VIAGGIATORI NELLO SPECCHIO

 

Era una giornata come tutte le altre, all'Accademia del Commercio Terrestre. Il luogo dove venivano forgiati i futuri dominatori dei mercati, a loro sarebbe spettato il compito di portare lustro ed introiti alla Corporazione Unita dei Pianeti. Ma quello che sembrava un tranquillo pomeriggio, poteva essere la vigilia della distruzione per quella civiltà. Infatti, per quanto potesse apparire assurdo, girovagavano per il parco dell'accademia cinque studenti che avevano in mente tutto, tranne il profitto.

"Vi rendete conto, è incredibile, siamo in un tempo alternativo... e tutto perché abbiamo spaventato un bambino, così il primo contatto invece dei vulcaniani è avvenuto con i Ferenghi." Mentre diceva questo, Renko si guardava attorno con aria meravigliata e nervosa, ancora sorpreso per la rivelazione che Cobledik aveva appena fatto loro. "Tutto è simile, ma nello stesso tempo diverso. Non lo trovate incredibile?"

I suoi quattro amici lo guardarono silenziosi per un attimo.

Luke e Foster, scrollando le spalle dissero semplicemente: "No."

Ripley fece uno sbuffo e non si degnò di rispondere.

Vaarik affermò che era illogico pensare a questi inutili dettagli ed invece bisognava concentrarsi su questo nuovo mondo ed i suoi peculiari modi di vivere. Per dare maggiore enfasi alle sue parole, indicò con un gesto della testa un gruppo di studenti, composto da due uomini e tre donne. Queste ultime erano naturalmente nude. E tutti loro stavano guardando molto male Ripley che, al contrario di tutte le altre femmine del pianeta, era completamente vestita.

Cominciarono a volare commenti sprezzanti verso di lei, come risposta diede loro un'occhiata omicida, che però sortì l'unico effetto di renderli ancor più indignati e rendere più pesanti gli insulti, così cominciò a dirigersi minacciosamente verso quei cadetti, ma i suoi amici fortunatamente la bloccarono. Dal canto suo, il gruppo di moralisti alla vista di quella tipa infuriata, trattenuta a malapena da quattro uomini, decise che era meglio cambiare aria ed alla svelta.

"Ricorda cosa ha detto Cobledik, non dobbiamo farci notare, e mandare altre persone dal dentista, perché disapprovano il tuo... modo di presentarti. Diciamo che non aiuta" diceva Dalton, con i suoi compagni che annuivano mentre usavano tutta la loro forza per tenerla.

"Luke ha ragione. Come diceva il mio maestro: 'se il camaleonte ha il morbillo, è inutile che se la prenda con la parete, è bene che prenda della vernice'" affermò sicuro Renko.

Lei, anche se a fatica, si convinse e rilassò i muscoli. Contemporaneamente i suoi amici tirarono un sospiro di sollievo.

"Allora signori. Dobbiamo avere più informazioni possibile, su questo posto e sulle... nostre vite." disse Paul, prendendo la parola. "Perciò suggerisco di tornare nei nostri alloggi, sperando di avere gli stessi, e di trovare più indizi possibili. Ci ritroveremo qui fra un'ora, d'accordo?"

Tutti annuirono, e subito si diressero verso le loro destinazioni, cercando di mimetizzarsi nell'ambiente.

Vaarik e Luke scoprirono che in quell'universo erano compagni di stanza, uno sviluppo che entrambi trovarono rivoltante, il vulcaniano digitò il suo codice per aprire la porta ed entrambi silenziosamente pregarono che funzionasse. Immediatamente la porta si aprì, con loro somma gioia. Purtroppo durò poco, giusto il tempo di guardarsi intorno. Sembrava una bolgia infernale: da una parte c'erano apparecchi elettronici d'ogni tipo, alcuni anche aperti, con i pezzi sparsi intorno, c'erano pezzi di cibo, la cui origine lasciava spaventosi dubbi, per tutta casa. Per non parlare delle orribili decorazioni dorate appese ai muri, le cose più di cattivo gusto e pacchiane che avessero mai visto.

"Senti Vaarik, mi sta venendo il dubbio che qui non siamo esattamente gli stessi, sai." disse Dalton, con un tono vagamente terrorizzato. Il suo compagno inarcò il sopracciglio destro ed affermò che la sua, era una sottovalutazione grossolana della situazione.

Incominciarono un'esplorazione più dettagliata della casa. L'indagine durò solo qualche minuto, perché fu interrotta dagli improperi lanciati da Dalton. Immediatamente il vulcaniano corse a vedere cosa era successo all'amico, lo spettacolo che si ritrovò di fronte fece quasi vacillare il suo controllo sulle emozioni. Luke stava su una pila di vestiti, di taglia decisamente extra-large, imprecando selvaggiamente, più precisamente non riteneva possibile che la sua controparte dimensionale fosse una balena.

"È incredibile, da quanto posso capire dai suoi vestiti, questo qui non ha uno stomaco ma un buco nero. Guarda, io posso starci tutto, in una sola gamba di questo pantalone."

Luke sembrava veramente sconfortato, almeno finché vide su un tavolo un'immagine curiosa. Ritraeva un tizio che sembrava lui, con almeno 20 chili di più ed una barba incolta, con un vulcaniano dai capelli biodi, con una tuta da meccanico ed una borsa degli attrezzi tanto grande che rischiava l'ernia del disco. Vedendo quello spettacolo, un piccolo sorriso apparve sul suo volto e con voce melliflua consigliò al suo amico di controllare camera sua. Dovette aspettare solo qualche istante, per ascoltare l'urlo del suo amico, che si era accorto del suo nuovo e variegato guardaroba. Questo piccolo momento d'allegria fu interrotto improvvisamente dal campanello della porta.

"Chi cavolo ci disturba? Adesso cosa facciamo?"

Vaarik con calma e passo deciso, andò ad aprire alla porta, come se non ci fosse nulla di strano. Luke dal canto suo imprecava silenziosamente.

Appena la porta si aprì, due persone entrarono come delle furie. Vaarik li riconobbe subito, si trattava dei cadetti Kamster e Torquato. Senza neanche aspettare che gli si concedesse il permesso, entrarono di fretta e furia, affermando che cercavano Luke urgentemente.

"Cosa c'è, ragazzi? Cosa volete?" rispose lui, da dietro di loro.

