Tecnica e
stili
Il
Crawl costituisce la tecnica di nuotata più conosciuta essendo la più efficace
ed economica per avanzare nell'acqua. E' il solo stile praticato nelle gare di
stile libero proprio perchè rispetto agli altri stili assicura la massima
velocità . Da alcune ricerche storiografiche sembra che esso era già
praticato, dagli antichi (in una sua forma alquanto rudimentale), registrò poi
un certo regresso in favore della Rana che si diffuse come nuotata esclusiva.
Il Crawl è nato poi come il naturale perfezionamento di quello stile chiamato
double-arm-stroke una nuotata che anch'essa si basava su un'azioni alternate di
braccia e gambe. Tale stile può essere insegnato sia prima che dopo o durante l'insegnamento
del dorso.
In
questo stile risulta fondamentale evitare un'eccessiva rotazione del corpo,
seguire una traiettoria corretta nella fase subacquea, coordinare correttamente
le gambe e le braccia e rispettare i tempi della respirazione. La posizione del
corpo deve essere orizzontale in modo da offrire la minore resistenza possibile
all'avanzamento. L'utilizzo delle gambe nello stile libero, pur avendo un
significato più stabilizzatore che propulsivo, dovrebbe essere regolare e
continuo. L'interruzione della battuta di gambe e imputabile essenzialmente a
due cause: eccessiva rotazione delle spalle durante la respirazione, che
provoca la rotazione dell'anca e quindi l'incrocio delle gambe; mancanza di
coordinazione fra braccia e gambe. L'azione delle gambe è continua e senza
punti morti; inizia con il movimento dell'anca, per trasferirsi con
fluidità al resto dell'arto, con un leggero e naturale gioco al ginocchio
ed alla caviglia. Le gambe devono quindi essere naturalmente distese con piedi
leggermente intraruotati. La maggiore propulsione è data dalla fase discendente
della gambata, ma in misura di molto inferiore anche la fase ascendente
contribuisce all'avanzamento. L'ampiezza per un corretto colpo di gamba deve
variare tra i 30 e i 40 cm a seconda dell'altezza dell'atleta. L'impulso
all'avanzamento viene fornito quasi esclusivamente dal dorso del piede; questo
richiede una buona scioltezza della caviglia. L'azione delle braccia è
nettamente più importante di quella delle gambe; la trazione deve essere
eseguita in modo continuo ricercando la massima fluidità ed evitando
pause o punti morti. Anche nella bracciata del crawl possiamo identificare
diverse fasi fondamentali: la presa dell'acqua, la trazione, la spinta e il
recupero. La presa: in questa fase, l'ingresso della mano in acqua deve
avvenire con le dita e non con il polso o il palmo altrimenti si riduce la
sensibilità e la possibilità d'impostare una traiettoria corretta.
Le dita entrano per prime approssimativamente allineate con l'asse delle
spalle, mentre il gomito si trova ancora in leggera flessione. La mano si
infila in acqua a poca profondità , seguita dall'avambraccio. Inoltre, il
braccio opposto alla respirazione deve essere allungato in acqua e non piegato
verso la testa altrimenti si produrrebbe una presa inefficace e una trazione
ridotta. La distensione del braccio avviene con un traiettoria curvilinea, che
tende ad allontanare leggermente la mano dalla linea mediana del corpo, con il
palmo leggermente rivolto verso l'esterno. In questo primo scorcio di bracciata
è molto importante l'ottimale posizionamento del gomito e l'esecuzione del
rollio. La trazione: Durante la trazione subacquea la mano deve essere fatta
passare perpendicolarmente alla spalla e non sotto alla spalla opposta o sotto
alla pancia. Questo tipo di errore e molto frequente e porta ad una rotazione
eccessiva del corpo che risulta negativa. Tutto ciò è determinato dal fatto che
i nuotatori meno esperti fanno corrispondere una prolungata fase aerea della
respirazione con la fase di trazione. Per aumentare l'avanzamento in acqua e
inoltre necessario non far seguire alla mano una traiettoria rettilinea ma una
più ondulata. La trazione vera e propria inizia poi con un cambio di
orientamento della posizione del palmo della mano, che ruota verso l'interno
fino a portare le dita in basso con una posizione perpendicolare all'asse di
avanzamento. La direzione di trazione e parallela all'asse di avanzamento.
