CHISSÀ PERCHÉ CAPITANO TUTTE A ME

ACCADEMIA DELLA FLOTTA STELLARE - TERRA
San Francisco (costa est del continente Nord Americano)

L'alloggio di Foster era invaso da una folla urlante, dedita allo sconvolgimento dell'ordine e all'offuscamento dei sensi, il tutto in un rituale chiamato Festa Improvvisata. Questo era il pensiero di Vaarik, mentre osservava quel branco di giovani cadetti ballare al ritmo di una musica assordante, trangugiare liquidi alcolici in quantità industriali e, nel contempo, radere al suolo l'unità abitativa del suo amico.

"Vaarik?" domandò il padrone di casa, cercando di mantenere il tono della voce calmo e rilassato.

"Si?" rispose, senza neanche voltarsi a guardarlo.

"Mi puoi per favore spiegare come diavolo siamo passati da una tranquilla serata a studiare a questo casino?" chiese, indicando quei festanti sconosciuti.

"Tu hai chiesto se poteva aggregarsi Kamster, perché i suoi voti in astrofisica e meccanica quantistica avevano raggiunto il minimo storico, così Renko ne ha approfittato per far venire anche il suo amico andoriano."

"Poi Luke ha chiamato qualche ragazza, con la scusa che se noi portavamo i nostri amici, lui portava i suoi" aggiunse Renko, arrivando silenzioso come al solito ed unendosi ai suoi due compagni nell'osservare come veniva devastato l'alloggio di Paul.

"Che a loro volta hanno portato qualcun altro... i loro fidanzati" aggiunse Foster, con una nota di divertimento nella voce.

"E questi ultimi hanno passato parola ad altri ancora, così siamo finiti in questa situazione" concluse il vulcaniano, indicando la stanza.

Foster all'improvviso portò l'attenzione dei suoi due amici sulla sparizione di Dalton, era un po' che non lo vedeva in giro, aggiunse incuriosito.

Vaarik scrollò le spalle e, con noncuranza, indicò un cadetto decisamente più vecchio degli altri, che stava cercando di attaccare bottone con una giovane andoriana. Ovviamente il cadetto in questione non era altri che Luke Dalton, che per l'ennesima volta andava dietro una gonnella e per l'ennesima volta si metteva nei guai.

Infatti quel tentativo di corteggiamento, nonostante la fama di Luke, sembrava poter andare a buon fine, e questo pareva dare abbastanza fastidio ad un gruppo di cadetti ed in particolare ad un altro andoriano. Un grosso e cattivo andoriano, per la precisione.

Paul e gli altri s'accorsero subito degli sguardi infuocati che quel gruppo lanciava al loro amico, e quando questi cominciarono a dirigersi verso lui con intenzioni chiaramente ostili, cercarono subito d'intercettarli. Purtroppo la folla di festanti intrusi li bloccava, Foster e Renko poi furono presi a forza e costretti a partecipare ad un improvvisato trenino. Vaarik, dal canto suo, preferiva starsene in disparte, in fondo non erano problemi suoi se quell'umano adorava sentire il rumore delle sue ossa che si rompevano.

"Uhmm... ti prego, Veda, mi servono proprio delle ripetizioni di fisica temporale, ti giuro che per me è arabo" disse in tono supplichevole Luke all'andoriana, tenendole la mano e sfoggiando il migliore dei suoi sorrisi. "In cambio ti potrei dare lezioni di pilotaggio... anzi, farò di più... un invito a cena, cucino io... ti farò assaggiare la famosa bistecca piccante alla Dalton."

La ragazza sorrise, poi esibendo un'espressione falsamente severa rispose: "Caro il mio rubacuori, io ti darei una mano, ma non mi sembra d'averti mai visto in classe, ed io non ho saltato una lezione. Non è che con la scusa delle ripetizioni, tenti di ottenere un'appuntamento?"

