QUANDO LA STATISTICA DIVENTA SFIGA MATEMATICA

 

 

«È uno zaino??» pensò mentre fissava il "cazzabubbo" posato sulla sua cuccetta, un "coso" che aveva più la parvenza di uno strumento di tortura medioevale, che un mezzo atto a garantire una sia pur bassa sopravvivenza in caso di disastro.
«TUTTI I CADETTI SI PRESENTINO ALLE SALE TELETRASPORTO ASSEGNATE...»
Si mise lo zaino in spalla... e quasi si ribaltò indietro come una tartaruga sul carapace.
«Aiutt...» emise, mentre annaspava per ritrovare l'equilibrio «Iniziamo bene... QUI SON TUTTI P'UAZZI... P'UAZZI!!!»

Si materializzò in mezzo ad una foresta «Ho messo il manuale delle giovani Marmotte nello zaino?» pensò mentre si avviava verso un punto da cui provenivano delle voci...
«FRATELLINO, ASPETTA...» Ripley sbucò da dietro un albero poco lontano da lui, e Paul cominciò a rimuginare sulla materia che più odiava... la statistica.
Ben presto sbucarono in una radura in cui si trovavano dei cadetti e alcuni venivano ancora teletrasportati...
«VAARIK!» Paul scorse uno stupito Luke Dalton che fissava il vulcaniano appena materializzato, Renko, Rebecca e Ilaij erano poco lontano...
«Una volta è casualità... due volte è casualità... tre volte è statistica... dalla quarta volta in avanti è matematicamente sfiga...» bofonchiò Paul «Vaarik, quante probabilità ci sono che ci ritrovassimo tutti assieme nella stessa squadra?»
«Tenendo conto del numero dei cadetti dell'accademia... tenendo conto che solo i cadetti del primo anno sono esonerati da questa prova... tenendo conto dell'estensione delle terre emerse di questo pianeta... e che...»
«STRINGI!» lo minacciò Paul.
«334879 contro 1» concluse il vulcaniano.
«Come diceva il mio maestro...» iniziò Renko, fortunatamente interrotto da una donna.
«EHMM, SCUSATEEEE... VORRESTE DIRE ANCHE A NOI COSA STA SUCCEDENDO??»
Paul la fissò, cercando nella sua memoria il volto e il nome della cadetta... la donna, intuendo il problema, si presentò.
«Lara Dyanthes... e da quello che capisco, c'è un problema.»
«Insomma, le squadre dovevano essere a composizione casuale... e invece, come il solito, noi cinque siamo DI NUOVO insieme.» Borbottò Renko cercando di spiegare.
Paul stava guardando la donna con curiosità... era umana... ispanica... giovane... e... "Non male..." pensò.
Ma ritenne che sorridesse troppo, e troppo affabilmente...

