SOGNO DI UNA NOTTE DI METÀ INVERNO

 

Quella mattina c'era una strana aria di allegria nei corridoi dell'Accademia, probabilmente dovuta al fatto che presto sarebbero iniziate le vacanze invernali e molti sarebbero potuti tornare a casa... inoltre si stava avvicinando l'evento mondano per eccellenza, almeno in quel luogo, cioè il veglione di fine anno. Alla festa avrebbero partecipato tutti gli studenti, oltre al corpo insegnante ed a molti ospiti importanti; per i cadetti era la giusta occasione per mischiarsi alla gente che conta, cercare di guadagnare favori ma soprattutto di fare bagordi senza alcuna restrizione.

Almeno quello sarebbe stato il programma di quei cadetti che non avrebbero dovuto pensare a mandare avanti la festa. Infatti, come ogni evento organizzato da questo augusto istituto, tutti i suoi membri dovevano contribuire alla sua realizzazione... e poi serviva manodopera a costo zero ed impossibilitata a lamentarsi.

Come detto in precedenza l'aria era pervasa dall'allegria, eccetto in un posto: la bacheca delle comunicazioni ufficiali.

Lì c'era una piccola folla di cadetti che stava leggendo molto nervosamente i ruolini di servizio appena pubblicati, sperando con tutta l'anima di non dover essere costretti a lavorare durante la festa, mentre tutti gli altri avrebbero gozzovigliato.

Ai margini di quell'assembramento, un trio di cadetti abbastanza avanti con gli anni stava tentando di farsi strada verso il pannello

"E fate passare ragazzi, un pochetto di rispetto per l'età" disse a denti stretti Dalton, mentre tentava inutilmente di fendere quel muro di carne.

"Credo che sia inutile tentare ancora, non riusciremo ad andare avanti, conviene tentare più tardi." Suggerì Renko, oramai stanco di quell'inutile sforzo.

"Consiglio assolutamente logico." Convenne Vaarik che non aveva mosso assolutamente un dito, rimanendo in disparte ad osservare a braccia conserte, gli sforzi dei suoi amici.

L'umano non sembrò ascoltarli per niente.

"Col cavolo, voglio sapere che cosa mi aspetta per il veglione; quest'anno non desidero di certo passarlo a fare il cameriere volontario per il corpo insegnante, specialmente con Lam impegnata con il lavoro."

"Nemmeno io lo desidero, ma adesso è inutile tentare di passare oltre questa calca... e poi se è già stato deciso che siamo di servizio, non c'è nulla che ci possiamo fare, anche se lo sappiamo adesso." Sentenziò Vaarik

"Il solito ottimista vedo." Rispose Luke con uno sgurda di rimprovero

"Potete anche andarvene, non siete stati precettati."

Il trio si voltò in direzione della voce, che del resto avevano già riconosciuto; infatti non c'era cadetto che non potesse scordare il timbro duro e tagliente del Comandante Gozar.

"Non guardatemi con quelle facce stupite, i ruolini li ho fatti io e siete i primi che ho scartato."

Renko e Dalton fecero per ringraziare, ma lui con un gesto gli fece cenno di tacere

"Non sprecatevi in grazie, non l'ho certo fatto per fare un favore a voi, ma all'Accademia."

"Cosa?" chiese il vulcaniano inarcando il sopraciglio destro, mentre gli altri due suoi compari si guardavano straniti.

"Dove andate sono guai; di questo spero che ve ne rendiate conto. Perciò per salvaguardare la festa ho deciso di minimizzare le possibilità che voi combiniate disastri e roviniate tutto." Sentenziò, fissando uno ad uno i cadetti, con uno sguardo che avrebbe trapassato una parete di roccia.

Luke deglutì a vuoto, poi cercò di controbattere a quelle affermazioni offensive e fallaci.

Gozar sollevò gli occhi verso il cielo e scosse la testa.