Affinchè la mano e l'avambraccio possano trovare un saldo punto di trazione
sull'acqua, quest'ultimo si flette sul braccio con un angolo che dovrebbe
sempre essere maggiore dei 95°. La spinta. Una volta raggiunto il punto di
massima flessione l'avambraccio comincia a stendersi e a realizzare la fase di
spinta. Questa parte finale della bracciata è molto importante ma è quasi
sempre trascurata dalla maggior parte dei nuotatori. La mano, dopo la fase di
trazione, deve uscire dall'acqua sotto all'anca con il gomito quasi teso e non
eccessivamente piegato. Per ottimizzare la nuotata la mano dovrebbe uscire
all'altezza della coscia. Tutto il contributo all'avanzamento viene ora fornito
dalla mano aperta con le dita chiuse ma non serrate e ben orientata secondo un
piano perpendicolare alla direzione di avanzamento. La fase di spinta è la più
efficace ai fini propulsivi. Molto importante, per la buona riuscita del gesto
tecnico e che non ci siano pause tra la fase di spinta e il recupero aereo del
braccio. Il recupero: il recupero avviene fuori dall'acqua, con il braccio in
posizione flessa, il gomito alto, la muscolatura rilassata e con la mano che
sfiora la superficie dell'acqua. Inizia al termine della fase di spinta quando
per prima la spalla, seguita poi dal braccio e dall'avambraccio si svincolano
dall'acqua senza effettuare pause. L'avambraccio è flesso sul braccio e la mano
rilassata.
Federica Pellegrini finale 200 m stile libero, Europei di nuoto di
Budapest 2010
Note:
la respirazione può essere eseguita sia a destra e a sinistra. La
fase di inspirazione avviene con la bocca a termine della fase di spinta
durante la prima fase del recupero. Al termine dell'ispirazione il capo con la
bocca torna ad immergersi in acqua, precedendo l'ingresso della mano.
L'espirazione avviene per tutta la durata della fase di immersione del capo e
può essere effettuata sia con l'ausilio della bocca e del naso (ma soprattutto
con la bocca). Nel nuoto agonistico si preferisce effettuare una espirazione
esplosiva al termine della fase di spinta, tecnica questa che insorge
spontaneamente in atleti di lungo corso.
Il Dorso
definito anche Crawl sul dorso, è l'unico stile che si nuota con la faccia non rivolta
verso il fondo. Contrariamente a quanto si può pensare, il dorso non è uno
stile semplice da nuotare dato che, come per lo stile libero, presenta molti
particolari che vengono spesso trascurati e che non permettono una corretta
nuotata. L'unica semplificazione rispetto agli altri stili è determinata dal
fatto che la faccia del nuotatore è emersa, con grandi vantaggi per la
respirazione. Questa agevolazione fa si che spesso venga insegnato per primo.
Il suo affinamento è invece molto più complesso rispetto agli altri stili, in
quanto il perfezionamento del gesto tecnico viene affidato esclusivamente alla
sensibilità cinestesica mancando qualsiasi riferimento visivo.
La
posizione del corpo deve essere orizzontale e più idrodinamica possibile, con
corpo e gambe distese e piedi in estensione. Il capo e appoggiato sull'acqua
con le orecchie immerse e deve rimanere sempre ben fermo durante la nuotata. Il
movimento delle gambe è molto importante in questo stile perchè stabilizza la
nuotata. Una buona gambata rende più fluida l'azione in acqua. E' molto
importante quindi saper muovere bene le gambe senza sprecare energie superflue.
