IL CAMMINO DI UN FIGLIO
DI CREDENTI VERSO UNA
FEDE PERSONALE
Domenica 22 gennaio nella sala dell’assemblea di Firenze ho avuto la grande
gioia di vedere due dei miei nipoti, Davide e Simone, dare la loro testimonianza
attraverso il battesimo. Quello che ha detto Simone prima di essere battezzato
mi ha colpito in modo particolare, perché è, nello stesso tempo, testimonianza
delle difficoltà incontrate nel rapporto con Dio da un giovane figlio di
credenti ed incoraggiamento a compiere il cammino che porta ad un fede del tutto
personale e completamente autonoma.
Una situazione di stallo
Buonasera a tutti e grazie per essere venuti.
Oggi è un giorno importante per me e per Davide, un giorno pieno di gioia e
quindi ci fa piacere condividerlo con tante persone.
Penso che una buona parte di voi più che il suono della mia voce abbia sentito
quello dei miei tamburi, così oggi ho intenzione di rimediare raccontandovi la
mia storia e quelli che sono stati i passi che mi hanno portato a prendere una
decisione così importante.
Come ben sapete sono nato in una famiglia di credenti (in una fantastica
famiglia di credenti) e fin da piccolino sono sempre andato al culto, ho sempre
partecipato alla scuola domenicale e ho fatto un numero enorme di campi di studi
biblici. Crescendo ho capito che assimilare tutte queste informazioni da piccolo
ha dei pro e dei contro; infatti fino a circa un anno e mezzo fa ero pieno di
nozioni e formule che derivavano solo da cose che avevo sentito dire e che avevo
preso automaticamente per buone senza pensarci tanto, quindi non si basavano su
mie esperienze personali o su scoperte che avevo fatto, ma su esperienze che
avevano fatto altri. Anche il rapporto che c’era tra me e il Signore non mi
piaceva, credevo in lui, pregavo come facevano i miei genitori, ma forse lo
facevo più per tradizione o perché ero stato abituato così e in quella
situazione non ero in grado di crescere autonomamente, ma ero in una situazione
di stallo. Questa fase della mia vita si è interrotta appunto un annetto e mezzo
fa e anche se sembrerà strano gli artefici di questo mio mutamento sono stati
alcuni amici non credenti, coloro che avevano idee diverse dalla mia, loro che
mi hanno fatto capire che stavo costruendo su un terreno fragile basato solo sul
“sentito dire”. Mi sono reso conto che sapevo dire ben poco su Colui che
chiamavo Padre, che le mie spiegazioni non erano soddisfacenti, che sapevo
buttare giù solo qualche formula senza spiegare da cosa derivassero (un po’ come
a matematica, quando ti dicono una formula, in genere, i proff danno anche la
dimostrazione per far capire da cosa deriva, senza di essa rimane difficile
applicarla anche in situazioni diverse da quella standar), quindi è stato il
desiderio che avevo di parlare alle persone non credenti che mi ha fatto
prendere una decisione: ho deciso di liberarmi della buona parte di tradizioni
che c’erano in me e cercare di riscoprire Dio da solo in modo che la mia fede si
potesse basare principalmente su esperienze e scoperte personali. Sono partito
da questo presupposto: se io cerco il Signore con un cuore aperto, egli se è
veramente un Dio buono si lascerà senza dubbio trovare da me. Da quel momento ho
iniziato a leggere la Bibbia più spesso, ho letto qualche libro e ho fatto...
tante domande. Il Signore è stato sempre pronto a rispondere alle mie domande e
ha avuto tanta pazienza nei miei confronti.
Una bella casa... su un terreno
stabile!
L’anno scorso, è successa anche un’altra cosa per la quale ora mi fido
ciecamente di Dio. Ho scoperto che c’era una cosa che stavo facendo in quel
periodo che a Dio non andava bene, e questo avrebbe potuto allontanarmi
notevolmente da lui. Quindi dovevo prendere una decisione: o seguire la mia
volontà (che era senza dubbio più bella e comoda) o seguire quella del Signore
(che era senza dubbio scomoda e mi avrebbe fatto star male). Ancora oggi
ringrazio il Signore perché mi ha aiutato a prendere la decisione giusta, in
quel periodo ho deciso di affidarmi a Dio e gli ho detto: “Io non comprendo i
tuoi pensieri, non sono d’accordo pienamente sulle contestazioni che hai da
farmi, ma nonostante tutto voglio fidarmi di te, ti prego di non deludermi”.
Dio non mi ha deluso, anzi, più tardi mi ha fatto capire che aveva delle valide
motivazioni per non approvare ciò che stavo facendo e mi ha fatto comprendere
che lui ha una visuale più vasta della nostra, quindi fare la sua volontà è
stata senza dubbio la scelta migliore. Grazie a tutto ciò ora posso affermare
senza dubbi che Dio è fedele, ci ama, e vive attivamente in noi e tutto ciò,
posso dire di averlo sperimentato personalmente e di averlo scoperto leggendo la
sua Parola. Ora sto costruendo le fondamenta della mia casa su un terreno
stabile, un terreno che dà sicurezze e mattone dopo mattone con l’aiuto del
Signore sono certo che ne uscirà una bella casa. Infine voglio concludere
raccontandovi quando ho preso la decisione vera e propria di battezzarmi. Quest’estate
ero al mare e ho avuto l’occasione, una sera, di parlare a due ragazze di quello
in cui credevo. N’è venuta fuori una lunga conversazione e alla fine mentre
tornavamo verso casa una delle due mi ha detto: “Mi hai messo così tanti dubbi
in testa che ora appena torno a casa voglio subito mettermi a leggere la Bibbia
per saperne di più”. Ebbene è stato vedere le loro facce stupite, le loro
orecchie pronte ad ascoltare la buona notizia e il fatto che mi sono reso conto
che quando testimonio è come se fosse il Signore a suggerirmi le parole migliori
da dire che mi hanno portato, quella sera, appena tornato a casa, a dire a mia
mamma: “Mamma voglio battezzarmi!!”.
Simone Moretti
ARTICOLO TRATTO DAL MENSILE EVANGELICO "Il Cristiano "(Marzo 2006)