"Devo forse ricordare il problema alle elezioni? L'esercitazione su Kantara? L'incidente del volo della Whitestar ed ovviamente l'accusa di omicidio per l'allegrone." Concluse indicando Vaarik

"E se ben si ricorda, noi siamo stati vittime innocenti, anzi i nostri sforzi hanno limitato seriamente i danni." Ribatté il vulcaniano senza battere ciglio.

"Quello che mi ricordo bene è come avete conciato la mia povera gatta."

A quell'acceno i tre ebbero un piccolo brivido lungo la schiena; ricordavano benissimo cosa era successo su Angosia e non volevano di certo rinvangarlo, specialmente con quel professore.

"Se posso dire qualcosa... " tentò di intromettersi Dalton, sebbene con un fil di voce.

"No, vi basti sapere che alla poverina non sono ancora ricresciuti i peli... e giuro che qualcuno la pagherà. Ma per adesso voglio evitare ulteriori problemi, perciò non vi darò modo di devastare l'organizzazione... e giusto come richiesta personale, perché non passate l'ultimo dell'anno da qualche altra parte, molto lontano da qui... mi hanno detto che Romulus è molto bello in questa stagione." Detto questo l'istruttore andò via

"Che se la sia legata al dito la faccenda della gatta?" domandò scherzosamente Luke

Il vulcaniano non si degnò nemmeno di rispondere

"Potrei ritenermi offeso dalle affermazioni di Gozar." Disse il deltagammano "Ma per questa volta eviterò, come disse il maestro.."

"Lascia perdere le massime del maestro Renko, l'importante è che siamo liberi... ed ora via verso nuove e mirabolanti avventure." Annunciò Luke, mentre s'allontanava in direzione del suo alloggio, seguito a breve distanza dai suoi amici.


 

I giorni che passarono furono privi di accadimenti, l'unica cosa degna di nota fu la notizia che ci sarebbe stata una nuova ditta di catering quest'anno. Questo fece abbastanza scalpore, anche perché erano anni che l'Accademia si serviva sempre dalla stessa ditta, in quanto aveva una peculiarità fondamentale agli occhi dell'ammnistrazione... era molto economica e quello che procurava era di solito commestibile, ma quello era un dettaglio abbastanza secondario.

Perciò, dato che non c'erano state notizie di ispezioni a sorpresa dell'ufficio d'igiene, molti cadetti temevano quello che avrebbero assimilato alla festa e tanti furono tentati di portarsi la cena da casa.

Comunque questi pensieri non erano assolutamente nelle menti di un folto gruppo di cadetti che stava dirigendosi verso il ponte ologrammi.

"Devo ammetterlo, ci voleva una bella pausa dopo tanto lavoro." Sentenziò Sh'muss, il gigante macgayveriano, che aveva passato quasi tutto il pomeriggio a preparare le decorazioni della festa.

"Vero, assolutamente vero, sono stanco morto." concordò Luke

A quelle parole, alcuni sguardi di rimprovero lo fulminarono.

"Ma se sei stato esonerato da ogni lavoro, tovarich." Disse Ilaj con un tono leggermente risentito

"Ehi abbiate pietà per questo vecchietto, l'età ormai non mi permette più certi sforzi." Rispose con il suo migliore sorriso, che fece il suo bel effetto e gli alti sospirarono e lasciarono perdere il discorso, tranne il russo che mugugnò come certe persone diventavano vecchie solo in certe occasioni, ma poi non disse più nulla. Anche perché erano appena arrivati davanti alla sala ologrammi, dove li attendevano Rebecca e Vaarik.

"Salve, ragazzi, muovetevi che siamo in ritardo." Li salutò ed esortò la ragazza, mentre dava istruzioni al computer della sala.

"Ho scelto il programma 'Il massacro di San Valentino', dev'esssere una storia di gangster, piena di azione, proprio l'ideale per sfogarsi e rilassarsi." Concluse lei entrando nella sala.

