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Perché il Gayatri Mantra è chiamato "Vedamata" Una volta Brahma, il Creatore Supremo, mentre era assorto in meditazione, ebbe la rivelazione della metrica, o sottile vibrazione interna, del Gayatri. Questo accadde prima che i Veda, basati sulla stessa metrica, fossero rivelati ai saggi del mondo: perciò il Gayatri Mantra è chiamato "VEDAMATA", la Madre dei Veda. Le scritture vediche, compilate in versi, prosa e poesia da Vyas Deva, provengono dalla Memoria dei saggi del mondo e sono la più antica espressione della Conoscenza Divina. Sebbene compilati in India, i Veda non sono il possesso esclusivo di una particolare religione o gruppo, ma sono gli invisibili fili che articolano la famiglia spirituale della terra in una rete sublime e armoniosa. Il Gayatri Mantra fu rivelato al saggio Vedico Vishvamitra, un precettore di Shri Rama, incarnazione del Signore Vishnu, ed è considerato il più potente mantra dei Veda. Che cosa è un mantra? Un mantra non è solamente una preghiera, ne tanto meno soltanto un suono. Esso è una sillaba o una parola, o una serie di sillabe o parole, investita di un potere spirituale per evocare la Shakti (Energia Divina) a manifestarsi all'interno di Jiva (essere). Il mantra è la mente-mai-silenziosa che si manifesta come suono emesso in devozione alla Coscienza Divina. La recitazione di un mantra è stata definita come "una via di ascesa alla Realizzazione Suprema". Il fondamento logico della Japa o del canto del mantra può essere apprezzato soltanto quando si comprende la metafisica e la scienza del suono. Che cosa è la Shakti? La Shakti è l'Energia Divina che può essere rivelata per mezzo dell'intuizione spirituale della mente umana. In accordo con gli insegnamenti degli Shakta, coloro che seguono il culto della Shakti, Essa è la manifestazione della Coscienza Divina stessa (Shiva). La scienza occidentale parla di energia come il principio fisico fondamentale che sta sotto tutti gli aspetti della materia ma, in accordo con la filosofia indiana, tale energia è solo una limitata manifestazione dell'Onnipotente. Shiva è l'aspetto inalterabile dell'Uno, il Signore Supremo il cui potere di azione è Shakti (Energia Illimitata), Shakti può evocare Ananda (Beatitudine) a manifestarsi in Jiva. Shakti è il fluido spirituale che scorre attraverso tutti gli esseri ed è alla base di essi. Come può la Shakti manifestarsi all'interno di Jiva? Come nello spazio esterno il suono genera movimenti d'aria (vayu) sotto forma di onde, così nello spazio all'interno di Jiva vengono prodotte onde dai movimenti dell'aria vitale (pran-vayu) generati dal canto o dalla ripetizione di un mantra. Per mezzo di ciò la Shakti e la Coscienza Divina si manifestano all'interno di Jiva. Si può inoltre essere in comunione con il Divino - l'unico vero scopo della vita, il fine ultimo dell'esistenza umana. Ma come la Coscienza Divina si manifesta? Quando è assopita, la Shakti è presente nel corpo umano come un serpente attoreigliato in stato di riposo. Essa giace nel plesso più basso o centro del corpo, il "Muladhara chakra", situato alla base della colonna vertebrale ed è chiamata "Kundalini Shakti" o Energia del Serpente. Fino a quando essa non è destata e fatta salire, penetrando sul suo cammino i sei Loti o centri psichici all'interno del corpo umano, non si può realizzare la Beatitudine della Coscienza Divina. Sei dei centri psichici sono chiamati chakra, non distinguibili alla vista grossolana; essi sono conosciuti come Muladhara, Svadhisthana, Manipura, Anahata, Vishudva e Ajna chakra. In questi centri i sei loti, occupati da abitudini e interessi del piano materiale, sono rivolti verso il basso. Essi si rivolgono verso pensieri di un piano più alto