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RACCONTI

- ERO UNA VOLTA GIOVANE E AGGIORNATO E LUCIDO... -

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MANIFESTI

 

 

 

Il Taxi corre lungo la strada illuminata da lampioni stanchi e annoiati. Vetrine di negozi addobbate con sfarzo, insegne colorate, auto di lusso costeggiate ai bordi delle strade disegnano un quadro di benessere falso, oligarchico, quasi fastidioso. Ted guarda fuori dal finestrino. I cartelli elettorali con la sua bella faccia d’angelo sono appiccicati dappertutto. Frank, seduto accanto a lui, se la ride ancora.

“Quel figlio di puttana aveva un coltello in tasca…” dice Frank pensando al film visto la sera prima.

“Smettila con questo film” dice Ted sorseggiando vodka direttamente dalla bottiglia.

Un autobus di linea si intromette tra il taxi e la visuale del manifesto elettorale. Ventisette anni, laureato e incensurato. Cosa vogliono di più gli elettori? Questo si va domandando mentre rispunta la sua bella faccia piena di promesse sul muro di un altro palazzo. Frank, schizzato come sempre, ricaccia polvere bianca dalle tasche.

“Un attimo ed un coltello…basta questo nella vita!!” dice Frank mentre si organizza per tirare di coca.

“Smettila con questo film del cazzo” ribatte l’amico seguendo con gli occhi i pali delle luci che scorrono veloci lungo la strada.

Il tassista li guarda dallo specchietto, non li capisce. Uno continua a bere vodka, l’altro telefona all’agenzia per prenotare due puttane disposte a tutto. 

“Anche per stasera la festa è organizzata…” dice Frank riagganciando il telefonino.

“Speriamo bene…una fregatura come l’altra volta non la digerisco.”

“Speriamo! Non ho nessuna voglia di doverle scuoiare e farle a pezzi. Sono troppo stanco.”

“Già…”

Il tassista li continua a scrutare. La faccia di Ted sui manifesti è curata fin troppo. Sembra finta. Ha un sorriso smagliante, un taglio di capelli perfetto, una giacca blu notte di Versace con sotto camicia azzurra lavorata a righe verticali quasi impercettibili. Tiene una mano aperta in segno di accoglienza e l’altra appoggiata su una scrivania lucida e sgombra. Un messaggio propagandistico si appropria di un po’ di spazio alla sua sinistra.

“Sei più bello dal vivo, ragazzo” si intromette il tassista parlando con un accento del sud.

“Fatti i cazzi tuoi…!” dice furioso Frank.

Ted si volta verso l’amico e gli dà uno schiaffo. La sigaretta appena accesa cade dalla bocca e finisce sul tappetino dell’auto.

“Mi vuoi rovinare le elezioni?..” esclama.

“Perché tu vuoi prendere i voti da questo schifoso tassista?”

“Dicevo per fare un complimento, ragazzo. Io sono sempre stato per il tuo partito, ragazzo. Quando ti vedo con quella faccia appesa sui muri di mezzo paese, ….”

“Devi stare zitto!…zitto!” gli intima Frank interrompendolo.

L’autista per un po’ non fiata ma sta pensando che tipi di merda questi due. La strada è imbottigliata da auto frenetiche. Il traffico è spaventoso per chi non lo conosce.

“Ted, in fin dei conti  sono felice sai?”

“Meglio per te!”

“Anche tu cosa cazzo vuoi!!…ha ragione Jack!…(quello del film): Felici, Liberi e un po’ Assassini..”

“Già…felici liberi e un po’ assassini”.

Ted continua a seguire i lampioni delle luci, si immagina di tagliarli come burro con una grande lama che li butta a terra, uno dopo l’altro. Frank è nervoso. Non sopporta i tassisti che si intromettono. Li farebbe a pezzi. A dir la verità farebbe a pezzi quasi tutti.

“Stavo per ammazzare mia moglie stamattina.” Dice sghignazzando.

“Sul serio?” risponde l’altro quasi disinteressato mentre controlla l’ora precisa dal suo Rolex.

 “Non ha ancora capito di che colore è il suo fottutussimo spazzolino. Gliel’ho detto, ti giuro Ted, gliel’ho detto mille volte… il tuo è verde, lo capisci qual è il verde? Così gli ho detto.” Ted sorseggia vodka, il giornale radio dà le solite notizie di cronaca nera, il posacenere dell’auto è stracolmo.