Gli altri non dissero niente, anche perché nessuno aveva avuto il tempo di ribattere e si limitarono a fare buon viso a cattivo gioco.

Immaginate la loro sorpresa quando, entrati tutti nella sala ologrammi, si trovarono di fronte alla perfetta riproduzione della sala dove si sarebbe svolto il veglione.

"Rebecca, sei sicura di aver scelto il programa giusto?" domandò Ilaj

La ragazza annuì, quasi offesa che qualcuno avesse potuto fare un ipotesi simile, per di più Ilaj.

"Qui c'è qualcosa che non va." Appena Luke finì di dire questa somma ovvietà, i cadetti si ritrovarono a contemplare i muri neri e righe arancioni che quell'ambiente aveva quanto era spento.

"Ehi cosa succede?"

"Sto controllando." Disse il vulcaniano, che si era subito diretto verso i comandi

"Allora?" lo spronò il suo compagno di stanza, con dietro tutti gli altri in trepidante attesa.

Attesa che fu ampiamente delusa, in quanto non riuscì a riattivare il programma, anzi sembrava sparito.

"È tutto troppo strano." Commentò Dalton

"Un'altra frase come questa e ti nominiamo signore dell'ovvio." L'apostrò il gigante.

"Buoni voi e lasciatemi pensare." Disse la donna con tono imperioso " Uno strano progama che si autocancella, probabilmente perché non eravamo autorizzati a vederlo.Ci stà sotto qualcosa, ne sono sicura."

"Cerchiamo di non essere eccessivamente paranoici." Disse Vaarik, entrando a forza nel discorso "Ci possono essere molti spiegazioni per tutto questo, senza scomodare scenari pericolosi."

"Ma anche molte che li scomodano, caro mio." Gli rispose gelidamente lei.

"Buoni, buoni... sentite siamo stanchi, penso che sia il momento di andare nel nostro alloggio, ci facciamo un bel bicchierino e ci riflettiamo a mente fredda." Propose Dalton, mettendosi in mezzo ai due.

Gli altri ci pensarono per qualche minuto, poi, anche se non del tutto convinti, accettarono.

Durante la riunione, cui parteciparono anche Changomani e Renko in quanto chiamati in causa da Luke, venirono fuori alcune cose interessanti.

Rebecca aveva trovato, nel cestino dei file del computer dell'aula di scienze, una formula o almeno una parte di essa, e si trattava quasi sicuramente di un composto altamente tossico se ingerito.

Renko poi aggiunse di aver ricevuto una strana telefonata la sera prima, qualcuno con una strana voce aveva proferito frasi prive di alcuna logica, sul momento aveva pensato ad uno scherzo, ma unendo tutti questi piccoli indizi il quadro che ne veniva fuori era molto inquietante.

Changomani confermò quest'ultimo fatto, in quanto aveva sentito la telefonata dal suo alloggio, cosa non molto difficile in quanto il buco che rendeva comunicanti le due abitazioni era ancora al suo posto.

"L'Ambrosia non sarà tanto dolce quest'anno." Precisò Chango, chiedendosi cosa potrebbe mai significare quella frase tanto criptica.

Un lungo silenzio dominò la sala, almeno fino a quando Dalton non venne fuori dalla cucina chiedendo se volevano Whisky o Vodka.

Tutti, eccetto ovviamente Renko e Vaarik, accettarono di buon grado quell'offerta, evitando di chiedersi come del vero alcool fosse riuscito ad entrare in Accademia

"Allora signori, tutti questi sono indizi abbastanza labili, se li portiamo dal Rettore ci ride in faccia." Disse Luke, facendo nel contemo un gesto con la mano per impedire che Rebecca ribatesse subito.

"Possono dire tutto o nulla, non ci resta che indagare ancor di più... e visto che io, Renko ed orecchie a punta siamo esonerati da ogni incarico, credo che siamo le persone più indicate per questo lavoro."

