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RILASCI SELVAGGI

di Giancarlo Campalto

Si parla spesso di ripopolamenti fatti per tutelare la fauna ittica e molto più spesso per "tutelare" quei pescatori che hanno tirato fuori una bella quota per inscriversi alla concessione, associazione o società più o meno sportiva. A prima vista ciò sembrerebbe qualcosa di utile e ben fatto, ma non la pensano così illustri ittiologi italiani ed europei (ad esempio Ettore Grimaldi). Il più delle volte, infatti, per l’ambiente queste semine sono considerate inutili e a volte perfino dannose.
Su questo sono d’accordo.

Lasciando perdere i laghetti a pagamento che spesso non hanno niente di naturale, rivolgiamo la nostra attenzione alle acque pubbliche (anche se solo di nome).

Normalmente nelle concessioni della zona A, prima dell’apertura alla trota o prima di una gara di pesca, viene rilasciata una quantità decisamente esagerata di anonimi salmonidi di allevamento (di quelli che quando vedono l’uomo pensano che sia finalmente arrivata l’ora del pasto!).
L’ambiente, anche sacrificando gli avannotti appena nati che sono certamente destinati a finire preda della moltitudine affamata, non potrà certo fornire il fabbisogno alimentare per tutti. Anche le povere trote indigene (se ancora ce ne sono) si ritrovano a competere con una folla affamata che fino a poco prima non c’era, e presto abbandoneranno la normale prudenza per diventare ambito trofeo di qualche fortunato pescatore.

A questo punto vorrei chiedere: che senso ha in queste concessioni chiudere la pesca nel periodo di riproduzione della trota se poi gli avannotti devono finire in pancia ad affamati predatori che non vedono l’ora di cibarsi concarne genuina e fresca?

Non parliamo, poi, delle semine primaverili di trote in qualche canale della bassa padana allo scopo di fare qualche torneo di pesca. Lì le trote non si riproducono di sicuro e sono destinate a morire in gran parte a causa dell’elevata temperatura estiva, ma nel frattempo si nutrono degli avannotti nati in primavera dai pesci indigeni.

Il discorso del fabbisogno alimentare vale anche per la semina di carpe nel piano o per qualsiasi altro animale venga rilasciato in massa su di un’area forse sana ma limitata. Che senso ha sovraffollare l’ambiente se poi non c’è cibo per tutti? Teniamo presente, infine, che le semine vengono fate con animali della stessa età per cui anche se fossero predatori difficilmente riuscirebbero eliminarsi a vicenda. Va da sé che diventeranno più facili da catturare, ma diventa ovvio anche il pericolo di epidemie dovute allo stato di debolezza, diretta conseguenza della fame.

A parer mio, i ripopolamenti si dimostrano utili quando un episodio traumatico (quasi sempre per colpa dell’uomo) ha momentaneamente compromesso la vita o la riproduzione in una determinata area come ad esempio: scarico inquinante, condizioni meteorologiche anomale avverse, asciugamento, bracconaggio eccetera. E’ ovvio che prima di eseguire il ripopolamento si deve eseguire il risanamento, ovvero si deve eliminare per sempre la causa che ha compromesso la vita in quel luogo. In seguito serve ripristinare la flora, la microfauna e la microflora (indispensabile per la crescita degli avannotti), eventualmente reintrodurre anche la fauna che non interessa direttamente al pescatore e, finalmente, ripopolare con una giusta quantità di selezionati pesci possibilmente derivanti da cepi indigeni.

Come si vede la questione è assai più complessa di quanto sembrerebbe a prima vista, ma risulta ovvio che non si dovrebbero eseguire i ripopolamenti al solo scopo di soddisfare la libidine d’improvvisati pescatori che in cambio di una quota vogliono tutto e subito.

Ma ora mi sorge un dubbio ... Non è, per caso, che questi ripopolamenti servano ad allevare "pescatori" utili, più che altro, a "tutelare" le casse di alcune concessioni, associazioni o società più o meno sportive?









Luccio dell'est
Luccio dell'est
Questo luccio, importato in un passato recente dall'est europeo per semine a basso costo, ormai ha invaso il Piemonte, buona parte della Lombardia e ora comincia a diffondersi in Veneto ed in Emilia Romagna.










Trota iridea
Trota iridea
Trota ottenute da uova importate e che servono per ottenere allevamenti a basso costo. Non si riproduce, se non raramente, nelle nostre acque.
Il massiccio rilascio provoca comunque danni notevoli alla fauna stanziale.












Carassio dorato
Carassio dorato
Importato e seminato in grandi quantità dai garristi che ancora lo favoriscono, si è rilevato un pesce infestante e dannoso. E' ora il simbolo dell'idiozia di certe scelte.

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