terry, che sta sonnecchiando beatamente fra le mie braccia.

Luke la guarda incredulo e si fa scappare un bisbiglio di esasperazione: "Addormentata! Dopo tutto quello che ho fatto per farla dormire proprio adesso si addormenta!"

"Il comportamento infantile non è ancora stato plasmato dalle vie della logica, e pertanto risulta imprevedibile" spiega Vaarik.

Ci voltiamo entrambi verso di lui: "Shhhh! Abbassa la voce, non vorrai svegliarla!"

"Così come il comportamento di alcuni adulti" conclude lui.


 

Un'ora dopo siamo ancora al punto di partenza. Il piano E non ha avuto miglior successo degli altri due. Del piano F preferisco non parlare, mentre il piano G, invece, sembrava quasi poter funzionare... almeno sulla carta. Ma com'è possibile che sia tanto difficile organizzare il ritrovamento casuale di un nuovo nato? Ci deve essere qualcosa di intrinseco fra il nostro fato e quello di questa creatura che mi sfugge.

Dalla nostra postazione nascosta, teniamo d'occhio la porta degli alloggi degli ospiti. Il via vai di guardie e di persone ci rende difficile trovare il momento giusto in cui poter agire ma Luke dice di aver avuto un'idea brillante e si allontana. Venti minuti dopo ritorna con un travestimento da giardiniere boliano ed un enorme borsone degli attrezzi.

"Sarebbe questa l'idea brillante?" gli chiede Vaarik, sprizzando scetticismo da tutti i pori.

"Ho calcolato tutto" risponde Luke con confidenza. "Gli alloggi degli Sherman hanno una terrazza colma di vasi con piante ornamentali. Mi faccio aprire con la scusa della cura delle piante e mi reco in terrazza, deposito lì Terry senza farmi vedere ed esco. Nel giro di cinque minuti la bambina sarà ritrovata e tutti penseranno che in realtà si sia nascosta lì per tutto il tempo, scordandosi del bambolotto e della storia del rapimento."

Io e Vaarik ci guardiamo in faccia, grazie alla nottata insonne, questo piano sembra avere quasi una logica.

Fingendo di essere cadetti in cerca di una pausa di relax fra una lezione e l'altra, io e Vaarik passeggiamo nel vialetto alberato dal quale possiamo tenere d'occhio la terrazza di Sherman. Pochi minuti dopo, la porta finestra si apre e spunta Luke con il travestimento e tutto il resto. Incredibile a dirsi, ma questa parte ha funzionato. Adesso Luke è solo sulla terrazza, appoggia con delicatezza il borsone a terra, si guarda attorno per essere sicuro che nessuno stia guardando nella sua direzione e poi lo apre. Dal borsone tira fuori Terry, le fa una carezza sulla guancia e la appoggia in un punto appartato all'ombra di due alberelli. Con un ghigno soddisfatto ci fa segno di vittoria con la mano, poi qualcosa sembra distrarlo, perché si alza di scatto e si avvicina alla porta finestra. Ora sta parlando con qualcuno che è all'interno. Non sentiamo le parole ma penso sia solo uno scambio di battute di circostanza, perché la sua espressione non è preoccupata.

Guardiamo verso Terry e... ci congeliamo sul posto. La bambina si guarda attorno e poi punta di nuovo la sacca di Luke. Dopo qualche secondo di esitazione inizia a gattonare decisa verso il borsone. Cominciamo a sbracciarci, sperando che Luke scorga qualcosa, ma l'umano ci sta dando le spalle. Terry entra di nuovo dentro la borsa; Luke afferra i manici, solleva la sacca, saluta e poi rientra in casa per uscire dalla porta principale.

In meno di tre minuti, Luke ci raggiunge nel viottolo. "Allora!" grida tutto contento. "Che vi avevo detto?"

"Ehm, Luke..."

"Sì, che c'è?"

Indico verso il borsone e l'umano abbassa lo sguardo verso di esso. Due manine spuntano fuori per aggrapparsi ai bordi e subito dopo fa capolino la testa di Terry. "Wawoom!" esclama, battendo con vigore le manine sul bordo della sacca e ridendo tutta contenta.

Luke appoggia il borsone a terra e si copre la faccia con le mani.

"Adesso basta" sibila Vaarik con voce glaciale. "Tutto questo non ha senso. Lasceremo la bambina esattamente qui e con tutti gli uomini della sicurezza che ci sono in giro prima o poi qualcuno la troverà. Nessuno saprà mai che siamo stati noi."

"Non se ne parla nemmeno!" lo rimbecco. "Vivace com'è, senza che nessuno la sorvegli rischia di farsi male sul serio."

Iniziamo a discutere sulla faccenda e non ci accorgiamo che Terry è uscita dalla sacca ed ora sta gattonando allegra verso i cespugli più vicini. In meno di un minuto è già sparita. Ignari di tutto, decidiamo di tornare in alloggio per ponderare con calma il da farsi. Non facciamo in tempo a percorrere una cinquantina di metri che sentiamo un urlo.