"E noi?" domando Sh'muss

"Voi dovrete sorvegliare attentamente i lavori di preparazione della festa. Controllate chi porta il cibo, personaggi sospetti ed altre cose, noi potremmo dare nell'occhio visto che non abbiamo alcuna scusa per essere nei paraggi." Propose Renko, sorseggiando un the caldo.

"Mi pare una buona idea." Concordarono Ilaj e Rebeca, parlando all'unisono.

"E se non troviamo nulla?" domandò Changomani

"Allora terremo gli occhi aperti durante il ricevimento, dobbiamo essere pronti a tutto, se questo si rivelerà un complotto." Concluse Dalton

Con questo accordo, il gruppo di cospiratori si unì un bridisi augurali per poi dirigersi verso i propri letti, bisognava conservare tutte le forze, si avvicinavano tempi bui.


 

Il veglione si stava svolgendo come programmato, dopo i primi momenti d'ufficiale serietà dove erano stati fatti gli obbligatori discorsi di buon augurio, i pomposi panegirici su quello che ci si aspettava dall'anno venturo ed i doverosi complimenti all'abbigliamento delle signore, adesso tutti i partecipanti si erano ormai lasciati andare, in special modo dopo aver assaggiato ripetutamente i vini prelevati direttamente dalle riserve segrete di Vinsar e De Leone; come poi questi fossero stati convinti a lasciare che qualcuno attingesse al loro tesoro, nessuno lo sapeva ed a nessuno importava. L'atmosfera si era così rilassata che perfino Sherman si era lasciato andare ed insieme a Gozar aveva cominciato a cantare alcune canzoni che definire da caserma è riduttivo, per fortuna questa esibizione fu interrotta ben presto da Ripley e dalla mamma di Sherman che portarono via i novelli cantanti a suon di scappellotti.

Oramai solo pochi minuti mancavano allo scoccare della mezzanotte, ed a parte le esibizioni di De Leone e Cobledik sulla pista da ballo non c'era stato nulla di preoccupante, ogni invitato aspettava spamodicamente di stappare lo champagne ed inaffiare col liquore gli altri partecipanti.

Ma, in quella sala piena di eleganti ufficiali non tutti erano allegri, per il personale addetto al servizio quella notte infatti significava solo lavoro extra in quantità industriale, e sinceramente il dover continuamente sorridere, anche alle richieste più assurde o alle lamentele più irragionevoli aveva procurato un numero spropositato di paresi facciali ed ulcere duodenali. L'unica cosa che faceva andare avanti tutti era la consapevolezza che la fatidica ora stava per arrivare, poco dopo tutti sarebbero stati troppo ebbri per poter essere fastidiosi e poi sarebbe stato compito degli addetti alle pulizie, non loro fortunatamente, sistemare il disastro alla mattina, quando la festa sarebbe finita.

Alcuni camerieri invece, sarebbero andati via dopo mezzanotte, in fondo il lavoro sarebbe notevolmente diminuito perciò non sarebbe stato sensato pagare più personale del necessario.

Una di questi fortunati stava appunto prendendo la sua giacca per andarsene via, era una ragazza molto attraente, sembrava avere poco più di vent'anni, i capelli verdi ed un paio di protuberanze osse sulla fronte erano le sue peculiari caratteristiche; molti avevano tentato di capire a che razza appartenesse ma nessuno era riuscito a capirlo e quando qualcuno lo domandava alla diretta interessata lei cercava sempre di glissare, adducendo varie scuse ed andandosene via subito.

La ragazza sembrava triste, gli occhi arrossati e lucidi erano rivolti verso il basso e le spalle curve, come se un enorme peso gravasse su di loro e non pareva fosse derivato dal lavoro della serata; con passo pesante si diresse verso l'uscita, non prima d'aver dato un rapido sguardo alla sala, come se cercasse qualcuno ed il rassegnato sospiro indicò che la ricerca era stata infruttuosa.

