IL BELLY BOAT
a cura di Massimo Zanetti

Finalmente, dopo i rigori dell'inverno è tornata la primavera, e il caldo sole che la annuncia rimette in attività pesci e pescatori. L'acqua, che fino a qualche settimana fa era piuttosto fredda, ha iniziato ad intiepidirsi, permettendo a chi ama pescare con il belly boat (leggi ciambellone), di effettuare le prime uscite con questo singolare accessorio.
Nel nostro paese il ciambellone non è che abbia finora vissuto un grosso boom, nonostante sia discretamente pubblicizzato e reperibile in molti negozi di pesca. Nonostante tutto, non siamo in pochi a possederlo e ad usarlo con profitto e grande divertimento.

La sua silenziosità permette di arrivare a pochi centimetri dal pesce senza spaventarlo e poter così presentargli i nostri artificiali in modo naturale e senza fare troppo rumore. E' evidente che il suddetto approccio dà risultati oltremodo soddisfacenti e permette di catturare pesci oltremodo sospettosi e che si trovano in luoghi irraggiungibili pescando da riva od anche dalla barca.

Il belly boat è tra l'altro facile da trasportare, dispone generalmente di capienti tasche nelle quali riporre artificiali o accessori ed è molto sicuro: è infatti quasi impossibile che si rovesci o che si fori in modo irreparabile e pericoloso per il pescatore.
Pescando dal belly boat vi consiglio di usare una canna corta, sul metro e ottanta di lunghezza (6"), preferibilmente da casting. Il motivo è strettamente pratico: con una canna da spinning, per quanto poco, si ha sempre un po' di calcio al di sotto del mulinello; il suddetto calcio può ostacolare l'azione di pesca e renderla quindi piuttosto difficoltosa andando continuamente ad urtare il bordo del ciambellone. Con la canna da casting (quella con l'impugnatura a pistola), questo inconveniente non si verifica.

Per quanto riguarda la scelta degli artificiali da portarsi appresso, si può tranquillamente risolverlo stivando le tasche del ciambellone con le esche che solitamente usiamo pescando da riva.
Usando il belly boat ci si sente davvero parte integrante dell'ambiente in cui peschiamo: provare per credere!