Stavano per dire qualcosa, ma quando si voltarono del tutto e videro bene chi gli si parava davanti, le frasi morirono loro in bocca.

"Come diavolo è possibile?" - sbraitò il cricetone.

Torquato invece si avvicinò a lui e cominciò a pizzicarlo, come per accertarsi che era vero, poi parlò "Luke, non è possibile, come diavolo hai fatto a... a... a diventare così?"

Sulle prime Dalton non sapeva come rispondere, poi ricordandosi delle caratteristiche di quest'universo, l'idea venne da sola.

"Si tratta di una nuova sostanza, si chiama Wannamarchina, è un estratto di una rara alga. Lo sto sperimentando su di me, se funziona diventerò ricchissimo" disse, cercando di essere il più convincente possibile, ma soprattutto di non ridere in faccia a quei cadetti.

I due annuirono ammirati, ancora non riuscivano a credere che quell'obeso cronico di Dalton avesse ora quella linea invidiabile.

"Allora, cosa volete?" l'incalzare di Dalton li fece tornare alla realtà.

Kamster si rivolse a lui con l'aria sorpresa "Come sarebbe? Stamattina hai giurato e spergiurato che ci avresti dato il programma."

"Già, sai che ti abbiamo dato un bell'anticipo." incalzò Torquato.

Sul momento, Luke, cercò di tergiversare, ma i due stavano ormai arrabbiandosi. Quando all'improvviso arrivò Vaarik, con una scatola contenente una serie di barre isolineari, con sopra un biglietto che diceva: PER KAMSTER E TORQUATO.

I due clienti fecero un gran sorriso, presero la scatola ed immediatamente completarono il pagamento.

Luke stava mentalmente ringraziando il suo compagno e la sua fortuna. Quando il criceto gli si avvicinò e con fare cospiratorio gli chiese cosa stava tramando Renko.

"Renko? Noi non ne sappiamo niente?" rispose Dalton.

"Ma come, lui fa affari con i Klingon e voi non ne sapete niente?" dal tono e dal loro modo di fare, era palese che non credevano assolutamente a quell'ultima affermazione

Immediatamente Luke e Vaarik si guardarono preoccupati negli occhi "COSA?" urlarono all'unisono.

"Due Klingon hanno chiesto tutto il giorno di lui. Pensavo riguardasse il grande affare di cui si sta vantando da giorni." rispose Kamster, un po' spaventato dalla reazione.

Luke riprese subito il controllo di sé, cercando di nascondere la preoccupazione nascente "Ah, ma certo, ora mi viene in mente, sì certo... tranquillo, amico presto lo saprai." e dicendo così, strizzò l'occhio.

Anche se non parevano convinti delle sue parole, i due decisero di andarsene. Ringraziarono Dalton per il suo lavoro, assicurandogli che "La Conquista delle Amazzoni" e "Passione oltre ogni limite" sarebbero stati dei fantastici programmi d'intrattenimento, anche migliori di "Schiava d'amore Vulcaniana" e se n'andarono. Lasciando un esterrefatto Dalton.

"Co... co... cosa diavolo faccio io, per vivere?" balbettò. Vaarik stava per rispondere, quando lui gli intimò di stare zitto e che in fondo preferiva non saperlo.

"Sinceramente, io ti stavo per dire che è bene andare da Renko. I Klingon qui magari sono pacifici, ma io non rischierei. Probabilmente gli serve aiuto." disse il vulcaniano.

Il suo amico annuì e si precipitò verso l'uscita, mentre il vulcaniano avvertiva Paul e Ripley.

Il duo si ritrovò nello spiazzo, sotto l'alloggio di Renko. Videro subito il loro amico, era nel piazzale sotto la sua camerata e stava litigando con i più strani Klingon che loro avessero mai visto. Infatti indossavano delle bandoliere con tema a fiori, ed uno oltre alla capigliatura Rasta aveva una maglietta che diceva Pace anche a costo dello sterminio, anche se la spilla Fate l'amore e la guerra dell'altro, riusciva quasi a batterla in fatto d'assurdità

Avvicinandosi videro o meglio sentirono che c'era anche una terza parte, per la precisione un arrabbiatissimo camionista Tellarite, che sbraitava a tutto spiano sul fatto di dover essere pagato per 42 quintali di zuppa plomek liofilizzata.

Subito Luke, come al solito agendo prima di pensare, cercò di fare da paciere.

"Scusate signori, ma quello che state tentando di uccidere è un mio amico, potrei sapere almeno il perché?" cercò di dire quella frase con il tono più pacifico e calmo che poteva avere.

Il klingon rasta si avvicinò a lui, lo fissò negli occhi e disse "Fratello, non macchiare la tua aura, con 'sto tizio." ed indicò Renko "Emette a tutto spiano cattive vibrazioni, e se non ci dà il nostro Gagh, sarà anche l'ultima cosa che farà."

"EEHHH??" - fece Luke, con espressione incredula.

Il camionista tellarite, ignorandolo completamente, si rivolse direttamente ai Klingon "Sentite cosmo-hippies del mio torsolo, voi non lo fate secco, finché non mi paga."

Così i tre cominciarono a discutere più di prima, con in mezzo il povero Renko, che però riuscì a lanciare il Dpadd a Luke.

Leggendolo, riuscì a fare un minimo di chiarezza sulla faccenda.

"Guarda Vaarik" - e passò il Padd all'amico- " Pare che il Renko di qui sia un furbacchione. Ha fatto un contratto con una catena di Fast Food, la... ehm... McSurak." quel nome gli fece venire un riso che controllò a fatica, mentre i sopraccigli di Vaarik s'innalzarono come mai prima d'ora.

"L'accordo prevede la fornitura di zuppa plomek, che adesso è scarsa a causa della siccità su Vulcano. Questo Renko aveva dei buoni contatti, ma purtorppo nessun contante., perciò il furbo ha usato i soldi che i due gentilKlingon gli avevano dato in anticipo, per comprare del gagh. Cosa che aveva intenzione di fare solo dopo aver incassato i soldi della McSurak. Sulla carta sembrava il piano perfetto, solo che per non so quale ragione i tempi non sono coincisi, ed adesso siamo in questa situazione...intricata." e dicendo così guardò il povero Renko venir strapazzato dal trio.

Stavano per intervenire, quando arrivarono anche gli altri e brevemente, spiegarono anche a loro la situazione.

Ripley e Luke stavano andando al soccorso, quando Paul li fermò.