Proprio mentre stava per uscire venne fermata da due personaggi che ormai conosceva bene:

"Ciao, Lam, vai già via? Fra poco incomincerà la vera festa, non rimani neanche a brindare?" domandò

"Renko, Vaarik, mi dispiace ma non ho tempo da dedicarvi, il mio turno è finito e sono molto stanca, perciò buonanotte e buon anno" e con quelle parole, dette con tristezza, s'apprestò a scostarli per ritornare a casa.

I due si piazzarono davanti a lei, impedendole d'andare avanti e facendola irritare notevolemente.

"Non sono dell'umore giusto, scostatevi altrimenti... " il non molto vago tono di minaccia nella voce di lei, oltre alle piccole scariche elettriche che scaturivano dalle sue mani, li fece arretrare di un passo... ma subito ripresero la loro posizione.

Con un solo sguardo d'intesa i cadetti agirono all'unisono, ognuno la prese per un braccio e con forza e piedi molto lesti la riportarono nella sala.

Lam era troppo sorpresa per poter fare qualcosa di diverso dal balbettare qualche protesta; quando poi si degnarono di rimetterla giù ci vollero svariati secondi perché fosse in grado di proferire parole intelleggibili e non mezzi improperi in qualche sconosciuta lingua;

Dal canto loro, i suoi cosidetti amici non sembravano molto turbati da quello spettacolo.

"Ora sentitemi bene, questa giornata non è stata molto bella. Prima il mio tesoruccio non mi invita alla festa, nonostante gli avessi fatto ben capire quanto ci tenessi. Poi mi tocca lavorare in questa bolgia di cavallette alcolizzate, speravo almeno di vedere Luke, invece non c'é... probabilmente sarà dietro qualche gonnella. NON SOPPORTO PIU' QUESTA VITAAAAAA. Ed ora per l'ultima volta, lasciatemi uscire o vi faccio arrosto, e non scherzo."

Entrambi sapevano che l'oni non stava affatto bluffando, ma non fecero una piega e si limitarono ad indicarle, in assoluto silenzio, un punto della sala, precisamente dove stavano gli orchestrali.

Ci volle qualche istante, ma alla fine riuscì a vedere un volto familiare, era il suo Luke che stava percuotendo con passione la batteria.

"Sembra si sia calmata." Disse sottovoce il deltagammano al suo compagno

"Non abbassare la guardia, non si è mai troppo prudenti. Le questioni sentimentali tendono a disgregare, nei non vulcaniani, anche quella patetica cosa che qui passa per autocontrollo."

"L'ho sempre detto che i puri sono strani. Comunque Luke questa volta ce ne deve una grossa, per un momento ho veramente pensato che ci arrostisse."

Vaarik osservò per un attimo il volto della ragazza; ancora non riusciva a capire cosa stesse succedendo ma sembrava in qualche modo essersi calmata ed inconsapevolemente un piccolo sorriso le era apparso sul volto.

"Non posso fare altro che darti ragione Renko, il debito di Dalton è veramente inquantificabile."

In quel momento si era cominciato a chiamare gli ultimi secondi dell'anno, Dalton stava scandendo il tempo con il rullio dei tamburi, ma non riusciì a resistere alla tentazione di salutare Lam in modo plateale e lanciò in aria le bacchette facendole roteare furiosamente e riusciuendo a riprenderle in mano, giusto in tempo per dare l'ultimo colpo del conto alla rovescia.