In breve si organizzarono per il campo... un riparo di fortuna per la notte... riuscirono pure ad accendere un fuoco...
Sfortunatamente, le casse contenenti le attrezzature e i viveri, la mente bacata di Sherman aveva ben pensato di teletrasportarle sparse nella foresta... «COSA CREDETE... CHE LE CASSE... IN CASO DI DISASTRO... VI ARRIVINO VICINE?... AHAHAHAHAH!» Erano sparse per un ampio tratto di foresta...
Il primo giorno riuscirono a trovare quella con i viveri... cosa che indispose non poco Paul... la sua parte era composta di roba che lui odiava...
«NOOO! Posso attraversare il fuoco... nuotare nelle rapide d'un fiume in piena... scalare una montagna... affrontare indicibili mostri alieni... MA QUESTO NOOO!» urlava disperato.
«Che accade?» chiese Luke, che smangiucchiava dei fagioli da un barattolo.
«IIIIIIIOOOOOOOO ODIO QUESTO CIBO!»
Luke guardò pensieroso dentro il barattolo da cui attingeva il cibo «Beh, non è il meglio del meglio... ma ho mangiato di molto peggio... mooooolto peggio!»
«NOOOO! NON C'È NULLA PEGGIO DI QUESTO!»
«Suvvia...»
«CAROTEEEEEEEE! IO ODIO LE CAROTEEEEEEEE, NON SOPPORTO LE CAROTEEEEEE...»
«Carote?!» Luke fissò attento un fagiolo posto sul cucchiaio da campo.
«Siiiiii, guarda...» iniziò a tirar fuori dalla sua scatola di razione pacchetti e barattoli «carote sott'aceto... carote tirate al burro... carote in scatola... minestrone di carote... succo di carote... e... non ci posso credere... CAROTE GLASSATE!»
Luke Dalton ridacchiò divertito «Non mi dire... tu ti stai comportando come un ragazzino...»
«NO... non è vero» rispose Paul risentito, poi si accorse che Luke aveva in mano una scatola di fagioli «Facciamo un cambio... una scatola di carote per una di fagioli...»
«Manco morto...» Luke intravide la possibilità di vendicarsi dello scherzetto fattogli da Paul durante le elezioni... mica aveva scordato di essere quasi soffocato a causa una certa pallina di carta che un certo cadetto gli aveva fatto ingollare nel sonno. Sorrise sadico: «IO ADOROOOOOO I FAGIOLIIIIIIIIII»
«Eh dai, uno... uno solo...» lo implorò Paul.
«Naaaaaa... slup» ingollò un fagiolo «Boniii!»
«Ti passo tutti i test di fisica quantistica...»
«Ts ts ts...»
«Mi faccio tutti i tuoi turni in allenamento con Naren Gozar»
«Sii uomo e affronta quelle carote» sentenziò Luke buttando via il barattolo vuoto.
«BASTARDOOO!» urlò Paul disperato.
Il secondo giorno trovarono il contenitore con il sapone e il terzo quello che conteneva le lozioni anti-insetto... nel frattempo avevano perduto la tanica per l'acqua... ed erano stati praticamente divorati dagli insetti che le lozioni anti-insetto avrebbero tenuto lontano... e pioveva... AH! Che bei momenti... sigh!

«Manca da troppo.» mormorò Ripley all'orecchio di Paul.
«Lo so...» rispose l'uomo guardando il folto della foresta.
«Forse bisogna andarlo a cercare.» si inserì Lara.
Ilaij non era tornato dal suo turno di perlustrazione... e il ritardo era già notevole.
«Paul...» Luke lo affiancò vicino alla fine della radura «senti anche tu il campanellino "militare" che trilla?» chiese, la sua fronte era solcata da una ruga preoccupata.
«Mmhmmhh» annuì «Il ritardo è troppo e non è da Ilaj...»
«Gruppi di due?» chiese Luke.
«Uno dei quali esperto...» Paul si voltò verso il gruppo di cadetti che attendeva vicino alla tettoia improvvisata «EHI, RAGAZZI... VENITE UN PO' QUI...»
In fondo Paul e Luke erano militari VERI... nei loro rispettivi universi avevano ricevuto un addestramento che almeno in questo caso li rendeva un attimo "sopra le righe" rispetto agli altri... forse gli unici che potevano realmente stare al loro passo erano Vaarik e Ripley... il vulcaniano perché proveniva da un posto dove la sopravvivenza giornaliera era tale da fare di lui un esperto... Ripley... beh, per lei lo standard non esisteva... lei era semplicemente Ripley.
Gli altri, Renko incluso, appartenevano al XXIV secolo... un posto comodo anche quando dovevi sopravvivere... infatti, Paul e Luke avevano ridacchiato quando avevano trovato tra i beni di sussistenza il sapone e le lozioni anti-insetto...
«Flotta stellare... e fai naufragio a 5 stelle...» aveva mormorato Luke facendo ridacchiare Paul... che ricordò le prove di sopravvivenza della SHADO: il paracadute cui eri attaccato... il vestito addosso... un pacchetto di pronto soccorso grande come un pacchetto di sigarette... un coltello... tre fiammiferi, un po' di bava e un amo... un razzo da segnalazione... questo era tutto...
«Un amo da pesca e la bava? Ti mollarono in mezzo ad un'isola deserta in un mare tropicale?»
«No... in mezzo al deserto dell'Australia» rispose laconico.
«Ahaaaa, ti pareva...» ridacchiò lui.
Formarono pattuglie di due persone e si diressero in vari punti della foresta... Paul si trovò a far coppia con Lara...
«Tu sai come muoverti, vero?» chiese lei cercando di stare al passo.
«Sì, circa...»
«Paul... tu e Dalton... siete militari?»
«Lo eravamo.»
«Prima di entrare in accademia eravate dei militari?»
«Circa...» quelle domande cominciavano a infastidirlo.
«E come mai... siete in accademia? Intendo dire... eravate già militari... quindi eravate già nella flotta stellare...»
«No...» il fastidio stava aumentato... "Maledetta curiosità... tu sei femmina..." pensò cercando di rimanere concentrato per vedere anche il minimo movimento nella foresta intrisa dalla pioggia.
«Come no? Hai appena detto che lo eravate...»
«No... non eravamo nella flotta stellare...» sbuffò spazientito.
«Maaaaaaa...»
Fu salvata in extremis da un grido «LO ABBIAMO TROVATO!»
«Uh?» Lara vide scattare Paul verso il punto dove arrivava la voce «PIANO, TUUUUUU... MALEDETTO SPILUNGONE...» si lanciò all'inseguimento, ricordandosi all'improvviso dove lo aveva visto prima di allora... nelle gare di atletica leggera dell'accademia «Maledettissimo penthatletaaa...» inveì.

