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TORRE
DI LESCO
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Le prime campagne di esplorazione
del C.A.R.S. all'indomani della sua fondazione, furono dedicate proprio
alla ricerca della grotta di Torre di Lesco. Dagli inizi del secolo
era infatti noto che, durante lo scavo della trincea in occasione di
alcuni lavori di sistemazione della sede stradale (via Bari), era stata
scoperta una cavità di rara bellezza, subito dopo richiusa per
ragioni di sicurezza, e di cui se ne persero le tracce. L'imbocco della
grotta era situato proprio al margine della sede stradale (attuale S.S.
96). Dopo una breve campagna di ricerca l'imbocco della grotta fu individuata
in località Torre dell'Esca, nel 1951. Subito dopo la scoperta
fu condotta a Torre di Lesco una intensa campagna fotografica di cui
ancor oggi si conservano numerose immagini in bianco-nero negli archivi
del C.A.R.S., e venne realizzato un primo rilievo topografico a cura
dell'Ing. Michele Marvulli. La scoperta ebbe immediata risonanza anche
per la straordinaria bellezza delle concrezioni presenti, che per forma
e rarità superavano quelle delle stesse Grotte di Castellana,
come lo stesso Prof. Franco Anelli ebbe a dichiarare dopo aver visitato
questa grotta, piccola ma di rara bellezza. La grotta denominata oggi
in catasto come Torre di Lesco, rappresenta una vera preziosità
per ciò che attiene il patrimonio speleologico e naturalistico
della murgia altamurana.
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Le più importanti scoperte effettuate dal C.A.R.S. negli anni '50, ebbero notevole risalto sui mezzi d'informazione dell'epoca,in particolare sulla stampa locale. La scoperta che ebbe maggiore risalto fra tutte, fu quella della grotta di Torre di Lesco. La stampa mise in risalto diversi aspetti della scoperta fra cui,l'effettuazione delle ricerche che spesso avveniva a partire da notizie tramandate oralmente sulla presunta esistenza di grotte, le circostanze della scoperta, la bellezza delle concrezioni, la tenacia,l'impegno e l'intraprendenza degli speleologi, nonché anche l'annuncio delle future attività del C.A.R.S. fra cui la prossima esplorazione della grave di Faraualla. La stampa non si limitava a riportare notizie sulle scoperte di grotte, ma informava costantemente anche sulle numerose attività culturali promosse dal C.A.R.S. come la organizzazione di Rassegne Speleologiche con proiezioni di immagini destinate alla fruizione da parte della cittadinanza, o comunicando notizie sulla vita sociale del centro, nonché i programmi delle attività di ricerca ed esplorazione per la valorizzazione del patrimonio carsi |
CONFORMAZIONE DELLA GROTTA Essa si estende, partendo dall'imboccatura
situata in corrispondenza del margine della carreggiata della S.S. 96,
per una parte al di sotto della attuale sede stradale, e per altra parte
sotto il banco calcareo che si trova all'esterno della carreggiata.
Essa si sviluppa in profondità con un dislivello totale che per
la parte attualmente nota non supera i 20 mt, e con uno sviluppo planimetrico
di 40 mt circa. Al suo interno si presenta ricca di formazioni calcaree
variamente concrezionate e di diverse dimensioni, quali colonne stalattitiche
e stalagmitiche di grosse dimensioni (diversi metri), rare e minute
concrezioni eccentriche costituite da cristallizzazioni purissime ad
infiorescenza, piccole raccolte temporanee di acqua.
Si possono apprezzare anche cortine e colate calcitiche, lamine e vele variamente colorate per la presenza di calcite purissima o con presenza di ossidi ferrosi e manganese. Vi sono anche altre formazioni minerali di particolare interesse come i depositi di aragonite. Si tratta in sostanza di un ambiente ipogeo estremamente interessante dal punto di vista geologico e speleogenetico, che merita di essere tutelato in maniera adeguata. |
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LOCALIZZAZIONE DELLA GROTTA La grotta attualmente è
censita nel Catasto delle Grotte della Puglia al n.33. Essa è
indicata indifferentemente con due denominazioni: Torre dell'Esca o
Torre di Lesco. La sua localizzazione nella carta topografica d'Italia
è al Fg 189 IV SE.
L'imbocco si apre ad una quota altimetrica di 425 mt s.l.m. (altre misurazioni riportano 416 mt). Attualmente il pozzo di accesso è coperto da un tombino metallico con lucchetto, posizionato sul ciglio della strada. |
PROBLEMATICHE IN RELAZIONE
AGLI INTERVENTI DI AMPLIAMENTO DELLA STRADA
Attualmente in corrispondenza
della localizzazione della grotta, è prevista una nuova sistemazione
della sede stradale, interessata dal progetto di ampliamento a cura
dell'A.N.A.S. Proprio in relazione agli interventi che dovranno essere
effettuati, il C.A.R.S. ha comunicato con nota prot. 130 del 30/12/200
al compartimento della viabilità per la Puglia l'esigenza di
provvedere alla tutela di questa formazione carsica dato il suo estremo
interesse dal punto di vista geologico, speleologico e naturalistico.
Ciò, in quanto gli interventi che si andrebbero a realizzare
per l'allargamento della sede stradale potrebbero determinare un serio
danneggiamento o addirittura la distruzione di questo ambiente ipogeo,
sia per ciò che attiene la parte che si sviluppa al di sotto
dell'attuale sede stradale, si per la porzione che si estende al di
sotto della superficie esterna ad essa. Inoltre il C.A.R.S. ha segnalato
anche i problemi legati alla possibilità che il banco calcareo
che costituisce la volta della cavità sotterranea e contemporaneamente
il pavimento della sede stradale, possa cedere per le nuove sollecitazioni
a cui potrebbe venire sottoposto sia per l'aumento del traffico stradale
che per i lavori di sistemazione stessi, costituendo anche un problema
di sicurezza e pubblica incolumità nell'ipotesi di un suo eventuale
improvviso cedimento e crollo. Come ultime questioni furono anche segnalati:
il problema del posizionamento dell'accesso al pozzo di ingresso che
già attualmente è sul ciglio della carreggiata, e che
in caso di allargamento si verrebbe a trovare al centro della sede stradale;
la presenza sulla zona di superficie esterna al tratto di strada in
trincea, di due piccole depressioni dall'aspetto simile a dolina, della
larghezza di qualche metro e della profondità di circa due metri
il cui fondo è obliterato da materiale lapideo, che presentano
un aspetto simile all'imbocco di due inghiottitoi e che potrebbero costituire
ulteriori accessi alla stessa o ad altre cavità presenti nel
sottosuolo.
L'A.N.A.S. compartimento della viabilità per la Puglia che ha redatto il progetto definitivo di ampliamento della strada, ha tenuto conto di quanto comunicato del C.A.R.S. inserendo la problematica della grotta di Torre di Lesco nello studio di impatto ambientale, cosi come appare nel decreto_di_compatibilità_ambientale_n.339/2003 approvato dal Ministero dell'Ambiente di concerto con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali. |
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