CHI BEN RICOMINCIA...

OMBRE SUL CAPODANNO

C'è nebbia nella tempesta, ma non dovrebbe stupire più di tanto, dato che è di Luke Lucky Dalton che si sta parlando e di ciò che si agita nei recessi della sua anima. Ma, lasciando da parte le battute facili, ecco come si sono svolti i fatti:

Accademia della flotta stellare
Sala mensa

In quei giorni, la sala mensa era meno affollata del solito; non era raro, infatti, che molti cadetti scegliessero di consumare i propri pasti in alloggio. Si trattava di una scelta strategica, compiuta nella speranza, o nell'illusione, che questo comportamento li preservasse dallo venire coscritti come aiuto 'volontari' per i preparativi del veglione di capodanno.

Pertanto, quel giorno in particolare, gli avventori della mensa si distinguevano nelle quattro usuali categorie descritte nel saggio 'Socio-Antropologia applicata alle feste accademiche', ossia: matricole ancora inesperte, temerari irriducibili, cadetti già coscritti oltre ogni speranza e, incredibile a dirsi, la categoria più rara e quasi leggendaria... gli esentati.

Seduti ad un tavolo, sei cadetti le incarnavano tutte e quattro.

"Mi stai prendendo in giro!" esclamò un giovane cadetto di nome Changomani. "Non posso crederci! Sul serio non corri il rischio di venire precettato per saltare fuori dal panettone gigante allo scoccare della mezza notte?"

Luke Dalton esibì un sorriso compiaciuto, ma ancora un po' incredulo: "Proprio così. È tutto scritto qui, nero su bianco. Quest'anno non corro rischi. Dovranno trovare qualcun altro per le loro stranezze."

Changomani si voltò verso Renko: "E Tu? Idem?"

"A quanto pare..." il delta gammano si strinse nelle spalle.

A parte Changomani, Renko e Dalton, al tavolo erano seduti altri due cadetti: Sh'muss, il Mcgaveriano aspirante consigliere, e Rebecca Goldblum, la bella umana che si era candidata per le elezioni studentesche l'anno passato e che era già stata arruolata nella schiera delle api operai che avrebbero dovuto rendere indimenticabile anche questo veglione di capodanno.

"È stato De Leone in persona a firmare personalmente le nostre esenzioni" spiegò Renko. "La mia, quella di Luke e quella di Vaarik."

"Anche il corvaccio è dei nostri" confermò Luke.

Renko continuò come se non fosse stato interrotto: "Quest'anno parteciperemo alla festa come semplici ospiti, senza altro da fare che girare da una parte all'altra del salone per goderci gli eventi organizzati per far divertire gli spettatori."

Rebecca sospirò. Sempre impegnata nelle iniziative dell'Accademia, la ragazza si era offerta volontaria senza che nessuno le avesse fatto pressioni. "Io non so se riuscirei a stare con le mani in mano tutto il tempo" disse. "Però, certo che a sentir parlare voi due, sembra proprio una prospettiva allettante."

"Lo è" rispose Renko, "abbiamo lavorato sodo ad ogni veglione dacché siamo in Accademia, questo è il giusto premio per i nostri sforzi."

"Giusto!" confermò Luke. "È il minimo che, una volta tanto, De Leone riconosca i nostri meriti."

La fredda voce della logica spezzò quell'illusione sul nascere: "De Leone ci ha esonerato perché non vuole altri guai che rovinino il veglione di quest'anno." Vaarik appoggiò sul tavolo il vassoio con la colazione appena replicata e sedette al posto libero.

Punto sul vivo, Luke guardò nel vassoio del vulcaniano e sbuffò, sapendo di trovarci la solita, metodica, colazione: tre fette di pane, una porzione di marmellata di gespar e una tazza di tevesh. "Sempre a pensar male, eh, beccamorto? La tua monotonia di pensiero eguaglia solo quella del tuo cibo, mai una volta che tu ci voglia concedere una qualche soddisfazione."

"Mi limito soltanto a far uso di una qualità sotto stimata chiamata: obiettività" disse Vaarik con tono tranquillo ma deciso. "Avete già dimenticato cosa è successo ai veglioni precedenti?"

Renko e Luke si strinsero nelle spalle, scambiandosi un'occhiata. Il vulcaniano continuò: "Vi dicono nulla le parole: corvée in cucina?"

