Unità abitativa numero 74757 suona male, diciamo CASA,
per quattro anni. Padd in mano, sacca in spalla, sono davanti
all'entrata di un palazzo enorme... rileggo il numero, 74757... PORCO Q...
più piccolo NO vero? Entro ed inizio il conto alla rovescia... noo,
progressivo, arghete... dopo 74757 porte e un maledetto male ai piedi,
eccola. "S.F.A.U.A. 74757 / Cadetto FOSTER PAUL J. / Cadetto KAMSTER",
recita la targhetta sulla porta... Kamster? E chi è costui? Swishhh,
la porta si apre. Però... non male, l'ambiente è ampio e confortevole.
Letti soppalcati, armadi di tela tipo marinaro, pensando al "marinaro" mi
ricordo, improvvisamente, le cabine anguste degli SKYDIVER e gli attacchi
di claustrofobia che provocavano in ED STRAKER... ED... il mio comandante,
il mio amico ED... la nostalgia del passato ritorna. No... cavoli! Non
posso farci nulla, è più forte di me, spazio, tempo, usi e costumi...
razze, sono nettamente differenti... allora, perché basta un nulla per
farmi ricadere nel passato? In una vita che non potrò mai più riavere?
MALEDIZIONE PAUL... sei qui ora... S.F.A.U.A.74757... non mi basta ...
AIUTO... come mi ha detto di fare il Comandante Troy... pensa a qualcosa
che valga la pena... Ossydianne... vale la pena, sì, lei vale la pena...
"quattro anni, Paul, devi resistere quattro anni..." mi ha detto. OK,
concentrati sulla stanza, continuo a guardarmi intorno, alzo gli occhi e
noto qualcosa di strano... E QUELLO COS'È? Su uno dei letti,
giace... se si può usare il termine giacere, per una palla di pelo del
diametro di 70-80 centimetri! OH MAMMA! NON SARÀ MICA IL MIO COMPAGNO DI
STANZA??? Lui... Lei... Boh! Non si è mosso minimamente, e dire che di
rumore ne ho fatto, mettendo via la mia roba personale... ho anche
ascoltato della musica! Niente, non si è mosso, una palla di pelo su di un
letto. Sapessi, almeno, cosa sei! E, se sei una lei? OPSSS, sto girando
per la stanza in boxer... ehmmm! Beh, pensiamo a dormire, e mentre
scivolo tra le braccia di Morfeo, mi torna in mente il discorso tra me e
Meferura, sui compagni di stanza... -Almeno il tuo compagno di stanza
non fa rumore- si lamentava il caitiano. Alla mia domanda sul suo
compagno rispondeva triste: -Ho tonfi e strombazzi come compagno...- Ho
ridacchiato -La blattona? E dài, fastidio non dà, si esprime con dei suoni
impossibili, pooo pirrit stump tung poooo, non è il massimo della
compagnia ma...- Non mi ha lasciato finire la frase: -RUSSSA!!!- ha
urlato il caitiano...- -EEHHH???- una blatta che russa? Proprio esula
dalle mie esperienze. -POOFT SPOOOFT SSTUNG POOOOO STUNDGHTE- simula la
russata -Non mi fa dormire, e tu sai quanto sia importante il sonno per
noi Caitiani.- -Meferura, dammi retta...- Mi ha guardato con due
occhioni spalancati -Dimmi o mio salvatore- Sogghigno al pensiero
-Procurati un phaser funzionante.- Ora mi guarda stupito
-Scusa?- -Regoli su stordimento, ZAPPPP, e vedrai che dormi tutta
notte.-
L'unica cosa
certa è il movimento ritmico della palla pelosa, il che fa supporre che il
cadetto Kamster... respiri! JAWNNN... SSOOOONNNNNNOOO! Tu sei lì, nel tuo
lettuccio, e lo senti... così all'improvviso... CRIC CRIC SPUT CRIC CIOMP
SPUT CRIC CRIC CRI STUN CIOMP... AAAAAAAAAHHHHHHHH. Oh mamma! Un rumore
