DIO LI FA E POI LI ACCOPPIA

Accademia della Flotta Stellare
San Francisco, Terra (Sol 3)

Era mattina presto, ed il sole illuminava beatamente le placide ma affollate via dell'Accademia. In questo luogo di studio, ogni anno, migliaia di giovani provenienti dai mondi e dalle culture più diverse, imparavano le nozioni, ma soprattutto le lezioni di vita che gli sarebbero state indispensabili per diventare dei produttivi membri della Flotta Stellare.

Questa è una storia vera, solo i nomi delle persone non sono stati modificati, così da poterli sbeffeggiare meglio.


 

Due figure stavano velocemente percorrendo la strada attraverso i viali dell'Accademia, travolgendo i poveri cadetti che malauguratamente si trovavano sul loro cammino.

"Corri Renko, che siamo già in un ritardo mostruoso, tu ed il tuo barrettino! Così carino e pittoresco... peccato che fosse dall'altra parte della città!"

Il giovane cadetto cui era stato rivolto il rimprovero fece un sorrisetto imbarazzato.

"Scusa Paul, ma cosa ne sapevo che oggi il sistema di trasporto sarebbe stato bloccato per riparazioni? Pant... pant."

"Uff... bastava controllare il notiziario, tonto, ti giuro che se Sherman ci fa una scenata per il ritardo, io ti roncolo." Sulla fronte di Paul ormai si poteva vedere una vena gonfiarsi, quasi al punto di rottura.

"Non credevo che ti piacessero tanto le sue lezioni di difesa personale." E mentre diceva questo, Renko evitò a malapena due povere ragazze, che dallo spavento lasciarono cadere tutti i loro padd, provocando così una sequela d'insulti diretti a lui e a Foster.

"Non ho detto che mi piacciono, anzi, detesto avere a che fare con quello psicopatico, é solo che le sue sfuriate le amo ancora di meno, perciò muovi il culo ed accelera il passo."

Dopo cinque minuti, due cadetti ansimanti e sudati entrarono nella palestra dell'Accademia. Paul. J. Foster, ex-colonello della Shado, già si aspettava le urla disumane di Sherman, infuriato per il loro ritardo.

Invece, con sua gran sorpresa, le urla sì c'erano, però non erano quelle dell'istruttore, ma lo stesso gli sembravano familiari.

"Renko, questa mi sembra una voce conosciuta, ma chi può essere?"

"Luke." Questa fu la laconica risposta del frullato genetico.

"Oddio, in che guai si è cacciato oggi? Proprio non riesce ad impedire che la sua faccia venga a contatto con i pugni degli altri." dicendo questo, Paul diede un disperato sguardo al cielo, lanciando una silenziosa preghiera per l'amico.

Quando le porte del dojo si aprirono, davanti agli occhi dei nuovi arrivati apparve uno spettacolo devastante. Lungo tutta una parete c'era una fila di cadetti doloranti, e stavano venendo accuditi da un'intera squadra medica. In mezzo a quel macello, Renko riuscì a riconoscere i loro due amici, Vaarik ed un dolorante Luke.

"Cosa diavolo è successo qui, cosa vi ha ridotto cosi?" Domandò subito un agitatissimo Foster, che non riusciva assolutamente ad immaginare la causa di un tale scempio.

A quella domanda, Vaarik, che stava cercando di curare Luke, indicò con un cenno del capo un uomo, che in quel momento si trovava al centro del Ring e con una calma che solo un vulcaniano poteva avere, disse: "Non cosa Paul, ma chi."

"Spiegati meglio Vaarik, intendi dire che è stato lui da solo a fare questo macello? Ma chi diavolo è?" Paul ci stava capendo sempre meno.

"Pare che sia un amico di Sherman, per essere più precisi era il suo vice quando serviva sulla Dominus. Il nostro insegnante ha deciso di farci una sorpresa, così ci ha lasciato alle cure del suo ex-commilitone ed a quanto ho visto, credimi, è molto peggio di lui, molto peggio."

I due nuovi arrivati si guardarono per un momento, profondamente stupiti per quest'affermazione.

"Non dire stupidaggini, Vaarik, nessuno è peggio di quel matto di Sherman." disse incredulo Paul.

