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RACCONTI

- ERO UNA VOLTA GIOVANE E AGGIORNATO E LUCIDO... -

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Una casetta in paradiso

Giovanni si era assicurato su tutto. Aveva dieci polizze vita, due rc auto sulla sua berlina, una assicurazione sulla casa contro terremoto, inondazione, cedimento strutture, avvallamento, straripamento di fiumi (tra cui il Tronto, l'Esino, il Tesino e il torrente albula). Una assicurazione contro furti, incendi e atti vandalici, contro invasione di extra terrestri di Marte, Giove, Plutone, Orione e tutte le altre galassie. Giovanni quando tornava a casa la sera voleva stare tranquillo. Voleva essere sicuro che qualunque cosa potesse succedere, anche la più improbabile, non lo trovasse impreparato. Maria era sempre al telefono col figlio. Era terrorizzata che da un momento all'altro potesse accadergli qualcosa. E poi ora che Pietro era all'università, così lontano da lei a dai suoi occhi, viveva ogni momento con l'angoscia dell'impotenza di fronte ad un destino già scritto. Ogni sera, dopo una faticosa giornata fatta di deleterie telefonate, Maria trovava l'Assicuratore e Giovanni seduti al tavolo della cucina con mucchi di polizze sparse ovunque insieme a tavole statistiche piene di numeri incomprensibili. Ogni sera Maria chiedeva gentilmente all'Assicuratore se voleva rimanere a cena ed ogni sera l'Assicuratore gentilmente rifiutava anche se poi finiva sempre per rimanere vista l'insistenza di Giovanni.

Tutta colpa di una maga, una di quelle che leggono le carte su tv private. Un giorno Maria ebbe l'idea di telefonare al numero in sovrimpressione e di fare la domanda: "Vorrei sapere come andranno le cose a mio figlio" "Quanti anni ha suo figlio?" "20 anni a marzo….si… si 20 anni a marzo" "E cosa fa nella vita?…" "In che senso…" "Studia? Lavora?.." "ah!..studia" Nel frattempo la maga girava le carte. Le mischiava comandata da forze divine. Le girava una ad una. Le girava praticamente tutte. Maria dalla Tv vedeva una sola carta: la Morte!! Impaurita spense la Tv, abbassò la cornetta del telefono e si mise a piangere. Voleva chiamare al cellulare suo figlio ma non ne aveva il coraggio e la forza. Perché proprio a lei questa disgrazia. Perché? Qualche anno prima la sua vicina di casa Carla aveva perso un bambino in un incidente stradale e quindi sapeva bene cosa significa il dolore della scomparsa di un figlio. Poi Pietro, così giovane e bello, futuro ingegnere disoccupato ma ingegnere…, perché la sorte…, le carte e la sfiga si dovevano accanire contro di lui. Perché?

Così, dal quel giorno Maria ogni quindici minuti faceva uno squillo al cellulare di Pietro che era all'università a Bologna e Pietro ogni quindici minuti gli rispondeva con un altro squillo. Ormai la vita stava diventando un inferno. Pietro oltre ad essere deriso da tutti, era anche stato lasciato dalla sua ragazza che non sopportava più una situazione del genere. Giulia lo aveva avvisato molte volte. Glielo aveva spiegato che doveva scegliere fra lei e le telefonate della madre senza nessun se e nessun perché. Una volta Pietro ebbe il coraggio di spegnere il cellulare nella mezz'ora di sesso con Giulia che ogni sera erano abituati a fare in compagnia di Bruno Vespa o Maurizio Costanzo. Ma fu la mezz'ora di sesso più disastrosa nella storia dell'uomo. Ogni giorno che passava Maria capiva che la morte di Pietro si stava facendo sempre più vicina e le telefonate divenivano sempre più insistenti. Giovanni era ormai disperato. Ogni volta che tornava a casa trovava Maria col telefono in mano intenta a chiamare il figlio. Giovanni la consolava dicendo che avevano ben 126 polizze vita intestate a Pietro e quindi non dovevano temere nulla. Nulla!!