Ilaj presentava una ferita inconfondibile... un colpo di phaser a media intensità lo aveva colpito in pieno petto... era privo di conoscenza, ma non in pericolo di vita... se curato adeguatamente.
Una barella fu costruita prontamente... Paul e Luke si fecero carico del trasporto... il piccolo corteo si diresse al campo in perfetto silenzio... persino Rebecca, legata sentimentalmente al russo, taceva... gli teneva la mano e basta.
Al campo, alcuni cadetti si diedero da fare per stabilizzare le condizioni di Ilaji, con quel poco che avevano... si era deciso all'unanimità di raggiungere una vecchia installazione della flotta stellare che avevano visto prima di sbarcare su alcune mappe a bordo della nave... era a 10 km da dove si trovavano... a nord ovest... tutti i cadetti avevano già gli zaini in spalla, si cercò di mettere Ilaji nella posizione più comoda... la marcia sarebbe stata lunga e faticosa... per non parlare poi del fatto che QUALCUNO si aggirava nei dintorni armato di un phaser vero e non aveva avuto scrupoli nell'usarlo.
Al campo, mentre stabilizzavano Ilaji avevano avuto il tempo di parlare e scambiarsi opinioni... un phaser vero... non poteva assolutamente essere capitato in mezzo a quelli a salve per sbaglio... era probabile che un malintenzionato... non un cadetto... si aggirasse nei dintorni... le sue motivazioni? Beh, quello era un altro problema! E non era quello il momento di pensare alle motivazioni.
Due volontari si fecero carico della barella... Rebecca rimase al fianco di Ilaj... il gruppetto si avviò...
Paul, Luke, Lara, Ripley, Renko e Vaarik si divisero in due gruppi, uno in avanscoperta e uno in retroguardia... ogni tanto si scambiavano le posizioni... mentre aspettavano che il ferito fosse stabilizzato, Paul con l'aiuto di Ripley aveva scelto 6 bastoni lunghi un metro e mezzo... avevano metodicamente appuntito una delle estremità... e l'avevano indurita col fuoco da campo... «Un'arma antica come il mondo.» aveva sottolineato consegnando quelle armi a Lara, Luke, Renko e Vaarik. «Sempre meglio di phaser a salve...» aveva sottolineato Ripley soppesando la sua.