"Quello fu solo un banale equivoco!" esclamò Luke, sulla difensiva. "Quelle etichette erano praticamente illeggibili!"

"Fatto sta' che gli ospiti si accalcarono tutti nella metà del salone gestito dal catering esterno, dato che il rinfresco organizzato dall'Accademia era composto da schifezze immangiabili" disse Sh'muss, ricordando l'evento. "Eravate voi in cucina? Se non sbaglio fu da allora che l'Accademia decise di affidare l'intero settore cibarie unicamente ad un catering specializzato."

"Siamo stati assolti durante l'inchiesta" ribatté Renko, mettendo fine a quelle illazioni con spirito pragmatico.

"Aspetta, aspetta..." disse Rebecca, il viso rivolto verso Renko ma lo sguardo perso nel passato. "Ora ricordo anch'io qualcosa. Il veglione prima ancora... voi due eravate nella sicurezza." La ragazza indicò Renko e Vaarik. "Fu l'anno in cui scoppiò quel pandemonio che interruppe il discorso augurale di De Leone. Che cos'era pure? Ah, sì, certo, la mamma di Sherman! L'avete fermata all'ingresso e non volevate farla passare. Quella povera vecchina..."

"Era sprovvista di pass d'ingresso." Vaarik alzò un sopracciglio a sottolineare le sue ragioni. "Le regole sono regole."

"E poi come potevamo sapere che era la mamma di Sherman? L'abbiamo scoperto soltanto dopo che ha piantato quel putiferio incredibile. Povera vecchina, dice lei, altroché povera vecchina!" si difese Renko, ricordando quanto potesse far male una borsetta da signora roteata furiosamente. Per non parlare delle esercitazioni indicibile a cui li aveva sottoposti l'istruttore per rappresaglia.

"Però, ormai, questa è storia vecchia" continuò il delta gammano. "Al veglione dello scorso anno che avremmo combinato? Nulla."

"Al veglione dell'anno scorso eravamo su Kantara" disse Rebecca con voce cupa.

Dei sei cadetti seduti al tavolo, l'0unico ad aver partecipato a quel veglione era stato Changomani, gli altri cinque erano stati coinvolti nei tragici eventi di quell'esercitazione in cui aveva perso la vita Lara e per poco anche Ilaj.

"E va bene, è vero..." si arrese Renko. Tanto per mimare il concetto, il delta gammano si accasciò sul tavolo. "Kantara, l'incidente aereo, la storia con il Guardiano del Tempo... De Leone non ci vuole fra i piedi per paura di qualche disastro incombente."

Attorno al tavolo piombò un silenzio imbarazzato. Changomani non sapeva cosa dire; Rebecca era ancora persa nei ricordi; Luke si strinse nelle spalle; Renko mantenne la sua posa avvilita; Vaarik iniziò a consumare la sua colazione ostentando un'espressione di indifferenza verso ciò che lo circondava.

Il silenzio fu interrotto da Sh'muss, che tentò di riportare la conversazione su binari più allegri, proponendo il primo argomento che gli venne in mente: "Ho sentito che quest'anno hanno deciso di servirsi da un nuovo catering esterno. Il solito ha dato forfait all'ultimo minuto."

"Mi sembra una scelta molto illogica, da parte di quest'ultimo" rispose Vaarik. "Servire al veglione di capodanno dell'Accademia è un incarico molto prestigioso."

Sh'muss diede ragione al vulcaniano. Anche lui era rimasto perplesso da quella notizia. "Avranno avuto dei problemi. Forse qualche disguido che non vogliono rendere pubblico... non c'è altra spiegazione."

"Bah, purché si mangi..." disse Luke, liquidando così sul nascere quell'argomento. L'umano si alzò in piedi e si congedò dal gruppo. "Ragazzi, sapete una cosa? Non me ne importa un accidente. E ora, se volete scusarmi..."

Luke si allontanò; Renko lo guardò uscire dalla sala e poi si alzò a sua volta: "Mi sa che è ora che vada anch'io."

Alloggio del cadetto Renko
Il giorno dopo

Il profumo di raktajino e di focaccia Mizariana appena replicata si stava diffondendo per i due alloggi. Era una di quelle rare occasioni in cui i calendari delle lezioni permettevano ai tre inquilini di consumare la propria colazione in reciproca compagnia. Changomani si affacciò all'apertura che collegava gli alloggi: "Renko, muoviti prima che si freddi!"