I piedi devono essere distesi come se fossero dei prolungamenti delle gambe e
non vanno tenuti a martello; inoltre la gamba deve essere retta senza piegare
il ginocchio. Il movimento è quindi alternato con un affondamento di circa
30/40 centimetri. La battuta di gambe non deve essere frenetica e, molto
importante, il piede non deve uscire dall'acqua. Inoltre al culmine della frustata
della gamba il ginocchio (che mai deve uscire dall'acqua durante l'esecuzione
del movimento) deve essere completamente esteso. Generalmente si eseguono sei
battute di gambe per ogni ciclo di bracciata. L'azione delle braccia è
nettamente più importante di quella delle gambe; la trazione delle braccia
costituisce il 60 % di quella totale, perciò avere una buona bracciata permette
una nuotata più fluida e produttiva. Anche nella bracciata del dorso possiamo
identificare quattro fasi fondamentali: la presa dell'acqua, la trazione, la
spinta e il recupero. La presa: Il braccio, quando entra in acqua deve essere
teso vicino al capo e parallelo all'asse di avanzamento quasi a contatto con
l'orecchio. L' ingresso in acqua della mano non deve avvenire con il palmo ma
bensì con il mignolo per avere così già pronta la mano per effettuare la
nuova bracciata. Il palmo deve essere quindi rivolto verso l'esterno e,
entrando in acqua, deve flettersi verso il polso. La trazione: inizia quando la
mano è affondata di 20/30 cm. Si può favorire questo affondamento introducendo
un rollio delle spalle. Una importante fase della trazione è la traiettoria che
la mano disegna nella parte subacquea. Il braccio inizia a spingere verso
dietro, inizia poi la risalita e contemporaneamente la flessione del gomito,
con la mano che risale avvicinandosi alla line mediana. Quando la mano si trova
all'altezza della spalla, mano, avambraccio, braccio e spalla, dovrebbero
essere tutti sullo stesso piano e l'angolo formato tra avambraccio e braccio
dovrebbe essere di 90° o di poco superiore. La spinta: deve essere continua
alla trazione e si ottiene con una completa estensione del braccio. Tale
movimento e assecondato il da una flessione dorsale del polso e termina con la
mano, che nella parte finale, esegue una rotazione e una spinta verso il basso
(frustata). La frustata verso il baso non ha alcun effetto propulsivo ma solo a
facilitare lo svincolo del braccio dall'acqua, assicurando così una nuotata
continua e fluida. Il recupero: il braccio deve essere teso e rilassato e il
polso deve uscire dall'acqua con un leggero anticipo rispetto al resto del
braccio. La traiettoria della mano è perpendicolare rispetto alla superficie
dell'acqua, per poi ruotare in fuori ed entrare con il mignolo in acqua.
Camille Lacourt medaglia
d’oro finale uomini 100 m dorso, Europei di nuoto Budapest 2010
Note:
la
respirazione: avviene frontalmente ed è sincronizzata con la bracciata,
inspirazione durante il recupero di un braccio e espirazione durante il
recupero dell'altro.
La Rana è
uno degli stili più complessi e faticosi che si possano nuotare. Questo tipo di
nuotata ha caratteristiche completamente diverse rispetto alle altre e non è
consigliabile a tutti in quanto provoca un sovraccarico elevato della zona
lombare e dell'articolazione del ginocchio. La Rana ebbe in Europa diffusione
eccezionale agli inizi del secolo scorso, poi pian piano venne soppiantata dal
Crawl. Tra tutte e quattro le nuotate è la più lenta e in alcuni paesi
(soprattutto anglosassoni) viene spesso insegnato come primo stile. Questo
stile differisce dagli altri anche per i rapporti propulsivi, che nella Rana si
spostano a favore delle gambe ( il 70 % della propulsione dipende dalle gambe e
il rimanente 30 % dalle braccia). Questa grande atipicità della Rana
rispetto agli altri stili fa si che il ranista spesso e volentieri sia un
nuotatore atipico, talvolta poco predisposto verso gli altri stili.
L'utilizzo delle gambe nella Rana assume
un'importanza maggiore che negli altri stili. La tecnica che attualmente viene
adottata è quella del colpo 'a frusta'. Tale tecnica si effettua con una
flessione della gamba sulla coscia e di questa sul bacino con un angolo di
circa 120°, piedi quasi in superficie e ginocchia piuttosto vicine tra loro. A
questo punto i piedi iniziano a ruotare verso l'esterno trovando la giusta
posizione di spinta. La spinta avviene quindi con la parte interna della pianta
del piede e con una energica 'frustata' in fuori dietro. Terminata la fase di
spinta i piedi tornano ad unirsi in completa distensione. La spinta deve
avvenire velocemente mentre la fase di recupero deve essere effettuata più
lentamente. La posizione estesa del piede provoca una minor spinta del corpo e
scoordina tutti gli altri movimenti della gamba. In questa nuotata e molto
importante mantenere la calma e non incrementare in modo elevato il numero
delle gambate e delle bracciate altrimenti le energie si esauriranno in poco
tempo. Un'altro tipico errore è l'affondamento del bacino e delle gambe dovuto
alla poca velocità di azione e alla rigidità del corpo. Inoltre
bisogna tener ben presente la posizione delle ginocchia, durante la gambata, ad
una distanza adeguata come mostrano le figure. La funzione propulsiva della
bracciata a Rana è di poca importanza rispetto alla gambe dato che si esaurisce
in una fase non di trazione al contrario di altri stili. La bracciata della
Rana ha comunque tre principali caratteristiche: il recupero avviene
sott'acqua, praticamente non c'è fase di spinta, tutti i movimenti sono
simmetrici. L'errore principale è quello di non coordinare il movimento delle
braccia e quello delle gambe frenando di conseguenza l'avanzamento. Quindi per
descrivere la bracciata a Rana è necessario inquadrarla nella coordinazione
generale della nuotata. Il nuotatore si trova in assetto di scivolamento con le
braccia alte, le palme della mano lievemente ruotate verso fuori e i pollici in
basso. Da questa posizione la mano va in presa tirando in fuori e in basso.