"Perché diavolo ci hai fermato?" gli urlò la sua compagna di stanza.

"Già, non vedi che Renko è in pericolo?" aggiunse Dalton.

"Certo che lo so, ma non possiamo scatenare una rissa, né chiamare la sicurezza. Poi dovremmo spiegare troppe cose, Cobledick ci ha ordinato di mantenere un profilo basso, o ve ne siete scordati?."

"E allora cosa proponi di fare, o intrepido capo?" disse Luke, facendo una smorfia.

Vaarik si avvicinò e digitò qualche pulsante del padd di Renko, e venne fuori con la soluzione o almeno con parte di essa.

"Signori, in questo padd c'è un elenco dei nostri beni in questa dimensione, compresi i nostri conti e tutte le nostre operazioni finanziarie. Svendendo tutto, probabilmente otterremo i liquidi necessari." spiegò il vulcaniano.

"L'idea è buona, solo, come otteniamo che quelli non facciano a pezzi Renko prima?" chiese Foster.

A quelle parole, Ripley si diresse verso i creditori, con un sorriso cattivo sulle labbra: "Ci penso io."

Gli altri le urlarono dietro di non essere violenta, ma lei non sembrava sentire. Diversamente da quanto credevano e temevano gli altri, lei superò i litiganti e si fermò davanti ad un albero. Poi tirò un pugno violentissimo, che lo attraversò in pieno. La cosa non passò inosservata, almeno da parte di Klingon e Tellarite, che smisero di molestare Renko, e osservarono lei dirigersi verso di loro. Dopo che ebbero parlato per cinque minuti, Ripley tornò sorridendo.

"Abbiamo fatto uno scambio, loro ci danno una piccola tregua per racimolare il contante."

"In cambio di che?" chiese un preoccupato Luke.

"In cambio, non finiscono come l'albero" disse allegramente lei, suscitando approvazione da tutti.

La vendita fu una cosa veloce, anche per scarsità di materiale. Fortunatamente, il pagamento ottenuto per quei programmi aveva dato loro una discreta cifra iniziale, anche se unita al resto di quello che avevano ottenuto, avrebbe solo potuto pagare il plomek, lasciando i klingon a bocca asciutta .

La situazione era tesa, ormai le possibilità di far finire la cosa pacificamente erano scese drammaticamente.

"Trovato, era così semplice, perché non ci ho pensato prima." urlò all'improvviso Luke, e prendendo il contante che avevano incassato fino ad ora, disse ai suoi amici di seguirlo, contemporaneamente spiegando loro la sua idea.

Appena arrivato davanti ai creditori, Dalton pagò il tellarite, che bofonchiando qualche insulto, scaricò i pacchi di zuppa.

Finito con il camionista, si rivolse agli altri creditori.

"Allora signori, ho due notizie, una buona ed una cattiva" quest'inizio non riscosse molto successo con i Klingon "La cattiva è che non abbiamo né il gagh, né i soldi."

I due, comprensibilmente, si agitarono, e incominciarono ad avanzare minacciosamente verso di loro.

"Amico, con questo hai fatalmente alterato la mia armonia con il cosmo. Il mio spirito guida m'intima di ucciderti, per ristabilire un equilibrio" gli urlò il Klingon rasta, tirando fuori un coltello.

"Gioisci, fratello, stai per sapere cosa c'è dopo la morte." gli disse l'altro mentre estraeva una Ba'th'let

Mantenendo sempre la sua calma, Dalton non indietreggiò e con un sorriso a 72 denti, continuò a parlare "La buona, è che possiamo ottenerli presto."

La notizia fermò i due, almeno temporaneamente.

"Spiegati" dissero digrignando i denti.

Subito il piano fu spiegato. Il carico di Plomek doveva essere consegnato presso la sede di McSurak, lì sarebbero stati pagati, ed avrebbero potuto saldare i debiti, pagando un extra per il ritardo. I Klingon non furono subito d'accordo, la cosa che li fece pendere per il sì, fu che altrimenti avrebbero dovuto discutere con l'ufficio reclami della loro società, cioè Ripley.

Questo fece diventare prudenti i tizi.

"Senti tu, persona poco illuminata, perché dovremmo temere lei? " disse il rasta.

Luke, silenziosamente, indicò l'albero, o meglio il buco. Ed aggiunse "Signori, non credete che essere battuti da una femmina umana, sarebbe veramente negativo per il vostro Karma?.

Quelle parole sembrarono colpire nel segno, visto che tra un'imprecazione e l'altra, decisero di seguire il piano. Avrebbero aspettato, ma se non li avessimo pagati, la nostra linea della vita si sarebbe notevolmente accorciata. A quello avrebbero provveduto loro, insieme alle rispettive famiglie.

Un'ora dopo, nell'alloggio di Foster e Ripley

La porta si aprì improvvisamente, ed un preoccupato Renko entrò nella stanza. Tutti i suoi compagni erano lì riuniti, frementi di sapere se la loro missione sarebbe finita prima ancor di cominciare.

"Allora, sei riuscito a convincerlo?" sbottò un impaziente Dalton.

"Si, Biukal ci affitterà il suo cargo. Anche se non è stato facile convincerlo, detesta farlo guidare da altri. Ma non poteva venire, deve dare Usura e Corruzione applicata, ed è indietrissimo." Renko si prese una pausa per riprendere fiato, e prese la sedia più vicina "Ho dovuto pagarlo bene, cioè il 20 % di quello che ricaveremo."

"Per me, l'esame lo passa a pieni voti." disse a bassa voce Foster.

"Concordo" rispose Luke.

"Nonché promettergli che tratteremo il suo gioiello con i guanti d'oro, infatti ha minacciato di eliminarci, se gli facciamo un solo graffio." concluse il frullato genetico.

Luke gli si avvicinò, e gli chiese se avesse omesso il fatto che avrebbe pilotato lui la nave. Quando lui annuii, Dalton tirò un sospiro di sollievo mentre gli altri sembravano non capire il perché di quella domanda.

"Pare che la controparte di Luke, più che un pilota, sia un obeso scrittore di programmi... esotici." si sbrigò a puntualizzare Vaarik. La cosa fece fare dei sorrisi e delle risate sommesse a tutti, tranne che a Luke naturalmente.

"EHMMM... Signori, credo che sia bene tornare a cose serie" disse Dalton, cercando di cambiare discorso "Il contratto parla chiaro, dobbiamo consegnare la merce entro 72 ore. Altrimenti l'affare salta."