Il delta gammano sbadigliò, arrendendosi all'evidenza che anche quel turno di riposo era terminato, e che, in un modo o nell'altro, avrebbe dovuto alarsi dal letto. Con gli occhi ancora chiusi, Renko si lasciò guidare dal profumo del cibo fino al tavolo apparecchiato.

"Non mi sembri molto in forma, per uno che non partecipa nemmeno ai preparativi del veglione" lo stuzzicò Vargas.

Renko sbadigliò e raggiunse a tentoni la tazza fumante di raktajino. "Che vuol dire?" rispose al mizariano. "Ieri notte ho dovuto fare le ore piccole comunque. Ho un lavoro da finire prima del veglione."

"Mah... sarà..." Il commento di Vargas fu interrotto da un trillo.

Renko si portò istintivamente una mano al petto, in cerca del comunicatore che non aveva ancora indossato. "Ah" sospirò, quando le sue dita non trovarono ciò che stavano cercando, "vado a rispondere di là." Il delta gammano si aggrappò ai bordi del tavolo e fece leva per alzarsi. Un passo dopo l'altro, Renko raggiunse la fonte di quel trillo fastidioso.

Changomani e Vargas si scambiarono un'occhiata e si strinsero nelle spalle. L'umano sospirò e si versò una doppia razione di caffè. Anche lui, quella mattina, aveva fatto parecchia fatica ad alzarsi. I pensieri di Chango furono interrotti dalla voce che proveniva dalla stanza accanto. Il ragazzo sentì il blirp della comunicazione che veniva attivata. Prima che Renko avesse il tempo di dire qualsiasi cosa, dal comunicatore uscì una voce roca e sconosciuta.

"Tutto procede OK. L'ambrosia non sarà così dolce, quest'anno."

"Ma chi parla?" rispose il delta gammano.

Due minuti dopo, Renko rientrò in salotto già vestito in uniforme e completamente sveglio.

"Chi era?" indagò Changomani.

Il delta gammano sembrò a disagio. Afferrò la sua tazza di caffè e si strinse nelle spalle. "Mah... avranno sbagliato frequenza..." Ma per quanto si sforzasse di tenere un atteggiamento naturale, una sfumatura di inquietudine traspariva dal suo tono di voce.

sala ologrammi
sera dello stesso giorno

Quella sera avevano tutti bisogno di un po' di svago. Per l'occasione, Rebecca aveva organizzato una seratina sul ponte ologrammi. Sempre attiva nell'organizzare questi eventi, la ragazza aveva invitato un gruppetto di cadetti per l'occasione; Dalton, Renko e Vaarik ne facevano parte. I tre stavano ascoltando Rebecca, Changomani e Sh'muss mentre discutevano su quale programma eseguire, apparentemente senza giungere ad un accordo unilaterale.

"Non avete anche voi un senso di deja vù?" chiese Renko a Vaarik e Luke. La scena, infatti, gli ricordava anche troppo bene una discussione simile avuta non troppo tempo addietro. L'avventura olofilosofica vissuta con il cadetto Watling era ancora ben presente nella memoria dei tre cadetti. Un evento che gli aveva costretti a riflettere su cosa fosse diventata la loro vita.

"E se trovassimo di nuovo Watling?" disse Renko. "Magari quello vero, stavolta. Non mi dispiacerebbe affatto, detesto i misteri irrisolti."

"Le probabilità che il programma Watling si manifesti di nuovo a noi sono... irrisorie" sentenziò il vulcaniano.

"Sì, lo penso anch'io" disse Luke. "Ma ciò non toglie che il ponte ologrammi ci potrà ancora stupire con nuovi e originali mal funzionamenti."

"Non portare sfortuna, Luke" lo redarguì Renko che, dopo quattro anni passati in Accademia, stava iniziando a familiarizzare con il concetto.

"Ma non sono io che porto sfiga!" si difese Luke. "È il beccamorto in nero qui di fianco."

Vaarik alzò un sopracciglio in segno di spregio ma non si degnò di ribattere. Lo sguardo gelido che lanciò all'umano svolse adeguatamente il compito.