"SOCCORSO! L'HO TROVATA! SOCCORSO!"

Un gruppetto di uomini della sicurezza si precipita verso la sorgente dell'urlo. Solo in quel momento realizziamo che Terry non è più con noi. Ci guardiamo in faccia e di comune accordo li seguiamo a ruota.

Quando sbuchiamo su una piccola radura del parco, la scena che ci si para di fronte ha dell'incredibile. Due addetti alla sicurezza stanno tenendo fermo un uomo, mentre Peter Perfect gli punta un dito accusatore contro. "È lui il rapitore, l'ho trovato con le mani sulla piccola!"

"Ma tutto questo non ha senso!" sta esclamando il poveretto. "Io non so nulla di rapimenti, sono qui per il raduno degli ex-allievi, potete controllare. Stavo passeggiando per il parco quando ho visto questa bambina che gattonava fra l'erba."

Una delle guardie si fa avanti e controlla i documenti dell'uomo. "Uhm, sembrerebbe tutto in regola, lei è un ex allievo venuto per il raduno, Dal Cunar, esatto?"

"Esatto."

La guardia ride con sarcasmo ed estrae un tricorder. "Esatto un accidente! Dalle letture che rilevo qui... il tuo DNA è romulano! Ti sei fatto modificare chirurgicamente per assomigliare a Dal Cunar e prendere il suo posto vero?"

"Maledetti federali! Non parlerò mai!"

"E hai approfittato del raduno degli ex allievi per rapire il figlio di qualche ufficiale, vero?"

"Ma quale rapimento! Vi ho detto che non so nulla di questa storia!"

"Hai appena detto che non avresti mai parlato. Portatelo via prima che Vasquez ci metta le mani sopra e non ci resti più niente da interrogare!"

Io, Vaarik e Luke restiamo al limitare della radura a guardare la scena come tre statue di gesso stupite. Non credo che le guardie della sicurezza ci abbiano notato, e forse è meglio così.

L'ufficiale che ha condotto l'interrogatorio si rivolge a Perfect. "Cadetto, lei ha appena salvato la vita di una piccola cittadina federale ed ha smascherato una pericolosa spia che era riuscita ad infiltrarsi fino a qui. Lei è un eroe e faremo in modo che abbia i riconoscimenti che merita."

Le guardie della sicurezza si allontanano con un Perfect sempre più gongolante. Ed ora chi lo smonterà più? Con tutta la popolarità che avrà dopo di questo, sicuramente stavolta sarà in grado di vincere le prossime elezioni studentesche.

Noi restiamo fermi lì fino a che i vapori dello stupore non scemano abbastanza da renderci di nuovo in grado di muoverci.

"Non posso crederci" mormora Luke, appena ritrova l'uso della parola. "Perfect è un eroe, e noi siamo tre..."

"Non dirlo!" lo interrompo bruscamente. "Tutto questo non è mai successo."

Un giorno parteciperò anch'io al raduno degli ex allievi e forse racconterò questa storia fra le risate mentre ci ripenso con nostalgia. Quel giorno appare sempre più lontano.

EPILOGO

Astroporto H. Sulu - San Francisco - Sol III
Qualche tempo dopo

Oggi, in aula, Stark non la smetteva più di parlare. Tanto per minare ulteriormente la mia sanità mentale, il vulcaniano non ha potuto fare a meno di finire la lezione con un lungo, interminabile elogio a Peter Perfect. Per poco non mi fa arrivare all'astroporto troppo tardi. Sono riuscito a sapere l'orario in cui Ned Sherman e famiglia si imbarcheranno per tornare alle loro assegnazioni. Biascicando qualcosa, Luke si è unito a me ed ora stiamo correndo per la grande Hall dell'astroporto. Arrivando di corsa alla vetrata panoramica, coccio contro Vaarik.

"Vaarik?!" esclamo io, incredulo.

"Vaarik?!" esclama Luke, incredulo.

Obiettivamente, la presenza di Vaarik qui non dà certo luogo ad una gamma molto vasta di emozioni.

"Che ci fai qui?" chiedo.

"Sono qui esclusivamente per assicurami che quella creatura lasci il pianeta" risponde freddo, ma non dopo un attimo di esitazione.

Guardo verso il piazzale dei runabout e scorgo Ned Sherman salire su uno di essi. Il resto della famiglia deve essere già dentro.

Da una delle finestre scorgo la testolina di Terry fare capolino per guardare fuori con la sua caratteristica curiosità da piccola esploratrice. Quando ci scorge batte le manine contro i vetri e vedo la sua bocca mimare le sillabe "Wawoom!" mentre sorride.

Ricambio il saluto. "Ciao Terry."

FINE CAPITOLO