solo quando Kundalini Shakti è risvegliata e preparata ad aprirli, liberando perciò la coscienza umana da tutti gli attaccamenti mortali. Nel corpo umano la Coscienza Divina è sperimentata dagli yogi nel centro cerebrale, il più alto, il Sahasrara. La Shakti assopita si trova nel centro più basso, il Muladhara. Per risvegliare questa shakti dormiente, per aprire le sue spire favorendo un movimento verso l'alto e poi congiungersi con la Coscienza Divina in un estatico Samadhi inondato di Beatitudine, sono necessari certi procedimenti . Recitando un mantra si produce un'onda nell'aria vitale e, come nel normale atto di parlare o cantare, si genera calore all'interno di Jiva. Le onde di calore in tal modo generate attivano la Kundalini Shakti, svegliandola dal suo torpore e liberandola dalla sua sede per salire attra-verso i centri psichici. Il Jiva è perciò liberato dalla sua schiavitù (Sanskar), e soltanto allora raggiunge un supremo stato di Beatitudine. Il Mahamantra Gayatri è considerato il mantra più idoneo a questo scopo. Può l'uomo in questa vita raggiungere il supremo stato di Beatitudine recitando il Gayatri Mantra? La risposta è enfaticamente sì. Ogni aspirante può praticare le recitazione del Gayatri Mantra e rendersi conto dei risultati. Tutti noi conosciamo, per analogia, il potere di Agni (fuoco). Se un uomo mettesse il suo dito o una verga di ferro nel fuoco ardente ma lo ritirasse immediatamente, potrebbe sentirne l'effetto? No. Ma se egli lo lasciasse per una maggiore durata^ si renderebbe conto del suo potere e sentireb be in pieno gli effetti del calore. Allo stesso modo, soltanto recitando il Gayatri Mantra regolarmente e per un considerevole periodo di tempo, con fede e devozione, si possono realizzare i suoi deliziosi effetti. Durante questo periodo, come austerità per purificare la mente psichica al fine di accogliere la verità spirituale, l'aspirante in nessun caso dovrebbe mentire. Poiché il suo parlare diventa sempre più profondamente intuitivo, tutte le sue espressioni saranno dirette verso la materializzazione. La disciplina spirituale (sadhana) del Gayatri Mantra Le sillabe del Gayatri Mantra sono costruite e ordinate in modo che la maggior parte di aria (vayu) inalata durante la recitazione si diriga in basso verso la sede della Shakti. La fuga di vayu è ridotta al minimo dalla natura della contrazione della cavità toracica causata dal la sistematica ripetizione del mantra. L'aria accumulata scende nel Muladhara chakra e la pran-vayu riscaldata colpisce la Kundalini risvegliandola, per salire attraver so i centri psichici. La liberazione di Kundalini è la via alla Divina Saggezza e alla percezione supercosciente. Se la ripetizione delle sillabe del mantra è fatta con fede e devozione si può dall'inizio sentire che si è assorbiti in uno stato di estasi e beatitudine dovuto alla loro risonanza intrinseca. Poiché l'atmosfera è dovunque colma di onde sonore, è opportuno recitare l'OM tre o quattro volte in modo ritmico prima di recitare il Gayatri Mantra stesso. La risonanza dell'OM creerà le condizioni ambientali ideali per la sadhana. Il Gayatri Mantra Prima di recitare il mantra si dovrebbe inspirare e quindi recitare l'OM. Pausa, inspirate di nuovo e ripetete la frase seguente, Bhuh Bhuvah Svah. Recitate l'intero mantra in questo modo, seguendo i cinque raggruppamenti convenzionali descritti sulla pagina seguente. L'aspirante può fare pausa durante la recitazione in qualunque momento si senta propenso, secondo la capacità del suo respiro. La recitazione di tutte le sillabe dovrebbe essere completata ritmicamente, ma senza sforzo alcuno. Ogni volta che si giunge alla fine del mantra, si dovrebbe meditare sul suo significato con fede, devozione e un sentimento di