Giovanni, semplice impiegato, la mattina si recava al lavoro guardandosi attorno per capire i pericoli che correva lungo il tragitto e verificava se era già assicurato o se era meglio estendere la formula della polizza che aveva sottoscritto il giorno prima. In ufficio, invece di lavorare navigava in internet per essere informato sulla probabilità che un asteroide cadesse sulla sua casa, una scheggia colpisse un passante ed il passante morisse. Quella mattina scoprì che la probabilità era molto più alta dello zero assoluto che potesse immaginare. Colto da una angoscia che proprio quella mattina potesse accadere qualcosa del genere, lasciò il lavoro e corse dall'Assicuratore per mettere le cose a posto. Doveva stare tranquillo, non poteva lavorare in una condizione di incertezze e paure. L'Assicuratore lo accolse con gioia, lo fece sedere e lo tranquillizzò. Lo studio dell'Assicuratore era moderno ma allo stesso tempo elegante. Alcuni manifesti di slogan assicurativi ben riusciti erano incorniciati e appesi alle pareti in segno di serietà e potenza nella comunicazione. Una pubblicità, più delle altre, attrasse l'attenzione di Giovanni: "Una Casa in Paradiso? Cosa aspetti…che finiscano?". "Un momento…", disse Giovanni quasi alterato, "cosa significa quel cartellone in fondo?" "Significa quello che leggi", rispose l'Assicuratore con un tono di voce studiato per incuriosire chiunque. "Puoi acquistare una casa in paradiso già oggi. In modo tale che nell'aldilà non hai sorprese." aggiunse l'Assicuratore dopo una pausa. "Che tipo di sorprese?.. e perché cavolo non me lo hai mai detto che si potevano fare queste cose? Ad un cliente come me… nascondi…?" "Non ti ho nascosto nulla Giovanni", lo interruppe l'Assicuratore, "stavo aspettando che i prezzi si abbassassero per proportelo.." "Rischiando di lasciarmi il nulla.. e di farmi stare in mezzo ad una strada. Vero?" disse con voce sempre più alterata Giovanni. A quel punto l'Assicuratore tirò fuori un book fotografico con centinaia di ville e villette immerse nel verde e nel blu del cielo tra rigogliosi alberi e frutti. Si fermò a pagina dieci, allargò bene il foglio e disse: "Che te ne pare?" "Stupenda, stupenda…" riuscì a balbettare incredulo Giovanni "Questa villa, situata nel posto più in del Paradiso, l'ho lasciata per te. Ho sempre detto a tutti che l'avevo già venduta perché sapevo che ti sarebbe piaciuta." "Grazie..grazie", esclamò Giovanni entusiasta. "E adesso che i prezzi sono un po' scesi la puoi acquistare facendo un affare."