Fingendo stupore e portandosi teatralmente le mani sul petto, Luke negò tutto poi, strizzando l'occhio, aggiunse: "Ma questo sarebbe un prezzo ben misero, per poterti corteggiare." E le baciò delicatamente la mano.

Proprio in quell'esatto momento delle mani l'afferrarono per le spalle, tirandolo con forza all'indietro. Così Luke si trovò proprio davanti all'andoriano, e dalla faccia che aveva non sembrava dell'umore giusto per una chiacchierata amichevole. Naturalmente questo non impedì all'umano di tentare di parlamentare.

"Ehi, amico, cosa succede?" esordì, sorridendo.

"C'è che non mi va che s'insidi la mia donna" rispose, con un urlo tale d'assordare i più vicini.

"Ex- ragazza, se non ti ricordi, Cahor, ci siamo lasciati ieri" disse la diretta interessata.

"Senti, possiamo discutere tutto in..." Dalton non riuscì a finire la frase, infatti fu colpito in pieno volto da un potentissimo pugno del geloso ex.

Con una spettacolare capriola, Luke atterrò rovinosamente sul pavimento, all'apparenza svenuto.

"Sono deluso Veda, tra tutti i cadetti dell'Accademia, proprio con questo vecchietto dovevi tradirmi. E' qui da qualche settimana, ed è già la barzelletta di tutti" disse, rivolto alla ragazza, non riuscendo poi a trattenere una risata sguaiata.

Poteva essere finita, ma il tipo sembrava voler continuare e con un sorriso cattivo stampato in faccia, si diresse baldanzosamente verso il cadetto a terra.

"Dicono che il tuo soprannome è fortunato... stanno scherzando, vero?" lo schernì un tellarite.

Intanto sia Foster che Renko avevano assistito alla scena, purtroppo i compagni dell'andoriano li bloccavano, impedendo così d'aiutare il loro amico.

"Ehi, non crederai che finisca qui?" E si preparò a colpirlo di nuovo.

Poi, all'improvviso, Dalton si voltò, colpendo con un violentissimo diretto il naso di Cahor, facendolo così cadere a terra. Con uno scatto fulmineo ed approfittando della sorpresa, si avventò su di lui. La folla stupefatta osserva la scena in silenzio, in un attimo le posizioni s'erano invertite, ora era l'umano che aveva il sopravvento.

Uno degli amici dell'andoriano riuscì a riprendersi dallo stupore e corse subito in suo soccorso, cercando di prendere alle spalle il suo avversario, ma una gomitata nelle parti intime da parte di Luke lo riportò a più miti consigli.

Dalton colpì un'altra volta la faccia di Cahor poi, sorridendo soddisfatto, s'alzò, si rimise in ordine la divisa e fissò glacialmente la gente ammutolita.

"Cosa pensate che io sia? Un buffone da poter usare impunemente come punching-ball?"

Nessuno osò rispondere.

"E tanto per conoscenza, mi chiamano Lucky perché quando ci sono guai, io me la cavo... a differenza degli altri." E, per sottolineare le sue parole, diede un calcio nello stomaco dell'andoriano.

Poi in silenzio e con passo deciso si diresse verso la porta, mentre il muro di cadetti s'apriva per farlo passare.

I suoi amici, dopo essersi liberati, osservarono ammutoliti il loro amico che andava via.

"Credo sia arrabbiato."

"Penso che tu abbia ragione, Paul... cosa facciamo?"

"Aspettiamo che si sbollisca un po', poi andiamo a raccattare i pezzi. Semplice, no?"

"Se lo dici tu" concluse Renko.

Il gruppo di Cahor, per un breve attimo, pensò d'inseguire Dalton, ma gli bastò dare un'occhiata a Foster, Renko ed a Ripley che, sebbene fosse appena arrivata e non capisse cosa diavolo stesse succedendo, era pronta a darle di santa ragione, per decidere di lasciare perdere.

QUALCHE ORA DOPO

Era quasi il tramonto, e davanti al ristorante di Chun, quattro cadetti si preparavano ad entrare, decisi a compiere la loro missione ad ogni costo.