Durante la marcia, avevano incontrato altri gruppi di cadetti e avevano tentato inutilmente di comunicare con loro... questi temendo uno sporco trucco li avevano solo bersagliati coi phaser a salve...
Si rassegnarono e continuarono il cammino verso la maledetta installazione. O le carte della flotta non erano aggiornate o chi le aveva messe a disposizione si era divertito a manipolarle in modo da far risultare facile il tragitto, "Molto probabilmente è valida la seconda ipotesi." pensò tra sé e sé Paul immaginandosi un lieve sorriso sardonico affiorare sulle labbra di Sherman.
La cosa inquietante era che alcuni cadetti del gruppo, nella fattispecie Luke, Ripley, Lara e Vaarik, erano spariti nel nulla... li avevano cercati ma di loro non si trovava traccia.
Il gruppo dei sopravvissuti decise di continuare verso la struttura per via delle condizioni di Ilaji. Renko e Musuko, quest'ultimo dotato di un sistema di rilevamento in quanto non vedente, erano sempre in avanscoperta, Sh'muss il gigantesco macgyneriano, l'unico con una vera esperienza medica, si portava sulle spalle Ilaji ed era seguito come un'ombra da Rebecca. Paul e Meferura erano davanti al gruppo mentre chiudeva la fila il tellarite Bolty.

«Senti Paul, posso chiederti una cosa?»
Paul, che pensava agli amici scomparsi e al CAVOLO DI SITUAZIONE in cui erano, si riscosse come da un sogno «UUH? Sì, dimmi Mef...»
«Secondo te Lara sta bene?» chiede il caitiano in palese imbarazzo.
«Mi sembra una che se la sa cavare...» sorrise Paul, guardando in faccia l'amico.
«E... è possibile che uno come me possa... insomma...»
«Mef... non andar a prendere la curva da Nova Centauri per chiedermi le cose, sii più diretto, ti prego...» borbottò Paul sempre guardandosi intorno.
«Volevo sapere se è possibile che un caitiano e un'umana... potessero...»
Paul si fermò stupito «Mef... non mi dire che ti interessa Lara?»
«Santissimo Gatto, sai che sia già occupata?» miagolò triste.
«Non che io sappia, ma intravedo delle barriere fisiche in questo...» specificò Paul, poi vedendo il muso del suo amico farsi triste aggiunse «Magari è possibile, non ne so abbastanza... in fondo sono un fisico, mica un medico ginecologo...»
Meferura accennò un lieve sorriso.

Erano arrivati in prossimità dell'installazione, davanti a loro si estendeva una piana interamente ricoperta d'erba alta quasi un metro... Di Renko e Musuko nessuna traccia.
«Stai a vedere che sono scomparsi anche loro» mugugnò Bolty «Su avanti ragazzi, in linea retta fendiamo il mare d'erba...»
«Uhmm» Paul fissava il mare d'erba con un aria poco convinta.
«Che c'è ora?» chiese spazientito il tellarite.
«Mah... mi frulla in testa una frase di un certo film...» borbottò Paul «NON ENTRATE NELL'ERBA ALTA...»
«Snifff sniffff in effetti, nell'aria c'è un odore strano...» annusò Meferura con i sensi felini all'erta.
«Paul, insomma» Rebecca non si trattene «Ilaji sta malissimo, e poi ci hanno detto che non ci sono animali su questo pianeta.»
«Seeee, come la mappa del pianeta... totalmente diversa dal reale?» chiese Meferura.
Paul si era chinato verso le provviste, aveva preso un pezzo di carne, con un ampio gesto del braccio la lanciò nel mezzo della piana... Qualcosa di incredibilmente svelto si precipitò strisciando verso il punto dove era caduto... l'afferrò e sempre strisciando si ritirò verso un altro punto della piana... da cui provenivano rumori di masticazione... qualche secondo dopo, un osso che era nel pezzo di carne fu sputato verso i cadetti e cadde ai piedi di Sh'Muss... e dall'angolo del mare d'erba echeggiò un sonoro «BUUUUUURP!»
«Ripetimi un po' la favolina del NON CI SONO ANIMALI...» disse Paul a Rebecca.
«UH?! Forse è meglio girarci attorno...» emise Sh'muss.