Maria per abituarsi alla morte del figlio scriveva finti telegrammi di condoglianze e poi passava il tempo a piangerci sopra. La mattina usciva insieme alla sua amica Carla per recarsi al cimitero. Doveva abituarsi a quella strada e allo strazio della morte di un figlio. Carla la faceva fare. Almeno le faceva compagnia. Maria già da tempo aveva scelto la foto per la tomba del figlio. L'aveva scelta insieme a Giovanni che ha molto più gusto di lei. Così, tutte e due vestite di nero passavano una buona parte della mattinata davanti le tombe dei loro figli. Questo risolse una parte di problemi a Pietro in quanto, finché la madre era a piangere sulla sua lapide, non riceveva telefonate. Infatti Giulia accolse la proposta di Pietro di fare la prova di stare insieme solamente la mattina anche se un fidanzamento par-time le sembrava un'autentica stronzata. Giovanni appena si accorse del tragitto che la moglie compiva tutti i giorni le disse che era un'incosciente e che avrebbe dovuto dirglielo perché bisognava fare una polizza ad hoc per quel tratto di strada. "Ma caro, Carla sono due anni che fa quella strada e non le è mai successo nulla…e non è mica assicurata!" "E che ne sai…che viene a dirlo a te se si è assicurata? Quanto sei ingenua", disse Giovanni visibilmente incazzato. A quella reazione Maria si mise a piangere correndo verso la camera del figlio chiudendosi a chiave. "Vaffanculo…Vaffanculo" gli urlava Giovanni dal corridoio. "Vaffanculo tu e quel testa ti cazzo di Assicuratore che tutte le sere scrocca la cena…" disse Maria con un coraggio non suo. "Ah! È questo che pensi brutta cretina… è questo allora che pensi" gridava Giovanni sbattendo i pugni contro la porta. "Scemo! Cosa dai i pugni contro la porta! Mica sei assicurato per questo.." Maria cercava di provocarlo nel vivo e nel profondo, "Mi stai prendendo per il culo vero? È questo che stai facendo?" Giovanni aveva le vene del collo grosse come una fune usata per attraccare le navi al porto e un viso color vino Rosso Piceno Superiore d'annata.

Così, quella mattina dall'Assicuratore, di fronte alla proposta di una Casetta in Paradiso, Giovanni pensò ad una cosa sola: di comprare quella casa per Pietro. Questo avrebbe risolto tutti i loro problemi. Per Maria sarebbe stato il regalo più bello che avesse mai ricevuto. Sicuramente avrebbero fatto pace con lui per la lite del giorno prima e per di più avrebbe capito la bontà dell'Assicuratore e non si sarebbe più lamentata se la sera rimaneva a cena con loro. Pietro non avrebbe più ricevuto telefonate dalla madre, si sarebbe sposato con Giulia e quando sarebbero morti c'era una Casetta in Paradiso tutta per loro. Un quadretto così perfetto nella testa di Giovanni che pensava finalmente di poter sistemare tutto sulla terra e anche nell'aldilà, lo spinse a bloccare la casa e addirittura a baciare a abbracciare l'Assicuratore per ringraziarlo di tutto. "Smettila Giovanni, questo è il mio lavoro…sono pagato per questo! Ma ti assicuro che vedere felici le persone è un compenso ancora più grande." "Non vedo l'ora di correre da mia moglie e darle il regalo!!" "Sono sicuro che sarà la donna più felice del mondo" "Si la più felice in questo mondo e nell'altro mondo." "Sta tranquillo che sarà così. Quando vedrà il depliant NON VEDRA' L'ORA DI MORIRE per godersi subito un po' di Paradiso!!", se la rise sardonicamente l'Assicuratore.