Nello stesso istante, giunse al termine anche la piccola discussione davanti all'arco. "Siamo d'accordo, allora" disse la voce ferma e limpida di Rebecca. "San Valentino, vada per questo programma."

Rebecca digitò sul pannello la combinazione che avrebbe attivato il programma nella sala ologrammi. Le porte dell'arco si spalancarono ed i sei cadetti ne varcarono la soglia, immergendosi nella grande sala che avrebbe ospitato il veglione di capodanno.

"Ma che cosa...?" esclamò Luke, guardandosi attorno allarmato.

"Ehi, che significa?" chiese Changomani. "Perché siamo nella sala del veglione? Questo programma avrebbe dovuto parlare di gangster! Terra, XX secolo, il famoso massacro di San Valentino..."

Nessun altro del gruppo fece in tempo ad aggiungere nulla che il ponte ologrammi si spense senza preavviso e la rappresentazione del salone scomparve.

Vaarik si voltò verso Dalton e lo guardò con un'espressione impenetrabile: "Stavi dicendo, umano, riguardo ai malfunzionamenti del ponte ologrammi?"

Alloggio di Dalton e Vaarik
Qualche tempo dopo

Dopo il disguido del ponte ologrammi, il gruppo si riunì nell'alloggio di Dalton e Vaarik. Seduto a gambe incrociate, Renko stava osservando Changomani che passeggiava nervosamente avanti e indietro. Lo sguardo intento e le mani dietro alla schiena facevano assomigliare l'umano ad un vecchio detective in attesa di un'ispirazione improvvisa.

"Qui sta succedendo qualcosa" disse Changomani.

"Su questo non ci sono dubbi" gli rispose Luke, "ma nel frattempo... potresti evitare di scavarmi un solco nel pavimento? Grazie."

Changomani annuì silenzioso e si mise a sedere. "Avete visto tutti quello che è successo sul ponte ologrammi, no?"

"Abbiamo una serie di piccoli indizi" disse Sh'muss con il suo tono profondo "che se mettiamo tutti insieme iniziano a formare un quadro preciso."

"Per prima cosa, il frammento di file con quella strana formula" elencò Rebecca. La ragazza si voltò verso Vaarik ed il vulcaniano annuì con aria tetra. "Il file conteneva una formula chimica tossica... mortale, all'occorenza."

"Poi la strana chiamata che ho ricevuto" disse Renko.

"Quale chiamata?" chiese Luke.

Il delta gammano lo fissò con espressione impenetrabile, o quasi. "Era una voce roca, irriconoscibile, ed usava un codice oscuro."

Alle parole dell'ibrido, l'umano si rabbuiò.

"L'ho sentita anch'io dall'altra stanza" si affrettò a confermare Changomani. "Diceva: l'ambrosia non sarà così tanto dolce quest'anno."

"E per finire, la sala ologrammi" disse Sh'muss "che ci fa incappare in un programma chiamato il massacro di San Valentino e che si apre... sul veglione di capodanno!"

"Ragazzi, è giunta l'ora di prendere una decisione definitiva" Luke si alzò e iniziò a frugare dietro ad una fila di padd sull'ultimo ripiano della libreria. Ne uscì con due bottiglie che appoggiò sul tavolo: "Whisky o Vodka?"

"È alcol?" chiese Rebecca. "Alcol vero, non replicato? Qui in Accademia?"

"Beh... se non ne vuoi..." Luke fece per riprendersi le bottiglie ma Rebecca lo fermò: "Stai scherzando? Versa."

Luke eseguì, lasciando gli ultimi bicchieri per sé, Vaarik e Renko. Mentre glieli porgeva, disse: "Ragazzi, siamo nei guai."

"Complimenti, Dalton" lo rimbeccò Vaarik. "Ora dimmi qualcosa che non so."

"Che ne verremo fuori anche stavolta."

Rebecca fissò intensamente il liquido dentro al proprio bicchiere. "Sei ottimista, Luke, visto che la conclusione è una sola, e cioè che qualcuno sta preparando proprio una bella sorpresa per il veglione di capodanno."

Renko ingollò la sua Vodka e cercò di non tossicchiare.

"Se la sorpresa sarà bella o brutta dipenderà tutto da noi" sentenziò Dalton, lanciando uno sguardo significativo a Renko e Vaarik.