"Siete pronti?" disse Ripley, rivolta ai suoi compagni.

"Sono nato pronto" le rispose Renko, mentre Vaarik e Foster annuirono in silenzio.

"Bene, entriamo" e con quelle parole partì decisa verso l'entrata, seguita immediatamente dal resto del gruppo.

Appena all'interno del locale, furono accolti da Chun.

"Salute a voi, o giovani clienti. Che cosa posso portarvi?" disse sorridente l'orientale, Paul rispose sbrigativamente: "Magari dopo, ora siamo venuti per il nostro amico" e dicendo così, cominciò a scrutare il locale alla sua ricerca. "Mi hanno detto che era qui".

Il sorriso di Chun si fece meno pronunciato, poi indicò al gruppo dove era quello che cercavano.

Seduto in un angolo buio, Dalton stava bevendo da solo uno strano beveraggio verde. I quattro si avvicinarono a lui con passo deciso, sapendo bene quello che dovevano fare.

Luke, sentendo arrivare qualcuno, smise di bere ed alzò lo sguardo per vedere chi era.

"Salve, signori" detto con un tono stanco, fu il suo saluto al gruppo.

I primi minuti furono caratterizzati da un imbarazzante silenzio, finché Ripley non diede una gomitata al fianco di Foster.

"Ok, ok, adesso glielo dico." E dalla bocca di Foster, tra un colpo di tosse e l'altro, uscì a denti stretti un "Come stai?"

I restanti tre guardarono il loro amico, poi Ripley disse: "Visto? Non è stato così difficile."

Paul la guardò malissimo e sbraitò: "Allora potevi dirlo tu!"

Intanto sul viso di Luke quello che era cominciato come una piccola increspatura delle labbra ora era diventato una vera e propria risata fragorosa e contagiosa, tanto che, presto, anche i suoi compagni si unirono a lui.

Il primo a sedersi al tavolo fu Renko che, tutto sorridente, disse: "Vedo che il tuo buon umore è tornato, come diceva il mio saggio maestro..." ma la parabola del frullato venne interrotta bruscamente da Vaarik. "Sembra che la situazione si stia risolvendo, perciò è bene non esagerare, intesi?" A quelle parole il cadetto di Delta Gamma sbuffò, ma rimase in silenzio.

Dalton, sempre ridendo, fece segno agli altri d'accomodarsi.

"Oh mamma, ragazzi, sapete che non riesco ad essere imbronciato per molto. E voi approfittate di questo vero? Comunque anch'io devo chiedere scusa a Paul, non dovevo rovinargli la festa, non è stata proprio una cosa bella da fare."

"Non c'era nessuna festa, è risultato tutto da un equivoco. Ma se ti fa sentir meglio, scuse accettate, Luke" disse Paul, sorridendo.

Vaarik ordinò da bere, supponendo che una discreta quantità d'alcolici avrebbero reso la situazione meno tesa.


 

"Sai, però, che non ti sei comportato correttamente, hai usato dei trucchi per battere quel tipo." Il commento era stato di Renko. Dalton lo guardò per un momento, non sapendo se ammirarlo od essere divertito per l'atteggiamento che aveva. Poi guardò i suoi amici e rispose con giovialità: "Ragazzo, non sono sopravvissuto più di vent'anni nelle forze armate, combattendo lealmente." E poi diede una gran pacca sulle spalle del frullato genetico.

Dopo qualche minuto la cameriera venne a portare le consumazioni e, con un certo stupore, Luke vide che il suo drink non era quello che aveva ordinato, bensì un "Macchia solare gioviana, una macchia solare gioviana! Mio... è il mio preferito, ma qui nessuno lo sa fare. Ma come?"

"Mio caro tesorino, una brava moglie deve sapere come far felice il suo maritino."