Durante la presa il braccio è disteso. In un secondo momento i gomiti
cominciano a flettere e le mani, per mantenere una buona presa in acqua,
affondano in direzione basso, fuori, dietro. Inizia così la fase di trazione al
termine della quale mani, gomiti e spalle sono sullo stesso piano. In questa
fase i gomiti devono essere ben alti e tra braccio e avambraccio vi deve essere
un angolo di 110°. A questo punto la testa inizia ad alzarsi, e viene
effettuata la fase finale dell'espirazione. Nel frattempo, durante
l'espirazione, le mani chiudono la fase propulsiva con un movimento in dietro,
dentro, basso. Mentre la testa esce dall'acqua e ci si prepara per
l'inspirazione, le mani si preparano ad essere spinte in avanti. Nel frattempo
le ginocchia si flettono ed inizia il recupero della gambata. Le mani quindi
cominciano ad avanzare fino a distendersi completamente e in contemporanea la
testa flette di nuovo in avanti fino a tornare sotto l'acqua (e i piedi si
portano vicino i glutei). Una volta che la testa è abbassata avviene il colpo
di gambe, mentre le braccia hanno quasi completato il recupero.
Fabio Scozzoli medaglia d’oro Europei di nuoto
Budapest 2010 finale 50m rana.
Note:
Per una corretta nuotata, prima
di effettuare una bracciata, bisogna aspettare che le gambe siano distese, e,
che contemporaneamente alla trazione, inizi l'espirazione che avviene con bocca
e naso molto intensamente concludendosi un attimo prima dell'uscita dall'acqua.
La testa deve uscire dall'acqua quel tanto che basta per permettere al
nuotatore di respirare. Altri due errori caratteristici della bracciata sono
legati alla traiettoria seguita dalle mani. In particolare bisogna portare le
mani abbastanza all'esterno nella prima parte della bracciata e il recupero
deve essere continuo senza lasciare pause fra la prima e la seconda parte della
stessa. Inoltre la velocità di spostamento della mano raggiunge il
massimo valore durante trazione e non durante il recupero. Nella Rana è di
fondamentale importanza la coordinazione tra il movimento degli arti inferiori
e quello degli arti superiori. Anche minimi errori come sovrapposizioni, o
separazioni eccessive delle azioni propulsive compromettono pesantemente
l'efficacia della nuotata. Altro errore tipico molto diffuso è quello di non
tenere i piedi a martello durante la spinta in acqua come viene mostrato nelle
figure.
Il
Delfino è, a parere di molti, lo stile più spettacolare da vedere ma anche il
più difficile e faticoso da nuotare. Effettivamente per poter imparare questo
stile bisogna avere una più che buona preparazione fisica e una perfetta
coordinazione motoria in acqua. Anche in questo caso, la parte più importante
della nuotata è rappresentata dalla bracciata. Nonostante tutto però, anche le
gambe sono molto importanti e il loro movimento è molto complesso e spesso
risulta più difficoltoso della bracciata. Il nome di questo stile deriva dal
caratteristico movimento ondulatorio che ricorda appunto il modo di nuotare di
un delfino. Il movimento ondulatorio non deve comunque essere eseguito in modo
cosciente, ma deve evolversi come naturale conseguenza del corretto movimento
delle braccia e delle gambe. Una buona coordinazione della nuotata, in questo
stile, dipende essenzialmente da due fattori: dal corretto inserimento della
respirazione nell'esecuzione della bracciata e dall'assenza di pause (in
particolare tra la fase di spinta e quella di recupero della bracciata).
