KATRA

 

 


-Dai, dai... è tardi- mi sprona Renko.
-Renko- sbotto, mentre con un'abile mossa riesco ad accendere il mio computer e al contempo ad afferrare la divisa -Quando fai così, mi sembri scemo come una foca incinta...- ruoto su me stesso, acchiappo le scarpe ed entro nel bagno -piuttosto renditi utile... scaricami la posta- urlo prima che la porta si chiuda alle mie spalle...

PRIRLIBIPPP!

 
trilla il segnale d'ingresso.
-SONO IN BAGNOOOO- urlo.
-E' Vaarik...- urla Renko, mentre mi infilo sotto la doccia.
Fretta, Renko ha sempre fretta... quando pare a lui... uff... per cosa poi? Una lezione di fisica...
Io ho già una laurea in tale materia!
Ho fatto una doccia a curvatura 9.9, ed ora, vestito di tutto punto, esco dal bagno, per trovarmi davanti Vaarik e Renko inchiodati al mio computer.
-Beh?- chiedo, mentre saltellando mi infilo le scarpe -C'è posta?-
Vaarik alza un sopracciglio ed annuisce, Renko si volta di scatto, indicandomi lo schermo -Paul, tu ricevi un sacco di posta! J.L.Picard, Ltcmddata, Will, Ossye... chi è Ltcmddata? Che strano nome... di che razza è?-
Vaarik, si passa una mano sul volto, sconsolato.
Reprimo una risata -Renko, prova a staccare le lettere... LT... CMD... DATA...-
Cadendo, come al solito, da un ammasso di nembocumuli -Chi ti ha dato cosa?- emette il frullato genetico.
Lo fisso un nanosecondo, allibito -Data,- spiego -l'androide senziente! Non la voce del verbo dare-.
-DATA... quel Data?- Renko non crede alle proprie orecchie... annuisco divertito.
Vaarik si liscia un attimo il pizzetto -Quindi quel J.L.Picard... deduco sia un certo capitano...-
-Zio Jean Luc...- mi sposto, per veder meglio il video -EHI! C'è una lettera della mia Benansharith...- sposto di peso Renko dalla sedia, e mi butto a leggere.
-Zio Jean Luc?... Data? Benansharith? -si guarda intorno il poverino -Vaarik, ti rendi conto?!? Foster è in corrispondenza con il capitano dell'Enterprise... e con Data...-
-E con Will... e con Dianna... e con Worf...- specifico -Smettila, che voglio leggere...-
Renko spalanca gli occhi, dietro le sempiterne lenti nere -COOOSAAA???-
Per mia fortuna, accorre in mio aiuto il buon Vaarik -Paul ha vissuto sei mesi sull'Enterprise... quando è arrivato in questo secolo, e le prime persone che ha incontrato sono state Picard e Data...-
-TUUUU... hai vissuto seiiii meesiiii su una classeeee Sovereign?- domanda il frullato genetico.
-Bada che anche Vaarik è stato per un po' su una classe sovrano... La U.S.S. NEMESIS... - rispondo continuando a leggere -Anzi... la mia benansharith dice di avere una cosa per te... da parte del Lt Cmd Memok.-
-Da ciò, si presume che questa Benansarith stia venendo qui.- deduce Vaarik.
-Esatto... sai Vaarik, Benansharith non è un nome... ARPA DI GIOIA, è un vezzeggiativo imprimiano... e la devo andare a prendere allo spazioporto... Renko, mi spiace, ma salto la lezione di fisica.- acchiappo un giubbotto e imbuco la porta. In lontananza sento Renko e Vaarik parlare.

Renko sbuffa e brontolando si avvia verso la porta -Vaarik... andiamo?-
Il vulcaniano ci pensa un attimo -Ehm, no! Penso che accompagnerò Paul, così prendo quello che mi ha mandato il mio tutore.-
Renko alza le mani al cielo e con voce stridula emette -Abbandonato dagli amici nel momento del bisogno... a causa di uno strumento musicale e un souvenir vulcaniano.-
Spazioporto H.SULU, San Francisco, Terra
Trenta minuti dopo...