A parlare era stata la cameriera, e finalmente Dalton alzò la testa per vederla. Davanti gli si parava una stupenda ragazza di circa 25 anni, con capelli verdi e strane protuberanze ossee in fronte. Quella vista gli tolse il fiato, ormai pensava che non sarebbe mai riuscito a rivederla. In fondo era l'unico lato positivo dell'essere scaraventato in un altro universo.

E con una mossa fulminea la ragazza si gettò tra le braccia di Luke ed incominciò a baciarlo.

I suoi compagni erano troppo stupiti per dire o fare qualcosa. Prima avevano sentito le affermazioni della donna, poi il viso del loro amico era sbiancato appena l'aveva vista ed ora la tizia lo stava sbaciucchiando, mentre lui cercava di divincolarsi.

Ci vollero alcuni minuti perché si riprendessero dalla sorpresa. Ma alla fine riuscirono ad articolare alcune parole.

"Lei è la che ? Di chi?" urlarono all'unisono.

La ragazza, sempre sorridendo, smise di baciare Luke e si presentò: "Piacere, mi chiamo Lam Dalton. E lui è il mio dolce tesorino. Che sarà stato tanto triste per la mia assenza."

Riuscendo a divincolarsi, fece scendere Lam dalle sue gambe e, con tono molto arrabbiato, le chiese: "Come diavolo sei finita qui?"

La ragazza tentò di nuovo di abbracciarlo, ma lui insistette che prima gli desse delle spiegazioni.

"E' stato come in una favola tesorino. Sai, ti hanno dato per morto, ma io sapevo che eri ancora vivo, me lo sentivo nel cuore. Ed ho tanto pregato perché tornassi da me... finché un giorno un buffo tizio è apparso all'improvviso nella mia stanza, affermando che avrebbe esaudito un mio desiderio."

Luke si coprì il volto con le mani e disse: "Tu, naturalmente..."

Con un gran sorriso Lam lo anticipò: "Già, ho chiesto di essere riunita con l'unico amore della mia vita. Il tizio ha schioccato le dita e zap, all'improvviso mi sono ritrovata davanti a questo ristorante. Il proprietario, dopo avergli raccontato la mia storia, non solo mi ha dato questo lavoro, ma ha anche affermato che un cadetto corrispondente alla tua descrizione era un cliente abituale. Ed allora ho aspettato finché non sei arrivato." Poi, facendo un sospiro: "Ora potremo stare insieme per sempre, com'è d'obbligo per due sposi."

"Che bella coppia!" disse ingenuamente Renko, che fu immediatamente fulminato dallo sguardo di Luke.

Luke guardò con tenerezza la ragazza, posò le mani sulle sue spalle e sempre con un gran sorriso cominciò a parlare. "Lam, dolce sciocchina. Tu lo sai bene che noi non siamo assolutamente sposati."

L'umore della sedicente moglie di Dalton cambiò repentinamente. Prima con piccoli singhiozzi, poi con le lacrime che da rivoli divennero dei fiumi.

"Tesorino, perché dici questo? Sai che ti amo!"

I suoi amici lo guardavano esterrefatti ed anche arrabbiati.

"Guarda cos'hai fatto. Ora piange. Vergogna!" diceva Foster.

"Sei un'insensibile." sbraitò Ripley, che stava dirigendosi a consolare la ragazza.

"Cos'è successo?" chiese Renko.

Ma Dalton non li stava ascoltando, appena Lam si era messa a piangere era sbiancato e rivoli di sudore freddo erano cominciati a scendergli dalla fronte. Poi rivolgendosi finalmente ai suoi compagni: "Ragazzi, è bene andarsene, ed alla svelta!"

I loro sguardi si fecero ancora più interrogativi, finché Luke non gli fece notare le piccole scariche elettriche che permeavano l'aria intorno alla ragazza. Purtroppo il tentativo di lasciare il tavolo fu tardivo, tanto che Luke fece appena in tempo a gridare: "A terra!!" Che Lam cominciò a lanciare fulmini a destra e a manca, colpendo nella sua rabbia molti poveri ed innocenti clienti.