gioia. La potenza di questo mantra mette in grado l'aspirante di seguire il giusto cammino, di compiere azioni giuste e di condurre una vita di rettitudi-ne. I migliori momenti per recitare il Gayatri Mantra sono all'alba e al tramonto, seguiti sempre da una semplice meditazione sul suo significato. Il significato del mantra Alcuni studiosi hanno attribuito al Gayatri Mantra vari significati. Quello illustrato si adatta bene alla meditazione. La parolai Savituh deriva dal verbo originario sanscrito Su, che significa "ciò che da' origine o crea". Savituh è il creatore dei cinque elementi: terra, acqua, fuoco, aria ed etere. Gayatri mantra e Loto dai mille Petali Le illustrazioni del Loto dai mille Petali raffigurate sulle pagine di questo libro rappresentano gli effetti combinati del respiro e del suono sui sette centri psichici nell'Uomo. In ogni centro, dal Muladhara al Sahasrara, è raffigurata la sua forza sonora più rappre-sentativa ed efficace. All'altezza del Muladhara troviamo BHUH, il fattore necessario all'avanzamento iniziale del metodo della Japa, la forza che per prima risveglia la Kundalini. Il mantra-seme raffigurato al centro del chakra è LAM (pronuncia 'Long'). All'altezza del successivo chakra, Svadhisthana, troviamo BHUVAH, il suono che comprende il principio originario di contrazione ed espansione universale, e che unisce il manifesto al non manifesto. Nel suo centro è inscritto il mantra-seme BAM (pronuncia Bong) All'altezza di Manipura troviamo SVAH, che indica l'Energia vitale non manifesta diventata attiva ed espressiva. Il mantra-seme è RAM ('Rong'). All'altezza di Anahata troviamo MAHA, che indica esperienza dilatata e avanzamento verso la Realizzazione più grande. Il mantra-seme è YAM ('Jong'). All'altezza di Vishudvah troviamo JANA, simbolo dell'origine della Creazione edi tutti gli elementi che da sempre sono sottoposti a cambiamento e trasformazio-ne. Il mantra-seme è HAM ('Hong'). All'altezza di Ajna troviamo TARA, che rappresenta le attività del Principio Cosmico nel risveglio della Coscienza, meta finale dello Yoga e della Japa Sadhana. All'altezza di Sahasrara troviamo SATYA, che evoca con espressione ^ armonica la Risvegliata Beata Coscienza di Sat-Chit-Ananda, o Beato Stato d'Essere. SATYA significa libera Conoscenza, Gioia senza limiti. Potere perfetto. Beatitudine senza ostacoli e l'indefinibile e misteriosa Essenza all'origine di tutte l.e esperienze. La luna crescente sul Sahasrara porta l'iscrizione della parola MAYA che si riferisce al velo dell'illusione che deve essere scostato prima di sperimentare l'OM alla sommità del Loto. I chakra più bassi sono raffigurati circondati da petali. In ogni petalo è disegnato uno degli elementi sonori del linguaggio Indiano. Queste consonanti e vocali furono originariamente svelate a Brahma dopo 'la rivelazione della metrica del Gayatri Mantra. Essi sono conosciuti come AKSHARA che significa "elementi sonori non soggetti a distruzione o deperimento" e soltanto dopo la loro manifestazione i Veda furono rivelati ai saggi del mondo. Così la figura che -medita potrebbe raffigura-re Brahma, mentre l'interpretazione rivela l'intima connessione del suono e della parola (mantra) con i sette specifici campi dell'Energia Spirituale (S^pta_bhumi) accumulatasi nella coscienza psichica, Collegato all'Anahata chakra ed emergente dalla potenza sonora dell'OM c'è una serpeggiante corrente di Energia, 11 SU-SHU-MNA, il canale del nervo centrale che corre lungo la colonna vertebrale ed è situato tra i nervi IDA (sole) e PINGALA (luna). Su-shu-mna è l'asse principale del corpo spirituale, il mezzo di intuizio ne dello Yoga. La sua prima sillaba, SU significa il raccoglimento e l'introiezione di ciò che è sparpagliato; la seconda