"Già, cari soci." A parlare era Paul, che pronunciò l'ultima parola con molto sarcasmo. Poi mise sul tavolo una mappa stellare "Con la nave a nostra disposizione, e le normali rotte, ci metteremo circa 90 ore. A meno che non passiamo di qui." ed indicò una zona di spazio marcata di rosso "In pieno territorio dell'Impero Cosmico Imprimiano."

"EHHHHHHHHHHHHHHHHH?????" fu il coro di risposta.

Foster prese 55C9, il sempre presente Dpadd di Renko, ed incominciò a fare una piccola lezione di storia.

"In questa linea temporale, gli imprimiani sono entrati in guerra con i Romulani; la cosa è durata qualche anno, poi Imprima si è alleata con un altro pianeta attaccato dalle orecchie a punta, Angosia. Insieme hanno sconfitto e soggiogato i Romulani, diventando così la maggiore potenza del quadrante. Una potenza molto aggressiva ed in continua espansione, per essere precisi. I loro maggiori avversari sono la Confederazione Bajor-Cardassiana e la Fratellanza Klingon. Tra queste tre potenze c'è uno stato di guerra fredda decennale, con la Corporazione che fa affari con tutti."

"Grazie per la lezione, Prof." disse sarcastico Luke "Naturalmente , con la nostra fortuna, la rotta più breve per Risa doveva passare da lì."

All'improvviso suonò il campanello. Si guardarono l'un l'altro, in cerca di risposta, ma nessuno aspettava visite.

Cercando di mantenere il comportamento più naturale possibile, Foster andò ad aprire. Si ritrovò davanti una ragazza, naturalmente nuda, che appena lo vide lo abbracciò, urlando "TESORINO, sei finalmente tornato dalla tua Lam!"

La faccia di Paul era l'emblema della sorpresa, non riusciva a proferire parola, ma soltanto a balbettare qualche cosa...

"Bè... Co... co... ma... per... per... tu... tu... tu" si voltò per chiedere aiuto agli amici, ed in quel momento si accorse di come Luke stava reagendo a quella vista.

Era fermo, immobile, praticamente ogni suo muscolo era teso. Il suo volto stava passando per tutte le varie gradazioni di rosso, le vene sul collo e sulla tempia si stavano gonfiando tanto da rompersi, mentre stringeva talmente forte i pugni che le unghie si stavano conficcando nella carne.

-Perché ti arrabbi, Luke? Quella combinaguai ha trovato qualcun altro da tormentare. Dovresti essere felice di essertela tolta dai piedi. Ed allora perché voglio uccidere Paul? E giuro che lo faccio, se non smette di abbracciarla!- pensava Dalton, con sua gran sorpresa. I suoi amici se n'accorsero, e si precipitarono verso di lui, per evitare che causasse problemi.

Anche la ragazza si accorse di come li stava guardando, e la cosa non le piacque proprio "Senti amore, chi è quel tizio e perché ci guarda così" chiese a Foster.

Lui balbettò qualcosa per un attimo, che gli sembrò un secolo, poi facendo un respiro profondo, riuscì a riprendere il controllo "Ehm... cara... ehm... non riconosci Luke Dalton?"

Quella domanda la sorprese in pieno "Lui, quel laido di Dalton? Ma se è un obeso cronico, sempre trasandato. Questo ha un aspetto umano, anzi quasi piacevole." disse lei, con noncuranza.

"Grazie, troppo gentile." rispose Luke, freddamente.

"Ehm... Credo che dovremmo partire, altrimenti non riusciremo a arrivare in tempo." si precipitò a dire Paul, cercando di uscire da quella situazione. Subito gli altri annuirono, cercando di dar man forte al loro amico.

"Noooooooooo...ti prego Paul, non andartene, mi avevi promesso che avremmo passato questo week-end nel tuo alloggio, solo noi due ed una bottiglia di champagne" - disse aggrappandosi al braccio sinistro di Paul e fissandolo con due occhi da cucciolo smarrito.

A quella vista Luke stava per esplodere, per fortuna Ripley lo portò via a forza quando il resto del gruppo iniziò ad uscire dalla stanza, mentre la ragazza, piangente, continuava a trattenere Paul. Questi alla fine riuscì a lasciarla indietro, adducendo come scusa una contagiosissima e debilitante malattia, il tutto mentre Ripley teneva saldamente Dalton.

Appena arrivati sulla nave, Luke si avvicinò a Foster, e con una voce talmente calma e rilassata, da risultare terrificante.

"Mettiamo in chiaro una cosa. Tu sei un mio caro amico, quasi un fratello. Ma se ti approfitti di lei... Non m'importa se sei alto due metri, né di chi è tua moglie e la tua sorellina adottiva, ma io prima ti concio in un modo che neanche tua madre ti riconosce, poi comincio a farti male sul serio." mentre diceva tutto questo, sul suo volto era stampato un sorriso glaciale Paul cercò di dire qualcosa, ma il suo amico aveva già girato sui suoi tacchi, lasciandolo da solo. -Non so perché, ma tutto questo non fa presagire niente di buono- pensò


 

Erano passate circa 15 ore, da quanto il gruppo era partito, ed ora si trovavano di fronte al punto di svolta.

Luke e Paul, che erano ai comandi, si guardavano silenziosi, controllarono la loro posizione e lo stato della nave per l'ennesima volta, dopo aver controllato i risultati si voltarono verso gli altri, facendo loro una silenziosa domanda.

Uno dopo l'altro annuirono.

In meno di dieci minuti, tutti indossarono le tute spaziali, poi il supporto vitale si spense, come quasi tutti i sistemi della nave.

"Signori, vi ricordo il piano. Andremo con i motori ed ogni altro sistema al minimo, inoltre siamo riusciti a modificare la nostra scia di curvatura. Tutto questo dovrebbe renderci meno identificabili dalla griglia sensoria imprimiana, almeno è quello che Vaarik crede" mentre diceva questo, attraverso l'interfono, Luke diede un'occhiata al vulcaniano "Signori, si parte, ora non si torna più indietro."

Con un leggero tocco sui comandi, la nave incominciò a muoversi, inoltrandosi sempre di più in territorio ostile.


 

Le prime ore di viaggio erano trascorse tranquillamente, pareva che il trucco avesse funzionato. Il confine l'avevano superato senza problemi, ed ora viaggiavano a curvatura massima verso la loro meta.