"Sono d'accordo" si intromise Changomani. "Costi quel che costi, li dobbiamo bloccare!"

"No, Chango, tu ne resti fuori" disse Renko.

"Che cosa?!"

"Ha ragione" disse Sh'muss. "Veleni... cospirazioni... è troppo pericoloso."

"E allora? Non sono un bambino!"

Renko decise che era ora di prendere in mano la situazione. "È vero, ma chi è, fra di noi, che si sta specializzando in investigazioni?"

Tutti guardarono il delta gammano. "Appunto. Se c'è una cosa che ho intenzione di fare prima del veglione di capodanno è andare in fondo a questa faccenda, e siamo tutti d'accordo, mi pare." Gli altri annuirono. Renko continuò: "Ma non possiamo andare in giro come dei piccoli kamikaze ficcanaso, questo non è un olofilm di Smithee. Pertanto, ecco come ci divideremo i compiti."

LUKE IN GINOCCHIO

Sala del veglione di capodanno
31 Dicembre

Il programma olografico, la formula chimica e la telefonata in codice non erano che frammenti di un piano più grande, la chiave del quale era il nuovo catering. Era stato Sh'muss il primo a parlarne, soltanto un paio di giorni prima, in mensa. Eppure, il mcgaveriano si era scordato di quel tassello d'informazione, attratto, forse, da altri indizi più vistosi. Renko, invece, sapeva bene che la formula chimica e tutto il resto non avrebbero avuto nessuna efficacia senza l'appoggio del catering.

Il delta gammano attivò il suo comunicatore: "Vaarik?"

"Sono dentro" rispose la voce del vulcaniano. "Stanno preparando le provviste."

"Tutto bene?"

"Nulla di strano, per ora."

Renko sospirò e il suo fiato si condensò nell'aria fredda della notte. Si trovava nel vialetto esterno e stava guardando gli ospiti confluire nella grande sala del veglione. Il delta gammano incrociò lo sguardo di Dalton; l'umano gli fece cenno con il pollice in su ed entrò insieme agli altri.

La voce di Vaarik scaturì dal comunicatore: "Hanno imballato le provviste e stanno partendo."

"E noi li aspetteremo."

"Li sto seguendo, saremo lì fra poco. E... Luke?"

"È in posizione."

Vaarik fu di parola, neanche quindici dopo, infatti, il vulcaniano raggiunse Renko. Entrambi guardarono il personale del catering che scaricava i grandi contenitori vicino all'ingresso sul retro.

"I camerieri useranno una porta secondaria" disse Vaarik. "Ma visto che noi non partecipiamo ai preparativi, non possiamo seguirli. Dobbiamo entrare dal davanti."

"Sì, ma già lo sapevamo, questo" disse Renko, guardano con aria interrogativa il vulcaniano.

"Stavo pensando a Rebecca e Changomani" spiegò questi.

"Sì, controlleranno ogni cibaria che verrà introdotta nella sala. Ma anche senza la nostra sorveglianza vedrai che andrà tutto per il verso giusto."

Il vulcaniano annuì ma senza sembrare troppo convinto, poi si avviò verso l'ingresso. "Muoviamoci."

***

All'interno della grande sala, il veglione stava procedendo fra festeggiamenti, brindisi e veri e propri assalti al buffet, ma l'evento per il quale Renko era così in agitazione sarebbe giunto solo allo scoccare preciso della mezzanotte.

Il delta gammano aveva fatto più volte il giro dell'immensa sala, unendosi occasionalmente ai festeggiamenti e salutando chi questo chi quel cadetto. Approfittando di un attimo di calma, Renko si appartò in un angolo ed attivò il comunicatore. "Vaarik dove, dove sei?"

"Al quadro energetico. Tutto regolare."

"Bene. Dalton, sei pronto? Ci siamo quasi."

"Ci siamo quasi... ci siamo quasi..." rispose la voce dell'umano, piena di tensione.

Con la coda dell'occhio, Renko vide un paio di camerieri lasciare la sala per dirigersi verso la dispensa. "Changomani, Rebecca, ho bisogno di voi in sala, subito."

"Che cosa succede?"

"Dovete lasciare la dispensa, adesso." Dopo essersi assicurato che i due avessero capito, il delta gammano cambiò frequenza sul comunicatore. "Vaarik? Il soggetto si sta muovendo. Ripeto: il soggetto si sta muovendo. A che punto sei?"

