INCONTRO CON OSSYDIANNE

 

 

Paul Foster rimirò il tumulo celta, formato da dpadd di varia misura, colore e forma che troneggiava sulla scrivania del Capitano Picard... e realizzò che, forse, dietro quella scultura estemporanea si celasse Jean Luc.
-Cadetto Foster a rapporto, Signore- si presentò formalmente, come faceva da quando era entrato in Accademia; anche se era ancora lontano da essa, aveva già iniziato a frequentare i corsi integrativi...
La testa di Jean Luc apparve da dietro il tumulo -Ah, finalmente sei arrivato...- sbuffò.
Paul si stupì del tono informale del capitano -Signore, le faccio notare che questa nave non è esattamente piccola... ero in ingegneria e ci ho messo meno di tre min...-
Jean Luc si abbandonò, con fare sconsolato, contro lo schienale della poltrona -Scusami... non volevo...- sospirò -non avrei mai creduto che organizzare un meeting di archeologia universale fosse così stancante.- Aprì le braccia, in un gesto ampio come per abbracciare la massa di dpadd -Guarda che roba... non riuscirò mai a smaltirli in tempo per l’inizio del meeting.-
Paul annuì comprensivo -Ehm, vuoi una mano?- buttò lì.
Jean Luc sorrise -Speravo che tu me lo chiedessi... e la risposta è SI’!-

 

DUE ORE DOPO...

Will Riker stava per smontare dal turno in plancia. Fissò la porta dell’ufficio del capitano domandandosi che cosa stessero combinando quei due là dentro. Si alzò aggiustandosi la casacca, con un gesto oramai famoso...
-CMDR DATA... a lei la plancia.- disse avviandosi verso l’ufficio.
-Bene, signore.- annuì l’androide, mentre Will entrava nell’ufficio.
Appena la porta si chiuse alle sue spalle Will fece un passo avanti, non rendendosi ben conto di quello che vedeva.
-AAH! WILLL ATTENT...- urlò Jean Luc, ma l’avvertimento non raggiunse in tempo il primo ufficiale dell’Enterprise.
CRACKKK!
Will guardò sorpreso una marea di dpadd sparsi sul pavimento... poi con cautela si guardò i piedi... sotto il suo piede destro... pezzi di un dpadd rosso -UPSSSSSSS!- emise mentre alzava il piede, poi guardò i due uomini in piedi al centro del marasma -Chi ho eliminato con la mia leggiadra massa corporea?- domandò.
Paul sorrise divertito -Temo che tu abbia eliminato l’intera delegazione Bajoriana.-
-Quanti erano?- Will assunse una finta aria contrita.
-25 persone in un sol botto.- gli rispose Jean Luc.
-Devo decidermi a mettermi a dieta... - ridacchiò Will -Comunque non ero qui in veste di angelo sterminatore... volevo avvisarvi che la Uss Nemesis ci ha raggiunto meno di 10 minuti fa...-
Jean Luc alzò le braccia al cielo -DI GIA’?!... Devo proprio chiedere al capitano Graam cosa usano per alimentare il nucleo a curvatura. Quella nave va troppo veloce per i miei gusti!-
Will sorrise -Conoscendo Hollie Graam... di certo il nucleo a curvatura della Nemesis... funziona a Nutella.-
Paul alzò un sopra ciglio a mo’ di vulcaniano -Nutella?! Ma di che classe è sta nave... Ferrero?-
Jean Luc prese la palla al balzo -Uhm, devo conferire col capitano Graam... Will, aiuta Paul... voglio la lista completa in meno di un quarto d’ora.- saltellando agilmente per evitare i dpadd imbucò la porta e sparì in plancia.
-Ehi, ma io...- tentò Will ma la porta si era già richiusa. Si voltò verso Paul che gli porse un dpadd.
-Come te la cavi col ferengi?- gli chiese.
-Yess... parlée ferengiiiiii cumpagna na vaca spagnola.- esordì Will.
-OK... siamo a cavallo.- sospirò Paul.
Dopo un po’ emersero dall’ufficio... Will stringeva tra le mani il dpadd con l’elenco completo delle delegazioni, lo teneva come un trofeo.
-Bene, Nemesis, potete iniziare il teletrasporto delle delegazioni... Picard, chiudo- stava dicendo Jean Luc, poi si accorse dei due -Ci siete riusciti?- chiese speranzoso.
-Sì.- biascicò Paul.
Jean Luc prese il dpadd che gli veniva porto -Davvero un buon lavoro...- commentò -Credo che ora possiate andare a riposarvi.-
-Che capitano magnanimo abbiamo... - mormorò Paul entrando nel turbolift.
-Cadetto Foster!... ti ho sentito, sai?- lo avvertì la voce di Picard, mentre le porte si chiudevano...