Quello stronzo dell'avvocato Andreani, amico dell'Assicuratore, il giorno del passaggio di proprietà della Casetta in Paradiso non si fece vivo. Sui giornali si diceva che era scomparso. Altri dicevano che era stato fatto a pezzetti e buttato in mare dalla moglie. Fatto sta che Giovanni era straincazzato e aveva il sospetto che l'Avvocato Andreani si fosse ammazzato per fottergli la Casetta in Paradiso. Ma non era questo che poteva fermarlo. Nel giro di poco tempo, quel santo di Assicuratore trovò un altro avvocato che potesse assistere Giovanni durante la firma del contratto e così nel giro di pochi giorni tutto fu sistemato e finalmente la Casetta in Paradiso era tutta e definitivamente sua. Quella sera mostrò a Maria il depliant spiegandogli che bel regalo le avesse fatto. Maria non riuscì subito a capire ma quando realizzo il tutto si mise a ballare dalla felicità e ringrazio il cielo di avere un marito così premuroso nei suoi confronti. Ora non era più preoccupata per Pietro. Anche se gli fosse capitato qualcosa di grave avrebbe comunque avuto una splendida Casetta in Paradiso per l'eternità. "Guarda …tre piani di centocinquanta metri quadri." Giovanni mostrava soddisfatto la piantina della casa. "Chissà quanto l'hai pagata!!" "Ma è una casa per l'eternità. Senza ICI e senza Tassa smaltimento rifiuti e tu stai a guardare quanto l'ho pagata?" rispose sicuro Giovanni. "Hai ragione..e poi adesso Pietro può stare tranquillo.." "Si, adesso non devi temere più nulla. E poi è stato un affare. Pensa che l'Assicuratore mi ha dato la possibilità di pagare metà del valore della casa ora e l'altra Post Mortem." "Avevi ragione tu, Giovanni. L'assicuratore ha un cuore d'oro." Il destino volle che Cecchi Paone trasmettesse un documentario sui dogmi della Chiesa la sera stessa che scomparve l'Assicuratore. Fu così che finì il periodo di tranquillità per la famiglia Zacchei. Infatti ormai Giovanni e Maria avevano trovato quell'equilibrio mentale che da troppo tempo mancava. Lei aveva smesso di andare al cimitero, di farsi telegrammi di condoglianze e di preparare il funerale. Lui sembrava quasi contento che un extraterrestre si materializzasse di fronte a lui e con una pistola laser lo bucherellasse come uno scolapasta. Pietro finalmente si godeva tra donne e hashish, quei irripetibile momenti di vita universitaria. La concomitanza delle due cose, il documentario e la scomparsa dell'Assicuratore, provocò una reazione chimica più pericolosa della bomba H. Quella maledetta sera, guardando un documentario in Tv sui dogmi della Chiesa, Giovanni capì che quel bastardo dell'Assicuratore l'aveva fregato. Una fregatura bella e buona. E poi dicono la Tv spazzatura. Per fortuna ci sono programmi come la "Macchina del Tempo" che un po' ti fanno riflettere. Cioè che ti aprono un po' il cervello. Infatti Giovanni solo grazie a Cecchi Paone era riuscito a capire come s'era fatto infinocchiare. E che dire che il telegatto per la cultura, e che ti so io, lo hanno assegnato al "Grande fratello"? Così Giovanni girava per il salone ripetendosi quanto era coglione. Chi poteva sapere se fosse andato in Paradiso? E se finiva all'Inferno? Al Purgatorio? Iniziò a scaraventare a terra tutti gli oggetti che gli capitavano sulla strada e a bestemmiare in mille lingue peggiorando la sua situazione. Quanto lo disse a Maria quella veramente per poco non se ne andava al Creatore. E adesso che l'Assicuratore era scomparso, come avrebbero fatto? Chi poteva vendergli una casetta all'inferno e una casetta al purgatorio? Chi? "Devo ritrovare l'Assicuratore", ripeteva disperato Giovanni. "Quello è scappato… o peggio si è ammazzato per fregarci la Casetta in Paradiso", diceva scioccata dalla notizia, Maria. "Devo ritrovarlo…assolutamente devo ritrovarlo. Deve vendermi una casa all'Inferno e una in Purgatorio.. altrimenti siamo fottuti. Ma perché non me lo ha detto..perché non mi ha offerto anche una casa all'inferno..Cazzo!" "Aveva paura che non gliele pagavamo?…bastardo!" I due erano veramente disperati e sull'orlo di una crisi di nervi. Dopotutto c'erano due sole possibilità. Una era quella di chiudersi entrambi in un Convento e rispettare fino allo spasmo i precetti Divini. L'altra era di cercare l'Assicuratore. Ma dove? Quello con tutto il lavoro che aveva da fare poteva anche essere andato a stipulare una polizza su Giove. Oppure essersi ammazzato buttandosi da un ponte per godersi la Casetta in Paradiso con fuori la porta la targhetta:

Famiglia Zacchei

Casetta in Paradiso

 Via degli Angeli, 1

 

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