sillaba, SHU, si riferisce alla massima concentrazione di ciò che è stato raggnippato all'interno. La terza sillaba, MNA» si riferisce alla canalizzazione di Su lungo la colonna vertebrale dal più basso al più elevato livello di armoniosa manifestazione. Tra l'Anahata e l'Ajna chakra troviamo l'ultima parola del Gayatri Mantra, PRACHODAYAT, la quale indica che, dopo aver raggiunto l'ultimo ma anche il solo stadio di pratica, il sadhak non desidera niente altro che la Saggezza e l'Ispirazione necessarie per raggiungere la Vetta. Il respiro è stato indicato sulla figura da due sillabe scritte sul naso. HAM è scritta sulla narice destra, e SA su quella sinistra. HAM-SA, che significa Prana o Energia Vitale, è qui raffigurata come incorporata nel respiro, dirigendo la sua circolazione attraverso il corpo e stimolando il risveglio dell'Energia Spirituale. Sono altresì illustrate le tré Ru-pa, o forme, assunte dalla Dea Gayatri, at-traverso le quali si manifesta alla percezio ne spirituale del ricercatore: " la Dea all'inizio emerge dal nucleo del Manipura chakra sotto l'aspetto di Brahma, il Creatore. Essa regge una collana, l'AKSHAMALA, e il testo del Rig-Veda. I grani dell'Akshamala simboleggiano gli elementi del suono e la potenza del mantra, mentre il Rig-Veda insegna ciò che è necessario all'Uomo per la Liberazione Spirituale attraverso l'uso del mantra. La Sua lunga capigliatura, sparpagliata su tutti i lati, simboleggia il velo di Maya che nasconde Satya, o Verità, in un universo di innumerevoli forme. Il suo VAHANA o mezzo di trasporto, è il cigno celeste HAUMSAH, incarnazione delle attività del Principio Cosmico della Vita che protegge e sostiene la Creazione; - la Dea emerge al centro dall'Anahata chakra sotto l'aspetto di Vishnu, il Sostenitore. Essa regge una conchiglia (SHANKHA), che simboleggia l'ascesa graduale ai piani spirituali, un disco (CHAKRA), simbolo del movimento ciclico, una mazza (GADA), che rappresenta la forza concentrata, e un fior di Loto (PADMA) sinonimo della piena espressione. Il Suo veicolo è GARUDA, l'uccello celeste, incarnazione dello Spirito nell'Etere (AKASHA). Garuda ha due ali, ciascuna di una differente sfumatura di bianco. L'ala con la sfumatura più chiara rappresenta DIVA, o il giorno, mentre quella con la tinta più scura rappresenta RATRI, o la notte. Insieme esse simboleggiano il dualismo o la polarità che pervade l'Universo. -la Dea Gayatri emerge infine dall'Ajna chakra sotto l'aspetto di Shiva, tradizionalmente conosciuto come il Distruttore. Ma come Gayatri Devi, Shiva qui rappresenta la creazione dall'Assoluto e la pura forza sonora di NADA che è stata rivelata come OM e ridotta ad elementi sonori infinitesimali dai colpi del tamburo celeste (DAMARU). Essa regge il Damaru, simbolo di Nada, nella Sua mano sinistra alzata. Nella mano sinistra in basso regge una ciotola di acqua informe, un fluido illimitato che da' origine alla concezione dei primi principi. Le acque informi sono il simbolo della Vita oceanica che è, in serena Beatitudine, in se stessa contenuta. La posizione delle dita della mano destra in basso esprime il JAPA MUDRA (gesto) che simboleggia e aiuta nel controllo di tutte le disarmonie. Il tridente (TRISHUL) che Essa regge ed i tré occhi con cui è raffigurata rappresenta AGNI nelle sue tré manifestazioni - fuoco, sole e luna - ed il primordiale Agni alla base di tutta la Creazione. E' il flusso del Gayatri Mantra che armoniz-za le forze discordanti dell'acqua e del fuoco, ed evoca una beata Realizzazione. Il Suo veicolo è perciò il toro (UTSU), simbolo dell'eterno corso che scaturisce dalla fonte di Gioia e Beatitudine.
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I Sette Chakra
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