GIOBBE COVATTA

Dio li fa e poi li accoppa

TRATTO DA "DIO LI FA E POI LI ACCOPPA" :di Giobbe Covatta. Ed. Zelig

Gentili telespettatori, buon pomeriggio!
Un saluto cordiale da Rosario Sansa, che, per gentile concessione del Padreterno, sostituisce oggi il vostro abituale telecronista Santo Ciotti. Che Dio vi benedica tutti quanti.
Stiamo trasmettendo dallo stadio di San Paolo, il quale, in tribuna d'onore, controlla che non glielo rovinino perché lo ha appena ristrutturato. Accanto a lui due colleghi: San Siro e Olimpico, entrambi in trasferta.
Questa domenica è dedicata alla partita, ed è perciò detta "La domenica delle palle". Sta per avere inizio l'incontro Paradiso contro Inferno, valido per la coppa dell'altro mondo. Durata della partita: due tempi da per da quarantacinque secoli l'uno. Dirige l'incontro Ponzio Pilato.
Notiamo sugli spalti le vecchie glorie: Osiride, Giove, Thor, e altri ancora che in questo momento stanno facendo la fila per comprarsi un panino al prosciutto al chiosco di San Daniele. Ed ecco arrivare trafelato Maometto, in ritardo. Sentiamo cosa dice: "Guagliò, stavo in montagna; sono partito per venire qua e per convincere la montagna a non venirmi appresso... Mannaggia alla morte, c'è voluta la mano di Dio!!" E con un cenno della mano chiama il venditore ambulante di caffè, il solito Tullio Solenghi. Entrano in questo momento in campo le squadre: la divisa dei giocatori del Paradiso consiste in boccoli biondi, camicia di seta bianca con il nome dello sponsor: "Lacrima christi, vino divino". La squadra dell'inferno indossa invece una divisa a righe rosse, stampate direttamente a fuoco sulla pelle.
Dalle curve del Paradiso gli ultrà intonano un inno, Tu scendi dalle stelle, scritto da San Remo, sulle cui note ballano le majorettes, che sono tre sorelle: Maria Maddalena, Maria Goretti e la più grande, Santa Maria maggiore. Un po' isolata, Sant'Elena .
Le squadre in campo sono nervose. La formazione del Paradiso è una classica 4-4-2 capitanata dal portiere San Pietro, custode della porta Santa. Davanti a lui sono schierati i quattro difensori titolari: Paolo, Luca, Simone e Matteo, mentre in panchina ci sono Nicola, Erminio, Riccardo e Astolfo, quattro difensori apocrifi. Barabba stopper, anche se i tifosi non sono d'accordo e alzano striscioni con la scritta: "Barabba libero"; San Giovanni Decollato ala destra e San Giorgio a Cremano ala sinistra; mediano Lazzaro, ancora convalescente; centravanti Giuda Iscariota, ultimo acquisto del calcio mercato: è stato comprato per soli trenta denari; e infine, seconda punta, San Patrignano, in crisi d'astinenza.
In panchina Gesù, l'allenatore del Paradiso, sta facendo scaldare altri due giocatori: San Vito, con strani balli, è Giovanna D'arco, con i cerini. Ecco: ha acceso un cerino, si è data fuoco, si è scaldata. Notiamo poi tra le riserve due papi: Pio col numero 13 e Giovanni col 24.
Intanto, a bordo campo, la Maddalena, massaggiatrice, non vede l'ora che qualcuno si faccia male per dare una manata.
La squadra dell'inferno schiera invece una formazione diabolica, capitanata dal mitico Belzebù, come al solito incazzato come una iena .
Particolarmente affollata la panchina, su cui sono ammucchiati avari, golosi, furbi, millantatori, tiranni, bestemmiatori, assicuratori e sindacalisti.
Ed ecco, la partita sta per avere inizio. L'arbitro Ponzio Pilato dà le ultime raccomandazioni ai giocatori: "niente miracoli!" Poi mostra ai capitani una monetina e chiede Gesù dalla panchina grida: "testa! Per l'amor di Dio!! Non cominciamo con la croce!" Soltanto Giovanni Decollato non è d'accordo: "ma quale testa!" Grida da lontano. "Quale testa! Siete scemi?"
Il sorteggio favorisce la squadra dell'inferno: l'arbitro fischia e comincia l'incontro. Batte il calcio d'inizio il capitano Belzebù, Lazzaro cerca di intercettare il passaggio e subito cade; Gesù dalla panchina interviene: "Lazzaro, alzati e cammina!" La palla viene ora conquistata da San Giorgio a Cremano, che viene attaccato da quattro difensori e subisce il martirio. Viene assunto in cielo e, come assunto, diventa protettore dei disoccupati. Al suo posto entra un altro difensore: uno e terzino.
E adesso all'attacco l'Inferno, che avanza con una perfetta azione: ecco Elga, la belva delle SS, riconoscibile dalla frusta, che passa a Wanda, la belva delle MS, riconoscibile dalla sigaretta, che passa al ministro Treu, la belva delle FS, riconoscibile dal bilancio del consiglio di amministrazione. Treu passa all'ala, ma prima che l'ala trasformi, Gesù trasforma l'ala in due mezze ali, costringendo Pilato a intervenire: "ho detto che non voglio miracoli!" Gesù si schermisce: "ma chi, io? Figuriamoci!... Nessun miracolo, è stata una coincidenza". 