Generalmente, per ciò che concerne la respirazione, viene utilizzato un ritmo
respiratorio 1/2 cioè una respirazione ogni due cicli di bracciata. L'utilizzo
delle gambe nel Delfino viene eseguito simultaneamente, ed ha per i singoli
arti un andamento pressoché uguale a quello del Crawl. Partendo da una
posizione di gambe distese sotto l'acqua, queste vengono recuperate verso
l'alto, prima con l'estensione del bacino, poi con la flessione del ginocchio.
Quindi con una spinta verso il fondo della vasca si effettua la distensione
delle gambe, generando la propulsione in avanti. I piedi devono essere tenuti
distesi, rilassati e leggermente intraruotati. Importante: i colpi di gambe
sono due per ogni ciclo di bracciata. Il primo colpo di gambe viene effettuato
al momento in cui le braccia entrano in acqua, e, il secondo al termine della
fase di spinta. Il primo colpo di gambe assicura la continuità di
propulsione facendo acquistare di nuovo velocità dopo la fase di recupero
della bracciata. Il secondo colpo di gambe, oltre a sostenere la propulsione,
garantisce che le anche non affondino favorendo anche l'innalzamento delle
spalle e del capo. L'azione delle braccia è, nel delfino, nettamente più
importante di quella delle gambe. La trazione delle braccia inizia solo dopo
che le mani sono ben affondate sotto la superficie. Come nella rana le braccia
vengono spinte verso il basso ed all'esterno con una traiettoria che varia
nella sua ampiezza da individuo ad individuo. Comunque in questa il braccio
risulta quasi teso e la traiettoria della mano non è rettilinea ma disegna una
traiettoria a buco di serratura ( in relazione al corpo del nuotatore),
risultante di una serie di azioni in fuori, dentro e di nuovo in fuori
(remate), e successivamente fuoriescono per il recupero. Molto importante è che
nella prima fase della trazione, i gomiti siano alti ed avanzati rispetto alle
spalle e che lo spostamento dell'avambraccio preceda quello del braccio. Le
braccia entrano in acqua in linea con le spalle e le mani (con le palme in
fuori), nell'ingresso in acqua non devono sbattere ma la prima parte ad
immergersi sono questa volta i pollici. La trazione inizia con un movimento
verso l'esterno, poi, grazie ad una flessione dei gomiti, le mani si muovono
verso l'interno raggiungendo la fine della parte arrotondata della traiettoria
a buco di serratura, quando i gomiti raggiungono la massima flessione (90°).
Terminata la trazione le mani spingono con forza verso i fianchi e, con un solo
movimento senza pause, recuperano fuori con una azione rotonda ed esterna.
Durante il recupero aereo le mani e le braccia devono essere rilassate e le
palme delle mani devono essere rivolte verso l'esterno. E' molto importante non
far strisciare le braccia sul pelo dell'acqua altrimenti si subirebbe una
brusca frenata che risulterebbe dannosa ai fini della nuotata. La testa, va
mossa in coordinazione con la bracciata: si respira in avanti durante la fase
di recupero delle braccia e si immerge la testa da quando le mani sono distese
in avanti fino a che è terminata la fase di trazione.
finale 200mt farfalla uomini, Michael Phelps medaglia d’oro,
Mondiali di nuoto Roma 2009
Note:
per
una buona riuscita nel delfino è fondamentale evitare tutti gli errori che
influiscono sulla continuità e sulla fluidità dell'azione.
Tecnica
del nuoto: partenza e virata nello stile libero (crawl)
tecnica degli stili di nuoto (stile ,
dorso, rana. Delfino)FIN
Grab start con piedi pari;
particolare del distacco dal blocco.(Alessandro Terrin). Questo tipo di
partenza risulta essere più potente e permette di raggiungere distanze di
spinta maggiori, ma non garantisce una grande velocità di ingresso in acqua.
Grab start con piede dietro;
distacco dal blocco. (Michael Phelps). La potenza di questo tipo di partenza è
inferiore rispetto a quella a piedi pari, ma la velocità di ingresso e di
uscita dall'acqua e senz'altro superiore.
Virata Stile Libero;
rotazione e apnea subacque (Pieter Van den Hooghenband).