All'interno del veicolo, Luke e Vaarik stavano controllando i vari sistemi, mentre gli altri riposavano, poi sarebbe stato il loro turno. Vaarik come il solito era silenzioso, mentre l'umano invece era in vena di chiacchiere.

"Senti, credi davvero che Cobledik riuscirà a mettere a posto le cose? Credimi, passare il resto della mia vita in questo posto, e nella vita di un obeso e maniaco creatore di romanzi olografici di dubbio gusto... beh, non è di mio gradimento."

L'ultima frase era stata detta con un disgusto palpabile. Il suo amico lo guardò un attimo, non gli andava di parlare, ma lui aveva toccato alcuni punti dolenti.

"Luke, neanche a me, alletta l'idea di una prolungata permanenza in questo... luogo. Ma ripongo la massima fiducia nel nostro insegnante, più che altro perché non abbiamo altra scelta." Poi il volto dell'amico divenne ancora più cupo, al pensiero di dover fare affidamento sull'El-auriano.

"Forse, dopo questo casino, dovremo aiutarli, volenti o nolenti che siano." disse Luke.

La risposta del vulcaniano, o almeno il suo tentativo, fu interrotto dall'arrivo di Paul. Questi fece segno a Vaarik di andarsene.

Una volta soli, nella cabina regnò per alcuni minuti il silenzio più assoluto. Poi vincendo l'imbarazzo, Foster incominciò.

"Luke, a proposito di Lam... volevo dire... che, sent,i tu capisci..."

Un piccolo sorriso apparve nel volto del compagno "Se vuoi scusarti, tranquillo. Ormai ti ho quasi perdonato." facendo una piccola risata nervosa, Luke continuò a rivolgersi a Foster "Capisco che ci siano delle differenze, qui. Solo che... beh, pensavo... che io e Lam saremmo stati insieme." concluse lui, leggermente imbarazzato.

L'amico soppresse una piccola risata "Senti, forse non sono fatti miei. Ma tu Lam l'ami o no?"

"Hai ragione Paul. Non sono fatti tuoi." concluse Luke diventando leggermente rosso.

Il compagno capì l'antifona e non continuò il discorso. Anche perché furono investiti da un getto di vapore, fuoriuscito da una conduttura rotta, fortunatamente le tute li avevano protetti e dopo la momentanea sorpresa avevano bloccato la perdita e cominciato a ripararla.

"È una trappola, non una nave, altro che percentuale! Io quel trill l'ammazzo."

"Faccio degli sconti per gli amici." Rispose Foster sorridendo.

"Cosa?"

"Niente, niente, continua a lavorare."

"Serve una mano, là?" domandò Vaarik dal comunicatore.

"No, tutto a posto ormai, solo che per un pochetto andremo a rilento, ma niente di eccessivo" rispose Luke continuando a fare la riparazione.

Ci volle una decina di minuti per rimettere le cose a posto, ma finalmente tutto era ritornato alla normalità, quando i sensori segnalarono un'enorme astronave, che si dirigeva verso di loro.

I due piloti incominciarono subito una serie di manovre evasive, mentre contemporaneamente intonavano una sequela di improperi quasi inimmaginabile. Quasi subito, in cabina, erano arrivati anche gli altri.

"Merda, quella nave è lunga più di 18 km... e... caccia lanciati, rotta di intercettazione." disse Renko.

"Presto, bisogna fare qualcosa." annunciò Vaarik, con la stessa preoccupazione di uno che ordina del cibo.

"E cosa?" urlarono contemporaneamente i due piloti "Questa carretta è disarmata ed ha la mobilità di un elefante." disse Paul "Siamo un bersaglio di una facilità disarmante." concluse Luke.

" Niente, vuoto assoluto, non c'è neanche un campo d'asteroidi o una nebulosa in cui possiamo nasconderci" - imprecò Foster

In breve i caccia li raggiunsero, e li costrinsero a dirigersi verso la nave madre, naturalmente dopo aver sparato qualche colpo d'avvertimento, molto, molto vicino, giusto per insegnare a non fare troppo i furbi.

Lo schermo del cargo ormai era completamente occupato dalla nave, talmente era grande, e tutti erano senza parole.

Appena atterrati nell'hangar, una squadra di uomini armati li fece sbarcare, senza tanti complimenti. Anche se la cosa più dura, fu impedire a Ripley di fare secco qualcuno. Ma purtroppo erano in troppi, sarebbe stato come suicidarsi tentare qualcosa adesso.

Mentre i nostri erano condotti attraverso i corridoi della nave, i pensieri divenivano sempre più cupi, da quel poco che avevano letto di questi imprimiani, le cose non volgevano verso il meglio.

Vennero fermati in un piccolo spiazzo, appena una porta si aprì, una faccia conosciuta si fece avanti.

"GOZAR??" urlarono in coro.

"Come sapete il mio nome?" domandò, con un ghigno poco simpatico "Allora, cani corporativi, cosa ci fate, non autorizzati, nel nostro territorio? Contrabbando, naturalmente!"

Quando Renko cercò di parlare, Gozar gli si avvicinò e senza preavviso lo colpì in pieno volto, mandandolo a terra, quasi svenuto.

Questo fece sparire sul nascere ogni tentativo di negoziazione. Anche perché il sorriso maligno che l'angosiano aveva, non faceva presagire nulla di buono. Le guardie li stavano portando via, quando una voce di donna ordinò loro di fermarsi. Immediatamente si misero sull'attenti tutti. Paul era sbiancato, aveva riconosciuto subito la voce, era quella di...

"Comandante Ossydianne, non doveva disturbarsi per queste nullità. I primi ufficiali servono per sbrigare queste piccole faccende." disse Gozar, facendo un piccolo inchino. Lei sorrise, con voce suadente affermò che occuparsi di noi l'avrebbe distratta. Sui volti delle guardie apparvero dei sorrisi poco rassicuranti, mentre man mano che ispezionava il gruppo, la loro preoccupazione aumentava. C'era qualcosa di minaccioso, nel suo sguardo indagatore. Foster sembrava pietrificato, non sapeva cosa dire e fare. Dal canto suo questa Ossydianne, prese per i capelli Dalton e lo baciò all'improvviso. Poi rivolgendosi ai soldati: "Portatelo nei miei alloggi."


 

Erano passate quasi dieci ore, da quando era stato trascinato a forza nelle stanze del capitano di quella colossale nave, che altri non era che la versione distorta della moglie di Paul.