La navetta ha scaricato una decina di passeggeri, assieme a Vaarik sto aspettando il disbrigo delle pratiche e il ritiro dei bagagli... l'ho già vista, ma non è nel mio stile sbracciarmi per attrarre la sua attenzione...
-Per Surak!- mormora Vaarik -Foster, quella donna l'ho già vista da qualche parte...-
-Direi che non passa inosservata.-
-E'... è... - Vaarik sembra non trovare le parole -Un esemplare eccellente, non c'è che dire.- sentenzia Vaarik sollevando il sopracciglio destro -UH...- alza il sopracciglio un altro po' -Sta venendo da questa parte...-
-Lo so- sogghigno.
-Come lo so? Non è logico ciò che dici.-
-E' logico, è logico.- sorrido, mentre lei ci raggiunge l'abbraccio stretta stretta, quasi avessi paura di vederla sparire, come un sogno -Ankhy nory sisch amentorel, Ossydianne.-
-Ankhy nory sisch amentorel, Paul- la sua voce è argentea come i suoi capelli.
Vaarik solleva anche l'altro sopracciglio.
-Ossye, questo è il cadetto Vaarik...- presento.
Vaarik alza la mano destra, nel tipico saluto vulcaniano. Ossye non tende la mano... come spesso fanno gli umani, scordandosi che i vulcaniani sono telepati a contatto, ma risponde col medesimo gesto.
-Vicc thoor smursma, cadetto Vaarik... il consigliere Memok mi ha parlato di te.-
-Interessante.- Vaarik alza il sopracciglio -Mi dica...- sbircia i gradi di Ossydiannne -Comandante... posso sapere come è entrata in contatto col consigliere Memok?- domanda guardandola, perdendosi negli occhi viola di lei.
-Quando si siede in plancia di comando, si conoscono tutti i membri dell'equipaggio.- rispose lei, sostenendo lo sguardo del vulcaniano.
-Credo di non capire.- Vaarik inclina la testa.
Prima che la situazione degeneri, decido di far le presentazioni come si deve.
-Vaarik, ti presento il capo del dipartimento scientifico nonché numero uno della U.S.S. Nemesis, Ossydianne kKastual Dej Rejkum Foster.-
Un attimo di perplesità passa sul volto di Vaarik - Ma il comandante Stevenson?- chiese.
Ossye fa spallucce: -Attualmente Stevenson è assegnato a una missione speciale, quindi io, come ufficiale anziano ho assunto gli oneri della sua mansione.-
Vaarik assorbe l'informazione -Congratulazioni per la promozione.- poi si blocca, alzando l'ennesimo sopracciglio -Un Momento! Comandante, mi può ripetere il suo nome... per esteso... per favore?-
-Ossydianne kastual Dej Rejkum Foster- rispose allegra.
-Uhmmm- Vaarik mi fissa e sospira -Visto che certamente non siete fratello e sorella...-
-Biologicamente e temporalmente impossibile- sottolineo serio.
-Devo presumere che...- alzò il dito indice al cielo -Per Surak! Siete Marito e moglie...!-
-Da circa otto mesi.- replica Ossye -Certo che da quando Paul è entrato in accademia, non ci siamo visti spesso...-
-AH! Adesso si usa il termine VISTI, per...- Ossye mi molla una gomitata nel fianco. -Che ho detto di male?!?- mi lamento.
Vaarik si è fatto cogitabondo, per un attimo una strana nube ha velato i suoi occhi di tristezza.
All'improvviso ricordo... e mi sento un verme! SCEMO, mi dico mentalmente TI SEI SCORDATO CHE VAARIK E' VEDOVO?
-E' vero, voi umani non avete le gioie del pon farr.- sentenzia lui.
Ossye agita la testa in forma di diniego, col risultato di ottenere una nuvola argentea di capelli.
-Noi umani non abbiamo il PROBLEMA del pon farr... sono punti di vista- cerco di sdrammatizzare.
-Logico.- grugnisce il vulcaniano -Piuttosto, lei ha detto di avere una cosa per me...-
-Esatto, ma Memok mi ha detto che doveva averlo solamente alla mia partenza.-
-Sembra importante- sottolinea il vulcaniano.
-Dovrà pazientare, mi spiace- sospira lei.
-La pazienza è una virtù di noi vulcaniani.- Vaarik distende per un attimo i suoi lineamenti.
-Virtù di cui noi imprimiani siamo scarsamente dotati... quindi, se ci vuol scusare- dice Ossydianne.
Vaaik saluta con un cenno del capo -Comandante,- poi rivolto a me -ti auguro una buona giornata... capisco perfettamente il perché della tua assenza dalle lezioni di oggi.-
Tre nanosecondi dopo, Ossye mi sta trascinando verso una navetta taxi.
Perché le ore sembrano passare più velocemente, quando... ehm... ci si diverte?
Perché le unità abitative son meno squallide in certi momenti?