Nel preciso istante in cui scoccava la mezzanotte, le luci si spensero e tutte le bottiglie vennero stappate così da iniziare i brindisi; ma con enorme sorpresa per tutti, dalle bottiglie non uscì del dolce nettare ma delle palle di luce che a contatto con il soffitto scoppiarono in una cacofonia di svariati colori, formando per alcuni istanti delle strane figure geometrice; per un momento gli ospiti rimasero in un ammutolito stupore, per poi scoppiare in uno scrosciante applauso. In breve tempo ogni bottiglia venne stappata aggiungendo così altre luci ed altri misteriosi disegni; misteriosi per tutti eccetto che per una persona. Infatti Lam li aveva riconosciuti quasi subito, l'ultima volta che li aveva visti era stata una sera di cinque anni prima, durante la festa in cui aveva conosciuto... LUKE, quello scapestrato aveva organizzato tutto per farle una sorpresa e ci era perfettamente riuscito, pensava lei mentre sorridendo si godeva lo spettacolo.

"Ehm Ehm... signorina, mi permette l'ardire di parlarle?" le domadò Luke. Lam, come tutti gli ospiti del resto, distratta com'era dallo spettacolo luminoso, non si era mininamente accorta che era sceso dal palco per venire da lei.

"Tesorino" disse, mentre lentamente s'avvicinò verso di lui ed allo stesso tempo cercando di trattenere le lacrime di gioia.

Invece di prenderla tra le sue braccia, Luke le fece segno di stare ferma, questo la sorprese ma non quanto vederlo inginocchiarsi davanti a lei.

Dalton continuò a non dire o fare nulla, tranne che frugare nervosamente nelle sue tasche come se cercasse qualcosa.

"È molto imbarazzante..io che ho sempre la parlantina pronta... non so cosa dire." Biascicò lui, con la faccia tutta rossa e distogliendo lo sguardo da Lam.

Dal canto suo lei sorrise divertita, incrociò le braccia e si godette quello spettacolo, in fondo non capitava spesso di vedere Luke Dalton imbarazzato e senza parole, inoltre le stava venendo il sospetto di cosa stesse per fare lui e voleva godersi questo momento fino all'ultimo anche se l'attesa la stava uccidendo.

Fu proprio in quel momento che proprio sopra di loro esplose una serie di bolle e come dal nulla apparvero due cuori incrociati.

"Ecco, trovato!" disse raggiante Luke, mentre da una tasca della giacca estraeva una piccola scatola.

"Lam della casa di Atar, cinque anni fa per qualche assurda ragione hai deciso che ero degno di te. Come un deficiente sono scappato, terrorizzato dalla possibilità di un rapporto duraturo. Nonostante tutti i miei tentativi di fuggire e farti desistere tu hai continuato a persistere nella follia d'amarmi, ora vorresti perdonare questo sciocco per tutti i problemi ed i dispiaceri che ti ha dato ed accettarlo come tuo marito, giusto per il resto della vita, non un giorno di più" disse sorridendo speranzoso e cercando di non sudare troppo.

Con movimento lento e calcolato e con un aria assolutamente tranquilla Lam prese il pacchetto, ovviamente stava usando tutto il suo autocontrollo per non urlare, piangere e saltare dalla gioia, cose che non si addicono ad una erede al trono. Sempre con apparente noncuranza l'aprì, all'interno c'era un piccolo anello d'oro, la fattura era semplice e la pietra incastonata di certo non era rara ed inestimabile, ma per lei quello era il gioiello più prezioso di tutto l'universo perché rappresentava qualcosa dal valore inestimabile.

Lei, raggiante, se lo mise al dito e senza dire nulla i due fidanzati si abbracciarono e baciarono.

Dopo un tempo indefinito si staccarono, per accorgersi che il loro spettacolo non era passato inosservato, attorno a loro c'era quasi la totalità degli ospiti che stava applaudendo e facendo le congratulazioni ai futuri sposi.

Dallo sguardo degli istruttori, Luke capì benissimo che avevano intuito l'autore o meglio gli autori di quello spettacolo, ma non gli importava niente, facessero quello che volevano ora c'erano cose più importanti da fare, come per esempio dare un fazzoletto a Gozar che stava piangendo sulla spalla di Ripley dicendo che era la cosa più romantica che aveva mai visto, limitare gli istruttori che si stavano autoinvitando al matrimonioo ed impedire alla signora Sherman di dare troppe borsettate al figlio che aveva tentato d'interrompere la proposta di matrimonio... beh magari dopo.