 

BAR DI PRORA

Erano seduti ad un tavolo, due bicchieri di uno strano liquido che Guinan continuava ad affermare essere buono...
-Ok... gli andoriani ascoltano dalle corna...- stava dicendo Paul a Will.
-Antenne acustiche... non corna.- sorrise Will.
-Beh, a me viene CORNA... e poi quell’impostazione che prendono quando ascoltano... sembra che ti debbano caricare da un momento all’altro... sono inquietanti!- finì Paul.
Wil stava per ribattere...
-WILL!!!- una voce femminile lo interruppe.
Riker alzò lo sguardo verso il punto da dove proveniva il richiamo...
-OSSYDIANNE...- disse alzandosi per andare incontro alla donna che lo aveva salutato.
Paul si voltò, per vedere la nuova venuta... e rimase senza parole.
La donna li raggiunse al tavolo. Lei e will si scambiarono un abbraccio... Paul la guardò attento... certo, era una donna bellissima... ma i suoi capelli bianco argento erano qualcosa di fenomenale che lui non aveva mai visto... quando vide il colore dei suoi occhi ebbe un tuffo al cuore... erano viola, di un viola chiaro incredibile...
-Ossydianne, lascia che ti presenti un amico...- cominciò Will -Paul Foster... cadetto della Flotta stellare.-
Paul si alzò in perdi tendendo la mano... -Piacere di conoscerla...- solo allora si accorse del grado sul colletto -...Comandante- ... è un comandante, pensò, ok ci posso mettere tranquillamente una croce sopra...
Ossydianne fu la prima a sedersi... -Così tu sei Foster... del XX secolo...- esordì.
-Pare che ormai tutta la federazione dei pianeti uniti sappia di questo mio... incidente- sorrise lui.
Lei sorrise... -Fa parte del mio lavoro sapere tutto del passato...- guardò verso Guinan, che, stranamente, annuì -Sai, io sono una xenoarcheologa e una paleoantropologa...-
Guinan era apparsa al fianco di Ossydianne reggendo un vassoio. Appoggiò un bicchiere di Korsh davanti a lei -Continuo a non capire come voi imprimiani possiate bere qualcosa di così disgustoso.- sentenziò prima di andarsene.
-Tu non sei... terrestre?- chiese Paul... oddio, mi sto interessando ad un aliena?... pensò.
-Sono nativa del pianeta Imprima nel sistema Dante Maxima sette... anche se sono molto simile ad una donna terrestre... non lo sono.- fissò negli occhi Paul -Qualche problema a proposito?-
-Ehm... no.- ma neanche lui era troppo convinto della sua risposta...
-Scusami... visto il tuo passato...-
Paul si concesse un lieve sorriso -Diciamo che sto pian piano imparando ad abituarmi all’idea.-
L’imprimiana buttò giù un sorso della sua bevanda, che emanava un odore molto simile a quello dell’aceto terrestre -Posso chiederti un favore?- Lui annui e lei continuò -Sto svolgendo una ricerca approfondita sul XX secolo, ma come ti avranno detto... purtroppo di quell’era...- ebbe uno scatto e si portò una mano alla fronte -Oddio... scusa...-
Will ridacchiò -ERA?!?... Gesù, Ossye, non è un dinosauro...-
-Oh santa!- esalò lui -... continua, ti prego.
-Ehm, si....- si ricompose lei -dopo le guerre eugenetiche, non è rimasto praticamente nulla... cominciamo ad avere qualcosa dalla fine del XXI, inizio XXII secolo...-