A quelle parole, Luke riprese pienamente conoscenza, anche se era ovvio che era ancora molto addolorato, ma nonostante questo, cominciò a parlare. "Credici amico, sai quanto ci ha messo quel macellaio a combinare questo?" E con una mano indicò la fila di cadetti stesi e doloranti. "Meno di dieci minuti, e per l'amor del cielo, guardalo! Non è nemmeno sudato."

"Luke, sei il solito esagerato, non posso credere che quel tizio abbia potuto veramente creare questo casino. Non mi sembra che sia quella gran cosa, l'altezza e la corporatura mi sembrano totalmente nella media, sarà stato solo fortunato. E ora vado a dimostrartelo." E con quelle parole, l'ex-colonello, ora cadetto Foster, si diresse verso il sostituto di Sherman.

Questa volta fu il turno di Vaarik e Luke di rimanere stupefatti, tanto che rimasero storditi fino a che il loro amico non fu troppo vicino al ring, cioè troppo tardi.

Nonostante ciò tentarono inutilmente di avvertirlo.

"No Paul, non farlo, non è un normale umanoide, è un angosiano." Gridarono in coro i due cadetti.

Foster si voltò di scatto verso i suoi amici, cercando di capire il significato delle loro parole.

"Un angosiano, ed allora?"

"Paul, è un super-soldato angosiano, lo vuoi capire? Lui..." Ripeteva disperato Dalton.

"Luke, vuoi spiegarmi questo che significa?" Ormai pensava che le troppe botte avessero reso l'amico matto.

"Semplice, ragazzo, significa che io sono più forte, più veloce e più resistente di te... Idiota."

La voce proveniva dal tizio al centro del Ring, era calma, sicura, quasi strafottente. Stava fermo immobile, le braccia conserte ed un sorriso di sfida. Era chiaro a Foster che quell'ufficiale non lo considerava una minaccia e questo lo irritava notevolmente, era deciso a dargli una lezione, avrebbe messo in pratica tutto quello che Worf ed Ossydianne gli avevano insegnato, possibilmente sulla faccia di quel deficiente.

Il tizio si appoggiò ad uno dei lati del ring, non sembrava molto impressionato da lui.

"Permettimi di presentarmi, mi chiamo Gozar, Nareen Gozar, detto il Tuono blu degli Anlashok, e tu dovresti essere il mio nuovo ausilio didattico."

"Invece di fare lo spiritoso, mostrami cosa sai fare, o sei tutto fumo e niente arrosto?" Rispose il cadetto, fulminandolo con lo sguardo.

A quelle parole l'angosiano scattò come un fulmine verso Paul. Talmente veloce che fu a malapena possibile vederlo raggiungere Foster e pararsi proprio davanti a lui.

"Avanti, fammi vedere cosa sai fare, ragazzo." disse, schernendolo.

A quelle parole, Foster partì subito con un calcio diretto verso la faccia dell'angosiano. Che venne evitato con una facilità sorprendente. Fece seguito un pugno che, con somma disperazione di Foster e degli altri cadetti, venne intercettato, anzi, per l'esattezza il pugno di Paul era nella presa della mano destra di Gozar.

Senza apparente fatica, l'angosiano prese per la tuta Paul e lo sollevò di peso, lanciandolo poi verso l'altra estremità del ring. Poi, con un incredibile corsa, lo precedette ed appena il poveretto lo raggiunse, gli assestò un calcio volante che lo mandò direttamente fuori del ring e dentro il mondo dei sogni.

Gozar si voltò e si diresse verso l'angolo opposto del ring con un piccolo sorriso stampato in faccia. "Vittoria sfolgorante," disse con un sibilo.

Immediatamente, Vaarik, Luke e Renko si diressero verso Paul con un kit medico.

"Allora, come sta Paul, ce la farà?" Chiese subito preoccupatissimo Renko.

"Tranquillo, Renko, secondo il tricorder ha solo quattro costole incrinate ed una leggera commozione cerebrale, oltre ad una piccola serie d'abrasioni. Niente che non possiamo curare subito qui."

"Grazie, Vaarik, questa è proprio una notizia confortante." Poi rivolse lo sguardo a Gozar. "Come disse il mio maestro: quando uno stambecco, saltellando, raggiunge la vetta, deve stare attento al sole, altrimenti rischia un'emicrania."

