di Giancarlo Campalto A gennaio le giornate sono così corte che
quando è sereno fa ancora più freddo: neppure il sole
di mezzogiorno ce la fa ad intiepidire le mani rese
insensibili dal gelo. La pianura diventa un solido manto
bianco, la terra è dura e gelata, sui residui
derba è quasi perenne la brina e lacqua dei
canali è ricoperta da uno strato di ghiaccio. Solo i
grandi fiumi resistono ancora e non hanno la superficie
ghiacciata. E opinione comune che ormai non si riesca più a
pescare niente, che i pesci, allinfuori della trota
dallevamento in cava, siano tutti in letargo. |
Nonostante il freddo e le mani "fonfe"
ci si accorgerà subito dellattacco del cavedano:
esso si presenta quasi sempre improvviso e violento. Una
lunga ferrata, per recuperare leventuale filo in
bando, e poi non ci resta che recuperare largenteo
ciprinide che, nonostante il freddo, offrirà una più
che nobile resistenza. Per noi della bassa padana esiste poi un altro pinnuto che molti credono scomparso definitivamente dalla circolazione: il black bass. Si, proprio il re dei climi caldi. Sembra impossibile ma lo si può cercare un po più a vale del cavedano, dove esiste una rientranza od un avvallamento. Non è mai solo, dove si fa vedere (con lacqua limpida può accadere) o se ne piglia casualmente uno, conviene insistere: non si avranno abboccate a raffica, ma è possibile fare delle discrete pescate e catturare anche qualche grosso esemplare. Catturare qualche bass quando nevica o con un freddo boia, vi assicuro, è già di per se una bella soddisfazione! Come esca vanno bene i minnows prima accennati lanciati non lontano da riva e lasciati andare a fondo, quindi rialzati di un metro e rilasciati cadere spostandosi di molto poco. Molto bene rendono anche i piccoli falcetti (3") od i mini jig di piccolissime dimensioni. |
Lesperienza mi ha insegnato che con
temperature basse lesca più redditizia è quella
minuscola. Labboccata sarà delicata, a fior di
labbra: bisogna ferrare senza indugio. Una volta
agganciato, il black bass invernale, pur offrendo una
dignitosa resistenza, si limita a tirare un po qua
e un po là senza la fantasia e le evoluzioni che
lha reso famoso. Nei giorni in cui ne cavedano, ne bass sono disponibili allattacco e ci viene voglia di abbandonare tutto e tornare al dolce tepore casalingo, esiste un ciprinide che può trattenerci ancora qualche momento presso le ghiacciate rive: la scardola. |
Prendiamo la più piccola testina
piombata che troviamo, oppure prediamo un amo con
occhiello (vanno bene quelli da mosca), ci infiliamo un
piccolissimo falcetto (1, 3") e mettiamo una
spaccatina sul filo. Con questa montatura esploriamo il
fondo. Quando troveremmo il branco di ciprinidi, le
abboccate non mancheranno ma si agganceranno solo gli
esemplari più grandi. Considerando le esche usate per la pesca invernale, va bene una canna leggera e molto sensibile, un mulinello non eccessivamente veloce e un monofilo molto morbido dello 0,18 o 0,20. Consiglio, inoltre, di portarsi appresso dellolio al silicone per ungere gli anelli della canna ed evitare così il formarsi di blocchi di ghiaccio; uno scaldino da tenere acceso in tasca e, per i momenti peggiori, un pezzo di cioccolato ed un goccino di grappa. |