-Mi stai chiedendo di fare mente locale... e raccontarti quello che mi ricordo della mia era?-
Sorrise, un sorriso stupendo, di quelli che avrebbero disarmato anche il più feroce combattente del dominio -Mi aiuterai?-
-Perché no... sarà un diversivo dalla routine.- rispose Paul, poi arricciò il naso con un lieve moto di disgusto -Ma quel...- indicò il bicchiere davanti a Ossye -puzza sempre a questo modo?-
-Ehi, stai parlando della bevanda nazionale del mio pianeta!-
-Non oso pensare al cibo...- sentenziò lui.
-Beh, un modo per saperlo c’è.- lei si era alzata dal tavolo, si chinò verso di lui... il suo volto era talmente vicino al suo che Will tossicchiò solerte ed emise un: -Siamo al bar di prora, ragazzi!-
Tra i denti, Ossye ridacchiò -Buono Will, lo sto solo invitando a cena... diciamo alle 20.00 ora della nave?- senza attendere risposta, si avviò all’uscita.
I due uomini rimasero a fissare il dolce ancheggiare di lei... finchè non sparì nel corridoio, poi Will guardò torvo Paul.
-Tu...- iniziò.
-Io... cosa?-
-Sai da quando conosco Ossye? 2 anni... da quando è diventata numero uno della Nemesis...-
Paul a momenti si soffocò col drink che beveva -NUNUMEROUNO? ODDIO!-
-Due anni... e credi che non ci abbia mai provato? Certo, posso vantarmi della nostra amicizia...-
Paul inclinò lievemente il capo in un moto di sorpresa -Sei ... interessato a lei?-
-Non ho detto questo.-
-Ah no?-
-Uff...-
-Ah, ho capito... si chiama "UFFF"... in questo tempo?- ridacchiò Paul.
-Siiiii... insommaaaaa...-
-Will, con tutto il rispetto possibile che ho nei tuoi confronti, tu hai ehm, una certa nomea...-
-Tu quoque???- sorrise Will -Ci andrai?-
-A cena?- Paul giocherellò col suo bicchiere -Certo! Ho promesso di aiutarla.-
-Aha... si chiamava .... "aiutare"... ai tuoi tempi?-
Paul lo guardò con aria seria. -Credi ci voglia andare a letto? Will...-
-Dimmi che non sei il tipo...-
-Forse un tempo... si! Ma con 400 anni alle spalle... la gente cambia.- soppesò le parole - È... è... un’aliena.-
Will sospirò -Credevo che in tre mesi... avessi cominciato a...-
-Will... tre mesi... non mi puoi chiedere di cambiare totalmente in tre mesi... ci vuol tempo, per... amare... ciò che mi hanno insegnato ad odiare!-
Will pensò un attimo prima di rispondere -Senti, sono convinto che Ossye ti sarà di aiuto... anche se sarà solo un’amicizia!-
Paul guardò l’amico con aria poco convinta, e lui continuò -Gli imprimiani sono una razza altamente xenofoba... io li conosco bene! C’è voluto molto coraggio ed adattabilità, Ossye è stata la prima della sua razza ad abbandonare il pianeta natale e ad iscriversi all’accademia della flotta stellare... ha dovuto buttare alle ortiche una tradizione millenaria di odio verso le altre razze... un odio insegnato fin da bambini... -
-Non deve essere stato facile.-
-Appunto... non è stato facile! E lei, non solo c’è riuscita, ma ha aperto la via a molti altri giovani imprimiani.-
-Senti, Will- Paul sorrise stancamente -visto che conosci così bene questo popolo... che ne dici di farmi un corso accelerato sulla loro cultura?-
-Mettiti comodo...- iniziò Will.

