I pesci




LE CHEPPIE NEL VENETO
a cura di Giancarlo Campalto

Come ad un galante appuntamento al quale non si vuole assolutamente mancare, il pescatore che già la conosce la cheppia con ansia tornerà sulle rive del fiume ad attendere la sua risalita. Egli vuole provare nuovamente quelle fantastiche ed esaltanti emozioni che solo questo pinnuto sa trasmettere.
Nel canal Bianco le cheppie arrivano presto, già agli inizi di aprile, e si fermano allo sbarramento di Baricetta (RO) dove vengono prese di mira da schiere di pescatori. Le cheppie resteranno in questo luogo fino all'apertura della chiusa che permetterà loro di riprendere la risalita che sarà molto lunga. Nel basso Brenta come nel Piave, in presenza di normali attività climatiche, questo accade verso la fine di maggio, primi di giugno, dopo che il fiume ha scaricato la fredda e limpida acqua da neve e finalmente i livelli si portano a valori accettabili per la pesca. Anche le cheppie che nel frattempo si erano radunate alle foci del fiume sentendo la variazione partono per la risalita.

 
 

Durante la migrazione o appena arrivate nei luoghi di riproduzione, le cheppie dimostrano la loro maggiore attività predatoria donando momenti indimenticabili al pescatore che ha saputo aspettarle nei punti strategici. Nel Brenta e nel Piave si possono catturare cheppie di buona misura anche se il numero di catture è di solito inferiore di quelle che si possono avere nel Po.


Nel Brenta le cheppie sono costrette a fermarsi allo sbarramento di Strà (VE) in quanto non hanno nessunissima possibilità di risalita (alla faccia della legge sulla pesca della regione Veneto che prevede le scale di monta).
Il periodo per una efficace pesca di solito é brevissimo, se va bene due o tre settimane, poi le cheppie vanno in riproduzione ed oltre ad aver diritto ad essere lasciate in pace attaccano molto meno il nostro artificiale.

 
 

Gli artificiali che noi utilizziamo sono i piccolissimi ondulanti con piumetta o meno di colore metallico e con amo singolo che spesso vengono venduti per la pesca in mare. Noi rifiutiamo assolutamente le amettiere con le piumette poiché consentono la cattura delle taglie minime (anche 12 cm) e quasi mai le grosse prede e perché poco hanno a che fare con lo spinning. L'azione di pesca é semplicissima: si lancia lontano, si lascia scendere alla giusta profondità l'artificiale e si recupera velocemente, a volte molto velocemente. L'unica fantasia in questa pesca consiste in una piccola variazione della velocità di recupero in modo da passare, e ripassare più in profondità, proprio dove sostano le nostre prede.


Gli artificiali nominati prima hanno un indiscusso difetto: sono leggeri. A questo inconveniente si pone rimedio aggiungendo sul monofilo di nailon, dello 0,22-0,25 di diametro, a circa mezzo metro dall'artificiale un piombo dai 5 ai 20 gr. di forma aerodinamica. Il peso varia a seconda della profondità da raggiungere e della corrente in atto nel fiume.
Compagna di battuta una buona canna da spinning di circa due metri che deve poter lanciare senza difficoltà almeno trenta grammi. Mai come in questo caso deve essere nervosa, rapida e scattante. La troppa rigidezza o la troppo morbidezza si misura sulle belle prede che rapidamente acquistano la libertà. L'energia e le vibrazioni emanate dalla cheppia presa all'amo sono notevolissime e senza alcun dubbio rappresentano l'esaltante caratteristica di questo pesce (visto da parte del pescatore, s'intende).
Quando s'incontra il branco buono, le catture possono susseguisi una all'altra in una sorta di pesca magica, fino ad esaurirsi all'improvviso quando il branco si sposta.
La cheppia ha la caratteristica di non smettere di dibattersi, neanche quando viene tirata fuor d'acqua. Se trattenuta a lungo continua a contorcersi fino a morire. Il mio consiglio, perciò, è di rilasciare immediatamente questo favoloso pinnuto, di liberarlo cioè quando ancora è immerso nel suo elemento.
Accontentiamoci della soddisfazione che ci regala nel pescarlo, che vi assicuro è notevolissima e indimenticabile.


 


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