1. Nuota verso il bordo della
vasca. Quando ti trovi a circa 3 metri (devi fare un po' di pratica con le
distanze), dai una o due bracciate potenti e abbassa il mento verso il petto
per cominciare la capriola in avanti. Metti la testa sott'acqua e spingiti con
le mani per fare una ribaltata,
2. Fletti velocemente le
anche e comincia a piegarti come un coltellino svizzero. Tieni il mento vicino
allo sterno e le gambe leggermente piegate. Datti lo slancio con l'aiuto delle
mani. Resta il più vicino possibile alla superficie, pur rimanendo sempre completamente
sott'acqua,
3. Piegati a libro, con il
naso vicino alle ginocchia e le mani sopra la testa, a gambe piegate. Poi
spingi i talloni verso i glutei mentre il resto del corpo ruota e prende la
posizione a uovo, che è molto idrodinamica. Ti verrà voglia di cambiare
posizione, ma devi assolutamente resistere,
4. Dopo che le gambe ti sono
passate sopra la testa e ti ritrovi ribaltato, poggia le piante dei piedi
contro la parete della vasca per darti la spinta. I piedi devono toccare il
bordo vasca a circa 50 cm sotto la superficie dell'acqua. Le braccia si
distenderanno automaticamente dietro la testa,
5. Prima di '€œesplodere'€,
unisci le mani per tagliare meglio l'acqua con le braccia, stringendo le
orecchie fra i bicipiti. Questa è la posizione '€œa freccia'€.
Spingiti con potenza lontano dalla parete della piscina. Tieni uniti mani e
piedi: dovresti schizzare via come un siluro, con il viso verso l'alto,
6. Incrocia le gambe in modo
che l'acqua che ti scorre sul corpo ti faccia ruotare prima sul fianco e poi a
pancia in giù. Spingiti con il braccio più vicino al fondo per riprendere il
ritmo delle bracciate. Se il movimento è corretto, farai circa 4 metri in 2
secondi prima di uscire dall'acqua con le mani.
Partenza dorso; distacco dal
blocco e angolo di ingresso in acqua (Natalie Coughlin).
A dorso la parte immersa del
corpo genera un resistenza importante in partenza.Per questo motivo bisogna
limitare il più possibile la resistenza adottando un posizionamento del corpo
corretto prima del via.
Nella posizione di attesa le
mani sono strette sulla maniglia e le braccia tese, il corpo deve essere
rilassato. La posizione dei piedi è molto importante; è bene che la punta del
piede fuoriesca dall'acqua. La pianta del piede deve essere ben poggiata per
tutta la sua lunghezza per avere un buon appoggio all'atto della spinta, dato
che tutta la potenza farà presa su questa superficie. Non posizionare i piedi
troppo in profondità in quanto la spinta poi risulterebbe troppo verso l'alto.
All'apposto del giudice, portare l'angolo gambe cosce ad un'ampiezza di circa
90 gradi. Flettere le braccia e cercare di sollevare il sedere fuori
dall'acqua. Per non scivolare, cercare di tenere la pianta del piede ben salda
sul muro.
Al via
spingere sulla maniglia con le mani per poi lanciare le braccia e la parte alta
del corpo all'indietro. Spingere sulle gambe facendo risalire il bacino. Le
braccia possono raggiungere la parte alta del corpo, o con un movimento circolare
laterale, o passando direttamente davanti al corpo. In quest'ultimo caso e bene
piegare leggermente le braccia.
L'ingresso in
acqua e la conseguente fase di apnea subacquea, devono essere velocissime e
quanto più possibile potenti. Dopo la spinta e l'inarcamento della schiena, è
molto importante trovare il giusto angolo di impatto con l'acqua, che deve
essere di circa 40 gradi. Un angolo inferiore porterebbe ad una apnea troppo
corta. L'impostazione del giusto angolo di ingresso è condizionata dalla
posizione dei piedi in partenza. Con la prima gambata si può comunque
correggere (per quanto possibile) l'ingresso in acqua
Durante la
fase subacque mantenere la massima distensione delle braccia e pinneggiare a
gambe delfino. Il busto e le braccia, al fine di ridurre la resistenza
dell'acqua, devono rimanere fermi, e il movimento di delfinizazzione deve
partire dall'addome. Disegnare un arco durante la subacque che da prima porta
in profondità per poi tornare gradualmente in superficie. Non uscire oltre i 15
m pena la squalifica. Molto importante la prima bracciata che deve essere
avviata in anticipo quando il viso è a pochi cm dalla superficie dell'acqua.