 Aveva assorbito le informazioni, come una spugna assorbe l’acqua... gli imprimiani erano una razza con una civiltà culturalmente impressionante... ammetteva che non aveva capito un gran che, del loro sistema politico e di governo... i Madraggi... ma anche Will non ci aveva capito poi molto... era stupito della libertà di... ehm, costumi, se così si poteva definire, di questa razza, beh, in fondo non era stata lei, a prendere l’iniziativa, invitandolo a cena?... pensò mentre faceva la doccia... di solito ero io, che le invitavo a cena... questo tempo è diverso anche in questo...
Con tutti questi pensieri che gli frullavano in testa, alle 20.00, tempo nave, era davanti all’alloggio di Ossydianne...
Ebbe un lieve ripensamento, e ritirò la mano dal campanello...
-Cretino- mormorò a se stesso... suonò il campanello.
La porta si aprì... -E’ permesso?- chiese non vedendola nella camera...
-Accomodati, arrivo subito...- la voce di lei arrivava dalla camera attigua. -Fai come se fossi a casa tua...-
Paul si diede un’occhiata attorno... al centro della sala, sulla tavola di cristallo, era sistemata la cena... nonostante non riconoscesse nessuno dei cibi, trovò che il profumo era gradevole ed invitante... Appoggiata con noncuranza su un divanetto, troneggiava una Bat’leth con fregi di pregevole fattura... Paul non resistette alla tentazione di sollevare l’arma Klingon...
-Ti piace?-
Era alle sue spalle, non l’aveva sentita arrivare -Molto bella, ben bilanciata... un’arma di vero pregio.- guardò i disegni e i fregi -La mia al confronto è un ferro vecchio...- si voltò... e sentì chiaramente la sua mascella che toccava il pavimento...
Lei era lì... in piedi... vicino al tavolo, che metteva a posto un piatto...
Non aveva bisogno di immaginare come fosse il corpo di Ossydianne, l’abito era, sì, lungo, sì, la copriva, ma... la stoffa era un’impalpabile nuvola nera e oro... trasparente... solo in quei punti non lo era... ed erano ridotti al minimo...
-All’anima dei costumi liberi?!?- pensò Paul.
-Sai, me l’ha regalata mia fratello... K’Toor.- sorrise per l’espressione dipinta sul volto di lui. -Stai bene?- domandò.
-A parte lo scompenso ormonale... sì- sorrise imbarazzato.
-Conoscendo Will... credevo che ti avesse parlato dei...-
-Si, me ne ha parlato... ma non credevo... insomma.-
-Che fossero così... liberi?- finì per lui la frase -Dai... mangiamo prima che si freddi tutto.-
Beh la cena... dovette riconoscerlo... era davvero ottima... rifiutò solo quella maledetta bevanda nazionale imprimiana, quella proprio non riusciva a berla.
-Complimenti... davvero buono... lo hai replicato?-
-Per quanto i replicatori siano comodi... e il cibo abbastanza decente...- sorrise buttando giù un sorso di vino di sangue klingon -cucino io...- lo fissò negli occhi -quando invito qualcuno che mi... interessa.-
-Grazie...- trovò la forza di rispondere lui, con in mente la precisa sensazione di cacciarsi in un grosso guaio... -Senti, a proposito del piacere che mi hai chiesto...-
-Sì, dimmi.-
-Non è che potrei avere una bevanda tipica del XX secolo?- fece un sorrisino strano -Un caffè?-
-Temo non sia possibile...- finse un’aria contrita -La pianta del caffè è estinta da tempo... però io faccio un’ottimo raktaci’no...-
-Peccato...- sospirò -un buon caffè e una sigaretta... non sarebbe stato male-
Gli aveva messo davanti la tazza di raktaci’no -Fattibile.- rispose prendendo una scatola in cristallo nero. Quando l’aprì Paul vide apparire delle barrette cilindriche colorate -Gli imprimiani sono una razza ancora barbara... - disse lei mentre gli porgeva un accendino.
-Computer, escludi allarme fumo nella stanza...- ordinò -Non voglio che scatti l’allarme antincendio.-
Paul aspirò il fumo con piacere -E... quali brutti vizi... hanno gli imprimiani?-
Uno strano guizzo era passato negli occhi di Ossydianne -Tanti... vizi! Alcuni dei quali molto piacevoli.-
-Aha...- aveva risposto lui a quella affermazione, fingendo noncuranza... -Eeh... quanto ti fermi sull’enterprise?-
-Non molto.- spense la sigaretta nel posacenere -Solo tre mesi, quanto basta per la ricerca sul XX secolo.-
-Tre mesi dovrebbero bastare...- annuì lui -per raccontarti tutto quello che so.-
-Capisco...- sospirò lei -Sì, tre mesi dovrebbero bastare...-
Si agitò sulla sedia -Ossydianne... scusami... non è che io non stia bene... qui con te...-
-Sii sincero.- ora i suoi occhi erano diventati duri come diamanti.
Paul iniziò a tamburellare con le dita sulla superficie di cristallo, cercando il modo di non offenderla -Io... ecco... mi sento a disagio... per l’amor del cielo... tu... sei...- deglutì -Bellissima... molto simpatica... ma...-
-Sono un’aliena.- un sorriso triste gli apparve sul volto.
-Non ti preoccupare, ho letto i tuoi file... e ho messo in conto il fatto che poteva accadere...-
Paul prese un’altra sigaretta, e l’accese nervosamente -Non è un out out... sarei un idiota, se non ammettessi, soprattutto con me stesso, che tu... mi interessi... vorrei solo un po’ più di tempo...-
Ossydianne sorride, gli prese la mano e la portò al suo volto -Ti aiuterò... Paul, anche tu mi interessi molto... e non per la ricerca...-