Erano arrivati alla struttura e Renko e Musuko erano riapparsi.
Avevano perlustrato il perimetro e trovato un'entrata che A) non si apriva nel metodo classico B) quando Meferura tentò con un banale «APRITI», essa non si mosse di un millimetro C) il "dove c**** è la maniglia" espresso da Bolty metteva bene in luce il problema.
Paul fissava la lastra cercando di trovare "che ne so" una fenditura... una fotocellula... un piede di porco... insomma qualsiasi cosa che fosse atto allo scopo mentre Renko tentava con la famosa tecnica del "con la sola imposizione delle mani vi ungo la cravatta e la camicia"... impostò le dita delle mani, come se artigliasse l'aria. Si concentrò «Ora eserciterò una pressione di tre tonnellate per polpastrello quadrato.» con uno scatto colpì con forza la porta... TLAK... «UH?!» emise il frullato genetico perdendo l'appoggio... la porta si era aperta prima che lui potesse fare qualcosa... l'intero gruppo precipitò all'interno... franando rovinosamente su coloro che avevano aperto la porta dall'interno.
Si formò un tumulo celta di corpi assortiti...
«Paul, Renko... amici miei!» urlò Luke Dalton riconoscendoli nel groviglio.
«Luke, che cav... AHIII!» urlò Paul sentendo un dolore improvviso ad un polpaccio, senza guardare mollò una sberla a mano aperta verso il punto dove presumeva potesse essere il suo aggressore ottenendo un doloroso «OINK!!» seguito da un «Ma sei scemo?»
«Ah, io? E tu stramaledetto tellarite, che ti salta in mente di mordermi il polpaccio?»
Dopo qualche minuto di SHANGAI UMANOIDE, riuscirono a liberarsi, Ripley abbracciò Paul, quasi compromettendo la sua gabbia toracica «Fratellino, come avete fatto a scoprire il covo dei contrabbandieri?»
«Contrabbandieri? Quali contrabbandieri?» si stupì Paul mentre cercava di respirare nella stretta della donna.
Fu Vaarik a dare le spiegazioni, Paul sintetizzò il da farsi in un antico detto terrestre del XX secolo «OOHHH DATTELA UGOOO!» In 12 si voltarono verso l'uscita, solo per vedersela chiudere davanti al naso. In pochi secondi vennero circondati dai contrabbandieri, troppi per tentare qualche reazione.
Un applauso solitario si alzò dal gruppo assalitore «Davvero bravi... è stato divertente, sì, molto divertente.»
Quando l'uomo plaudente si fece avanti non fu affatto difficile notare la sua divisa e i suoi gradi da comandate della flotta, ma soprattutto la sua netta somiglianza col cadetto Dick Dastardly, colui che aveva tentato brogli nelle ultime elezioni in accademia.
Veniva accompagnato da un piccolo caitiano dal pelo bianco e dalla risatina sommessa. Appena questi vide Meferura emise un cupo brontolio e un soffio rabbioso.
«Buono, Mumbley, buono» l'umano accarezzò il capo del caitiano bianco «Non ora... dopo!» poi sorrise al gruppetto di cadetti «Avete notato la somiglianza vero? Permettetemi... Damocles Dastardly, comandate della flotta stellare che, a tempo pieno, dà una mano a degli amici orioniani.» il gruppetto di amici orioniani ridacchiò all'affermazione «Estorsione, ricatti, furti, contrabbando... un po' di ketracel bianco qui... un po' di spore di papaveri là... insomma sono un uomo di mondo, pardon... di quadranti! Sapete come dice il detto vero? "se non puoi batterli unisciti a loro"» si lisciò la divisa «Chi mai penserebbe ad un ufficiale della flotta stellare e che sfrutta una struttura della flotta per giunta? Nessuno.»
«Ma perché ce lo sta dicendo?» chiese sotto voce Meferura a Paul.
«Perché ha un ego tale che se gli parte la molla arriva in qualsiasi parte dell'universo senza ausilio della curvatura.» rispose Paul.
«AH! Capisco...» annuì il caitiano.
Damocles continuò tutto gongolante «Però volevo allargare i miei commerci! Perciò mandai Dick, mio nipote, in accademia... per prendere contatti vari, poi... colpo di genio... le elezioni in accademia. Dick avrebbe avuto mano libera se voi... VOIIII...» indicò Paul, Vaarik, Renko e Luke «VOOOOOOIII non aveste rovinato tutto! ORA DICK SARA' VENDICATO... BUAHAHAHAHAHAH... AVRETE UNA MORTE LENTA E DOLOROSA!» si ricompose, guardò il restante gruppetto e con aria falsamente contrita «Ah! Ovviamente mi scuso per l'incapacità dei miei sgherri, dovevano prendere solo loro quattro, ora mi scuserete se eliminerò anche voi!» Li guardò in faccia uno ad uno, cercando il panico sui loro volti, ma notò solo indifferenza.
«Ma avete capito? Tra pochi secondi vi uccideremo...»
Il gruppo lo guardò con aria vacua...
«Uomini? Quali uomini Signore?» chiese piatto Vaarik.
«I MIEI UOMI... UH?!?» Damocles fissò stupito i suoi sgherri stesi a terra tramortiti.
«E, come direbbe un certo terrestre del XX secolo, di mia conoscenza...» Naren Gozar, seguito da Sherman sbucò dal buio del corridoio «BU BÙ SETTETE» alle loro spalle apparvero Kharla e la dottoressa Leneorath, che, tricorder alla mano, aveva registrato tutto... Gli istruttori prigionieri di cui avevano parlato Luke e Vaarik si erano liberati ed erano arrivati come il settimo cavalleria.
«MUMBLEYYYYYYY FAI QUALCOSAAAAAAAAAA!» urlava Damocles mentre lo portavano via.
«Deve essere una tara genetica dei Dastardly...» pensò Paul fissando la scena.
Tutti i cadetti si stavano congratulando fra di loro, Paul si voltò verso Lara per proporle di unirsi a loro nell'uscita da Chun per festeggiare la cosa «Lara? Stai bene?» chiese facendosi serio, vedendola improvvisamente pallida.
La ragazza si accasciò a terra con un rantolo.
«LARA! LARAAA!» urlò disperato Meferura.