fetente da accapponare la pelle, spalanco gli occhi! Nel buio della
stanza, quel rumore continua e due FARI ROSSI si
muovono. Fruuussshhhh... la mia mano esce dalle coperte, acchiappo la
prima cosa che mi capita a tiro ed eseguo la famosa manovra detta ZEPPOLA
VOLANTE (messa a punto dai piloti degli intercettori a BASE LUNA, per
zittire Lou Waterman, quando russava... oh, riusciva a far tremare le
porte stagne, potente, anzi no, pericoloso, pensate se un portello
cedeva... e come la spieghi, una decompressione esplosiva da
russata?) VIA... LANCIO!!! Swisccchhhhh... mi viene un dubbio... "adso
da melk"... non avrò lanciato la bat'telh? -IIIIIIIHHHHHHHH...- si ode,
nel buio, un urlo disumano... -LUCI!-, urlo disperato, sta a vedere che
ho accoppato il mio compagno di stanza. Sul letto di fronte al mio, un
enorme roditore, a cui la bat'telh ha mancato la testa per soli tre
centimetri, tremante di paura, mi fissa terrorizzato. A me scappa da
ridere, tra tutte le razze di alieni... divido la stanza con un cricetone
da due quintali? NAAHH... Ridendo, trovo la forza di domandare -Mister
Kamster... i suppose.-
BIPBIPBIP...
Perché? PERCHÉ, esistono ancora le sveglie? Io ho sonno, e poi sono ancora
sotto l'effetto del Jet Lag... certo, Marok ha cercato di convincermi sui
pregi della melatonina... -Le assicuro, cadetto, che il prodotto è del
tutto innocuo. E' in commercio dalla fine del XX secolo, è stato testato ,
con successo, sulle pecore e non ha dato effetti collaterali.- ha spiegato
al sottoscritto... sarà... ma in tutta la mia vita come pilota o
passeggero, sui voli intercontinentali non ho mai incontrato una pecora,
detto per inciso, neanche nei voli a breve percorrenza. Stiracchiandomi
mi avvio al bagno... mi sveglio del tutto vedendo bene l'interno di detto
bagno. Con sconforto, mi avvicino alla doccia sonica... MA IO NON CI
STO DENTRO! PER CHI L'HANNO COSTRUITA? PER BARBIE?... per non parlare
dell'altezza a cui è situato il dispensatore sonico di detta doccia. 150
cm dal piatto doccia? Scrat scrat mumble... 193 meno 150 uguale 43 cm di
dislivello??? AAH!, È REGOLABILE! MA IL WATER... QUELLO NO, PORCO
Q. -'giorno- borbotta il cricetone appena alzato, del tutto dimentico
di ciò che è accaduto durante la notte. -VIVO?- domando ricordando
perfettamente CIÒ che è accaduto -Niente postumi?- -Perché?- si
stupisce il pelosino... -Uh, niente, niente - svicolo infilando lo
spazzolino da denti in bocca. -Per il sacro roditore,- inizia a
stiracchiarsi -stanotte ho fatto un sogno orribile.- cerca qualcosa
nell'armadio -Pensa, ho sognato che mi lanciavi contro una
bat'telh...- -Jjgg coooff coooff-, strangozzo disperato, col
dentifricio che mi va di traverso -... che si piantava lì nel muro... -
indica il muro, e rimane a fissarlo allibito -Che strano! C'è un taglio
nel muro...- -Zeppola volante- tento di spiegare, pronto alla
fuga. -AAAHHH!- urla Kamster. -Oh! Svelto,- tento di distrarlo -che
abbiamo il colloquio col rettore.- -TU TU TU TU...- tenta di esprimere
le sue emozioni, il poveretto... mentre io guadagno
l'uscita. -Kamster... perché suoni occupato?- ho la sfacciataggine di
chiedere al poveraccio, poi mi dò alla fuga inseguito da un: -MI POTEVI
AMMAZZARE - che fa tremare i vetri.
