Ipotesi: l'uso della logica garantisce soluzioni univoche.
Tesi: la logica è il migliore strumento per una vita prospera.
Dimostrazione: la logica garantisce soluzioni univoche. Le soluzioni univoche garantiscono imparzialità di giudizio. L'imparzialità di giudizio implica lucidità di pensiero. La lucidità permette di ottimizzare le soluzioni. L'ottimizzazione garantisce una vita prospera. Ergo, la logica garantisce una vita prospera.
Quod erat demonstrandum.
La meditazione giornaliera è uno strumento potente per ogni vulcaniano. Permette di trarre il maggiore insegnamento dagli avvenimenti, focalizzare le energie e mantenere il controllo. Buona parte della disciplina mentale vulcaniana ha il suo fondamento in una meditazione serena e proficua. Per questo, la tranquillità durante questa pausa di riflessione è estremamente importante.
"I can get no! satisfaction! I can get no! satisfaction!..."
Solo grazie ad essa, il corpo e la mente di un vulcaniano possono trovare il giusto equilibrio tra necessità e controllo, tra bisogno e padronanza di sé.
"And I try, and I try, and I try... I can get no! satisfaction!..."
Le posizioni indicate per la meditazione sono innumerevoli: la posizione tewa, simile a quella del loto nello yoga terrestre; la posizione tanasa, ossia inginocchiato con la schiena eretta e le mani in grembo; oppure la più semplice, tiwaji, ossia seduto con schiena e collo eretti e mani con le dita giunte all'altezza dell'addome.
"I can get no! satisfaction!..."
"DALTON!!!"
L'umano, interrotto nel bel mezzo di un forsennato assolo di batteria, sollevò lo sguardo interrogativamente.
"Se non sbaglio, avevamo concordato che tu non percuotessi più quello strumento barbaro mentre sono impegnato nei miei esercizi di meditazione."
"Dovresti imparare ad essere un po' più elastico nei tuoi atteggiamenti, Vaarik. Ho sentito dire che un po' di musica favorisce la concentrazione..."
"Dubito che chi ne stesse parlando intendesse includere nel suo discorso i Rotting Stones."
"Rolling Stones, pagano dalle orecchie a punta!"
"Sia che rotolino o che marciscano, non sono assolutamente interessato a sapere cosa facciano le tue pietre preferite. L'unica cosa che voglio sapere è quando inizierai a familiarizzare con il concetto che questa è la mia stanza, e non un auditorium."
"Tanto per cominciare, questa non è la tua stanza. È la nostra stanza, e a meno che tu non voglia chiamare la Segreteria e chiedere di essere assegnato ad un'altra unità abitativa, sarà meglio che inizi a pensare in questi termini."
Il vulcaniano inspirò profondamente, cercando di non far trasparire la sua irritazione. Questa convivenza era stata un'idea del consigliere Memok, il quale forse pensava che per entrambi sarebbe stato istruttivo dividere l'alloggio con una persona così diversa. Da come stavano andando le cose, Vaarik cominciava a reputarlo un piano destinato al più miserevole fallimento.
Tuttavia, il vulcaniano esitava ogni qual volta Dalton gli proponeva di mettere fine a quella tortura con una semplice chiamata alla Segreteria dell'Accademia. Sarebbe stato relativamente facile farsi assegnare ad un'altra unità abitativa, ma, dal punto di vista di Vaarik, quella chiamata avrebbe avuto il sapore di una resa. Memok gli aveva messo di fronte una sfida, e il giovane vulcaniano si sarebbe fatto mordere da un le'matya piuttosto che riconoscere di fronte a quell'arrogante consigliere e alla sua psicologia da quattro soldi che lui non era in grado di gestire la cosa.
Così, si ritrovava a dover sopportare le perverse abitudini del suo compagno di stanza, come percuotere quell'aggeggio infernale ogni volta che lui tentava di concentrarsi su qualcosa.
"Io esco," annunciò quindi senza alcun preambolo, alzandosi dalla sua sedia e afferrando il PADD con gli appunti del giorno precedente. "Cercherò un po' di pace in biblioteca."
"Vai, vai..." lo incalzò Dalton con un sorrisetto ironico. "Ma vedrai che prima o poi riuscirò a farti apprezzare il buon vecchio rock'n'roll!"
Il vulcaniano si arrestò un istante sulla soglia della porta, poi fece un altro respiro profondo e continuò a camminare senza nemmeno voltarsi a guardare l'umano. Mentre la porta si chiudeva alle sue spalle, non poté fare a meno di sentire Dalton che riprendeva il suo assolo di batteria esattamente dallo stesso punto in cui l'aveva interrotto prima.
"I can get no! satisfaction!...hey, hey, hey!..."