La signora in questione era stata molto esigente e di poche parole, di solito buona combinazione, ma in questo caso Dalton era leggermente preoccupato.

-Riprendi fiato ragazzo, quella tipa ti ha sfinito. Non sei più giovane come un tempo.- pensò lui, mentre riposava disteso sul letto e vedeva la sua 'ospite' rinfrescarsi in bagno, dandogli così una necessaria tregua. -Paul mi ucciderà, lo so. No , non sarà così buono dopo la scenata che gli ho fatto prima.-

Alzandosi e osservando meglio la stanza, vide che oltre ad un'impressionante collezione d'armi, sia antiche sia moderne, c'erano anche oggetti che perfino lui riusciva ad identificare come antichi e preziosi. -Probabilmente anche questa ha la passione dell'archeologia.- La sua faccia fece una piccola smorfia. -Ovviamente l'unica cosa che l'accomuna con la nostra.-

Improvvisamente due mani gli accarezzarono delicatamente le spalle. "È stato molto divertente ragazzone, forse dovrei tenerti ancora per un po'."

Voltandosi, Luke vide l'imprimiana vestita solo di un asciugamano e con un sorriso degno di uno squalo, o meglio di una vedova nera, stampato in faccia . -Non devo preoccuparmi di Paul, credo che lei mi ammazzerà prima.-

Mentre questo pensiero scorreva nella sua mente, lui le stava sorridendo amabilmente, facendo la sua migliore faccia da poker e preparandosi al secondo round

-Dio quanto mi sento sporco, voglio sterilizzarmi- pensò mentre la baciava.

Cercando disperatamente un appiglio, il suo sguardo passò per tutta la stanza, nella speranza di trovare qualcosa. Alla fine, vide un modellino del Guardiano, e come un fulmine a ciel sereno, una folle idea scaturì dalla sua mente. Con passo calmo e deciso, si avvicinò al modellino, lo prese e lo rimirò per alcuni minuti. Ossydianne lo guardava incuriosito.

"T'interessi d'archeologia anche tu?. Questo è un piccolo mistero." - gli disse con voce melliflua.

Luke fece un piccolo sorriso "Chiamare il Guardiano dell'Eternità un piccolo mistero, beh... è un eufemismo."

Il capitano rimase per alcuni istanti senza parole, poi con mossa fulminea, afferrò per il collo Dalton, intimandogli di dire quello che sapeva. Dal suo canto, lui cercò di mantenere la faccia sorridente

"Ehi se stringi..troppo non riesco a parlare, inoltre penso che possiamo scambiarci le informazioni, no? In fondo credo che siamo interessati alla stessa cosa e le minacce mi rendono particolarmente silenzioso." - disse fissandola dritta negli occhi e cercando di respirare.

Ossydianne lo fissò in silenzio per qualche secondo, poi allentò la presa.

"Il guardiano è un segreto conosciuto da pochi nell'Impero. Sappiamo solo che è antichissimo e senziente, nulla più. Come diavolo puoi sapere?" disse sibilando minacciosamente.

"Cara mia, non avrai certo creduto che siamo venuti qui per contrabbandare Plomek?" incominciò Luke sorridendo, e riprendendo un po' di fiato.

"Certamente no, continua." rispose sbrigativamente.

"Diciamo che conosco quest'artefatto, cosa può fare... ma cosa più importante, come farglielo fare."

Quelle parole fecero mollare definitivamente la presa sul suo collo e gli diedero un'ascoltatrice molto interessata "Io ed i miei soci siamo venuti in possesso del... diciamo manuale d'istruzioni del guardiano. Possiamo dividere, cosa ne dici?"

Lei fece un sorriso malizioso, gli mise le mani nei capelli, e con voce suadente, gli chiese perché non doveva torturarci per avere l'informazione e poi ucciderci.

"Perché sarebbe poco carino?" rispose tranquillamente.

Ossydianne si fece sfuggire un sorriso.

Luke continuò "Perché potremmo mentirti, ed una volta morti perderesti un potere incredibile, invece se diventiamo soci..."

Un silenzio di tomba regnò nella stanza, per alcuni minuti. Poi il sorriso di lei si allargò ed annuì.

"Bene, socio. Per i tuoi amici?" chiese lei.

Luke fece finta di pensarci per qualche attimo, poi parlò "Ognuno di noi conosce solo una parte del segreto, sai, per sicurezza, inoltre in fondo gli sono affezionato. Tranquilla, ci sarà potere per tutti".

"D'accordo." annuì lei, suggellando il patto con un bacio.

Ossydianne ricominciò a vestirsi, e con la coda dell'occhio, Luke vide che nel retro della cintura, coperto dalla giacca, c'era un piccolo phaser. -Buono a sapersi.-

Quando i due ritornarono in plancia, ritrovarono Gozar, insieme, con gran sorpresa di Luke, agli altri prigionieri. Vaarik e Ripley sembravano più morti che vivi, Renko sull'orlo della crisi isterica e Paul gli mandava sguardi omicidi. -Fantastico.-

I due ufficiali si avvicinarono, e cominciarono a parlare contemporaneamente. Dopo i primi momenti di confusione, sia Ossydianne sia l'angosiano, capirono di volere la stessa cosa. Andare sul pianeta del Guardiano, e acquisire il potere assoluto. Un potere che non volevano assolutamente dividere, ma questo era sottinteso.

Luke si avvicinò con circospezione ai suoi amici, chiedendo cosa era successo. Il vulcaniano, cercando di parlare a bassa voce, cominciò a raccontare.

"Appena tu sei stato portato via, ci hanno rinchiuso in una cella, al cui confronto quelle dei Klingon sembrano delle regge. Quel Gozar ha deciso di verificare la nostra storia, usando metodi poco... educati." disse Vaarik.

-Termine molto eufemistico, per dire tortura- pensò Luke, cercando di dissimulare la rabbia, per il suo amico.

"Ma non è riuscito ad ottenere molto, poi abbiamo avuto l'idea di condurli al pianeta del guardiano, così Renko ha finto di crollare e gli ha spifferato tutto." concluse lui.

Una risata senza allegria uscì dalla bocca di Dalton " o meno quello che ho fatto io." rispose. Poi volse lo sguardo verso Paul, che cercava di non guardare Ossydianne. Luke tentò di avvicinarsi, ma venne fermato da Vaarik "Non adesso luke, forse dopo, non è ancora il momento." gli disse l'amico.

