Vaarik aveva passato una notte assolutamente orribile. Un numero imprecisato di volte il vulcaniano si era svegliato di colpo, madido di sudore, intrappolato nelle sue coperte. Aveva sentito lo stomaco rivoltarsi in una danza selvaggia, e quel sapore orribile tornare ad impastargli la bocca riarsa. E ogni volta le sue labbra screpolate avevano sillabato lentamente le stesse, identiche parole: Maledetti peperoni...
Tre amici camminano sotto un portico, illuminato dalla fredda luce delle lampade al neon. Il primo è un umano. Alto, castano, di bell'aspetto. Il secondo è un vulcaniano, i lunghi capelli corvini legati in una severa coda. Il terzo... dov'è il terzo? Era qui un minuto fa!
"Certo che l'Italia è davvero bellissima" commenta l'umano, penserioso. "C'ero stato qualche volta, ai miei tempi e, sapete? non è cambiata di una virgola!"
"Considerando che vieni dalla fine del ventesimo secolo, non sono certo che il tuo sia un complimento," risponde il vulcaniano, continuando a camminare.
"Non intendevo in quel senso. Voglio dire: guardati attorno! Questa piazza probabilmente è rimasta identica negli ultimi otto secoli! Qui, i miei trecento anni di salto non sembrano poi così tanti..."
"Se è per questo, su Vulcano vi sono dei luoghi il cui aspetto è rimasto immutato da più di trenta secoli..."
"UFF! Sempre a fare il pignolo, Vaarik"
"Io preferisco definirmi... preciso."
"EHI, RAGAZZI! IO HO FAME!" Ecco il terzo che sbuca da dietro un angolo.
L'umano controlla il suo cronometro dal polso. "In effetti è quasi ora di cena. Qualche idea per il ristorante?"
"Non guardate me," dichiara il vulcaniano stringendosi nelle spalle.
"Posso vedere cosa consiglia il mio PADD" dichiara l'ultimo arrivato, e comincia a digitare su un piccolo palmare che compare magicamente tra le sue mani. "Dunque, ristoranti tipici... Ecco. Questo non sembra male. Ed è anche piuttosto vicino..."
Pochi minuti dopo sono davanti l'ingresso del locale. Il vulcaniano solleva lo sguardo per leggere l'insegna. Il suo volto si incupisce impercettibilmente. "Renko, sei sicuro che sia una buona idea?"
"Certo! Non ti fidi di me?"
Sull'insegna è possibile leggere "Da Jack e lo Zio"...
La mattina dopo Vaarik stava ancora pagando care le conseguenze della sua imprudenza, e terribili incubi di peperoni glassati e strutto montato a neve continuavano a perseguitarlo. Si può quindi facilmente capire come non fosse nel suo stato d'animo migliore quando Foster ebbe la splendida idea di introdursi di soppiatto nella sua stanza e ribaltare il suo placido giaciglio. Vaarik si ritrovò quindi senza alcun preavviso scaraventato sul pavimento, dibattendosi come un pesce a cui fosse stata sottratta improvvisamente tutta l'acqua.
"No!, i peperoni no!" annaspò il vulcaniano dal pavimento, rendendosi infine conto d'essere sveglio.
"Buongiorno, Vaarik. Dormito bene?" gli domandò serafico l'umano, appoggiandosi sul bordo del materasso. In una frazione di secondo Foster si ritrovò di fronte la non proprio rassicurante faccia di Vaarik, il quale nel frattempo aveva già probabilmente pensato a sedici modi diversi per porre fine alla vita del terrestre.
Ma Foster non era certo tipo per preoccuparsi di queste piccolezze. "Wow," lo apostrofò, "non ti avevo mai visto con il simbionte tutto spettinato!" L'umano aveva preso da qualche tempo a chiamare in quel bizzarro modo la coda di cavallo di Vaarik, sostenendo che secondo lui quella era una forma di vita a sé stante. E in effetti, era una cosa quantomeno inconsueta sorprendere Vaarik con una pettinatura appena meno che perfetta. Eccetto che appena sveglio dopo una notte agitata, naturalmente.
Con un leggero ma chiaramente distinguibile filo di fumo nero che gli usciva dalle orecchie, Vaarik fece ricorso a tutto il suo autocontrollo per evitare di strangolare il terrestre.
"Foster," sibilò il vulcaniano, "svegliare qualcuno in questo modo è sicuramente illogico. E in taluni casi, può essere anche piuttosto... pericoloso," disse con uno sguardo significativo. Poi aggiunse, come per un ripensamento "...e smettila di paragonare i miei capelli ad un verme!"