E con quelle criptiche ed antiche parole, il frullato genetico si diresse verso l'ufficiale, che intanto stava parlando ai cadetti, i pochi ancora coscienti, almeno.

"Come vedete, il vostro compagno ha fatto due grossi errori. Il primo è che, vedendo la mia corporatura, mi ha sottovalutato; il secondo è che mi ha permesso di farlo arrabbiare, cosa che porta a fare sbagli in combattimento, e gli sbagli lì causano la vostra dipartita. La vostra e dei vostri compagni, avete capito?"

A quelle parole, ci fu un coro di terrorizzati assensi.

"Allora, altri volontari, o per oggi chiudiamo la baracca?"

"Io, signore." A quelle parole Gozar si voltò e vide Renko scavalcare le corde del ring con una capriola.

Appena atterrato, il cadetto si mise in posizione di combattimento, pronto ad ingaggiare battaglia.

Gozar non aspettò inviti e si fiondò subito su di lui, cominciando ad assestare una serie pugni e calci a Renko. A suo merito bisogna dire che riuscì a pararne od evitarne la maggior parte. Purtroppo, anche quei pochi colpi che lo raggiungevano, causavano un notevole danno. Per contrasto, Gozar riusciva ad evitare tutto quello che Renko gli lanciava con una apparente facilità. Ma all'improvviso Renko riuscì ad avvicinarsi abbastanza a lui, così d'approfittare di una momentanea apertura della sua guardia e, facendo ricorso a tutta la sua forza e velocità, gli assestò in rapida successione una serie di colpi al torace, seguito da un calcio in faccia che lo mandò disteso per terra. La gioia che era nata nel cuore dei cadetti fu di breve durata, con un colpo di reni l'istruttore si rimise in piedi, si asciugò un rivolo di sangue che gli usciva dalla bocca e sorrise malignamente al suo avversario. In quel momento, Renko decise di usare una mossa estrema, molto pericolosa, ma ora come ora sembrava l'unica possibilità di vittoria.

"Dai, avvicinati, vedi cosa ti combino... la pagoda di piombo non incontrerà il gabbiano d'argento per molto tempo, dopo che avrai assaggiato la mia prossima mossa."

Cercando di essere il più naturale possibile, Renko aprì leggermente la sua difesa, sperando che Gozar ne approfittasse, cadendo così nella sua trappola.

E così avvenne, un micidiale pugno colpì il frullato genetico al petto, ma questo, nonostante il dolore, riuscì a lanciare il suo attacco, mettendo tutta la sua forza in un calcio nelle parti intime del pazzo.

Purtroppo, con grande costernazione di Renko, il colpo venne intercettato e la gamba afferrata.

"Allora, amico, tentavi la Mossa del Giaguaro Cafone, eh? Malauguratamente per te conosco la tecnica del Paguro Bernardo, che la neutralizza."

E con quelle parole anche il cadetto di Delta Gamma IV fece un volo fuori del ring.

"Sai, Vaarik, la cosa sta diventando monotona."

"Devo darti ragione, Luke, ed ora passami l'hypospray, è meglio far rinvenire Renko."

"Se lo dici tu. In ogni modo non mi preoccuperei, hai visto, è caduto di testa. Nessun organo vitale dovrebbe essere compromesso."

Vaarik alzò un sopracciglio a quelle parole. "Cadetto Dalton, devo dire che il suo senso dell'umorismo lascia molto a desiderare."

Luke capì d'avere esagerato e, cominciando a soccorrere il povero Renko, rispose al suo compagno con un sorriso imbarazzato. "Scusa, a volte parlo troppo."

L'angosiano si era avvicinato al lato del ring più vicino a Renko, e vide che i suoi amici gli davano i primi soccorsi.

"Cadetti," disse Gozar, in direzione di Vaarik e Luke. "Dite al vostro compagno di non prendersela, si nota che è bravo, ha bisogno solo di un po' più di pratica, quando vuole può allenarsi con me."

I due lo squadrarono per un momento, poi Luke rispose con il tono più serio possibile. "Mi creda, signore, questo lo farà molto felice." Idiota.

Intanto anche Paul si era svegliato ed andò ad unirsi ai suoi amici. "Fatemi indovinare, ha tentato anche lui, vero?" Disse, indicando lo svenuto Renko.

L'umano ed il vulcaniano annuirono.