 -Beh, allora?- Will era in ingegneria con Picard quel giorno, quando Paul entrò per il suo solito ciclo di lezioni... Guardò Will sorpreso della domanda... anche Jean Luc ebbe un moto di sorpresa...
-Allora... cosa?- rispose mentre iniziava una diagnostica di base.
-Senti, sono due settimane che dopo le lezioni e il turno sparisci in biblioteca... con lei.-
-Lei?!?- emise Jean Luc.
-Due settimane... sono già passate due settimane?- fece sornione Paul. Un andoriano, a cui Paul non aveva mai rivolto la parola, li superò per andare al nucleo di curvatura -Salve, Aktor.- lo salutò stranamente Paul... provocando il blocco simultaneo dei tre presenti... -Che c’è?- chiese.
-Foster...- l’andoriano lo guardava tra lo stupito e il trasecolato -Lei mi ha salutato!-
-Ah si?!?! Beh perdonami per tutte le volte che non l’ho fatto...- riprese le operazioni di diagnostica.
Jean Luc e Will si scambiarono un’occhiata...
-Avevo ragione...- Sentenziò Will -Ossydianne ti sta aiutando.-
-Ossydianne Kastual Dej Rejkum? - chiese Jean Luc.
Paul annuì, continuando il lavoro.
-E... come ti sta aiutando?- buttò lì Will.
-Se permetti... sono fatti nostri...- rispose acido Paul.
-UHH... ma allora è seria...- lo canzonò stranamente Jean Luc.
Paul si voltò verso i due... -SIGNORI... CON TUTTO IL RISPETTO PER I GRADI CHE PORTATE... PER LE DIVISE CHE PORTATE... PER PROFONDA AMICIZIA CHE CI LEGA...-
I due fecero un passo in dietro sorpresi dell’ira che leggevano sul volto di Paul.
-SMETTETELA SUBITO... I RAPPORTI TRA ME E IL CMD OSSYDIANNE NON SONO BEGHE VOSTRE... E A ME LA CATENA... STA SCENDENDO VELOCEMENTE...- si voltò di scatto verso il pannello di diagnostica... e visto che non otteneva i dati che voleva... gli mollò un pugno contro...
-Paul...quel pannello... è del tutto innocente...- buttò lì Will.
-Rrrrrrghhhhhhhhhh!- fu la risposta.
-Ok, ok... ce ne andiamo....- Jean Luc strattonò per un braccio Will.
Giornata iniziata male, pensò Paul... ma non poteva immaginare ancora quanto...
A quanto pareva, tutti i sui amici sapevano che frequentava Ossye... ok, aveva risposto con grugniti di vario tipo alle domande... ma la goccia che fece traboccare il vaso, fu Worf... in palestra...
Da bravo klingon, non solo si era interessato alla cosa... ma aveva fatto anche degli apprezzamenti... che per un klingon non erano pesanti... ma per un umano sì, eccome!
-Ah che bella cosa... l’amore.- aveva sentenziato il klingon, quando vide Paul rialzarsi dolorante dal tatami.
Cupo, come un temporale, si era chiuso nel suo alloggio... se ne stava lì, con la musica al massimo del volume, steso sul letto a fissare il soffitto...
-Possibile- disse al nulla -possibile che mi sia innamorato?-
Non si ricordava più qual era stata l’ultima volta che aveva provato qualcosa di simile... ricordava il dolore di quando Tina... lo aveva lasciato... questo sì... ma dopo? Dopo c’era stato qualcosa di serio? Qualcosa che andasse oltre ? Con terrore si accorse di non ricordare i volti delle donne con cui aveva condiviso le lievi passioni... fuochi di paglia... che aveva avuto... faceva fatica a ricordare Virginia...il suo volto stava sbiadendo nella memoria... ora sì, ne vedeva uno solo...
-Dannazione- imprecò -è il mio passato... non lo voglio scordare.-
Quasi non sentì il campanello, tanto la musica era alta... -Avanti.-