La palla corre intanto verso il fondo campo, ma prima che arrivi alla linea San Patrignano si pippa tutte le righe. Gesù, dalla panchina, cerca di intervenire con l'arbitro: "Ponzio, perdona lui, perché non sa quel che si fa". Ma Pilato è irremovibile: punizione dell'inferno ed espulsione di San Patrignano per doping.
Batte la punizione Raschio Nero: un diavolo orribile, con il corpo di capra e la faccia der Pecora. La palla però viene intercettata da Giuda che fa autogol!! Autogol! C'è stato un autogol!! Dalla curva del Paradiso sale un solo grido: "Traditore! Traditore!" Solo gli ipocriti, dalla curva dell'inferno, fingono un forte dispiacere . Gesù dalla panchina grida: "Giuda, prima che l'arbitro fischi tre volte, io ti rompo le cosce!'
1 a 0 per l'inferno. Palla al centro: si ricomincia! Calcia Lazzaro che per lo slancio cade di nuovo a terra Gesù, dalla panchina: "Lazzaro, alzati e cammina!! Cretino! Chist' sta sempre 'nterra: e fracico!"
Gli eretici vengono bruciati sullo scatto da Barabba che, da bravo ladrone gli ruba la palla. Corre verso l'arena avversaria con la palla al piede, non quella di piombo come sarebbe logico, ma quella di cuoio; ma ecco che inciampa su Lazzaro, ancora una volta per terra, recupera la palla un giocatore dell'inferno, un avvocato che merita presenza in squadra a pieno titolo, non solo per l'appartenenza alla categoria, ma anche perché è proprio l'avvocato del diavolo. Il dannato entra nell'area del Paradiso: ora è solo davanti a San Pietro, sta per tirare ma per miracolo il pallone passa da 28 centimetri di diametro a due metri e ottanta: la moltiplicazione delle palle!
Pilato ferma il gioco e guarda Gesù; Gesù diventa rosso di vergogna e la palla torna di dimensioni normali. L'avvocato calcia ma è fuori, sia per colpa dei piedi di capra, sia perché la porta, da sette metri, è passata a settanta centimetri: la moltiplicazione delle palle, la divisione delle porte! Pilato se ne lava le mani.
La palla finisce tra i piedi di Natale, difensore del Paradiso che effettua un passaggio brevissimo: da Natale a Santo Stefano. Lazzaro cade un'altra volta; dalla panchina del Paradiso si al del medico: il dottor Fatebenefratelli, ortopedico. Ma Gesù lo ferme grida: "la Lazzaro, fa 'na cosa: rimani in terra e nun ne parlamm' cchiù"
Intanto la palla viene conquistata dal numero 5 dell'inferno, un usuraio, mentre un iracondo, colla maglia numero 3 grida: "Passa!! Passa!!! Bastardo!! Passa!!" "Quanto mi dai se te la passo?" chiede l'usuraio. L'iracondo continua: "Passa!! Figlio di puttana!! Passa!!" L'usuraio contratta: "se te la do e me la ripassi tra 3 giorni, mi dai quattro milioni?"
Ma mentre accade questa discussione la palla vola verso Graffiazizza, un diavolo della quarta bolgia che colpisce di testa e buca il pallone: è fallo, un fallo di dimensioni esagerate, dato che Graffiazizza è un satiro con un fallo di due metri e 48, che porta arravogliato attorno alla vita a mò di salvagente con paperella-perciò i compagni lo chiamano "baywatch". Pilato è perplesso, non sa cosa fare: non gli era mai capitato un fallo di queste dimensioni, ne di questa forma. L'allenatore dell'inferno, un sodomita va a parlare con Pilato. Dopo la discussione un po' concitata, Pilato affida la rimessa all'inferno e intanto sia aggiusta i calzoncini con un gran sorriso sulle labbra.
La rimessa è affidata a Scassacocchio, un invasato. E siccome è invasato, rimette per dodici minuti: la colazione del mattino, i calzini, la merenda della settimana prima, 128 ciocche di capelli, una 128 familiare, 28 fotografie di Andreotti che bacia i fratelli Salvo con la lingua, e un fiotto di roba verde tipo frullato di rana. Deve intervenire il cardinale Milingo per esorcizzarlo, e fa riprendere l'incontro. Scassacocchio parte all'attacco ma viene intercettato da San Paolo, il quale passa a Luca, Luca a Matteo, Matteo a Simone, Simone ad Are e Are a Krishna, due stranieri entrati nella ripresa. Are Are, Krishna Krishna, Krishna Krishna, Are Are: Gol! Gol! Gol! Uno pari!
Nella curva dell'inferno i masochisti esultano: vengono picchiati, riesultano. Giuda corre verso la panchina per baciare Gesù ma questi gli dà un pacchero e lo infila tra l'incrocio dei pali: Gol! Gol! Gol! Due a uno per il Paradiso.
Pilato fischia la fine dell'incontro, le squadre rientrano negli spogliatoi., rimane in campo solo Lazzaro, assai perplesso, che chiede: "Posso risorgere, adesso?"
Come di consueto, le forze del bene trionfano sulle forze del male.