"Ho quasi finito."

Renko incrociò Sh'muss e gli fece cenno di disporsi accanto all'uscita. Changomani e Rebecca arrivarono di corsa e l'ibrido gli fece cenno di seguire il mcgaveriano.

I camerieri che erano usciti tornarono, portando un carrello sul quale erano disposte varie bottiglie di spumante in ghiaccio. Fra il chiacchiericcio e le risate, gli ospiti si avvicinarono, prendendo le bottiglie preparandosi alla mezzanotte.

Vaarik raggiunse Renko in quel momento: "Sta per accadere l'impensabile."

"Mancano solo cinquanta secondi, alla mezzanotte."

"E noi saremo pronti."

Una delle cameriere che aveva aiutato a portare il carrello con lo spumante si guardò intorno e poi si diresse verso l'uscita. Renko fendette la folla per intercettarla; una folla ignara di tutto ciò che era stato preparato per quella notte. Renko e Vaarik raggiunsero la donna e le si pararono di fronte.

"Dove vai così di fretta?" chiese il delta gammano.

"Ho finito il mio turno. Il mio contratto diceva solo fino a mezzanotte" rispose questa senza scomporsi.

"Davvero? Ma perché non resti a vedere lo spettacolo?"

"Questa non è una festività che mi appartiene. Avanti, lasciatemi passare!"

"Credo invece che dovrai restare" insistette il vulcaniano.

La donna guardò con inquietudine i due cadetti, poi i suoi occhi iniziarono a promettere scintille... letteralmente. "Renko, Vaarik" esclamò "siete ubriachi per caso? Lasciatemi passare, prima che mi irriti sul serio."

A quel punto, a soli dieci secondi dalla mezzanotte, iniziò un rullo di tamburi. La cameriera, che altri non era che Lam, si voltò verso l'orchestra e vide Luke seduto al posto del batterista. L'umano le sorrise e, mentre scandiva i secondi che mancavano al grande botto, la salutò compiendo un gesto acrobatico con una delle bacchette.

Le lancette dell'antico orologio, che per tradizione aveva scandito ogni capodanno dell'Accademia, si allinearono infine sul numero dodici. L'assolo di batteria di Dalton terminò con un colpo di piatti e la sala si oscurò. I tappi delle bottiglie di spumante saltarono e dai colli ne uscirono sfere di luce che si levarono verso l'alto ed esplosero in miriadi di colori e di forme diverse, formando disegni e figure che si levarono luminose nell'aria prima di svanire.

La folla restò ammutolita dallo spettacolo inatteso, poi qualcuno levò un applauso e altre bottiglie di spumante furono stappate. Lam guardò quello spettacolo portandosi le mani al petto. La ragazza era ammutolita ed estasiata perché, per lei, quelle figure avevano un significato particolare.

Quelle decorazioni e quelle geometrie sembravano nascere dai ricordi di un'altra festa avvenuta tanto tempo addietro in un altro universo, in quella che ormai sembrava un'altra vita.

Le luci si riaccesero, ma invece di illuminare il soffitto, illuminarono la rappresentazione olografica di un cielo alieno composto da sfumature rosa azzurro e da due lune che vi navigavano placide.

La folla applaudiva a quello spettacolo fuori programma e continuava a festeggiare, ignara del suo vero significato, pensando ad una sorpresa degli organizzatori. Ma Luke e Lam non sentivano il rumore dei brindisi e gli auguri di buon anno lanciati a squarciagola, perché per loro il tempo si era come cristallizzato, come se nella sala non ci fosse almeno un centinaio di altre persone.

Luke lasciò la batteria e si diresse verso Lam. L'orchestra cominciò a suonare una musica melodica.

"Che cosa...?" disse Lam, ma la voce non voleva uscire per paura di spezzare l'incantesimo.

"Qualcosa che avrei dovuto chiederti già da quella notte..." Luke restò un momento fermo, come se non sapesse come continuare.

Renko sentì Vaarik che gli afferrava una spalla, chiaro segnale di allontanarsi da lì. Il delta gammano lo guardò con aria interrogativa, ma Vaarik era risoluto.

"Ma così non sentiremo niente!" si lamentò Renko, mentre il vulcaniano lo trascinava via.