Ma, a quanto pareva, Foster si stava divertendo troppo per mollare la presa. "Suvvia, Vaarik, non fare così!" ridacchiò. Poi osservò il vulcaniano con fare pensieroso. "Ma lo sai che quando ti arrabbi sei ancora più carino? Dev'essere così che hai fatto colpo su quella... dai, come si chiama... quella che è uscita nuda dalla tua doccia..."
A quel punto Foster notò tre piccoli indizi, i quali gli suggerirono che forse il vulcaniano stava cominciando a perdere sul serio la pazienza. Essi furono, nell'ordine:
1. La carnagione di Vaarik cominciò a sfumare dal consueto verdolino vulcaniano al verde muschio per poi tendere decisamente al verde palude
2. Il filo di fumo che precedentemente usciva dalle sue orecchie divenne rapidamente un vero e proprio getto di vapore, con tanto di fischio da bollitore impazzito
3. Gli occhi di Vaarik cominciarono a brillare di una luce sinistra, un po' come quelli delle jene nelle riprese notturne dei documentari
Foster guadagnò saggiamente l'uscita, continuando a ridacchiare. "Su, su... buono, Vaarik... buono..." Poi scomparve dietro la porta, chiudendo rapidamente l'uscio dietro di sé. Proprio in quel momento un piccolo d'k tagh si piantò con un sonoro "toiiiing" nel robusto legno d'abete della porta, proprio nella posizione dove fino a pochi istanti prima c'era la testa di Foster.
Foster e Renko stavano già strafogandosi di uova e salsicce quando Vaarik li raggiunse nella sala comune dell'albergo. Prendendo la sua porzione di pane e un'abbondante provvista di marmellata, Vaarik si sedette al loro tavolo.
"Allora, Paul," iniziò, addentando una fetta di pane imburrato, "oggi veniamo giù dal Grostè/Spinale?"
Vaarik aveva imparato a sciare qualche settimana prima in sala ologrammi, e da allora si era allenato piuttosto spesso con Foster, che era un vero appassionato. Il terrestre annuì mentre poggiava la sua tazza di caffè forte. "Sì, la neve è buona."
"Di cosa state parlando?" chiese Renko, incuriosito.
"Sciare," spiegò il vulcaniano. "Un'attività sportiva che consiste nello scendere dai pendii coperti di neve utilizzando come superficie slittante due lunghe aste appiattite fissate ai piedi."
"Parla per te," disse l'umano con aria snob. "Io uso lo snowboard."
"Uh, lo conosco," fece Renko, entusiasta. "Vengo anch'io!"
I tre amici terminarono rapidamente le loro colazioni, parlottando delle città italiane che avevano visitato nei giorni precedenti. Foster se ne era letteralmente innamorato, mente Vaarik continuava a sostenere che le città su Vulcano erano costruite secondo impianti urbanistici di gran lunga più efficienti. Dal canto suo, Renko si lanciò in un'entusiastica descrizione dell'architettura del suo pianeta, Delta Gamma IV, che si rivelò essere più che altro un miscuglio assolutamente folle degli stili architettonici più disparati. Ma questo, in fondo, non è che li stupisse più di tanto...
"Allora, Vaarik, ce l'hai fatta?"
"Arrivo..." pattinando leggermente sugli sci, il vulcaniano si avvicinò a Foster che lo aspettava al margine delle piste. Anche se la Discipina non lo avrebbe permesso, Vaarik non poteva fare a meno di sentirsi lievemente imbarazzato in quella inconsueta tenuta: poche ore prima Foster l'aveva rapito e insieme avevano letteralmente saccheggiato un negozio di articoli per lo sci. Foster, armato del suo amato snow-board, esibiva un completo blu e argento molto figo con la scritta "Attenzione: Recipiente Sotto Pressione" ricamata sulla schiena, mentre Vaarik non si era smentito acquistando un completo da sci totalmente e disperatamente nero, con grande disappunto del commesso.
Proprio in quel momento li raggiunse Renko, avanzando con circospezione sulla superficie scivolosa: a quanto pareva Renko si era lasciato prendere un po' la mano dagli acquisti, ma nessuno degli altri due osò avanzare alcun commento sul suo abbigliamento. Giusto per dovere di cronaca andiamo ad esaminare quanto indossato da detto cadetto.
