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LALTERNATIVA
SALATA
di Maurizio Ragazzo
Il branzino non è
certo un delle specie più insediate dai lanciatori delle
nostre zone.
Esso può invece rappresentare una intelligente
alternativa alle solite catture dello spinning delle
acque interne. Infatti è presente in discreta quantità,
e con taglie più che interessanti, presso le foci dei
nostri fiumi, Livenza in particolare.
Può essere proficuamente
insidiato con le nostre attrezzature e soprattutto
sfruttando il bagaglio di esperienza acquisito nelle
nostre assidue uscite in acque dolci.
Tarda estate ed inizio autunno rappresentano il periodo
migliore e le zone da battere saranno le parti terminali
delle foci, dove le rive sono costituite da massicciate
rocciose. In queste zone viene costantemente insidiato da
pescatori locali, nelle ore notturne e con esche
naturali.
Non mi sento di consigliare lo spinning notturno che,
praticato sugli scogli, risulterebbe estremamente
pericoloso e poco tecnico
Si possono, invece, ottenere delle buone catture
lanciando nelle prime ore del mattino ed, in particolare,
allimbrunire in presenza di forte corrente verso il
mare, in coincidenza di punte di bassa marea. I livelli
dacqua particolarmente bassi ci consentiranno di
individuare gli anfratti più promettenti fra le rocce
sommerse. Le nostre esche, esclusivamente minnow
affondanti di media misura, dovranno correre
parallelamente alla riva e di sfiorare tutti i possibili
rifugi, esattamente come facciamo nella pesca alla trota
o al cavedano in corrente.
Useremmo una canna di
buona misura e potenza, almeno di m 2,50, ed un filo
decisamente grosso dello 0,30 o più.
I nostri artificiali saranno i classici Rapala C.D. da 7
a 9 cm. La colorazione più indicata in caso dacqua
opaca, eventualità abbastanza frequente in foce, e la
testa rossa che offre ottima visibilità, mentre il
colore blu o il classico argento nero vanno bene se la
trasparenza è almeno discreta. un altro ottimo
artificiale si è rivelato il Flipper affondante da 7 cm,
che, essendo compatto e pesante, lavora bene anche con il
nostro 0,30.
Il filo va controllato quasi ad ogni lancio in quanto
viene sottoposto ad una continue micidiale abrasione
sulle pietre. Omettere questa operazione significa
perdere artificiali al minimo incaglio, o, peggio,
lasciare un costoso Rapala Magnum in bocca allunica
preda della nostra uscita.
In caso di ferrata la
nostra prima preoccupazione sarà quella di non concedere
nulla al pesce e di pomparlo più velocemente possibile
per non dargli modo di strisciare il filo sugli scogli.
Sarà oltremodo utile avere a disposizione un guadino a
manico lungo, poiché effettuando il recupero a mano
sarà facile "assaggiare" le acuminate spine
presenti sugli opercoli branchiali e sulla pina dorsale.
Chi intraprende questa pesca dovrà mettere in preventivo
parecchie uscite a vuoto e frequenti perdite di
artificiali, ma la prima cattura di taglia ci ripagherà
totalmente.
Con questa preda nulla ci vieterà di fare il solito
Catch & Relase, ma se porteremo a casa qualche
esemplare robusto da preparare semplicemente cotto al
vapore o al forno con patate, avremmo modo di far
riconciliare i nostri familiari con la nostra
passionaccia che troppo spesso viene da loro considerata
eccessiva.
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