"Quel tizio è micidiale, oltre ad essere totalmente matto. Penso che sia per questo che va tanto d'accordo con Sherman."

"Concordo, Luke. Però, ora che guardo bene, lo sai che a parte il pizzetto, voi due siete delle gocce d'acqua? Praticamente fratelli gemelli." Rispose Foster, sorridendo per quella strana scoperta.

"Dai, Paul, non scherzare, non ci somigliamo per niente. Cavolo, io sono molto più bello di lui!" Affermò, immediatamente, un offesissimo Dalton.

"D'accordo Luke, se lo dici tu..."

Sul ring, Gozar se ne stava per andare quando una voce alle sue spalle lo chiamò.

"Allora, che ne dici di prendertela con qualcuno della tua taglia?"

Voltandosi, Gozar la vide. Era una donna, alta, muscolosa e di una bellezza inquietante. Sapeva che c'era qualcosa di strano in lei, ma non riusciva a capire cosa. Poi, quando sorrise, se ne accorse, aveva quattro file di denti.

La cosa si fa interessante, fu il suo primo pensiero.

"Paul, quella non è la tua nuova compagna di stanza?"

L'umore di Foster, a quella vista, era passato da rabbioso con punte di disperazione, a felice con venature di sadismo. Quel miscuglio genetico extra-dimensionale avrebbe fatto vedere i sorci verdi a quel matto. Pensò, pregustando la fine che avrebbe fatto quel tipo.

"Già, Luke, è proprio la cara Ripley."

"Scusa, amico, perché stai sorridendo?" Chiese uno stupito Dalton.

"Semplice, ora il caro Gozar sta per avere una lezione con i fiocchi."

Infatti, sin dalle prime battute il combattimento sembrò più equilibrato di quelli precedenti. Entrambi gli avversari paravano, evitavano e lanciavano attacchi ad una velocità e con una potenza che lasciava i cadetti allibiti.

Immediatamente Paul fu subissato di domande sulla nuova arrivata, come si chiamava, da dove veniva, ma soprattutto come diavolo faceva a resistere a quel pazzo.

Santo Straker, aiutami tu! Fammi trovare una balla che li convinca, e maledici quel fetente di De Leone per i guai che mi combina.

"Calma, ragazzi, calma. Si chiama Ripley e viene da un pianeta ad alta gravità. Ecco perché è forte e veloce come quel pazzo." Disse Foster, cercando di essere il più convincente possibile.

Mentre i due combattenti continuavano a scambiarsi micidiali colpi, l'intero gruppo di cadetti li ammirava silenziosamente, almeno finché Luke non ebbe una pensata.

"Ragazzi, in questa situazione non rimane che fare una cosa. Sentite gente, le scommesse sono aperte, vi do Ripley vincente a 2 e Gozar a 1.5, avanti, ragazzi, forza con le puntate!"

In meno di 10 secondi un'enorme folla si raccolse intorno a lui per partecipare al giro.

I suoi tre amici si guardarono stupefatti.

"Mio Dio, non perde mai occasione per mettersi nei guai." Sentenziò Foster.

"Penso che sia portato verso il masochismo." Disse Vaarik.

"Noi su chi puntiamo?" Domandò Renko.

Erano passati almeno 20 minuti dall'inizio dello scontro e gli avversari non mostravano segni d'affaticamento. Gozar riuscì a dare un diretto proprio sul naso di Ripley, che cominciò a sanguinare.

A quella vista Foster impallidì.

"Paul, Vaarik, è una mia impressione o il sangue di Ripley sta corrodendo il ring? Ed anche la maglia di Gozar, guardate!"

"Renko, su, non dire assurdità, la maglia sarà di materiale scadente, e poi il ring, con tutte le botte che si sono dati, è solo naturale che sia un pò danneggiato." Rispose Foster, che sentiva il sangue gelarsi nelle vene.

"Sarà..." Dissero poco convinti Renko e Vaarik.

Comunque è strano, su Gozar pare che l'acido di Ripley non faccia effetto, ma cosa diavolo è quel tipo? Questo fu il primo pensiero che ebbe Foster, dopo quello di cercare migliori scuse per le insolite caratteristiche della sua compagna di stanza.