Lei entrò... lo guardò unattimo... -Worf mi ha detto quello che è successo...-
-Buona mammina... ho solo qualche livido- rispose acido.
Ossydianne inclinò la testa di lato, sorpresa... -Credevo... che ... se ci fosse stato qualche problema... ne avremmo parlato.-
Un sorriso beffardo era apparso sulle labbra di lui -Come no! Il cadetto che se la fa col comandante.- ringhiò -Allora, Paul, come è andata? Divertito?... pochi mesi... poi cosa sarò, eh, Ossydianne? Uno scarto?!? Ne ho passate tante... tanti colpi tante volte a terra.. da questo.. no... non riuscirei più a rialzarmi in piedi.-
Sentì la porta che si apriva... quando si voltò... lei non c’era più...
Guardò la stanza vuota... incredibilmente vuota... e sentì un vuoto grande come lo spazio infinito dentro di sé.
Si coprì il volto con le mani... -Idiota... all’ennesima potenza- mormorò...
-Sono... entrato.- Jean Luc era apparso al centro della stanza -Con il volume così alto, probabilmente, non hai sentito il campanello.- fissò Paul che non si era mosso -Computer... fine programma.- ordinò... poi con calma, si sedette sul letto accanto a lui, come aveva fatto tante altre volte, da quando lui era arrivato -Vuoi parlarne?- chiese con tono quasi paterno.
Paul non disse nulla... fissava la porta...
-Sono Jean Luc Picard... l’amico... non il Jean Luc Picard capitano della nave...- sorrise -E tu... non mi hai mai potuto tenere nascosto nulla...-
-E’ Deanna l’empatica della nave, non tu.-
-Vero... ma tu nascondi più cose a lei che a me...-
Paul fece una smorfia che poteva assomigliare ad un sorriso -Già... zio Jean Luc...-
-Allora? Che mi dici... nipote?-
-Ho appena buttato fuori bordo... il mio probabile futuro.-
-Hai litigato con Ossydianne?-
-Litigato non è il termine esatto... -
-Uhm...-
-E ora... non so più che fare.-
Jean Luc sospirò... -Conosco Ossydianne, da quando era cadetta... La prima volta che la vidi, è stato durante un programma integrativo su questa nave... era efficiente, fredda, ma al contempo dannatamente... umana... ti voglio raccontare un fatto che ti riguarda...-
Paul lo fissò sorpreso -Che mi riguarda?-
-Più di quanto tu possa immaginare...- Jean Luc gli diede una pacca sulla spalla -Tu sai cos’è un Q, vero?-
Lui annuì.
-Beh, un Q, pasticcione... oh che pasticcione... mentre i cadetti erano a bordo, pensò bene di aiutare un cadetto... exo continuum dal nome di Juzo Okita... a ritrovare il suo passato. Come certo immagini, non c’è riuscito... pensò bene di rispedirlo momentaneamente nel suo passato... ma era un Q pasticcione... e invece di uno, ne spedì via due... in due tempi diversi... il secondo cadetto era Ossydianne...-
-Ossydianne è andata indietro nel tempo?-
-Già... 15 novembre 1981... del nostro continuum temporale...-
Paul spalancò gli occhi incredulo sentendo la data...
-Si materializzò a base luna... la tua base luna... e lì incontrò un certo colonnello...-
-Occhi viola...- mormorò Paul all’improvviso -Dianne...- ricordando all’improvviso, quella donna che era apparsa, e che poi non aveva più rivisto... quel tenente dato per disperso.
-Ovviamente il Q l’ha riportata nel suo tempo... ma lei ha sempre ricordato...-
-Oh santa...-
Jean Luc si era alzato in piedi dirigendosi verso la porta -Pensaci Paul... ha aspettato l’impossibile... secondo me, c’è un Q che sta ridendo sotto i baffi... e vuol farsi perdonare... non credo che lei butti via tutto...-