Come volevasi
dimostrare, sono stato preceduto da una marea di cadetti... devo fare la
fila come al supermercato, mi sorge un dubbio... ma esistono ancora i
supermercati? Ma che cavoli di domande mi pongo! Devo ancora abituarmi
a tutte le nuove razze, gli alieni, una volta erano miei nemici... solo
ieri, ho avuto un impatto tremendo arrivando! Già i compagni in
spazioporto, poi sul piccolo bus interno, il trill, la bajoriana
(caruccia, a parte il naso) ma più di tutto mi ha sorpreso di trovare un
imprimiano. La mia imzadi è di Imprima, quindi mi butto... e poi col
corso di Data, l'imprimiano lo parlo da Dio... -Ankhy nory sisch
amentorel.- il saluto tipico di Imprima non si scorda facilmente, anche
perché tutte le volte mi si arrotola la lingua -Kutma, mi atma?- domando
(OK... sono buono e traduco... "Signore, mi può aiutare?"). Mi guarda
stupito -Yalt! Ur atma.- ("Salve! Che aiuto vuoi?"). -Ar ot'zari
Besidia? Imprima Dante Maxima Enbe?- proseguo con speranza in aumento
("Lei viene da Besidia? Imprima Dante Maxima Sette?"). -Besidia
O'Criathis?- gesticola -Nek up to yar yosta!- ("Besidia di Criathis? La
mia casa e lì!"). E vai!... è proprio del posto giusto... -Anturom'z
guardiamarina Ossydianne Kastual dej Rejkum, Lyss Elikariat Madraga Rhurig
to larpe? ("Conosci il guardiamarina O.K.D.R, il primo sorvegliante del
madraga Rhurig, la nera?"). Come se avessi nominato un mito, al ragazzo
si sono illuminati gli occhi -Nek Nek! Ossydianne! Ossydianne yostani
Besidia... okn ertu zig'ar...- ("Sì sì! O.! O. abita a Besidia... ma ora è
imbarcata..."). -ZIG'AR??- urlo in preda a disperazione... non è
possibile... che s***a!!! -Nek.- alza le spalle con fare sconsolato.
-Zig'ar -. -MAR!!! OLLOLO!- ("No! Aiuto!") sconsolazione totale e
sfigamentus enormis. Mi mette una mano sulla spalla -Yok yok!- tenta di
consolarmi -Mar aha! Ruf'tazine!-. ("Su su! Niente rabbia! Coraggio!").
Prima che me ne
possa accorgere, è il mio turno. Il Rettore Alenia D'Elena (che razza di
nome), un anziano andoriano, è seduto dietro ad un'ampia scrivania, tutto
preso nella lettura di un voluminoso fascicolo. -Così, lei vorrebbe
diventare... o meglio RIDIVENTARE, un'ufficiale? - indica il fascicolo
-Sto giusto leggendo "qualcosina" su di lei. Ammetto di essere sorpreso,
pochi cadetti hanno una presentazione del genere.- alza gli occhi, e si
accorge che il sottoscritto è lì in piedi, al centro dell'ufficio, " tinco
come un baccalà". -Si accomodi.- indica una sedia -Dobbiamo parlare...
NOI DUE!- Vorrei scappare, alla massima velocità consentita dalle leggi
della fisica... invece, parlo con un grosso puffo con le
antenne! -Certo, avere una presentazione da parte di un Capitano della
Flotta... aiuta.- incrocia le braccia, con fare paterno -Ma avere una
presentazione del Capitano Jean Luc Picard... Beh, non ho
parole.- Ecco, stai zitto... vorrei rispondere. -Nella sfortuna, ho
avuto un briciolo di fortuna.- abbozzo -Visto il modo in cui sono piombato
in quest'epoca... aver avuto come mentore Jean Luc... pardon, il Capitano
Picard, e un rodaggio di sei mesi sull'Enterprise, con l'aiuto di alcuni
membri dell'equipaggio... Insomma, il tutto mi ha preservato dalla pazzia
pura e semplice.- D'Elena sorride divertito. Non penso che nella storia
dell'Accademia ci siano stati molti cadetti con un passato come il mio...
forse Juzo Okita, Ossydianne mi ha parlato di questa persona... prima o
poi lo conoscerò. Appena mi rilasso un attimo, ecco gli occhietti del
rettore che mi fissano... -Ma perché proprio l'Accademia della Flotta
Stellare?- mi chiede, quasi dolcemente. -Perché l'Accademia?- ripeto
come un cretino -Uhm!... Bella domanda, forse perché è l'unico modo per
esplorare questo nuovo mondo... Sull'Enterprise, ho cominciato a capire,
ma non potevo pretendere di aver istruttori tutti per me... così ho
parlato con il consigliere di bordo. L'unico modo era ripartire da zero!