Abbigliamento di Renko: tutona super-aderente da gara in tetrakevlar color Stabilo Boss Giallo, con tanto di ginocchiere, gomitiere e pettorale numerato zero-zero. Sciarpona in lana grezza del Borussia Dorthmund avvolta intorno al collo, completata da passamontagna nero stile rivoluzionario equadoriano, dal quale spuntavano inconfondibili i caratteristici occhiali da sole di Renko. Proseguiamo poi con: cappello tirolese originale garantito con vera piuma di fagiano e scritte inneggianti al Sudtirolen Volksparteid. Ai piedi, scarponi Fergusson rosso fuoco a tripla ridondanza, con luce posteriore intermittente antinebbia. Sci in duranio leggero da competizione estrema, di almeno due metri e mezzo di lungezza, con bandierine della Federazione sulla punta. Racchette decorate a spirali bianche e rosse con paramano metallico istoriato. Dulcis in fundo, barilotto di cognac stile San Bernardo appeso al collo e impareggiabili paraorecchie di peluche rosa confetto.
-Alla vostra destra e alla vostra sinistra due caratteristiche racchette da sci, sotto di voi potete notare degli sci di fabbricazione locale...- Il cappello di Renko stava parlando. Vaarik sollevò entrambe le sopracciglia.
"Bello, vero? E' un Sensore Personale di Ausilio Turistico, me l'hanno dato in albergo. Vede tutto quello che vedi tu, e se viene puntato verso qualcosa di interesse turistico, parte una registrazione che ti istruisce su quello che sta vedendo. Per esempio se lo punto verso Foster non rileva nulla, ma se guardo il suo snow-board..."
-Davanti a voi potete ora ammirare uno snow-board, queste tavole, divenute di moda verso il XX secolo...-
"Stai fermo con quella testa, Renko!" urlò Foster. "E' uno strazio!"
"Ok, ok... Ehm... a proposito, ragazzi... io dovrei andare al bagno..." disse Renko, saltellando sul posto. "Sapete... il freddo..."
"Segui il cartello," suggerì Vaarik, da bravo vulcaniano.
"Giusto, il cartello! Torno subito" li rassicurò Renko, allontanandosi in tutta fretta. "3 Cessi, per di qua..." Vaarik, che in quel momento stava lottando con uno dei suoi attacchi, non fece più di tanto caso alle parole di Renko. "...solo tre? Mi sembrano un po' pochi, per tutta questa gente..."
In quel momento un allarme si mise a urlare alla base del suo cranio, e Vaarik si lanciò all'inseguimento di Renko ancora prima che il suo cervello si rendesse conto di quello che stava facendo.
"RENKO!, NO! LA CESSI... NON E' IL BAGNO! E' UNA PISTA..."
In quel momento lo sentì. Un urlo che si espandeva nella vallata come una nube di gas incandescente, scuotendo le cime degli alberi al suo passaggio.
"PORCAVACCAAAHHH!!!"
"...nera." finì tristemente Vaarik, arrestandosi sull'orlo di un baratro innevato.
"Gentili olospettatori, buogiorno. Per chi si fosse messo in ascolto solo ora ricordiamo che siamo collegati con Madonna di Campiglio, Terra, per trasmettere la seconda manche dello slalom speciale femminile valido per il Campionato Federale di Sci. Il sole splende alto qui sulle Alpi, ma la temperatura rigida ha contribuito a mantenere lo strato di neve molto compatto. Una giornata davvero ideale per sciare, non trovi Gunther?"
-- Adzolutamente zì. Lo hanno pen timostrato le atlete nella prima manche, facendo seg'nare dei tempi daffero notefoli.--
"Ricordiamo a questo proposito l'ordine di arrivo della prima sessione di gara: Prima Aloise Weissner, con un minuto, trentanove secondi e ventun centesimi. Seconda Tass Lonell, a sette centesimi dalla prima, mentre terza è T'Lod con un distacco dalla capolista di poco più di un decimo. Prego intanto la regia di mandare la classifica completa in sovraimpressione..."
-- Kome ti dicefo, sono dei tempi daffero notefoli, soprattutto se si tiene konto ke la faforita Bibi Talanich ha inforkato ed è quindi finita fuori gara... --
"Già, una vera sfortuna quella della Talanich, che dopo una manche strepitosa si è vista portare via la vittora per un soffio."