“Mi ascolti Ted? Quella troia stamattina ha utilizzato ancora il mio spazzolino..che è rosso lo capisci Ted? È impossibile Che ti sbagli, Ted.”

Il tassista continua a scrutarli dallo specchio retrovisore. 

“… a quel punto, Ted, gli ho gridato troia scema… la chiamo così quando mi incazzo troia scema. Come cazzo fai a sbagliarti… me lo dici?… lei ha avuto un attimo di paura… e poi m’ha detto vaffanculo… ad occhi chiusi m’ha detto vaffanculo…troia scema.”

“T’ha detto vaffanculo? E tu ti sei fatto dire vaffanculo..” dice stupito Ted.

“T’ha detto vaff..” prova ad intromettersi il tassinaro.

Frank caccia un coltello dalla tasca e lo avvicina alla gola del tassinaro. Quello sbarra gli occhi incredulo e accenna ad una frenata.

“Se provi un’altra volta a fiatare te lo ficco in gola, capito? Stronzo!” dice Frank sputacchiandogli sull’orecchio. Poi si rimette a sedere comodo, rimette il coltello in tasca e ricomincia a parlare.

“A quella troia scema gli ho preso il suo spazzolino verde e gliel’ho ficcato in gola…” continua Frank. “Lei smanacciava ed io la guardavo negli occhi.. mi implorava di lasciarla… ed io gli ho ficcato più giù quel cazzo di spazzolino. Alla fine quando ho visto che stava per soffocare, gliel’ho ricacciato…. Non s’è fatta niente…troia scema! mi ha fatto spaventare.”

 

L’ultimo quartiere della città, semi deserto, spoglio, senza un cielo sopra di esso, sta per terminare. Sembra tutto normale, tutto bello. È solo abitudine.

“Sono Libero Felice e Assassino..”, va blaterando Frank.

“Tu sei solo un idiota…” dice Ted preparandosi a sniffare la sua dose di coca.

“Sono libero e felice…!”

“Libero?!…”

“Libero e felice…!” continua a ripetere Frank mentre ruba un po’ di droga all’amico.

 “..libero?.. pensaTi senza Tv, automobili..”

“allora?”

“…, frigorifero, satellite, supermercati,”

“allora?”

“….ipermercati, cibo in scatola, cibo surgelato, vestiti sintetici, dopobarba, ….tua moglie…”

“Allora?”

“Allora staresti nella merda…anzi un tipo come te morirebbe di fame dopo due giorni…..tu non sei libero sei schiavo di tutto questo… sei schiavo dell’urbanizzazione, del traffico, del tuo dentifricio..”

“e del tuo spazzolino verde…” si intromette il tassista.

Frank, ricaccia istericamente il suo coltello a serramanico, lo punta in gola all’autista fino a tagliarlo  in superficie facendolo sanguinare.

“Rosso ,…il mio è rosso..quello della troia scema è verde.” Dice con finta pacatezza. Poi si risiede comodo sul sedile, rimette il coltello al suo posto e sospira.

“Effettivamente non ci sarebbero molte comodità.” Riprende Frank.

“Non si tratta delle comodità…si tratta che moriresti di fame! Non siamo capaci di un cazzo amico. Lo vuoi capire? Miliardi di persone su questa fottuta terra sanno fare un lavoro che in pratica non serve a nulla….lo capisci? miliardi di persone per nulla… e nessuno che sa come sopravvivere.. capisci?”

“NO..Ted… non capisco. Ma mi è venuta voglia di scopare…chissà se le due puttane ci stanno aspettando.”

 

Il semaforo rosso interrompe la corsa del taxi. Un uomo agonizzante è sdraiato sul marciapiede vicino ad un negozio per cerimonie nuziali. Un manifesto di Ted domina la situazione. Frank scende immediatamente dall’auto e corre vicino all’uomo. Quello respira a malapena, allora gli dice “non ti preoccupare amico sono un medico”, poi ricaccia il coltello dalla tasca e glielo infilza nell’occhio e lo gira e lo rigira per un po’. Lo strazio ed il dolore si leggono a stento sul viso di un mezzo cadavere. Ted scende dall’auto e raggiunge l’amico.

“Che cazzo stai facendo…” .

“Come diceva il film? Basta un attimo ed un coltello…” se la ride sardonicamente Frank.

L’uomo a terra sembra implorare pietà. Poi guarda con l’unico occhio rimastogli quella specie di ombra che è Ted, gli sembra una faccia conosciuta ma non riesce a ricordare. Fa niente è già morto.