Sono un ragazzo di 400 anni, che guarda le stelle, e ora le posso
conoscere in un modo totalmente diverso... i mondi che ci sono, la
tecnologia, le razze, le lingue... in fondo sono fortunato! Io al
confronto dei miei amici del XX secolo, che immaginavano il futuro...
posso VIVERE il futuro.- D'Elena si rilassa sulla poltrona -E' questo
che si aspetta dall'Accademia?... La possibilità di vivere il
futuro?- -Non di vivere il futuro.- sospiro -Solo... VIVERE.- -Mi
dica... COLONNELLO... che ruolo ha, in questa epoca, la Flotta Stellare
per la Federazione?- -Perché ha usato il mio vecchio grado? Si aspetta
una risposta prettamente militare da parte mia?- -Abbassi gli scudi , e
disarmi i phaser... non pensavo di provocarla- ridacchia il rettore. -AH
NO? Strano... mi era sembrato...- meglio desistere -Da quello che ho visto
e capito, la Flotta non è stata concepita a scopo belligerante... "Ricerca
della pace, non della guerra, ricerca della perfezione" ha detto SAREK di
Vulcano a BABEL, se non erro, anche se parlare di pace con un BORG, deve
essere un tantino difficoltoso... Avete provato a mandare degli
ambasciatori?- chiedo. -Sì, ci abbiamo provato...- risponde fissandomi
-Li hanno assimilati.- -AH!- Sbircio il rettore. Spero che quello che
ho detto basti... anche perché non ne so abbastanza per essere più
preciso... cavoli... sono QUI da soli sei mesi, dieci giorni, dodici ore,
ventun minuti e cinque secondi... UFFFAA! -Ma lei...- l'andoriano si
butta verso la scrivania, appoggiando gli avambracci sulla stessa e
congiungendo le mani come pregasse -È disposto a SACRIFICARSI?- Devo aver
fatto una faccia strana, perché prosegue con la spiegazione -Qui in
Accademia, pretendiamo il massimo, ai cadetti chiediamo il tutto per
tutto... capisce?- -"Dopo i più accurati test clinici che lei abbia mai
sostenuto, dopo settimane di test psicanalitici, dopo un corso di
addestramento che la ridurrà a pezzi, lei sarà sì e no a metà strada".-
sorrido, D'Elena mi guarda incuriosito dalla citazione - Beh, Signore, con
queste parole il Colonnello ED STRAKER, comandante della S.H.A.D.O., mi
comunicò ciò che mi dovevo aspettare entrando in SHADO... Cosa posso
sacrificare all'Accademia? Signore... io ci sono già passato... posso
sacrificare tutto... Parliamoci chiaro, io non ho nulla da perdere, ma
tutto da guadagnare! Di tornare indietro non se ne parla, posso solo
andare avanti... Mi ci vede, nei panni di un commerciante?- Ha
ridacchiato -Ad essere sincero... NO.- -Autista di taxi antigrav?-
butto lì. -FOSTER! Non mi provochi!- toh, gli ho fatto perdere la
pazienza... vediamo se quando ti arrabbi sei vulnerabile come lo era il
generale Anderson, intanto lui continua a parlare -Potrei citare almeno
cento lavori adatti a lei.- Urca , non solo è vulnerabile... mi ha
mostrato il fianco. -OK, me li elenchi.- lo sfido, come se io non
avessi cercato vie di fuga. Con il comandante Troy, abbiamo spulciato
tutte, ma proprio tutte, le alternative... ma cosa crede, se avessi avuto
un'altra possibilità, sarei TORNATO A SCUOLA?? Apre due o tre volte la
bocca, ogni volta lo guardo con finta speranza, tutte le volte lui ha
richiuso la bocca fingendo di pensare e ogni volta io ho finto
delusione. -Accademia della Flotta.- ha sospirato alla fine,