-- E' fero. Propapilmente ha foluto strafare negli ultimi passacci. Purtroppo kvesta è una pista impietosa, e se stringi troppo le traiettorie, prima o poi finisci per inforkare un paletto. --
"Parole sante, Gunther, parole sante. Ma sta per iniziare la seconda manche: vediamo la Kollerssen che si avvicina al cancelletto dipartenza. Taeko Kollerssen è una ragazza di grande talento, ma finora non è mai riuscita a salire sul podio in una competizione ad alto livello. Vediamo un poi' come se la cava nella partenza... Si prepara a prendere lo slancio e... Ma...! Un momento! Che succede? C'è grande agitazione ai margini della pista... regia, mi sapete dire cosa... Uno sciatore! Uno sciatore è entrato in pista senza autorizzazione! Anticipando una allibita Kollerssen, si è gettato in pista scavalcando il cordone di sicurezza. Ora sta scendendo a tutta velocità, esibendosi in inconsulte quanto impavide acrobazie, incurante dei richiani degli addetti alla pista. E' la prima volta che mi succede una cosa del genere, ma uno sciatore con il volto coperto e una terrificate tuta gialla fosforescente ha appena fatto irruzione sulla pista e ora sta mietendo paletti come spighe di quadritriticale. Non so se sia un pazzo in cerca di notorietà o se abbia semplicemente perso il controllo degli sci, ma quel che è certo è che fila come il vento! Cosa ne pensi, Gunther?"
-- Pisogna tire ke il suo stile non è dei più puliti, ma c'è una certa elegantza nei suoi mofimenti... mi rikorda un po' il Turmeel dei tempi mig'liori...--
"Scusa un secondo, Gunther, mi avvisano dalla regia che altri due sciatori non autorizzati sono netrati in pista... vediamo se possiamo inquadrarli...eccoli! Li vedo! Sembra che stiano inseguendo il primo sciatore, ma non credo siano così veloci da tenere il suo passo... Regia, se fosse possibile stringere sull'inquadratura... perfetto! Ora li vedo piuttosto bene...Uno sta scendendo in snow-board, mentre l'altro utilizza un paio di sci convenzionali... Non vorrei sbagliarmi, ma credo che quello vestito di nero sia un vulcaniano..."
-- Sono d'akkordo... uno stile così metikoloso...--
"Attenzione, signore e signori! Il misterioso sciatore in tuta fosforescente non sembra minimamente intenzionato a fermarsi, ma anzi si dirige ora a folle velocità verso un bosco di abeti che costeggia la pista! Non ce la farà mai ad evitarli!"
-- Se non kurva immetiatamente, si sfracellerà kontro g'li alberi! --
"Sta per impattare... Santoddio!, non posso guardare!"
-- Proprio in kvesto momento lo sciatore è skomparso tra il fog'liame... Nezzuno sulla pista osa muofere un muskolo... Anke g'li alti due sciatori si sono fermati ai marcini del bosko... Il tempo kontinua a passare, ma dal bosketto non ciunkono ankora seg'ni di fita... Purtroppo le sperantz... Mario! Mario, apri g'li okki! E' passato! Non zo kome, ma è passato! --
"Oddio! E' vero! Signore e signori! Sembra incredibile, ma il misterioso sciatore è riuscito a passare incolume attraverso il bosco! Ricordate quello che dice il proverbio? _La fortuna protegge i bambini, i pazzi e le navi chiamate Enterprise_. Ora abbiamo la prova per quanto riguarda i pazzi... e finalmente possiamo tirare un sospiro di sollievo per la salute dello sciatore, che..."
-- Aspetta a tirlo... La pista su kui è ora è estremamente trafficata... Se non riesce a fermarsi, potrebbe infestire kvalkuno! --
"Hai ragione, Gunther. Vediamo infatti che gli altri sciatori si stanno gettando letteralmente fuori dalla sua traiettoria... speriamo che non finisca addosso a nessuno...
Colpo di scena! Gli altri due sciatori sono ora ricomparsi, e stanno inseguendo a tutta velocità il primo! Con ostinata caparbietà, stanno incollati palmo a palmo al loro obiettivo, costringendolo in diagonali sempre più strette. Ancora qualche metro e l'avranno raggiunto... coraggio... ce l'hanno quasi fatta... Contatto! Con un'abile mossa a tenaglia, i due sono finalmente riusciti a intercettare il misterioso sciatore. Grazie al cielo, il loro folle inseguimento è finalmente giunto al termine, e i tre stanno ora rotolando innocuamente sulla neve fresca!"
-- Kome potete federe, sul posto stanno arrivando gli addetti alla pista, pronti a prestare i primi sokkorsi... --
"A quanto pare tra loro c'è anche un nostro cameraman... Regia, vedete se riuscite a collegarmi con lui... Ecco, ho le immagini: i tre sciatori sono a terra, distesi sulla neve in un intreccio laocoontico... Ecco che lo sciatore in tuta fosforescente cerca di alzarsi, di dire qualcosa... Che voglia spiegare i motivi del suo gesto?"
"Ragazzi, non usate i bagni di qui, sono pieni di spifferi e mal frequentati. "