"È una cosa che riguarda solo loro due" rispose Vaarik con aria seria.

"Solo loro due?" disse Renko, allargando le braccia. "Ma se ci sono centinaia di persone qui attorno!"

Molte persone continuavano i loro brindisi ignare della coppia al centro della sala, mentre altre erano invece intente a fissarla, aspettando di vedere come sarebbe andata a finire. Mentre per i due sembrava non esistere più nulla attorno a loro.

Nel cielo olografico apparve il disegno di due cuori incrociati e Luke sembrò rompere l'empasse o comunque, in un qualche modo, far capire le sue intenzioni a Lam. La ragazza scoppiò in lacrime di gioia e si slanciò verso Luke per abbracciarlo, travolgendolo e facendo cadere entrambi a terra.

Alcuni spettatori iniziarono ad applaudire. Vaarik alzò un sopracciglio tentando di mantenere un'espressione imperturbabile. Renko sospirò. "Avevi ragione Vaarik, sta veramente accadendo l'impensabile... Luke si sposa, e stavolta sembra sapere quello che sta facendo."

RIAVVOLGIMENTO E RETROSCENA

Estratto dalla corrispondenza privata di Renko con 693

"...e così a Luke è venuta questa idea di farlo durante il veglione di Capodanno. Ti avevo già raccontato la storia del suo, si fa per dire, primo matrimonio? Durante una festa in suo onore organizzata dal reggente degli oni, fra una bevuta e l'altra e fra un tiro di pipa e l'altro, Luke si è ritrovato sposato, senza avere la minima idea sul come, con Lam. Appena appreso del... diciamo equivoco culturale il nostro baldo pilota, parole sue, se l'è data a gambe levate. Il matrimonio era infatti riconosciuto e considerato valido soltanto dalle autorità oni. Ma a quanto pare la sposa era davvero innamorata, tanto da riuscire a raggiungerlo perfino in un altro continuum spazio temporale. Quello che Luke non si aspettava, forse, era che alla fine si sarebbe innamorato davvero di lei fino a volerla sposare, e stavolta sul serio. Però... non ci avevo fatto caso finora ma certo che detta così sembra quasi la trama di un film di Smithee!

Questa storia dei matrimoni è qualcosa di complicato, ma come sai alcune culture hanno un concetto di famiglia incredibilmente ristretto. Pertanto prendi le mie parole per quello che sono, forse un giorno riuscirò a spiegartelo meglio, ma non prima di averlo capito bene io stesso.

Fatto sta' che, deciso a chiedere a Lam di sposarlo ma non sapendo bene come fare, Luke ha voluto ricreare le condizioni del loro primo matrimonio. Il veglione di capodanno si avvicinava ed era l'unica festa grande abbastanza da poter ricordare quella fatidica della prima volta. Così, durante una delle sue ultime sbronze, il nostro pilota ha fatto due più due e come al solito ne è scaturita un'equazione composta da numeri immaginari, fra i quali l'idea di una dichiarazione eclatante.

Il fatto che non fossimo stati precettati come aiutanti forzati per i preparativi del veglione, ci ha dato il tempo per riuscire ad organizzare il tutto ma allo stesso tempo ci ah reso più difficile il lavoro, dato che il nostro accesso al luogo del delitto era limitato.

Per non parlare dei un paio di incidenti che hanno rischiato di minare l'integrità del nostro, diciamo brillante, piano. Il primo è consistito in un file non cancellatosi del tutto. Il file conteneva la formula chimica che avrebbe creato i fuochi artificiali ed gli spettacolari giochi di luce allo scoccare della mezzanotte. Alcuni cadetti ne hanno ritrovato un frammento e si sono allarmati pensando si trattasse di un qualche veleno.

Poi, come se non bastasse, ci si è messa di mezzo la mania spasmodica di Luke per le frasi in codice, una delle quali era: l'ambrosia non sarà così dolce quest'anno. Tale perla doveva indicare che per ciò che riguardava lo spumante era tutto a posto. Mi ricordo ancora il dialogo:

Io: "Mi spieghi che cosa c'entra l'ambrosia?"

Luke: "Ma è semplicissimo! L'ambrosia non sarà più così dolce perché la mia dichiarazione a Lam lo sarà così tanto da offuscare la dolcezza di qualsiasi altra cosa!" Segue risata romantico diabolica.