La vita è meravigliosa, pensò Dalton, mentre ricominciava a baciare la sua futura sposa


 

Alcuni giorni dopo, presso il locale di Chun, un certo trio di cadetti si reincontrò per finire i festeggiamenti del lieto evento.

"Ben tornato Dalton, peccato che avevi solo tre giorni di licenza, sai mi stavo abituando al silenzio" disse Vaarik con assoluta serietà, senza alzare lo sguardo dal Padd che stava leggendo.

"Anch'io sono contento di rivederti corvaccio." Rispose lui con una smorfia divertita " Sarei anche più contento se non fossi così distrutto dal viaggio e dal cambiamento del fuso orario" concluse accasciandosi su una sedia ed ordinando della birra scura al più vicino cameriere.

Il vulcaniano non ebbe nessuna reazione, si limitò a dire:

"Il viaggio sarà durato circa 3,8 secondi con il teletrasporto, e sei arrivato stamattina, poco dopo che le lezioni sono cominciate."

"Inoltre Lam è già al lavoro" concluse Renko

"Lo so" rispose l'umano con un tono deluso "Ma cosa volete, oramai l'età comincia a farsi sentire anche per me." E con quelle parole cominciò ad ingerire la bevanda che gli era stata appena portata.

"Allora futuro sposo, com'era Parigi?" domandò il deltagammano

"Fantastica è dire poco, il miglior servizio in camera che abbia mai avuto, mi sono quasi sentito in colpa tanto ci viziavano." rispose lui sorridendo e strizzando un occhio;

"Tutto qui? Servizio in camera? La capitale della Federazione, una città d'arte antichissima e la cosa che ti ha colpito è il servizio dell'albergo? Scommetto che non hai visto nulla della città" rispose uno stupefatto deltagammano, mentre si versava del liquido nero nel bicchiere.

Dal canto suo l'umano rispose solo con un sorriso sornione.

Cosa che fece scuotere tristemente la testa a Vaarik.

"Dalton, ti prego non pensare a così alta voce... sei disgustoso." Lo rimproverò il suo compagno di stanza

"Vulcaniani, avete una morale degna del periodo Vittoriano... oh bando alle ciance; sarà la millesima volta che lo ripeto, ma quel che è giusto è giusto: voi siete stati fantastici" proclamò Dalton, alzando il bicchiere per un nuovo brindisi. In un primo momento i suoi amici cercarono d'essere modesti, ma questa fase durò solo qualche picosecondo e cominciarono a congratularsi per la loro abilità.

In fondo aver realizzato, fin nel minimo particolare, quello scenario per la fatidica proposta non era stato semplice, soprattutto con gli altri cadetti che indagavano; per questo motivo si era deciso di spronarli nelle loro indagini, così da sviarli dal vero obbiettivo.

Avevano rischiato grosso quando il programma olografico, che doveva fungere da test era stato accidentalmente scoperto, ma per fortuna i protocolli di sicurezza di Vaarik avevano cancellato tutto prima che si potesse scoprire qualcosa di utile.

Anche la chiamata di Luke al comunicatore di Renko aveva destato dei sospetti, specialmente in Changomani. Per fortuna Dalton aveva fatto il suo famoso accento svedese, almeno così non era stato riconosciuto.

Renko, dal canto suo; aveva obbiettato che così non aveva capito quasi niente di quello che aveva detto, specialmente con quelle stupide frasi in codice... ma erano solo dettagli, almeno secondo l'umano.

Il momento più rischioso era stato quando Rebecca aveva trovato, per puro caso, il file con la formula chimica della palle di luce, sfortunatamente manipolare un sistema computerizzato sofisticato come quello dell'Accademia è sempre difficile, e qualche traccia rimane sempre, come aveva puntualizzato il vulcaniano.