  Aveva aperto la porta... era in accappatoio e asciugamano in testa... senza dire una parola... gli aveva sbattuto la porta in faccia...
Paul chiuse gli occhi, sospirò... e risuonò il campanello...
Quando riaprì, era infuriata...
Lui la guardò con un’aria da perfetto cane bastonato... intrecciò le mani in preghiera -Ti prego... fammi entrare- mormorò... al gesto di lei entrò, e incominciò a misurare a grandi passi la stanza, da una parete all’altra -Ok... sono un idiota... un cretino... se vuoi anche stronzo... -
Ossydianne lo guardò inclinando il capo e con l’aria imbronciata.
-Se non ti bastano gli epiteti in galacta... attingi pure da altre culture... me lo merito...- si fermò al centro della stanza e allargò le braccia arrendendosi al suo broncio -Vuoi prendermi a schiaffi? Fallo! Non sarà mai abbastanza...-
-Se lasciassi fare ciò che il mio cervello mi ordina... ti spedirei dritto in infermeria.- ringhiò lei.
-Ossydianne... se servisse a... potresti anche uccidermi.-
Lei gli andò vicino, gli prese il volto tra le mani...-Sei sicuro di voler... provare... questa relazione? Saremmo separati per molto tempo... io sulla Nemesis... tu in accademia...-
-Almeno... proviamoci.- sospirò lui -Quattro anni... non sono l’eternità... ci adatteremo... non voglio buttare via ciò che provo in questo momento.-
Si abbracciarono dolcemente....
-AHIA-
-Cosa? Io ti abbraccio... dopo due settimane riesco ad abbracciarti e tu dici AHIA?!?- si stupì lei -Fragilucci nel XX secolo!-
-Temo che il mio diverbio con Worf... abbia lasciato conseguenze sulla mia schiena.-
Prima che lui potesse tentare qualsiasi cosa, lei gli aveva sfilato la casacca della divisa...
-SACRI SIGILLI... CHE LIVIDO ENORME!- urlò guardando la sua schiena nuda, la sentì correre in camera... per poi tornare reggendo un flacone con del liquido ambrato. -Stenditi sul divano...-
-Ma... veramente...-
-Fallo o ti faccio un livido in pendant con questo...-
-Mi arrendo.- ridacchiò lui facendo ciò che lei diceva, poi sentì le sue mani muoversi sulla sua schiena... dolcemente...
-Ho un sacco di fratelli minori... tu non puoi immaginare quanti lividi e escoriazioni si possono proc...-
Si era voltato di scatto, l’aveva tirata a sé... -Ho cercato per tanto tempo... certi occhi viola... e quando li ho avuti davanti non li ho saputi riconoscere.- mormorò.

  Sono le ore 7.30 tempo nave... sono le ore 7.30 tempo nave... avvertì il computer.
Paul si lamentò un attimo, quando lei si sfilò dal suo abbraccio... poi sentì le sue labbra che gli sfioravano la guancia...
-Benansharith... svegliati... alle 8,30 devi essere di turno in plancia...-
-Benansch... che?- si stiracchiò.
Lei sorrise... -È un vezzeggiativo nella mia lingua... vuol dire arpa di gioia.-
-Uhmmm è la prima volta che mi paragonano ad uno strumento musicale...-
La sua risata argentina riempì la stanza... -Dai, muoviti... un futuro ufficiale della flotta non deve mai far tardi...-
Si vestì di mala voglia... la guardò tutta intenta nel preparare la colazione... e si immaginò un futuro in cui tutte le mattine sarebbero state per loro...
Per la prima volta in tre mesi... Paul Foster , sorrise al futuro... un futuro che portava il nome di lei.

 

- Fine Capitolo -