"Golf estremo?"
"Esatto. Un vero spasso. Ci divertiremo un sacco, te l'assicuro."
"Renko..." nella voce di Foster c'era una nota di panico.
"Che c'è?" si sentì rispondere.
"Quello... NON è il campo, vero?" chiese l'umano, lo sguardo fisso davanti a sé.
"Certo. Perché?" domandò Renko, aggrottando perplesso le sopracciglia.
"Ma è quasi verticale!" Foster era sbiancato.
"Ovvio! Altrimenti, dov'è il divertimento?" esultò Renko, con un luminoso sorriso.
Dietro di lui, Vaarik si passò una mano sul volto, sconsolato. Cominciamo bene...
Vaarik fissò con concentrazione la sua pallina, placidamente appollaiata su uno sperone roccioso. Impugnò la mazza come gli aveva mostrato Renko, poi fissò lo sguardo dove sapeva si trovava la prossima buca, ossia oltre le cime di una quercia in lontananza. Ruotò il busto fino a portare l'impugnatura della mazza dietro l'orecchio destro, inspirò profondamente. La mazza percorse un veloce arco sibilando furiosamente, ma mancò clamorosamente il suo obiettivo. La pallina non si mosse di un millimetro, ma Vaarik si ritrovò a prillare vorticosamente su se stesso, appeso come un salame all'imbracatura che gli impediva di cadere nello strapiombo sotto i suoi piedi.
Un vero spasso... ringhiò tra sé e sé, mentre attendeva inutilmente che la sua velocità di rotazione scemasse.
Renko, intanto, raccoglieva con noncuranza la sua pallina dalla buca.
"Vedi, non è poi così difficile," disse a Foster, che lo guardava con sospetto.
Tirò fuori un piccolo PADD dalla tasca e iniziò a digitare. "Dunque, terza buca... Due sotto il par. Non male. Tu invece sei a..." Si interruppe un istante. "Ventisette sopra il par." Guardò di sottecchi l'umano attraverso le lenti scure. "Si può migliorare," commentò blandamente.
"Rrrrrhhh..." fu la sola risposta di Foster.
"A proposito," disse Renko guardandosi attorno, "chissà a che punto è Vaarik..."
Proprio in quel momento tra le valli risuonò un grido furioso, che non era né di uomo, né di belva, né di diesel.
Una mazza da golf andò a conficcarsi profondamente nel terreno del green accanto ai loro piedi.
"Ci raggiungerà presto..." disse Foster, facendo cenno a Renko di proseguire.
Una mano sporca e insanguinata spuntò oltre il bordo di una scarpata. Si aggrappò convulsamente a una roccia che sporgeva, cercando di mantenere la presa. L'altra mano emerse subito dopo, avvinghiandosi ad uno sterpo. Vaarik si issò faticosamente oltre la cresta, il viso contratto nello sforzo. Slanciò una gamba oltre la scarpata, rischiò di mancare la presa, ma con uno sforzo sovrumano riuscì a non perdere l'appiglio e infine rotolò al sicuro sulla piccola sporgenza erbosa.
Maledetto frullato genetico, fu il suo unico pensiero mentre respirava pesantemente contro l'erba soffice e fresca.
Vaarik raggiunse gli altri due mentre Renko dava una mano a Foster a scalare una parete di roccia.
"Bene. Ora aggancia il moschettone... Non lì, più a destra!"
"Qui?"
"Ho detto destra!"
"Questa E' la destra!"
"La MIA destra!"
Be', forse 'dare una mano' non è il termine più accurato...
"Oh, Vaarik! Bene arrivato. Come è andata all'altra buca?"
"Non fare domande."
"Ma mi serve per aggiornare il tabellino..."
"Non. Fare. Domande."
"Ok. Se lo dici tu..."
Foster intanto li aveva raggiunti. "Grazie per l'aiuto," ringhiò contro Renko l'umano, guardandolo malissimo.
Vaarik prese posizione all'inizio della buca successiva. Accanto a lui, Renko attendeva tranquillamente sul margine di uno strapiombo, conversando con Foster.
"Senti, Paul, ho da proporti un affare..."
Poi Vaarik si concentrò totalmente sul tiro che doveva fare.
Allarga le gambe. Stabilizzati bene sui piedi. Impugna la mazza. Mano destra in basso, mano sinistra in alto. Fletti le ginocchia. Porta la mazza dietro all'orecchio destro. Inspira. Non pensare a nulla, concentrati sul momento. Colpisci.
STOK!
Colpita! pensò Vaarik, permettendosi un lieve stupore. La pallina percorse una rapida parabola in aria, poi iniziò a discendere, finendo dietro un albero.
"AHIA!"
Vaarik si guardò velocemente in giro, assicurandosi che nessuno lo stesse osservando. Poi nascose la mazza dietro la schiena e si allontanò quasi fischiettando.
"Dov'è Renko?" chiese a Foster quando lo ebbe raggiunto.
"Gli è inspiegabilmente franato il terreno sotto i piedi," rispose angelico l'umano, indicando con un dito verso il basso.
Vaarik si sporse su precipizio e vide Renko dondolare lentamente come un pendolo. Alzò le spalle con noncuranza.
"Gli incidenti capitano," sentenziò. Poi indicò con un piede un sassolino al margine della scarpata. "Ad esempio, vedi questo sasso com'è in bilico? Basterebbe un niente e... ops!"
Il sassolino rotolò giù per la scarpata, provocando una piccola frana che piovve casualmente proprio sulla testa di Renko
"Non preoccupatevi! Non mi sono fatto niente!"
"Peccato," commentò sottovoce l'umano, dando voce ai pensieri di entrambi.