arrendendosi -Può andare... CADETTO!- -Bene... AMMIRAGLIO.- mi alzo, e
mi avvio alla porta. Sulla soglia la voce di D'Elena mi blocca. -Nel XX
secolo, lei aveva a che fare con ufficiali di grado elevato, vero?-
domanda sornione... pondero un attimo la risposta. -Diciamo che un
Ammiraglio dell'epoca attuale, può essere... ehm, raggirato esattamente
come un certo Generale del XX secolo...- Mi guarda in un modo molto
strano -Cadetto... se non dovessi affrontare altri trecento cadetti, la
sfiderei a duello... quello consentito su un certo pianeta che lei conosce
bene... Ossydianne non le ha parlato di questa tradizione di
Imprima?- Mi sono grattato un attimo in testa, orpo se ricordo i duelli
legalizzati imprimiani... le akuciam'rà, le lame rituali da duello, sono
una delle prime cose che Ossy mi ha regalato. -C'è un detto klingon ,
Signore... Chegh chew jaj vam jaj kak... se non pronuncio male, che mi
sembra molto adatto.- -Per qualcuno che deve andare incontro al
futuro...- D'Elena si rilassa contro lo schienale della sedia -"Oggi è un
buon giorno per morire" non è molto adatto... Un consiglio, lei qui
ricomincia da zero, non da colonnello... si comporti DA ZERO...
CHIARO??- La porta si richiude alle mie spalle, devo comportarmi come
uno zero? E come si comporta, di solito, uno zero? Mi sa che tra il
sottoscritto e il rettore, non corra buon sangue.
-Ehi, Paul!- il
saluto mi strappa dai pensieri. Meferura, agitando le zampette pelose,
cerca la mia attenzione, vicino a lui Torquato Tasso discute animatamente
con Kamster e una strana signora. -OOHH, e tu chi sei?- esordisce la
donna -No, non dirmelo, tu sei Foster, ti immaginavo più alto, con i
capelli biondi e gli occhi verdi, ma vai bene anche così, sapessi come
sono emozionata, essere all'Accademia, hai per caso visto il mio bambino?
Sai, combina tanti casotti e così mi hanno mandato a sorvegliarlo, non
vogliamo mica che qualcuno si faccia del male! Ah, eccolo! Ciao ciao,
piacere di avervi conosciuto.- e parte all'inseguimento di un allampanato
ragazzo, che tenta disperatamente di sfuggirle -Q11, QUino... VIENI DALLA
TUA MAMMINA!- urla la signora. -GHEGH CHEW JAJ VAM JAJ KAK- mormoro,
con il tremendo chiacchiericcio della donna, ancora nelle orecchie, riesco
a comprendere perché questo tizio dal nome improbabile fugga. il micio
Meferura mi guarda un secondo, poi mi trascina via, parlando di orari di
lezioni, di biblioteche e di un certo posto interessante... una certa
osteria... DAI TRE TELLARITI, dice che si chiama... -E, prima o poi,
devi presentarmi questa Ossydianne... deve essere carina...- -M I C I
O...- lo minaccio con la mano alzata. -Ok, ok... mi passi il compito di
fisica?- azzarda. -Mai e poi mai!- rispondo continuando a
camminare. -Lo sapevo che mi avresti detto così.- gesticola con le
zampette. -Allora perché me lo hai chiesto?- "Mef" come sei buffo,
penso. -Davvero non me lo dai?... Andiamo, Paul, sono una schiappa in
fisica- implora. -Meferura Meriatamon di Cait...- sospiro, "Mef" ha uno
sguardo tra il supplichevole e lo speranzoso -... TU SEI UN
ROMPISCATOLE!- -Me lo dai, vero?? Dài, dimmi di sì... siamo amici...
nooo?... e dài Paul... Paul??? Non correre, non ti sto dietro... PAUL... P A U L!!!-
FOSTER... CHIUDO!
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