Io: "Ma non potremmo utilizzare una frase più semplice, tipo: Ehi, ho poi trovato la marca di spumante di cui ti parlavo? È molto più chiaro per noi e altrettanto sibilino per orecchie indiscrete."

Inutile insistere. Ambrosia doveva essere ed ambrosia rimase. E ti sto parlando dello stesso tizio che trova le perle di saggezza del Maestro incomprensibili! Se nonché una mattina, ancora mezzo addormentato, rispondo ad una comunicazione ed una voce ed irriconoscibile mi spiattella il codice. Non riuscivo a capire di chi si trattasse, se di Luke o di Vaarik. Forse perché il mio cervello era ancora mezzo addormentato o avrei capito subito che il tizio con la voce roca, nasale e che tentava di imitare l'accento svedese non poteva certo essere Vaarik.

Io: "Ma si può sapere da dove ti arriva questa mania dell'accento svedese?"

Luke: "Phf! Ragazzo ingenuo, no sarai mai un granché come cospiratore."

È tutto quello che sono riuscito a cavargli, ma non è questo il punto. Il fatto è che la conversazione sibillina riguardo l'ambrosia non più così dolce è stata sentita dai miei compagni d'alloggio, mettendo una pulce nell'orecchio di Changomani.

Poi è successo l'incidente del ponte ologrammi. Avevamo passato l'intero pomeriggio a provare il programma che avrebbe dovuto ricreare il cielo del pianeta natale di Lam e gli altri effetti olografici all'interno della sala del veglione. Purtroppo nessuno dei tre è un programmatore esperto, infatti sebbene fossimo riusciti a mettere a punto il nostro bel programmino, ci siamo dimenticati di azzerare una libreria di memoria. Risultato: quando mezz'ora dopo siamo rientrati nella sala ologrammi con i nostri amici per tutt'altro scopo, il nostro programma si è riattivato automaticamente, dando adito, date le circostanze, alle più svariate congetture.

A questo punto, avendo solo frammenti di indizi fra le mani, i nostri amici sono giunti alla conclusione che qualcosa di losco era in preparazione per il veglione di capodanno. Non potevano avere più ragione di così, ma non potevamo certo permettere che rovinassero i nostri piani. Così è scattata l'Operazione Paranoia. Anziché tentare di fare i pacificatori e tentare di convincere gli altri che le loro non erano che fantasie, abbiamo preso le redini delle indagini, mostrandoci fra tutti i più decisi ed esaltati dalla sacra missione.

Luke, usciti dalla sala ologrammi: "C'è solo una cosa da fare: pilotare la conversazione."

Io: "Convincerli a desistere."

Luke: "Assolutamente no. Mai sentito parlare di psicologia al contrario?"

Ha funzionato. Alla fine, tutti i nostri preparativi per la grande dichiarazione hanno fatto la loro bella figura. Certo, sarebbe stato impossibile senza l'aiuto di Chun, che si è dedicato al catering e per il quale Lam è ormai come una figlia. Non per niente le aveva dato la nottata libera da mezzanotte in poi. Mi sa che Luke dovrà fare molta attenzione a come tratterà Lam d'ora in poi, per nulla nell'universo vorrei dovermela vedere con Chun, se la fa soffrire.

Alla fine tutto è andato bene, solo che adesso sono in semi-punizione. Sì, perché ciò che abbiamo fatto non era illegale, ma nemmeno del tutto regolare. Il gesto di Luke, però, ha sorprendentemente commosso il Rettore e parte del corpo docente, che ha preferito non infierire sul novello aspirante sposo e sui suoi fidi compari. Perfino Sherman è stato riportato alla ragione dalla sua vecchia mammina e dalla sua fida borsetta. Il donnino, non solo ha voluto essere la prima a stringere la mano alla coppietta, ma si è anche già autoinvitata al matrimonio, così come gran parte dei presenti.

Changomani, Sh'muss, Rebecca e tutti i nostri amici sono contenti per Luke ma non credo ci abbiano perdonati del tutto per averli tenuti fuori dall'organizzazione, glielo si legge negli occhi. Forse un giorno riusciranno a perdonarci del tutto, o almeno questo è quello che spero. Potrebbe essere un'idea farci perdonare facendo organizzare il matrimonio a loro..."

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