Perché non trovo più la casacca della divisa e la mia scarpa destra?
Mentre rovisto sotto al letto, alla ricerca della scarpa... e stupito ci trovo invece la casacca , sento Ossye che attiva il comunicatore...
-Partirò tra due ore, Vaarik deve venire a prendere il suo regalo... bene... tra mezz'ora nel viale delle rose...-
Se la casacca è sotto al letto... la scarpa può essere nell'armadio? SIII, giusto.
Stiamo passeggiando, tenendoci sotto braccio, quando Vaarik ci raggiunge, ci guarda un attimo, col solito sguardo torvo: -Foster... Comandante.- saluta formale.
-Cadetto Vaarik è un piacere rivederla.- Ossye inclina la testa di lato, Vaarik sposta per un attimo lo sguardo e si blocca sulle nostre mani intrecciate, poi torna a fissarci, ma nei suoi occhi quell'ombra triste e dolorosa, torna ad essere presente.
-Memok ha ragione,- sorride Ossye -lei non riesce a dimenticare il proprio dolore.-
La reazione di Vaarik è talmente immediata e viscerale, che senza volerlo mi ritrovo a fare un passo indietro... è così dolorosa...
Vaarik si irrigisce incupendosi ancor di più -Lei mi ha detto del regalo...- il tono è talmente sepolcrale, che ho l'impressione di vedere issata sulle spalle di Vaarik un'enorme lapide marmorea, con le parole NON ANDATE OLTRE, scritte a lettere cubitali.
-Certamente... il regalo di Memok...- Ossye si piazza di fronte a Vaarik, che solo in quel momento capisce... che il regalo non è una cosa solida... e rabbrividisce.
-Su, cadetto, non sia timido... in fondo è solo una fusione mentale- ride Ossye.
Realizzo troppo tardi che se Vaarik si fonde mentalmente con lei... sentirà... proverà...
-Non vorrà dire sul serio?- balbetta Vaarik.
-Sono serissima!- osa Ossye.
-La fusione mentale, comandante, è una cosa estremamente privata... un legame profondo... con che diritto può chiedermi di legare la mia mente alla sua?- gli occhi di Vaarik ardono come braci.
Il viso di Ossydianne si addolcisce -E' LEI a chiederlo.-
-LEI???- Vaarik non comprende.
-T'EIA.- dice Ossye.
Vaarik sbianco in volto.
-Si fidi di me.- Ossye continua -Si fidi di LEI!-
Vaarik solleva la mano -La mia mente nella tua mente. I tuoi pensieri nei miei pensieri.- cantilena come i figli di Eridanus avevano fatto fin dalla notte dei tempi.
Ossydianne ha chiuso gli occhi, un sorriso dolcissimo è apparso sulle sue labbra... Vaarik, con un lieve moto di sorpresa, accoglie la mente della mia benansharith.
La navetta è già lontana nello spazio... tristemente ripercorro il vialetto con le rose... sto pensando che domani c'è lezione... che Kamster starà russando nel letto vicino al mio... tutto per fermare il dolore della separazione... poi lo vedo, seduto su una roccia sotto un albero di Jumgia... Vaarik fissa il tramonto.
-Disturbo?- chiedo avvicinandomi cautamente.
-Certo che no... siedi pure - mi indica la roccia...
Quasi non riconosco la sua voce... stranamente ho un moto d'invidia, lui può guardare questo sole al tramonto... mentre io devo distogliere lo sguardo da questo spettacolo... i miei occhi non lo sopportano.
Rimaniamo qualche istante in silenzio -Paul... tu cosa sai di me?- mi domanda lui.
-Forse più di quanto immagini.- rispondo.
-E' stata Ossydianne a...- sospira.
-No... diciamo che sono bravo a smontare i file criptati.- sorrido, è la prima volta che condivido un attimo così speciale con Vaarik e nonostante sia un vulcaniano... sto bene con lui... forse il fatto di provenire da un altro posto...
-Quando sono passato in questo universo- la sua voce mi strappa dai miei pensieri -era con me mia moglie. L'ultimo ricordo di lei... il viso annerito dal fumo... stesa sul lettino dell'infermeria... sta chiamandomi... ci sono tanti dottori... tante divise scientifiche...- mentre parla continua a fissare il tramonto -Le sue ultime parole, poi accolgo il suo katra dentro di me... lei era morta, ma io non ero solo... lei era con me... Però era come se mancasse qualcosa...- si volta di scatto -Ti ricordi, allo spazioporto, quando dissi che mi sembrava di aver già visto Ossydianne, nonostante sulla Nemesis non ci fossimo mai incontrati? Ora ricordo...-
Lo guardo perplesso...