"Tesorino ti odio, sei cattivo!" continuava a gridare, mentre cercava di colpire Dalton.

I suoi compagni squadrano Dalton con intenzioni vagamente ostili.

Foster strisciò vicino a lui, tenendo sempre la testa bassa per evitare i fulmini, e con voce degna di un sergente istruttore dei marines gli urlò in faccia: "Guarda cos'hai combinato! E adesso?"

Luke non fece in tempo a rispondere che Renko uscì fuori con una sua idea.

"Allora noi la distraiamo, poi Ripley la prende alle spalle e poi..."

Ma prima che il frullato genetico terminasse la frase, Luke si alzò e con passo lento e sicuro si diresse verso la fonte di tutto quel trambusto.

"È impazzito del tutto!" gridarono all'unisono i suoi amici.

Dalton si fermò a pochi metri dalla ragazza, proprio davanti a lei. Poi, mentre fulmini e saette volavano intorno a lui, prese tutto il coraggio che aveva e... si buttò in ginocchio implorante.

"Cara, Tesoro, sono stato malato, ero stanco, straparlavo, un alieno controllava la mia mente, era un mio clone... le cavallette!!"

Il resto del gruppo stava guardando stupito questa scena, insieme al resto del locale. Almeno quello che ne rimaneva.

Poi un Foster pensieroso si rivolse a Vaarik: "Sai, questa scena mi ricorda qualcosa."

Intanto Lam era furiosa, e stava per lanciare un fulmine gigante verso il povero Luke, quando i loro sguardi s'incontrarono, ed all'improvviso tutta la rabbia che aveva sparì e si lanciò verso di lui per baciarlo. In un attimo i due si ritrovarono avvinghiati in un bacio appassionato, bacio che terminò bruscamente, com'era iniziato, quando Luke la lasciò cadere per terra facendola svenire.

Poi con fare frettoloso si rivolse ai suoi amici: "Presto prima che si risvegli."

Il gruppo non se lo fece ripetere due volte ed in pochi attimi corse fuori dal locale.

"Curiosa tecnica la tua" disse Vaarik.

Luke gli rispose sorridendo: "Funziona sempre."

"Comunque tipina focosa, tua moglie" lo canzonettò Foster.

Dalton gli diede uno sguardo inferocito, poi a denti stretti lo avvertì che se faceva un altro commento simile era morto.

Sorridendo, Paul si scusò. "Però, almeno, potresti spiegarci la situazione."

"La storia è molto lunga, credetemi..." rispose sospirando Luke.

"La vuoi raccontare si o no!?!" gridarono all'unisono gli altri, talmente forte che sbilanciarono momentaneamente il loro amico.

"D'accordo, d'accordo. Non c'è bisogno di alterarsi." Fermandosi ad un angolo per prendere fiato, Luke si preparò a raccontare la sua incasinatissima storia.

"Allora, il fattaccio è successo circa tre anni fa, quando ero ancora imbarcato sulla Charon. La nostra era una missione di ricognizione e pattugliamento degli estremi confini dell'Alleanza. Sapete, c'erano stati attacchi di pirati ed altre facezie del genere. In poche parole, ero in pattugliamento con la mia squadriglia quando ricevemmo un segnale di soccorso. Una nave diplomatica era sotto attacco di pirati, noi eravamo i più vicini, perciò rispondemmo noi alla chiamata. Ed arrivammo giusto in tempo per salvarli, non che ci volle molto per sistemare quell'accozzaglia di piloti di terza classe. Con nostra gran sorpresa scoprimmo che la nave trasportava il capo di stato del pianeta oni, infatti stava facendo una visita di stato per vari pianeti dell'Alleanza Interstellare e noi lo avevamo salvato. Il tizio c'era molto grato e non volle sentire ragioni, doveva organizzare una gran festa in nostro onore. Ora, dovete credermi, quei tipi le sanno davvero fare bene, ed in men che non si dica io ed i miei uomini ci troviamo in mezzo a donne, vino e musica."

