Le esche


 

 

 

 

 

 


I MINIJIGS
a cura di Massimo Zanetti

Il fascino della pesca con le esche artificiali risiede nella fantasia che, più o meno accentuata in ognuno di noi, ci spinge a praticarla in un modo dissimile e reciprocamente inimitabile. Siamo tutti in possesso di quel "qualcosa" di diverso che ci distingue da chiunque altro, quell'istinto che ci porta alla continua ricerca ditecniche ed esche nuove che ci aiutino a raggiungere con maggior facilità l'obiettivo primario del nostro sport: la cattura del pesce. La linfa che alimenta la pesca a spinning è la ricerca della novità, la continua ed assidua sperimentazione di tecniche ed artificiali.
Ogni stagione di pesca viene infatti ricordata per il boom di qualche esca micidiale, impareggiabile, che ci ha reso molti pesci: la scorsa stagione il Filibustiere spopolò tra cavedani e trote, quest'anno sembra che l'artificiale più redditizio sia il minijig. Si è cominciato ad usarlo con l'attrezzatura da ultraleggero e sono arrivati bass, trote, lucci, cavedani, persici reali e diverse specie di pesce bianco come i combattivi carassi e le robuste scardole. Naturalmente, con un artificiale di minuscole dimensioni come il minijig (che non è altro che un tube jig lungo un paio di centimetri), non si può certo operare una selezione sulla taglia del pesce che si insidia: generalmente si catturano gli esemplari di qualche etto anche se le possibilità di agganciare il bestione non sono certo remote. E' comunque sicuro che, con un'attrezzatura proporzionata al minijig, un pesce da un chilo ci fa sudare parecchio prima di arrendersi.
I minijigs si possono trovare in quasi i negozi di pesca che hanno un discreto assortimento artificiali. I colori possono rivelarsi tutti validi premettendo però che l'efficacia di una tonalità è sempre legata alla limpidezza o meno dell'acqua, dipende cioè da quanto il colore risulta visibile al pesce in determinate condizioni di luce. La regola vuole che in presenza di scarsa luminosità rendano di più i colori scuri (nero, viola, marrone ecc.) mentre, in caso contrario, risultino maggiormente adescanti colori più vivi come per esempio il giallo e l'arancio.
La montatura ideale per pescare con il minijig è rappresentata, e trattandosi di jigs non poteva essere diversamente, dall'amo piombato o testina piombata di grammatura infinitesimale: una testina di tre grammi può essere già troppo pesante e voluminosa! L'azione di pesca può essere condotta, come un po' tutte le tecniche di pesca con esche artificiali, sia da riva che da natante.
L'abboccata del pesce al minijig si verifica frequentemente in fase di discesa verso il fondo e, naturalmente, in fase di recupero. La risposta deve essere pronta e decisa ma non eccessivamente violenta, pena la rottura del monofilo e la conseguente perdita del pesce.

 
Diamo ora uno sguardo all'attrezzatura: una cannetta da 1,80 o 2 metri dotata di una buona morbidezza e della giusta sensibilità rappresenta secondo me la soluzione ideale per praticare questa tecnica di pesca.  


Il mulinello dovrà essere scelto in proporzione alla canna tra quelli più robusti ed affidabili, dotato di una frizione potente visto che pescheremo con un monofilo di diametro ridotto. Si andrà da uno 0,20 ad uno 0,25 che, pur rappresentando una sicurezza in fatto di robustezza, non ci permette certo di fare lanci lunghi e precisi. Io preferisco usare un filo sottile visto che i nuovi modelli hanno carichi di rottura molto elevati, sono resistenti all'abrasione e presentano una buona morbidezza.
Il minijig si è rivelato molto redditizio anche pescando le trote iridee o fario presenti nei laghetti a pagamento e a volte nettamente superiore ai soliti twisters. Sicuramente il minijig farà storcere il naso a molti lanciatori tradizionalisti ma un fatto è certo: è divertente, redditizio, economico e riavvicinerà molti spinningofili alla pesca con l'ultraleggero.


 

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