I pesci



IL LUCCIO
a cura di Giancarlo Campalto

Esox Lucius, famiglia: Esocidi

Il luccio è inconfondibile per il suo muso allungato a "becco d'anatra", per gli oltre 600 denti presenti nell'apparato boccale e branchiale e per la forma molto allungata del corpo. La forma slanciata e l'ampia pinna dorsale posta in posizione molto arretrata, vicino alla coda, spiegano lo scatto fulmineo di cui è dotato il predatore.
Il luccio si adatta a vivere in una vasta quantità di ambienti che vanno dal laghetto di montagna con acqua dolce cristallina al basso fiume con acque scure e perfino salmastre purché non siano troppo acide o povere d'ossigeno. La sua zona preferita è quella caratterizzata da lenta corrente e da vegetazione acquatica posta ai margini delle canne palustri. Frequenta comunque le massicciate, i tronchi sommersi, i posti ingombri di nascondigli, i sottoriva ed ogni altro anfratto.
Esistono cinque specie di lucci, ma solo una presente in Europa.
La livrea comunque cambia notevolmenteda varietà a varietà. I lucci italiani sono quasi sempre caratterizzati da una magnifica livrea dorata e "marmorata" con linee scure o verdastre che formano geometrie irregolari più o meno allungate con intensità variabile dell'ambiente in cui l'esocide è nato e cresciuto.

 

 

 
Giancarlo Campalto con un luccio dei grandi fiumi dalla caratteristica livrea nostrana

Altre varietà presenti nel nord Europa o nell'Europa dell'est presentano invece una livrea dorata o verdastra con delle macchie ovali distribuite più o meno regolarmente.
Le alpi hanno in passato garantito la purezza della varietà italiana. ma ora da parecchi anni sono stati importati dall'est Europeo parecchi lucci a scopo di semine a basso costo che si sono poi diffusi un po' dappertutto sia a causa del trasporto di uova appiccicate alle zampe degli uccelli, sia a causa di inondazioni che hanno collegato il laghetto privato al vicino fiume o canale e sia a causa pescatori sprovveduti che in buona fede credevano di fare opera buona.


Ormai i lucci dell'est più prolifici ed attivi nei mesi invernali hanno ormai invaso ed ibridato i lucci autoctoni del Piemonte e di mezza Lombardia ed ora fanno la loro comparsa anche in Veneto, Emilia ed altre regioni.
È un peccato che la cecità e l'avidità di pochi possa fare tanto danno!

Il luccio si nutre prevalentemente di pesce ma non disdegna affatto qualche animale acquatico o terrestre che occasionalmente si agiti in acqua. Il suo temperamento pigro lo porta a preferire le prede ammalate o morenti che hanno movimenti scoordinati e che sembrano incapaci di una fuga veloce e prolungata. Il luccio infatti è dotato di una scatto insuperabile, ma di scarsa precisione e resistenza per cui se sbaglia la presa difficilmente riesce a portare un secondo attacco ad un animale sano e veloce. La sua attività predatoria rallenta con il diminuire della temperatura, così come il suo processo di digestione, ed il luccio non attacca mai se non per nutrirsi. Succede quindi che d'inverno il pinnuto resti immobile senza nutrirsi anche per tre o più giorni.

 

 

La riproduzione avviene da febbraio a maggio (ed oltre nelle zone più settentrionali) in acque poco profonde e ricche di vegetazione in cui vengono appiccicate le uova da fecondare e che garantiscano una produzione di plancton ed piccoli animaletti indispensabili al nutrimento degli avannotti. Se il luccio non vive abitualmente in una zona adatta, si sposta in lunghe migrazioni fino a trovarla. Non è raro quindi vedere in primavera, ed in particolari zone, concentrazioni di molti esemplari di lucci in frega.


Elio Pazienza con un luccio "nostrano" dalla splendida livrea


I maschi, sempre più piccoli e numerosi delle femmine, durante il periodo della frega possono scontrarsi in aspri combattimenti, molto spesso con esito mortale per il perdente. E da notare che il luccio è dotato di un'ampia bocca e di una dentatura affilatissima e che riesce facilmente a lacerare le carni di un esemplare anche più grande di lui.
Atra caratteristica interessante dell'esocide è quella della territorialità. Questo istinto fa si che nelle stagioni calde il luccio controlli molto attentamente in suo territorio di caccia e se mentre è attivo si accorge che un altro esocide invade la sua zona parte all'attacco senza esitazione, con conseguenze a volte gravi per l'intruso. Anche l'istinto territoriale diminuisce con il diminuire della temperatura per cui non è affatto raro d'inverno trovare vari lucci riuniti sotto un ponte o in una buca particolare che garantisca loro una temperatura meno rigida.
I comportamenti aggressivi dell'esocide (riproduzione e territorialità) che hanno contribuito alla sua cattiva fama di animale crudele fin dai tempi più antichi, in effetti non sono altro che la garanzia di una sua piena integralità ed utilità all'ambiente.
La pigrizia che lo porta ad attaccare solo le prede deboli contribuisce ad eliminare dal branco gli individui malati allontanando in questo modo il pericolo di micidiali e ricorrenti epidemie. Gli attacchi verso individui della sua stessa specie per motivi di territorialità o di riproduzione fa sì che mai un ambiente possa essere pericolosamente sovrappopolato da esocidi.

 

 

  Luccio catturato in Sile

È il luccio perciò il predatore perfetto, indispensabile in un ambiente sano ed equilibrato!
Ecco spiegata l'irragionevolezza di coloro che ancora oggi vorrebbero a tutti i costi la sua eliminazione dalle nostre acque e lo spreco di coloro che fanno semine di migliaia di lucci in ambienti ristretti o rilasciandoli tutti nello stesso posto.


Il luccio oggi è in pericolo soprattutto per la mancanza di zone di frega. Purtroppo posso testimoniare che in molti ambienti esiste un inquinamento, non rilevato dalle statistiche (volutamente?) , che fa sì che scompaia o diminuisca sensibilmente la vegetazione acquatica e con esse le zone di frega dell'esocide, e ancora che altri ambienti siano poco inquinati ma in modo sufficiente a far morire la microfauna, e con essa la possibilità di nutrimento dell'avannotto di luccio, senza per questo far perire gli esemplari adulti. Ecco quindi il motivo per cui in certi ambienti si riesce ancora a catturare dei magnifici esemplari di luccio, ma poi risultano rarissimi i piccoli. Ecco anche perché in certi ambienti il persico trota (più robusto e che non ha bisogno di vegetazione) riesce ancora a riprodursi mentre i lucci sembrano diminuire.
Ecco anche il motivo per fare in questi maltrattati ambienti del corretto Catch & Release del luccio in attesa di un miglioramento (non utopico ci auguriamo) delle acque.

Misure massime
In Italia l'esocide eccezionalmente arriva fino a un metro e mezzo con un peso massimo di 20 kg .


 




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