“Tu sei pazzo… ecco che sei,…”

“Era già morto…lo vedi? Era già morto…”

Il semaforo torna verde e il tassista si allontana velocemente. Frank gli urla dietro ma c’è poco da fare.

“La giacca Armani da quattro milioni… figlio di puttana! ”.

“tu sei un pazzo…”

“Pazzo io? Quello stronzo di tassista, se lo prendo lo ammazzo…” sbraita Frank ricacciando il coltello dall’occhio della vittima.

Gli sgrizzi di sangue sono arrivati sul manifesto di Ted appeso al muro. Gli hanno rovinato la faccia e le promesse elettorali.

 “Ha sporcato il tuo manifesto, questo stronzo.” Esclama Frank.

Allora Ted prende il coltello dalle mani dell’amico e si scaglia contro il corpo senza vita dell’uomo colpendolo infinite volte.

“Bastardo, mi hai rovinato il manifesto. Bastardo…il mio manifesto…bastardo.”

Frank si guarda la scena divertito finché, entrambi esausti,  si siedono sul gradino della vetrina del negozio che espone abiti nuziali.

“Bravo Ted. Devi difendere la tua immagine.”

I manichini del negozio sono pronti per sposarsi. Guardano il marciapiede insanguinato come un tappeto rosso ai loro piedi. Frank ha la camicia Versace sporca di sangue ma se ne frega. Tira fuori la polvere bianca per sé e per l’amico. Poi si toglie una scarpa, un sassolino gli dà fastidio. Ted tira su la manica della camicia e guarda il suo Rolex.

“E’ tardi, andiamo.”

Frank, si avvicina alla vittima, prende il suo coltello a serramanico, gli trancia un dito e se lo mette in tasca e poi i due si incamminano verso la stazione metropolitana più vicina.

“cazzo ci fai con quel dito?”

“mi serve…”

“tu stai fuori… buttalo”

“cazzo mi serve…” ribatte Frank con occhi sbarrati.

Svoltano l’angolo e accelerano il passo. La gente dorme o fa finta. Solo una luce da una finestra al primo piano di un palazzo è accesa. Un’ombra si muove per la stanza. Un gatto miagola da dentro un cassonetto dell’immondizia. Frank giocherella con il dito mozzato.

Sul muro di un palazzo si rivede un manifesto di Ted, questo è più grande degli altri e lui ha una faccia ancora più sorridente. I due si fermano lì sotto ad ammirarlo.

“Aveva ragione quel tassista di merda…sei più bello dal vivo”.

Ted continua a fissare il suo manifesto. Si concentra su quello che c’è scritto. Prende le parole una ad una; poi le prende sillaba per sillaba; poi lettera per lettera. Si sofferma sulle lettere. In fin dei conti una lettera da sola non significa niente. Zero. E se Zero più Zero fa Zero una sillaba, una parola, una frase fa Zero.

“Vaffanculo tutto…tutto” grida all’improvviso mentre si avvicina al manifesto per staccarlo dalla parete. Lo fa a pezzi con violenza, isterismo. Frank sta lì e lo guarda con aria incredula e divertita.

 “Vieni! aiutami.” Lo invita Ted.

Frank allora si avvicina al manifesto e inizia a farlo a pezzi. I due sembrano in trance. Strappano con violenza un altro cartellone. Lo riducono rabbiosamente in infiniti pezzi. Lo fanno diventare un ammasso di insignificanti coriandoli dal valore di uno zero. Ted corre verso un'altra sua faccia sorridente. Frank gli corre dietro con il dito mozzo fra le mani. Ripetono la scena. La città sta dormendo. In fondo alla via c’è un altro manifesto. I due prendono di mira anche quello. La città dorme. Poi corrono sull’altro marciapiede, ce n’è un altro. Svoltano l’angolo ne staccano altri due. Corrono fino all’incrocio. Ted si dirige da un lato, Frank dall’altro. Stacccano altri manifesti e continuano a correre per tutte le vie della città. Un taxi rallenta e si ferma  di fronte ad un semaforo rosso. Frank lo guarda, lo riconosce, è il tassista di prima. Gli si avvicina, apre lo sportello dell’auto si riprende la giacca Armani, gli grida fottuto bastardo, dà un calcio alla carrozzeria e torna dall’amico.

 “Veloce... dobbiamo ancora finire..” lo rimprovera Ted.

“Arrivo..” gli risponde Frank, gettando per strada il dito insanguinato.




                                                                                                                          Jeff

 

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