DAL DIARIO DEL CADETTO FOSTER
Ho visto morire Lara Dyanthes, e non ho potuto farci nulla! Non è valido, non è giusto... XXIV secolo... voliamo tra le stelle curvando tempo e spazio... possiamo rendere abitabili pianeti altrimenti sterili... curare malattie ritenute incurabili nel mio secolo... e lei è morta d'infarto... una cosa curabilissima... morta solo perché nessuno di noi, cadetti e istruttori, aveva un comunicatore! Un fottutissimo comunicatore, un pezzo di metallo e componenti elettronici, grande quanto un biscotto.
Al funerale ho visto Meferura piangere disperato, non avevo capito quanto fosse legato a lei, a lui è stata consegnata la bandiera ripiegata con cura, sarà lui a consegnarla ai genitori di Lara... e io non aveva capito cosa li legava.
Lara... l'ho "conosciuta" per poco tempo, penso mentre guardo lo spazio davanti a noi, lo spazio dove la capsula, sua ultima dimora, è svanita... la barriera di contenimento della finestra panoramica mi divide dal gelido spazio in cui lei vagherà per sempre, sotto di noi ruota pigramente il pianeta... e ripenso ad un episodio sul Pianeta... un piccolo episodio...
Si era chinata verso un piccolo cespuglio, sorridente.
«Che c'è, Lara?»
«Guarda... non sono belle? Quasi come quelle terrestri» aveva raccolto un fiore simile ad una viola, s'era lasciata andare al suo profumo, poi lo aveva messo tra i capelli «Perché sorridi, Paul?»
«Nulla, mi è venuta in mente un'antica poesia greca...»
«Sì? Quale?»
«Dolce ridente Saffo / dai capelli contornati di viole...»
Sento ancora la sua risata allegra... sospiro «Cara dolce ridente Lara/ dai capelli contornati di viole...»
La saluto per l'ultima volta lasciandomi alle spalle lo spazio e quella finestra.

 

- Fine Capitolo -