Virata dorso;
particolare della rotazione e della spinta dal muro.
Virata dorso;
particolare della rotazione e dell'apnea subacquea. (Markus Rogan)
|
Tecnica del nuoto: partenza e virata
nello stile della rana
Virata a
rana; particolare dell'inversione e della spinta dal muro, notare il tocco a
due mani, pena la squalifica.
La virata
nello stile della rana è similare a quella dello stile della farfalla
(delfino). Entrambe le mani devono toccare il muro contemporaneamente
precedendo qualsiasi altra parte del corpo. Sempre uguale al delfino è la
successione di movimenti che generano la spinta dal muro. La testa è bassa e
l'ultima bracciata è più lunga (ma non troppo). Si tocca con le mani e si
piegano i gomiti e le ginocchia (il corpo nel frattempo avanza). Una mano si
stacca, va in avanti sott'acqua e i piedi vanno verso il bordo con le gambe
piegate (alcuni in questa prima parte tengono i piedi incrociati). Si spinge
con i piedi e l'altro braccio va avanti ma fuori dall'acqua (con la testa che
prima guarda indietro e poi in avanti). Fondamentale è arrivare con un perfetto
tempismo al muro con le mani: una bracciata troppo corta o troppo possono
vanificare qualsiasi vantaggio.
Virata a
rana; particolare dell'apnea subacquea.
Una
differenza con il delfino è il così detto ciclo subacqueo. Questo consiste in una bracciata completa e
quanto più ampia possibile da davanti al capo fino alle cosce, con gambata a
delfino annessa, da effettuarsi sott'acqua dopo essersi spinti dal muro.
Rispetto alla farfalla la virata a Rana è più in profondità rispetto a quella a
Delfino.
Partenza
track start della rana. Grab start con piede dietro; distacco dal blocco. La
potenza di questo tipo di partenza è inferiore rispetto a quella a piedi pari
(Grab Start), ma è stato dimostrato scientificamente che la velocità di
ingresso in acqua è superiore. Importante nella rana è trovare il giusto angolo
di ingresso in acqua.
Sul blocco
tenere una gamba avanti e l'altra 20 cm. dietro. Le ginocchia sono piegate a
140°. L'ombelico perpendicolare ai piedi, stando inclinati in avanti. Le mani
sono in basso e si ha la testa bassa. Al via spingersi in avanti con i piedi e
le braccia. Quest'ultime si possono muovere solo in avanti.
Partenza
rana; particolare dell'apnea subacque (Alessandro Terrin).
Partenza
delfino; particolare
track start.
Sul blocco distanziare i
piedi di circa 20 cm - 30 cm. Piegare le ginocchia a circa 140°. L'ombelico
deve essere perpendicolare ai piedi, mentre si sta inclinati in avanti. Le
braccia sono tese, le mani sono distese (non "grabbate"), la testa è
bassa ed incastrata tra le braccia. Nel tuffo "track start" un piede
è avanti e l'altro dietro di circa 20 - 30 cm poggiato sulla spalletta del
blocco. Al via spingersi in avanti con i piedi e le braccia. Quest'ultime si
possono muovere in due modi: 1) Avanti, dietro, avanti. 2) Solo in avanti.
Nel tuffo "truk
start" il piede da porre anteriormente deve essere quello di appoggio
naturale (il primo piede che si pone in avanti quando si riceve una spinta). Virata delfino; particolare
dell'inversione (n.b. tocco a due mani).
Per regolamento il nuotatore
deve toccare il muro con entrambe le mani, nello stesso momento, pena la
squalifica.
Di conseguenza dopo aver
toccato il muro frontalmente, un braccio passa fuori dall'acqua (di solito il
destro, mentre per i mancini sarà il sinistro) mentre l'altro braccio passerà
sotto l'acqua. Allo stesso tempo le gambe si raggrupperanno e i piedi
toccheranno il muro. Il corpo si inclinerà di 90° rispetto al piano dell'acqua.
Da tale posizione si effettua una spinta con le gambe senza spostare le braccia
da davanti alla testa, per quindi riprendere la nuotata. Fondamentale è
arrivare bene al muro con le mani scegliendo la bracciata giusta che non deve
essere ne troppo corta o troppo lunga.