Significato clinico
della cristalluria: il riscontro di cristalli nel sedimento
urinario è una evenienza abbastanza comune che non sempre è
legata ad una patologia. Come è noto l'urina è una soluzione
complessa che contiene numerose sostanze che possono cristallizzare. Questo
fenomeno è fisiologicamente contrastato dalla presenza nelle urine
di sostanze che svolgono un'attività inibitoria (citrati, magnesio,
zinco, glicosamminoglicani). La formazione dei cristalli può essere
legata ad una contrazione della diuresi o dall'aumento dell'escrezione
di alcuni soluti urinari (calcio, ossalati) o per diminuzione degli inibitori
della cristallizzazione. La maggior parte dei cristalli che si possono
riscontrare nel sedimento urinario non sono presenti al momento della emissione
del campione: infatti il raffreddamento dell'urina e le normali modifiche
del pH che il campione può subire, sono la causa della precipitazione
sotto forma di cristalli dei soluti urinari. Il loro riscontro in urine
appena emesse ed in campioni ottenuti in giorni successivi deve indirizzare
verso indagini metaboliche (determinazione delle concentrazioni sieriche
ed urinarie di calcio, fosfati, urati, magnesio, ossalati, citrati, ecc.);
infatti il ritrovamento di cristalli nel sedimento urinario, pur non significando
una litiasi, ne può indicare la possibilità di insorgenza.
La valutazione della cristalluria non deve essere solo qualitativa ma anche
quantitativa: in particolare è necessario valutare in modo preciso,
non solo il numero e le dimensioni dei cristalli, ma anche la loro tendenza
ad aggregarsi, tanto che possono esser considerati come i nuclei di accrescimento
dei calcoli urinari.
Il riscontro di cristalli
di: cistina, leucina, tirosina, bilirubina ha sempre un significato patologico.