-Ha ragione, meglio far sbollire Foster. Più tardi ne parleremo- e con quel pensiero il pilota stette in silenzio ad ascoltare i due ufficiali in comando di questa nave complottare per impossessarsi del guardiano e del suo potere.

Il viaggio durò un paio di giorni, nei quali Luke, Foster e gli altri furono trattati in modo quasi decente, cioè gli fu dato un alloggio con letti e materassi, del cibo e non vennero più picchiati. Non che si fidassero di Gozar ed Ossydianne, ognuno di loro sapeva che tipi come quelli non dividono mai niente, ma per adesso stavano al gioco.

Ora l'astronave si trovava al limite esterno del sistema del guardiano, la controparte di Ossye stava discutendo con il comandante della base di sorveglianza. Il gruppo sentiva gli urli e le minacce da almeno 100 metri di distanza. Finalmente, riuscirono ad ottenere l'autorizzazione.

"Bene signori, credo che sia arrivato il momento di vedere se quello che dite è vero." annunciò Gozar, poi con un'imitazione d'inchino disse di seguirlo. Il gruppo attraversò i corridoi della nave, nel silenzio più assoluto. Inoltre Luke cercava in ogni modo di evitare lo sguardo di Paul, che dal canto suo faceva fatica a non mostrare apertamente la sua rabbia.

Il viaggio durò alcuni minuti, tra turboascensori e corridoi, poi finalmente giunsero a destinazione: l'hangar navette. Ad aspettarli videro che c'era Ossydianne, molto spazientita e stava parlando o meglio urlando ad un tremante ufficiale.

Il poveretto stava balbettando qualcosa sul non poter mandare da soli il capitano ed il primo ufficiale, insieme a dei prigionieri, su un pianeta sperduto.

"Tenente" rispose lei con un sibilo serpentino "Per la sua impertinenza, è stato appena degradato a soldato, un'altra parola e verrà trasferito al fronte Bajoriano, ha capito?" concluse, con un sorriso sadico.

L'imprimiano deglutì a fatica e facendo un inchino se ne andò. Appena il gruppo d'unì a lei, salirono sulla navetta, partendo subito dopo i controlli di routine. Il viaggio fu breve e silenzioso, ed atterrarono proprio davanti al Guardiano dell'eternità.

"Proprio come me lo ricordavo." disse speranzoso Vaarik.

Renko, Foster e Ripley annuirono silenziosamente, mentre un piccolo sorriso apparve sulla bocca di Dalton, Ossydianne e Gozar dal canto loro, sembravano intimoriti dall'oggetto. Facendo un respiro profondo, la donna cominciò a raccontare "Lo trovammo" ed indicò il guardiano "circa 10 anni fa, durante una missione di ricognizione, del tutto casualmente." ed una piccola risata scaturì dalla sua bocca "Ha almeno un milione d'anni, emana una quantità impressionante di radiazioni cronotoniche, ma questo è tutto quello che sappiamo."

"Di sospetti ne abbiamo" s'intromise l'angosiano "Ma certezze nessuna, resiste a tutti i nostri tentativi di analisi, non siamo riusciti nemmeno ad identificare il materiale che lo costituisce."

"Ma ora è il vostro turno." disse lei "Spero che ce la facciate... per la vostra salute." finì minacciosamente.

Tutti si scambiarono degli sguardi, poi Vaarik si diresse verso il Guardiano. Ma prima che lui potesse fare qualsiasi cosa, Luke gli disse di fermarsi, e si diresse verso Ossydianne abbracciandola e baciandola, guadagnandosi così un'altra occhiata omicida da parte di Paul

"Per buon augurio, sai sono superstizioso." si giustificò con lei, sorridendo.

Il vulcaniano inarcò entrambi i sopraccigli, in segno di disapprovazione. Ed anche gli altri non erano certo concordi con il suo comportamento, ma Luke fece finta di niente.

"Guardiano, attivati, ci servi." disse con calma Vaarik. E tutti rimasero silenziosamente ad aspettare che succedesse qualcosa, per almeno una decina di minuti, ma nulla parve accadere. La pazienza dei due "ospiti" del gruppo era ormai al lumicino.

Gozar puntò un phaser su Ripley "Spero che questo non sia tutto quello che volevate fare... lo spero per lei, s'intende." annunciò con un ghigno satanico.

Nessuno si scompose, meno che tutti Ripley, invece il vulcaniano decise di usare le maniere forti con il guardiano.

"I casi sono due, o attivi il portale temporale o ti mandiamo Fraser. E lo facciamo stare qui per tutta la vita." disse risoluto.

Immediatamente venne la risposta, dal nulla scaturì una voce spettrale "VOI NON OSERESTE" affermò in tono grave.

"Vuoi scommetterci?" risposero contemporaneamente tutti i cadetti.

Un minuto di silenzio, in cui Ossydianne e Gozar si guardavano increduli, poi il guardiano parlò ancora "COSA VOLETE?"

Vaarik stava per parlare, quando Gozar gli ordinò di fare silenzio, puntando la pistola sul gruppo "Ora il potere sarà mio, solo mio!" urlava.

Ripley si stava preparando ad attaccare, ed anche gli altri erano pronti a scattare. Invece Ossydianne non era assolutamente preoccupata, anzi sorrideva, nonostante il phaser puntato sulla sua faccia. Poi all'improvviso Gozar ebbe una fitta di dolore e si accasciò al suolo immobile.

"E morto" annunciò con voce piatta Ripley.

Ossydianne sorrideva, poi avvicinandosi al cadavere: "Idiota, non sapevi che avevi una capsula di veleno in corpo. Capsula che potevo attivare a mio piacere" e prima di andarsene, mollò un calcio nel fianco del cadavere. Poi con mossa fulminea, estrasse la pistola e la puntò verso il gruppo.

"La cosa diventa monotona." disse Dalton.

"Già." gli risposero Foster e Ripley.

Ossydianne si avvicinò tranquillamente al resto del gruppo, sorridendo amabilmente "Mi stavate simpatici, peccato uccidervi. Ma io non divido mai...sapete è una questione di princio"

Un mortale colpo di phaser squarciò l'aria, e subito dopo, un corpo esanime cadde a terra. Quello di Ossydienne.

Tutti si voltarono verso Luke, era lui che aveva appena sparato.