-Paul, lei era là! In infermeria prima che T'Eia morisse... ora vedo T'Eia che prende la mano di una donna dai capelli argentei, la poggia sul suo ventre, i loro occhi si incontrano, e con un fil di voce pronuncia una parola... poi la donna si allontana spaventata- Vaarik sospira, un sospiro profondamente triste, penoso -T'Eia era incinta.-
Oh Cristo, esclamo mentalmente.
-Forse aveva paura, per questo non mi disse nulla.-
Ora che aveva iniziato, Vaarik avrebbe continuato, anche se ogni sillaba, ogni parola gli avrebbe causato dolore.
-Forse non avrei fatto il salto in questo universo... probabilmente aveva ragione.- Sorrise, un sorriso triste. -Quei discorsi che lei faceva, un futuro pacifico, senza tirannia ne' schiavitù, non parlava di noi, solo di noi... ma per il bambino... il nostro bambino!- Si agita sulla roccia, come per cercare una posizione migliore. -Lei morì... e io ero distrutto! La mia stabilità mentale ne risentì, rifiutai ogni contatto, ogni aiuto che mi veniva dato. Memok tentò di aiutarmi, ma sconsigliò Ossydianne di rivelarmi ciò che era accaduto... forse riteneva che non avrei sopportato il colpo. Ma ora qualcosa è cambiato... forse io sono un po' cambiato... e lui ha ritenuto che potessi ricevere il katra di quel bambino...- assapora l'aria, carica di salsedine, della baia.
-Io... T'Eia... il bambino...- raccoglie una foglia appena caduta dall'albero e la rigira tra le dita -Sarebbe stato... affascinante.-
Quanto dolore... il pensiero mi passa per la mente, vorrei fare qualcosa, ma cosa?
L'unica cosa che posso fare è condividere il dolore... il suo dolore... il mio dolore... e così inizia...
-Nel mio tempo... nel mio mondo...- mi ritrovo a fissare la punta delle mie scarpe -Ero un soldato, che combatteva una guerra tenuta segreta alla gente comune.- soppeso le parole -Combattevo gli alieni!-
Vaarik ha un moto di stupore.
-Già Vaarik... hai capito bene! Nel mio tempo, nel mio mondo, noi due non saremmo su una roccia a parlare... uno di noi due... sarebbe morto!- Non riesco a togliere gli occhi dalla punta delle mie scarpe.
Raccontare... ciò che ero, è sempre molto doloroso.
-Difendere la Terra, questo era ciò a cui ero votato, e a causa di ciò... non ho mai avuto una vita realmente mia! Era impossibile averne una. Nessuna vita, nessun legame... niente! Certo, avevo degli amici, ma ora mi rendo conto che erano solo ombre. Certo, era gente a cui devo la vita un migliaio di volte... ma in realtà ero solo... semplicemente, completamente solo!- Sospiro -Ma non è stata la solitudine o il rimpianto di ciò che avevo perduto a crearmi un trauma, quando saltai in questo tempo... Imparare a convivere... con ciò che mi avevano insegnato ad odiare... questo fu il vero trauma! Poi, pian piano con l'aiuto di persone meravigliose, come Jaen Luc, Will, Data, Dianna... ho imparato che in fondo, le persone erano come me, stessi pensieri, emozioni, stessi problemi... stesse paure... stesse speranze... anche se quelle persone si erano evolute sotto un sole che non era il mio...-
Per la prima volta, da quando ho iniziato a parlare, guardo in volto Vaarik.
-Sai, se non fosse stato per Jean Luc e la sua passione per l'archeologia... non avrei mai incontrato la donna della mia vita... è strano, ma anche Ossydianne è un'aliena... nel mio tempo non riuscivo a legarmi a nessuna donna... ora... non posso concepire la mia vita senza di lei... ironico vero?-
-Probabilmente... Si!- annuisce Vaarik.
-Sono stato fortunato... e ho abbattuto quelle barriere...- finisco.
Vaarik si incupisce un attimo: -Io non ho mai avuto la capacità di farmi aiutare...-
-Beh, mi sembra il momento di una inversione di tendenza.- lo fisso negli occhi neri, anche se la cosa mi spaventa non poco.
Vaarik soppesa, per qualche secondo, la mia proposta.
-Forse hai ragione- sussurra.
-Se il mio dolore e la mia felicità possono aiutarti- sorrido -amico...-
Vaarik solleva la mano verso il mio volto, chiudo gli occhi... la mia prima fusione mentale... ho paura...
-La mia mente nella tua mente, i tuoi pensieri nei miei pensieri.-
... sento la sua voce...
... un dolce volto annerito dal fumo
... il suo sorriso triste
... il suo dolore da condividere
... amico... amico...