"Il tuo ambiente naturale" lo stuzzicò ancora Paul.

Luke rispose con un sorriso: "Lo hai detto, fratello. Comunque, il pezzo forte della serata fu la tradizionale pipa dell'amicizia. Oh signur, sinceramente io non ho la più pallida idea di cosa esattamente fosse quella roba, però era potente, oh, se era potente, perché da quel momento la prima cosa che mi ricordo è di essermi svegliato in un gran letto con Lam tutta sorridente accanto. Dio, dovevate vederla, era bellissima, così tenera ed indifesa" dicendo questo, Luke fece un altro sospiro ed il suo sguardo si perse nell'orizzonte dei ricordi, ma solo per un momento. "Non capendo bene quello che era successo, o meglio, temendo di sapere esattamente quello che era successo, sono uscito silenziosamente dalla stanza per riordinare le idee. Naturalmente c'era una folla festosa che mi stava aspettando, con il reggente oni in testa, tutto sorridente mi si avvicina, mi abbraccia e, con tranquillità, sostiene che sua figlia ha scelto bene e che sarò un bravo marito tanto quanto sono un bravo guerriero."

I suoi compagni ormai non riuscivano a trattenere le risate, cosa che fece irritare molto il povero Dalton.

"Mio Dio, Luke, proprio con la figlia di un sovrano planetario ti dovevi mettere, sei proprio fortunato con le donne!" disse Foster.

"Ha ha ha ha, proprio spiritosi. Però allora ci fu poco da ridere, vallo tu a spiegare al padre che non hai nessun'intenzione di convolare a giuste nozze con la sua bambina. Io ed i miei uomini siamo dovuti scappare a gambe levate dalla nave, e non vi dico le difficoltà nel farlo. Non solo, per ritorsione, il loro pianeta ritirò ogni rappresentanza diplomatica, abrogò ogni trattato che aveva con noi."

"Permalosetti" commentò Renko.

"Tutto questo per soddisfare una sciocca tradizione, trovo questo totalmente illogico" Sentenziò Vaarik.

"E lo dite a me!? Cavolo, ho rischiato la corte marziale, mi sono salvato solo per il mio stato di servizio e perché avevo degli amici nei posti giusti. Però, in cambio, mi sono trovato lei." E con un gesto indicò il locale di Chun. "Alle costole da allora. Quella crede veramente che io sono suo marito, inoltre è di una gelosia incredibile. Praticamente rende la mia vita un inferno. Sapete, in fondo stare qui era una liberazione, non avevo nulla a che fare con lei, questo rendeva la mia vita più tranquilla. Ora invece si ricomincia tutto da capo. Che sfortunaccia nera, porco mondo!"

In quel momento Renko gli si avvicinò e, posando il braccio sulle sue spalle, gli chiese incuriosito: "Scusa, ma se hai affermato che non la sopporti... perché quando faceva quella scenata con le scariche elettriche, tu sorridevi?"

In quel momento il resto del gruppo cominciò seriamente a preoccuparsi, vedevano chiaramente le vene sulla tempia di Luke gonfiarsi, ed il suo sguardo non prometteva nulla di buono.

Infatti, tutto rosso per la rabbia, Luke fronteggiò Renko: "Perché tu insinui che io, che lei, che noi. Ma io ti disintegro!"

E con quelle parole corse all'inseguimento del povero frullato genetico, con chiaramente intenzioni poco simpatiche. Dietro a loro s'era precipitato Vaarik, con l'intenzione di limitare i danni a Renko.

Ripley aveva guardato lo spettacolo in uno stato di confusione totale. "Scusa, Paul, mi puoi spiegare perché Luke ha reagito così?"

Il suo amico sorrise e le rispose: "Noi terrestri abbiamo un vecchio detto: 'l'amore non è bello se non è litigarello'." E con quelle parole scoppiò a ridere fragorosamente, lasciando la povera Ripley ancora più confusa.

FINE CAPITOLO