...All'inizio era il Verbo
Il complemento oggetto venne molto tempo dopo.



IL DILUVIO

E cominciò a piovere.
Dapprima piovve poco, e fu il pediluvio.
Poi cominciò a piovere che Dio la mandava e quello fu veramente il diluvio.


Il Signore aveva detto [a Noè]: "Pioverà per 40 giorni". ma poi si distrasse, si dimenticò di Noè, e dopo 150 giorni pioveva ancora.
Noè era il prediletto e disse: "Achaton shater jaffa, agataì duc ianet rafinai amaton", che in antica lingua prebabilonica significa: "Uffa!" 

[...]

E il 17 ottobre finalmente smise di piovere. E allora Noè prese una talpa, e la mandò fuori dall'oblò. E si sentì glu, glu, glu, e la talpa non tornò più.
E Noè disse: "Strano, ora manderò l'orso". Poi, dopo una breve colluttazione, disse: "No, no, è meglio che mando la colomba".
E la colomba tornò con un rametto di olivo.
E Noè disse: "Reciterò i salmi".
Poi vide la lepre e disse: "Uhmmm, forse è meglio se mi faccio un salmì... Con le olive che ha portato la colomba".
Allora disse alla colomba: "Vai di nuovo, e vedi se trovi un rametto di polenta". 



GOLIA

In quel tempo tra i Filistei viveva un uomo di nome Golia, insieme a sua sorella Morositas e a suo fratello diabetico Happydent Senza Zucchero.
Golia era così grosso che Schwarzenegger al confronto sembrava Don Lurio.
Ora Golia disse: "Chi vuole sfidarmi?"
E il sangue degli israeliti divenne come bastoncini di pesce Findus.
E uno disse: "No, io ho molti impegni, vorrei ma proprio non posso".
E un altro disse: "Io purtroppo non ho digerito".
E un altro ancora disse: "Io se torno a casa senza le cosce mia moglie si arrabbia molto".
E Dio disse: "E questo sarebbe il popolo eletto? Quasi quasi rifaccio le elezioni...".


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