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IL FASCINO DELLA COSTRUZIONE

di Gabriele Sorarù

Quando durante le mie uscite a pesca incontro un collega spinningofilo, spesso, dopo un iniziale scambio di commenti relativo al più o meno buon andamento della battuta, il discorso scivola sul tipo di artificiale che in quel preciso contesto è riuscito a risvegliare l'interesse dei nostri amici-rivali pinnuti.

Nella maggior parte dei casi, non appena mostro al mio interlocutore l'esca autocostruita con la quale ho ottenuto i migliori risultati, mi sento dire: <<certo che con quello che costano oggi gli artificiali è proprio un bel vantaggio saperli costruire!>>

Confesso che ogni volta a fatica nascondo la mia delusione, poiché, pur dovendo riconoscere che l'elevato costo delle esche costituisce un effettivo deterrente al diffondersi dello spinning non riesco a capire come mai solo così poche persone sappiano cogliere gli aspetti più affascinanti del fai da te.

Il fatto di riuscire a suscitare l'interesse di un pesce predatore al punto d'indurlo all'attacco utilizzando un'esca uscita dalle proprie mani e magari prima ancora dalla nostra testa, è qualcosa che in effetti aggiunge alla pesca emozioni e soddisfazioni uniche.

Chi si reca a pescare, per assaporare dei momenti di totale immersione nella natura, troverà certamente nella costruzione degli artificiali un ingrediente in grado di trasformare in qualcosa di quasi magico l'istante in cui il predatore, accettando suo malgrado la sfida, entra in contato con lui e gli consente di far parte del suo mondo misterioso.

Voglio del resto mettere in guardia quanti pensano che la conoscenza delle varie tecniche di costruzione possa portare qualche sollievo al portafoglio, in quanto le spese sostenute inizialmente per l'acquisto dei materiali e dell'attrezzatura necessaria manterranno il bilancio economico in passivo per parecchio tempo. Se poi si fanno i conti di quanto tempo si deve spendere per la ricerca di tutto l'occorrente, nei luoghi più disparati, e successivamente per la realizzazione delle nostre creazioni, si capisce perché quasi tutti i colleghi lanciatori che hanno tentato di intraprendere la carriera del costruttore hanno finito col gettare la spugna.

Ho ritenuto necessario, pertanto, anticipare i prossimi articoli di natura tecnica, nei quali cercherò di descrivere nel modo più semplice possibile le procedure che adotto per la realizzazione di alcuni gruppi di artificiali, con questa serie di considerazioni personali, perché ritengo che possano fornire le forti motivazioni necessarie a conseguire buoni risultati. Posso garantire che già le prime catture ottenute con un'esca costruita magari con materiali ricavati da una vecchia ciabatta da spiaggia e un guanto in lattice, di quelli che usa la moglie per lavare i piatti, sapranno ripagare ogni sacrificio.
Non va sottovalutata, poi, la possibilità per le vecchie volpi che hanno costruito negli anni un notevole bagaglio di conoscenze nel campo di quelle che sono le reazioni dei predatori nei confronti degli artificiali, di poter realizzare personalmente esche con movimento, colore, forma, dimensioni e peso particolari che secondo il loro senso potrebbero risultare micidiali in determinate situazioni ma che nel mercato non sono reperibili

Gambero di fiume