"Ehi stavo dimenticando di ringraziare Chun, senza di lui non avremmo potuto fare nulla." Disse Luke, guardandosi attorno per cercare l'anziano coreano.

"Già, se lui non avesse vinto l'appalto per il catering della festa." Continuò per lui Renko

"Probabilmente perdendoci anche dei soldi." Puntualizzò il vulcaniano

"Vero, deve essere proprio affezionato a Lam." Concluse il frullato genetico, finendo di sorseggiare la sua bevanda

"Certo che lo sono, altimenti perché l'avrei tenuta."

Come dal nulla era apparso dieto di loro Chun, il proprietario del locale. I tre non si scomposero, ormai erano abituati a questo.

"Chun sei incredibile, grazie ancora." Disse Dalton, sorridendo ed alzando il bicchiere in segno di saluto.

"No, io sono di più; molto di più" rispose il vecchio con un sorriso; sorriso che scomparve in un istante "Ricorda questo figliolo, tu fa soffrire Lam, ed io farò soffrire te, molto a lungo. E non in senso metaforico." E con queste parole scomparve tra gli altri tavoli.

Dietro di se lasciava un cadetto pallido e senza parole, anche se solo per qualche secondo.

Credo di essermi appena trovato un suocero molto protettivo, ma che fortuna pensò lui, degluttendo nervosamente.

"Complimenti Luke, penso che dovrai fare il bravo d'ora in poi." Lo canzonò Renko

"Ma quanto siamo spiritosi, come vedi muoio dal ridere." Dalton non sembrava molto entusiasta da quello sviluppo, ma sapeva che per stare con Lam era un sacrificio che avrebbe fatto ben volentieri.

"Ora signori, basta chiacchere è il momento di parlare di cose serie." Annunciò lui improvvisamente, con un tono assulatamente serio e fissando con intensità i suoi due amici. " Come presto sarà di dominio pubblico, appena terminata la cerimonia di laurea convolerò a giuste nozze con Lam; a meno che non riacquisti un po' di buonsenso e scappi via."

"Dopo tutto quello che abbiamo fatto? Spero di no." Disse Renko sorridendo

"Sarebbe la cosa più logica, ma quando si tratta di questioni così intime, voi non vulcaniani siete ancor più illogici della norma." Concluse Vaarik

L'umano rivolse gli occhi al cielo sospirando penosamente.

"Ma quanto siamo gentili. Tanto non riuscirete a cavarvela a buon mercato. Come stavo per dire prima di essere interrotto, dopo la laurea mi sposerò e visto la mancanza di parenti o amici di vecchia data; sono costretto a chiedervi di farmi da testimoni... lo smoking è d'obbligo ricordate ed il rifiuto non è un opzione." Proclamò trattenendo a stento un sorriso.

I due si guardarono negli occhi, indecisi su cosa dire.

"Ehi cosa vi aspettavate? In questo posto, a parte voi due, non conosco nessun'altro da poter chiamare amico... perciò come vedete la mia scelta è obbligata."

Un momento di silenzio, poi Renko allungò la mano verso di lui, dichiarando di accettare l'onore, ed anche Vaarik annuì.

"Bene, ed anche questa è fatta." Conculse sfregandosi le mani "Ed ora se volete scusarmi, vado a vedere come se la cava la futura signora Dalton e se sente la mia mancanza." Con quelle parole si alzò dal tavolo per andare da Lam.

Poi all'improvviso si voltò verso i suoi compagni

Sarà una sciocchezza, ma le tradizioni vanno rispettate e che succeda quello che deve succedere.

"Certamente non vi devo ricordare che spetta ai testimoni, organizzare la festa d'addio al celibato." Detto questo s'allontanò sorridendo al pensiero di quello che ne sarebbe uscito, mentre Vaarik e Renko cercavano di comprendere di cosa aveva appena parlato.

FINE CAPITOLO