"Da dove salta fuori quella." gli chiese, praticamente urlandoglielo in faccia, Renko, indicando la pistola che teneva in mano.

Luke abbozzò un sorriso "Da lei" ed indicò l'imprimiana morta "l'ho rubato, mentre la baciavo. E pensare che la mamma mi diceva sempre che, come mago, non ho speranze."

Intanto Vaarik disse a Ripley di mandare la navetta, usando il pilota automatico, in una certa gola, lì sarebbe stata nascosta.

Paul se ne stava immobile, a fissare il cadavere di quella donna, che esteriormente era come la sua Ossye. Indeciso sul da farsi... piangere, esultare, rammaricarsi, essere indifferente. Poi sentì qualcuno avvicinarsi, voltandosi vide che era Luke. I due non si guardavano, invece si limitarono a fissare il cadavere. Dopo qualche istante, Dalton ruppe il silenzio "Era necessario, lo sai. Qui, sarebbe stata immune alle variazioni temporali." e con queste parole se ne andò. Paul silenziosamente lo seguì.

Il quintetto si riunì davanti al Guardiano. Dopo averlo di nuovo minacciato con la presenza di Fraser, questi aprì un portale, per Sacramento, nell'anno 1979, e con sol balzo il gruppo si gettò in un'altra avventura nel tempo.


 

Davanti a loro si stava svolgendo uno degli spettacoli più strani dell'universo. Infatti stavano guardando i loro io passati, alterare la storia in modo terribile, semplicemente spaventando un bambino.

"Adesso?" la domanda l'aveva fatta Renko, ma era praticamente quello che si stavano chiedendo tutti.

Improvvisamente Paul prese vita, ed ordinò a Luke e Ripley di andare con lui, mostrando il migliore dei sorrisi. I due, interdetti da quella richiesta, non poterono fare altro che seguire le sue direttive.

Il trio si avvicinò al bambino, che ora stava piangendo tra le braccia della sua balia.

Vaarik e Renko guardarono increduli i loro amici che parlavano col futuro terrorista e la sua balia, ed appena questi li lasciarono, videro bimbo e donna entrare felici in casa.

Appena i tre ritornarono, vennero tempestati di domande dai loro amici. Ci vollero alcuni minuti, per poter spiegare chiaramente cosa avevano fatto.

"Allora signori, vi devo ricordare che questo è il 1979, e che come copertura lavoravo nel mondo del cinema? No, vero?" incominciò a spiegare Paul, baldanzoso. "Fortunatamente, mi sono ricordato che la nostra Ripley è la copia sputata di un'attrice che, recentemente, almeno per chi vive qui, ha fatto un film di fantascienza, dal successo spettacolare. Alien, forse lo conoscete?"

I volti degli altri mostravano l'ignoranza più assoluta.

Paul fece un piccolo sospiro, poi continuò a spiegare "Le ho semplicemente spiegato che il qui presente produttore della Harlinton-Straker, insieme al famoso regista Steve Imparato" ed indicò Luke "stavano girando un film con Sigguney Wewer" e puntò il dito verso Ripley "a cui la nostra amica assomiglia come una goccia d'acqua. Praticamente ce la siamo cavata con un paio d'autografi."

"Speriamo che basti" disse sottovoce Luke, ma era più o meno quello che pensavano tutti.


 

Il gruppo venne immediatamente riportato nel Futuro dal Guardiano. Ad aspettarli, c'erano vari tecnici ed ufficiali della Houston che si congratulavano con loro per il risultato della missione. Erano riusciti a riprendere Fraser. Ci vollero alcuni momenti, per capire quello che stava succedendo. Fortunatamente Vaarik pensò a questo.

"Semplice, signori, il Guardiano ci ha trasportato di nuovo nel XXIV secolo, ma non nello spazio, perciò siamo ritornati al punto di partenza. Ma, voi vi direte, come spiegheremo il fatto che eravamo prima sulla Terra, che siamo partiti, e tutto il resto? Semplice, non è necessario. Tutta la nostra avventura non è mai successa, correggendo la variazione, tutto è tornato normale."

Il resto del gruppo lo guardava, in preda alla più totale confusione. Finché Paul non intervenne.

"Cioè, siamo andati una prima volta nel passato, poi siamo tornati sulla terra. Ma visto che eravamo in un tempo alternativo, che ora siamo riusciti a cancellare, grazie ad un secondo viaggio col guardiano. Risulta solo l'inizio e la fine, ma non il mezzo, vero?" concluse disperato.

"Quello che ho detto." gli rispose leggermente seccato il vulcaniano.

"OH! MAMMA!" fu il coro di risposta.

Luke fece segno agli altri di far silenzio, e parlando a voce appena avvertibile, espose un suo piano "Ragazzi, qui è meglio soprassedere sulla seconda parte dell'avventura. Altrimenti siamo nei guai."

Un silenzioso coro d'assensi accolse la proposta di Dalton.

Dopo alcune ore passate a spiegare agli ufficiali della postazione cosa era successo, almeno una parte di esso, ai cinque fu permesso di ritornare sulla Houston, che ritornava sulla terra. Ma erano stati avvertiti che sarebbero stati interrogati da agenti del DTI.

"Allora, sei sicuro che siamo nel tempo giusto?" la domanda era stata fatta con urgenza.

Vaarik guardò il suo amico Foster, con quella che poteva sembrare sufficienza, poi ritornando a controllare i dati del computer, gli rispose "State tranquilli, ho appena finito di visionare i file storici. Tutto coincide."

Per la stanza risuonò un enorme respiro di sollievo.

"Visto, che vi avevo detto? Liscio come l'olio." - diceva sorridente Luke, mentre andava al replicatore "Champagne per tutti, bisogna festeggiare."

"Io preferirei un sedano" chiese Ripley.

"The vulcaniano, prego" ordinò Vaarik.

"Dei festaioli nati" li schernì Dalton.

In quel preciso momento, la porta si aprì, e due uomini dal volto arcigno entrarono nella stanza e li squadrarono dal primo all'ultimo.

Poi il più alto si schiarì la gola e presentò le sue credenziali "Agente Dulmer." poi, indicando l'altra persona "Questo è l'agente Lucsly, apparteniamo al Dipartimento Investigazioni Temporali. Siamo qui per farvi delle domande. Attenetevi ai fatti, prego."

In quel momento, tutto il gruppo ebbe un unico pensiero "OH, MAMMASANTISSIMA!"

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