 

ACCADEMIA DELLA FLOTTA STELLARE
Qualche giorno dopo...

FAME... un concetto chiaro per tutte le razze, unica variabile a tale concetto, è l'elemento di nutrizione atto a fermare tale concetto... ovvero... CIBO.
Nel mio caso, l'equazione è semplice:
Cadetto = fame = replicatore alimentare = mensa = compagni di corso.
Mentre attacco un fumante piatto di fettuccine al sugo, dò uno sguardo al nostro tavolo, Vaarik, accanto a me, degusta la sua solita zuppa di patate andoriane, dal piatto di Ilai si alza un disgustoso odore di cavolo, Rebecca lotta con una suola di scarp... pardon, bistecca, Gabriel si nutre da una cellula di energia, Eru... BLEEHHH
Non voglio sapere cosa sia quel liquido rosso che sorseggia e Dizzie... beh, lei, da brava velociraptor, sta sbranando allegramente un qualcosa a mezzo tra un pollo e una lucertola!
Renko, con aria annoiata, crea cerchi concentrici, col cucchiaio, in una pappocchia che langue nel suo piatto... tanto è disgustosa la pappocchia alla vista, tanto è gradevole l'odore emanato.
Ad un tratto, Vaarik si irrigidisce, come colto da un'ispirazione improvvisa... o dalla puntura di un'ape klingon.
-Tutto a posto?- mi preoccupo.
Vaarik lancia uno sguardo con fare da cospiratore, al tavolo... poi sussurro:
-Stavo pensando... hai poi scoperto, come ha fatto la giacca a finire sotto il letto e la scarpa nell'armadio?-
Ho percepito distintamente i sangue fluire ai capillari delle mie gote... mentre Vaarik mi fissa perplesso per la mia reazione, la mia mano aveva già sollevato il piatto delle fettuccine...
Un nanosecondo dopo, Vaarik stava spostando un cespo di fettuccine che gli ricadeva sugli occhi, a mò di pettinatura rasta... cogita un attimo.
-Probabilmente non era una domanda così rilevante...- e mentre il sottoscritto continua a fissare Vaarik con una faccia che non promette nulla di buono... Ilai se ne esce con un: -Vaarik, era ora che tu sviluppassi un sano senso dell'umoris...-
PESSIMA IDEA.. penso vedendo Ilai franare a faccia in giù nella sua zuppa di cavoli.
Vaarik ritira con lentezza la mano dalla spalla dell'umano -Non preoccupatevi, si riprenderà tra due minuti, purtroppo...-
Un umano si alza dal tavolo vicino. Conosco, purtroppo, questa persona che risponde al nome di Torquato Tasso... Quato, per gli amici... anche se devo ancora capire dove siano i suoi amici...
-Vulcaniano, ti sembra il modo di fare?- sbraita -e... e tu Foster, appoggi cotal comport...-
Dizzie sposta velocemente il suo piatto dalla traiettoria di caduta del Tasso. -Peeerò! - si stupisce.
Stupito, ritraggo la mano dalla spalla di Quato e la fisso per un istante.
-Interessante!- esclamo.
Vaarik solleva entrambi i sopraccigli: -Foster???-
-Eeeehhhh?!?- esalo.
-Come fai a conoscere la...?- domanda il vulcaniano.
-E che ne so... mi è venuto così... d'istinto...- rispondo ancora incredulo.
-Oh Mio Dio...- sussurra Vaarik.
-Per Surak... non mi dire che...?- piagnucolo.
-Ehi raga... che cavolo avete combinato voi due?- chiede Renko improvvisamente attento.
Con il volto di due bambini, beccati dalla mamma con le mani dentro il barattolo dei biscotti:
-NIENTE... NIENTE...- urliamo all'unisono.
-Sarà...- ci lancia un'occhiata dubbiosa ed indagatrice il buon Renko -ma voi non me la raccontate giusta.-
-Chiiiiiii, noiiiiiiiiiiii?!?- sempre all'unisono.
La nostra faccia è talmente buffa, che la tavolata non resiste...
...le risate sono sempre liberatorie e scacciapensieri... anche in accademia...

 

- Fine Capitolo -