Passarono altri venti minuti in cui Gozar e Ripley continuarono a scambiarsi colpi ad una velocità e potenza straordinarie. Non proferivano parola, erano totalmente concentrati nello scontro, clemenza non veniva né chiesta, né data. Sembrava che potessero continuare per sempre così, finché, incredibilmente, il ring cedette e per un attimo l'istruttore fu sbilanciato. Lei n'approfittò subito, assestandogli un calcio potentissimo nello stomaco, seguito da una micidiale gomitata in testa, e con questo, per Gozar, divenne tutto nero.

E quando cadde a terra, un grido d'esultanza si levò dai cadetti, che in breve invasero il ring e si strinsero attorno a Ripley.

Il primo che la raggiunse fu Paul. "Sei stata grande Ripley! Lo hai proprio sistemato per benino quel gradasso."

Lei lo notò appena, e con un filo di voce disse: "E' andato giù?"

"Si, come un sasso." Risposero quasi all'unisono i cadetti.

"Bene." E con quelle parole svenne anche lei.

Ristorante di Chun
La sera stessa

"Credimi, Ripley, sei stata incredibile, riuscire a battere in uno scontro corpo a corpo un soldato angosiano, non è un impresa da poco, sai? Dopo essere uscito dalla palestra mi sono documentato. Dio, dovreste vedere cosa gli hanno dato, per farli diventare così. E tu sei riuscito a sconfiggerne uno!"

"Luke, questo lo hai già detto."

"Dai, Paul, non fare il guastafeste, grazie alla signorina ho guadagnato un bel pò di soldi, e mi voglio sdebitare. Posso offrirti qualcosa, angelo?" Disse Luke, sfoderando il migliore dei suoi sorrisi.

La donna gli diede un'occhiata gelida, poi rispose: "Un sedano."

Brrrr. "D'accordo." Rispose Dalton.

In quel momento, le porte del ristorante si aprirono e nel locale entrò l'ultima persona che il gruppo voleva incontrare quel giorno: Nareen Gozar.

Un'improvviso silenzio avvolse il locale. L'angosiano parve non farci caso, e con passo deciso si diresse verso il tavolo di Ripley.

"Ragazzi, guai in vista." Proclamò Luke.

"Per una volta sono completamente d'accordo con te." Rispose Paul.

"Tranquilli, cadetti, non sono qui per litigare. Volevo fare solo i miei complimenti alla signorina Ripley. Mi permetta di dirle che lei è una dei migliori combattenti che io abbia mai avuto l'onore di affrontare."

E con un gesto fulmineo una rosa apparve nelle mani di Gozar.

"Un piccolo omaggio per lei. Dopodomani dovrò tornare sulla Dominus, ma tornerò presto. Spero che allora mi darà la rivincita." E, per la prima volta, i cadetti videro un sincero sorriso apparire sul volto di Gozar.

Ripley lo guardò per un momento, come se non sapesse esattamente cosa dire. Poi parlò.

"Certamente, angosiano, sempre a sua disposizione per un incontro di lotta."

"O magari per qualche cos'altro." E con quelle parole Gozar se ne andò.

"Oh, signore! Ed io pensavo di avere della faccia tosta, ma lui mi batte di gran lunga. Cavolo, avete visto come ci ha provato con lei?"

Vaarik alzò il sopracciglio e disse: "L'abbiamo notato, Dalton, il signor Gozar pare un tipo interessante."

"Lo puoi dire proprio forte, Vaarik." Rispose Luke. "E tu, Ripley, cosa ne dici? Dopo tutto sei tu che hai ricevuto la proposta."

In quel momento tutti gli occhi del tavolo erano puntati sulla donna che, incredibilmente, si produsse in un qualcosa di quasi simile ad un sorriso ed incominciò ad annusare il fiore.

Foster sbiancò. "Non mi vorrai dire... che sei interessata a lui!?"

"Cadetto Foster, questi non sono problemi suoi, è solo che, stranamente, trovo i suoi ammassi muscolari a monte degli arti inferiori... interessanti."

Il resto del gruppo era un pò frastornato per quelle parole.

"Scusa, Vaarik, forse tu mi poi spiegare cosa ha detto."

"Semplice, Dalton, trova il sedere di Gozar, come dire... affascinante."

Questo era troppo per Foster. La sola possibilità di quei due insieme era... era... era rivoltante.

E con quel pensiero, svenne.

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